L’Autunno è uno dei momenti di passaggio dell’anno, quando la barriera tra il mondo visibile e quello invisibile si fa più sottile. Gli antichi lo consideravano un periodo propizio ai riti misterici. Si celebrano quelli di Mithra, signore ed animatore del cosmo e allo stesso tempo mediatore fra le divinità e gli esseri umani. Più tardi, nei secoli, le funzioni di Mothra vennero assunte dall’arcangelo Michele, la cui festa, insieme a quella degli altri due arcangeli Gabriele e Raffaele, ricorre il 29 settembre. Il periodo equinoziale di autunno è chiamato appunto Michaelmas nei paesi anglosassoni.
Michele è l’arcangelo di fuoco e di luce, alter ego e gemello di Lucifero. Ma il mese di settembre era anche il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali eleusini, basati sul simbolismo del grano, celebravano il mito di Demetra e sua figlia Persefone. Nel mito classico Persefone venne catturata da Ade, Dio degli inferi. Sua madre Demetra, Dea del grano, la cercò ovunque lamentando la perdita della figlia e rifiutando di fare fiorire e fruttificare la terra. Il suolo divenne spoglio e desolato, e l’umanità invocò il soccorso degli dei.
Alla fine, stanca, Demetra sedette per nove giorni e nove notti e gli dei le fecero sbocciare papaveri tutt’intorno. Respirando il loro profumo soporifero, Demetra si addormentò e nel frattempo gli dei riuscirono ad ottenere da Ade il ritorno di Proserpina. Ma siccome la giovane Dea aveva mangiato tre semi di melograno, cibo dell’altro mondo offertole da Ade, fu destinata a trascorrere tre mesi ogni anno nel mondo infero, mesi durante i quali l’inverno cadeva sulla terra.
L’autunno è anche il momento del secondo raccolto dopo quello dei cereali: quello della frutta e dell’uva. Dionisio, nato secondo certi miti proprio dalle nozze di Ade e Persefone, è il Dio della vita e dell’ebbrezza. Nelle isole britanniche si celebrava Berleycorn, lo “spirito”. Infatti è dal grano che rinasce nel whisky, che viene l’acqua di vita dei Celti. I Celti chiamavano l’equinozio autunnale anche con il nome di Mabon, il giovane Dio della vegetazione e dei racconti. Mabon o Maponus per i romani e britanni, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni, fino al giorno in cui venne liberato da re Artù e dai suoi compagni.
Si riscontra una somiglianza con il mito di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati per dare la vita agli uomini. In questo periodo, un po’ ovunque, si tengono feste del raccolto, con abbondanza di cibo e bevande. Un tempo, il raccolto costituiva la riserva di provviste da conservare per il sostentamento durante l’inverno. Le divinità della terra venivano ringraziate per i loro doni, auspicando un futuro ritorno dell’abbondanza negli anni successivi. Queste celebrazioni avevano un’atmosfera di dolce malinconia.
Il Dio del grano era morto, così come moriva il Dio del sole. Egli viaggiava ora nell’altro mondo, discendendo agli inferi per addormentarsi nel grembo della Dea Madre, da dove sarebbe rinato al solstizio d’inverno. Più che una morte, dunque, era un lungo sonno. Nelle feste del raccolto aveva un posto d’onore un oggetto simbolico: la Bambola di grano, formata dalle ultime spighe raccolte e legate con un fio solitamente rosso. La bambola, se non veniva sepolta nei campi a scopi propiziatori, era conservata fino alla fine del raccolto dell’anno successivo. La pianta sacra dell’equinozio di autunno è la mora selvatica. Il molti luoghi si dice che le more non dovrebbero essere più mangiate dopo la fine di settembre, perché il diavolo la guasta.
Ciò è legato ad antiche usanze secondo le quali i prodotti della terra non raccolti nel loro momento stagionale appartengono agli spiriti di Natura: in realtà si trattava delle offerte lasciate alle divinità. Il cigno è l’uccello dell’equinozio autunnale in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida i morti nell’aldilà (Apollo dio del sole greco, vola su un carro trainato da cigni fino alla sua nordica dimora invernale, tra gli iperborei).
L’ Autunno è la a stagione del torpore per eccellenza, della cadute delle foglie, della festa dei nonni, di halloween, di San Martino, di ognissanti, dell’Immacolata Concezione e della Commemorazione dei defunti. È il preludio dell’Inverno, e giunge ogni anno con i suoi profumi di castagne arrosto, di aranci e mandarini, di zucche e fichi, di uva e mosto.