Ricerche geofisiche nell’area del Parco Nazionale D’Abruzzo

Nel giugno del 1995, l’agenzia giornalistica “CRONACHE ITALIANE” registrata al Tribunale di Salerno, diretta da Giovanni Marra, pubblicava un articolo a firma del sottoscritto inerente le ricerche geofisiche nell’area del PNALM, che riproponiamo integralmente, visto che l’argomento è di attualità nazionale.
Con una nota inviata dall’allora Direttore dell’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo, ai Sindaci di Pescasseroli, Opi, Civitella Alfedena, Barrea ed Alfedena, alle Associazioni CAI, Italia Nostra, Legambiente, WWF, al Direttore Generale del Servizio Valutazione Progetto Ambientale e agli organi di informazione, il progetto della Edison Gas Spa di cercare petrolio naturale in un territorio che comprendeva gran parte del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Il 27 gennaio 1995, giunsero al Ministero dell’Industria due istanze con le quali,la Edison Gas chiese due permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi.
Con la prima richiesta veniva delimitata una zona da denominare convenzionalmente “ Montatagna Grandre” che ha una estenzione di 58.398 ettari .

Circa metà di quest’area rientrava del Parco d’Abruzzo, partendo da” Montagna Grande “ ed includendo Pescasseroli, Monte Marsicano e la parte Nord della Riserva Integrale.
Con la seconda richiesta , la Edison Gas delimitava una zona da denominare convenzionalmente “ La Meta”, che ha una estensione  di 71.717 ettari.

Meno di quest’area rientra in zona Parco , includendo Opi, la parte Sud delle siserva integrale ,Civitella Alfedena,Villetta Barrea,Barrea, con l’omonimo lago e più a Sud IL Monte Meta.
Ricordiamo che, proprio in questa zona, nel maggio del 1984 si ebbe l’epicentro del terremoto che colpì alcuni paesi dell’Alto Sangro,della Val Comino e dell’Alto Molise, le cui ferite sono statesolo da poco rimarginate.
Il territorio interessato alla ricerca ha valori naturalistici inestimabili, sia per la flora presente sia per la fauna, senza parlare del territorio.
Il Centro Studi e Coordinamento Democratico diceva che era da escludere anche la sola fase di di ricerca di idrocarburi.
Ricordiamo che nella fase di ricerca vengono fatti esplodere cariche di nanamite , anche da 20 KG che provocano dei microsimi.

Le onde esplosive si riflettono con differenti velocità sugli stratigeologici sottostanti.
Sofisticate apparecchiature registrano queste riflessioni che vengono studiate al computer , consentendo di di localizzare i giacimenti di Petrolio e di Gas naturale.
Per la valutazione più approfondita dei giacimenti si passa alla trivellazioni.

L’area interessata, tra le condizioni poste alla compagnia petrolifera ,( vi era e vi VI è) quella che le attività  dovranno e devono essere  condotte nel rispetto della delle leggi che regolano la vita dei Parchi Nazionali, come ad esempio la legge n.394 del 6 dicembre 1991, che prevede delle deroghe ai divieti  con il rilascio di nulla osta da parte dell’organismo preposto alla gestione dell’area interessata.

Noi davamo per scontato che l’Ente Autonomo non avrebbe dato il nulla osta.
Naturalmente le associazioni  innanzi citate non dettero il loro assenso ma, mettevano in dubbio il comportamento degli allora Sindaci, degli operatori turistici, e delle popolazioni tutte.
Chiudevano con queste parole: “ CHI VIVRA’ VEDRA’”
Ebbene a differenza di 20 anni , le trivelle non ci sono state .

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