“Non rimanete in silenzio”, l’appello di una madre delusa da un sistema sanitario inefficiente

"Non rimanete in silenzio", l'appello di una madre delusa da un sistema sanitario inefficiente

Avezzano – In un sistema sanitario che dovrebbe garantire cura e attenzione a tutti coloro che ne hanno bisogno, le situazioni di inefficienza possono trasformarsi, purtroppo, in brutte esperienze sia per i pazienti che per le loro famiglie.

Alla nostra redazione è giunto il racconto di Barbara, madre di una giovane paziente affetta da una malattia rara, che ha deciso di mettere in luce la frustrazione e la delusione derivanti da un sistema che forse dimentica che la sofferenza di una persona malata merita sempre attenzioni coscienziose e solerti.

Attraverso la sua testimonianza, Barbara non solo denuncia la situazione che ha vissuto, insieme a sua figlia, ma lancia un appello a chiunque si trovi a combattere per la propria salute o per quella dei propri cari: non rimanere in silenzio, ma lottare per un cambiamento.

Questa la lettera giunta al nostro giornale:

La situazione del nostro ospedale è a dir poco preoccupante. Ho visto pazienti, spesso anziani, costretti a lunghe attese sulle barelle del pronto soccorso. Inoltre, si registrano ritardi nell’esecuzione di analisi ed esami fondamentali per la diagnosi e la cura delle patologie, con possibili conseguenze sulla salute dei pazienti.

Ora vi racconto cosa mi è accaduto: mi chiamo Barbara e lo scorso 30 Settembre ho portato d’urgenza mia figlia, minorenne, al Pronto Soccorso a causa di forti dolori addominali. Una premessa: mia figlia è affetta da una malattia rara (di cui i medici erano a conoscenza) quindi il suo non era un semplice mal di pancia.

L’hanno ricoverata per sospetta appendicite ed è rimasta per una settimana presso l’Ospedale di Avezzano per poter analizzare il caso. “Potrebbe… può essere… forse…” queste le diagnosi che ho ascoltato. Alla fine si giunge a una conclusione: potrebbe essere una problematica causata dalla sua condizione.

“La dimettiamo ma tra una settimana dovrà fare una risonanza con il mezzo di contrasto”, mi viene spiegato. Ieri, giorno dell’esame richiesto, ricevo una telefonata attraverso la quale mi viene detto che mia figlia avrebbe dovuto seguire una preparazione particolare prima dell’esame, preparazione della quale il reparto in cui era stata ricoverata non ci aveva avvisato.

Ovviamente mia figlia non ha potuto eseguire alcuna risonanza e, considerando che l’esame in questione viene effettuato una volta a settimana, dovremo aspettare ancora. E se mia figlia dovesse sentirsi male di nuovo? Mi chiedo se sia giusto e umano ricevere questo tipo di trattamento. Ci affidiamo con fiducia a chi dovrebbe aiutarci, ma mi domando se questo aiuto ci sia davvero.

Il mio appello è rivolto a chi giornalmente lotta contro queste ingiustizie: denunciate! Io questa volta non mi fermerò, proseguirò la mia battaglia per il bene di mia figlia e anche di tutte le persone che hanno avuto le nostre stesse difficoltà“.

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