Avezzano. Anche il coordinatore di Avezzano del gruppo “Noi con Salvini” si indigna davanti al discorso del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Pietro Smargiassi.
La sua nota:
Abbiamo assistito all’apice del delirio pentastellato: un consigliere regionale che offende e minaccia cittadini e candidati di Avezzano e la marsica intera, con termini ai limiti della decenza. <<Se vinciamo noi dovranno cambiare città>> ma Smargiassi ha capito che si tratta di elezioni democratiche o pensa di essere in guerra? Offendere i quasi 600 candidati con il termine <<feccia>>, poi, lascia allibiti e la dice lunga su quale sia il loro approccio ad una campagna elettorale, ma ancor più sulla loro educazione. Vergognoso, poi, che abbia utilizzato l’espressione <<a cogliere le patate>> con quel tono. Il lavoro manuale non ha mai spaventato gli abitanti del Fucino e tantomeno può essere usato in tono dispregiativo come ha fatto Smargiassi.
Ma la cosa più grave è che l’intero entourage pentastellato, anziché indignarsi per affermazioni simili, lo abbia persino applaudito.
A cominciare dal candidato sindaco del movimento, un pluri-candidato in cerca di gloria, che alle comunali del 2010 nel suo paese prese 48 voti e in quelle del 2015 appena 35.
E che oggi, pur di arrivare alla poltrona di sindaco, passa sull’onore e la storia del suo stesso popolo. Se non verrà eletto nemmeno questa volta ce lo ritroveremo alle regionali?
Stessa cosa per Pierluigi Ruscitti, che oggi applaude Smargiassi, ma che nel 2012 era candidato con Di Pangrazio, quindi né più né meno della <<feccia>> che oggi invece tanto critica e offende.
Mi viene in mente che forse l’idea di dover cambiare città proviene proprio dal fatto che all’epoca rimase così deluso della sua non elezione, che decise di cambiare aria per un po’.
Vogliamo poi parlare dei lavori alla sede elettorale? Hanno pubblicato le foto su Facebook ma non sanno nemmeno che anche per lavori di quel genere c’è tutta una documentazione da presentare al comune e l’obbligo di dotazioni antinfortunistiche che nelle foto non ci sono.
O pensano che le regole per il movimento non valgano? Un autogol clamoroso, che la dice lunga sulla loro capacità di rispettare le leggi e di amministrare una sede elettorale, figuriamoci una città. Se questo è il nuovo volto della politica, sono sempre più fiero di appartenere ad una politica sempre più in via d’estinzione, che si batte per difendere il proprio territorio e che da’ l’esempio rispettando per prima le regole della società civile”.