50 anni senza Ennio Piccone

 50esimo anniversario dalla scomparsa di Ennio Piccone, Direttore Didattico, Tenente degli Alpini e scalatore

Il 22 novembre di 50 anni fa venne a mancare Ennio Piccone, Direttore didattico, uomo di cultura, appassionato  di montagna, più volte protagonista di gesta eroiche. 

Nacque a Celano nel 1935 da un padre celanese ed una madre vastese di origine avezzanese. Ben presto la  famiglia si stabilì ad Avezzano in via Mazzini, avendo avuto la madre una piccola bottega in eredità. 

Tre atti di eroismo distinsero Ennio Piccone, ancora in tenera età: 

1. Durante i bombardamenti anglo-americani del 1944, Ennio Piccone tratteneva in più occasioni con il suo  corpo ancora bambino il portone dell’appartamento di famiglia che, sollecitato dai colpi d’aria delle  bombe sbatteva paurosamente, mentre la madre Elena con gli altri figli Fernando detto Nando ed Ivana,  cercavano riparo sotto il tavolo della cucina. 

2. Mentre Avezzano era vittima di bombardamenti costanti, una bomba di grandi dimensioni centrò il tetto  della Cattedrale dei Marsi terminando la sua corsa sul pavimento, a poca distanza dal portone principale, senza esplodere. Ennio Piccone per nulla intimorito entrò nella chiesa maggiore della Marsica, si diresse  sull’ordigno, manipolò la bomba, disinnescandola, salvando di fatto la Cattedrale dei Marsi. 

3. Un pomeriggio d’estate ad Avezzano, in località Papacqua, presso uno stagno detto “pozzone” perché  molto profondo, dove spesso i ragazzi di allora andavano a rinfrescarsi nella stagione calda, un suo amico  mentre nuotava iniziò ad annaspare ed improvvisamente andò giù. Ennio Piccone senza pensarci si tuffò,  raggiunse il suo amico e lo tirò su, portandolo in salvo sulla sponda dello stagno. Quell’amico a cui aveva  salvato la vita era Natalino Irti, in seguito Giurista di fama internazionale, Presidente del Credito Italiano  e Vice Presidente dell’ENEL. 

27 aprile 1960 Monte Velino – con Leonardo Tolu – raggiungimento m. 2.200 con tormenta

Dotato di un’intelligenza fuori dal comune che spaziava dalla filosofia al campo scientifico, Ennio Piccone già alla  fine delle scuole superiori si distinse, facendo ripetizione di matematica ai ragazzi più grandi che studiavano  Ingegneria all’università. 

Si diplomò presso l’Istituto Magistrale di Avezzano con il massimo dei voti e svolse il servizio militare, eccellendo  per la sua disciplina e per le spiccate qualità intellettive, raggiungendo il grado di Tenente degli Alpini. Iniziò  quindi la carriera di insegnante, coltivando la sua passione per l’alta montagna con frequenti ascensioni al Velino  ed ai monti del Parco Nazionale d’Abruzzo. In questi anni crebbero le amicizie e dovunque andava Ennio Piccone  lasciava tutti affascinati per le sue doti, per la sua ampia cultura, per il suo equilibrio razionale e la sua saggezza. 

Sposò una ragazza conosciuta sui banchi di scuola, Angela Bonari di Magliano dè Marsi e poco dopo nacque una  bambina che battezzarono con il nome di Alessandra. 

Divenuto insegnante elementare, si iscrisse alla Facoltà di Magistero dove si Laureò con il massimo dei voti. Il  Relatore di Tesi, colpito dalla sua intelligenza, lo propose come Docente a contratto all’Università ma lui scelse  di fare il concorso da Direttore Didattico, che vinse brillantemente. In quel periodo si fecero più intensi i ricorrenti  disturbi alla testa di cui da anni soffriva e le analisi mediche rivelarono un male incurabile. Ennio Piccone si  sottopose ad un immediato e delicato intervento chirurgico a Roma. Da quell’intervento si riprese con difficoltà,  avendo perso forza ad una gamba. Fece in tempo a svolgere alcuni mesi da Direttore Didattico a Spongano in  provincia di Lecce. Scelse di stare gli ultimi mesi con sua figlia Alessandra e sua moglie Angela nella sua Avezzano,  abitando nell’appartamento in via Mazzini che lo vide bambino. Lasciò questo mondo alle prime ore del 22  novembre 1974 ed al suo funerale parteciparono centinaia di persone. Gli resero omaggio coloro che lo avevano  conosciuto, quelli che ne avevano sentito parlare e i tanti che ne apprezzavano l’impegno politico. 

Era mio padre, 

Alessandra Piccone

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