Avezzano – Dopo 28 giorni trascorsi in custodia cautelare tra i carceri di Torino e Cuneo e dopo oltre due mesi agli arresti domiciliari, Enrico Cinosi, nella qualità di autista incaricato del trasporto del combustibile, era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Cuneo, ex Tribunale di Mondovì, in concorso con altri imputati e ritenuta la continuazione tra i reati, alla pena di anni 1, mesi 1 e giorni 15 di reclusione, nonché alla pena accessoria della incapacità di contrattare con la P.A., oltre al pagamento delle spese processuali e custodiali, per i reati difrode nelle forniture pubbliche di gasolio, aggravata dalla successiva ricettazione, truffa aggravata dalla successiva ricettazione e falso nella certificazione delle quantità di gasolio trasportati e consegnati.
I fatti risalgono al maggio 2012 quando, dopo un accertamento della Polstrada di Mondovì e a seguito delle indagini portate a termine dalla Procura piemontese, insieme alla Stradale di Torino, Perugia e L’Aquila e in collaborazione con il Nucleo della Guardia di Finanza di Cuneo e delle Fiamme Gialle di Avezzano e Orvieto, vennero eseguite 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 8 in carcere, nei confronti di altrettante persone coinvolte a vario titolo in attività illecite riguardanti il rifornimento di gasolio da parte di una azienda di distribuzione di carburante della zona di Avezzano, con sede in Roma, in favore della Torino-Savona S.p.a. di Moncalieri, impresa esercente un servizio pubblico quale concessionaria dell’autostrada A/6 Torino-Savona, nonché della Caserma della Polizia Stradale di Mondovì.
In primo grado gran parte degli imputati avevano immediatamente definito le proprie posizioni, patteggiando pene diverse.
All’udienza di trattazione del 26.10.2018, la Corte di Appello di Torino, II° Sezione Penale, accogliendo le richieste della nuova difesa di Enrico Cinosi, Avv. Fabrizio Ridolfi del foro di Avezzano, lo ha assolto dai reati ascritti con la formula più ampia, per non aver commesso il fatto, in ciò aderendo alla tesi difensiva della assoluta carenza di elementi indiziari dai quali evincere la effettiva partecipazione dell’imputato nella commissione dei reati contestati, con riguardo anche alle censure tecniche in ordine agli accertamenti strumentali disposti dagli organi inquirenti in fase di indagine.
In attesa delle motivazioni della sentenza, che verranno depositate nel termine di 90 giorni, la difesa si prepara a formulare istanza di dissequestro delle somme sequestrate all’imputato in fase di indagine e, con il passaggio in giudicato della sentenza, richiesta di ristoro dei danni subiti da Enrico Cinosi per l’ingiusta detenzione cautelare patita.