Il caso Biolite: una spada di Damocle sul Comune di Scurcola Marsicana

Scurcola Marsicana – E’ stata rinviata d’ufficio, al prossimo 12 settembre, la causa pendente davanti la Corte d’Appello dell’Aquila, Sezione Civile, tra il Comune di Scurcola Marsicana e la società Biolite. La vicenda ha inizio negli anni ‘90 e riguarda lo sversamento di  tonnellate di fanghi tossici nei Piani Palentini. La Biolite, nel 1993, venne autorizzata allo stoccaggio provvisorio di fanghi biologici non tossici in alcuni terreni dei Piani Palentini.

Tre anni dopo un’indagine della Forestale portò al sequestro di documenti e terreni. Furono individuate le ditte produttrici di rifiuti e denunciate decine e decine di persone molte delle quali rinviate a giudizio con l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti. Nel 2001, il Comune di Scurcola avviò le pratiche per il risarcimento dei danni subiti. Il tribunale di Avezzano rigettò, però, la richiesta poiché non c’era prova del danno subìto. Il Comune, assistito dagli avvocati Riccardo e Alessandro Biz del Foro di Roma, è stato condannato in primo grado a risarcire le società che scaricarono fanghi. Sul Comune di Scurcola Marsicana pende ora una spada di Damocle da oltre 1.165.000 euro.

“Il rinvio dell’udienza, inizialmente prevista per il prossimo mese di giugno, – ha dichiarato la sindaca Maria Olimpia Morgante – è stato, in parte, accolto con positività poiché ci consente di tentare una transazione e sperare di scendere con le quote che il Comune dovrebbe pagare. Speravamo, però, anche di riuscire a chiudere la vicenda entro il 2018. Con questo rinvio, invece, i tempi slitteranno ulteriormente e la sentenza definitiva non arriverà prima del nuovo anno”.

Biolite: oltre il danno, la beffa

 

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