Avezzano – Ci ha lasciato nella giornata di ieri il pittore marsicano di prestigio internazionale Domenico Colantoni. Nato a Paterno di Avezzano nel 1938 e attivo fra Roma e New York, frequenta un prestigioso istituto di grafica di Urbino, e fin dagli anni Settanta espone in varie città italiane diverse opere grafiche surreali e grandi dipinti a olio, presenti ad oggi in importanti musei surrealisti.
Nel 1976 tiene una storica mostra alla Cà d’Oro di Roma, per la quale attira l’attenzione di illustri critici, primo fra tutti Del Guercio, che lo inserisce nell’Enciclopedia UTET della pittura italiana del ’900. Parallelamente alla pittura coltiva la passione per la filmografia, realizzando film sperimentali presentati in festival europei, università, circoli culturali, musei, compreso addirittura nel 1981 il Centre Pompidou di Parigi, nell’ambito di Identité italienne.
Colantoni è autore di diversi cicli pittorici, come quelli dedicati al regista Altman e alla moglie nel 1979 e al suo amico ed estimatore, Alberto Moravia, denominato Moravia ulteriore (1982), presentati entrambi alla Galleria Toninelli della capitale.
A partire dal 1986 inizia a dipingere una serie di nature morte di grandi dimensioni, nelle quali si mette in luce tutta la sua propensione alla sensoriali, accompagnata da un’aura vagamente metafisica. È questo in definitiva il senso del suo accentuato iperrealismo, che segue l’iniziale fase di ricerca surreale. Nel 1996 tiene una mostra al Palazzo Ducale di Mantova e a Palazzo Ruspoli di Roma, intitolata Georgica 2000.
Il maestro lascia un grande vuoto nel panorama artistico non solo della Marsica, che gli ha dato i natali, ma di tutto il mondo.