Avezzano. Riceviamo dal candidato sindaco Gabriele De Angelis e pubblichiamo.
“Roberto Verdecchia non riesce a confrontarsi senza cercare l’offesa personale, ma sto iniziando a imparare la politica e comprendo che, quando si toccano temi sensibili, c’è sempre qualcuno deputato a gettarla in caciara.
Una “delega” non scritta che il sindaco ha affidato al fedelissimo Verdecchia che, in quanto al fenomeno della delinquenza, se non altro per assidue frequentazioni professionali, ha sicuramente più “competenze” di me. Una cosa, tuttavia, è certa: rappresentare Avezzano come un’oasi di sicurezza in cui non si verificano quotidianamente furti e scippi è una visione non solo distorta ma intellettualmente disonesta. I cittadini vivono nel terrore di trovarsi ladri in casa, anche di giorno.
E’ puerile cercare di scaricare le responsabilità sul prefetto e sulle forze dell’ordine che, con i pochi mezzi a disposizione, fanno miracoli. Questo non toglie che il sindaco possa e debba fare molto di più, con una presenza mirata della polizia municipale in alcune zone della città che, in certe ore, diventano a forte rischio. Di sicuro sono insufficienti le telecamere di videosorveglianza, gestite con l’incuria e la superficialità che caratterizzano questa amministrazione priva di progettualità.
Riguardo alle critiche alla mia persona, infine, ricordo che quando decisi di andarmene il sindaco mi pregò di rimanere, definendomi “il miglior assessore”, anzi, il migliore di tutti noi”, ringraziandomi per “l’impagabile” lavoro svolto. Che ora sostenga il contrario e cerchi goffamente di farsi bello anche con i risultati da me ottenuti, la dice lunga sul valore della parola di quest’uomo.
Riguardo alle prospettive di lavoro per i giovani, il sindaco non ha mai spiegato come intende impedire la fuga dei nostri ragazzi dal territorio. Noi abbiamo costruito tutto il programma intorno a loro, perché è al futuro che guardiamo, non certo a fare dei nostri giovani dei portatori di voti per il fratello del sindaco alle prossime regionali o politiche.
Non avendo argomenti, Di Pangrazio ci informa che 24 giovani sono stati in una lista, per l’appunto, di giovani. Non c’è stata notizia più rilanciata di questa, tanto che questa stessa lista è stata presentata non una ma almeno quattro o cinque volte, una delle quali nella casa comunale, che in campagna elettorale è stata trasformata con imbarazzante disinvoltura in una sezione di partito.
La differenza sostanziale è che noi, i giovani, non li abbiamo solo candidati, li porteremo in consiglio comunale a far sentire le loro ragioni. Con lui, invece, si ritroveranno ancora una volta a a corte tutti i vecchi arnesi che sono in consiglio comunale da decenni. Mi fa sorridere, infine, l’insinuazione del tutto infondata che io sia teleguidato. Una precisione, a tal riguardo, la devo: io non ho mai scorazzato in auto blu.