Marsica – Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale dell’Aquila hanno arrestato 8 persone per associazione finalizzata alla coltivazione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti, su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale dell’Aquila, a firma del giudice Guendalina Buccella, e richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo.
L’operazione si ricollega all’ingente sequestro del 28 settembre 2016, quando i militari scoprirono una coltivazione di marijuana nelle campagne di Luco dei Marsi, camuffata da piante di mais. Allora i carabinieri sottoposero a sequestro alcune migliaia di piante di marijuana per un peso complessivo di circa 6 tonnellate e arrestarono tre persone, due trovate sul posto e una terza rintracciata pochi mesi dopo.
Da subito fu intrapresa un’attività di indagine, coordinata dai pubblici ministeri Stefano Gallo e Roberto Savelli e condotta dalla Compagnia di Avezzano (AQ) e dal Nucleo Investigativo dell’Aquila. Gli accertamenti hanno fatto emergere inconfutabili elementi circa la partecipazione degli indagati a un’associazione finalizzata alla coltivazione di marijuana, rivelando come l’attività fosse stata organizzata e finanziata da personaggi dell’area campana, due dei quali appartenenti a clan camorristici.
Si tratta di sette uomini e una donna, localizzati tra la Marsica e la provincia di Napoli:
- D.L., 52enne di Casola di Napoli (NA), pregiudicato, appartenente a clan camorristico radicato nella provincia di Napoli, destinatario di misura cautelare in carcere;
- M.D., 41enne di Casola di Napoli, pregiudicato, destinatario di misura cautelare in carcere;
- G., 55enne di Lettere (NA), con precedenti di polizia, appartenente a clan camorristico radicato nella provincia di Napoli, destinatario di misura cautelare in carcere;
- C., 29enne di Castellammare di Stabia (NA), incensurato, destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari;
- D.L., 22enne di Casola di Napoli, figlio convivente di A.D.L., con precedenti di polizia, destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari;
- D.N., 70enne di Gragnano (NA), con precedenti di polizia, destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari;
- P., 57enne di Castellammare di Stabia, incensurato, destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari;
- S.D.G., 43enne di Luco dei Marsi (AQ), con precedenti di polizia, unica donna del gruppo, destinataria di misura cautelare agli arresti domiciliari.
Gli arrestati avevano individuato la zona della Marsica, e in particolare del Fucino, come luogo ideale per delocalizzare la produzione della marijuana, attività da lungo tempo svolta nella provincia di Napoli. L’indagine ha fatto emergere che un primo tentativo era stato già realizzato nel 2015 a Luco dei Marsi, ma la piantagione non era andata a buon fine a causa di alcuni errori commessi nella gestione della coltivazione ed era stata data alle fiamme. Dopo il sequestro e gli arresti del 2016 l’associazione non si è però scoraggiata. Ancora un tentativo di coltivazione, poi fallito, è stato fatto nel 2017, nelle campagne tra Scurcola Marsicana e Capistrello. E anche quest’anno gli indagati, monitorati dai militari, si sono mossi sin dal mese di gennaio alla ricerca di un terreno idoneo alla coltivazione di marijuana nelle campagne della Marsica. Ritenevano infatti di poter continuare a operare in questa zona in maniera pressoché indisturbata, confidando in una scarsa azione di controllo da parte delle forze dell’ordine del posto.
Il giudice, in particolare, ha ritenuto rilevanti le posizioni di due soggetti (A.D.L. e C.G., destinatari di misura cautelare in carcere), appartenenti a clan camorristici radicati nella provincia di Napoli e dediti in via quasi esclusiva al traffico anche internazionale di stupefacenti, esperti nell’attività di coltivazione di piantagioni di marijuana, individuati come finanziatori e coordinatori nell’area campana di numerose coltivazioni di stupefacenti.
L’indagine ha evidenziato che i due uomini svolgevano un ruolo apicale all’interno dell’associazione smantellata, provvedendo al finanziamento delle operazioni e al coordinamento delle attività di semina, cura e raccolto, funzionali poi alla lavorazione e alla successiva commercializzazione dello stupefacente.
I tre uomini destinatari della misura in carcere si trovano ora nella casa circondariale di Secondigliano (NA) e Poggio Reale (NA).
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