Avezzano – L’Inas di Avezzano, dopo il declassamento avvenuto nel 2017 che ha convertito l’Ufficio di Coordinamento Zonale a Ufficio Zonale, restringendo così il margine di autonomia dello stesso, e dopo aver spostato altre due unità professionali all’ufficio dell’Aquila, perde un’altra pietra miliare della sua storia trentennale: dal primo novembre, infatti, il Direttore Oliviero Guanciale sarà trasferito alla sede territoritoriale di Rieti. La motivazione di tale decisione sarebbe da ricercarsi nell’assenza di personale da coprire con quello già a disposizione.
“Dubbi sorgono – si legge in una nota – sull’azione intrapresa, essendo che i numeri dei professionisti a disposizione non sarebbe comunque sufficienti a coprire le necessità degli uffici coinvolti nei trasferimenti. Una coperta troppo corta quindi, che se copre i piedi lascia scoperta la testa e viceversa. Il punteggio in declino della struttura aquilana nel quinquennio considerato (dati statistici ufficiali forniti dal Ministero del Lavoro) conferma come la scelta strategica evochi dubbi sul perché si sia agito in tal senso.
Inoltre, in un momento storico così difficile e particolare, si fatica a comprendere come mai invece di mantenere le figure storiche del territorio marsicano, le professionalità raggiunte, la fidelizzazione dell’utenza e l’accoglienza della nuova, e dare quindi continuità e rassicurazioni agli assistiti, si proceda spoliazione di un ufficio che tanto ha dato alla Marsica e all’Inas nazionale nonché al sindacato Cisl di cui diretta emanazione.
La struttura avezzanese serve un bacino di utenza di oltre 130mila abitanti, ed in pi, emergenza Covid ha fornito un concreto supporto nonostante le risorse umane esigue e nonostante le n difficoltà di relazione col pubblico. In questi anni Oliviero Guanciale è stato una figura di riferimento per affrontare e risolvere ogni tipo di problematica agli utenti dell’ufficio zonale marsicano dell’Inas, da quella previdenziale a quella assistenz passando per l’istruttoria di pratiche derivanti da danni di lavoro a quelle strettamente di ausilio per le fasce più deboli della popolazione”.