Di Pangrazio al Premio Croce, nel ’68 la libertà veniva declinata al plurale

Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio ha partecipato alla prima giornata della XIII edizione del Premio Nazionale di Cultura “Benedetto Croce”. L’appuntamento è stato dedicato al cinquantesimo anniversario del 1968, anno in cui le contestazioni e i movimenti di massa hanno fatto sentire la propria voce, con un convegno dal titolo “A 50 anni dal ’68, caduto per sbaglio sui nostri vent’anni”. All’incontro hanno partecipato come relatori anche Costantino Felice, componente della giura, e Giampiero Mughini, giornalista. Nel suo intervento il Presidente Di Pangrazio si è soffermato “sulle contestazioni che nel ‘68 ebbero come teatro dapprima gli Stati Uniti, con un movimento carico di passioni, che poi soffiarono anche sull’Europa coinvolgendo i Paesi dell’Est e l’Italia. Erano soprattutto i giovani, i movimenti studenteschi, a protestare rivendicando un miglioramento delle condizioni di vita di ogni individuo. Il cardine di questi moti era senza dubbio il concetto di libertà che veniva declinato al plurale e non al singolare”. “La libertà – ha sottolineato Di Pangrazio – va curata giorno per giorno, va tutelata. Nel nostro Paese i massimi interpreti di questo rinnovamento, di questo nuovo senso di libertà, furono senza dubbio i padri costituenti”. Di Pangrazio ha poi voluto sottolineare l’importanza del Premio “Benedetto Croce”, “una manifestazione – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale – unica nel suo genere che ha il pregio di mettere al centro proprio i giovani, visto che tra i giurati ci sono i rappresentanti di 20 scuole superiori. Ed è proprio da loro, dalle nuove generazioni, è assolutamente necessario ripartire”

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