“L’accesso all’acqua rischia di diventare sempre più difficile da garantire nelle aree urbane senza i piani cittadini di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici
Le proteste di questi giorni da parte dei sindaci sul tema dell’acqua, riportano l ‘attenzione sulla gestione di questa importante e vitale risorsa. Il nostro pianeta è in riserva, il 97,5% dell’acqua è salata, il 2,5% si trova nei ghiacciai e solo il 0,5% è utilizzabile.
I dati diffusi dall’istituto di ricerca sulle acque (IRSA) e dal consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ci dicono che l’estate 2017 è stata la quarta più asciutta degli ultimi due secoli in Italia. Fra i 28 paesi membri dell’Unione, il nostro è quello in cui si fa più uso potabile dell’acqua, con una dispersione in rete del 39%. Un paese sempre più a secco in cui piove di meno ma con un costante aumento pro capite del consumo.
La soluzione è non disperderla e rimetterla in circolo, perché l’acqua è un bene comune fondamentale per la vita. Gli effetti dei mutamenti climatici, l’inquinamento e gli sprechi, la rendono una risorsa sempre più scarsa e al centro di tensioni sociali.
“Soprattutto i cambiamenti climatici – dichiara Luzio Nelli, segreteria Legambiente Abruzzo – con temperature sempre più alte e prolungati periodi di siccità, impongono al nostro territorio una profonda ristrutturazione del sistema di gestione e approvvigionamento della risorsa. Il passo principale è uscire da soluzioni emergenziali e puntare su una gestione sostenibile, continuare gli investimenti per migliorare le infrastrutture e impedire dispersioni lungo la rete idrica. Occorre trattenere l’acqua piovana, ad esempio potenziando la rete degli invasi sui territori, creando nuovi bacini utilizzando anche le vecchie cave dismesse.”
Uno dei grossi problemi di cui soffre la nostra rete idrica è l’incapacità di trattenere l’acqua piovana. L’Italia con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, a causa delle carenze infrastrutturali ne trattiene solo l’11%. Favorire il riutilizzo dell’acqua, già usata nelle case e nei depuratori consortili, è prioritario. Così come la creazione di invasi sotterranei, resi possibili con il decreto 100/2016, consentirebbe la ricarica delle falde con acque buone che favoriscono l’autodepurazione con ottimi vantaggi economici ed ambientali.
E’ evidente che l’accelerazione dei cambiamenti climatici richiede una gestione sostenibile delle risorse idriche che tenga insieme i bisogni primari dell’uomo con lo sviluppo e l’ambiente.
“Oggi non esistono più alibi o scuse per rimanere fermi – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – Disponiamo infatti di sistemi di analisi di questi fenomeni senza precedenti, di competenze e tecnologie per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti del clima e a mettere in sicurezza le risorse vitali. Al contempo l’accesso all’acqua rischia di diventare sempre più difficile da garantire nelle aree urbane, senza una seria e convinta azione di mitigazione ed adattamento che trova risposta nei piani climatici delle città, vere e proprie chimere per i nostri amministratori.””
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