Eredità dei paesi del Parco nazionale d’Abruzzo tra sviluppo e spopolamento

Opi – Val Fondillo, la Camosciara, Monte Tranquillo e Colle d’Acero (Forca d’Acero). “Queste le località” diceva l’allora Prefetto di l’Aquila Passannanti “devono essere aperte al turismo. È necessario costruire alberghi bene attrezzati e dotare l’area del Parco di una rete stradale moderna”.

L’allora giornalista Ennio Mari ebbe a dire che “questa stupenda plaga del Parco Nazionale d’Abruzzo (oggi Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), non è seconda alle più rinomate località della Svizzera e che non deve essere lasciata nell’attuale stato di conservazione e ci siamo accorti che l’Abruzzo deve essere ancora scoperto”.

“Pochi sanno”, continua Mari, “di quante ricchezze siamo depositari, forse nemmeno noi Abruzzesi e se lo sappiamo non abbiamo la capacità o i mezzi per trarne dei vantaggi, che altre popolazioni avrebbero tratto”.

Il Prefetto Passannanti ha riconosciuto l’importanza del Parco Nazionale d’Abruzzo per uno sviluppo economico sostenibile. Nonostante le opinioni contrarie, crede nel potenziale dell’industria turistica. In effetti, il Prefetto intende proseguire su questa strada, motivato da un’ispezione effettuata nella zona in preparazione della Festa della Montagna.

Il Prefetto è intenzionato ad andare in fondo della questione … saprà dare nuova vita al Parco e, di riflesso, a tutta la Provincia.

Vediamo come si possa valorizzare questa splendida “Svizzera d’Italia“, affidata alle cure dell’Ente Parco e delle Amministrazioni Comunali, che sono le proprietarie del territorio e dei suoi ricchi boschi. Sono proprio queste Amministrazioni a fornire alla Regione una dimostrazione pratica di come la montagna possa contribuire al benessere collettivo.

I Comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea e Alfedena sono i più ricchi di tutta la Provincia, anzi Opi, fino a diversi anni fa era il Comune di ricco d’Italia, (siamo nell’anno 1955). Al Parco non manca né la sorveglianza da parte delle guardie, né la cura dei boschi.

Non c’è dubbio che il Parco, un tempo riserva reale, sia conservato alla perfezione. Tuttavia, sorge spontanea l’osservazione che l’Ente Parco, attualmente, funzioni principalmente come un ufficio di conservazione e nulla più. Questo approccio poteva essere sufficiente quando l’Ente era una riserva di caccia, ma oggi è necessario che esso cambi direzione.

Tutto questo poteva essere sufficiente, ma ora è necessario aprirsi a un pubblico più ampio. In nessun’altra parte d’Italia si possono trovare così tanta ricchezza montana e bellezza dei luoghi. È fondamentale attrarre non solo un numero crescente di turisti, ma anche gruppi di campeggiatori.

Per ottenere questo bisogna costruire qualche albergo bene attrezzato nelle località più suggestive, come appunto Val Fondillo, la Camosciara, Monte Tranquillo, Colle d’Acero e costruire strade, strade e ancora strade, le quali oltre a valorizzare i magnifici boschi. Costituiranno la delizia di quanti potranno recarsi a villeggiare al Parco provenienti in massima parte da Roma e da Napoli. Bisogna dare facoltà ai privati di costruire villette.

Ci hanno detto che una certa società avrebbe richiesto un’area ai piedi della Comosciara per costruirvi un grande albergo e cittadini privati, innamorati del luogo, avrebbero chiesto anch’essi aree per costruire ville, ma l’Ente Parco vincolato dai suoi regolamenti, ormai superati, avrebbe rifiutato tali concessioni.

È necessario rivedere i regolamenti e la legge che disciplinano l’operato dell’Ente e altre istituzioni, affinché possano rispondere meglio alle esigenze delle popolazioni del Parco. Un tempo il Parco era considerato un lusso; oggi, tuttavia, le comunità vivono in condizioni difficili, nonostante la ricchezza dei loro Comuni.

Intanto ci auguriamo che questo articolo serva a richiamare l’attenzione degli organi governativi sull’importante problema, che può essere suscettibile di sollevare in buona parte la depressione economica che pesa come una maledizione su tutta la provincia aquilana.

Ennio Mari – “Il Tempo” Cronaca dell’Aquila – 4 Maggio 1955

Questo è quando diceva l’allora Prefetto dell’Aquila.

Voglio dire solamente poche cose, in riscontro all’articolo innanzi: le strade sono state sistemate, gli alberghi sono stati costruiti, le ville pure, i regolamenti sono stati aggiornati, i depuratori sono stati costruiti, in sostanza tutto è stato fatto, però lo spopolamento non si è fermato.

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