Avezzano – Rinviati a giudizio presso la Corte di Assise dell’Aquila con udienza fissata per il 2.4.2025, quattro cittadini di nazionalità romena di etnia Rom, ovvero il compagno, il suocero, suocera e madre della minore, oggi di 17 anni, che una volta “consegnata” secondo il rito Rom dietro corresponsione di denaro a favore della madre, sarebbe stata costretta a concepire un bambino, a cui non doveva affezionarsi perché sarebbe stato affidato a parenti. Minore nelle more di tempo affidato ad una casa famiglia e dichiarato adottabile.
Successivamente, condotta in Italia, la giovane donna sarebbe stata privata della libertà di movimento, sottraendole i documenti identificativi, impossibilitata a contattare la madre ed i fratelli rimasti in Romania, con i quali aveva pochissimi contatti telefonici ipercontrollati dai primi tre, veniva segregata, percossa e malmenata in più occasioni, mentre nei luoghi pubblici veniva assoggettata a costante sorveglianza ed indotta a praticare l’attività di accattonaggio tutti i giorni della settimana in luoghi prestabiliti (ospedale civile, clinica privata, luoghi di culto e supermercati), consegnando ai primi tre la totalità dei proventi, il tutto accertato in Avezzano nell’anno 2023.
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Passa per il momento la valutazione di “presunta responsabilità” ( ancora tutta da accertare davanti la Corte di Assise ), avanzata dalla Procura Distrettuale dell’Aquila rappresentata dalla dr.ssa D’Avolio Roberta, la quale ha ottenuto attraverso il Giudice dell’udienza preliminare Dr. Marco Billi il rinvio a giudizio delle quattro persone, tre delle quali (ex compagno marito e genitori di quest’ultimo ), rimangono agli arresti domiciliari presso altra regione limitrofa alla nostra, dopo che circa un anno orsono (5.3.24 ) vennero arrestati giusta ordinanza cautelare del Gip del capoluogo abruzzese firmata dalla dr.ssa Buccella Guendalina in virtù degli accertamenti posti in essere da parte dei Carabinieri di Avezzano, che ebbero l’intuito di comprendere quello che si stava verificando nella città ed il dramma vissuto dalla minore.
Nonostante gli sforzi delle difese rappresentati dagli avvocati Giuseppe Di Palma e Roberto Verdecchia, che hanno evidenziato le notevoli incongruenze emerse anche nel corso dell’incidente probatorio espletato in data 18.9.24 con audizione protetta della minore e le frasi contenute nelle captazioni telefoniche ed ambientali, di tutt’altro avviso è stato il dr. Billi Marco, che ha rinviato a giudizio i quattro imputati per la gravissima contestazione mossa a loro carico.