Cappadocia – E’ oggi, il 22 novembre, il giorno che fu scelto dalla Chiesa Cattolica per commemorare il Beato Salvatore Lilli, il frate francescano, vissuto nell’Ottocento, che portava il nome di Salvatore da Cappaodocia.
Egli nacque, appunto, a Cappadocia il 19 giugno 1853 e diventò frate francescano il 24 luglio 1870, a Nazzaro, dove visse fino al 1871. Nel 1873, poi, il frate partì per la Palestina, dove fu missionario. Studiò filosofia a Betlemme, proseguendo gli studi che aveva già intrapreso a Castelgandolfo, e lì divenne sacerdote: in Italia erano stati soppressi, infatti, gli Ordini Religiosi, quindi il Beato ricevette una nuova investitura. Visse poi a Gerusalemme, e il suo operato fu denso e pieno di risultati. Fu sempre circondato dall’affetto di numerosissimi fedeli, avendo ottimi rapporti sia con l’élite della società, sia con gli emarginati e i più bisognosi. Il suo motto era “dove sono le pecore, lì deve stare il Pastore”. E così fece, rimanendo accanto ai suoi fedeli anche nei momenti più tragici, come durante le infestazioni di colera o i bombardamenti.
Per la sua fede perse la sua vita: fu arrestato insieme a ad altri cristiani, e al rifiuto di rinnegare la propria fede, venne ucciso.
Salvatore Lilli, con altri sette fedeli armeni, furono beatificati il 3 ottobre 1982 da Papa Giovanni Paolo II.