Avezzano – Un’area oggetto di controllo ambientale in una zona dove erano previsti ben tre differenti progetti di impianti di termovalorizzatori, tra cui quello PowerCrop, ancora attuale, un ritrovamento ‘esplosivo’ – un residuato bellico rinvenuto nel sito, misteriosamente sparito e poi riapparso, altrettanto misteriosamente, nel perimetro dell’ex zuccherificio – e lavori compiuti alla luce del sole ma dei quali nessuno sapeva dire con precisione. Nonostante l’intenso traffico di camion nell’area e a fronte dell’evidenza di lavori in atto – era l’autunno del 2014 – mancavano i cartelli che indicassero la tipologia degli stessi. Questi alcuni degli elementi che spinsero il giornalista Angelo Venti, coordinatore di Libera – Nomi e numeri contro le mafie, a chiedere conto all’amministrazione avezzanese dei lavori in corso nel sito, che si profilavano come veri e propri lavori di smantellamento. L’ area dell’ex zuccherificio è di proprietà della Rivalutazione Trara s.r.l., di proprietà per la maggior della famiglia Piccone.
“Attendiamo di sapere, dal Comune di Avezzano, che lavori si stanno svolgendo nell’area, chi li svolge, per conto di chi e se gli stessi sono autorizzati – aveva detto Angelo Venti – Poi, dove sono finite le centinaia di metri cubi spariti con lo smantellamento delle vasche di decantazione dell’ex zuccherificio?”. In seguito gli agenti del Corpo Forestale dello Stato posero sotto sequestro due diverse aree tra Avezzano e Celano. Una vasta parte dei terreni dell’ex zuccherificio di Avezzano e una parte di terreni tra Celano ed Aielli. Oggi arriva la sentenza del TAR che decreta illegittime le opere realizzate al tempo dalla società sull’area delle vasche dell’ex zuccherificio.
“Ci sentiamo estremamente soddisfatti e sollevati – scrivono in una nota congiunta gli assessori Roberto Verdecchia e Daniela Stati, rispettivamente occupati nei settori ambiente, verde pubblico e viabilità del Comune di Avezzano – vista l’ordinanza del TAR Abruzzo che, dopo le verifiche tecniche volute proprio dal Tribunale Amministrativo regionale, sconfessa la difesa sostenuta dalla Trara, che a quanto risulta dall’ordinanza n.16/2016, riconosce l’illegittimità delle opere realizzate dalla società sull’area delle vasche dell’ex zuccherificio. In particolare – spiegano – la Trara s.r.l. senza averne diritto aveva eseguito la demolizione di parte degli argini originari, la rimozione di una parte dei cumuli di terreno esistenti tra gli argini e le vasche in mattoni. Altro che mero livellamento del terreno come sosteneva la difesa, il TAR ha fatto chiarezza e si è espresso sulla non conformità dell’intervento agli strumenti urbanistici vigenti, considerata la destinazione dell’area e i vincoli che gravano su di essa. Un esito che il Comune di Avezzano, aveva ampiamente previsto, a seguito dell’accertamento tramite sopralluogo fatto il 25 novembre 2013 dai tecnici dell’amministrazione che ha portato poi all’ordinanza di divieto lavori n.4 del 3 febbraio 2014 e al rigetto dell’istanza di permesso di concessione in sanatoria nel dicembre 2014 che aveva richiesto in extremis la società.
Un percorso tortuoso ma dal lieto fine, non solo per il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale di Avezzano, ma per la difesa del territorio e di chi lo vive in nome del rispetto dell’ambiente e della legalità – concludono gli assessori – al legale rappresentante della società Trara s.r.l., Ermanno Piccone, ricordiamo che il sito in questione è di interesse delle autorità di controllo ambientale quali Corpo Forestale e Azienda sanitaria locale; di conseguenza, qualunque tipo di “miglioria” la società voglia apportare, dovrà comunicarlo agli organi preposti ed attendere debita autorizzazione. Sarebbe interessante, poi, appurare, qualora qualcuno non l’avesse già fatto, che fine abbiano fatto le vasche in mattoni, il terreno asportato e i relativi rifiuti di natura pericolosa in essi contenuti”.