50 voci unite per dire NO a Pizzone II, Salviamo l’Orso: “Grazie a tutti coloro che si sono mobilitati”

Abruzzo – Ieri è scaduto il tempo a disposizione del pubblico per inviare al Ministero le Osservazioni al progetto PIZZONE II, l’impianto di generazione e pompaggio che rischia di devastare il territorio a cavallo tra Abruzzo e Molise caratterizzato dai laghi di Castel S. Vincenzo e della Montagna Spaccata, in cui ricade parte del versante molisano del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e che comprende una serie di borghi da Pizzone ad Alfedena.

Sono circa 50 (cinquanta) le Osservazioni e pareri registrati sul sito del Ministero e della Sicurezza Energetica (MASE) e testimoniano tutti un’unica richiesta… FERMATE l’ENEL e NON AUTORIZZATE il progetto.

Tra i contributi di cittadini ed enti segnaliamo i seguenti Regione Molise, PNALM, Comuni di Alfedena, Barrea, Castel S. Vincenzo e Pizzone, Provincia, Ministero della Cultura, tra le Associazioni il WWF Italia, il WWF Abruzzo e Molise, la Stazione ornitologica Abruzzese, la LIPU, ALTURA, Salviamo l’Orso, la Federazione nazionale Pro-Natura, il CAI di Abruzzo Lazio e Molise, l’Associazione Pescasportivi di Colle al Volturno, l’Associazione Culturale “Terra Sancti Vincentii”, il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e ovviamente i nostri amici del Coordinamento NO PIZZONE II.

Ci piace pensare che a fronte di una tale vasta e generale opposizione, il Ministero non potrà che rigettare il progetto ma siamo purtroppo in Italia e sappiamo quanto forti siano gli interessi e l’influenza di alcune lobbies affaristiche legate alla politica per cui non dobbiamo abbassare l’attenzione ma continuare invece ad informare e a vigilare.

Nel frattempo grazie a tutti coloro che si sono mobilitati ed hanno dedicato il loro tempo a questa causa per loro, per le loro famiglie per il futuro dei paesi in cui sono nati o risiedono per il futuro del Parco e di questo pezzo di Appennino e per il nostro Orso marsicano che insieme a tante altre specie ha casa qui da tempo immemorabile e non ha altri luoghi in cui emigrare per far posto ad ENEL.

Fonte: Salviamo l’Orso

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