Se vi capita di fare una passeggiata nel centro storico di Tagliacozzo vale la pena fermarsi in Via degli Annidati ed osservare con una certa curiosità i numerosi buchi a forma quadrata che si vedono disseminati sulla facciata di un palazzo appartenuto alla ricca ed antica famiglia degli Onofri (foto 1).Ebbene quei buchi che risalgono niente meno che al tardo Medioevo venivano chiamati “buche pontaie” o “buche del ponte”. Ma cosa erano esattamente e a cosa servivano? In passato e parliamo del XV° e XVI° secolo non esistevano i moderni ponteggi metallici come li conosciamo oggi.
Al loro posto venivano utilizzate le pontaie una sorta di travetti di legno che una volta inseriti in quei fori quadrati servivano a sostenere le tavole sulle quali lavoravano gli operai. Terminata la costruzione del Palazzo, le buche pontaie venivano lasciate in vista sulla facciata. Ma perché non coprirle una volta terminata la costruzione? La risposta è semplice: le buche pontaie potevano essere riutilizzate in futuro per eventuali lavori di manutenzione. È interessante notare che esse sono ancora visibili soprattutto nei Palazzi medievali costruiti in pietra o in mattoni prima dell’avvento del cemento armato. Nel Rinascimento molte buche furono riempite per motivi estetici ma molte altre sono ancora visibili come nel caso del Palazzo Onofri di Tagliacozzo. Ma perché la via dove sorge l’antico palazzo prese il nome di Via degli Annidati? Bisogna risalire al periodo in cui Ascanio Colonna (1500-1557) Gran Contestabile del Regno di Napoli e Duca di Tagliacozzo riorganizzò la vita amministrativa del Ducato istituendo vari Uffici tra i quali quello dei DANNI DATI.
Questo ufficio, la cui sede si trovava all’interno di quello che poi diventerà il Palazzo degli Onofri, era una sorta di Tribunale Civile istituito per giudicare i DANNI-DATI cioè i danni causati, ad esempio, dal bestiame che pascolava su un fondo altrui, oppure i danni che venivano “DATI” alle colture o ai boschi a causa di un incendio sfuggito di mano ai contadini confinanti.
Nel corso dei secoli poi il dialetto dei paesani trasformò il nome DANNI DATI in ANNIDATI. Un’ultima annotazione, la via che oggi viene chiamata VICO 3° MOLINI una volta si chiamava Via degli ONOFRI dedicata appunto all’antica e ricca famiglia che abitò quel Palazzo. Ma chi erano gli Onofri ai quali fu dedicata persino una via di Tagliacozzo?
I pochi documenti che siamo riusciti a trovare nei registri anagrafici della Provincia dell’Aquila che purtroppo coprono solamente cinquantasette anni (dal 1808 al 1865) ci hanno aiutato a scoprire le prime tracce della famiglia che risalgono più o meno al 1729 anno di nascita di Carlantonio Onofri figlio di Diego che prese in moglie Angela Mena una ricca possidente di Tagliacozzo.
Dal matrimonio di Carlantonio e Angela, celebrato nel 1756, siamo riusciti a rintracciare la nascita di soli tre figli, due femmine e un maschio. Alla primogenita nata nel 1757 fu messo il nome di Anna Maria. La seconda nata in casa Onofri, nel 1767, fu chiamata Teresa andata in sposa ad Antonio Lucci. Il terzo figlio nato nel 1767 fu chiamato Luigi.
L’albero genealogico di Carlantonio Onofri
Da giovane Luigi studiò la dottrina del diritto e all’età di trentacinque anni esercitava già la professione di avvocato che in quei tempi era considerata un’attività di alto rango
Nel 1792 Luigi Onofri sposò Elisabetta Ranieri Tenti una ragazza benestante cinque anni più giovane di lui. Dai registri anagrafici risulta che Elisabetta era nata a Napoli, figlia del Notaio Donato Ranieri Tenti che come molti “benetenenti” viveva dei ricavi della sua professione ma soprattutto della rendita fondiaria proveniente dalle terre di sua proprietà. Anche per Elisabetta e Luigi siamo riusciti a rintracciare la nascita di sette figli, quattro maschi e tre femmine.
Alla primogenita, nata nel 1790, fu messo il nome di Geltrude, si spense nel 1863 all’età di settantatré anni. Non prese mai marito e alla sua morte fu il fratello Giovanni a registrare il decesso presso gli Uffici Comunali di Tagliacozzo.
L’albero genealogico di Luigi Onofri
Gaetano fu il secondo figlio di Luigi ed Elisabetta, nacque nel 1793 e morì nel 1855. Nel 1825 all’età di trentadue anni sposò Teresa Bartoli con la quale ebbe una figlia di nome Vincenza. Rimasto vedovo all’età di 53 anni prese in moglie Rachele Antoniani una donna originaria di Celano ma residente a Tagliacozzo. Due anni dopo la nascita di Gaetano, nacque Giuseppe, il terzo figlio di Luigi Onofri e di Elisabetta Ranieri, era il 1795.
Nella sua vita Giuseppe Onofri esercitò la professione di “scrivente comunale”, una sorta di pubblico ufficiale al quale la cittadinanza si rivolgeva per farsi certificare una nascita, un matrimonio, o una morte. Nel 1827 all’età di trentadue anni Giuseppe sposò Maria Luisa Lucci una ragazza dieci anni più giovane di lui. Era nata nel 1805 da Antonio Lucci e da Angela Stella Iacoboni. Giuseppe e Maria Luisa non ebbero molta fortuna con i figli.
L’albero genealogico di Giuseppe Onofri
La primogenita Elisabetta nata nel 1828 morì per una grave infezione polmonare all’età di quattro anni. L’anno dopo nacque un maschietto che chiamarono Restaino che da giovane imparò il mestiere di calzolaio e in età di matrimonio sposò una ragazza di nome Rosa Del Duca. Trascorsi alcuni mesi dal giorno delle loro nozze che si celebrarono nel 1855, nacque un bambino che chiamarono Antonio. Il piccolo aveva compiuto appena tredici mesi quando il 7 ottobre del 1857 morì improvvisamente gettando nel dolore Restaino e Rosa. Nel 1831 Giuseppe Onofri e Maria Luisa Lucci videro nascere la loro terza figlia che chiamarono Raffaela. Erano gli anni nei quali la mortalità infantile era molto elevata sia per le condizioni igieniche dei paesi e sia per le continue manifestazioni epidemiche sempre più frequenti nelle povere terre del Meridione. Anche la piccola Raffaela non sfuggì a quella triste sorte. Era trascorso appena un anno e mezzo dalla sua nascita quando il 3 ottobre del 1832 il padre Giuseppe e lo zio Gaetano Lucci comunicarono la triste notizia al Sindaco di Tagliacozzo, Bonaventura Lusi. L’anno successivo alla morte della piccola Raffaela un’altra tragedia colpì la famiglia di Giuseppe Onofri. La sua giovane moglie non riuscì a dare alla luce il bambino che aspettava. Il 5 febbraio del 1833 Maria Luisa e il bimbo che portava in grembo cessarono di vivere. Non passarono neanche nove mesi da quel triste evento che Giuseppe tornò nuovamente a sposarsi. La data delle sue seconde nozze che si sarebbero celebrate nella chiesa di San Cosimo (l’attuale chiesa dei Santi Cosma e Damiano) fu fissata per il 13 novembre di quello stesso anno. La giovane sposa si chiamava Maddalena Blasetti figlia di Feliceantonio e di Lucia Letizia, aveva solo diciassette anni mentre lo sposo-vedovo ne aveva trentotto. Passano un paio d’anni e il 19 settembre del 1835 Maddalena mette al mondo una bambina che verrà chiamata con lo stesso nome della piccola Raffaela prematuramente scomparsa nel 1832. Nel 1854 Tagliacozzo vivrà momenti di terrore a causa del colera portato da Roma da una certa Elisabetta Moretti che trovò ospitalità nel casolare di un suo parente che si chiamava Antonio Casale, purtroppo per la malcapitata non ci fu nulla da fare, morì dopo qualche ora di sofferenze. In pochi mesi a causa del morbo morirono a Tagliacozzo novantasei persone. Purtroppo tra queste ci fu anche Giuseppe Onofri che si spense il 27 agosto del 1854 all’età di cinquantanove anni. Ne dettero comunicazione al Sindaco Giovanni Mancini, gli amici del “de cujus” Domenicantonio di Pietro e il sacerdote Don Domenico D’Alessandro. Ma il figlio più prolifico di Luigi Onofri e di Elisabetta Ranieri fu Giovanni nato nel 1809.
Anche lui come gli altri Onofri esercitò la professione di “scrivente comunale” nel Municipio di Tagliacozzo. All’età di trentatré anni sposò una ragazza più giovane di lui di undici anni. Si chiamava Barbera Bevilacqua. Si sposarono il 13 marzo del 1842 nella chiesa di San Cosimo.
Testimoni importanti al loro matrimonio furono alcuni notabili di Tagliacozzo come i fratelli Giovanni e Giuseppe Mancini (entrambi Sindaci emeriti di Tagliacozzo), Don Giandomenico Venturini e per ultimo Don Aurelio Tatangioli
L’albero genealogico di Giovanni Onofri
I quattro testimoni alle nozze potevano fregiarsi del titolo di “Don” perché questo era un privilegio riservato solamente ai ricchi proprietari terrieri. Il 13 dicembre di quello stesso anno alla giovane coppia nacque una bambina che fu chiamata Concetta. Negli anni che seguirono Giovanni e Barbera ebbero altri dieci figli, alcuni dei quali morirono prematuramente. Mariantonia, la primogenita, nacque nel 1846 visse soltanto sette mesi. Vincenzo, il quinto figlio nacque nel 1851, dopo un anno e nove mesi cessò di vivere. L’anno successivo, il 7 aprile del 1852, nasceva Brigida una bambina che non visse oltre i sedici mesi, morì il 9 agosto del 1853.Diego Onofri, il settimo dei figli, nacque il 12 dicembre del 1853, morì il primo agosto del 1854 colpito dal colera. La sfortuna si accanì ancora una volta contro Giovanni Onofri e la sua giovane moglie. L’ultima nata, il 10 febbraio del 1861, si chiamava Anna Maria non superò i sette mesi di vita, morì il 23 agosto di quello stesso anno. Anche se gli Onofri non hanno avuto la stessa risonanza degli Orsini e dei Colonna vanno comunque ricordati se non altro perché a loro fu dedicato il nome di una strada e il nome di un Palazzo che ancora oggi si può ammirare a Tagliacozzo in Via degli Annidati.