Avezzano – Dopo il successo di Sulmona, domenica 3 novembre alle ore 17.30 un secondo appuntamento autunnale in Abruzzo con il “flusso di coscienza irriverente, scanzonato e sempre, imprescindibilmente, appassionato” di Marta Bulgherini, che ne firma anche la regia.
Lo spettacolo andrà in scena al Castello Orsini di Avezzano. Il focus dello spettacolo, come si evince dal titolo, è Pier Paolo Pasolini, figura centrale della cultura italiana del XX secolo, ma, attenzione, non si tratta di un memoriale!
L’artista romana sfida la canonica narrazione di Pasolini come di un’icona irraggiungibile. Con raro acume porta in scena una sperimentale combinazione di profondo studio e sarcasmo, capace di trasportare il pubblico oltre il mito e la letteratura, mettendo in discussione la tradizionale idolatria nei confronti dell’intellettuale friulano. Se l’adorazione per gli intellettuali mina qualsiasi tentativo di comprensione profonda del loro pensiero, l’unica alternativa allo studio matto e disperatissimo di una intellettualità ritenuta irraggiungibile sembrerebbe fingere di conoscerla, per sperare di superare almeno l’esame con la società. Marta Bulgherini offre al pubblico un’alternativa catarticamente dissacrante, che non ambisce a superare esami se non quello, più intimo, di coscienza.
È così che Pier Paolo Pasolini incontra per la prima volta la stand-up comedy, per inserirsi, con l’interpretazione dell’attore sulmonese Nicolas Zappa, in un dialogo serrato e coinvolgente, in grado di offrire al pubblico una visione fresca e stimolante di questo personaggio, configurandosi come un’occasione irripetibile per affrontare le ipocrisie e le contraddizioni della società contemporanea. “E se la resistenza a Pasolini fosse simbolo di una resistenza più ampia all’impegno? E se questa resistenza nascesse perché non sappiamo per cosa vogliamo impegnarci?”, si e ci interroga Marta Bulgherini al suo esordio alla drammaturgia, promettendo di accompagnare gli spettatori in “un viaggio d’ignota destinazione, accompagnati da domande spinose che non hanno risposte… Ma che forse, vale la pena farsi.”
Generazione Pasolini, selezionato come destinatario del bando di distribuzione Per Chi Crea 2023, promosso da SIAE, ha già conquistato il cuore della critica e del pubblico, aggiudicandosi il titolo di vincitore dell’edizione 2023 della prestigiosa Rassegna Salviamo i Talenti del Teatro Vittoria di Roma. Nella primavera 2024 lo spettacolo si è distinto al Fringe di Torino, dove la giuria SuiGeneris ha conferito al testo il Premio Letterario Fringe, e al FringeMI, aggiudicandosi il Premio della critica a cura di Stratagemmi.
NOTE DI REGIA
Quando mi sono decisa a iniziare l’intenso studio su Pier Paolo Pasolini, propedeutico alla scrittura dello spettacolo, mi sono ritrovata in uno stato di grande confusione: “E ora? Da dove comincio?” mi sono chiesta. La sua produzione è talmente vasta e ramificata che trovare un’ancora di appoggio da cui partire per il viaggio attraverso un autore così gigantesco non è una questione da poco. Inizio dalla Biografia? Inizio dalle parole (innumerevoli) spese su di lui da persone vicine o che l’hanno a malapena sfiorato? Dai film? Dalle Poesie? Dai suoi articoli di giornale? Dai dipinti? Le foto, i saggi, le interviste? Dalle canzoni? Pasolini ha scritto anche canzoni? Incredibile. Quest’uomo ha fatto davvero di tutto. Mi è diventato chiaro, dopo solo poche ore di ricerca, che la sua creatività fosse debordante. Instancabile lavoratore, la sua vita e la sua produzione artistica sono un tutt’uno indistricabile, che rispondono in solido al nome di Pier Paolo Pasolini.
Mi sono rimboccata le maniche, e mi sono immersa in un viaggio impegnativo, a tratti ostico e stancante, a tratti illuminante. Mi sono resa conto, nel tempo, che il mio rapporto con Pasolini diventava sempre più personale. Ho iniziato a chiamarlo Paolino nelle mie letture, rubando lo stesso appellativo che gli riservava Federico Fellini. Ed ho iniziato ad arrabbiarmi con lui, quando non condividevo le sue posizioni o quando reputavo che il suo modo di esprimerle fosse anti-empatico, supponente, presuntuoso. Con il passare dei mesi poi, devo ammettere che ho imparato ad amarlo così com’è, con le spigolosità del suo carattere, con la sua superbia e la sua sconfinata lucidità. Pasolini è diventato parte della mia quotidianità, come se fosse un amico, uno di quegli amici saggi e un po’ pedanti che con i loro suggerimenti ti danno una prospettiva sulle cose che non avevi considerato.
Cercando poi una chiave per definire la struttura dello spettacolo, ho realizzato che non avrebbe potuto essere altro che questo, il mio Generazione Pasolini: la trasposizione del mio viaggio dentro di lui, con lui, per lui, viaggio che ha vissuto e vive di rispetto, di frustrazione, di rabbia, ma anche di amore, di scoperte, di gioia. Generazione Pasolini si costruisce parola dopo parola come il mio personale e progressivo avvicinamento a Pier Paolo, che vive di un iniziale momento di distanza, di ironia e quasi di sbeffeggiamento nei suoi confronti, ma che poi, magicamente, trova il suo punto di svolta travolgendomi mio malgrado e trasportandomi in una dimensione che non avevo mai esperito prima: quella di sentire così vicino un autore che non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, come se fosse parte della cerchia più stretta della mia vita.
Lo spettacolo germogliato da queste premesse è bipartito: la prima parte è una stand-up comedy (su Pasolini? Follia!); la seconda, un dialogo serrato che vive grazie al mio partner di scena, Nicolas Zappa. Le domande che metto sul piatto sono numerose, le risposte molte meno, ma spero di essere riuscita a rimanere fedele all’urgenza, alla matericità del mio studio su di lui, che davvero in parte ha modificato il mio modo di vedere la vita.
Mio malgrado, a quel maledetto intellettuale presuntuoso, devo dire un sonoro e sentitissimo grazie. Grazie Paolino: qualunque cosa sia stata, è stata bella.
Insomma, su Generazione Pasolini, nessuna frase ad effetto e nessuna garanzia sul risultato.
Solo una cosa posso dire con certezza: vi prego, non aspettatevi il solito spettacolo su Pasolini.
Che l’ira funesta di Pier Paolo mi colga, ma Generazione Pasolini è -e lo difende con le unghie e con i denti- un flusso di coscienza irriverente, sconcertato e sconcertante, de-divinizzante e totalmente, amorevolmente scanzonato.
Allacciate le cinture: si parte!
CAST ARTISTICO
MARTA BULGHERINI
Si forma come interprete presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma (si laurea anche in Economia e Commercio all’Università di Roma La Sapienza, ma quella è un’altra storia…) e da lì inizia la sua carriera che spazia tra teatro e audiovisivo. Al cinema lavora per Matteo Garrone, Luca Miniero, Simone Spada, Leonardo d’Agostini, Anna Negri, Domenico Croce, Alexis Sweet e altri. Collabora attivamente con il regista Paolo Santamaria per il quale è protagonista di un cortometraggio attualmente impegnato nel suo percorso distributivo e di un podcast. Per il teatro, lavora negli anni per i festival Orestiadi di Gibellina e Flautissimo. Nel 2016 fonda il collettivo Nonnaloca, realtà di produzione artistica di spettacoli teatrali tradizionali e di alcuni format ascrivibili all’universo della performance; tra questi “Cerase”, uno spettacolo di teatro completamente realizzato in bicicletta sia per la compagnia che per il pubblico. Nel 2022 debutta con la sua prima drammaturgia e regia, “Generazione Pasolini”: lo spettacolo è risultato vincitore della Rassegna Salviamo i Talenti del Teatro Vittoria (RM) e del bando Per Chi Crea indetto dalla Siae. Debutta nel febbraio 2024 con la sua nuova drammaturgia: “C’ho la Scoliosi – Ode all’impossibilità (fisica, giuro!) di tenere la schiena ben dritta”. Lo spettacolo è stato selezionato da Fortezza Est (RM) attraverso il bando Pillole da loro indetto nel luglio 2023.
NICOLAS ZAPPA
Si diploma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ma il suo percorso trova solide basi teatrali nella formazione con Chiara Guidi, Andrea Baracco, Massimiliano Civica, Michele Monetta, il corso di perfezionamento del Teatro di Roma ed è attualmente impegnato nel corso di alta formazione del Teatro Due di Parma. Debutta con “Massa e Potere” per la regia di Claudio Collovà, con il quale collabora poi al Teatro Biondo di Palermo come protagonista in “Fratelli”, “Viaggio al termine della notte” e “Delitto e castigo- i tre interrogatori” attualmente in tournée. Lavora inoltre ne “Lo strano caso della notte di San Lorenzo” per lo stabile di Bolzano, “Free Bach 212” de La Fura dels Baus, “L’impresario di Smirne” e “Coriolano” per il Teatro Vittoria e “Piccoli crimini coniugali” che segna il suo debutto alla regia.