Marsica – Uno dei sogni più ambiziosi e affascinanti del progetto Rewilding Apennines è finalmente diventato realtà: il fiume Giovenco, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha riacquistato la sua libertà naturale.
I lavori di rimozione delle cinque barriere che ostruivano il suo corso si sono conclusi con successo, segnando un passo fondamentale nel processo di riqualificazione ecologica del territorio.
Il progetto, reso possibile grazie al sostegno dell’Open Rivers Programme e di Rewilding Europe, rappresenta un intervento pionieristico nell’Appennino Centrale, una delle aree più ricche di biodiversità e al contempo vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.
La rimozione delle barriere sul Giovenco, che per anni avevano ostacolato il normale flusso delle acque e la migrazione delle specie, è stata una sfida tecnica e logistica che ha richiesto molta preparazione, ma anche una grande visione di futuro.
“La rimozione di queste dighe libererà il fiume per ripararsi da solo“, afferma Fabien Quétier, responsabile dei paesaggi di Rewilding Europe. “Questa iniziativa esemplifica l’approccio di rewilding al recupero della natura, con interventi relativamente piccoli e mirati come la rimozione delle dighe che sbloccano l’enorme potenziale della natura per ripristinarsi da sola“.
Attraverso i loro sforzi di ripristino sul Giovenco, il team di Rewilding Apennines mira anche a rafforzare il legame tra il fiume e le comunità locali, evidenziando la bellezza e il significato dell’area.
Le attività educative e di sensibilizzazione aumenteranno la comprensione dell’importanza degli interventi volti al ripristino dei fiumi e metteranno in luce come le comunità possano trarne vantaggio economicamente, ad esempio attraverso lo sviluppo del turismo naturalistico nella valle del Giovenco.