Avezzano – Voci dal carcere che riannodano i fili di una memoria dolorosa e vite che rivisitano il proprio passato, alla ricerca del recupero di sé, tramite un progetto della Asl che coinvolgerà 50 detenuti. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, nel carcere di Avezzano, ed è stata illustrata agli stessi ospiti della casa circondariale dai responsabili del centro di salute mentale della Asl e dalla direzione del penitenziario.
In un’atmosfera poco formale, i detenuti hanno dialogato con i curatori del progetto che si articola, sostanzialmente, in 3 incontri. Durante questi confronti, tra educatori ed esperti da una parte e ospiti del carcere dall’altra, prendendo spunto da concetti mirati di filosofia orientale, buddismo e riflessioni su destino e felicità – verrà offerto ai detenuti la possibilità di fare un percorso interiore che avrà come filo conduttore la riconciliazione con se stessi e gli altri e il perdono. Non a caso il progetto, elaborato dal centro salute mentale della Asl e sostenuto appieno dalla direzione del carcere, ha come titolo ‘Passi verso la riconciliazione’.
L’iniziativa, come movente storico, si ispira a genocidi di Ruanda e Sud Africa dei primi anni 90, che condusse in alcuni casi alla riconciliazione tra vittime e carnefici. Il progetto Asl intende cogliere proprio questo motivo ispiratore, la riconciliazione con sé e gli altri, e utilizzarlo come strumento per tentare il recupero di chi sconta debiti con la giustizia.
Tra gli altri, alla presentazione del progetto, erano presenti la psicoterapeuta della Asl, Stefania Ricciardi, coordinatrice dell’iniziativa, il direttore dell’istituto di pena, Anna Angeletti, i direttori del Centro salute mentale di Avezzano, Angelo Gallese e del Sert, Adelmo Di Salvatore, operatori dell’area educativa del carcere e il Centro servizi volontariato, che ha contribuito alla realizzazione del progetto, rappresentato dal presidente Gino Milano. Il primo dei 3 incontri con i detenuti si terrà 31 marzo prossimo su ‘Siamo vittime del nostro destino?’, che avrà come relatore il teologo-biblista Giuseppe Florio. Gli altri 2 confronti riguarderanno la responsabilità verso se stessi e gli altri, tenuto dal mediatore di conflitti, Stefano Cera (13 aprile) e ‘La felicità nonostante tutto’, curato dal prof. Franco Picini, responsabile sezione buddista del Lazio (21 aprile).
A chiusura del ciclo di incontri vi sarà, il 12 maggio prossimo, una seduta finale con tutti i relatori e gli stessi ospiti del carcere non solo per tirare le conclusioni dell’ ‘iter’ interiore ma soprattutto nell’ottica di valorizzare al meglio l’esperienza nel proseguimento della permanenza all’interno della casa circondariale. “Il progetto”, dichiara la dr.ssa Ricciardi, “ha una precisa valenza soprattutto in un istituto come quello di Avezzano dove gli ospiti, dovendo scontare pene non eccessivamente lunghe, hanno margini per poter praticare un percorso di revisione critica, su di sé e gli altri, per capire cosa si è spezzato in loro e per cercare di ricomporre i sogni di vita”