Epigrafe di una donna etrusca a Sardellino

Epigrafe in calcare con iscrizione entro semplice cornice. alt. cm 42; largh. cm 51; spessore non misurabile; lettere cm 5-6. trovata nel territorio di aielli, in contrada ‘le Margini’. attualmente è murata in un fabbricato della famiglia villa, presso celano, al km 47,9 della s.s. n. 5 bis vestino-sarentina, presso il passaggio a livello.

Magilia

Durviti (uxor)

sepulta.

Have et vale.

traduzione: «Magilia, moglie di Durvitio, è (qui) sepolta. ti saluto, e che tu stia bene».

Da segnalare che la prima i di Durviti a linea 2 è una I longa. alla linea 2, pubblicando l’iscrizione,intendevo Durviti (uxor). Frank van Wonterghem18 propende per Durviti (serva); ma poiché Magilius è un gentilizio, attestato soprattutto in etruria e a tivoli, mentre non conosco esempi di Magilia come cognomen o nome servile, ritengo che sia da mantenere la mia prima interpretazione. (Letta)

Più difficile è spiegare la presenza tra i Marsi di una donna etrusca o di tivoli. il gentilizio del marito, Durvitius, sembra una semplice variante di Diruitius, attestato in questa forma a Marruvium19 e in lucania, e come Dirutius a histonium e a salona.

Il saluto che chiude l’iscrizione mantiene l’usuale ambiguità propria di queste formule, che sono insieme un saluto al viandante che passa e legge e una sorta di esca nei suoi confronti, in un rito quasi magico teso a procurare un augurio di pace per il defunto: l’iscrizione, attirando l’attenzione del viandante, deve indurlo a leggere ad alta voce il testo, formulando così un augurio all’indirizzo del defunto.

Altra spiegazione :
Magilia
Durviti
sepulta
have et vale
Prima i supra lineam.

Il gentilizio Magilius sembra di origine etrusca (cfr. la variante Macilius) ed è infatti attestato quasi esclusivamente a Caere; in Etruria esso ricorre ancora a Bomarzo, nella forma Macilius che ha un’isolata attestazione anche a Roma, e in bolli aretini trovati in Campania e a Suasa. Al di fuori dell’area etrusca lo troviamo in Italia solo a Tivoli.
Esso è infine attestato a Saluzzo, nella Spagna Tarraconense, nella Gallia Lugdunense e a Mogontiacum.
In area sabellica non troviamo riscontri; è probabile quindi che la liberta della nostra epigrafe non si colleghi ad una gens marsa, ma ai Magilii dell’Etruria o a quelli di Tibur: un legame che non sorprende, se si pensa che a Marruvium dovette risiedere spesso il curator viar(um) Tib(urtinae) Val(eriae) et aliar(um), e che in tale veste furono nel municipio marso personalità certamente di nascita etrusca, come il [- – -]cus Modestus Paulinus di un’iscrizione marruvina della prima metà del III sec. d.C., che appunto per questo poté essere sia praetor Etruriae XV populorum, sia cur(ator) rei p(ublicae) di Marruvium.

Il gentilizio Durvitius non è altrimenti attestato:; si tratta probabilmente di una variante di Dirvitius, localizzato a Marruvium; a questa gens devono riportarsi tanto i Dirvitii attestati a Potenza, quanto quelli attestati nella forma Dirutius a Histonium e a Salona. Questa suffissazione -itius è assai rara: possiamo richiamare per essa il nome della dea sabellica Angitia e il gentilizio Ancitius. Per la forma Duru- della base in luogo del normale Diru-, la nostra epigrafe richiama il gentilizio Durvis di Tarracina e il Durvius di Ascoli; ad esso è forse da collegare il nome della città sannitica di Duronia e il gentilizio Duronius.

Per la formula sepulta, si confrontino, in area marsa, tre iscrizioni trovate rispettivamente a Marruvium, a Supinum e ad Alba Fucens. Altre formule simili sono un h(ic) s(itus) sepult(i) di Alba Fucens, un hic humatus est, un h(ic) s(itus) e(st) di Luco e un hic situs est di Marruvium; si confrontino infine le formule ossa sita hic, ossa sita, corpus positum o corpus situm est, tutte dal territorio di Marruvium e di Ortona.

La formula have et vale è abbastanza comune. In area marsa ricorre anche il più semplice e comune vale: abbiamo val(e) e forse s(alve). v(ale) in due iscrizioni di Collelongo, vale a S. Sebastiano di Bisegna, valete a Luco: Ricordiamo infine salve a Marruvium e ad Alba Fucens, e sal(ve) ad Ortona e nella stessa Alba Fucens. Val(e) è probabilmente già in iscrizioni dialettali peligne: un imperativo sembra infatti in un’iscrizione di Sulmona, che quindi è da ritenere un’iscrizione funeraria, […]
Bibliografia – letta – D’aMato, 1975, pp. 7-10, nr. 3, tav. i; Année Épigr.1975, 293; g. grossi, in g. grossi – u. irti, Carta archeologica della Marsica,avezzano 2011, p. 251.
da “Epigrafia della Regione dei Marsi”di Cesare Letta e Sandro D’Amato
Ed. Cisalpino – Goliardica
Milano 1975

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