L’incanto della luna in una lirica della scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi

L’autrice Maria Assunta Oddi nella lirica “Plenilunio” immagina la luna, in una visione platonica, come un’anima capace di sentire il dolore del mondo tormentato dall’odio per confortarlo, con la sua luce, nella speranza di una pace futura.

Del resto tutti i poeti hanno dialogato con la luna interrogandola sull’umano destino. Se  il miracolo  di Leopardi, come disse Italo Calvino, è stato di togliere il peso al linguaggio per renderlo chiarore lunare, è inutile per l’uomo conquistare il satellite se perde la terra.

Plenilunio.

Madida e dolce
chiara come miele
nel cielo compari e
siedi e sorridi
ai miei più segreti
pensieri vita arcana.
Oh luna stasera infinita
sorgi dal pergolato di stelle!
Posata sul cuscino della notte
malinconica sei nell’incanto
dei sogni inconcepibile mistero.
Anima disincarnata
ascolti i versi dei poeti
che ti fecero parola
di silenzioso amore.
Il lume tuo piegato
tra le fitte ombre
alita ora sul vetro infranto
dell’antico lago e delle mie pupille
accesi barlumi di sonori fruscii.
Quando scendi nell’ocra oscura
della inaridita mia
terra non senti
il clamore della guerra cadere
cieco sull’oblio impietoso
dell’umana famiglia?
Scolora il mondo
riflesso nella lacrima della tua luce:

impalpabile carezza sull’ardente
speranza di pace.

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