Ovindoli – “Certa politica in pompa magna sotto campagna elettorale approva un finanziamento di un impianto di risalita per 6 milioni di euro ma non si accorge che è un intervento vietato per legge! La scheda progetto presentata dalla Regione Abruzzo al CIPE per il finanziamento con 6 milioni di euro di fondi pubblici del cosiddetto collegamento tra i bacini sciistici di Campo Felice e Ovindoli-Monte Magnola, così come congegnata, è semplicemente contra legem”. E’ quanto sostiene in una nota stampa la stazione ornitologica abruzzese onlus.
“Infatti, come è (o, sarebbe meglio dire, dovrebbe essere) noto, dal 2007 è stato emanato il Decreto Ministeriale 17 ottobre 2007 – “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)” (G.U. 6 novembre 2007, n. 258), che all’Art.5 comma 1 lettera m) impone il divieto per nuovi impianti di risalita a fune nelle Zone di Protezione Speciale, se non già programmati nei piani approvati entro la data di entrata in vigore del Decreto stesso (cioè il 6 novembre 2007)”.
“L’intera area tra i due bacini sciistici è ricompresa nella Zona di Protezione Speciale IT7110130 “Sirente-Velino. Basta consultare i Piani speciali territoriali previsti dal Piano Paesistico Regionale per i due bacini sciistici (i documenti sono tutti qui:https://www.regione.abruzzo. it/content/progetti-speciali- territoriali) per verificare facilmente che tale impianto di collegamento non è compreso in questi due strumenti di pianificazione. Pertanto contrasta non solo con il Decreto nazionale ma anche con la pianificazione regionale che non può neanche essere cambiata proprio perché deve essere coerente con le norme di tutela nazionali nel frattempo entrate in vigore. Tra l’altro gli stessi vincoli sono ovviamente obbligatoriamente richiamati dalla recente DGR 877/2016 sui SIC e ZPS”.
“Stupisce la leggerezza con cui vengono prese decisioni che non hanno le gambe per camminare. Capiamo che la campagna elettorale impazza ma non avremmo mai pensato che si potesse arrivare a tale superficialità da parte degli organi decisionali del paese. Scriveremo in queste ore al CIPE per far rilevare l’errore. Sconforta il fatto che in una regione con la quasi totalità di scuole ed edifici pubblici, ospedali compresi, non a norma e con centinaia di siti da bonificare e fiumi da risanare, si possa anche solo immaginare di spendere i soldi pubblici in questo modo aggredendo non solo l’ambiente ma anche le norme del paese ed europee”.