Il 24 Agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6,2 gradi della scala Richter colpì la regione centro-italiana, lasciando un segno indelebile nella storia del nostro Paese. L’epicentro fu localizzato nella zona tra Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, in provincia di Rieti e Ascoli Piceno. Il sisma causò la morte di 299 persone e lasciò centinaia di feriti.
Il terremoto, che fu seguito da una serie di scosse di assestamento, colpì in modo particolarmente duro le province di Rieti, Ascoli Piceno, Perugia, Macerata e L’Aquila, già colpite da un terremoto devastante nel 2009. Quella tragica notte, i paesi di montagna si trasformarono in macerie, portando via vite umane, case, storia e tradizioni. Oltre alle vittime, furono migliaia le persone che rimasero senza un tetto. Il terremoto del 24 Agosto 2016 fu un evento drammatico che mise in luce la vulnerabilità del nostro paese di fronte ai rischi sismici.
Sulla pagina del Commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016, oggi, si legge: “Al 31 luglio 2024 sono 31.786 le richieste di contributo per la ricostruzione presentate da soggetti privati per gli immobili residenziali o produttivi danneggiati dal Sisma 2016, per un importo complessivo di 14,5 miliardi di euro. Le richieste approvate dagli Uffici Speciali per la Ricostruzione sono complessivamente pari a 20.429 e rappresentano il 64% di quelle presentate, determinando la concessione di quasi 9 miliardi di euro e la liquidazione di 4,8 miliardi.
Nel periodo compreso tra il 31 luglio 2022 e il 31 luglio del 2024, sono state presentate quasi 9mila richieste di contributo, per un importo concesso vicino ai 7 miliardi di euro: un dato che conferma come nell’ultimo biennio sia avvenuta una sensibile accelerazione. Più della metà delle richieste presentate sono relative a comuni delle Marche (il 57%, pari a 17.968 richieste) mentre il restante 43% si distribuisce tra Abruzzo (17%, 5.541 richieste), Umbria (15%, 4.896 domande) e Lazio (11%, 3.381 domande).
Sempre alla stessa data, infine, a fronte dei 20.379 cantieri autorizzati, quelli conclusi sono 11.364, con una percentuale di interventi chiusi su base regionale che va dal 62% dell’Abruzzo, al 59% di Umbria e Marche al 48% del Lazio“.