22 anni di impegno umanitario a favore di chi vive in condizioni di marginalità economica, psicologica e sociale. È la storia di Francesco Barone, originario di Bussi sul Tirino e attualmente impegnato in una missione umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo e precisamente nella città di Goma. In questi giorni ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento, per la sua attività di sostegno a favore del Centro di formazione e di recupero che ospita gli ex bambini soldato e altri giovani.
“Ci sono bambini costretti a combattere e a sparare. A uccidere. È l’ennesima vergogna di una società disattenta nei confronti di chi vive situazioni di sofferenza e miseria. Nei loro volti si legge tutto il disagio per ciò che hanno compiuto a causa di decisioni e costrizioni da parte di adulti senza scrupoli. Per queste ragioni, da diversi anni siamo impegnati ad aiutarli. Per restituire loro la speranza di vivere una vita normale, dimenticando violenze e soprusi. La schiavitù non è scomparsa. Esistono le catene invisibili, più subdole di quelle che legavano i polsi e le caviglie degli schiavi di qualche secolo fa. Ci sono milioni di bambini, vittime del lavoro minorile, delle violenze. Hanno fame e sete. Hanno bisogno di cure mediche. Bisogna credere nella pace, attraverso la convinzione di doverla praticare. Soprattutto ora che i venti di guerra continuano a minacciare il nostro pianeta“.
Sono queste le parole di Francesco Barone accompagnato in missione da Gianluigi Zauri.