Oggi, 4 ottobre, si celebra la festività di San Francesco, Patrono d’Italia, e primo poeta della letteratura italiana. Le sue poesie in volgare umbro sono preghiere capaci di aprire un dialogo tra l’uomo e Dio in nome dell’amore che tutto sopporta e tutto perdona nella ricerca della pace. Salmi liturgici in lingua romanza si fanno nel Santo di Assisi lode al creato come espressione di Dio.
La lirica di Maria Assunta Oddi ha saputo cogliere nella concezione francescana dell’intima fratellanza uno dei tratti essenziali: l’umile bontà vince anche le più terribili manifestazioni del male.Mi piace pensarlo ancora.
Mi piace pensarlo ancora nella campagna
correre scalzo lieto come fanciullo
ad ammirare il cielo fiorito di luce
sulle ali di variopinta farfalla.
Mi piace pensarlo ancora con le mani raccolte
a trattenere l’acqua che sgorga pura dalla fonte
per bere un sorso di vita nuova.
Mi piace pensarlo ancora immerso
nella bellezza inedita dei fiori di prato
abbracciare nello sguardo innocente
l’arcobaleno maestoso del creato.
Mi piace pensarlo ancora tra i poveri e i malati
portare conforto con il dono del sorriso di Dio
dimenticando di aver sofferto altrettanto.
Oh la sua anima lacerata sulle stimmate della passione
si fece umile preghiera di lode!
Chi è amato dal Padre Celeste non teme la morte.
Mi piace pensarlo ancora nello stupore abbagliato
dalla speranza di immortalità udire il suono dolce
della sua voce invitare con il genere umano, ogni filo
d’erba e alberi e animali nel giardino dove mai entrò
Il deserto dell’odio né la superbia del male
per scaldare il cuore della terra al calore perenne del sole.