FERDINANDO IV.
PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec.ec.ec.
A’ suoi Fedeli, Bravi, ed Amati Popoli degli Abbruzzi.
NEll’atto, che io sono quì nella Capitale del Mondo Cristiano a rimettevi la Sacrosanta Nostra Religione, che coloro, i quali dicono sempre di voler rispettare, hanno distrutta e rovesciata dai fondamenti; i Francesi coi quali ho fatto di tutto per vivere in pace, minacciano di voler penetrare nel Regno per gli Abbruzzi. Io accorrerò tra breve con un forte e numeroso Esercito a difendervi: ma intanto armatevi, ed opponete all’inimico, nel caso che avesse l’ardimento di passare i confini, la più valida e coraggiosa difesa. Armatevi, e marciate contro di lui. Sostenete la Nostra Religione; sostenete il vostro Padre, e Re, ch’espone per voi la propria vita; e ch’è pronto a sagrificarla per la vostra difesa, e per conservare a voi quanto avete di più caro, la Religione, l’onore delle vostre mogli, delle vostre figlie, delle vostre sorelle, la vostra vita, e la vostra roba. Ricordatevi, miei cari Abruzzesi che siete Sanniti, e che avete date chiare ripruove del vostro valore, e della vostra fedeltà. Son sicuro che tutti, quanti siete, vi difenderete bravamente; ma chiunque fuggirà, sappia che non eviterà il pericolo, anzi lo affonterà indubitamente, perché oltre alla perdita dell’onore, sarà trattato dai Comandanti Militari e Regi Ministri, come ribelle alla Corona e nemico di Dio, e dello Stato. Chi ha coraggio non sarà mai vinto: ed i Francesi non hanno mai vinto che quei, che hanno dimostrato la più vergognosa timidezza. Pensate che voi avete a difendere il proprio Paese, che la natura stessa difende colle vostre montagne, dove nessun’ Armata si è mai avanzata senza trovarvi il sepolcro. Pensate, Abbruzzesi, che voi nelle vostre tre Provincie siete settecentomila abitanti, e che non dovete farvi soggiogare da qualche migliajo d’inimici. Voi più che ogni altro avete dovuto vedere lo stato di miseria, nel quale sono i Romani. L’inimico gli ha tolto tutto, niente gli resta che la propria disperazione, e la fiducia, che hanno in Dio, e in Me. Coraggio, bravi Sanniti, coraggio Paesani mei. Armatevi, correte sotto i miei Stendardi. Unitevi sotto i Capi Militari, che sono nelli luoghi più vicini a voi. Accorrete con tutte le vostre armi. Invocate Iddio, combattete, e siate certi di vincere. Dato dal Quartiere Generale di Roma li 8 Dicembre 1798 – FERDINANDO”.(1).
Come non poteva far colpo tale proclama su uomini che amavano gelosalmente il proprio paese natìo, la propria famiglia, i propri santi protettori, le proprie chiese, la propria tradizione e che, smoderatamente, sentivano il gravoso peso dell’onore, della lealtà e dei sacri confini, tanto da immolare, per la propria “Universitas” e per il proprio nucleo familiare, la propria vita?
Tale editto divulgato sapientemente poi e in special modo, in ogni sede e luogo, dal clero “col crocifisso in mano” che seppe arringare ” la migliore gioventù “, fece un grandissimo effetto sia sul popolo minuto che sui “galantuomini”. Tutti aderirono all’appello ed immediatamente iniziarono ad organizzarsi, paese per paese, in masse paramilitari denominate masse sanfedsiste, cioè della santa fede. E così fu anche per la città di Avezzano che subito, inmediatamente, fece proprio tale proclama.
Nell’Archivio di Stato dell’Aquila, sezione di Avezzano (sito nel palazzo Torlonia) sono conservati molti documenti tra i quali balza agli occhi, per la sua innegabile importanza, il ” Registro del Consiglio dell’Università di Avezzano (1785-1801)” (2). Le deliberazioni che vanno dal 15 dicembre 1798 al 22 settembre 1800 sono meritevoli di essere riportate integralmente alla giusta conoscenza di quanti vanno alla ricerca delle proprie radici storiche: qui, infatti, apprendiamo la concitata vita avezzanese nel periodo in cui le truppe francesi per la prima volta invasero il regno delle Due Sicilie del quale Avezzano, come l’intero Abruzzo, ne faceva parte.
L’intera popolazione avezzanese fu partecipe in prima persona di quegli eclatanti avvenimenti.
Il popolo e l’intera classe dirigente si mobilitò per la difesa del proprio ” Principe, la Patria, e la Religione ” infatti, don Ladilsao Mattei, don Aurelio Mattei (3), don Lanfranco Mattei, don Serafino Mattei (4), don Filippo Iatosti, don Gennaro Iatosti, don Domenicantonio Iatosti, don Girolamo Mariano, don Ascanio Alovisj, don Francesco Porcari (5), don Gasbare ( o Gaspare) Orlandi (6), Notar Felice Sorge (7), don Giuseppe Spina (8), don Vincenzo Orlandi, don Giovanbattista Resta, don Marcantonio Spina (9), don Tommaso Brogi (10), don Giusepe paciotti, don Maurizio Orlandi (11), dottor Giovanni Colacicchi, don Gregorio Decj, don Angelo di Virigilio ed altri, immediatamente si misero all’opera.
Attraverso la lettura del manoscritto, oggetto del presente lavoro, notiamo tutto il fervore dell’intera popolazione per risolvere con oculatezza, sagacia e giustizia le varie problematiche legate per arginare le truppe degli invasori francesi, senza tralasciare, naturalmentre gli episodi legati alla vita quotidiana.
I primi atti riguardano l’impellente riattamento delle tre porte cittadine per risolvere adeguatamente ” alle tanti Bisogni della Guerra “. Poi la proposta di eleggere “[…] quattro Deputati Probi, Benestanti e Sagaci, e q[ue]sti assumente con de:[tt]i Amm.[inistrato]ri l’incarico di provvedere danaro, viveri ed altre cose occorrenti per la guerra; con provedere inoltre alle situazioni de’ tanti Uffiziali e truppe che transitano alla giornata, e che vogliono essere non solo alloggiati, ma anche provisti di viveri; trovandosi esauriti i Fondi Universitativi, si è risoluto che gli intervenuti Cittadini invece di quattro deputati, per maggiorm.[en]te agevolare, e disporre gli affari se n’eleggano diece, come restano eletti ad una voce del Popolo D.[on] Ladislao Mattei, D.[on] Domenicant[oni]o Iatosti, D.[on] Vinc:[enz]o Minicucci, D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni , D.[on] Gius.[epp]e Colacicchi, D.[on] Maurizio Orlandi, D.[on] Girolamo Mariani, N:[ota]r Felice Sorge, D.[on] Francesco Porcari Sig.[no]r Matteo di Virgilio; i q[ua]li unitam[en]te colli attuali Priori debbano adempire a q[ua]nto sta cennato nela proposizione; prestandosi assistenza, ed ajuto, onde se gli alleggeriscano gli Affari[…]”
Poi ancora
“[…] Si propone come seguito il risarcimento delle sud[dett]e Porte, e Muri è necessario una Guardia Civica per la notte, alla di cui testa debba essere un Galantuomo da regolarsi per turnum, giacché una tale operazione restirebbe inutile senza la Guardia; anzi sarebbe troppo necessario e di maggiore urgenza che si cominciasse prima di d:[ett]i risarcimento. Che perciò risolvano. Riguardo al primo Capo si è risoluto che in ordine al risarcimento delli Muri e Porte si debba con effetto e prontamente adempire; con prestarsi da Cittadini per Turnum l’opera personale e così pure gli Animali e Carri inserinem[en]te come anche li Generi, ed occorrendo qualche poco di denaro per pagare li Muratori debba in tal caso farsi una Tassa ad un discreto ripartimento fra i Possidenti, e che per ora, e durante il bisogno debbano richiudersi a Muro le porticine del Macello, quella di Vincenzo Alovisj, q[ue]lla di Giuseppant.[oni]o di Clemente, e quella di Vincenzo Orlandi; e q[ue]sta Legge debba correre anche per li Portoni, e per qualunque altra uscita; sempre però durante il bisogno[…]”
Quindi deliberare per l’amministrazione della giustizia:
“[…]Ferdinando IV per la Dio Grazia Re Avezzano 27 Febbraio 1799 Si è convocato pubblico Parlamento per ordine, e coll’assistenza del Sig:[no]r Generale D.[on] Giuseppe Pronj (sic)(12) suo Signore Assessore, ed intiere Uffizialità per risolvere quanto siegue. Primieramente si è proposto, e risoluto che per l’Amministrazione della retta giustizia, ed acciocché ogni Individuo viva sicuro nella persona, nelle robbe e nell’Onore, cosa per altro al presente tanto necessaria; perciò si è scelto per Governatore e Giudice la persona del D.[otto]r D.[on] Felice Antonio Nanni Concittadino, di unita col suo Mastrodatti Mag:[nifi]co Giuseppe Gallese. Q[ue]sto Sig:[no]ri Gov:[ernato]re, e Giudice eletto e da Noi approvato deve imparzialmente, e colla benda sugli occhj amministrare quella giustizia così retta e giusta, a tenore delle nostre leggi Canoniche del Regno, delle Civili, consuetudinarie del Luogo, e di quanto siè fin a q[ue]st’ora da Nostri supremi Tribunali praticato di unita alle leggi criminali, e Loro pene corrispondenti. Si dia Luogo al gravame di ricorso, dopo gli atti solenni al detto Sig:[nor]e Generale, da che nell’istante si spediranno gli Ordini opportuni, senza dar Luogo a Reclamo di sorte alcuna. Il Lodato Sig.[no]r Gov:[ernator]e, e Giudice debba essere da tutta l’intiera Cittadinanza, e Luogo Sottoposto, rispettato e riverito, e riconoscendo per tale; e Chi oserà inferirgli la menoma disattenzione, si denunzi al d.[ett]o Sig:[no]r Generale, il quale cognita Causa, procederà al pronto e degno castigo. Così si esegua, e non altrimenti. Indi per maggiormente disimpegnare con cura, rettitudine, ed equità tutti questi affari di alto rilievo, e che meritano tutta l’indagine a tal uopo, e fine sono stati proposti diece Consiglieri, quali in solo caso c.[ome] sopra, debbano congregarsi in Luogo terzo, di unita al Sig:[no]r Gov:[ernator]e e Giudice, ed Amministratori, e quivi risolvere tutto ciò che è di necessario in sollievo ed ajuto della Cittadinanza, e dar pronti ed esecutivi ripari in tutti questi incidenti che si presenteranno, e tanto maggiormente per le attuali circostanze del Regno, è mantenere sempre ferma, e stabile la fedeltà alla Real Corona, ed agli Cittadini. Li Consiglieri eletti sono D.[on] Ladislao Mattei, D[on] Domenico Ant.[oni]o Iatosti, D.[on] Vincenzo Minicucci, D[on] Maurizio Orlandi, D.[on] Gaspare Orlandi, D.[on] Ascanio Alovisj, Sig.[nor]e Gius.[epp]e Orlandi Sig[no]r Matteo di Virgilio, Sig[no]r Antonio Toccotelli, Sig:[no]r Angiolo Gallese.Susseguentemente acciocché la giustizia abbia il suo vigore, non resti seppolta per mancanza della forza armata: a tale oggetto dunque si è stimato, come un principal positivo dovere; eliggere un Capitano, un Sergente, e diciotto Uomini armati; questi debbano essere tutti buoni, fedeli, prudenti, e senza la menoma reità. Il Capitano eletto e confirmato è la persona di D[on] Gaetano Contaldi, il suo Sergente il Sig[no]r Modesto Piccolini. Questi prenderanno la consegna, formale per atto pubblico dell’intiera Città, e suoi abitanti, di unita alle Campagne adjacenti sino al Lor Tenimento: e dovranno procurarle la pubblica sicurezza, tranquillità e pace di Cittadini, unica mira e scopo del d:[ett]o Sig:[no]r Generale, ed acciocchè Ogni Individuo viva sicuro nella persona, nell’onore, e nelle sostanze, e né sia lecito a Niuno di qualunque grado, età, condizione Ella sia di commettere la menoma violenza sotto qualunque colorato pretesto: atteso che altrim:[ent]i oprando, sarà soggetto all’immediata pena. Indi d:[ett]o Sig[no]r Capitano, Sargente, ed altri prenderanno la Cura effettiva dell’intiera Campagna, acciocché si evitino i furti, le recizioni degli arbori, e i danni degli Animali. Il primo Trasgressore, appurato che sia tale, sarà soggetto per la prima e seconda volta alla pena di ducati sei applicando al d:[ett]o Capitano e sua Squadra, la quale avrà la sua giornata di carlini due dalla Città, ed al Capitano quattro, e tre al Sargente acciocché maggiorm.[ent]e non si dia occasione al ricatto, o altro, e per la terza volta il Trasgressore della Città, o della Campagna sarà subito da d.[ett]a Squadra carcerato, e se ne passerà l’avviso al d:[ett]o Sig:[no]r Generale dovunque si trova, per dare inseguito le pronte risoluzioni. L’istesso Capitano e Sargente devon fare l’esecuzione della giustizia secondo questi Ordini che gli si passeranno dal d:[ett]o Sig:[no]r Governatore e Giudice per la pronta esecuzione della giustizia; in caso di dubbio si ricorra al d:[ett]o Sig.[no]r Generale. Finalmente per tutto regolarsi, ed il pubblico non abbia di che dolersi, si è proposto di eligersi due buoni Grascieri,(13) i quali devono giornalm.[ent]e assistere, e rivedere tutti gli pesi, Misure, et signanter di procurare, che nella Città non vi manca niuna sorte di genere di commestibile necessario, per comodo ed uso pubblico, tanto di pane, olio, Carne, Salati vino, ed altro, quando per procurare il Macello di ogni sorte di carne fresca, il prezzo del quale debba stabilirsi da detti ss[signori]ri Grascieri, i quali si devon rendere carichi degli prezzi delle convicine Citta e Luoghi, et signanter di quelle piazze che formano l’assise (14). Detti Grascieri faranno obbligare formalmente penes acta i panettieri, Pizzicaroli, Chiangheri ( 15), e Chiunque altro sarà necessario pel mantenim.[ent]o del pubblico Commestibile. Così si esegua, e non altrimenti I Grassieri eletti approvati dal Pubblico, e dal Sig:[no]r Generale sono D.[on] Gio:[vanni] Filippo Minicucci, ed il Sig:[no]r Fortunato Mancinella. Oggi il tutto si è proposto e risoluto alla presenza dell’intiera Popolazione congregatasi nel p[rese]nte Palam.[ent]o nemine discrepante Giuseppe Pronio Andrea Salvucci Capo Sindaco[…]”.
Si notano attraverso gli atti deliberativi gli immancabili personalismi e incomprensioni per condurre gli affari guerreschi:
“[…]Avezzano 4 Marzo 1799[…] si propone alle SS.[signori]e LL.[loro] come avendo il Sig:[no]r Generale Pronio domandata la Massa di q[ue]sto Pubblico da spedirsi nel quartiere G[e]n[era]le d’Introdacqua, si congregarono li SS:[signor]i Consiglieri, Amm:[inistrato]ri, ed il Sig.[no]r Gov.[ernato]re, e Giud:[ice], e risolverono di rispondergli varj motivi specificati nella Risoluzione che si è letta alle SS.[signori]e LL:[loro], e che qui si alliga. (16) Fu formata tal risposta, e spedita; ma il d:[ett]o Sig.[no]r Pronio con altra risentita lettera, e con comminazione di pene, ha ricercata nuovam.[ent]e detta Leva da spedirsi c.[ome] s.[opra]; onde Risolvano Si è risoluto da Tutti di tornarsi a rispondere al Sig:[no]r Pronio riproducendo le stesse ragioni dell’altra lettera, e Specialm:[ent]e l’impossibilità in cui si trova l’Uni[versi]tà di erogare altre ulteriori spese; quali ragioni poste in carta, debbansi avvalorare colla viva voce del Sig:[no]r D.[on] Giuseppe Paciotti, il quale è stato eletto ad accedere presso il d:[ett]o Sig:[no]r Pronio, e persuaderlo cogli motivi di sopra addotti, ed alla peggior lettura quando si ostinasse a volere la Leva di questo Pubblico, ne riporti ordine diretto alli diece Individui di Cavalleria affinché questi in esecuzione del loro dovere si portino in d:[ett]o Quartier Generale d’Introdacqua. E nel tempo stesso si scriva al Sig:[no]r Salomone (17) Comandante presso l’Aquila; affinchè si compiaccia di formare un Attestato che presso di lui esiste una numerosa Massa di q[ue]sta Città, della migliore Gioventù, e guarnita delle migliori Armi;oppure scriva una lettera d’officio al Sig:[no]r Pronio. Si è di più proposto, e risoluto, che per dissuadere il Sig:[no]r Pronio della tassa rappresentanza al Medesimo avanzata che li SS:[signori]ri Amm:[inistrato]ri abbano innovato contro i di lui Ordini relativi alli Grassieri ed Assise, il Regio Sig:[nor]e Gov:[ernator]e e Giud:[ic]e ne formi una dettagliata e veridica Relazione discaricando d:[ett]i Amm.[inistrato]ri[…]Avezzano 30 Marzo 1799[…]Come sono qui pervenute due lettere del Sig.[no]r Generale D.[on] Giuseppe Pronio, come pure un Ordine di D.[on] Giovanni Salomone, che sono del tenore seg.[uent]e, e che qui si alligano (18) Risolvano le SS.[signorie] LL.[oro] q[ue]llo che stimano doversi fare per il bene della Patria e in difesa dello Stato. Si è da tutti risoluto di scriversi officiosam.[ent]e al Sig.[no]r Generale Pronio ponendole in veduta questi stessi motivi, che altra volta le furono rassegnati, e specialm.[en]te che devesi accoresi nella Frontiera di Ovindoli e Carsoli minacciata d’invasione nemica; e che la n[ost]ra Massa deve portarsi nell’Aquila chiamata da D.[on] Gio:[vanni] Salomone per rassumere l’assedio di q[ue]sta Città.Per una tal Massa poi si è risoluto che debba la Medesima esser Formata da ottanta Individui scelti ed atti alle armi da formare due Compagnie, ciascuna di esse di quaranta soggetti. La prima di dd:[ett]e Compagnie venga comandata e diretta da D.[on] Marcantonio Spina, e D.[on] Maurizio Orlandi in qualità di Capitano Comandanti: e la seconda da D.[on] Tommaso Brogi, e D.[on] Giuseppe Paciotti; e questa dopo quindeci giorni debba dar la Muta alla prima […]Adì 28 Aprile 1799 Avezzano[…]come dalle notizie precorse si vede q[ue]sta popolazione minacciata dall’invasione di gente nemica[…]necessario una valida e pronta difesa, la quale abbia in mira, e per unico oggetto la n[ost]ra Sagrosanta Religione, l’adorabile n[ost]ro Sovrano Ferdinando IV, lo Stato, e la Padria.A Riuscire a si gloriosa, e vantaggiosa intrapresa, è opportuno eleggersi in primo luogo una Persona di fiducia, di talento, e di buon costume, che presieda a tutte le operazioni, e le rissoli a seconda delle circostanze, con quella rettitudine Zelo ed attività che è propria delle attuali emergenze, ed un tal Soggetto affiancarlo di assessore abile ed idoneo: che questo Medesimo Capo coll’intelligenza e coti dello stesso Sig:[no]r Assessore eligendo, debba coalizzare, tutte le Università vicine, e che sono a portata di concorrere alla difesa, per aver così una forza sufficiente da poter respingere le nemiche aggressioni in ogni caso, che tentassero d’invaderci, e formare in q[ue]sta nostra Città il Centro della Forza armata; onde risolvano. Si è risoluto da tutti i cittadini nemine discrepante che per Capo della proposta difesa sia il Sig:[no]r D.[otto]r D.[on] Giovanni Colacicchi, e siccome il Medesimo è Dottore non occorre l’elezione dell’Assessore. E siccome per l’esecuzione di quanto corrisponde al buon regolamento e condotta delle operazioni della difesa si ricerca l’elezione di due Capitani; che sieno intesi degli affari di guerra, così risolvano anche sopra q[ue]sto punto. In seguito di tal proposto si è da Tutti risoluto che per Capitani restano eletti, come sono eletti. Li SS.[signo]ri D.[on] Gregorio Decj, e D.[on] Angiolo di Virgilio, colle facoltà di prescegliere tutte le genti atte alle Armi, in vigilare alla custodia e quiete della Città, ed in caso di bisogno accorrere uno di essi prontamente alla testa della Gente armata; ben inteso però che tanto Essi Capitani, che gl’Individui debbano dipendere dal Sud:[ett]o Capo D.[on] Gio:[vanni] Colacicchi, per così regolare con miglior accerto, e buone successo qualunque loro operazione: debbano essi Capitani essere patentati dalli Mag.[nifi]ci Amm.[inistrato]ri, colla firma di d:[ett]o Capo, e del Regio Governatore[…]”
e le varie deliberazioni adottate per la paventata e temuta invasione:
“[…]Avezzano li 26 Maggio 1799[…]il Sig:[no]r Generale D.[on] Giovanni Salomone ha emanati varj Proclami che riguardano la tranquillità, e difesa della Provincia, come rilevasi dal di loro tenore che si legge, onde risolvano analogam.[ent]e a quanto d:[ett]o Sig.[no]r Generale ordina, dispone, e prescrive; det:[t]i Proclami portano la data de’ 10; e 16: Maggio cor:[rent]e anno: Si è risoluto da Tutti li Cittadini convocati per il primo Capo, e Tutti hanno rinnovato il giuramento di fedeltà verso la persona adorabile del N[ost]ro Augusto Monarca, e lo ha ratificato e confermato, essendosi dimostrati pronti prontissimi di spargere tutto il loro Sangue in di lui difesa, e de’ dritti che le Spettano; e ciò in adempim.[ent]o del primo Capo dell’Editto de dì 10 Maggio = per il 2[secon]do Capo di d:[ett]o Editto si è risoluto disponersi l’ordinato Armamento, ed a quale oggetto sono stati eletti per Capi Massa D.[on] Angiolo di Virgilio, e D.[on] Gregorio Decj coll’ispezione di organizzare subito tutti li Soldati di Linea di q[ue]sta Città, e provvederli di tutto, ed adempiere insomma a quanto nel 2[secon]do e terzo Capo di d:[ett]o Editto viene stabilito. E siccome per un tal Armamento vi è di bisogno di danaro, così si è risoluto che si cedano li conti dell’Amministrazioni di dieci anni a q[ue]sta parte[…]
[…]Si propone come il Predicatore Quaresimale D.[on] Gio:[vanni] Bart:[olome]o Olivieri, il Medico, il Chirurgo, il Maestro di Scuola, li R:[everend]i Cappuccini, i Balivi ed altri Salariati devono esser pagati Resp[etti]v[ament]e, né l’Uni[versi]tà ha modo da poterli sodisfare; e perciò Risolvano e trovino li Mezzi da potersi pagare, dovendo in tale occorrenze e circostanze interessarsi li Benestanti e facilitare il buon governo del Paese con tutta la quiete, e q[ue]sta buona armonia che si chiede, senza lasciare gli Armam[en]ti ad esser bersaglio delle circostanze e de’ Creditori. T[er]zo Si propone, come il Sig:[no]r Capitano D.[on] Pasquale de Magistris delegato del Sig.[no]r Gen[era]le Pronio con sua lettera del dì 29 Maggio ha ordinato di non pagare a D.[on] Gio:[vanni] Salomone la Decima del Med:[esi]mo con più ordini richiesta[…]”.
Una particolare nota è riservata alla speciale protettrice di Avezzano:
“[…]E’ stato proposto e risoluto che riguardo all’esazione degl’inculti debba q[ue]sta farsi dalli SS:[signori]ri Deputati della Madonna S[santi]S[sima] di Pietraquale (sic), non applicarne il ritratto, o sia l’importo per solennizzarsi il ringraziam.[ent]o che deve farsi alla n[ost]ra Proteggitrice, che ci ha scampato da tante sciagure[…]” (vedi appresso)
Si riportano anche le missive del Generale Giovanni Salomone e l’elezione a capomassa di don Angiolo di Virgilio:
“[…]Ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Sig:[nor]e P[adro]ne Col[endissi]mo= avendo implorato dalla M.[aestà] S.[ua], se conveniva far avanzare nel vicino Stato Romano la Truppa di q[ue]sta Provincia di mio carico, mi comanda con pressantissimi Reali ordini pervenutemi con questa Posta; di dover ciò effettuare, ad oggetto di liberare i buoni Statisti da’ Loro Tiranni ed Oppressori Nemici della Cattolica Religione e del Trono. Quindi incarico V.[ost]ra S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma di far subito istradare sotto la sua direzione, o di altra persona coraggiosa, ed attaccata al Real Trono, di cui possa ripromettersi per confinante Stato Romano la Massa di cod:[est]o Ripartim.[ent]o fornita di viveri e del prese giornaliero, e munizioni da Guerra, comunicando q[ue]sta mia, specialm.[ent]e a D.[on] Gio:[vanni] Batt[ist]a Resta, ed a chiunque cui spetta, affinchè si proceda con tutto il buon Ordine, senza commettersi il menomo eccesso, o attentato, che rende alieni gli animi dallo scopo dovrà perciò V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma far sì, che la gente sia subordinata a suoi Capi, ed esegua appuntino li loro Ordini, e q[ue]sti che da me le sarcinino di tempo in tempo comunicati. Le prevengo però di non lasciare sguarnita cod:[est]a Frontiera, ma farvi rimanere ne’ Siti più importanti le Forze necessarie. Mi dia giornalieri riscontri di q[ue]llo, che anderà operando per mio regolamento e governo; mentre Io con una forza imponente già mi accingo a penetrare per la volta di Città ducale, e per altri punti della Frontiera. E con sincera stima mi confermo= Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma= Aquila 3 Agosto 1799= Dev.[otissi]mo Ser.[vitore] v:[ostr]o o[sservantissi]mo Giovanni Salomone = Sig.[no]r D.[on] Andrea Salvucci = Avezzano= In risulta è stato da Tutti li Cittadini considerato essere espediente l’elezione di un Capo-Massa, da guidare la quota della Truppa di q[ue]sta Popolazione, e che la scielta cada in persona di fiducia, abile al comando (e che abbia date riprove della sua buona condotta ed a quale oggetto hanno fissato l’ovvio sopra il Sig:[nor] D.[on] Angiolo di Virgilio come persona in cui coincidono tutte le sudd:[ett]e qualità, ed a pieni voti lo hanno eletto per Capo-Massa, colle facoltà di sciegliersi li trenta Individui tassati di quota, che crederà più atti alla spedizione, ed operazioni. Riguardo al danaro, siccome Tutti si sono sempre prestati alle contribuizioni nelle occorrenze, e specialm.[ent]e li Galantuomini: così si è stimato che per il bisogno di d:[et]ta spedizione si debba fare la contribuzione sopra li Migliori Possidenti proporzionatam:[ent]e coll’obbligo agli Amm.[inistrato]ri di eseguirla, e farne l’esazione con q[ue]lla sollecitudine che l’urgenza richiede[…]”
Vengono riportate le lettere del generale Giovan Battista Rodio (19) richiedente il pagamento di 332 ducati per spese belliche, le giuste lamentele da parte della popolazione circa il suddetto pagamento ed anche per le ulteriori ed interminabili somme in denaro da erogare alle varie masse che quasi quotidianamente stazionano in città tanto che sono costretti a rivolgersi “all’Eccellentissimo e Reverendissimo signor Vicario Generale di questo Regno Don Fabrizio Ruffo”(20) per ottenere in futuro se non l’azzeramento di tali spese almeno comprensione acchè tali prestazioni onerose non siano più richieste:
“[…]Mag:[nifi]ci Sindaci e Amm:[inistrato]ri di Avezzano pagarete a vista all’esibitore del p[rese]nte ducati trecento trentadue prezzo di cento e quindici decine di polvere somministrata a q[ue]sta Real Truppa, con indennizzarvi di essi sopra li pubblici pesi, che vi saranno abbonati dalla Real Tesoreria. Tanto eseguirete sotto la pena della Real indignazione, e d’immediata Carcerazione, trattandosi di genere bisognoso alla Guerra.Dato in Sora dal n[ost]ro Guartier G[e]n[er]ale li 26 Agosto 1799= G[iovan]B[attista] Rodio=[…]Si propone, che li continui e giornalieri transiti di numerose partite di Truppa delli SS:[signo]ri G[e]n[era]li Pronio, Salomone, anche del prelodato Sig:[no]r D.[on] Gio:[van] Batt[ist]a Rodio sogettano q[ue]sta Uni[versi]tà a considerevoli dispendj per il Prezo che deve loro somministrare. I Fondi dell’Uni[versi]tà non sono maturati, e le spese per ora eccedono di gran lunga le rendite, sicchè risolvano come potere accorrere a tante spese. Sul Primo Capo si è da tutti a pieni Voti risoluto, che q[ue]sto Pubblico si presti al ricercato pagamento delli ducati trecento trentadue, come quelli che riguardano il preciso ed attuale bisogno della Guerra; e siccome non ha una tal somma per poterla pagare con q[ue]sta sollecitudine che sta incaricata: così hanno Risoluto di vendersi ed impegnarsi li Fondi Universitativi, cioè impegnare quelli che sono più vendibili nello Stato presente per unire d:[ett]a Somma ad elezione delli SS:[signori] Amministratori; come pure vendere il grano della Fabbrica che si era assegnato a Capo-Mastri a sconto del di loro Credito pel Campanile, e del prezzo da ricavarsi farsene uso per l’oggetto sud:[etto], con indennizzarsi det[t]i Capo-Mastri sopra l’affitto della prima Pizzicaria, q[ua]le si resta assegnata pel corrente anno, col peso di dovere fare Essi l’esazione. Per il Secondo Capo si è a pieni voti anche risoluto di esponersi alla vendita il Terreno che compone le Fosse di Gagliano senza pregiudicare le pubbliche Strade, come pure li Siti al Colle, e tutti q[ue]lli altri che si crederanno vendibili, e da quali niun utile ne ricava il pubblico ed il privato; ed il ritratto impiegarsi per le spese occorse ed occorrenti Si è proposto e risoluto che per esentarsi da tutte q[ue]ste spese della q[ua]li si vuole caricare q[ue]sto Pubblico tolti tanti Ordini delli Generali della Masse, e col continuo accesso delli loro Uffiziali, Subalterni, e Truppa, e da quali spese è impossibile che possa più reggere, dopo aver speso ed operato tanto; si spediscano due Deputati all’E[ccellentissi]mo ed R[everendissi]mo Sig:[no]r Vicario Generale di questo Regno D.[on] Fabrizio Ruffo, per esponerle tutto in voce ed in scritto, ed ottenere q[ue]lle provvidenze e q[ue]llo ordini, che converranno, per non esser Soggetto q[ue]sto Medesimo Pubblico ad ulteriori spese, come inabilitato a potervi supplire; ed a qualoggetto sono stati eletti li SS:[signor]i D.[otto]ri D.[on] Felice-Antonio Nanni, e D.[on] Tommaso Brogi, i q[ua]li subito debbono partire per la Città di Napoli[…]”.
Si riportano gli immancabili e dovuti pagamenti:
“[…]Si propone alle SS:[signorie] LL.[loro] come si ricorderanno benissimo che la Maestà del Re n[ostr]o Sig:[no]r commiserando lo Stato di q[ue]sta Uni[versi]tà ordinò nello scorso 1798; che si ponessero in corrente li pagamenti dal p[ri]mo Gennaro 1797 in avanti, e che rapporto agli attrassi in Ducati novemila ottocento ottantatre, questi si pagassero in tante Rate, ed in tanti Anni, fino al totale escomputo, a ragione di ducati ducento e cinque in ogni anno, ed essendosi all’effetto, precedente Risoluzione Parlamentaria fatta, e pubblicata la le asta, non che divisa in tanti Libretti per facilitarne l’esazione, si diede alla Medesima il suo Corso, ma furono esatte poche somme e quindi rimane l’esenzione sospesa a riguardo delle passate vicende dello Stato. In oggi essendo venuto il G[ener]ale Ripartitore Economo delle Prov:[inci]e d’Abruzzo D.[on] Giuseppe Spirito, si esibiscono al Med.[esi]mo le Note, e Documenti delle spese fatte per la buona Causa, che risultarono a ducati tremila e più. Q[ue]sto degno soggetto in considerazione, e fece di tutto piena relazione al Real Trono, da cui si attende la Risulta, e fondatam.[ent]e si spera nella Real Clemenza la bonificazione di d.[ett]e spese[…]”.
E, naturalmente, la mancanza e la lievitazione dei generi di prima necessità ( pane, grane e sale ) con la relativa elezione di speciali deputati eletti alla sorveglianza affinchè tutto sia eseguito con giustizia e rettitudine:
“[…]Sia col Nome di Dio Amen Avezzano 9 Marzo 1800[…] Si propone alle SS:[signorie] LL.[loro] come la mancanza de’ generi, e specialm.[ent]e del grano nelli Mercati, ha dato motivo al Popolo di lamentarsi del prezzo, e per conseguenza dell’Assisa del pane, asegno, che nella passata Assisa per evitare li scandali a grana diciotto, non ostante che ragguagliati li prezzi del grano venduto, doveva l’Assisa essere a grana diciannove. Nel Mercato di jeri vi furono appena poche Salme di grano, e proseguendo una tale mancanza, puole un giorno l’altro rimanere il Pubblico sprovveduto di pane. E come che interessa moltissimo di ovviare ad un Male di tanta conseguenza, e di prendere quelli espedienti che convengono, onde non manchi a’ Cittadini un genere di prima necessità, qual è il pane, tenendo presente che il primo degli Espedienti sarebbe l’elezione di Deputati efficaci ad eseguire le loro esecuzioni; onde 2[secon]do: si propone, che manca un altro genere anche di prima necessità, che è il Sale. Q[ue]sto affare interessa ugualm:[ent]e l’attezione di Tutti; onde Risolvano. Riguardo al primo Capo si è da tutti Risoluto di assicurarsi tutto il grano di sopravanzo di Ogni Cittadino per ogni bisogno che potesse darsi, ma che traditanto li Fornari debbano provvedersi di q[ue]sto genere nel Mercato, o in altri luoghi pel mantenimento del Pubblico con regolarsi l’Assisa secondo il solito. E perché abbia esecuzione siffatta risoluzione sono stati eletti quattro Deputati, sono D.[on] Ascanio Alovisj, D.[on] Gaetano Contaldi e Domenicant.[oni]o Pasquale, ed Anastasio Borelli, col carico di annotare subito tutto il grano di sopravanzo, che si possiede da ogni Cittadino, e farli obbligare penes acta della Corte per le resp[ett]ve quantità, e tenerle a disposizione del Pubblico; beninteso però che avendo bisogno qualcuno di vendere qualche discreta quantità per l’economia della propria famiglia, possono farlo sempreche lo vendano a’ Fornari, e coll’intelligenza tanto de’ Deputati che degli Amm:[inistrato]ri. Che essi Deputati colla stessa unione debbano in vigilare assiduam.[ent]e perché il pane sia buono, e di giusto peso; di prendere le Assise, e regolarle anche di unita agli Amm:[inistrato]ri, e badare colla massima attenzione, affinchè non si commettano frodi, e facciansi monopolj; e che finalm.[ent]e li Fornari non vendano pane a’ Forestieri in grosso, bensì pel solo di loro mantenim.[ent]o durante la loro dimora in Avezzano[…]”.
Vengono riportati gli immancabili facinorosi con conseguenti ed opportuni regolamenti per severamente ammonirli e comminare loro la giusta pena:
“[…]Sia col Nome di Dio Amen Avezzano li 11 Maggio 1800[…]come le è purtroppo noto che per opera di alcuni Facinorosi, tra quali Gio:[van]Ant:[oni]o Mellone, e Giovanni Porcari, manca in q[ue]sta n[ost]ra Città la publica sicurezza, e tranquillità. Siffatta gente di mal costume, irreligiosa, non ha lasciato di commettere li scandali li più eccessivi; e quale che più rileva senza rispetto della giustizia, agli Ecclesiastici, ed alle stesse Chiese, si ha fatto, e si fa lecito di commettere ogni genere di iniquità tanto di notte che di giorno senza eccezione di persone. Le è noto che ambedue li sud:[ett]i Porcari e Mellone per effetto delle loro sceleraggini furono jeri Carcerati, ed attualm.[ent]e trovansi ristretti nelle Carceri. Ora che sono nelle mani della Giustizia, è di bene prendersi l’affare in considerazione, onde sieno li Medesimi puniti a corrispondenza de’ loro commessi delitti[…]i pubblici Mercati vengono molestati, e posti in tumulto e disordine, non senza grave danno del commercio, e delle Popolazioni; e da che ne avviene la mancanza delli generi soiliti a concorrere ne’ Mercati, e per conseguenza l’alterazione de’ prezzi a danno sempre della povera gente. Sarebbe perciò di bene l’efficace espediente, che la più sana parte de’ Cittadini si determinasse unitam.[en]e a rimuovere siffatti disordini[…]”.
Ed, infine ” :
“[…]Sia col Nome di Dio. Amen Avezzano 22 7[settem]bre 1800[…]come in seguito di Real dispaccio diretto al Sig.[no]r Coll[endissim]o D.[on] Gius.[epp]e Pronio, e da questi Communicato al pred:[ett]o Sig.[nor]e Luogotentente di q[ue]sta Regia Corte deve procedersi al volontario allistam.[ent]o in Massa; sicchè tutti quelli che hanno a cuore la difesa del Regno, della religione, dello Stato concorrano di buon animo ad un tale allistamento, da cui restano esclusi li Miliziotti dell’anno 1784; e le ditte Leve forzose del 1794; e 1798;nonche li Volontarj del 1796 Si è risoluto che per mancanza della maggior parte della popolazione, e della Gioventù, tanto il Sig:[no]r Luogotenente, che D.[on] Giovan]Batt[ist]a di Clemente, e D.[on] Franc:[esc]o Lolli Capi Massa eletti dal Sig:[no]r Coll[endissim]o Gius.[epp]e Pronio, formino un Annotamento di Individui, e quindi esplorino la volontà de’ Medesimi. Al p[rese]nte Parlam.[ent]o fra tutti li sottoscritti intervenuti si sono volontariam.[ent]e offerti, ed allistati Filippo Fiasca, e Francesco Cipollone […]”.
Da come chiaramente si evince l’intera comunità avezzanese così come la popolazione dell’intera nostra sub regione marsicana, in quel critico frangente si mosse all’unisono infatti, tutti, nessuno escluso, corse in massa per difendere il proprio territorio da una eventuale invasione delle truppe nemiche francesi:
<<GIUSEPPE BOLOGNESE (21) DOTTORE, E MAESTRO IN SACRA TEOLOGIA, PER LA DIO GRAZIA, E DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA VESCOVO DE’ MARSI, ED ALLA STESSA SANTA SEDE IMMEDIATAMENTE SOGGETTO. A tutti gli Amatissimi Suoi Diocesani pace, e Salute. Fratelli amatissimi: Intento sempre al vostro bene, e vantaggio, siccome nelle passate amare circostanze non ho omesso alcun mezzo per far presente all’amorosissimo nostro Sovrano la vostra fedeltà, e ‘l vostro costante attaccamento alla Religione, e alla Real Corona, così ultim&mente (sic) per mezzo di S.[ua] Eccellenza il Sig.[no]r Cavaliere D.[on] Giovanni Acton (21) Capitan Generale della prelodata Maestà sua, che Dio sepre feliciti, procurai che pervenisse appiè del Trono la supplica formata a nome del mio Clero, e di tutti voi fedeli, e cari miei Diocesani per il di lui sospirato ritorno in questo suo Regno. Colla posta di questa settimana mi giugne il consolante riscontro del cennato Sig.[nor] Cavaliere, col quale vi si fanno palesi i troppo teneri sentimenti dello stesso Clementissimo nostro Padre e Sovrano. Io qui sotto ve lo trascrivo per vostra consolazione, e anche per un’esatto adempimento degli Ordini del sopra espressato Signore. La lettera è del tenore seguente. “ Illustrissimo, e Reverendissimo Sig.[no]r Sig.[nore] Padrone Coll[endissi]mo = Nella lettera di V.[ostra] S.[ignoria] Illustrissima, e Reverendisima ho io ravvisato un nuovo argomento della sua Fedeltà alla Real Corona; e nella supplica de’ suoi Diocesani le più care, e sicure marche di un attaccamento, che i passati mali hanno renduto più tenero, e più vivo. Io dunque in risposta fo noto a lei, perché ella lo faccia ancor noto ai fedeli di sua Diocesi, che il Re ha gradito a dismisura gli ottimi sentimenti del Pastore, e de’ Diocesani; e si compiace di aver Sudditi tanto affezzionati, e fedeli, la di cui felicità non lascerà mai di procurare, come sempre ha procurato colla Real presenza, e con altri mezzi: e quì protestando a V.[ostra] S.[ignoria] Illustrissima, e Reverendissima la mia singolare stima, e costante osservanza, resto = D.[i] V.[ostra] S.[ignoria] Illustrisima = Palermo 17 Ottobre 1799 = Devotissimo, obbligatissimo servo = Giovanni Acton = Monsignore Vescovo de’ Marsi = Napoli per Pescina = Consolatevi dunque miei amatissimi Fratelli, e colle vostre buone operazioni, ed esatta subordinazione alle leggi procurate di mostrarvi, che siete fedeli Sudditi, e Vassalli di un Sovrano, che come altra volta vi dissi, merita per ogni titolo l’attaccamento più sincero de’ nostri cuori. Dato in Pescina dal nostro Vescovile Palazzo li 2 Novembre 1799 GIUSEPPE VESCOVO DE’ MARSI Stanisalo Ursitti Pro Segretario: In Chieti) (Nella stamperia di Domenico Grandoni.>> (23)
In tutte le deliberazioni oggetto del presente studio si nota un forte attaccamento alla religione, alla patria ed al re Ferdinando IV tanto da essere “ pronti, prontissimi” per la sua difesa.
I tre grandi protagonisti dell’insorgenza abruzzese contro le truppe francesi: i generali Giuseppe Pronio , Giovanni Salomone e Giovan Battista Rodio sono presenti o fisicamente o con missive indirizzate alla comunità avezzanese.
I fogli trascritti, oggetto del presente lavoro, vanno dal foglio 145r al foglio 184r della nuova numerazione. I fogli del manoscritto presentano a destra l’antica numerazione che, nel nostro caso, va dal foglio 143 al foglio 194.
Ad un attento esame sono mancanti i fogli che vanno da 147v a 149v (numerazione antica) ed i fogli che vanno da 178r a 187v (numerazione antica): senza ombra di dubbio sono stati asportati. Come mai?
E’ lecito supporre che il deliberato doveva essere compromettente per qualcuno altrimenti perché farli scomparire? O invece furono asportati in ossequio ai Reali Rescritti del 16 gennaio 1800 e 10 gennaio 1803 attraverso i quali furono dati “alle fiamme tutti i processi e tutte le carte riguardanti a’ delitti di Stato, commessi in occasione delle note passate emergenze del Regno di Napoli[…]” (cfr. Rivera G::” L’invasione francese in Abruzzo (1792-1799)” Studio Bibliografico Adelmo Polla, Cerchio, 1981)
Il 20 Settembre 1806 le masse sanfediste guidate da Ermenegildo Piccioli e da Padre Domizio Iacobucci di Aielli saccheggiarono i palazzi dei ricchi proprietari Mattei, Minicucci ed altre facoltose famglie di Avezzano ( vedi appendice) .
L’invasione ed il saccheggio operato dalle Masse filo borboniche verso i galantuomini avezzanesi (così come pure verso le altre famiglie facoltose dell’intero comprensorio marsicano ) fu dovuto molto probabilmente, forse anche, al repentino cambiamento verso casa borbonica in favore del governo francese da parte dei maggiorenti della città di Avezzano altrimenti perché mettere “a sacco e a fuoco” le abitazioni di personaggi che, come abbiamo visto negli anni 1798, 1799 e 1801 parteggiarono svisceratamente per il legittimo re di Napoli?
Da come chiaramente si evince dalla lettura del Nostro manoscritto la classe dirigente avezzanese con l’intera popolazione dimostra piena ed irrinunciabile fedeltà a Casa Borbonica. Come mai alcuni anni dopo, nel 1806, non è più compatta verso il legittimo re Ferdinando IV?
Cosa è cambiato da fortemente avere un “ripensamento” e rinnegare quelle posizioni prese collegialmente da parte dell’intera popolazione avezzanese 9 anni prima?
Sicuramente ciò fu dovuto all’accorta politica francese la quale sapientemente promise, mantenendo la promessa, che nulla sarebbe cambiato verso i “galantuomini” che giuravano fedeltà alla repubblica Francese anticipando, così la famosa e trita frase che Giuseppe Tomasi di Lampedusa riporta nella sua celeberrima opera postuma “ Il Gattopardo” (24) :
“[…] Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi[…]”
Peccato che nell’Archivio comunale di Avezzano purtroppo non esistono le deliberazioni comunali relative a quegli anni (25).l
Illuminanti per il nostro discorso sono vari documenti che si conservano nell’Archivio di Stato dell’Aquila (vedi in appendice) a mò di esempio, qui di seguito, se ne riportano due : l’atto redatto dal Notar Benedetto Spina il 18 Febbraio 1799 riguardante il trasporto della statua della Madonna di Pietracquaria nella chiesa di San Bartolomeo di Avezzano dove si nota il forte attaccamento dell’intera popolazione avezzanese verso la Casa Borbonica e la lettera che il 19 Maggio 1806 il più volte sopramenzionato Don Aurelio Mattei (26), ora diventato filo francese e “Comandante la truppa Civica in Avezzano”, invia al generale Gaulus relazionando i novimenti degli insorgenti ex commilitoni ora denominati “briganti”:
“ Atto pubblico per il trasporto della Sacra/Imagine della Vergine S[antis]S[i]ma di Pietrac-/quaria, nella Collegiata Chiesa di/S. Bartolomeo di Avezzano./In Dei nom[ine] Am[e]n. Die decima octava Men[si]s Februa=/ry Millesimi Septincentesimi nonagesimi noni, In-/dieb[u]s 2^ Regnante i[n] Terre Avezani propriaq:[ue] in domo/Mei Notary Nos Ioannes Bapt[ist]e di Clemente de Ave=/zano Regius ad con[tra]ctus Iudex, Benedictus Spina Regius/Notarius, et Testes D. Vincentius de Mattheo Orlandi, et/Mag.[nifi]cus Ioannes de Augustino Orlandi de eadem li-/cterati specialiter- Testamur: Come/Personalm[ent]e costì avanti di noi. Il Sig[no]r Not[ai]o Andrea Salucci/Capo Sindaco, e Mag[nifi]ci Fran[ces]co Borelli, Camillo Picco-/lini, e Carlo Felice Paciotti attuali Sindaci Am=/ministratori dell’Uni[versi]tà di questa città di Avezzano, age[n]/tino in nome di d.[ett]a Un[iversi]tà, e Publico Li quali ha[n]no avanti di noi asserito, che stantino le p[rese]nti circostan-/ze angustie, in cui trovasi questo n[ost]ro Regno di Na-/poli, per essersi in essa intrusa la Nazione France-/se, disseminando il veleno de Giacobini, sotto il mi-/to di Libertà, ed eguaglianza, cercano di distruggere la/vera fede Cattolica, conculcando Chiese, ed Altari/p[er] distruggere la Religione, inducendo un vero Ate-/ismo: Ed essendosi fatte varie preghiere, perché/il Sig.[no]re Iddio ci liberi da tale nazione; e da Gente/ad essa aderente; si è Stimato da tu[t]to il Pubblico à/viva voce, di ricorrere all’intercessione, della Ver=/gine/
gine S[antis]S[i]ma, sotto il titolo d[el]la Madonna di Pietraquaria/tante volte sperimentata propizia all’Uni[versi]tà di questo/Publico, e che con gran fede si venera nella Chiesa Sot-/to Simil Titolo, eretta nella Somità d[e]l piccolo M[on]te( la scrittura si è dilavata rendendo difficoltosa la lettura n.d.r.), corrispondente alla T[er]ra delle Cese; e che a tal’effetto, precedente il consenso d[e]l R[everen]do Capitolo, e Canonici/di questa Regal Collegiata chiesa di S. Bartolomeo/e stata trasportata la d.[ett]a insigne Collegiata, con Ma=/gnifico apparato di Cera, nell’Altare Magiore, e col-/locati li Ritratti del n[ost]ro Sovrano e della Regina p[er] rimostranza d[e]lla fedeltà di essa Popolaz.[io]ne per […] mag-/giormente venerarsi, e pregarsi da tutto il Popolo, e ri/portarsi la grazia desiderata: Che però stante d:[ett]o/trasporto, come sopra fatto, di d.[ett]a Sagra Imagine, sol-/tanto p[er] simile urgenza; ed acciò la Popolazione Re-/sta certa, che sarà riportata, e Ricollocata nella sua/propria Chiesa; si obligano dd.[detti] Mag[nifi]ci Sindaci, e Amministratori in Solidum, doppo il lasso di giorni qui[n]/dici da oggi, quella di riportare in d.[ett]a propria Chiesa, e/ricollocarla nel proprio Altare con ogni debita Rive-/renza, e pompa, altrimenti esserne astretti Realm[ent]e, e/personalm[ent]e; e così eseguita in d.[ett]o nome; obligano p[er]/l’osservanza loro stessi, Beni, e successori[…]”(27)
“[…]A Sua Eccellenza il Sig[no]r G[e]n[era]le Gaulùs Comandante nella/Provincia dell’Aquila/D.[on] Aurelio Cav[alier]e Mattei Comand:[ant]e la Truppa Civica in/Avezzano 19 Maggio 1806/Questa Corte d’Avezzano si ha fatto un dovere con tre sue/Relazioni rassegnare a codesto Sig[nor]e Preside, colla prima/in data di tre del corrente li timori di una vicina/summossa: colla seconda in data di jeri lo sviluppo/avvenuto della medesima: e coll’ultima in data di/oggi la seguita riunione di numerosa Orda di scelerati,/che fin da jeri apparvero pubblicamente con Coccarde rosse/al Cappello nella Terra di Scurcola ( è l’odierna Scurcola Marsicana (AQ) n.d.r.), e che hanno per punto/centrale un piccolo Paese detto Sorbo da qui distante sei/miglia circa, e per Capi li famosi antichi Capo Massa/ il Frate P.[adre] Domizio [Iacobucci n.d.r.], Luigi Bussi, ed altri, e che tale Orda/d’Insurgenti venga composta dalli più Facinorosi In=/dividui di questo Circondario, e dalla Squadra de Birri/dello Stato di Tagliacozzo./Sig[nor]e Generale: E’ dall’impegno di V.[ostra] E.[ccellenza], che trovasi degna=/mente destinata alla sorveglianza della pubblica Si=/curezza di questa Provincia, di opporre colle sue/profonde vedute li più energici ripari allo sviluppato/dissordine, e di compiacersi disporre, che all’instante ac=/corra in questa Città una imponente forza, ad//oggetto di ovviare mali maggiori, e che questa Compa=/gnia di Briganti non venga a rendersi di magior nu=/mero collo scorrere da Paese in Paese dove non man-/carebbero di Mali= Intenzionati ad arrollarsi con’Essi./Questa Città che ebbe il piacere di avere per poco tem=/po un distaccamento di Truppe Francese sotto gli/Ordini del Capitano Ghoux, sarebbe presa principalmen-/te di mira./La Truppa Civica, che sotto il mio comando, e di questo/Governadore è stata sul momento riattivata, non/basta a mantenere il buon’ordine interno./Sig[no]r Generale: la prego di ricevere le mie preghiere, e/quelle di Tutti questi buoni Cittadini, e si compiacci/disporre la sollecita spedizione della richiesta Forza./Ho l’onore di rassegnarmi con tutta stima/Di V.[ostra] E.[ccellenza]/Dev:[otissim]o Obb:[ligatissm]o Ser:[vito]re/Cav.[alie]r Aurelio Mattei ”.Nel retro è così riportato in lingua francese: “ 19 May/Avezzano/Observation pretsanter Sur l’/information arrivèe au Village/de Scurcola près de Avezzano./Les Chefs Sont le/Père Domizio, et Louis/Boussi de Cicoli ( è scritto sopra n.d.a.) Et l’escadre/des Sbires de Taillacozzo/S’est Rèunie aux Mècontens/qui Marchent les Cocurdes/Rouges aux Chapeus” (28).
Ad onore del vero però bisogna dire che pure i capi dell’insorgenza del 1806 Emernegildo Piccioli ed il suo segretario Padre Domizio Iacobucci di Aielli, soprannominato, come Michele Pezza, Fra Diavolo, passarono all’altra sponda facendo umilmente richiesta di essere perdonati e addirittura usati dalla truppa francese per disarmare i ” briganti ” ex loro commilitoni:
“ Aquila il di 1:[pri]mo Nov.[embr]e1806 L’Intendente della Provincia a S.[ua] E.[ccellenza] il ministro G[e]n[era]le di Polizia del Regno Eccellenza In epoca de’ 21 dell’or caduto mese di Ottobre, io rassegnai a V.[ostra] E.[ccellenza] di aver fatto nuova:[ent]e pervenire al Ermenegilddo Piccioli L’amnistia proclamata dal Gen[eral]e Dambrouschi, La di lui risposta; e La disfatta del Sedicente Col[onnel]lo Pezza, ossia Fra Diavolo (29) sorpreso nella Selva di Miranda. Ora ho L’onore di farle sapere, che questo Gen[era]le mi ha partecipato, che P.[adre] Domizio Iacobucci, anche soprannominato F.[ra] Diavolo, Seg:[retari]o di Piccioli, chiese a Lui il perdono, depositando Le armi, e che l’Ermenegildo Piccioli abbia fatto altrettanto presso il Generale Parteneaux in Solmona. Io non ho dettaglio preciso, e Legale sopra questo proposito, ma vengo da varj canali accertato, che Lo stesso Parteneaux La notte de’ 23 fece assalire, e quasi distruggere La Masnada di Piccioli, ch’era sulla Montagna d’Introdacqua, togliendo alla med.[esim]a tutte le monizioni di ogni genere, cavalli, ed altro, e ricuperando trentasei Soldati Francesi, ch’eran caduti in potere delle Masse. Dietro questo avvenimento il giorno appresso Ermenegildo Piccioli da Campo di Giove fece petizione di rendersi, come si rese al nomato Gen[era]le Parteneaux, ed ora Lo sento in giro colla Truppa Francese p[er] disarmare i Briganti.[…] “ (30)
“ Aquila le 14 9bre 1806 Le General Goullus a Monsieur L’intendant de la province. Monsieur L’intendant! J’ai L’honneur de Vous faire parte que, D’apris Les intentione de Sa Majestè Joseph Napoleon Roi de Naples et de Sicile, Le Pere Domizio jacobuccid’ajelli èté nommè Aumonier des quatre Conpagnie de Voltigenze des abbruzzes de l’aquila et de teramo. En attendant que ces compagnies Soient formee il Desire de rentrer danse le couvent des Capuccin de Scurculla ou il etait antecedemment se Vous prie, Monsieur L’intendant, d’inviter le provincial de se Couvent, Il P[ad]re Luigi Buccieri, Prov[incia]le del 3 ord.[in]e, de le recevoir. Sa demande doit d’autant mieu lui etre accurdee qu’ajaut abjurè Ses erreur il rentre au Secunde la religion, et qu’eu le pardonnant Sa Majestè lui a conferè un emploi conforme à Son Caractere Religieus. J’ai l’honneur de Vous Saluer avec la plus haute consideration Goullus “
Allegata a questa vi è la copia della richiesta della “ Reale Indulgenza” da parte di Padre Domizio :
“ Copia A S.[ua] E.[ccellenza] Il Sig.[no]r Gen[era]le Comand.[ant]e la Legione d’onore, e Com.[andant]e la Prov:[inci]a di Apruzzo Ultra Goullus= Ecc:[ellenz]a= Il P[ad]re Domizio Iacobucci di Ajelli in q[ue]sta Provincia Capo della Masse, e Seg:[reta]rio del Com:[andan]te di esse Emenegildo Piccioli di Navelli, con il più umile rispetto si presenta avanti di V.[ostra] E.[ccellenza] depositando le Armi, domanda godere della Reale Indulgenza con essere Indultato, promettendo fedeltà, ed ubbidienza al nuovo Clementissimo Sovrano Giuseppe Napoleone Bonaparte Re delle due Sicilie, e di ubbidire in tutto e p[er] tutto alle Sue Sacrosante Leggi, giurandolo sul Vangelo. Dippiù promette di far rientrare nell’Ordine tutti gl’Individui traviati che formavano la di lui Massa, e di esser pronto a qualunque ordine e chiamata de V.[ostra] E.[ccellenza], ed altra grazia non implora, se nonche un Passaporto p[er] presentarsi in Napoli a piedi di S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro della Polizia Gen[era]le del Regno. E la grazia la riceverà ut Deus- Io P.[adre] Domizio Iacobucci promette q[ua]nto sopra, e spero la grazia- Ajello 21. 8bre 1806 – “(31).
Come mai anche i comandanti dell’insorgenza vennero a patti con il nemico tanto da giurare
“[…]fedeltà, ed ubbidienza al nuovo Clementissimo Sovrano Giuseppe Napoleone Bonaparte Re delle Due Sicilie, e di ubbidire in tutto e per tutto alle Sue Sacrosante Leggi, giurandolo sul Vangelo. Dippiù promette di far rientrare nell’Ordine tutti gl’Individui traviati che formavano la di lui Massa[…]”?
Sicuramente contribuì alla richiesta del perdono da parte dei soprannominati capi insorgenti il mutato scenario politico, la più precisa organizzazione militare delle truppe francesi, la disfatta dei comandanti dell’insorgenza quale l’ imprendibile ed audacissimo Fra Diavolo, la richiesta di perdono da parte di Giuseppe Costantini alias Sciabolone, le severe pene comminate a chiunque avessero trovato con le armi in mano e le notevoli perdite umane avute in ogni scontro con le bene equipaggiate truppe transalpine. Senz’altro gli scontri avuti il 20 Settembre 1806 (32) (vedi appendice) ove le truppe degli insorgenti persero oltre 120 uomini ( secondo quanto afferma il comandante Alò) più altri rastrellati e fucilati immediatamente in loco, come severo monito (ebbero anche numerosi feriti, fra cui Padre Domizio, sempre secondo il citato Alò ), fortemente contribuirono alla richiesta del perdono da parte dei sunnominati Piccioli e Padre Domizio, e anche, non ultima causa, la ormai perduta fiducia di vittoria finale: vittoria, che invece arrise, nel 1799, alla truppe sanfediste guidate dal cardinale Ruffo.
Sicuramente contribuì anche la “Real Indulgenza Pubblicata in Celano il dì 13 Ottobre 1806 “ sagacemente proposta dall’ accorta classe dirigente francese: chi infatti si presentava depositando le armi aveva salva la vita. E molti, sin dal giorno dopo, iniziarono a presentarsi consegnando le armi.
A noi sfuggono i motivi veri di tale “defaillance”, fu opportunismo politico, improvvisa scelta per aver salva la vita, per aver tempo per temporeggiare aspettando tempi migliori o altro?
Dallo “ Stato nominativo dei Capi Briganti, che Sono esisititi nella Sudetta Prov.[inci]a ( è la provincia dell’Aquila n.d.a) dal 1806 in Avanti nativi della medesima “ conservato nell’Archivio di Stato dell’Aquila (33) stilato dall’intendente dell’Aquila il 10 Dicembre 1811 appprendiamo:
“[…] Nomi e Cognomi Patria Osservazioni
Ermenegildo Piccioli Navelli Antico Cap[ita]no di Ferdinando; Capo, ed autore prin=/
cipale della Cospirazione, rivolta, e Brigantaggio/
della Prov.[inci]a nell’Estate del 1806. Si presentò, dopo essere/
stato varie Volte battuto, nel mese di 8[otto]bre di d.[ett]o Anno/
al Sig.[no]r Gen.[era]le Partenaux; e fu nominato Cap[ita]no/
Comand.[an]te di due Compagnie di Volteggiatori abruz=/
zesi formate dei Briganti presentati, che si misero/
in rivolta di nuovo in Navelli nel marzo 1807./
Arrestato nuovamente in Napoli per nuovi Cari=/
chi nel 1807, e giudicato per essi dalla Corte Crim.[ina]le/
di Napoli, Sortì in libertà sotto la Sorveglianza/
della Polizia.[…]
P.[adre] Domizio Iacobucci AJello Celebre Capo brigante Sotto gli ordini di Piccioli/
frate francescano nel 1806, Si presentò; nominato quindi Cappella=/
no di un Reggimento, andò in Ispagna, da dove di/
cesi essere disertato, e che Sia ora in Sicilia.[…]”.
Chiaramente si nota, laddove ce ne fosse stato bisogno, l’indomito spirito dei Nostri.
Lo storico napoletano Pietro Colletta (1775-1831) decrive, con stupore frammisto a meraviglia, i Nostri insorgenti nella sua importante opera “ Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 “ (34):
“[…] Fu quello editto ( è il proclama emanato da Roma l’8 dicembre 1798 da re Ferdinando ed inviato agli abruzzesi. Vedi pag. 1 n.d.r.) quanto voce di Dio; i popoli si armano, i preti, i frati, i più potenti delle città e de’ villaggi li menano alla guerra; e dove manca superiorità di condizione, il più ardito è capo. I soldati fuggitivi, a quelle viste fatti vergognosi, unisconsi a’ volontari; le partite, piccole in sul nascere, tosto ingrandiscono, e in pochi dì sono masse e moltitudini. Le quali, concitate da scambievoli discorsi e dalla speranza di bottino, cominciano le imprese; non hanno regole se non combattere, non hanno scopo fuorchè distruggere; secondano il capo, non gli obbediscono; seguono gli esempi, non i comandi. Le prime opere furono atroci per uccisioni di soldati francesi rimasti soli perché infermi o stanchi, e per tradimenti nelle vie o nelle case; calpestando le ragioni di guerra, di umanità e di ospizio. Poco appresso, inanimiti da’ primi successi, pigliarono la città di Teramo, quindi il ponte fortificato sul Tronto; e, slogati i battelli che le componevano, impedirono il passaggio ad altre schiere, mentre in Terra di Lavoro torme di volontarie adunate a Sessa, correndo il Garigliano, bruciato il ponte di legno, si impadronirono di quasi tutte le artiglierie di riserva dell’esercito francese, poste a parco su la sponda; e poi, trasportanto il facile, distruggendo il resto, uccidendo le guardie, desertavano quel paese. Le tre colonne dell’ala sinistra non più comunicavano tra loro, né con l’ala dritta, impedite dai Napoltani, che in vedetta uccidevano i messi e le piccole mani di soldati. Stupivano i Francesi, stupivamo noi stessi del mutato animo; senza esercito, senza re, senza Mack, uscivano i combattenti come dalla terra, e le schiere francesi, invitte da numerose legioni di soldati, oggi menomavano d’uomini e di ardimento contro nemici quasi non visti. E poiché lo stupore de’ presenti diviene incredulità negli avvenire quando ignorino le cagioni de’ mirabili avvenimenti, egli è debito della storia investigare come i Napoletani, poco innanzi codardi e fuggitivi, ricomparissero negli stessi campi, contro lo stesso nemico, valorosi ed arditi.[…]”
Personaggi, i nostri, che dovettero barcamenarsi in quei periodi burracosi quali, senz’altro furono, gli anni che vanno dal 1798 al 1811: dovettero giocoforza, mi si passi il termine, mettersi in gioco: dovevano scegliere per chi parteggiare: per il legittimo re, la patria, la religione o per gli invasori: i Francesi.
Nel periodo 1798-99, la quasi totalità, come chiaramente si evince dalle deliberazioni delle Università di Avezzano, Cerchio, Aielli e Tagliacozzo, da me visionate, furono a favore della legittima casa borbonica poi, in seguito, una consistente parte andò in favore dei nuovi arrivati: i Francesi. Peccato, però, che sia nei 4 citati comuni che in altri comuni marsicani non esistano le deliberazioni comunali che vanno dal 1806 in poi ( bisognerebbe fare una ricerca più attenta e meticolosa) e, quindi, è arduo stabilire quante e quali casate cambiarono casacca e perché.
Senz’altro, senza ombra di dubbio, furono figli del loro tempo e secondo coscienza e modus vivendi propri fecero la loro scelta anche a costo, come per molti fu, della propria vita.
La loro scelta fu giusta?
Sicuramente l’amor patrio, l’amore verso le istituzioni, il proprio re, la propria religione ed il proprio clan familiare influirono moltissimo per gli uni e, per gli altri, invece, influì la gran voglia di cambiamento e di mutare l’ordine costituito “ab immemorabile” in una società stantìa, decrepita ed immobile da vari secoli incapace a guardare verso il “ nuovo che arriva “ rimanendo sorda all’inevitabile ed improcrastinabile cammino dell’inclemente ed inarrestabile corso della “Storia” che tutto fagocita e trasforma alle proprie brame.
Senz’altro, e ci mancherebbe altro, furono uomini da essere rispettati in quanto per molti, sia dell’uno che dell’avverso fronte, tale scelta fu dettata unicamente dalla propria coscienza.
Ermenegildo Piccioli il 10 Settembre 1822 fu condannato prima a morte e poi graziato in quanto insieme a 66 compagni d’avventura partecipò, nella notte fra il 1° e il 2 luglio 1820, ai famosi moti insorgenti passati alla storia come i “ Moti di Nola” (26).
Le ultime notizie storiche, invece, per quanto riguarda Padre Domizio sono le sopradescritte ricavate dallo “Stato nominativo dei capi Briganti” redatto dall’Intendente dell’Aquila il 10 Dicembre 1811 dove figura il Nostro :
“[…]Celebre Capo brigante Sotto gli ordini di Piccioli/nel 1806, Si presentò; nominato quindi Cappella=/no di un Reggimento, andò in Ispagna, da dove di/cesi essere disertato, e che sia ora in Sicilia[…]”
Anche il di lui lontano parente Luigi Palerma ( 1889-1982 ) da me intervistato agli inizi degli anni ottanta del passato secolo, chiude l’interessante intervista, da me pubblicata sul Bollettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria (36), dicendo che Padre Domizio dovette fuggire in Spagna dove lo colse la morte.
Le citate notizie non rendono, purtroppo giustizia ai sopra citati personaggi e a quanti che, comunque, al di là di vuote, inutili e sterili demagogie, furono senz’altro attori di primo e secondo piano di quei tragici e nefasti avvenimenti dove entusiasticamente e forse anche ingenuamente si gettarono a capofitto nella ricerca anche, perché no, di tempi migliori.
Piace riportare, in chiusura, l’eroico operato dell’ insorgente filoborbonico l’avezzanese Matteo Novelli (37) che molto patriotticamente si comportò in quel frangente:
“[…]Magistrato e Regimento della Città di Avezzano/In Prov:[inci]a dell’Aquila./Attestiamo Noi so[ttoscri]tti Sindaco ed Amm:[inistrato]ri della Città sud.[dett]a,che/il Mag.[gnifi]co Matteo Novelli n[ost]ro Concittadino prima delle/luttuose vicende del n[ost]ro Regno, ed in tutta la du=/rata delle Medesime ha sempre appalesato il più/deciso impegno, ed attaccamento per la difesa della/Religione, dello Stato, e della Sovranità. Con/ogni sollecitudine, ed attività si armò in tutte/le minaccie d’in[n]imica invasione, ed armato ac=/corse in Capistrello, in Celano, in Cappelle, ed/in altri Luoghi del bisogno, per opporsi alle masse/del comune infame Nemico: unitam.[ent]e a q[ues]ta/intiera Popolazione lo inseguì, e perseguitò quan=/do ardì di transitare per q[ue]ste Contrade: sommi=/nistrò le proprie Armi in ogni occorrenza di/bisogno: invigilò continuam:[ent]e per impedire qua/lunque comunicazione, o commercio col Nemico,/facendo nelle porte di q[ue]sta Città, specialm.[ent]e nelli/giorni di Mercato, una Guardia esattissima; e/finalm.[ent]e non ha mancato di prestarsi alla/comune difesa, animando col proprio esempio le/
altre Genti; che anzi giunta la faustissima notizia/che l’amabile n[ost]ro Sovrano (D.[io] G.[uardi]) era approdato/ nel Molo di Brindisi, subito soprafatto da una/sincera gioja, si pose il d.[ett]o Navelli nel cappello/l’Insegna, o sia Coccarda del Re n[ost]ro Signore,/dando così esempio, e stimolo agli Altri.In somma/non ha mancato in tutte le circostanze di con=/tra segnarsi per vero Realista, per Uomo Onorato,/e per esemplare Cattolico. In onore del vero/abbiamo dat’ordine al n[ost]ro Canc:[ellier]e di scrivere/il p[rese]nte, che è stato da Noi firmato, e robo=/rato col solito popolar Suggello. In f.[ed]e Avez-/zano 20 Marzo 1800 :/Felice Mattei Sindaco/Francesco Giulj Amin.[istrator]e/Carlantonio Corbi Amin[istrator]e/Gius:[epp]er Cerri Canc.[elliere][…]”
Quale è stata la causa che, a soli 9 anni di distanza , ha fatto cambiare e quindi passare all’altra sponda gli eroi filo borbonici insieme agli altri galantuomini marsicani?
Quale è stato il motivo scatenante per questo repentino cambiamento?
E quale è stato il motivo per gli insorgenti del 1806, valorosi combattenti del 1798-99 ora denominati ” briganti “, a rimanere attaccati al proprio re e alla Casa Borbonica?
Il sogno di realizzarsi economicamente?Perché credevano al loro legittimo re? Perché avevano nel loro dna la passione per la difesa ad oltranza della loro patria e, quindi, come era avvenuto con le masse sanfediste comadate dal generale Ruffo, di riconquistare il regno di Napoli al loro legittimo re?
O cos’altro?
Quale la spinta che, a costo della vita, e gli insorgenti questo lo sapevano perchè sperimentato nella passata belligeranza contro le truppe Francesi del 1798-99, ha convinto loro di riprendere le armi?
Possibile che sia stato solo il miraggio di una novella ascesa sociale conquistata con l’arte della guerra come toccò al generale delle masse Giuseppe Pronio divenuto poi colonnello dell’esercito regolare borbonico?
O soltanto per essere additati quali personaggi appartenenti, con le loro gesta, alla storia?
O perché si ispiravano alle intrepide imprese avvenute nove anni prima realizzate dal suddetto Pronio o altri valorosi capimassa?
O semplicemente per vendetta dei torti subiti verso di loro o dei loro parenti?
Chissà.
Sicuramente contribuirono un diverso approccio alla cosa pubblica da parte dell’accorta classe politica francese molte, infatti, furono le Leggi promulgate a favore delle popolazioni in primis la nota legge dell’abolizione dei feudi emanata il 2 Agosto 1806 (37) primo vero passo verso l’emancipazione delle classi meno abbienti anche se, per la varità, bisognerà attendere ancora molti anni affinchè il sogno della vera emancipazione ed il motto ” Libertè, Egalitè, Fratenitè ” divenisse realtà; le varie leggi per l’affrancazione delle terre del Tavoliere di Puglia; la legge dell’istituzione dello stato civile (regio decreto 29 ottobre 1808 entrata in vigore il primo gennaio 1809 ) importante decreto che spezzò definitivamente il lungo retaggio monopolizzatore della Chiesa nel condurre la cosa pubblica ( stato civile e demografico) relativo agli individui facenti parte dello stato quale ente autonomo. Molti galatuomini toccarono con mano i benefici prodotti dalle leggi a loro favorevoli attraverso le quali, specialmente con la Commissione Feudale (39) e grazie alla sagace opera del “Commissario ripartirore nei tre Abruzzi de’ beni demaniali e feudali ” Giuseppe de Thomasis (40) che, come scrisse Benedetto Croce (41) ” potè dalla sua missione riportare a re Gioacchino l’annunzio di aver lasciato in quelle provincie tretamjila nuovi proprietari “. Forse sicuramente sta qui il segreto del fulmineo attaccamento della maggior parte degli abitanti del reame di Napoli verso il nuovo che arrivava, verso la regnante casa dei napoleonidi. E la città di Avezzano con i suoi amministratori verrà premiata nel 1811 con l’istituzione del nuovo distretto di Avezzano al quale verrà nominato primo presidente, il 5 settembre 1811, il pescinese Clemente d’Arcadia (42):
” MINISTERO DELL’INTERNO/Napoli 22 di Agosto 1811/Gioacchino Napoleone/Abruzzo/ulteriore, e di quei de’ distretti di Aquila, e di Cittàducale, non che formare il Consiglio/del nuovo distretto dei Avezzano;/sul rapporto del Nostro Ministro dell’Interno; Abbiamo decretato, e decretiamo quanto siegue/Art.[icolo] 1°/Sono nominati membri del Consiglio generale di detta provincia Giovanni Pica/di Aquila, e Giovan Camillo Tesone di Popoli, in luogo di Giovan Domenico Muzj impedito, per motivi di salute, e di Francesco Saverio Incarnati che passerà a far parte del/Consiglio del distretto di Avezzano./Art.[icolo] 2°/ sono nominati membri del Consiglio del distretto di Aquila Vincenzo Volpe di/Calascio, Beniamino Leosini di Preturo, e Vincenzo Corazzini di Achillopoli, in luogo/di Michelangelo Corsignani, e di Saverio Mascitelli, che faran parte del Consiglio del/distretto di Avezzano, cui appartengono, e di Domenico Corazzini impedito per motivo di salute./ Art.[icolo] 3°/sono nominati membri del Consiglio del Distretto di Città Ducale Antonio/Pasquali di Borghetto, e Dionisio Malatesta di Cantalice, in luogo di Maurizio/Orlandi, e di Francesco Mancini, i quali appartengono al distretto di Avezzano./Art.[icolo] 4°/Sono nominati membri del Consiglio di Solmona Francesco Serafini//di Scanno, e Gennaro di Loreto di Barrea, invece di Annibale Villa, e di Clemente/di Arcadia (sic), perchè appartengono al nuovo distretto di Avezzano (43)/Art.[icolo] 5°/sono nominati membri del Consiglio del distretto di Avezzano Michelangiolo (sic) Corsignani (44)/di Celano, Saverio Mascitelli (45), e Francesco Saverio Incarnati (46) di Gioja. Maurizio Orlandi (47)/di Avezzano, Francesco Mancini (48), Annibale Villani (49) di Balzerano (sic), Gio:[van] Battista/Masciarelli (50) di Magliano, Domenicantonio Marcangeli (51) di Casoli, Luigi Tomnasetti (52) di Celano, e Giovanni de Charis (52) di Morrea./Art.[icolo] 60/Il Nostro Ministro dell’Interno è incaricato della esecuzione del presente decreto/Firmato = Gioacchino Napoleone/Da parte del Re = Il Ministro di Stato = Pignatelli/Per copia conforme/Il Ministro dell’Interno “(54).
E con il “Decreto per la nuova ciroscrizione delle quattoridici provincie del regno di Napoli, n. 922 ” emanato da Parigi il 4 Maggio 1811 da Gioacchino Napoleone re delle Due Sicilie apprendiamo che nella provincia del II° Abruzzo Ulteriore vi figura anche il nuovo distretto di Avezzano con i relativi circondari di Avezzano, Gioia, Celano, Carsoli, Tagliacozzo, Pescina e Civitella Roveto. La sunnominata nuova circoscrizione come recita l’articolo 2 ” sarà eseguita dal primo luglio prossimo per tutte le amministrazione, eccetto soltano la finanziera, la quale la eseguirà dal dì primo di gennajo 1812 ” (vedi appendice ). Quindi come chiaramente si evince dal primo Luglio 1811 prende vita il nuovo distretto di Avezzano i cui circondari, come recitava la ” Legge, che determina i distretti del regno”, n. 272, emanata da Giuseppe Napoleone re di Napoli e di Sicilia ecc., facevano parte del distretto di Aquila: Celano, e Gioja; del distretto di Civita Ducale: Avezzano, Carsoli, Tagliacozzo e del distretto di Sulmona: Pescina e Civita Roveto (sic) (vedi appendice).
Il 14 settembre 1811, l’Intendente dell’Aquila, Simone Colonna de Leca, duca d’Alanno, inviava al sopracitato Clemente d’Arcadia, la seguente missiva:
” Aquila 14 7[settem]bre 1811 A S.[ua] E.[ccellenza] il M.[inistro] dell’Interno Eccellenza Le accuso la ricezione del suo pregevole foglio de’ 7 andante e del doppio estratto del Real decreto de’ 5 detto onde S.[ua] M.[aestà] ha nominato per Presidente del Consiglio del nuovo distretto di Avezzano il Sig. Clemente d’Arcadia di Pescina al quale ho passato uno degli estratti sopraddetti. G.[iorn]o 14 d.[ett]o Al Signor Clemente d’Arcadia di Pescina Con mio piacere vi trasmetto un estratto del Real decreto de’ 5 corrente con cui S.[ua] M.[aestà] vi ha nominato alle funzioni di Presidente del Consiglio del nuovo distretto di Avezzano. Favorite di accusarmi della ricezione della presente e di ottenere le superiori disposizioni allorchè sarà chiamata la convocazione del Consiglio cui dovete presiedere (segue una firma illeggibile n.d.r.).
Ed il Nostro riguardo al “sommo onore” ricevuto inviò la seguente risposta:
” Pescina li 11 Settembre 1811 Clemente d’Arcadia di Pescina Al Sig. Cavaliere Colonna di Leca Intendente della provincia Aquila colla sua pregiatissima de’ 14 stante in quanto pervenutami si è compiaciuta V[ostra] E[ccellenza] tramettermi un estratto del real Decreto de’ 5… S.[ua] M.[aestà] si è benignata di nominarmi alle funzioni di Presidente del Consiglio del nuovo Distretto di Avezzano. Assicurandola della ricezione dell’una, e dell’altro umilmente e col più vivo del cuore ….zio la prelodata M.[aestà] S.[ua] del sommo onore, che per effetto della real Munificenza, e contro di ogni mio merito mi ha dissimpegnato ed altresì V.[ostra] E.[ccellenza] dal piacere, che ha mostrato per siffatta … Designazione in mio favore. Mi starò poi, secondo la convocazione del Consiglio per essere a…./derlo nel tempo, che mi verrà del Consiglio per essere a …/derlo nel tempo, che mi verrà destinato. E rassegnandole intanto …. “.
La maggior parte dei proprietari dell’intera provincia dell’Aquila (56) furono riportati negli speciali e singolari specchietti riepilogativi compilati a proprio genio e gradimenti da parte dei vari intendenti pro tempore della provincia dove venivano messe a bella posta le qualità censuarie, intellettuali, morali e politiche dei cosiddetti “galantuomini” conservati nel fondo archivistico aquilano ( Intendenza, Serie I, Affari generali, Cat. 19 B. 4584, fasc. 12: Aquila carte relative a’ Consigli Distrettuali di Aquila, Cittraducale e Solmona ).
Il sopracitato Regio Decreto è il primo vero tassello che sancisce la supremazia, con l’istituzione del nuovo Distretto di Avezzano, della medesima città su tutto il territorio marsicano e da questa data, via, via fino agli anni ’80 del passato secolo, l’intera popolazione della Marsica ha cercato invano, purtroppo, di far diventare realtà l’agognato sogno di Avezzano provincia ( 1946 prof. Antonio Iatosti, sindaco di Avezzano; prof. Angelo Tirabassi, senatore; 1974 senatore avvocato Domenico Buccini; 1985 Sergio Cataldi sindaco di Avezzano [1982-1985 e 1985-1987] ed, infine, il deputato Ferdinando Margutti ).
” Divisione I. Napoli 14 di Aporile 1807./N° 1/IL MINISTRO DELL’INTERNO./All’Intendente della provincia dell’Aquila/Ho ricevuto, Signor Intendente, la mappa, che V.[ostra] S.[ignoria] Illustrissi]ma/mi ha trasmesso, dimondante i nomi degl’individuj proposti da’/decurionati pe’ Consigli distrettuali, e provinciali. Gliene passo/la notizia per sua intelligenza, e le rinnovo la mia stima/(segue firma illeggibibile n.d.r.)//
Consiglieri Distrettuali proposti Consiglieri prov[incia]li proposti
Distretto di Aquila Sig. M[arche ]se Dragonetti
circond.[ari]o Aquila Sig.[no]r Gius.[epp]e Manieri
sig.[no]r Francesco Guelfi di d.[ett]o
Bagno
Sig.[no]r Raniero Panacci – Ocre manca il soggetto richiesto
Sig.[no]r Vincenzo Ciccozzi di Rojo idem
Barisciano
Sig.[no]r Pasquale Colajanni di Baris.[cian]o Sig.[no]r Giosuè Carli
Sig.[no]r Francesco Frasca Calascio Giandomenico Volpe Calascio
Sabato di Felice S. Stefano Sig.[no]r Alberto Cardarelli S. Stefano
Sig.[no]r Gius.[epp]e Sericchi Castel del Monte Sig.[no]r Liborio Colella Castel del monte
Sig.[no]r B[er]n[ar]d[in]o Felice Poggio Picenze – manca il soggetto richiesto dalla L[egg]e
Paganica
Tommaso Tascione di Paganica Sig.[no]r Luigi Salvatore di Pag.[anic]a
Ignazio Nicola Vicintini Tempera Sig.[no]r Ant.[oni]o Vicentini Tempera
Celano
Michelangelo Bernardi Corsignani Celano Sig.[no]r Luigi Tomassetti Celano
Sig.[no]r Gius.[epp]e Barbati d.[ett]o Sig[nor]e Cristofaro Tabassi d.[ett]o
Sig.[no]r Nunzio Colabianchi Ovindoli manca il soggetto richiesto dalla L.[egge]
Sig.[no]r Lorenzo d’Amore Cerchio Sig.[no]r Venanzio d’Amore [Fracassi n.d.r.] di Cerchio
Gio:[van] Nicola Angeloni Ajelli Sig.[no]r Vincenzo Tomasetti Ajelli//
Consig.[lie]ri Distrettuali proposti Consiglieri provinciali proposti
Circ.[ondari]o Celano
Sig.[no]r Sante Carosi Paterno manca il Soggetto richiesto dalla L.[egg]e
Gregorio Milanetti Rovere Gregorio Masciarelli rovere
S. Demetrio Sig. Pasquale Cappelli S. Dem.[etri]o Sig.[no]r Dom.[eni]co Cajone Benani S. D[e]m.[etri]o
Int.o il Circond.[ari]o Int.o il Circond.[ari]o
Pizzoli
S.[ignor]r Pietrant.[oni]o Cecchetani Pizzoli Sig.[no]r Giuseppe Mascetti Popoli
Sig.[no]r Gius.[epp]e Tresco Barete Sig.[no]r Stefano Mosca Barete
Pietrant.[oni]o di Stefano Cagnano Sig.[no]r Domenico Pietropaolo Cagnano
Sig.[no]r Beniamino Leosini Preturo manca il soggetto richiesto dalla Legge
Capestrano
Francesco Saverio Migliorati Ofena Sig.[no]r Benedetto Giolj Capponi Capestrano
Giandomenico Chiola Ofena Sig.[no]r Francesco M[ari]a madonna Ofena
Gius.[epp]e Giannunzio Villa S. Lucia D.[otto]r Crescenza Mattozzi S. Lucia
Gio:[van] Batt.[ist]a Pulcini Bussi Carlo Francischelli – Bussi
Gioacchino di Alfonzo Colapietro Sig.[no]r Vincenzo Tigri Collepietro
Gio:[van]Fran.[ces]co Piggioli Navello Gius.[epp]e Onofri Navelli
Francesco Paolo Visionbi Castelv.[ecchi]o Carapelle Vincenzo Milani Castelv.[ecchi]o Carapelle//
Consiglieri Distrettuali proposti Consiglieri Prov.[incia]li proposti
Acciano
Sig.[o]r Dom.[eni]co Corazzini Acciano Sig.[no]r Lorenzo Galli Acciano
Gius.[epp]e Massucci Beffi Carlo Camilli Beffi
Giacomo Vicentini Castelvecchio Subequo Sig.[no]r Concezio Ginnetti
Camino Aloigantini Castel d’jeri Sig.[no]r Francesco Strozzi Castel d’jeri
Ermenegildo Celsi Fontecchio Sig.[no]r Vincenzo Galli Fontecchio
Simone Corsetti Goriano Sicoli Filippo Corsetti Goriano Sicoli
Romoaldo di Censo Gagliano Gaetano Casale Gagliano
Gius.[epp]e Montemurri Michele Ganacci
Giambatt.[ist]a Mariano Goriano de Navelli Sig.[no]r Luigi Filippi Goriano Valli
Ippolito Lucrezj S.[anta] M.[ari]a del Ponte manca il soggetto richiesto dalla L.[egg]e
Gioja
Saverio Mascitelli Gioja Emidio Mascitelli Gioja
Giandom.[eni]co del Papa Lecce Gio:[van]Alfonzo Chiola Lecce
Tornimparte
Nunzio Properzi Lucioli + Manca il soggetto Richiesto dalla L.[egge]//
Consiglieri Distrettuali proposti
Distretto di Solmona
Gentile Mazzara Solmona Vincenzo Mazzara
Pasquale Comparetti d.[ett]o Annibale Corvi Solmona
Gius.[epp]e M.[ari]a Corvi
Francescant.[oni]o Villapiana Bugnara Angelo Paparelli Bugnara
Giacinto Agnitti Anversa Arciprete Gaetano Gatta Anversa
Pacifico Finocchj Castrovalva manca il soggetto richiesto dalla L.[egge]
Evangelista Lussi Villalago Idem
Francesco Giovannucci – Prezza Nunzio Bavar i- Prezza
Introdacqua
Nicola Bonatibus Pettorano Filippo de Stefanis
Teodoro Nanni Campo di Giove Ferdinando Nanni Campo di Giove
Nicolandrea Ciotti Rocca valle Luigi de Meis
oscura (sic)
Civitella Roveto
Andrea Ferrari Balsorano Annibale Villa Balsorano
Castel di sangro
Salvatore Pitocchi – Castel di Sangro Patrizio Mancini – C. di Lorenzo
Marino Tondi – Forli Manca il Soggetto richiesto dalla L.[egge]
distrettuali Prov[incia]li
ove si dice buono, è p[er] informo di de Thomasis
Filippo Pace di Popoli Giandom.[eni]co Muzi di Popoli
Emmanuele Rossetti di Rocca casale Gius.[epp]e M.[ari]a de Santis di Roccaraso
clemente d’Arcadia di Pescina/buono Gius.[epp]e Iacone di Pescina
Filippo Petroni di Ortona a marsi/buono Gius.[epp]e Cesare di Ortona a marsi
Dom.[eni]co di Giulio di S. Sebastiano Giancaterino Gentile di Cocullo/buono
Gio:[van]fran.[cesc]o Alessandri di Collarmele Croce Cocco di Pescocostanzo
Giambatt.[ist]a Squarcia di Cucullo/ottimo Bartolomeo Amorosi di Pietransieri/buono
Giamb[attist]a Colacchi di Pescocostanzo/buono Panfilo Masci di Rivisondoli
Agostino Gasbarri di Rivisondoli Girolamo Angeloni di Roccaraso
Nunziato Patini Roccaraso dom.[eni]co de Amicis di Pratola
Micheole Tedeschi di Partola Giuseppe Pace di Vittorito
Fedele Bellei di Vittorito Carlo de Nobili di Pentima
Gianstefano Coletta di Pentima/buono Tolomeo Cappelli di Aquila
Gaetano M.[ari]a Antonucci di Rajano ” (57).
Interessantissimo è anche il documento, sempre tratto dallo stesso sunnominato fondo archivistico dove apprendiamo altre importanti notizie:
” Aquila 13 ottobre 1810 Il Presidente del Consiglio Generale di Provincia in Aquila/Al Sig.[no]r Cav.[alier]r Colonna de Leca Intendente della medesima./In riscontro de’ vostri pregiati fogli de’ 29 gennajo,/e de’ 3 caduto Marzo sulla rettificazione, e supplemento del/Consiglio Provinciale impostavi dal Ministro dell’Interno, accuso il ricivo della lista de’membri nominati da S.[ua] M.[aestà]/Dio (guardi) con decreto de’ 15 Gennajo 1808; e l’altra degli Indi-/vidui proposti dai decurionati per la elezione di essi ne’ Di-/stretti, elementi necessari; al dissimpegno. Incomincio dall’apporre in margine de’ nomi de’ Consiglieri attuali da voi da/temi in nota, quanto mi richiedete su ciascuno di essi; e/quindi passo alla surrogazione./
# Giuseppe Antonini Aquilano ottimo per zelo, capacitaà, amore della/Patria de’
Ricevitore G.[enera]le della Prov[inci]a vantaggi, e sollievo della prov.[inci]a/
e dal Real servizio inseparabile dalla/felicità ed affezione
de’ Popoli. Egli intervenne, e travagliò più di ogni altro/
nell’ultima sessione dell’anno scorso.
Domenico Pietropoli di Buon Galantuomo, che prestò la sua pre-/senza
Cagnano del Battaglione nell’ultimo Radunamento, ma/non fornito delle cognizioni
della Milizia Provinciale necessarie/di pubblica economia.
Benedetto Giulj/di Capestrano Agiato Galantuomo, di buone intenzioni/privo egualmente
de’ lumi necessarj/al dissimpegno. Egli non intervenne/
l’anno scorso, nè potrà intervenire/in futuro nell’epoca stabilita,
senza/abbandonare i più rilevanti interessi/di sua Famiglia
nel colmo della vendemmia, che forma la sua principale rendita.
# Cristofaro Tabassi (58) Gentil’uomo, distinto, e riflessivo, residen-/te in Celano, di
di Celano lodevoli intenzioni, che/prestò la sua assistenza nellì’ultima/
convocazione
# Vincenzo Mazzara Cava/ Idem
liere Solmontino
# Francesco Blasetti Galantuomo
benestante di Anrodoco//
# Alessandro Mastroddi (59) Dottore/ Galantuomo benestante, di professione/Avvocato da
di legge in Tagliacozzo me confermato Se[greta]rio/del Consiglio pieno di
attività, e di lumi, che ben sostenne il suo incarico
# Gio:[van]Domenico Muzzi di Uomo di legge, consumato negli affari/pieno di riflessione,
Popoli e di prudenza/che pure intervenne,e fece la sua parte/
il travaglio.
Crescenzo Mattozzi di/Ofena Giovane Avvocato, di Capacità e riflessivo/che intervenne,e
fece la sua parte nel/travaglio
# Croce Cocco di Pesco Costanzo Benestanti, ex Locati di Foggia, mrifles-/sivi, ed Onesti,
# Panfilo Muscio di Revisondoli ben’intesi degl’affari/di pastorizia, e del Tavoliere. Essi
pure/intervennero, e travagliarono in parte/nell’ultima
sessione//
Giuseppe Berardi Di questi Sig.[no]ri niuno intervenne, e dice-/si che taluni
x Stefano Mosca abbiano rinunciato per/lo loro avanzata età, per
Vincenzo Minicucci (60) indisposizioni, ed altre loro particolari circostanze
Annibale Corvi
Carlo Nobili
Circa i soggetti da potersi rimpiazzare, e sostituire ai mancanti,/bisogna in primo luogo avvertire di non potersi serbare a rigore/la proporzione, ed eguaglianza del numero ne’ Distretti, per/mancanza in taluni di essi di persone idonee, fornite de’ necessarj requisiti; onde io mi limito a nominarne alcuni di mia co-/scenza, lasciandone alla vostra nota prudenza la scelta, prese le necessarie informazioni/A Stefano Mosca di Barete potrebbe sostituirsi il figlio D.[on]/Antonio (61), ex visitatore delle Provincie di Abruzzo, di maggio-/re abilità del Padre, che hà rinunciato./D.[on] Gio:[van]Crisostomo Incarnati (62) Galantuomo di Gioja, Uomo consu-/mato nello studio legale, di cui hà date non dubbie ripruove/ed attualmente stà travagliando colla sovrana approvazione al/confronto, e rischiarimento delle Leggi Patrie col Codice Napoleo-/ne. Il//Cavaliere d.[on] Aurelio Mattei, Primario Gentiluomo di/Avezzano, Presidente mio antecessore./Don Giambattista Micheletti, Patrizio Aquilano, pieno di/onestà, e di lumi/D.[on] Baldassare Lanciano, abile, ed onesto Galantuomo di/Avezzano, un tempo Agente del Gran Contestabile Colon-/na./D.[o]n Vincenzo Mozzetti di Civoli hà la stessa idoneità ed/Onoratezza./D.[o]n Domenico Cajone Ricco Negoziante e Proprietario di/S. Demetrio, pieno di onestà. D.[o]n Carlo cappelli dello stesso/luogo, che lo somiglia nell’/agibile, penetrante, e riflessivo ne’ privati, e ne’ Comuni interessi./
Gio:[van]Domenico Volpe di Calascio Illuminati, ex Locati/del Tavoliere di Foggia,
Luigi de’ Meis di Rocca Valle Oscura possidenti, ed onesti/ch’è quanto devo in
adempim.[en ]to, mentre con profondo ossequio
mi/soscrivo./
P.S. In q[ue]sta occasione vi porgo sovvernirvi di quanto con altra//altra mia vi dedussi per l’antecipaz.[ion]e in settembre della/seduta del Consiglio G.[enera]le Essendo l’Epoca de’ 15 Ottobre/nel Colmo della vendemmia la più disastrosa in questa/Provincia/Gio:[vanni] Dragonetti (è scritto di propria pugno dal sopramenzionato presidente Giovanni Dragonetti n.d.r.).
Da come chiaramente si evince tutti, tranne qualche sporadico caso, abbracciarono la causa francese.
Illuminante è un documento rinvenuto sul cadavere del capomassa Giusppe Monaco di Introdacqua “ Capitano delle milizie Provinciali nel passato Governo” e “ Colonnello de’ Reali Eserciti, e Comand.[an]te del Corpo Voltante” ucciso in uno scontro a fuoco , insieme al proprio figlio Pasquale, avvenuto nei pressi di Pescina il 4 Ottobre 1807, i quali, benché accerchiati dalle truppe francesi, non vollero arrendersi e preferirono morire combattendo:
“Popoli tutti delle Amene contrade dell’uno e L’altro nostro Apruzzo, se il naturale diritto, e la giusta necessità di mantenersi liberi e salvi, renderà lecite le battaglie; con cui gli Antichi Romani si difendevano da’ nemici, che gli assalivano, quanto più si deve dire che militi a nostro favore la stessa ragione, avendo il dritto, e nella necessità ritrovandoci di preservare a ingiusti usurpatori il Trono, le nostre sostanze, la libertà, L’onore, La vita, e la stessa Religione, che professiamo? Vi sovvenga sulle prime, che Ferdinando quarto nostro legittimo, e amabilissimo Sovrano con sacrileghe maldicenze fù notato dagli Ingiusti Agressori non meno, che da molti infedeli Suoi Sudditi, e da quelli specialmente, che furono gratificati dal medesimo, e garantiti, colla nota d’infame, e Tiranno nota, che va smentita col fatto, giacchè egli da magnanimo con Reale magnanimità perdonò a tutti i Felloni, sino a richiamarli dalle pene, a cui erano stati giustamente condannati; reintegrandoli appieno delle robe confiscate non meno, che degli uff[i]zi, e posti nei quali d’apprima erano. Ad onta però di tanta beneficenza, chi mai Sarrebbe creduto? I Felloni anziche arrendersi, si sono vie più inzolenbili in garantir il Nemico intruso, chi senza senso di umanità fa strage degli Uomini, rende esauste le Comuni tutte, e senza menomo riguardo ai Sacerdoti ai Religiosi, e ai stessi santuarj, contro ciò che maliziosamente in un Suo manifesto ripromettea. A voi dunque Populi tutti del nostro fioritissimo Regno, A voi si appartiene all’armarvi una coi zelanti di gia usciti in Campo contro/gl’interni, ed esterni nemici, i quali con subite scorrerie i nostri confini soprendono; e più a maniera di- Ladri che di Soldati, le robe di ciacuno ne depredono, e quello più fa orrore L’onore ancora delle nostre Donne. Riflettete altamente che il nostro Piissimo Amoroso Sovrano Ferdinando quarto per Divina disposizione sortì i suoi illustri natali dalla Reale, Antichissima Stirpe Borbona; nacque in questo nostro Aminissimo Cielo, e dalla Provvidenza ci fù dato per Re. All’opposto il Buonaparte è un Estero, di cui non si sa, se per Legittima, o illegittima Discendenza da vile Schiatta sia oriundo. A voi finalmente Ricorre la stessa Religione che professiamo, e come un’anziana Madre, La quale posta in pericolo, rivolgesi per ajuto A Suoi diletti Figliuoli, e vi supplica, e vi scongiura ad impedire il guasto della Chiesa, La incominciata rovina dei Monasteri, e Monaci, gli obbrobrj dei Sacerdoti La profanazione de Sacramenti, Lo spoglio dei Santuarj, lo scherno delle Croci, degli Altari, e di Gesùcristo medesimo. Questi sono i giusti motivi, che ci hanno indotto a prender le Armi, a discendere nell’arena contro gl’inimici; e questi pure devono muovere gl’animi vostri ad accrescere la nostra Armata, a sovvenirci nei bisogni, senza timore, ne delle vostre sostanze, ne della vita ne dell’onore; perché ci avvenga richiamare la primiera, smarrita pace, toglier di vita i Felloni, ove sono, e per fine morire in seno alla vera F[e]de di Gesucristo.”(64)
Ed ecco spiegato forse anche perché gli insorgenti filo borbonici furono molto duri nei confronti dei galantuomini che, a loro dire, avevano tradito la causa comune in quanto, come si evince nelle sopra riportate deliberazioni dell’Università di Avezzano, appena otto anni prima, erano tutti attaccatissimi al loro legittimo re Ferdinando IV.
I Galantuomini filofrancesi come si comportarono dopo, durante la Restaurazione Borbonica?E la classe dirigente nelle altre rivoluzioni del 1820-21,del 1848 e del 1860-61?
Eloquente, per quanto riguarda la città di Avezzano, è “ l’elenco dei sindaci di Avezzano dal 1807 ad oggi”(65):
“ GASPARE ORLANDI dal 05/09/1807 al 11/01/1809 SINDACO
MAURIZIO ORLANDI dal 12/01/1809 al 25/02/1810 SINDACO
ASCANIO ALOISI dal 26/02/1810 al 12/07/1810 SINDACO
SERAFINO MATTEI dal 13/07/1810 al 16/01/1815 SINDACO
MAURIZIO ORLANDI dal 17/01/1815 al 15/10/1816 SINDACO
GIOACCHINO COLACICCHI dal 16/10/1816 al 01/02/1820 SINDACO
BARTOLOMEO ALOISI dal 02/02/1820 al 23/11/1821 SINDACO
AURELIO MATTEI dal 24/11/1821 al 29/03/1823 SINDACO
LORETO ORLANDI dal 30/03/1823 al 22/02/1825 SINDACO
ANGELO DI VIRGILIO dal 23/02/1825 al 10/05/1828 SINDACO
AURELIO MATTEI dal 11/05/1828 al 05/01/1830 SINDACO
LORETO ORLANDI dal 06/01/1830 al 27/03/1831 SINDACO
BARTOLOMEO ALOISI dal 28/03/1831 al 02/01/1833 SINDACO
AGOSTINO IATOSTI dal 03/01/1833 al 12/04/1836 SINDACO
FRANCESCO PORCARI dal 13/04/1836 al 23/03/1839 SINDACO
VINCENZO IATOSTI dal 24/03/1839 al 29/03/1845 SINDACO
BERARDINO IATOSTI dal 30/03/1845 al 13/04/1848 SINDACO
LADISLAO MATTEI dal 14/04/1848 al 25/07/1851 SINDACO
AGOSTINO IATOSTI dal 16/07/1851 al 16/08/1854 SINDACO
VINCENZO DECLEMENTE dal 17/08/1854 al 10/10/1858 SINDACO
NICOLAI IATOSTI dal 11/10/1858 al 06/08/1860 SINDACO
EMMANUELE IATOSTI dal 07/08/1861 al 30/03/1861 SINDACO
PARIS MATTEI dal 31/03/1861 al 15/06/1864 SINDACO
ENRICO MATTEI dal 16/06/1864 al 09/03/1867 SINDACO
NICOLAI IATOSTI dal 10/03/1867 al 14/04/1869 SINDACO
ENRICO MATTEI dal 15/04/1869 al 26/06/1876 SINDACO[…]”
ed eloquenti sono anche le liste dei maggiori “possidenti” della Marsica riportati in appendice.
E’ ingiusto, secondo me, ancora oggi etichettare i nostri personaggi “briganti” come li chiamarono gli ufficiali dell’esercito invasore ed i filo francesi.
A distanza ormai di ben più di 200 anni è tempo anche per loro di essere rivalutati e posti nella giusta considerazione: i Nostri erano dei partigiani, dei combattenti, dei patrioti, degli insorgenti, degli eroi appartenenti alle cosiddette culture subalterne, i quali erano stati educati al rispetto della patria, delle leggi, della religione, della famiglia e dei propri legittimi monarchi. Gli altri, i contendenti, erano per l’ uguaglianza, senza se e senza ma, fra gli uomini e convinti assertori che tutti gli uomini, al di là del colore della pelle o del loro credo religioso e politico, hanno gli stessi diritti: nessuno può essere padrone del proprio simile da ridurlo in schiavitù; nessuno comanda altri per diritto di nascita: “ Libertè, Egalitè, Fraternitè “ questo fu il loro motto.
La rivoluzione francese è stato il primo importante passo verso il lontano, sofferto e quasi irrangiungibile traguardo della vera emancipazione dell’uomo.
“ Libertè, Egalitè, Fraternitè “ quel messaggio caro ai rivoluzionari francesi fu recepito nel giusto modo?
Veramente i rivoluzionari fuono Liberi, Uguali e Fratelli ?
Ancora oggi, purtroppo, dobbiamo constatare che nel mondo esistono nette disuglianze sia fra le nazioni cosiddette civili sia fra le nazioni cosiddette incivili sia fra gli stessi abitanti delle medesime nazioni. Altrimenti come spiegare le guerre, i campi di sterminio, l’odio incoercibile fra etnie della stessa nazione, la povertà nel mondo, i soprusi verso il proprio simile, il razzismo, i danni verso la natura ormai quasi degradata irreversibilmente ?
Saprà l’uomo debellare l’ignoranza, fonte di tutti i mali della Terra, che ancora oggi purtroppo regna invitta nel mondo?
Si chiede venia al gentile lettore se ad ogni deliberazione del consiglio dell’Università di Avezzano vengono riportati pedequissimamente tutti i nominativi dei partecipanti all’assise civica: vuole essere il Nostro un piccolo contributo al ricordo delle casate avezzanesi che purtroppo, a causa del “tempo” e del catastrofico terremoto del 13 Gennaio 1915 sono definitivamente scomparse, e vuole essere, il nostro, anche un piccolo ricordo verso personaggi ignoti che, loro malgrado, furono attori e comparse di quei forti, cruenti, nefasti e nefandi episodi che la Storia aveva loro riservato.
Cerchio, lì 19.9. 2023
Si ringraziano agli amici Mario Palerma e Maurizio Di Censo per il loro supporto durante le ricerche presso l’Archivio di Stato dell’Aquila.
NOTE
- Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano, E. 3.102. Il citato proclama è accompagnato dalla seguente missiva: ” Ill[ustrissi]mo Sig.[no]re Il re ha diretto un Proclama a’ suoi Amati e fedeli Popoli di cotesti Abruzzo, che i Francesi minacciano d’invadere. Ne rimetto in istampa, affinchè ella subito li trasmetta a tutti gli Ecclesiastici della sua Diocesi, con ordine di predicarne in tutti Luoghi l’armamento, e la difesa. Faccia loro sentire V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma che i Ministri dell’Altare sono i primi interessati ad impedire ogni progresso del nemico. Dove i francesi sono penetrati, le Chiese sono state distrutte, rovesciate, profanate, ed i ministri di Dio spogliati di tutto, e poi condannati ad una morte ignominiosa. Faccia V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma sentire ad essi tutte queste verità. Animi i Pastori, e gli Ecclesiastici a predicarne col crocifisso in mano. Faccia V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma//che i preti predichino al Popolo le illusioni delle premesse ingannatrici, che i Francesi fanno. Hanno promesso in fatti di rispettar tutto prima di entrare negli Stati, che hanno invasi ma posto che vi hanno avuto il piede, niuna parola hanno mai serbato: hanno annientata la Religione: hanno tutto distrutto, e saccheggiato: hanno tolto l’onore alle donne, ed hanno uccisi e massacrati tutti i buoni. Dia V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, col solito zelo per lo Stato, e per la religione, il primo l’esempio della predicazione, e del coraggio per la difesa di Dio, del nostro padre, e Re, dell’Augusta Sovrana confida in V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e spera da lei ogni efficace provvedimento nelle attuali circostanze. La M.[aestà] S.[ua] comanda inoltre che V.[ostra] S.[ignoria] Ill.[ustrissi]ma disponga i più bravi e//probi Ecclesiastici Regolari, e Secolari, che accompagnino le Popolazioni che si armano, e che vanno contro l’inimico; animando la gente, e predicando alla medesima. Sua Maestà vuole inoltre una distinta nota da V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma di tutti gli ecclesiastici, che si distinguano attualmente nell’animare il Popolo alla difesa, affinchè la M[aestà] Sua subito possa ricompensarli: e comanda che V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma ne palesi questa benefica intensione della M.[aestà] S.[ua] a tutti gli Ecclesiastici della Sua Diocesi. nel Real Nome comunico tutto ciò a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma pel sollecito, ed esatto adempimento. Napoli 10 Dicembre 1798. Ill[ustrissi]mo Sig.[no]re Il Principe de Cortelenza ( più sotto è scritto: ” Monsig.[no]r Vescovo di Marsi” n.d.r.).
- Tale importante manoscritto inizia con la deliberazione del 26 Maggio 1785 e finisce con la deliberazione del 27 Settembre 1801. Conserva ancora la originale copertina in cuoio ed è composto da 242 fogli. Misura mm.270 per 240. Vedi anche D’Amore F. : “ Giacobini e Sanfedisti nella Marsica: spirito pubblico e classi sociali durante l’invasione francese dell’Abruzzo aquilano “, in “ Il 1799 in Abruzzo Atti del convegno Pescara-Chieti 21-22 Maggio 1999 a cura di Umberto Russo, Raffaele Colapietra, Paolo Muzi “ Vol. I, Deputazione Abruzzese di Storia Patria negli Abruzzi, Edizioni Libreria Colacchi L’Aquila 2001, gruppo Tipografico Editoriale L’Aquila, 2001.
- Aurelio Mattei (vedi nota 26).
- Fu iscritto nella vendita carbonara del Comune di Avezzano denominata “Li Marsi nemici del dispostismo” avente come emblema un drago ucciso a colpi di lancia da un uomo, composta da 128 adepti ( Jetti G.:” Cronache della Marsica (1799-1915)”, Luigi Regina Editore, Napoli 1978. “[…]62. Mattei Serafini (sic) – Proprietario – Maestro A’ 26 7[settem]bre fu proposto deputato del dicastero. A’ 30 8[otto]bre per fondatore della vendita di Capistrello […]”, Archivio di Stato di Napoli, 4623, Ministero di polizia generale, II numerazione. Fu sindaco di Avezzano dal 13 luglio 1810 al 16 gennaio 1815.
- Francesco Porcari fu sindaco del comune di Avezzano dal 13 aprile 1836 al 23 marzo 1839.
- Gaspari Orlandi fu sindaco del comune di Avezzano dal 5 settembre 1807 all’11 gennaio 1809.
- Del notaio Felice Sorge si conservano nell’Archivio di Stato dell’Aquila gli atti rogati dal 1779 al 1807. Speranza U. : “ Sergnalazioni di Fonti Notarili inedite per la Storia della Marsica- Anni 1506-1810”, BDASP, Annata LX-LXII = 1970-1972 – XCI-XCII dell’intera collezione, L’Aquila, Tipografia Labor, Sulmona 1974.
- Iscritto alla vendita carbonara del comune di Avezzano. Jetti. G. : “Cronache della Marsica op. cit.”. Di questi si conservano nell’ Archivio di Stato dell’Aquila gli atti rogati dal 1804 al 1810; stipulò fino al 1845. Speranza U. : “ Segnalazioni di Fonti op.cit.”.
- Iscritto nella vendita carbonara del comune di Avezzano. Jetti G. : “ Cronache dela Marsica op. cit.”.
- Tommaso Brogi Tommaso (Tommaso Felice Antonio) Brogi, nacque ad Avezzano il 2 Aprile 1754 da Nicola e Caterina Lolli ed ivi morì il 15 Dicembre 1827, all’età di 73 annni. Visse sempre, in quanto rimase celibe, con il fratello Giuliano e la cognata Cecilia Piccolini e con gli amati nipoti, figli di questi ultimi: Giambattista, Nicola, Giuseppe, Ambrogio e Caterina. Quando Caterina ( 1799-1831) convolò a giuste nozze, il 6 Marzo 1827 con il proprietario cerchiese Liborio Tuccieri ( 1803- 1889), presenziò alle nozze in qualità di testimone. Il Nostro fu avvocato, ricercatore e raccoglitore di antichità. Fu eletto alla onorevole carica di “ Luogotenente e giudice della regia Doganella del Ripartimento di Pescina “ (1794-1802). Fu membro dell’Arcadia e socio del Regio Isituto d’Incoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli. Fu iscritto alla vendita carbonara del Comune di Avezzano denominata “ Li Marsi nemici del dispotismo” avente come emblema un drago ucciso a colpi di lancia da un uomo, di cui era Gran Maestro Gialloreto Tomassetti. La sopracitata vendita era composta da 128 adepti su una popolazione di 2790 abitanti ( G. Jetti “ Cronache della Marsica [1799-1915]” Luigi Regina Editore,Napoli, 1978). Il Nostro figura come “ Broggi Tommaso Sett:[ari]o di sentimento” insieme ai nipoti, figli di Giuliano: “ Broggi Gio:[van]battista Visitatore della vendita” e “ Broggi Nicola Maestro di cerimonie. Deputato per aprire le vendite nel circondario di Tagliacozzo” (Archivio di Stato di Napoli, Ministero di polizia generale, II numerazione, b. 4623,I,f.159. Al frontespizio si legge: ” Provincia/del II° apruzzo ulteriore/Registro/di/Polizia”). Fu amante della storia municipale e attento osservatore dell’ambiente che lo circondava interessanti infatti sono “ La lettera del signor Tommaso Brogi d’Avezzano ai compilatori del Giornale Enciclopedico di Napoli ” pubblicata nel 1807 sul Giornale Enciclopedico di Napoli e la relazione manoscritta “ Sul lago Fucino, e le sue escrescenze: progetti per bonificarlo colla descrizione dell’Emissario di Tiberio Claudio; e sulla necessità di riaprirlo ” dato recentemente alle stampe dalla benemerita Casa Editrice Kirke di Cerchio(AQ), 2012, recante una ottima prefazione dell’editore nonché storico Antonio Maria Socciarelli che oltre alla introduzione, trascrizione e note cura anche un esauriente profilo biografico del Nostro a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. Come chiaramente si evince Tommaso Brogi senz’altro rappresentò nel panorama della nostra sub regione marsicana una figura degna di rispetto. Sicuramente il Nostro scrisse altre opere tanto forte era il suo impegno verso la sua terra natìa però, al momento purtroppo, non sappiamo nulla : speriamo che il Tempo sia galantuomo nei suoi confronti e ci aiuti a dipanare la nostra congettura.
- Maurizio Ornadi, vedi nota 46.
- La vita del generale Giuseppe Pronio, nato ad Introdacqua il 20 Febbraio 1760 e morto a Napoli il 26 Gennaio 1804, all’età di 44 anni circa è costellata da innumerevoli episodi che fecero molte presa specialmente presso il popolo minuto in quanto tale personaggio era assurto agli onori della cronaca per la sua possanza fisica e per la sua temerità: “[…] Giuseppe Pronio[…] era alto ed aitante della persona, e dotato di una forza erculea, mostrava un’audacia ed un coraggio che rasentavano la temerità. Di carattere fiero ed indipendente, non tollerava soprusi e violenze da qualsiasi parte venissero, e fu per questo ch’era assai stimato e temuto. Non gli riuscì punto difficle raccogliere sotto di sé un gran numero di genti, perché col suo nome, con la sua alta statura e con lo starodinario coraggio di cui aveva dato tante prove, egli esercitava un fascino sulle masse. Ed a questo proposito si racconta ch’era giunta a tal punto la fiducia ch’egli sapeva ispirare ai combattenti, ch’era da essi ritenuto invulnerabile. La guerriglia ch’egli conduceva con molta abilità contro i francesi consisteva, quando trovavsi di fronte alle loro forze superiori, in frequenti sorprese ed imboscate, e nel non dar mai tregua al nemico. Era per giunta un perfetto tiratore e non falliva mai il bersaglio[…]” da meritare, da parte della regina Carolina, il soprannome di “Gran Diavolo “. Vedi Coppa-Zuccari L. “ Notizie biografiche sul capomassa Giuseppe Pronio d’Introdacqua( 1760-1804”, Rivista Abruzzese, 1919. Vedi anche Amiconi F.:”Parasitt il brigante che morì due volte”, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2015.
- Grasciere,funzionario municipale addetto alla verifica della genuità dei generi alimentari o alla loro distribuzione.
- L’assise è una seduta di particolari tribunali, specialmente negli ordinamenti del diritto romano, medievale e italiano. Originariamente, nell’antica Roma, l’assise (latino: assisa, da assidere, “sedere”) indicava le sedute dei giudici nei municipi[…]. In seguito, nel corso del Medioevo, il termine passò ad indicare le sedute delle corti feudali, cioè le riunioni dei signori feudali e dei loro vassalli, aventi funzioni giurisdizionali. In tale contesto l’assise rappresentava non soltanto la seduta del tribunale, ma le decisioni stesse da questo assunte, con valenza sia giudiziaria che legislativa.[…] l’assise può inoltre essere riferita alle raccolte stesse delle decisioni emanate dalle corti feudali[…]http://wikipedia.org/wiki/assise 21/09/2013.
- Macellaio.
- Attualmente tale lettera non è allegata.
- Giovanni Salomone, nacque a Barisciano nel 1759 da Don Antonio e Donna Anna Maria Mancini. Morì nel paese natìo, all’età di 88 anni ed otto mesi, il 18 Giugno 1848 di professione “Maresciallo ritirato” come si legge dal suo atto di morte trascritto al numero d’ordine 29 degli atti di norte del comune di Barisciano. Vedi Amiconi F.(a cura): “ La Guerra de’ popolani co’ Francesi “, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2021. Giuseppe Rivera “ L’invasione francese in Abruzzo (1792-1799)”, Studio Bibliografico Adelmo Polla, Cerchio, 1981.
- Tali lettere attualmente non sono allegate.
- Giovan Battista Rodio, nato a Catanzaro nel 1777 e fucilato a Napoli in piazza del Mercato il 27 Aprile 1806.Dall’EnciclopediaTreccani apprendiamo :”[…] Rodìo, Giambattista, marchese. Uomo politico ( Catanzaro 1777- Napoli 1806).Dopo una breve adesione alla Repubblica napoletana del 1799, passò alla parte sanfedista: con il grado di brigadiere, collaborò alla restaurazione dei Borboni nel Mezzogiorno e all’occupazione di Roma. Creato marchese, preside della provincia di Teramo (1801), commissario in Puglia (1804) e luogotenente del re in Abruzzo (1805), fu fatto prigioniero durante l’invasione francese ( 1806).Assolto dall’accusa di brigantaggio, fu fucilato per decisione arbitraria di A.-[…]”. Il celebre avvocato Francesco Lauria (1769-1828)”[…] assunse la difesa di Giovan Battista Rodio, incaricato dal Borbone di organizzare la resistenza ai Francesi, che nell’aprile del 1806 fu condannato a morte come brigante con una procedura che suscitò proteste: giudicato da una commissione militare, fu assolto perché arrestato in divisa( e quindi da ritenere combattente regolare), ma per ordine del governo fu giudicato il giorno dopo da un’altra commissione militare e condannato[…]” Dizionario biografico degli italiani.volume 64 (2005), http:www.treccani.it/enciclopedia/francesco-lauria_(Dizionario-biografico)/. Il Nostro fu Giustiziato a Napoli, in piazza del Mercato, il 27 Aprile 1806. “[…] Giovan Battista Rodio nacque a Catanzaro nel 1777; di buona famiglia divenne avvocato; ma la vita gli riservava ben altro destino. Impulsivo e coraggioso, di grandi ideali, seguì il Ruffo nella spedizione del ’99, e quindi fu a capo di una parte delle truppe che invasero la Repubblica Romana. Scrive Isabella Rauti:<<…L’audace giovanissimo Rodio(…)presto e bene si impose in tutto il Circeo, con un gruppo di comandanti spericolati. Rodio avanzò metodicamente: occupava paesini, al posto degli abbattuti alberi della libertà inalberva nelle piazze la croce e la bandiera di Re Ferdinando, nominava nuovi reggitori e, quando doveva affrontare i francesi, andava allo scontro “muro contro muro”, come se comandasse a sua volta un esercito regolare. Lanciò un suo “proclama” politico a Veroli; battè i francesi in uno scontro frontale a Valmontone; il 9 Agosto si attestò a Frascati e con un suo “distaccamento” mise in fuga il presidio francese di Marino, inseguendolo sino a pochi chilometri da Roma >>. Nel proclama di Veroli si firmava “ Nobile Patrizio della città di Catanzaro in Calabria Ultra, Commissario in capo di Guerra, Tenente Colonnello de’ Reali Eserciti di S.M. Siciliana, e comandante in Capo della Divisione dello Stato Romano, che forma la vanguardia della Grande Armata Cristiana “. Negli anni seguenti continuò la guerra ai francesi, finchè entrò in contatto con la Regina M. Carolina, mettendosi ai suoi diretti ordini. Divenne poi prima Brigadiere, poi preside di Teramo e quindi di Cosenza, cavaliere dell’Ordine Costantiniano e infine Marchese(…). Nel 1804 venne inviato come Commissario Regio presso il Gen. Saint Cyr, compiendo un’ottima opera di “seminatore di zizzania” fra i generali francesi e italiani. Al principio del 1806 fu spedito in Abruzzo con un corpo di cavalleria regolare con incarico di organizzare la controrivoluzione. In Puglia poi, mentre i francesi invadevano il Regno, fu fatto prigioniero di guerra e, in effetti, la Commissione militare, presieduta dal colonnello Cassan, ritenendo che non si potesse reputare “brigante” un Commissario Regio incaricato dal suo Governo di provvedere alla difesa di provincie non ancora occupate dai francesi(…) assolse l’imputato, mercè anche l’abile difesa di se stesso che il Rodio seppe tenere. Ma siccome i veri briganti erano altri, il Massena, senza tenere in alcun conto la decisione della Commissione, il giorno stesso ne nominò un’altra straordinaria, che giudicò in ventiquattr’ore il prigioniero, e, naturalmente, lo condannò a morte. Il marchese Rodio vegliò in serenità tutta la notte, quindi si confessò, prese i Sacramenti, e morì con coraggio e abnegazione, non ostante dovesse subire pure l’umiliazione di venire fucilato alle spalle come i traditori( traditore di che, poi?), in piazza del Mercato a Napoli. Riporta il Lemmi da un brano del Diario Napoletano:<< Dal suo confessore ho sentito che ricevette la sentenza di morte con l’infinita costanza, e stiede in piedi di quello sino alle ore quattro d’Italia della sera stessa. Questa mattina si è riconciliato e, munito del Ss. Sacramento, è andato a morte. Si è inteso questa che il sacerdote che lo ha accompagnato andando a morte sia stato arrestato perché gli ha posta tra le mani una palma insinuandoli essere quella del martirio>>. Massimo Viglione, “La Vandea Italiana”. Le insorgenze controrivoluzionarie dalle origini al 1814”, Milano, 1995, Effedieffe,in “ http://lecalabrie.forumup.it/abaout282-lecalabrie.html” 09/07/2013.
- Dalla cronologia della vita del Cardinale Fabrizio Ruffo posta in appendice ne “ La lunga marcia del Cardinale Ruffo alla riconquista del Regno di Napoli” Collana di testi e documenti rari del Risorgimento – A cura di Mario Battaglini, Editore A. Borzi- Roma 1967, ristampa dell’ “ Itinerario di tutto ciò ch’è avvenuto nella spedizioni dell’Eminentissimo Signor D. Fabrizio Cardinal Ruffo vicario generale per S. M. nel Regno di Napoli per sottomettere i ribellanti Popoli di alcune Provincie di esso fedelmente descritto dal padre fra Antonino Cimbalo dell’Ordine de’ predicatori sotto gli auspici della Sacra Reale Maestà di Maria Carolina Regina delle Due Sicilie ec. ec. ec. Napoli Da’ Torchi di Vincenzo Manfredi con licenza de’ Superiori MDCCXCI, apprendiamo: “ 1. Cronologia della vita del Cardinale Fabrizio Ruffo 1744 16 settembre- nasce a S. Lucido di Calabria il 16 Settembre 1744 dal duca di Baranello, Don Litterio Ruffo e, da Donna Giustiniana dei Principi Colonna. 1748 Viene portato a Roma per essere educato dallo zio, Cardinale Tommaso Ruffo. 1775 15 febbraio- Viene eletto Papa, Pio VI. 1781 16 febbraio- Viene nominato Tesoriere Generale, e dà vita ad un complesso legislativo in materia tributaria e fiscale. 1786 30 aprile- Pubblica l’editto generale delle gabelle. 1787 Fa costruire, nell’Isola Sacra, la Chiesa del Santissimo Crocefisso. 1789 Organizza le fortificazioni di Ancona e di Civitavecchia. 1791 29 settembre- E’ creato Cardinale in pectore, dell’ordine dei Diaconi. Cessa dalle funzioni di Tesoriere Generale. 1794 21 febbraio- Viene resa pubblica la nomina a Cardinale con la diaconia di S. Angelo in Pescaria e successivamente di S. Maria in Cosmedin e di S. Maria in Via Lata. Novembre– Viene richiamato in Napoli e nominato Intendente a Caserta con l’incarico di migliorare gli opifici di S. Leucio. 6 dicembre – Viene investito dal Re di Napoli della Abbazia di Santa Sofia in Benevento. 1799 25 gennaio – 21 giugno – Campagna contro i francesi e i Repubblicani. Nomina a Vicario Generale. 29 luglio – Cessa di essere Vicario Generale e viene nominato Luogotenente Generale. 29 agosto – Muore a Valenza il Papa Pio VI. Novembre – Parte per Venezia per partecipare al Conclave. La Luogotenenza passa al Principe del Cassaro. 1800 marzo – A Venezia viene eletto Papa Pio VII. 9 luglio – viene nominato, da Pio VII, membro della Congregazione Economica insieme con i Cardinali Borgia, Antonelli, Doria e Carandini. 1806 gennaio – Viene nominato dal Re di Napoli Ambasciatore presso la Santa Sede e poi inviato a Parigi per tentare di evitare l’occupazione del Regno di Napoli da parte dei francesi. 1810 Partecipa alla cerimonia religiosa delle nozze di Napoleone con Maria Luisa, insiene al gruppo di Cardinali chiamato, per aver potuto conservare il vestito di porpora, dei<< Cardinali rossi >>. 1813 26 gennaio – E’ nominato da Napoleone Ufficiale della Legione d’onore. 1814 Riaccompagna a Roma Pio VII. 1815 15 luglio – Viene nominato per la seconda volta, Membro della Congregazione Economica. 1817 11 magigo (sic) – E’ nominato Gran Priore dell’Ordine Gerosolimitano. 1821 E’ nominato Prefetto delle acque e bonifiche Pontificie. 1822 Partecipa ad alcune riunioni tenute da Ferdinando I dopo il suo ritorno da Laybach. 1823 28 settembre – Annunzia, dalla loggia del Quirinale, la Elevazione al Pontificato di Leone XI. 5 ottobre – Impone a Leone XII il Triregno. 1827 13 dicembre – Muore in Napoli. 2.Cronologia della riconquista del regno di Napoli ad opera del Cardinale Ruffo 1798 21 dicembre – Fuga del re a Palermo. 1799 21 gennaio – A Napoli è proclamata la Repubblica. 25 gennaio – Rescritto del Re che nomina il Ruffo Vicario Generale. 27 gennaio – Ruffo parte per Messina insieme al Marchese Malaspina destinato al suo seguito. 31 gennaio – Giunge a Messina. 5 febbraio – Giunge a Messina Don Emanuele Alfan de Rivera, Maggiore della Piazza di Reggio, spedito dal Governatore Don Nicola Macedonio(1) per prendere ordini dal Cardinale. 7 febbraio – Ruffo parte per Messina e approda in Calabria alla punta del Pezzo, presso Scilla. 13 febbraio – inizia la marcia verso Scilla(2). 18 febbraio – Comincia il raduno delle truppe << a massa >>. 24 febbraio – Giunge a Mileto. 1 marzo – Entra in Monteleone. 5 marzo – A Maida. 25 marzo – A Crotone. 27 marzo – Giunge a Crotone il fratello del Cardinale, Don Francesco, che viene nominato Ispettore Generale degli Affari di Guerra e Finanza. 31 marzo – Lettera di Ferdinando IV ai Governatori di Puglia e Lecce. 4 aprile – A Fasana. 5 aprile – Guado del Fiume Neto e arrivo al Capo d’Alici. 11 aprile – A Rossano. 15 aprile – Partenza per Cosenza. 17 aprile – Il Cardinale emana da Corgiliano un editto di perdono per i Giacobini. 24 aprile – Ad Amendolara. 26 aprile – A Rocca Imperiale. 29 aprile – A Policoro. 3 maggio – a Bernalda. 4 maggio – A Montescaglioso. 6 maggio – A Matera. 7 maggio – Arrivo del Generale De Cesare. 8-9 maggio – Assedio di Altamura. 10 maggio – Conquista di Altamura. 24 maggio – Partenza da Altamura e arrivo a Gravina. 26 magigo(sic) – A Poggio Ursino. 27 maggio – A Spinazzola. 28 maggio – A Venosa. 29 maggio – A Melfi. 31 maggio – Ad Ascoli Satriano. 2 giugno – A Ponte di Bovino. 3 giugno – Ad Ariano. 5 giugno – Lettera di Maria Carolina ai calabresi per accompagnare la bandiera. 7 giugno – Partenza da Ariano. 11 giugno – A Nola. 13 giugno – Inizia l’investimento di Napoli. 15 giugno – Editto di Ruffo contro i saccheggiatori. 21 giugno – Resa dei repubblicani. Trattato con il Cardinale Ruffo. 24 giugno – Lettera di Hamilton a Rufffo. 26 giugno – Conquista di Castel dell’Uovo. 8 luglio – Lettera di Ferdinando al popolo Napoletano. 11 luglio – Resa di S. Elmo. 28 luglio – Resa di Capua. 29 luglio – Ruffo è nominato Luogotenente Generale. 31 luglio – Resa di Gaeta. (1) Sul Macedonio (che il 22 aprile fu sostituito nella sua carica da Don Francesco Russo) v. un netto giudizio negativo del Cardinale in La riconquista ecc. p. 80, lettera ad Acton del 23 marzo 1799. (2) Il Sacchinelli (p. 92) indica la data dell’8 febbraio ma non è sicuro che non si tratti di un errore tipografico. “
- Giuseppe Bolognese nacque a Chieti il 14 Settembre 1742 dal dottor Giovanni Saverio e da Orsola Florenzi. Studiò in Chieti nel collegio dei Padri delle Scuole Pie. Intrapresa la carriera ecclesiastica venne nominato canonico della cattedrale teatina. Diresse il conservatorio di S. Maria Maddalena e, più tardi, divenne rettore del seminario di Chieti. Nel 1779 divenne procuratore di S. Giustino insieme a Tommaso Durini. Trasferitosi in Napoli si unì alla compagnia dei Pii Operai e dei Missionari di quell’arcivescovato e qui fu eletto rettore del Reale Orfanotrofio. Il 28 Dicembre 1797 fu creato vescovo della diocesi dei Marsi. Morì in Celano il 16 Marzo 1803 ed il suo corpo fu seppellito nella cattedrale della diocesi dei Marsi allora in Pescina, dove attualmente è ancora sepolto. “[…] Dal giorno 10 Febbraio dell’anno 1799 quando sviluppò l’anarchia in Pescina, fino al giorno 13 di Giugno dell’anno medesimo quando ebbe il suo termine la Repubblica Napoletana, sebbene incontrasse più volte il pericolo della vita, pure fu sempre fedele al Re Ferdinando IV° che si era ritirato in Sicilia. In conseguenza rientrate nel Regno di qua dal Faro le armi Borboniche sotto il comando del Cardianle D. Fabrizio Ruffo, animato dalla vera carità cristiana cercò di ricovire molti delinquenti, ma non potè fare a meno di confessare ai Reggii inquisitori mandati in questo Abruzzo, i rei principali carichi di delitti comuni che furono severamente puniti. 13°. In seguito poi e precisamente ai 16 di Marzo dell’anno 1803, quando in Celano dove predicava nella quaresima, mentre mangiava nella casa dei Signori Tomassetti, da una lettera presentatagli conobbe la nuova occupazione del Regno fatta dai Francesi, forse temendo qualche ingiusta vendetta, risentì dispiacere si grande e si vivo, che costretto a riporsi nel letto dove per malattia da più giorni era stato, cessò di vivere nel giorno medesimo.Questa si disse da molti ed anche si scrise fosse la causa della morte del buon Vescovo. Del resto io che scrivo, avendo parlato con persone contemporanee, ho risaputo che lo zelante Pastore, dopo aver pronunciate in Celano sole tre prediche, fu assalito da una malattia che scorsi alcuni giorni sembrava volesse svanire, in modo tale che il paziente il quale disegnava pronunciare l’eloggio del Patriarca S. Giuseppe nella propria festa, avea già data la commissione di molto pesce di mare per fare in quel giorno un complimento ai padroni della casa in cui abitava. Fu vano però il disegno, poiché essendo incredulito il malore, munito di tutti i sacramenti, nel giorno descritto passò agli eterni riposi[…]”, A Di Pietro A. : “ Catalogo dei Vescovi della Diocesi dei Marsi scritto da D. Andrea Di Pietro Canonico Teologo derlla Cattedrale di Pescina “, Ristampa anastatica dell’edizione del 1872, Edizioni Kirke, Cerchio, 2011, pp. 235,236.
- Acton, Jhon Francis Edward.- Marinaio e uomo di stato (Besancon 1736-Palermo 1811); dopo aver prestato servizio nella Marina francese e in quella toscana, fu nel 1778 chiamato a Napoli per riorganizzare quella napoletana. Fu ministro della Marina nel 1779, poi anche della Guerra (1780); col favore della regina Maria Carolina, di cui seppe attuare (1784) il programma di emancipazione del regno dalla tutela spagnola, divenne a poco a poco onnipotente (1789, ministro degli Esteri, di farro presidente del Consiglio). Avverso alla Rivoluzione francese, pose il regno nella scia della politica inglese, talchè Napoleone ne impose nel 1804 il licenziamento. http//www.treccani.it/enciclopedia/john-francis-edwuard-acton/
- Archivio Diocesi dei Marsi Avezzano, E/3/119
- Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “ Il Gattopardo”, edizione conforme al manoscritto del 1957. Isituto Geografico De Agostini, 1985, Novara. Tesori della narrativa universale.
- Nell’archivio di Stato sezione di Avezzano i registri delle deliberazioni più antiche sono il : “Registro dei Consigli dell’Università di Avezzano 1680-1722” ed il “Registro dei consigli dell’Università di Avezzano 1785-1801”. Per quanto riguarda il secondo periodo dell’invasione francese: il cosiddetto decennio francese (1806-1815) purtroppo, non esiste, nel sunnominato archivio, il registro di tali deliberazioni comunali infatti, sono collocate solamente le deliberazioni decurionali che vanno dal 1818 al 1861. Sono mancanti le deliberazioni riguardanti il lasso di tempo che va dal 1801 al 1818, per noi molto interessanti. Come mai? Sono andate peredute a causa del terrificante terremoto del 13 gennaio 1915? O invece furono asportati in ossequio ai Reali Rescritti del 16 gennaio 1800 e 10 gennaio 1803? O tale perdita è dovuta per altri motivi a noi ignoti? Chissà. E’ un vero peccato! Grazie ai documenti conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila, che qui si riportano, riusciamo in minimissima parte a supperire a tale grave ed irreversibile lacuna.
- Aurelio Mattei nacque ad Avezzano dal ricco proprietario Ladislao (figio di Alessandro e Marianna Blasetti ) e dalla proprietaria Anna Maria Minicucci, intorno al 1763. La morte lo colse in Avezzano, all’età di 72 anni, il 22 ottobre 1835. Si unì in matrimonio con la proprietaria Donna Chiara Colelli. Il Nostro, nel periodo delle insorgenze del 1798-99, come tutta l’intera popolazione di Avezzano (1), si mobilita strenuamente per la difesa del “proprio Principe, la Patria, e la Religione”; otto anni dopo, invece, durante le insorgenze del 1806, rivestiva la carica di Comandante la Truppa Civica di Avezzano dando la caccia alle masse filo borboniche:“ A Sua Eccellenza il Sig.[nor]e G[e]n[era]le Goulus Comandante nella Provincia dell’Aquila D.[on] Aurelio Cav.[alie]re Comand:[an]te la Truppa Civica in Avezzano 19 Maggio 1806.Questa Corte d’Avezzano si fa fatto un dovere con tre sue Relazioni rassegnare a codesto Sig.[no]re Preside, colla prina in data de trè del corrente li timori di una vicina sommossa: colla seconda in data di jeri lo sviluppo avvenuto della medesima: e coll’ultima in data di oggi la seguita riunione di numerosa Orda di scelerati, che fin da jeri apparvero pubblicamente con Coccarde rosse, al cappello nella terra di Scurcola, e che hanno per punto centrale in un piccolo Paese detto Sorbo da qui distante sei miglia circa, e per Capi li famosi antichi Capo Massa il Frate P.[adre] Domizio, Luigi Bussi, ed altri, e che tale Orda d’Insorgenti venga composta dalli più Facinorosi Individui di questo Circondario, e dalla sqaudra de Birri dello Stato di Tagliacozzo. Sig[no]re Generale: E’ dell’impegno di V.[ostra] E.[ccellenza], che trovasi degnamente destinata alla sorveglianza della pubblica Sicurezza di questa Provincia, disporre colle sue profonde vedute li più energici ripari allo sviluppato disordine, e di compiacersi disporre, che all’istante accorra in questa Città un imponente forza, ad//oggetto di ovviare mali maggiori, e che questa Compagnia di Briganti non venga a rendersi di magior numero collo scorrere da Paese in Paese dove non mancar ebbero di Mali=Intenzionati ad arrollarsi con’ Essi. Questa città, che ebbe il piacere di avere per poco tempo un distaccamento di Truppa Francese sotto gli Ordini del Capitano Glous, sarebbe presa principalmente di mira. La Truppa Civica, che sotto, il mio comando, e di questo Governadore è stata sul momento riattivata, non basta a mantenere il buon’ordine interno. Sig[no]re Generale: La prego di ricevere le mie preghiere, e quelle di Tutti questi buoni Cittadini, e si compiacci disporre la sollecita spedizione della richiesta Forza. Ho l’onore di rassegnarmi con tutta stima Di V.[ostra] E.[ccellenza] Dev:[otissim]o Obb:[ligatissim]o Ser:[vito[re Cav.[alie]r Aurelio Mattei […]”. Il 5 settembre 1806 viene nominato consigliere d’Intendenza: ” Decreto, con cui si nominano consiglieri d’intendenza in undici provincie del regno/Napoli, 5 settembre./GIUSEPPE NAPOLEONE RE DI NAPOLI E DI SICILIA/Vista la nostra legge degli 8 agosto corrente anno, la quale crea i consigli d’intendenza in ogni provincia; Visto il rapporto del nostro Ministro dell’interno; Abbiamo DECRETATO E DECRETIAMO quanto siegue: Art. I. Sono nominati Consiglieri d’Intendenza nelle seguenti provincie di questo nostro regno i Signori[…]Andrea Gentilischi/Cav.[alier] Aurelio Mattei/Vincenzo Sardi/Seconda d’A-/bruzzo ulte-/riore[…]”. E di conseguenza, il 20 settembre dello stesso anno, dovette subire l’ira delle masse borboniche comandate da Ermenegildo Picccioli e padre Domizio Iacobucci di Aielli le quali violentemente misero “ a sacco e fuoco ” il palazzo Mattei e di altri “galantuomini” avezzanesi. Il 10 settembre 1808, Aureio Mattei, fu nominato da Gioacchino Napoleone re del regno delle due Sicilie, alla carica di Presidente del Consiglio generale della Seconda Provincia di Abruzzo Ulteriore. Nella “Lista de’ maggiori Negozianti, Co[mmercianti] della Prov.[inci]a di Aquila” è così annotato: “[…] Aurelio Cav.[alie]r Mattei Avezzano Non manca di cognizioni (è stato cancellato n.d.a.) Mediocremente colturato, ottima morale[…]”. Il Nostro aveva una rendita annua di 4000 ducati. Nella “ Mappa de’ Possidenti, Commercianti, e Negozianti del Distretto di Città Ducale – Notamento de’ Migliori Possidenti, Commercianti, e Negozianti del Distretto di Città Ducale colle prescritte indicazioni di possidenze, domicilio, per la proposta de’ Candidati de’ Collegi Elettorali” conservata nello stesso fondo dell’Archivio di Sato dell’Aquila, il Nostro così fu annotato: “[…] Circondario di Avezzano Sig.[no]r Cav.[alie]r Aurelio Mattei Abituale domicilio Avezzano Possidenza approssimativa ottantamila ducati Osservazioni Uomo di talento, di cognizioni, ed onesto; Presidente del Consiglio Prov.[incia]le[…]“. Faceva parte della prima classe di contribuzione. Il Nostro, il primo marzo 1817, insieme con altri venticinque proprietari marsicani, inviò una missiva al ministro dell’interno attraverso la quale chiedeva di riaprire l’Emissario dell’imperatore Claudio opera grandiosa portata a termine nel 52 d.C, dopo 11 anni di durissimi lavori e con l’impiego di 30.000 schiavi. Il 26 Marzo 1817 il cavalier Aurelio Mattei, insieme con il proprio genitore Ladislao ( consigliere provinciale nel 1808) fu nominato dal nuovo re borbonico Ferdinando I quale membro della società economica provinciale “dalla classe degli uomini istruiti nelle teorie, e nella pratica di ciascun ramo dell’industria”. Il 10 ottobre 1821, tredici anni dopo la sua elezione a presidente del Consiglio Generale della Seconda Provincia di Abruzzo Ulteriore, il “già nominato consiglier provinciale” Cavalier Aurelio Mattei, fu nominato presidente del Consiglio Distrettuale di Avezzano e prestò giuramento, dinanzi all’Intendente Capece Mutolo, al re del regno delle Due Sicilie : “[…] Io Aurelio Cav.[alie]r Mattei prometto, e giuro fedeltà, ed ubbidienza al Rè Ferdinando I°, e pronta, ed esatta esecuzione degli ordini suoi. Prometto, e giuro, che nell’esercizio delle funzioni, che mi sono state affidate, io mi adoperò col maggior zelo, e colla maggior probità, ed onoratezza. Prometto, e giuro di osservare, e di far osservare le leggi, i decreti, ed i regolamenti, che per Sovrana disposizione di S.[ua] M.[aestà] di pubblicare in avvenire. Prometto, e giuro di non appartenere a nessuna società segreta di qualsivoglia titolo, oggetto, e denominazione, e nel caso, che io appartenessi a qualcheduna di tali società, prometto, e giuro di rinunziarvi da questo momento, e di non farne più parte. Così Dio mi aiuti[…]” (6)Fu sindaco di Avezzano dal 24 novembre 1821 al 29 marzo 1823 e dal 11 maggio 1828 al 5 gennaio 1830. Come chiaramente si evince il Nostro fu figlio del suo tempo e seppe mantenersi sempre a galla facendo proprio il motto machiavellico “ Il fine giustifica i mezzi” infatti ha sempre giurato fedeltà al “legittimo” re del momento: un grande equilibrista “ se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi “ sentenziava Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957) nel suo “ Il Gattopardo” . Amiconi F. (a cura): “ La repressione del brigantaggio nell’Abruzzo Ulteriore II, nel “Rapporto Storico” del capitano francece Alò (1806-1812)”, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2019.
- Archivio di Stato dell’Aquila, atto del 18 Febbraio 1799, notaio Benedetto Spina, Vol. H 1752-1803. Vedi Jetti G.: “ Cronache della Marsica (1799-1915)”, Luigi Regina Editore- Napoli, “Arti Grafiche Augusto Velardi”, Napoli, 1978. Speranza U. : “ Segnalazioni di Fonti Notarili inedite per la Storia della Marsica Anni 1506-1810 ”, Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Annate LX-LXII= 1970-19872 XCI-XCII dell’intera collezione, Tipografia Labor- Sulmona, 1974.
- Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza SI b, 4813 b cat. 27.
- Michele Pezza Alias Fra Diavolo, nato ad Itri il 7 Aprile 1771, senz’altro è stato sia in vita che dopo la morte, il più famoso insorgente filo borbonico: è stato colui che ha tenuto in scacco, per molto tempo, l’armata francese. Sconfitto dal colonnello Joseph Leopold Sigisbert Hugo, padre del grande Victor,e fatto prigionieroil primo Novembre 1806 morirà impiccato, dieci giorni dopo,sulla Piazza del Mercato di Napoli, l’11 Novembre 1806: ” “[…] IL tribunale straordinario di Napoli si è radunato il dì 10. a 10. ore. Il giudizio di Michele Pezza con altro nome Fra-Diavolo è stato oggetto della sua seduta. Due ore innanzi che questa si eseguisse, si cercava invano un luogo nelle sale di udienza: benchè reo notorio di colpe, inaudite, atrocissime, sì recenti che antiche, il Governo ha seco mantenute le forme dei giudizi ordinarj. Uno degli avvocati più noti di questa curia ha parlato in sua difesa con quanto ingegno concedea la causa infelice. L’avvocato è stato scelto dal reo, il reo presente alla sua difesa, e libero di parlar se volea: ha taciuto. E’ stato condannato a morir sulla forca. La sentenza è stata eseguita il dì 11. a ore 12. Finchè è rimasto nelle carceri a questo malfattore qualche speranza di possibil perdono, egualmente che quando, udita la sentenza di morte, non glie ne avanzava più alcuna, in ambedue questi stati egli ha sempre con costanza uguale asserito di pagar’ egli la pena di colpe comandate espressamente e non sue. Di non aver egli invece che adempite a metà le commissioni di orrore che gli erano state verbalmente affidate da Sydney-Smyth a a cui tutti i Vapi-Massa erano dall’ex Regina inviati come al loro padre comune per le insurrezioni opportune; che gli ordini dell’ammiraglio inglese erano questi ” Di sopvvertire quanto più si potea gli ordini pubblici, di rendere mal sicure e impraticabili le pubbliche vie e i rapporti commerciali, di far tremare ad ogni momento i tranquilli proprietarj per i loro beni; di sistruggere sotto ogni rapporto le forme sociali; di avere per già perdonati tutti i delitti e per buoni tutti i mezzi che potessero condurre a un tal fine, ove egli sperava che giunta la popolazione del regno, sarebbe stata per la disperazione costretta a sciogliere tutti gli ordini attuali”[…]”, Corriere di Napoli N. 39, ” Mercodì, 12 novembre 1806.
- Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza.
- Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza.
- Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza.
- Archivio di Stato dell’Aquila, Int. I CAt. 27 b. 4832. Amiconi F. (a cura): “ La repressione del brigantaggio dell’Abruzzo op.cit.”.
- Colletta P. :” Storia del reame di Napoli dal 1734 sino al 1825 di Pietro Colletta con una notizia intorno alla vita dell’Autore scritta da Gino Capponi “ Tomo Primo, Torino, Cugini Pomba e Compagnia, 1852, pp.203-204, Nuova Bibloiteca popolare, Classe II Storia.
- Il fratello di Ermenegildo Piccioli, Luigi, ispettore di polizia francese, si adoperò nel 1806 affinchè il sunnominato fratello abbandonasse “ il disonesto Mestiere di Capomassa” riuscendo a far ottenere, grazie ai suoi servigi, il relativo perdono da parte del governo francese infatti, il 27 Ottobre 1806, Ermenegildo Piccioli si ripresentò, con tutta la sua massa, al generale Parteneux per ottenere la “Real Munificenza” che non solo fu concessa ma, addirittura, gli fu dato incarico di formare con gli ex insorgenti, una compagnia volante posta al suo comando. Ermenegildo Piccioli, il 15 Ottobre 1807, fu arrestao in Napoli accusato, insieme ad i suoi fratelli ed altri, di cospirare contro il governo francese. Nel 1815 Ferdinando I di Borbone concesse a don Giovanfrancesco Piccioli, padre del Nostro, il titolo di Marchese di Navelli per aver dimostrato fedeltà alla corona nel periodo dell’invasione Francese. La famiglia per questo aggiunse allo stemma gentilizia un simbolo di fedeltà al re: una mano che arde sul fuoco caricato da un sole (il sole è la restaurazione e la mano sul fuoco la fedeltà) [http://www.storianavelli.it/sito%20Navelli/stemma piccioli.htm]“. Il Nostro, il 10 Settembre 1822, all’età di 50 anni, fu condannato alla pena di morte, poi graziato, in quanto assieme a 66 compagni di avventura partecipò, nella notte fra il 1° ed il 2 Luglio 1820, ai famosi moti insorgenti passati alla storia come i “Moti di Nola” infatti così apprendiamo dalla: “ DECISIONE/DELLA GRAN CORTE SPECIALE DI NAPOLI,/SPECIALMENTE DELEGATA DA S.M. (D.G.)/Nella Causa contro i rivoltosi di Monteforte ed Avel./lino per la ribellione in detti luoghi scoppiata nel/2 di Luglio 1820./” NAPOLI,/NELLA STAMPERIA DELLA SOCIETA’ FILOMATICA./Per ordine superiore./1822. Amiconi F. (a cura): La repressione del brigantaggio op.cit.”
- Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 al 1867”, Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Annata LXXXII (1992), Litografia F.lli Cellamare, 1994, L’Aquila, p. 110. Amiconi F.: “ Storia di Cerchio dal 1798 al 1851”, Stampa MCM Carsoli, 2006.
- Matteo Novelli, figlio di Bartolomeo e Petronilla Corradini, morì ad Avezzano il 26 Dicembre 1838, all’età di 81 anni. Si congiunse in matrimonio con Marianna di Cosimo. Esercitava il mestiere di calzolaio. Vedi appendice.
- Vedi appendice.
- Amiconi F. (a cura): “ La pesca nel lago Fucino negli Atti della Commissione Faudale”, Adelmo Polla Editore, Cerchio, 2002. Amiconi F.: ” Storia della Marsica atraverso gli atti della Commissione Feudale”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 60, Anno VII, Serena Effe, Avezzano, 2005.
- Giuseppe de Thomasis, nacque a Montererodomo il 29 marzo 1767, da Tommaso ed Orsola Pizzala. Il filosofo Bededetto Croce (1866-1952), parente del Nostro, così, con sapienti pennellate, lo descrisse nel suo “ Montenerodomo storia di un comune e di due famiglie”, Bari, Gius. Laterza & Figli, Tipografi- Editori-Librai, 1919, pp. 29-32: “[…] Giuseppe de Thomasis merita di essere ricordato in cerchia più larga di quella del paesello dove era nato nel 1767 e al cui bene concorse con l’opera dell’intelletto; perché egli fu veramente di quegli uomini ai quali l’Italia meridionale, e l’Italia tutta, debbono la nuova vita nel secolo decimo nono. Dottoratosi in Napoli preferì al’esercizio dell’avvocheria gli studi delle leggi, della politica e dell’economia, che convergevano allora nello zelo per la cosa pubblica; e, costretto a celarsi nella reazione seguita ai casi del Novantanove, entrò poi sotto i Napoleonidi, nell’amministrazione e nella magistratura. Intendente (sottintendente n.d.r.) di Sulmona nel 1806, procurò la riapertura del canale di Corfinio; intendente nella Calabria gli nni appresso, non solo amministrò in modo eccellente, ma si adoperò a educare quelle popolazione e soppresse, tra l’altro, la loro costumanza, offensiva dell’umana dignità, di genuflettersi innanzi ai baroni e gli altri funzionari del governo. E una volta – si racconta – che un notaio di quei luoghi, non ostante le sue rimostranze, gli si gettò inanzi a ginocchi, il De Thomasis, non riuscendo con gli inviti né con le mani a sollevarlo, chè era grande e grosso di persona, si pose anche lui ginocchioni e lo invitò a conversare in tale postura; e con quell’atto divulgato dalla fama, valse a sradicare il vile costume. Commissario ripartitore nei tre Abruzzi dei beni demaniali e feudali, potè dalla sua missione riportare a re Gioacchino l’annunzio di aver lasciato in quelle provincie trentamila nuovi proprietari, oltre avervi fondato, col raccogliere alcune centinaia di miserabili che vivevano dispersi nei boschi, un nuovo comune, Ateleta, esente da imposte, come dice il greco nome. Nei moti di Sicilia del 1820, fu dato compagno al nuovo governatore, generale Naselli, perché (scrive Colletta) << alla nota incapacità di questo supplisse la virtù di lui: usato stile dei governi assoluti per dare cariche pubbliche il lustro ed il benefizio ai favoriti, il peso e i pericoli ai meritevoli >>. Finalmente, ministro della marina, e degli affari interni ed ecclesiastici, nella rivoluzione del 1820-21, è tra i più costanti sostenitore del regime costituzionale, fu costretto fallita quela rivoluzione, a ritirarsi dalla sua grande e varia operosità di amministratore e magistrato (della quale noi abbiamo potuto fare solo ben piccolo cenno ) e, dapprima si ridusse a Firenze, dove legò amicizia col Capponi, col Ridolfi, col Nicolini, col Frullani e poi, per malferma salute tornato a Napoli, nel culto degli studi attese serenamente la morte, che lo colse il 10 settembre 1830. Poco innanzi prima di morire scrisse, richiesto, un parere intorno alla disegnata riforma della economia generale del regno, e, nell’agosto del ’30, alcune norme pel principe ereditario, il prossimo futuro Ferdinando II, al quale consigliava, l’altro, il buon accordo con le potenze Italiane per resistere alla pressione dell’estero, la liberazione dei detenuti e il richiamo degli esuli del ’21, l’ammissione di tutti i cittadini alle pubbliche cariche senz’altri titoli che quelli di capacità e della probità. Era, in verità, il De Thomasis la compiuta immagine dell’Uomo retto dall’intelligenza Lucida e semplice, dalla larga e soda cultura, sicuro nella coscienza e negli atti, temperato e fermo, da tutti stimato, non mai censurato perché non mai censurabile. Dei suoi lavori letterari venne messa in istampa, postuma, l’Introduzione allo studio del diritto pubblico e privato del regno di Napoli, che a singolar valore di documento perché attesta la meraviglia e lo sconcerto onde furono presi coloro che, educati nell’intelletualismo settecentesco, avevano bramato e domandato con tanta insistenza l’unificazione delle molteplici antiche legislazioni e la formazione dei codici per far cessare l’incertezza nella interpretazione delle leggi, e ora, avuti i codici, vedevano sorgere perplessità, incertezze, e dissidi d’interpretazioni[…]Gli altri suoi scritti inediti attendono ancora chi voglia studiarli e trarne il pubblicabile[…]”. Si veda amnche Croce, Colletta, Tommaseo, Feola, Martone, Giannnatonio: “ Giuseppe De Thomasis: dal privilegio al diritto, dal feudalesimo alla società moderna”, introduzione prof. Emiliani Giancristofaro, editrice graphitype, Raiano, 2003. Amiconi F.(a cura): “La pesca nel lago Fucino op.cit.”. Amiconi F.:” Storia della Marsica attraverso op.cit.”.
- Vedi nota 32.
- Fu nominato presidente del nuovo distretto di Avezzano il 5 Settembre 1811: “ MINISTERO DELL’INTERNO/NAPOLI 5 DI SETTEMBRE 1811/Gioacchino Napoleone/Re delle due Sicilie/sul rpporto del Nostro Ministro dell’Interno;/Abbiamo decretato, e decretiamo, quanto siegue/Art.[icol]o 1°/E’ nominato Presidente del Consiglio distrettuale di Avezzano nella provincia di/Abruzzo Ulteriore Clemente d’Arcadia di Pescina/Art.[icol]o 2°/Il Nostro Ministro dell’Interno è incaricato dell’esecuzione del presente decreto/Firmato = Gioacchino Napoleone/Da parte del Re = Il Ministro Segretario di Stato = Pignatelli/per copia Conforme/Il Ministro dell’Interno (segue firma illeggibile n.d.r.). ASA, Intendenza, Serie I,A ffari Generali, Categoria 19, Anni 1809-1811, b. 4584, fasc. 20. Il Nostro così risultava nello specchietto riassuntivo delle rendite della provincia dell’Aquila: “[…]Pescina – Arcadia (sic) Clemente – (ducati) 900 = 1000. Dottore – Buono […]”, ASA, Intendenza, Serie I, ffari generali, Categoria 19, Anni 1809-1811, b. 4584 bis, fasc. 21.
- Isitutito il 22 gosto 1811 e formalmente regolarizzato con il “ decreto per la nuova circoscrizione delle quattoridici provincie del regno di Napoli”, n. 922, emanato da Parigi il 4 maggio 1811 da Gioacchino Napoleone re delle Due Sicilie dove, l’articolo 2 così recitava: “[…]Questa circoscrizione sarà eseguita dal primo di luglio prossimo per tutte le amministrazioni, eccetto soltanto la finnziera, la quale la eseguirà dal dì primo di gennajo 1812 […]”.
- Michelangelo Corsignani il 14 aprile 1807 fu annotato nella “mappa degli individui proposti da’ decurionati pe’ consigli distrettuali e provinciali” e, nel relativo specchietto delle rendite e delle qualità morali ed intellettuali risultava: “[…] Celano – Corsignani Michelangelo – /ducati) 1400 – Mediocre[…]”. Il 26 marzo 1808, con apposita missiva, il Nostro ringraziava dei buoni servigi l’intendente dell’Aquila Simone Colonna de Leca, Duca d’Alanno, per l’avvenuta sua nomina a consigliere (vedi appendice). Michelangelo Corsignani con l’istituzione del nuovo distretto di Avezzano fu proposto di passare in questo dal distretto dell’Aquila di cui era, come abbiamo visto, membro. Il 22 agosto 1811 inftti, con apposito decreto emanato dal consiglio del sopracitato nuovo distretto di Avezzano di cui fu eletto primo presidente, Clemente d’Arcadia di Pescina ed il 3 settembre 1812, Michelangelo Corsignani fu surrogato, a quella carica, dal dottore in utroque jure Vincenzo d’Amore (vedi qui) di Cerchio: “[…] Michelangelo Corsignani potrebbe rimpiazzarsi da Vicenzo d’Amore di Cerchio buon proprietario, di abilità […]” ed infatti il citato d’Amore, il 3 settembre, fu nominato, con apposito decreto, a tale carica “ invece di Michelangelo Corsignani”. Sicuramente un suo familiare doveva essere il suo omonimo “ D[otto]r Cavalier Micchel Angelo Corsignani”, fratello del famoso monsignor Pietrantonio (1686-1751) vescovo di Venosa poi di Valva e Sulmona, autore della famosissima “Reggia Marsicana” (1738) e “De viris illustribus Marsorum” (1712), risultante iscritto nel catasto dell’Università di Cerchio del sec. XVIII (1746) compilato da Feliceantonio Blasetti e conservato nell’Archivio di Stato dell’Aquila, Inv. N. 192. “[…]Michelangiolo nostro Fratello G.C. che fu Vice-Conte di Albe, Governator Generale di Carsoli, e vice Duca di Tagliacozzo, Auditore dello Stato celanese, più volte Consultor Generale di esso, Cavalier di S.Marco di Venezia[…]” così lo descriveva, con amor fraterno, l’autore della celeberrima “Reggia marsicana”, pp. 526-527, Parte II. Il Nostro Michelangelo nella seconda metà del ‘ 700 fu scelto alla onorevole carica di Luogotenente della Regia Doganella di Pascina (ASA, Fondo Regia Udienza Provinciale e Doganelle, busta 227).
- Saverio Mascitelli (vedi appendice).
- Francesco Saverio Petroni, nacque ad Ortona dei Marsi, da Giantommaso e Vittoria Sabetti di Tagliacozzo, il 26 aprile 1766. Fu un valente uomo politico ed amante della letteratura. Fu amico di Giuseppe de Thomasis, Giuseppe Nicola Durini, Giovanni Ravizza e Nicola Nicolini. Nel 1787, a ventun’anni, si laureò a Roma in filosofia e legge. Appena laureatosi tornò in Napoli dove ritrovò il conterraneo amico Giuseppe de Thomasis e, con questi, intraprese l’attività legale. Il 13 agosto 1806 il Nostro fu chiamato a svolgere le funzioni di segretario generale dell’Intendenza della provincia Ulteriore Primo. Nel 1812 fu nominato segretario dell’Intendenza di Terra di Lavoro e nello stesso anno fu nominato commissario regio per la divisione dei demani del Matese. Con decreto regio del 6 dicembre 1813 fu nominato intendente della Calabria Ultra in Monteleone. Continuò a ricoprire tale carica anche quando ritornarono i Borboni a Napoli. A lui bisogna dare la paternità della legge emanata il 1° maggio concernente la divisione della Calabria Ulteriore. Il 14 maggio 1816, con regio decreto, fu nominato intendente in Reggio Calabria ed il 3 dicembre 1817 fu nominato intendente della Basilicata in Potenza. Il 13 dicembre 1820 fu scelto come consigliere di stato. Nel mese di marzo del 1821 fu provvisoriamente destinato alla carica di intendente della Provincia di Abruzzo Ulteriore Primo in Teramo. Il Nostro durante tutto il corso della sua vita si dedicò agli amati studi di filosofia e di economia. Dal 1823 partecipò ai lavori del Reale Istituto d’Incoraggiamento divenendo, nel 1826, socio ordinario. Fu anche socio della Reale Accademia Ercolanese di Archeologia e socio non residente dell’Accademia Pontiniana. Nel 1831 il Nostro fu richiamato in servizio da re Ferdinando II come intendente di Chieti. In tale veste si impegnò per sostenere l’istituzione della biblioteca provinciale nella città di Chieti. Nel 1837 il suo sforzo fu premiato riuscendo, infatti, ad ottenere la sospirata concessione regia. In questo stesso anno, nel mese di dicembre, fu nominato consigliere della Gran Corte dei Conti in Napoli, ma, ammalatosi, non riuscì, purtroppo, ad iniziare tale onorevole incarico e, nella notte fra il 7 e 8 febbario 1838, nella sua abitazione, rese l’anima a Dio. Nell’abitazione natale del Nostro, sita ad Ortona dei Marsi, è stata posta, a perpetuo ricordo, la seguente epigrafe elogiativa: “ TIBI DEUS OPTIME MAXIME/BONORUM OMNIUM/LARGITUR PROVIDENTISSIME/FRANCISCUS XAVERIUS PETRONUS I. C./ALOYSIUS VINCENTIUS PHILIPPUS FF/IUXTA AVITAS SEDES SACELLUM CUM ARA/VOLENTES LUBENTES DEDICANT/ANNO CI]I]CCXIV/INOVELLINI COMPITALES TRIBULES/SACRIS HEIC FACIUNDIS/PURA MENTE ADSUNTO/PROFANI ET FACINOROSI HOMINES/HANC PROCUL ARCENTOR”. Vedi appendice.
- Maurizio Orlandi il 2 aprile 1808 con propria missiva annuì alla nomina a consigliere distrettuale pervenuta da parte del nuovo re di Napoli Gioacchino Murat. Anche nel 1813 svolgeva tale onorifica carica rimanendo eletto anche alla carica di segretario del Consiglio Distrettuale di Avezzano.Svolgeva tale carica anche nel 1817. Nel bienio 1809-1811 questi aveva una rendita annuale di 800 ducati. Fu sindaco del comune di Avezzano dal 5.9.1807 all’11.1.1809; dal 12.1.1809 al 25.2. 1810 ed, infine, dal 17.1.1815 al 15-10.1806.
- Francesco Mancini (vedi appendice).
- Annibale Villa (vedi appendice).
- Gio:[van]Battista Masciarelli risulta nel “Notamento de’ Membri Consigli Provinciale, e Distrettuali pel 1819 ”. Fu nominato, con Real Decreto de’ 14 agosto 1821” presidente del consiglio distrettuale in Avezzano. Nel “Notamento de’ membri Componentino i consigli provinciali, e distrettuali pel 1823” il Nostro risulta nominato il 22.3.1822 ed ancora risultava così nel 1824 e nel 1825. Nel 1827 e 1828 svolgeva la carica di presidente del distretto di Avezzano. Il 28 marzo 1829 svolgeva la carica di consigliere distrettuale. Il 13 marzo 1831 il Nostro risultava “ Non istallato “ ed infine negli anni 1832, 1833 e 1834 risultava come consigliere nello stato nominativo dei consigli provinciali.
- Domenicantonio Marcangeli risultava iscritto nella vendita carbonata di Carsoli: “[…]16. Marcangeli Domenicant[oni]o – Prop[rietatri]o – Carbonaro[…]”. Archivio di Stato di Napoli, 4623, Ministero di polizia generale, II numerazione.
- Luigi Tomassetti (vedi appendice).
- Giovanni de Charis (vedi appendice).
- ASA, Intendenza, Serie I, Affari generali, categoria 19, Anni 1809-1811, b. 4584, fasc. 20.
- Idem
- Idem
- SA, Intendenza, Affri Generali, fasc. 12.
- E’ il padre di Panfilo (1803-1896), futuro deputato al primo parlamento italiano : “[…] Morto Enrico Berradi. Il Collegio di Pessina(sic) mancava di chi lo rappresentasse al Parlamento; convocatosi esso il 1° Marzo 1863, nominava a quel posto il Tabassi a maggioranza asoluta di voti[…]”, C. Arrighi: “ I 450 ovvero i Deputati del presente e i deputati dell’avvenire per una società di egregi uomini politici, letterari e giornalisti”, Milano-Napoli) 1865 in Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Alessandro Mastroddi morì a Tagliacozzo il 18 luglio 1840 all’età di 85 anni. Era nato quindi introno al 1755 dal facoltoso Domenicantronio e Cecilia Lipari. Dottore in “utroque jure”, uomo di grande spessore cuturale. Fu eletto alla carica di giudice di pace. Il 9 settenbre 1806, il 17 settembre 1807 e 21 settembre dello stesso anno era, insieme con Francesco mancini, deputato della polizia e comandante la guardia civica di Tagliacozzo. Il Nostro rivestì la carica di consigliere provinciale ( 1808 e 1814-1817), di sottintendente di Avezzano e, il 3 agoto 1819 fu eletto alla carica di presidente del consiglio distrettuale di Avezzano, mansione che occupava anche nel 1835. In questo stesso anno, il 30 aprile, insieme con Vincenzo Mancini (1760?-1841) scrisse l’interessantsisima realzione sui monumenti esistenti in quel tempo nella nostra contrada marsicana ( Amiconi F.(a cura): ” Viaggio Antiquario nella Marsica- Relazione dei monumenti di antichità eseguita da Alessandro Mastroddi e Vicenzo Mancini il 30 aprile 1835 ”, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2018). Il Nostro fu un uomo dotato di vasta cultura che spaziava da quella strettamente legata alla sua professione, ai vari ed impegnativi ruoli pubblici, all’amore verso la storia e l’archeologia del suo circondario. Fu anche esperto in ambito edilizio. Vedi Muzi P.:” La presenza birghese nei consigli di Abruzzo Ulteriore II (1808-1830)” in “ Il mezzogiorno preunitario, economia e istituzioni”, a cura di A. Massafra, Bari 1988. Jatti G.:” Cronche della Marsica (1799-1915)”, Luigi Regina Editore, Napoli, 1978.
- Vincenzo Minicucci ospita, nel 1789, in Avezzano, nella propria abitazione, lo scrittore-viaggiatore Carlo Ulisse de Salis Marschlins, il quale riporterà nel suo “ Regno di Napoli viaggi attraverso varie province nel 1789” la sua permanenza in Avezzano : “[…]Magrado che Celano dia il nome al lago (è il lago di Fucino n.d.r.), Avezzano è considerato il capoluogo del distretto; e pur essendo un piccolo e sporchissimo paese contenente soli 3500 abitanti ( nel 1797, secondo quanto riporta Angiola De Mattesi nel suo “ Terra di mandre e di emigranti L’economia dell’aquilano nell’ottocento”, Università di Napoli, Quaderni della Facoltà di Scienze Politiche, 41, Giannini Editore, Napoli, 1993, Avezzano contava 2.971 abitanti e Celano, invece, 3.453 ) ha importanza pel suo castello Baronale, pei suoi varii conventi, e per qualche bel palazzo, fra cui ricordo quello del mio generoso ospite, don Vincenzo Minicuccio (sic), e quello della famiglia Mattei. E’ situato Avezzano in una campagna fertile e deliziosa, a circa un quarto di miglia di distanza dal lago (Fucino n.d.r.), il quale annualmente tende ad avvicinarsi al paese. Gli abitanti si occupano in maggior parte di agricoltura, coltivando a preferenza i mandorli e la vigna[…]Gli abitanti, molto economici, coltivano essi stessi la loro terra, ricavando lucro e ricchi prodotti del loro lavoro, e rimasi, in generale, ammirato per tutto ciò che riguarda il carattere di quella popolazione, giudicando dalle persone che conobbi più da vicino. Venni ricevuto ospitalmente dalla numerosa famiglia, come si riceve un affettuoso parente; ed il padrone di casa, possessore di una scelta biblioteca, coi suoi due fratelli (uno dei quali canonico della Rotonda di Roma )ed i suoi due figli, fecero tutti a gara per essermi cortesi e facilitarmi nell’impresa di acquistare cognizioni e fare ricerche; mentre la signora della casa, una bellisima e rispettabile matrona, non si occupava che di rendermi gradito il soggiorno nella casa. Due figlie nubili, quantunque al di sotto dei venti anni, avevano già preso il velo in un convento dove la madre mi condusse a visitarlo; e ritrassi infine, dalla ospitalità di quella famiglia, dirò quasi la sorpresa di trovare tanta bellezza, eleganza e disinvoltura accoppiate ai più nobili sentimenti, in un così remoto angolo dell’Abruzzo. Quando una donna italiana unisce alle sue virtù, la vivacità dell’espressione e l’eleganza della forma, raggiunge l’ideale muliebre, meglio di ogni altra donna dell’universo. Siccome Avezzano non offre gran che d’interesse al viaggiatore, intrapresi delle escursioni nelle vicinanze, cominciando dal visitare Alba[…]Dopo aver preso- con dispiacere- commiato di miei amici, ripresi il viaggio in carrozza lungo la sponda del lago, verso nord, sino a Pescina, dodici miglia distante da Avezzano[…]”. Carlo Ulisse de Sali Marschlins:” Nel Regno di Napoli Viaggi attrverso le province nel 1789” a cura di Tommaso Pedio, Ristampa Fotomeccanica, Congedo Editore, Galatin, 1979. Con lo stesso titolo è stato ristampato nel 20… dalle Edizioni Kirke. Nell’Archivio di Stato di Napoli si conserva del “ Tesoriero ” Vincenzo Minicucci i “ Conti delle spese del riattamento dell’Emissario di Claudio nel 1790 Mese di Novembre vol. 11”, s.[enza] d.[ata]. Il 15 gennaio 1808 da Gioacchino Napoleone re del regno delle Due Sicilie fu nominato membro del Consiglio Generale della Provincia 2° Abruzzo Ultra.
- Antonio Mosca morì a Barete, in provincia dell’Aquila, il 3 marzo 1854 all’età di 87 anni anni quindi, dunque, era nato intorno al 1767 dal proprietario Stefano e dalla proprietari donna Rosa osca. Questi fu nominato consigliere provinciale nel 1810, nel 1812, nel 1817 e 1818, nel triennio 1822-25, nel 1828, nel 1830-35 ed, infine, nel 1839, venne eletto alla carica di presidente del consiglio distrettuale dell’Aquila. Nel 1841 rivestiva ancora la carica di consigliere provinciale. Personaggio, senz’altro, il Nostro, degno di nota nella società aquilana fine ‘700 inizio ‘800. Il Nostro, il 12 aprile 1790, all’età di circa 23 anni, inviò al re di Napoli una dettagliata relazione, spinto da “[…] Una forza imperiosa, cui non posso resistere senza dimenticare i sacri doveri di cittadino, e di suddito, mi spinge ad umiliare questa memoria al Vostro Real Trono[…]” per capire il fenomeno migratorio aquilano alla fine del XVIII secolo e, attravero il quale, cercare di risolvere il delicato problema infatti, secondo Antonio Mosca, gli emigranti aquilani nel 1790 erano “[…]intorno a ventimila Persone si portano ogni anno dalla Provincia dell’Aquila alla Campagna Romana, per impiegarsi chi alla Coltura de’ campi, chi all’asciugamento delle Paludi, ma la maggior parte alle costruzioni delle strade. Il tempo della loro dimora nello Stato Pontificio è ordinariamente dal mese di Novembre insino a Giugno[…]. Amiconi F.: “ Storia di emigrazioni e di emigranti in un paese dell’entroterra abruzzese: Cerchio (AQ)”, pronto per la stampa. Dall’ottimo intervento di Paolo Muzi dal titolo “ La presenza borghese nei consigli op.cit.” apprendiamo: “[…]Antonio Mosca, figlio del citato Stefano nominato consigliere nel 1810 su proposta dell’autorevole presidente Dragonetti, non è un personaggio di second’ordine, Intelligente funzionario dell’ultimo periodo borbonico quando, allo schiudersi del nuovo secolo, è stato prima assessore della Visita generale per i rei di Stato in una zona turbolenta quale la conca di Sulmona, e poi visitatore economico capace di rappresentare al segretario d’Azienda Giuseppe Zurlo un quadro quanto mai realistico sulle cause del disordine finanziario ed amministrativo dell università e della provncia. Egli si dimostra pienamente partecipe del nuovo spirito d’iniziativa dell’età napoleonica quando, nel 1807, presenta all’intendenza un progetto per istallare una fabbrica di vetro, industria mancante in provincia, chiedendo di essere aiutato a reperire il capitale iniziale di duemila ducati, che si impegna a restituire in quattro anni. Non sappiamo se l’iniziativa abbia ottenuto un risultato, certo è che il Mosca rimane nella carriera burocratica divenendo funzionario della Polizia generale ed, intale veste lo troviamo al termine del periodo da noi considerato con l’incarico di ispettore di frontiera a Tagliacozzo, al confine con lo Stato Pontificio[…]”.
- “[…]Gio:[van]Crisostomo Incarnati – Gioja – 181. Avvocato molto dotto, sento di equivoci costumi esse vecchio (è stato cancellato n.d.a.) recente estensore d’un saggio sopra un codice Napoletano . Giacubino […]”, ASA, Intendenza, Affari generali, Categoria 19, Anni 1809-1811, b. 4584 bis, fasc. 21 (vedi appendice).
- Idem
- ASA, Gran Corte Criminale, Processi (Seconda Serie ). Amiconi F.(a cura): ” La repressione del Brigantaggio op.cit.”.
- E’ affisso presso la sede dell’ufficio anagrafe del comune di Avezzano sito in via America.
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Sezione di Avezzano
REGISTRO DEI CONSIGLI
DELL’UNIVERSITA’ DI AVEZZANO
1785- 1801
“ Avezzano li 26 Magg[i]o 1785
[…]f. 145r ( è scritto a matita: è la nuova numerazione n.d.a.) 143r ( è scritto ad inchiostro: è la vecchia numerazione n.d.a.)
Avezzano li 16 Dicembre 1798/Si è convocato pubblico Parlam.[ent]o, prevj li soliti Banni per ordine/di D.[on] Andrea Salvucci e Compagni, e coll’assistenza del Sig.[no]r Te=/nente Colonnello D.[on] Gennaro Marriejella, del Sig.[no]r Gasbare Or=/landi Luogotenente, e Principali Galantuomini di q[ue]sta Città/ D.[on] Ladislao Mattei, D.[on] Aurelio Mattei, D.[on] Lanfranco Mattei, D.[on] Serafino Mattei, D.[on] Filippo, e D.[on] Gennaro Iatosti, D.[on] Vincen=/zo, e D.[on] Gio:[van]Filippo Minicucci, D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni, D.[on]/Girolamo Mariani, D.[on] Ascanio Alovisj, D.[on] Francesco Porcari,/N.[ota]r Felice Sorge, e dell’intiero popolo nella Sala del/Convento di S. Francesco, e si è proposto, e medesimam.[ent]e/risoluto quanto siegue./Primieram.[ent]e è letto un Proclama del Sig.[no]r Maresciallo D.[on] Fran-/cesco Federici riguardante la Leva in Massa, dietro la Lettura/del quale tutto il Popolo si è mostrato pronto a partire in/Massa, e l’Uni[versi]tà per mantenimento di Ciascun Indivi=/duo si è obbligata di somministrare a Ciascuno di Essi carlini/due al giorno; da prendersi però su di una Cassa provvisio=/nale formate per li Cittadini più facoltosi, ed alli Medesi=/mi notificata, non potendo prendere somma alcuna dalli Fon=/di Universitativi per trovarsi li Medesimi affatto esauriti/per l’ingenti somme erogate, e che giornalm.[ent]e si erogano/per li bisogni attuali della Guerra; et nemine discrepan=/te si è formata la d:[ett]a Risoluzione/
f.145v
In secondo luogo si è proposta dal Sindaco D.[on] Andrea Salvucci/la riattazione delle Mura Castellane, e delle tre Porte della/Città, onde difendersi da qualunque Nemica invasione, per/la di cui operazione si stabilì una Tassa Civica di un Ta=/rì a fuoco alli Benestanti, e di un Carlino alli poveri,/e tutti una voce si sono uniformati, ed hanno Risoluto/che si faceva. Et sic fuit conclusum./G.[asbare] Orlandi Luog[otenent]e[…]/Andrea Salvucci Capo Sindaco “ ( segue impresso il sigillo ottagonale dell’università di Avezzano recante, dentro la seguente scritta: “ UNIVERSITAS AVEZZANI “ con al centro una figura di santo : San Bartolomeo n.d.r.)
f.146r f. 144 (antica numerazione)
In Dei nomine Amene(sic)/Avezzano 19 X[decem]bre 1798/Si è convocato pubblico Parlam.[ent]o coll’assistenza, e con Or-/dine delli Sig:[no]ri Amm.[inistrato]ri D.[on] Andrea Salvccci [è stato corretto n.d.r.), e Compagni, e /coll’assistenza ancora del Sig:[no]r D.[on] Gaspare Orlandi, e det=/ti sottoscritti Cittadini, per risolversi, q[ua]nto siegue./P[ri]mo si propone alle SS.[Signorie] LL.[Loro] come non potendo gli Attuali/Amm.[inistrato]ri adempire alle tante incombenze/ed affari tanto/in ordine agli affari Economici dell’Uni[versi]ta, che alle tanti Bisogni della Guerra, perciò si devono eleggere/quattro Deputati Probi, Benestanti, e Sagaci, e q[ue]sti/debbono assumere con del:i Amm[inistrato]ri l’incarico di prov=/vedere danaro, viveri, ed altre cose occorrenti per la/guerra; con provvedere inoltre alle situazioni de’ tan=ti Uffiziali e truppe che transitano alla giornata, e/che vogliono essere non solo alloggiati, ma anche provisti/di viveri; trovandosi esauriti i FondiUniversitativi,/si è risoluto che gli Intervenuti Cittadini invece/di quattro deputati, per maggiorm.[ent]e agevolare, e disporre/gli affari se n’eleggano diece, come restano eletti ad/una voce del Popolo, D.[on] Ladislao Mattei, D.[on] Dome=/
f.146v
nicant:[oni]o Iatosti, D.[on] Vinc:[enz]o Minicucci, D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni/D.[on] Gius.[epp]e Colacicchi, D.[on] Maurizio Orlandi, D.[on] Girola=/mo Mariani, N:[ota]r Felice Sorge, D.[on] Francesco Porcari/Sig.[no]r Matteo di Virgilio; i q[ua]li unitam[en]te colli attuali/Priori debbano adempire a q[ua]nto sta cennato ne=/la proposizione; prestandosi assistenza, ed ajuto, on=/de se gli alleggeriscano gli Affari./Si è proposto e risoluto che resti confermato per Amm.[inistrato]re France=/sco Burelli, ed in luogo dell’Amm.[inistrato]re Carlo Felice/Paciotti che attualm.[ent]e trovasi infermo, agisce interina-/mente Vincenzo Testa./Si è ancora proposto e risoluto di eliggersi un altro Balivo/per maggior ajuto, e servizio degli Amm.[inistrato]ri, e resta eletto/Pasquale di Renzo col Salario di sei ducati all’anno./Li Cittadini intervenuti sono li seg.[uen]ti/
D.[on] Ladislao Mattei Francesco Orlandi Ant.[oni]o Michetti
D.[on] Vincenzo Minicucci Lorenzo di Clemente Mag.[nific]o Domenicant.[oni]o Bonanni
D.[on] Domenicant.[oni]o Iatosti Giuseppe Toccotelli Lodovico Ricci
D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni Felice Marianella Marco Sorge
D.[on] Maurizio Orlandi Gio:[vanni] Rosati Gius.[epp]e Salone
D.[on] Francesco Porcari Domenicant.[oni]o Pasquale Croce d’Angiolo
D.[on] Ascanio Alovisj Giuseppe Savina Vinc:[enz]o Collalto
Benedetto Orlandi Girolamo Michetti
f.147r f. 145 ( antica numerazione)
Anastasio Campana Pasquale Sabatini Pietro Paciotti
Vinc.[enz]o Corradini Gius.[epp]e Montanari Felice Giffi
Martino Ciulli Gesualdo Cipollone Costanzo Lolli
Macioli Francesco Marinacci Franc.[esc]o Cipollone
Dome[nic]o Sorgi Franc.[esc]o Rosati Gius.[epp]e Bucci
Liberato Seritti Paolandrea Paciotti Sabatino Colella
Bartolomeo Fiasca Berardino Ricci Bartolomeo Michetta
Vinc.[enz]o Ciciarelli Francesco Iannotta Gius[epp]e di Bartolo
Bartolomeo Spina Leonardo Orlandi Gius.[epp]e Paciotti
Tommaso del Roscio Dom.[enic]o Paciotti Biagio Orlandi
Paolo Forzinetti Daniele Michetta Domenicant.[onio] di Clemente
Vinc:[enz]o Buttari Niccola Fiasca Franc[esc]o di Gio:[vanni] Ant.[oni]o Borelli
Gius.[epp]e Nicolini Michelangiolo Fiasca Giacinto Antonosanti
Dom[enic]o Ant.[oni]o Sorge Dom.[enic]o Montanari Dom.[enic]o Fiasca
Franc.[esc]o Mosca Niccola Giffi Berardino Mancinella
Vince[enz]o Tiburzi Berardino Corbi Gio:[vanni] di Alessandro
Franc[esc]o Lolli Franc.[esc]o Ranieri Gabriello Coletto
Rotilio Peruzza Gio[vanni] Napolione Rocco Maciobi
Angiolo Gallese Maurizio di Leodoro
Vincenzo […] ( è stato cancellato n.d.r.)
G[asbare] Orlandi Luo[goten]te ( al margine destro vi è impresso il già descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Andrea Salvucci Capo Sindaco
Francesco Borelli Amministratore
+ Segno di Croce di Camillo Nicolini Amm[inistrator]e Ill[ettera]to
+ Segno di Croce di Carlo Felice Paciotti Amm[inistrato]re Ill[ettera]to
Gius:[epp]e Cerri Canc[ellier]e
f. 147v
In Dei Nomine Amen/Avezzano 23 Gennaro 1799:/Si è convocato il presente pubblico Parlamento per/far presente alle SS.LL. quanto occorre nell’at-/tuale Stato delle cose affinchè risolvano qu[ant]o/meglio credono, e che sarà espediente nelle attuali/circostanze/P[ri]mo: Si propone alle SS.[signorie]LL.[loro], che sebbene dagli attuali/Amm:[inistrato]ri non siasi mancato in tutte le occasioni/di fare quanto si conveniva per la difesa del=/lo Stato, e della Patria, pure alcuni Cittadini/si sono lagnati, e si lagnano tuttavia della Loro/condotta senza ragione, e specialm:[ente] per essersi/trascurato di risarcire le Porte e Muri della/Cità, quandoche non è dipeso da Loro, ma dai/Cittadini, che chiamati mai sono intervenuti/a lavorare. E siccome per d:[ett]o risarcimento/necessita la costante unione di ogni Indivi=/duo che brama difendere se stesso il proprio/Principe, la Patria, e La Religione, né senza/di essa, e senza qualche contribuzione di Pos-/sidenti è impossibile potersi effettuare/
f.148r f. 146 ( antica numerazione)
un opera così importante; perciò risolvano le SS. LL./quello che sembrerà più conducente. Protestando es=/si Amm.[instrato]ri che dal canto Loro, e per quanto compor=/tano le loro forze si presteranno volentieri a tutto./2.[secon]do Si propone alle SS. LL. come ci è pervenuta una/Copia di lettera del tenor Seguente; che si legge/ e si lascia alligata nel p[rese]nte Libro per conservarla. Essi/Amm:[inistrato]ri all’istante, ed in vista della Medesima hanno spe=/dito diversi Corrieri alle convicine, e lontane Uni[versi]tà,/perché Ciascuna si fosse armata per soccorrere al luogo/del bisogno; onde risolvano anche in q[ue]sto oggetto/T[er]zo: Si propone come seguito il risarcimento delle sud:[dett]e/Porte, e Muri è necessario una Guardia Civica per la/notte, alla di cui testa debba essere un Galantuomo da/regolarsi per turnum, giacché una tale operazione resterib-/be inutile senza la Guardia; anzi sarebbe troppo necessario/e di maggiore urgenza che si cominciasse prima di d:[ett]i/risarcimento. Che perciò risolvano./Riguardo al primo Capo si è risoluto che in ordine/al risarcimento delli Muri e Porte si debba con/effetto e prontamente adempire; con prestarsi/da Cittadini per Turnum l’opera personale/e così pure gli Animali e Carri inserinem[en]te/
f.148v
come anche li Generi, ed occorrendo qualche/poco di denaro per pagare li Muratori debba/in tal caso farsi una Tassa ad un discreto/ripartimento fra i Possidenti, e che per ora, e/durante il bisogno debbano richiudersi a Muro/le Porticine del Macello, quella di Vincenzo/Alovisj, q[ue]lla di Giuseppant.[oni]o di Clemente, e/q[ue]lla di Vincenzo Orlandi; e q[ue]sta Legge deb=/ba correre anche per li Portoni, e per qualunque/altra uscita; sempre però durante il bisogno./Riguardo al secondo Capo approvandosi la Condotta tenu=/ta dagli Amm:[inistrato]ri si è risoluto spedirsi all’istante/un Corriere a Gioja, o dovunque altro bisogni per risa=/pere il luogo preciso del bisogno per quindi occor=/rere prontam.[ent]e in esso cento persone Armate/di q[ue]sta Popolazione provvedute di Monizione, do=/vendo le altre rimanere per la custodia della/Città; ed affinchè presti liquidata la scelta si è/fatta nel p[rese]nte Parlam.[ent]o delli seguenti Individui/(sic)
f. 149r f. 147 (antica numerazione)
Riguardo al 3[ter]zo Capo è stato risoluto di farsi subi=/to la Guardia Civica la q[ua]le debba cominciare da(q[ue]sta sera nel numero di dodici non incluso q[ue]llo/che deve essere Capo della Guardia, q[ues]ta debba/essere regolata dall’attuale Giudice della Corte./Li cittadini intervenuti sono stati li seq.[uen]ti/
D[on] Ladislao Mattei Anastasio Borelli
D.[on] Domenicant.[oni]o Iatosti Paolant.[oni]o Orlandi
D.[on] Aurelio Mattei Giuse:[pp]e Montanari
D.[on] Vincenzo Minicucci Giovanni Sorge
D.[on] Giuseppe Spina Pasquale Iacobone
D.[on] Vincenzo Spina Niccola Giffi
D.[on] Vincenzo Orlandi Vinc.[enz]o Sorgi
Carlant:[oni]o Corbi Pietro Giffi
Bartolomeo Corbi D.[on] Pietro Piccolini
Ferdinando Bonanni Giovanni Orlandi
Francesco Seritti Felice -Ant:[oni]o Scipione
Franc:[esc]o Cipollone Gius.[epp]e Salone
Giuliano Brogi Croce de Angelis
Loreto Salone Gio:[van]Batt[ist]a Buttari
Gius:[epp]e Fantauzzi D.[on] Maurizio Orlandi
Michelangiolo Fiasca Niccola Pasquale
Gio:[vanni] Rosati Domenico Paradiso
Camin’Ant.[oni]o Colella Fortunato Lucci
f. 149v
Pietro Orlandi Marcant.[on]io Fantauzzi
Giuseppe Toccotelli Pietro del Bove Orlandi
Francesco Stimbo Mag.[nific]o Gio:[van]Ant.[oni]o Fontana
Mag.[nifi]co Vinc.[en]zo Rampa
Andrea Salvucci Capo Sindaco ( a fianco è impresso il già descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
f. 150r f. 150 (antica numerazione)
Giosafatte del Roscio D.[on] Franc.[esc]o Lolli
D.[on] Aurelio Mattei D.[on] Gaetano Contaldi
Francesco Porcari D.[on] Giuseppe Colacicchi
Andrea Salvucci Capo Sindaco
Francesco Borelli Amministratore
+ Segno di Croce di Camillo Piccolini
+ Segno di Croce di Carlo Felice Paciotti (di fianco è impresso il già descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius.[epp]e Cerri Canc.[ellier]e
f. 150v
Ferdinando IV per la Dio Grazia Re/Avezzano 27 Febbraio 1799/Si è convocato pubblico Parlamento per ordine, e/coll’assistenza del Sig:[no[r Generale D.[on] Giuseppe Pro-/nj (sic) suo Signore Assessore, ed intiere Uffiziali=/tà per risolvere quanto siegue./Primieramente si è proposto, e risoluto che per l’/Amministrazione della retta giustizia, ed acciochè/ogni Individuo viva sicuro nella persona, nelle/robbe e nell’Onore, cosa per altro al presen-/te tanto necessaria; perciò si è scelto per Gover=/natore e Giudice la persona del D.[otto]r D.[on] Felice=/Antonio Nanni Concittadino, di unita col suo Ma=/strodatti Mag:[nifi]co Giuseppe Gallese. Q[ue]sto Sig:[nor]e/Gov:[ernato]re, e Giudice eletto, e da Noi approvato deve/imparzialmente, e colla benda sugli occhj ammi=/nistrare quella giustizia così retta e giusta, a te=/nore delle nostre leggi Canoniche del Regno, delle/Civili, consuetudinarie del Luogo, e di quanto/si è fin a q[ue]st’ora da Nostri supremi Tribunali/praticato di unita alle leggi criminali, e Loro pene/corrispondenti. Si dia soltanto Luogo al gravame/di ricorso, dopo gli atti solenni al detto Sig:[nor]e/
f. 151r f. 151 (antica numerazione)
Generale, da che nel’istante si spediranno gli Ordi=/ni opportuni, senza dar Luogo a Reclamo di di/sorte alcuna. Il Lodato Sig.[no]r Gov:[ernator]e, e Giudice debba/essere da tutta l’intiera Cittadinanza, e Luogo Sotto=/posto, rispettato e riverito, e riconoscendo per tale;/e Chi oserà inferirgli la menoma disattenzione,/si denunzi al d.[ett]o Sig:[no]r Generale, il quale cognita/Causa, procederà al pronto e degno castigo. Così/si esegua, e non altrimenti./Indi per maggiormente disimpegnare con cura, rettitudi=/ne, ed equità tutti questi affari di alto rilievo,/e che meritano tutta l’indagine a tal uopo, e/fine sono stati proposti diece Consiglieri, quali in/solo caso c.[om]e sopra, debbano congregarsi in Luogo terzo,/di unita al Sig:[no]r Gov:[ernator]e e Giudice, ed Amministratori,/e quivi risolvere tutto ciò che è di necessario in/sollievo ed ajuto della Cittadinanza, e dar pronti/ed esecutivi ripari in tutti questi incidenti che/si presenteranno, e tanto maggiormente per le/attuali circostanze del Regno, è mantenere sem=/pre ferma, e stabile la fedeltà alla Real Coro-/na, ed agli Cittadini. Li Consiglieri eletti sono D.[on]/
f.151v
Ladislao Mattei, D[on] Domenico Ant.[oni]o Iatosti, D.[on] Vin=/cenzo Minicucci, D[on] Maurizio Orlandi, D.[on] Gaspare/Orlandi, D.[on] Ascanio Alovisj, Sig.[nor]e Gius.[epp]e Orlandi/Sig[no]r Matteo di Virgilio, Sig[no]r Antonio Toccotelli,/Sig:[no]r Angiolo Gallese./Susseguentemente acciocché la giustizia abbia il suo vi=/gore, non resti seppolta per mancanza della/forza armata: a tale oggetto dunque si è stimato,/come un principal positivo dovere; eliggere un Ca=/pitano, un Sergente, e diciotto Uomini armati; que=/sti debbano essere tutti buoni, fedeli, prudenti, e/senza la menoma reità. Il Capitano eletto e con=/firmato è la persona di D[on] Gaetano Contaldi, il/suo Sergente il Sig[no]r Modesto Piccolini. Questi/prenderanno la consegna, formale per atto pubblico/dell’intiera Città, e suoi abitanti, di unita alle/Campagne adjacenti sino al Lor Tenimento: e do=/vranno procurarle la pubblica sicurezza, tran=/quillità e pace di Cittadini, unica mira e scopo/del d:[ett]o Sig:[no]r Generale, ed acciocchè Ogni Indi=/viduo viva sicuro nella persona, nell’onore, e/nelle sostanze, e né sia lecito a Niuno/
f.152r f. 152 ( antica numerazione)
di qualunque grado, età, e condizione Ella sia/di commettere la menoma violenza sotto qualun=/que colorato pretesto: atteso che altrim:[ent]i oprando, sa=/rà soggetto all’immediata pena. Indi d:[ett]o Sig[no]r Capi=/tano, Sargente, ed altri prenderanno la Cura effetti=/va dell’intiera Campagna, acciocché si evitino i fur=/ti, le recizioni degli arbori, e i danni degli A=/nimali.Il primo Trasgressore, appurato che sia tale,/sarà soggetto per la prima e seconda volta alla pena/di ducati sei applicando al d:[ett]o Capitano e sua/Squadra, la quale avrà la sua giornata di carli=/ni due dalla Città, ed al Capitano quattro, e tre/al Sargente, acciocché maggiorm.[ent]e non si dia occasio=/ne al ricatto, o altro, e per la terza volta il Trasgres=/sore della Città, o della Campagna sarà subito da/d.[ett]a Squadra carcerato, e se ne passerà l’avviso al/d:[ett]o Sig:[no]r Generale dovunque si trova, per dare in-/seguito le pronte risoluzioni. L’istesso Capitano/e Sargente devon fare l’esecuzione della giustizia/secondo questi Ordini che gli si passeranno dal d:[ett]o/Sig:[no]r Governatore e Giudice per la pronta esecuzione della giustizia; in caso di dubbio si ricorra/
f.152v
al d:[ett]o Sig.[no]r Generale./Finalmente per tutto regolarsi, ed il pubblico non ab=/bia di che dolersi, si è proposto di eliggersi due buo=/ni Grascieri, i quali devono giornalm.[ent]e assistere, e/rivedere tutti gli pesi, Misure, et signanter di pro=/curare, che nella Città non vi manca niuna sorte/di genere di commestibile necessario, per comodo ed/uso pubblico, tanto di pane, olio, Carne, Salati/vino, ed altro, quando per procurare il Macello/di ogni sorte di carne fresca, il prezzo della qua=/le debba stabilirsi da detti SS.[signo]ri Grascieri, i qua=/li si devon render carichi degli prezzi delle/convicine Città e Luoghi, et signanter di quelle/piazze che formano l’assise. Detti Grascieri fa=/ranno obbligare formalmente penes acta i panat=/tieri, Pizzicaroli, Chiangheri, e Chiunque altro/sarà necessario pel mantenim.[ent]o del pubblico Com=/mestibile. Così si esegua, e non altrimenti/I Grassieri eletti approvati dal Pubblico, e dal Sig:[no]r Gene=/rale sono D.[on] Gio:[vanni] Filippo Minicucci, ed il Sig.[no]r For=/tunato Mancinella./Oggi il tutto si è proposto e risoluto alla presenza/dell’intiera Popolazione congregatasi nel p[rese]nte/
f.153r f. 153 ( antica numerazione)
Parlam.[ent]o nemine discrepante/
Giuseppe Pronio
Andrea Salvucci Capo Sindaco ( a fianco è impresso il solito e descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
f. 153v
Avezzano 4 Marzo 1799/Si è convocato pubblico parlam.[ent]o per ord:[in]e de SS:[signo]ri/Amm:[inistrato]ri D.[on] Andrea Salvucci e Compagni, e coll’/intervento e assistenza di D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nan=/ni Regio Gov:[ernato]re e Giud:[ic]e, nonche de’ sottoscrit=/ti Cittadini, per risolversi quanto siegue/P[ri]mo si propone alle SS. LL. come avendo il Sig:[no]r Genera=/le Pronio domandata la Massa di q[ue]sto Pubblico da/spedirsi nel quartiere G[e]n[era]le d’Introdacqua, si con=/gregarono li SS:[Signor]i Consiglieri, Amm:[inistrato]ri, ed il Sig.[no]r/Gov.[ernator]e e Giud:[ice], e risolverono di rispondergli varj/motivi specificati nella Risoluzione che si è letta/alle SS.[signori]e LL:[loro], e che qui si alliga. Fu formata/tal risposta, e spedita; ma il d:[ett]o Sig.[no]r Pronio con/altra risentita lettera, e con comminazioni di/pene, ha ricercata nuovam.[ent]e detta Leva da/spedirsi c.[ome] s.[opr]a; onde Risolvano/Si è risoluto da Tutti di tornarsi a rispondere al Sig:[no]r/Pronio riproducendo le istesse ragioni dell’altra let=/tera, e Specialm:[ent]e l’impossibilità in cui si trova/l’Uni[versi]tà di erogare altre ulteriori spese; quali
f.154r f. 154 ( antica numerazione)
ragioni poste in carta, debbansi avvalorare colla viva/voce del Sig:[no]r D.[on] Giuseppe Paciotti, il quale è stato elet=/to ad accedere presso il d:[ett]o Sig:[no]r Pronio, e persuaderlo/cogli motivi di sopra addotti; ed alla peggior lettura/quando si ostinasse a volere la Leva di questo Pub=/blico, ne riporti ordine diretto alli diece Individui/di Cavalleria affinché questi in esecuzione del loro/dovere si portino in d:[ett]o Quartier Generale d’Introdac=/qua. E nel tempo stesso si scriva al Sig:[no]r Salomone/Comandante presso l’Aquila; affinchè si compiaccia/di formare un Attestato che presso di lui esiste una/numerosa Massa di q[ues]sta Città, della migliore Gioven=/tù, e guarnita delle migliori Armi; oppure scriva/una lettera d’officio al Sig:[no]r Pronio./Si è di più proposto, e risoluto, che per dissuadere il/Sig:[no]r Pronio della tassa rappresentanza al Medesimo/avanzata che li SS:[signo]ri Amm:[inistrato]ri abbiano innovato contro/i di lui Ordini relativi alli Grassieri ed Assise, il Regio/Sig:[nor]e Gov:[ernator]e e Giud:[ic]e ne formi una dettagliata e ve=/ridica Relazione discaricando d:[ett]i Amm.[imistrato]ri/
Ladislao Mattei Consigliere
Vincenzo Minucucci Consig.[lier]e
Ascanio Aloisj Cons.[igliere]
Domenicantonio Iatosti Cons.[igliere]
Gius.[epp]e Orlandi Cons.[igliere]
Maurizio Orlandi Cons.[iglier]e
f.154v
Matteo di Virgilis Cons.[iglie]re
Gaspare Orlandi Felice Marianella
Fortunato Mancinelli Pietro Pennazza
Michele Borelli Dom.[eni]co Ant.[oni]io di Clemente
Vincenzo Corradini Franc[esc]o Mosca
D.[on] Francesco Parlati Gio:[vanni] Grande Decj
Giuseppe Chiaravalle Gius[epp]e Sorgi
Niccola Pasquale Vinc:[enz]o Borelo
Michele di Clemente Mariano Orlandi
Paolant:[oni]o Berardi Gius:[epp]e Vidimario
Gius.[epp]e Toccotelli Sig. Gio:[vanni] Ant.[oni]o Fontana
Giacomant.[oni]o Orlandi Filippo Scipione
A[nas]tasio Campana Leopoldo del Roscio
Gio:[van]Batt[ist]a Colella Pietro Accettola
Massimo di Felice Dom:[eni]co Giffi
Felice de Angelis Vinc[enz]o Giffi
Filippo di Clemente Luigi Toccotelli
Bartolomeo Fiasca Carminant.[oni]o Colella
Sig:[no]r Giuseppe Paciotti D.[on] Gaetano Contaldi
Sig.[no]r Fortunato Mancinelli
Gius[epp]e Salucci
Gius.[epp]e Montanari Andrea Salvucci Capo Sid.[ac]o (segue impresso il solito
Girolamo Marchetti descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Franc.[esc]o Lucci
Angiolo Gallese
f. 155r f. 155 (antica numerazione)
Avezzano 30 Marzo 1799./Si è convocato pubblico parlam.[ent]o per ordine di D.[on]/Andrea Salvucci Capo Sindaco e Compagni Amm.[inistrato]ri/di q[ue]sta Città, e (è stato corretto n.d.r.)coll’assistenza del Sig.[no]r/Gov.[ernator]e e Giudi[c]e di q[ue]sta Regia Corte D.[on] Felice-Ant.[oni]o/Nanni per risolversi quanto siegue ( seguono 7 righe un po’ tutte cancellate[in origine erano state scritte]. E’ stato cancellato anche il sopra descritto preambolo con vistose linee verticale inclinate che occupano tutto il foglio: quindi tutto il deliberando,mancante delle sottoscrizioni, è stato cancellato. Non sappiamo il motivo di tale cancellazione sicuramente la cosa è avvenuta nella stessa giornata infatti, con la stessa data del 30 Marzo 1799, verrà fatta una nuova deliberazione che qui di seguito in modo integrale si riporta quindi, dobbiamo ragionevolmente supporre che la causa della cancellazione fu dovuta sicuramente a qualche grave omissione o altro motivo importante tale da cancellare collegialmente il tutto e fare ex novo un’altra legale deliberazione n.d.r.)
f. 155v
Avezzano 30 Marzo 1799/Si è convocato pubblico parlamento coll’as-/sistenza ed intervento delli SS.[signo]ri Amm.[inistrato]ri/di D.[on] Felice Ant.[oni]o Nanni Regio Gov.[ernator]e e Giud.[ic]e di/q[ue]sta Città, per risolversi il seg:[uen]te/Si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] come sono quì pervenute/due lettere del Sig.[no]r Generale D.[on]Giuseppe Pro-/nio, come pure un Ordine di D.[on] Giovanni/Salomone, che sono del tenore seg.[uen]te, e che/qui si alligano …(sic) Risolvano le/SS.[Signorie] LL.[Loro] q[ue]llo che stimano doversi fare per il/bene della Patria e in difesa dello Stato./Si è da tutti risoluto di scriversi officiosam.[ent]e al Sig.[no]r/Generale Pronio ponendole in veduta questi stes-/si motivi, che altra volta le furono rassegna=/ti, e specialm.[en]te che devesi accorrersi nella Frontiera/di Ovindoli e Carsoli minacciata d’invasione nemi=/ca; e che la n[ost]ra Massa deve portarsi nell’Aquila/in chiamata da D.[on] Gio:[vanni] Salomone per rassumere/l’assedio di q[ue]sta Città. Per una tal Massa poi/si è risoluto che debba la Medesima esser For=/mata di ottanta Individui scelti ed atti alle armi/
f. 156r f. 156 (antica numerazione)
da formare due Compagnie, ciascuna di esse di quaran=/ta soggetti. La prima di dd:[dett]e Compagnie venga coman=/data e diretta da D.[on] Marcantonio Spina, e D.[on] Maurizio/Orlandi in qualità di Capitano Comandanti: e la seconda/da D.[on] Tommaso Brogi, e D.[on] Giuseppe Paciotti; e q[ue]sta/dopo quindeci giorni debba dar la Muta alla prima./Si è in 2[secon]do luogo proposto e risoluto di esiggersi li Crediti/della Compagnia dal Suffraggio; a qual oggetto sono/Stati deputato per Esattori D.[on] Vincenzo Minicucci, e/D.[on] Pietro Piccolini./E’ stato in terzo luogo proposto e risoluto, che siccome il Mag=[nifi]co/Gesualdo Spina va debitore della Confraternita di S.[an] Roc=/co in ducati ottantotto, così detta somma, che il Medesimo Spina rappresenta contro q[ue]sta/Uni[versi]tà per l’appaldo del Campanile, restando q[ue]sta/stessa Uni[versi]tà Maleadrice, e pagatrice per il sud.[ett]o/Spina a beneficio di d:[ett]a Confraternita./Li Cittadini intervenuti sono i seg[uen]ti/
Bartolomeo Fiasca Giuseppe Bucci
D.[on] Domenicant.[oni]o Iatosti Francesco Marinacci
Croce d’Angiolo Dom:[enico] Fantauzzi
Massimo di Felice Filippo Michetti
f. 156v
Angiolan.[toni]o di Clemente Luigi Toccotelli
Berardino Corbi D.[on] Ascanio Alovisj
Prospero Giffi D.[on] Vinc:[enz]o Minicucci
Gius.[epp]e Montanaro Sig:[no]r Gius:[epp]e Paciotti
Antonio d’Amico D.[on] Ladislao Mattei
Carlo Buttari Angiolo Bucci
Giuliano Brogi Giovanni Orlandi
Pasquale Savina Bartolomeo Fiasca
Giacomant.[oni]o Orlandi Vincenzo Masci
Franc:[esc]o Orlandi Gio:[van]Batt[ist]a Accettola
Franc.[esc]o Salone Gio:[van]P[ie]tro Scipione
Ant:[oni]o d’Amico D:[on] Marcant.[oni]o Spina
Vinc.[enz]o Donsante D:[on] Gaspare Orlandi
D:[on]Gius.[epp]e Spina D.[on] Maurizio Orlandi
Lodovico Lolli Girolamo Michetti
Silvestro di Renzo Sig:[no]r Gius:[epp]e Orlandi
Dom:[enic]o Ant:[oni]o Cicchi Sig:[no]r Vinc.[enz]o Rampa
Dom:[enic]o Nicolucci Pasquale licari
Fortunato Mancinella Lorenzo Bucchi
Rotilio Peruzza Carlant.[oni]o Corbi
Fortunato Lucci Sig.[no]r Gio:[vanni] Ant.[oni]o Fontana
Carminant.[oni]o Colella Franc.[esc]o Novelli
D.[on] Gaetano Contaldi
f. 157r f. 157 ( antica numerazione )
Sig.[no]r Vinc:[enz]o Orlandi
Vinc:[enz]o Giffi
Pasquale Resta
Gio:[vanni] Ant:[oni]o Spera
Gius.[epp]e Buttari
Luigi Buttari
Giustino Castellano
Andrea Salvucci Capo Sindaco
(segue a destra il solito già descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius.[epp]e Cerri Canc.[ellier]e
f. 157v
Adì 28 Aprile 1799 Avezzano/Si è convocato pubblico Parlam.[ent]o per ordine/de’ Sig.[nor]i Amm.[inistrato]ri, coll’assistenza del Sig:[no]r/D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni Regio Gov.[ernator]e e Giu.[ic]e/e coll’intervento de’ sotto annotati Cit=/tadini per risolversi il seg.[uen]te/Si propone alle SS.[signori]e LL.[loro] come dalle notizie precor=/se si vede q[ue]sta popolazione minacciata dall’/invasione di gente nemica (seguono 4 righe e mezzo di scrittura cancellate n.d.r.)ne=/cessario una valida e pronta difesa, la qua=/le abbia in mira, e per unico oggetto la n[ost]ra/Sagrosanta Religione, l’adorabile n[ost]ro Sovrano/Ferdinando IV, lo Stato, e la Padria. A Riu=/scire a si gloriosa, e vantaggiosa intrapresa, è/opportuno eleggersi in primo Luogo una Persona/di fiducia, di talento, e di buon costume,/che presieda a tutte le operazioni, e le rissolvi/ a seconda delle circostanze, con quella/
f. 158r f. 158 (antica numerazione)
rettitudine Zelo ed attività che è propria delle/attuali emergenze, ed un tal Soggetto affiancar=/lo di assessore abile ed idoneo: che questo Me-/desimo Capo coll’intelligenza e voti dello stesso/Sig:[no]r Assessore eligendo, debba coalizzare, tutte/ le Uni[versi]tà vicine, e che sono a portata di con=/correre alla difesa, per aver così una forza/sufficiente da poter respingere le nemiche/aggressioni in ogni caso, che tentassero d’invaderci, e formare in q[ue]sta nostra Città il Cen=/tro della Forza armata; onde risolvano./Si è risoluto da tutti li Cittadini nemine discrepante/che per Capo della proposta operazione di difesa/sia il Sig:[no]r D.[otto]r D.[on] Giovanni Colacicchi, e siccome/il Medesimo è Dottore non occorre l’elezione dell’/Assessore./E siccome per l’esecuzione di quanto corrisponde al buon/regolamento e condotta delle operazioni della difesa si/ricerca l’elezione di due Capitani; che sieno intesi/degli affari di guerra, così risolvano anche sopra q[ue]sto/punto./In seguito di tal proposto di è da Tutti risoluto/
f.158v
che per Capitani restano eletti, come sono eletti./Li SS.[signo]ri D.[on] Gregorio Decj, e D.[on] Angiolo di Virgi-/lio, colle facoltà di prescegliere tutte le Genti/atte alle Armi, in vigilare alla custodia e quie=/te della Città, ed in caso di bisogno accorrere/uno di essi prontamente alla testa della Gente/armata; ben inteso però che tanto Essi Capi=/tani, che gl’Individui debbano dipendere dal/Sud.[ett]o Capo D.[on] Gio:[vanni] Colacicchi, per così re=/golare con miglior accerto, e buone successo qua=/lunque loro operazione: debbano essi Capita=/ni essere patentati dagli Mag.[nifi]ci Amm.[inistrato]ri, colla/firma di d:[ett]o Capo, e del Regio Governatore/propone finalm.[ent]e che per supplire alle spese occorre=/ti alla difesa occorre del danaro, onde risolvano do=/ve debba prendersi, e da quali fondi./Si è risoluto che debbano valutarsi per questo oggetto le/Rendite sequestrate dalla Regia Corte al Gran Con=/testabile Colonna, e le sopravanzi de’ luog.[h]i Pii/Laicali tutti di q[ue]sta Città,(segue una cancellatura che occupa due mezze righe nd.r.)
f. 159r f. 159 ( antica numerazione)
Li Cittadini intervenuti nel dietro scritto Par-/lamento sono li seg:[uen]ti/
D.[on] Ladislao Mattei Niccola Spirito
D.[on] Filippo Iatosti Gius:[epp]e Lolli
D.[on] Giovanni Colacicchi Gius:[epp]e Salone
D.[on] Giuseppe Minicucci Loreto Salone
D.[on] Maurizio Orlandi Felice Santa Croce
D.[on] Gaspare Orlandi Pietro Orlandi
D.[on] Andrea Orlandi Gesualdo Cipollone
D.[on] Ascanio Alovisj Gius:[eppe] di Bartolo
N:[ota]r Teodoro Paciotti Gaspare Cherubini
Massimo di Felice Franc:[esc]o Orlandi
Carlo d’Amore Felice Giffi
Gennaro Pennazza Marco Sorge
Franc:[esc]o Napolione Franc:[esc]o Seritti
Remigio Orlandi Geremia Letta
Bartolomeo del Roscio Ant:[oni]o Montanari
Bartolomeo Corbi Franc:[esc]o Cipollone
Berardino Corbi Giacinto Ricci
Bartolomeo Iacoboni Marcant:[oni]o Fantauzzi
Francesco del Roscio Gio:[vanni] Salone
Marcant:[oni]o Sorgi Vinc:[enz]o Viola
D.[on] Gregorio Decj Vinc:[enz]o Buttari
Gio:[van] Catarino Paciotti Nicola Gallese
f. 159v
Gabriele Collalto Bartolomeo Buttari
Lodovico Colella Berardino di Virgilio
Ant:[oni]o Giffi Gius:[epp]e Toccotelli
Michele Cioffi Berardino Mancinella
Franc:[esc]o Iannotta Angiolo Gallese
Dom:[enic]o Colizza Sig:[nor] Gius:[eppe] Orlandi
Gius:[eppe] Montanari Niccola Gallese
Giustino Colizza Angiolo Pontesilla
Gaetano Ietti Gio:[vanni] Ant:[onio] Ottaviani
Felice Marianella D.[on] Tommaso Brogi
Gius:[eppe] Corradini Bartolomeo Massimiani
Gius:[epp]e Giffi Felice Marianella
D.[on] Pietro Piccolini Franc:[esc]o Parlati
Felice- Ant:[oni]o Ricci Luigi di Simone
Andrea Salvucci Capo Sindaco (segue impresso il solito descritto sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Giuse:[epp]e Cerri Canc.[ellier]e
f. 160r f. 160 ( antica numerazione)
Avezzano li 26 Maggio 1799/Si è convocato parlam.[ent]o per ordine de’ SS.[signo]ri Amm.[inistrato]ri, e/coll’assitenza di D:[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni Regio Gov:[ernator]e/e Giud:[ic]e, e coll’intervento de’ seg:[uen]ti Cittad=/ini, onde risolversi quanto siegue/P[ri]mo: si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] che il Sig:[no]r Generale D.[on]/Giovanni Salomone ha emanati varj Proclami/che riguardano la tranquillità, e difesa della Pro=/vincia, come rilevasi dal di loro tenore che/si legge, onde risolvano analogam.[en]e a quanto/d:[ett]o Sig.[no]r Generale ordina, dispone, e prescrive;/det:[t]i Proclami portano la data de’ 10:, e 16: Maggio/cor:[rent]e anno:/Si è risoluto da Tutti li Cittadini convocati per il p[ri]mo/Capo, e Tutti hanno rinnovato il giuramento di fedeltà verso la persona adorabile del N[ost]ro Au=/gusto Monarca, e lo ha ratificato e confermato,/essendosi dimostrati pronti prontissimi di spargere/ tutto il loro Sangue in di lui difesa, e de’ dritti/che le Spettano; e ciò in adempim.[ent]o del p[ri]mo Capo/ dell’Editto del dì 10 Maggio= Per il 2[secon]do Capo/
f. 160v
di d:[ett]o Editto si è risoluto disponersi l’ordinato Ar=/mamento, ed a quale oggetto sono stati eletti per/Capi Massa D.[on] Angiolo di Virgilio, e D[on] Gregorio/Decj coll’ispezione di organizzare subito tutti/li Soldati di Linea di q[ue]sta Città, e provvederli di/tutto, ed adempiere insomma a quanto nel 2[secon]do/e terzo Capo di d:[ett]o Editto viene stabilito./E siccome per un tal Armamento vi è di bisogno/di danaro, così si è risoluto che si cedano li/conti dell’Amministrazioni di dieci anni a q[ue]sta/parte; per i quali Conti sono stati eletti per/Razionale il Sig.[no]r D.[on] Giuseppe Paciotti, e per As/sitenti D.[on] Maurizio Orlandi, e D.[on] Pietro Pic=/colini, i q[ua]li ser: serv: procedano a tale visione;/e per le loro fatiche gli viene stabilito il so-/lito Onorario dato negli altri Conti; ed in esito/di tali conti risultando danaro s’impieghi per/la causa accennata; e, fra di tanto prendersi/il danaro della Mola di q[ue]sta Città, e li Depu-/tati eletti nel Parlam.[ent]o di 19 X[decem]bre p.[rossim]o p.[assat]o anno/ cautelino con di loro ricevuta il Molinaro
f. 161r f. 161 ( antica numerazione)
autenticata dal Sugello dell’Università, et sic fuit con/clusum./I cittadini intervenuti sono li seg:[uen]ti./
Remigio Orlandi D.[on] Ladislao Mattei Giacomant.[oni]o Orlandi
Berardino Corbi D.[on] Maurizio Orlandi D.[on] Franc:[esc]o Lolli
Luigi Ottaviani D.[on] Dom:[enic]o Ant.[oni]o Iastosti Gius:[eppe] Donsante
Dom.[enic]o Ant.[oni]o di Clemente D.[on] Gius.[epp]e Colacicchi Angiolo Portisilla
Nicola Pasquale Michele Colella Gabriello Collalto
Franc.[esc]o Orlandi Simplicio Calecina Nicola Carradello
Franc.[esc]o Napolione Filippo Lolli Ant.[oni]o Michetta
Gio:[vanni] Urbano Dionisio di Clemente Ant.[oni]o Calenna
Gaspare Cherubino Sig:[no]r Gius.[epp]e Spina Gio:[van] Batt[ist]a Guglielmi
Pasquale Ricci Gius.[epp]e Corbi Gio:[van] Catarino Pennazza
Lorenzo Marianella Vinc:[cenz]o Corradini Marcant:[oni]o Spera
Prospero Giffi Sig:[nor] Gius:[eppe] Nicolucci Carlo Spera
Sig:[no]r Gius:[eppe] Paciotti D.[on] Felice Mattei D.[on] Vinc.[enz]o Minicucci
Sig:[nor] Giuseppant:[onio]Sorge Bartolomeo del Roscio Fortunato Mancinella
Gius.[epp]e Lucci D.[on] Ascanio Alovisj
Giuliano Brogi Andrea Salvucci Capo Sindaco (segue sotto impresso il solito descritto
Loreto Ricci sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Angiolo Felice Buttari
Gio:[vanni] Coturo
D.[on] Pietro Niccolini
G.[iuseppe] Cerri Canc.[ellie]re
f. 161v
( c’è uno spazio di circa ¼ di foglio lasciato in bianco n.d.r.)
Primo si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] come l’è ben noto che q[ue]sta/Uni[versi]tà non ha Fondi, né maniera da poter spendere/anche per pagam[en]to di un Corriere, giacchè com è lo/e parim[en]to le Rendite si sono tutte versate/in diversi Rami, ed hanno avuto uno scolo per/disposizione de’ SS.[signo]ri Deputati nella venuta del Sig.[no]r/General Pronio. All’incontro li bisogni sono continui,/e crescono sempre più ora che per grazia della/Provvidenza le notizie sono sfavorevolissime, e le/Reali Truppe si sentono vicine. Risolvano dunque/prendano li spedienti che convergono a tante ur=/genze, e per supplire alle spese ed a qualun=/que altra cosa possa occorrere; E perche/riesca con q[ue]lla rettitudine, ed esattezza che si/conviene destinino una persona che riceva il da/naro che si stimerà far passare in di lui mani,/dietro q[ue]ste disposizioni, e q[ue]lli mezzi che crede=/
f. 162r f. 162 ( antica numerazione)
ranno essi adattati; acciocchè nel bisogno alla/Med.[edesi]ma persona ordinarsi il pagam.[ent]o secondo il bisogno/2.[second]o Si propone, come il Predicatore Quaresimale D.[on] Gio:[vanni]/Bart:[olome]o Olivieri, il Medico, il Chiriurgo, il Maestro di/Scuola, li R:[everend]i Cappuccini, i Balivi ed altri Salariati/devono esser pagati Resp[etti]v[ament]e, né l’Uni[versi]tà ha modo/da poterli sodisfare; e perciò Risolvano e trovino/li Mezzi da potersi pagare, dovendo in tale occor=/renze e circostanze interessarsi li Benestanti e facili=/tare il buon governo del Paese con tutta la quiete,/ e q[ue]sta buona armonia che si chiede, senza la-/sciare gli Armam:[en]ti ad esser bersaglio delle circostanze/ e de’ Creditori./T[er]zo Si propone, come il Sig:[no]r Capitan D.[on] Pasquale/de Magistris delegato del Sig.[no]r Gen[era]le Pronio con sua let=/tera del dì 29 Maggio ha ordinato di non pagare/a D.[on] Gio:[vanni] Salomone la Decima del Med:[esim]o con più or-/dini richiesta; Risolvano anche su di esso quello/che stimano./(sic)
162v
Avezzano 30 Giugno( è scritto sopra una cancellatura n.d.r.) 1799 dico 30 Giugno 1799/Si è convocato pubblico Parlamento per ordine degli/Attuali Ammi:[nistrato]ri D.[on] Andrea Salvucci e Compagni,/coll’assistenza del Sig:[no]r Gov:[ernator]e e Giud.[ic]e di q[ue]sta/Regia Corte D.[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni, e coll’inter=/vento de’ sott[oscritt]i Cittadini per risolversi q[ua]nto sie=/gue/P[ri]mo Si propone, come trovasi stabilito per esecuzione/de’ Reali Ordini, che gli Amm:[inistrato]ri dell’Uni[versi]tà debba=/no prender possesso di un tale impiego al primo/di Agosto, e perciò essendo prossimo a venire/d:[ett]o Mese, e necessitando farsi l’elezione degli/nuovi Amm.[inistrato]ri, onde le SS:[signorie] LL:[loro] prescelgano a/questa Carica, q[ue]llo che meglio credono; e nel tem=/po stesso facciano la elezione del Razionale ed as=/sistenti per la visione deì n[uo]vi Conti, non a=/vendo Noi attuali Sindaco ed Amm:[inistrato]ri nessuno/per sospetto./Da Tutti li Cittadini intervenuti si è risoluto che/per Amm.[inistrato]ri debbano continuare li attuali, e/specialm:[ent]e il Capo Sindaco D.[on] Andrea Salv=/ucci, ma siccome q[ue]sti non ha voluto accettare/
f.163r
oggi non si è concluso il Parlam:[ent]o/Li Cittadini intervenuti sono li seg:[uen]ti/
Michele Porcari Pietro Pennazza Andrea Letta
Felice Marianella Domenico Paciotti Francesco Novelli
Remigio Orlandi Marcant:[oni]o Fantauzzi Giuseppe Ronieri
Geremia Letta Felice Ant:[oni]o Viola Filippo d’Angiolo
Felice Piccolini Giovanni Donsante Gio:[vanni] d’Alessandro
Gennaro Pennazza Gius:[epp]e Fantauzzi Pietro Orlandi
Gius:[epp]e Lolli Bartolomeo Buttari Pasquale Ricci
Felice Paradiso Gaetano Jetti Giustino Castellano
Pietro Paciotti Gio:[vanni] Majorani Felice di Cesino
Giuliano Brogi Bartolomeo Novelli Giosafatte Campana
Vinc:[enz]o Burelli Fortunato Mancinella Anastasio Borelli
Filippo Lolli Sig:[nor] Girolamo Mariani Costantino Lolli
Angiolant:[onio] di Clemente Dom:[enic]o Paciotti D.[on] Dom.[enico] Ant.[onio] Iatosti
Agostino Scipione D.[on] Ladislao Mattei D.[on] Vinc:[enz]o Minicucci
Giuseppe Giffi D.[on] Gaspare Orlandi Sig:[no]r Gius:[eppe] Nicolucci
Nicola Pasquale Gius.[epp]e Castellani Sig:[no]r Gio:[vanni] Ant.[onio] Fontana
Gius:[eppe] Montanari N:[otar] Teodoro Paciotti Franc:[esco] Marchetelli
Franc:[esc]o Marinacci Angiolo Gallese Ercole Bucci
Giacom:[o]Ant:[onio] Orlandi Franc:[esc]o Scipione Ant:[onio] Guidoni
Dom:[enic]o Ant[onio] Pasquale Biase Laurenzi Sig:[nor] Gius:[eppe] Paciotti
Tolomeo Pennazza Nicola del Roscio D.[on] Gius:[epp]e Colacicchi
Gius:[eppe] Michetti Filippo Donsante
(segue a destra impresso il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius.[epp]e Cerri Canc.[ellie]re
f. 163v
Sia col nome di Dio. Amen/Avezzano li quattro Agosto 1799/Si è convocato pubblico Parlamento per ordine del/Sig.[no]r D.[on] Felice-Antonio Nanni regio Gov.[ernator]e/e Giudice, per risolversi quanto siegue,/si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] come avendo terminato l’im=/piego di Amministratore D.[on] Andrea Salucci(sic) e/compagni, lo hanno deposto, e domandato pro=/cedersi alla nuova elezione, senza tenersi ra=/gione di quella conferma che si volle fare in/sua persona, e che fra di tanto esercitassero/gl’Interini. Perciò essendo troppo giusto che/si affretti una tale elezione per il buon Go=/verno del Pubblico nelle p[rese]nti circostanze, scel=/gano quei soggetti che credono più adattati./Si è risoluto nemine discrepante ed a pieni voti/che per Sindaco debba servire, come è stato/eletto il D:[otto]r Fisico D.[on] Felice Mattei: e per Am=/ministra tori restano eletti Francesco Giulj, Carlan=/tonio Corbi e Matteo Novelli; ed atteso che/li passati Amm.[inistrato]ri hanno deposto fin da jeri l’of=/ficio, per non far rimanere il Pubblico spoglio/di Governo, hanno risoluto egualm.[ent]e nemine di=/screpante, ed a pieni voti che debbano oggi/
f. 164r f. 164 ( antica numerazione)
stesso prendere possesso, giacchè tanto importa per/le attuali circostanze./E’ stato proposto e risoluto che riguardo all’esazione/degl’Inculti debba q[ue]sta farsi dalli SS:[signo]ri Deputati/della Madonna S[antis]S[i]ma di Pietraquale (sic), non applicar=ne il ritratto, o sia importo per solennizzarsi il rin=/graziam.[ent]o che deve farsi alla n[ost]ra Proteggitrice, che/ci ha scampato da tante sciagure-./Riguardo all’esazione delle rendite dell’Uni[versi]tà è stato pro=/posto e risoluto, che riguardo a q[ue]lla delli Forni ascen=/dente a ducati mille novantasei, di questa deb=/bano applicarsi ducati ottocento per il pagamento de/pesi Fiscali quando verrà ordinato; ducati duecento/per pagam.[ent]o del medico e Chirurgo, e li rimanenti/novantasei a beneficio delli bisogni dell’Uni[versi]tà con/tutte le altre perdite provenienti dagli altri affitti:/L’esazione di det:[t]i ducati mille dal servire c.[om]e s.[opr]a si/è offerto di farla gratis il Sig.[no]r Matteo di Virgilio./Si è stimato di non doversi fare l’indicata separazio=/ne, ma lasciarsi in potere delli novi eletti Ammi=/nistratori l’esazione delle intiere rendite dell’Uni=/versità, tenendo però essi in considerazione di/applicare i sopravanzi alle spese communitative/
f. 164v
ed altri pesi fiscali; e per questi resta solam.[ent]e/separata ed adetta l’intiera rendita del Forno/da Capo; quale debba dagli Amm:[inistrato]ri deposi=/tarsi presso un pubblico Mercante. Et sic/fuit conclusum, beninteso però che d:[ett]a esazio=/ne debba farsi gratis/
Ladislao Mattei Gesualdo Spina
Vincenzo Minicucci Francesco Porcari
Gaspare Orlandi Pietro Piccolini
DomenicAntonio Iatosti Michele Borelli
Maurizio Orlandi Remigio Orlandi
Girolamo Marianj Gius.[epp]e Toccotelli
Gesualdo Spina Franc:[esc]o di Alessandro
Ascanio Aloisj Gius.[epp]e Giffi
Gio[vanni]ant.[oni]o Fontana Gaspare Cherubini
Matteo gizj Vincenzo Incani
Biag.[i]o Orlandi Vincenzo Testa
Giuseppe Montanari Giacinto Corbi
Antonio Toccotelli Berardino Corbi
Francesco Cerri Filippo Vidimario
Luiggi Ottaviani Angelo Rontesella
Giuseppe Nicolucci D.[on] Girolamo Mariani
Fortunanto Lucci Matteo di Virgilio
Berardino Olivieri Franc:[esc]o Novelli
carlo itiani corbi
f. 165r f. 165 ( antica numerazione)
Antonio Campana Filippo Lolli
Marco Sorge Pietro Paciotti
Prospero Gizzi Giovanni Orlandi
Costantino Lolli Gius:[epp]e Castellani
Berardino Olivieri Pao Candrea Paciotti
Michele Porcari Arcangelo Buttari
Angelo Gallese Domenico Napolione
Gennaro Spina Felice Buttari
Carlant:[oni]o Corbi Antonio di Renzo
Gius:[epp]e Fantauzzi Felice Fidanza
Giuse.[epp]e di Berardino Loreto Salone
Niccola Pasquale Biagio Salucci
Biagio de Sanctis Paolant:[oni]o Berardi
Franc:[esc]o Marinacci Franc:[esc]o di Gius:[epp]e Orlandi
Antonio di Amico
Feliceant:[oni]o Nanni Gov.[ernator]e e Giud.[ic]e
( sotto è impresso il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius:[epp]e Cerrri Canc:[ellier]e
f. 165v
Sia col nome di Dio Amen/Avezzano sette Agosto 1799-Si è convocato pubblico Parlamento per ordine de’ Sig:[nor]/Sindaco D.[on] Felice Mattei, e Compagni, e coll’/intevento ed assistenza del Sig:[no]r D.[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni/Gov:[ernator]e e Giud:[ic]e di q[ue]sta Regia Corte, per risolvere/quanto siegue/Si propone alle SS:[signorie] LL.[loro] come il Sig:[no]r D.[on] Andrea Salvucci/ci ha manifestato l’ingionto suo Ordine, il di cui/tenore si legge alle SS.[signorie] LL.[oro], onde risolvono quanto/credono espediente per la domandata esecuzione./Il nominato D.[on] Andrea ha in q[ue]sto atto esibiti gli/ordini originali della sua incumbenza, perche me=/glio possa l’affare risolversi e sono del tenor/seg:[uent]e = Ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Sig:[nor]e P[adro]ne Col[endissi]mo=aven=/do implorato dalla M.[aestà] S.[ua], se conveniva far a=/vanzare nel vicino Stato Romano la Truppa di/q[ue]sta Provincia di mio carico, mi comanda con/pressantissimi Reali Ordini pervenutemi con/q[ue]sta Posta; di dover ciò effettuare, ad oggetto di/liberare i buoni Statisti da’ Loro Tiranni ed Op=/pressori Nemici della Cattolica Religione e del/Trono. Quindi incarico V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma di far subito/
f. 166r f. 166 (antica numerazione)
istradare sotto la sua direzione, o di altra persona co=/raggiosa, ed attaccata al Real Trono, di cui possa ripromet=/tersi pel confinante Stato Romano la Massa di cod:[est]o Ri=/partim.[ent]o fornita di viveri e del prese giornaliero, e muni=/zioni da Guerra, comunicando q[ue]sta mia, specialm.[ent]e a D.[on] Gio:[vanni]/Batt[ist]a Resta, ed a chiunque cui spetta, affinchè si proceda/con tutto il buon Ordine, senza commettersi il menomo ec=/cesso, o attentato, che rende alieni gli animi dallo scopo./dovrà perciò V.[ostra[ S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma far sì, che la gente sia subordi=/nata a suoi Capi, ed esegua appuntino li loro Ordini, e/q[ue]sti che da me le sarcinino di tempo in tempo comunica=/ti. Le prevengo però di non lasciare sguarnita cod:[est]a Fron=/tiera, ma farvi rimanere ne’ Siti più importanti le For=/ze necessarie. Mi dia i giornalieri riscontri di q[ue]llo, che/anderà operando per mio regolamento e governo; mentre/Io con una forza imponente già mi accingo a penetrare/per la volta di Città ducale, e per altri punti della/Frontiera. E con sincera stima mi confermo= Di/V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma= Aquila 3 Agosto 1799= Dev.[otissimo]o Ser.[vitore] v:[ostr]o o[sservantissi]mo/Giovanni Salomone = Sig:[no]r D.[on] Andrea Salvucci=Avez=/zano=/In risulta è stato da Tutti li Cittadini considerato essere/espediente l’elezione di un Capo-Massa, da guidare/la quota della Truppa di q[ue]sta Popolazione, e che la/
f. 166v
scielta cada in persona di fiducia, abile al comando/e che abbia date riprove della sua buona condotta/ed a quale oggetto hanno fissato l’occhio sopra il Sig:[nor/D.[on] Angiolo di Virgilio come persona in cui coincido=/no tutte le sudd:[ett]e qualità, ed a pieni voti lo han=/no eletto per Capo-Massa, colle facoltà di scieglier=/si li trenta Individui tassati di quota, che crederà/più atti alla spedizione, ed operazioni./Riguardo al danaro, siccome Tutti si sono sempre pre=/stati alle contribuzioni nelle occorrenze, e special=/m.[ent]e li Galantuomini: così si è stimato che per il/bisogno di d:[et]ta spedizione si debba fare la contribu=/zione sopra li Migliori Possidenti proporzionatam:[ent]e/coll’obbligo agli Amm.[inistrato]ri di eseguirla, e farne l’esa=/zione con q[ue]lla sollecitudine che l’urgenza richiede./
Ladislao Mattei Maurizio Orlandi
Vincenzo Minicucci Giuseppe Montanari
Andrea Salvucci Gesualdo Spina
Antonio Toccotelli go(sic) Giuseppe Lucci
Giuseppe Nicolucci Matteo Sa[…]
Gaspare Orlandi Domenico Barbati
Luiggi Ottaviani Gius.[epp]e Ant.[oni]o Sorgi
Biaggio Salvucci Pasquale Savina
Gioant.[oni]o Fontana Michelangelo Campana
f. 167r f. 167 ( antica numerazione )
D.[on] Ascanio Alovisj Anastasio Scipione
Niccola Pasquale Massimo di Felice
Francesco Parlati Gio:[vanni] Parlati
Bartolomeo Pasquale Domenico Nicolucci
Angiolant:[oni]o di Clemente Candido Peruzia
Gabriele Collalto Felice Gallese
Felice Niccolini Filippo Vidimario
Francesco Orlandi Carlo d’Amore
Bartolomeo del Grosso Gius:[epp]e di Carlo Paciotti
Vincenzo Burelli Gio:[vanni] Batt[ist]a Paciotti
Gio:[vanni] Ant:[onio] Mellone Ascenzo Iannotta
Gius:[epp]e Corradini Mariano Orlandi
Gius:[epp]e Michetti Francesco Cerri
S:[ignor]e Giuseppant:[oni]o di Clemente Marcant:[oni]o Fantauzzi
Bartolomeo Tribuzi Gio:[vanni] Batt[ist]a Colella
Fedele di Berardino Camillo Piccolini
Gio:[vanni] Maria Toccotelli Bartolomeo Spina
Berardino Corbi Prospero Giffi
Domenicant:[oni]o Pasquale Paolant:[oni]o Berardi
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj[…] (a destra vi è impresso il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius:[epp]e Cerri Canc:[ellie]re
f. 167v
Sia col nome di Dio Amen/Avezzano li 29 Agosto 1799/Si è congregato Pubblico Parlamento per ord:[in]e de’ SS:[signo]ri Sinda=/co ed Amm:[inistrato]ri, e coll’intervento, ed assistenza del/Sig:[no]r D.[on] Felice-Ant.[oni]o Nanni Regio Gov:[ernato]re e Giud:[ic]e non=/che delli seg.[uen]ti Cittadini per risolversi q[ua]nto siegue/P[ri]mo Si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] che il Sig:[no]r Generale D.[on] Gio:[van] Bat=/ista Rodio ha caricata questa Uni[versi]tà del pagam:[ent]o/di ducati trecento trentadue da pagarsi a vista del/di lui Ordine, che qui si trascrive= Mag:[nifi]ci Sinda=/ci e Amm:[inistrato]ri di Avezzano pagarete a vista all’Esi=/bitore del p[rese]nte ducati trecento trentadue prezzo di/cento e quindici decine di polvere somministrata a/q[ue]sta Real Truppa, con indennizzarvi di essi sopra/li pubblici pesi, che vi saranno abbonati dalla/Real Tesoreria. Tanto eseguirete sotto la pena della/Real indignazione, e d’immediata Carcerazione, trattan=/dosi di genere bisognoso alla Guerra. Dato in Sora/dal n[ost]ro Guartier G[e]n[er]ale li 26 Agosto 1799=/G.[iovan]B[attista] Rodio= E siccome è impossibile di unire/all’impronto una tal somma, attese le note circo=/stanze dell’Uni[versi]tà, così si era pensato d’impiegare a/tale oggetto il prodotto del grano della Montagna/
f. 168r f. 168 (antica numerazione)
Or siccome q[ue]sto grano nella subasta rimase per carlini qua=/rantadue e mezzo la Salma al Sig:[no]r Gesualdo Spina, il q[ua]le/se lo riceveva in iscomputo del suo credito per l’Ap=/paldo del Campanile, così risolvano se debba al Me=/desimo consegnarsi, o servirsene per il pagamento del’-/Ordine soprascritto; e risolvano del pari il modo più con=/ducente e prontaneo per il compimento delli det:[t]i/ducati trecento trentadue./2[secon]do= Si propone, che li continui e giornalieri transiti di nume=/rose partite di Truppa delli SS:[signori]ri G[e]n[era]li Pronio, Salomo=/ne, anche del prelodato Sig:[no]r D.[on] Gio:[vanni] Batt[ist]a Rodio sogett-/tano q[ue]sta Uni[versi]tà a considerevoli dispendj per il Prezo che/deve loro somministrare. I Fondi dell’Uni[versi]tà non sono/maturati, e le spese per ora eccedono di gran lunga/le rendite, sicchè risolvano come potere accorrere a/tante spese./Sul primo Capo si è da Tutti a pieni Voti risoluto, che q[ue]sto/Pubblico si presti al ricercato pagamento delli ducati tre=/cento trentadue, come quelli che riguardano il preciso ed/attuale bisogno della Guerra; e siccome non ha una/tal somma per poterla pagare con q[ue]sta sollecitudine/che sta incaricata: così hanno Risoluto di vendersi/ed impegnarsi li Fondi Universitativi, cioè impegnare/
f. 168v
quelli che sono più vendibili nello Stato presente per/unire d:[ett]a Somma ad elezione delli SS:[signori] Ammi=/nitratori; come pure vendere il grano della Fab=/brica che si era assegnato a Capo-Mastri a sconto del/di loro Credito pel Campanile, e del prezzo da ri=/cavarsi farsene uso per l’oggetto sud:[detto], con indenniz=/zarsi det[t]i Capo-Mastri sopra l’affitto della prima Piz=/zicaria, q[ua]le si resta assegnata pel corrente anno,/col peso di dovere fare Essi l’esazione./Per il Secondo Capo si è a pieni voti anche risoluto di espo=/nersi alla vendita il Terreno che compone le Fosse di/Gagliano senza pregiudicare le pubbliche Strade, come pu=/re li Siti al Colle, e tutti q[ue]lli altriche si crederanno/vendibili, e da quali niun utile ne ricava il pubbli-/co ed il privato; ed il ritratto impiegarsi per le spese/occorse ed occorenti/Si è proposto e risoluto che per esentarsi da tutte q[ue]ste spese/delle q[ua]li si vuole caricare q[ue]sto Pubblico tolti tanti/Ordini delli Generali della Masse, e col continuo accesso/delli loro Uffiziali, Subalterni, e Truppa, e da quali/spese è impossibile che possa più reggere, dopo aver speso/ed operato tanto; si spediscano due Deputati all’/Ecc[ellentissi]mo ed R[everendissi]mo Sig:[no]r Vicario Generale di questo Re=/
f. 169r f. 169 ( antica numerazione)
gno D.[on] Fabrizio Ruffo, per esponerle tutto in voce ed in/scritto, ed ottenere q[ue]lle provvidenze e q[ue]lli ordini, che con=/verranno, per non esser Soggetto q[ue]sto Medesimo Pubblico ad/ulteriori spese, come inabilitato a potervi supplire; ed a/qual oggetto sono stati eletti li SS:[signor]i D.[otto]ri D.[o]n Felice-Antonio/Nanni, e D.[on] Tommaso Brogi, i q[ua]li subito debbono partire/per la Città di Napoli, e l’Uni[versi]tà debba somministrarle du=/cati sessanta per li loro incomodi, e spese del viaggio; et/sic fuit conclusum/
Ladislao Mattei ff. Benedetto Salone
Gio:[van]Filippo Minicucci Giosafatte del Roscio
D.[otto]r Tommaso Brogi Pietro Pennazza
Ascanio AloisjAmico Savina
Pietro Piccolini Felice Giffi
Gioant.[oni]o Fontana Angiolo Forte
Matteo di Virgili Angiolant.[oni]o di Clemente
Gesualdo Spina Filippo Piccolini
Gius.[epp]e Ant.[oni]o Sorgi Francesco Scipione
Fortunato Lucci Pasquale Ricci
Gio:[vanni] Parlati Pasquale Iacoboni
Vincenzo Burelli Filippo Scipioni
Niccola Giffi Giovanni Sorge
Gius.[epp]e Castellano Gius:[epp]e Campana
Consalvo Orlandi Niccola Pasquale
f. 169v
Pietro Ricci Cesidio di Clemente
Vincenzo Alovisj Nicola Chiaravalle
Fortunato Panei Berardino di Virgilio
Epifanio Colizza Michele Porcari
Marcant.[oni]o Sorge Vincenzo Tiburzi
Luigi Ottaviani Dom:[eni]co Nicolucci
Gaetano Orlandi Antonio Giffi
Giangrande Decj Felice Novelli
Mariano Sorge Felice-Ant.[oni]o Viola
Felice Michetti Dom:[enic]o Ant:[oni]o Pasquale
Berardino Corbi Antonio Mellone
Ant:[oni]o d’Amico Bartolomeo Novelli
Tolomeo Fiasca Francesco Orlandi
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj (seguita con una scritta di disagevole lettura n.d.a.) (segue il solito sigillo ottagonale
dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius:[epp]e Cerri Canc:[ellie]re
f. 170r f. 170 ( antica numerazione)
Sia col nome di Dio. Amen/Avezzano oggi li 26 Dicembre 1799/Si è convocato pubblico parlamento per ordine de’ SS:[signo]ri/Sindaco D.[on] Felice Mattei, e Compagni Amm:[inistrato]ri, e/coll’assistenza del Sig.[no]r D.[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni Re=/gio Gove:[ernator]e, e Giud:[ic]e di q[ue]sta Città, e coll’interven=/to de’ Sottoscritti Cittadini, per risolversi quanto sie-/gue/P[ri]mo: Si propone alle SS:[signorie] LL:[loro] come si ricorderanno benissimo/che la Maestà del Re n[ost]ro Sig:[no]r commiserando lo Stato/di q[ue]sta Uni[versi]tà ordinò nello scorso anno 1798:, che si po=/nessero in corrente li pagamenti dal p[ri]mo Gennaro 1797/ in avanti, e che rapporto agli attrassi in Ducati no=/vemila ottocento ottantatre, questi si pagassero in/tante Rate, ed in tanti Anni, fino al totale escom=/puto, a ragione di ducati ducento e cinque in/ogni anno, ed essendosi all’effetto, precedente Risoluzio=/ne Parlamentaria fatta, e pubblicata la le asta,/non che divisa in tanti Libretti per facilitarne/l’esazione, si diede alla Medesima il suo Corso, ma/
f. 170v
furono esatte poche somme, e quindi rimane l’esen=/zione sospesa a riguardo delle passate vicende dello/Stato. In oggi essendo venuto il G[ener]ale Ripartitore/Economo della Prov:[inci]e d’Abruzzo D.[on] Giuseppe/Spirito, si esibiscono al Med.[esim]o le Note, e Documenti/delle spese fatte per la buona Causa, che ri=/sultarono a ducati tremila e più. Q[ue]sto degno/soggetto in considerazione, e fece di tutto/piena relazione al Real Trono, da cui si attende/la Risulta, e fondatam.[ent]e si spera dalla Real Cle=/menza la bonificazione di det.[t]e spese. Esso Sig:[no]r/Visitatore all’incontro incaricò a Noi Amm.[inistrato]ri di/esiggere la tassa, e fare i pagam.[ent]i in Regia Te=/soreria, Protestando essere pienissimo, che q[ue]sta/Popolazione, la q[ua]le aveva così bene manifestato il/suo attaccamento alla Religione ed alla Monarchia/lo avrebbe maggiorm.[ent]e dimostrato col pagam.[ent]o de’/pesi Fiscali, giacchè non poteva essere buon Sud=/dito del Re, chi opponeva alla giustizia di tal/pagamento. Ora è prossimo il tempo a scadere/
f. 171r f. 171 ( antica numerazione)
li pagam.[en]ti dell’ultimo 3[ter]zo dell’anno, e perciò trop=/po giusto che si paghi; onde Risolvano./P[ri]mo: Si propone alle SS.[signorie]e LL:[loro] come giusta di solito deve/Farsi la Voce del Mosto; onde anche su ciò risolvano/2.[secon]do Si propone come il N:[ota]r D.[on] Benedetto Spina insiste ed/ha ottenuto Ordini dalla Regia Cam:[er]a della Sommaria/pel Rilascio della Casa che q[ue]sta Uni[versi]tà ritiene per i suoi/bisogni, special:[ent]e della Scuola; onde Risolvano./3[ter]zo: Si propone come la Chiesa ha bisogno istantaneo di/Risarcimenti nel Tetto; e siccome l’altro Fabbricatore/Tranquilli di Pescina ha in mano ducati duecento qua=/ranta e più per i lavori che doveva fare, e che poi/non ha fatti perché riconosciuti inutili, perciò sa/rebbe espediente di costringerlo, e servirsi di tal dana=/ro per il Riattam:[ent]o; onde Risolvano./4[quar]to: Si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] il Sig:[no]r Marchese Dragonetti ha/ordinato a q[ue]sta Università di andarsi a sfondacare tutta/la quota del Regio Sale del corr.[ent]e anno dentro lo/Spirante Mese di Dicembre, e di pagarne l’importo/
f.171v
altrim:[ent]i sarebbe stata costretta a pagare, e per essa dal/piè di d:[ett]o Ordine fu da Noi Amm:[inistrato]ri replicato es=/sere impossibile l’eseguire q[ua]nto in esso si conte=/neva per più ragionevoli motivi, e tra gl’altri/che mancavano i mezzi, ed il tempo, ma che/tutto si sarebbe rassegnato a S.[ua] M.[aestà]. E siccome/q[ue]sto è un interesse di molta considerazione, per=ciò Risolvano seriam:[en]te q[ua]nto credono più adattato/Riguardo al primo capo si è risoluto che si pro=/seguisca l’esazione degli Libretti più dati fin dal-/lo scorso anno, e si facciano i pagam.[ent]i in/Tesoreria./Riguardo al secondo Capo ( segue una cancellatura n.d.r.) non si è possuta fare la Voce per/la scarsezza del Mosto, ma generalm.[ent]e si è/venduto a ducati quattro/Riguardo al terzo Capo si è risoluto che l’/Università ricorra parim:[ent]i in R.[egi]a Camera per/l’affare della Casa di Spina, al q[ua]le si pa=/ghino le Raggioni attrassate, e l’Uni[versi]tà/
f. 172r f. 172 ( antica numerazione)
per la patria della Giustizia sperimenti le sue ragioni/contro il d:[ett]o Spina./Riguardo al quarto capo si è risoluto, che anche in/Virtù di un altro anteriore Parlam.[ent]o, Francesco Tran=/quilli venga costretto alla restituzione del danaro/ricevuto, bonificandosegli i generi, ed i Lavori/già fatti a giudizio degli Esperti comune.[ent]e eli=/gendi a giudizio d’Esperti come meglio si puole/accomodare./Riguardo al q[ui]nto Capo si è risoluto di farsene/subbito rappresentanza al Re n[os]ro Sig.[nor]e./Li Cittadini intervenuti sono li seguenti:/
Michele Porcari
Prospere Giffi Paolant.[oni]o Berardi N:[ota]r Felice Sorge
Ant.[oni]o d’Amico Filippo de Angelis Gius:[epp]e Novelli
Gius.[epp]e Campana D.[on] Vinc:[enz]o Minicucci D.[on] Girolamo Mariani
Nicola Giffi D.[on] Gius:[epp]e Spina Sig:[no]r Gius:[epp]e Nicolucci
Arcangiolo Donsante D.[on] Lasdislao Mattei Franc:[esco] Orlandi
Gio:[vanni] Napolione D.[on] Dom:[enic]o Ant:[onio] Iatosti Carlo d’Amore
Loreto Forte Sig:[no]r N:[ota]r Paciotti (sic) Pasquale Savina
Gio:[vanni] Donsante Franc:[esc]o Seritti Pietro Paciotti
Anastasio Borelli Sig:[nor] Gio:[vanni] Ant:[onio] Fontana
f. 172v
Franc:[esc]o Napolione Tolomeo Pennazza
Gius:[eppe] Seritti Gius:[eppe] Ranieri
Marcant:[oni]o Fantauzzi Gius:[eppe] di Berardino
Felice-Ant.[oni]o Viola Filippo Mancinella
Gius:[eppe] Salone D.[on] Gius:[eppe] Colacicchi
Martino Ciccoli Domenicant.[onio] di Clemente
Ercole Bucci Ant:[onio] Campana
Franc:[esc]o Gallese Gius:[eppe] Corbi
Berardino Sellina Sig:[no]r Gius:[eppe] Orlandi
Bartolomeo Fiasca D.[on] Pietro Piccolini
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj (continua con scrittura illeggibile n.d.r.) (al margine destro vi è impresso il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius:[epp]e Cerri Can.[cellie]re
f. 173r f. 173 ( antica numerazione)
Sia col Nome di Dio Amen/Avezzano 9 Marzo 1800/Si è convocato pubblico Parlam:[ent]o per ordine dei SS:[signo]ri/Amm.[inistrato]ri, coll’assistenza del Sig:[no]r Gov:[ernator]e e Giud:[ice] D.[on]/Felice-Ant:[onio] Nanni, e coll’intervento de’ so[ttoscritt]i Cittadi=/ni, per risolversi q[ua]nto siegue./P.[ri]mo: si propone alle SS:[signorie] LL.[oro] come la mancanza de’ ge=/neri, e specialm.[ent]e del grano nelli Mercati, ha dato/motivo al Popolo di lamentarsi del prezzo, e per/conseguenza dell’Assisa del pane, a segno, che/nella passata Assisa per evitare li scandali a grana/diciotto, non ostante che ragguagliati li prezzi del gra=/no venduto, doveva l’Assisa essere a grana dician=/nove. Nel Mercato di jeri vi furono appena po=/che Salme di grano, e proseguendo una tale/mancanza, puole un giorno l’altro rimanere/il Pubblico sprovveduto di pane. E come che in=/teressa moltissimo di ovviare ad un Male di/tanta conseguenza, e di prendere quelli espedien=/
f.173v
ti che convengono, onde non manchi a’ Cittadini/un genere di prima necessità, qual è il pane,/tenendo presente che il primo degli Espedienti/sarebbe l’elezione di Deputati efficaci ad esegui=/re le loro esecuzioni; onde/2[secon]do: Si propone, che manca un altro genere anche/di prima necessità, che è il Sale. Q[ue]sto affare/interessa ugualm:[ent]e l’attenzione di Tutti; onde/Risolvano./Riguardo al primo Capo si è Risoluto di assicurar=/si tutto il grano di sopravanzo di Ogni Cittadi=/no per ogni bisogno che potesse darsi, ma che/traditanto li Fornari debbano provvedersi di/q[ue]sto genere nel Mercato, o in altri Luoghi pel/mantenimento del Pubblico con regolarsi l’As=/sisa secondo il solito. E perché abbia esecuzione/siffatta risoluzione sono stati eletti quattro De-/putati, sono D.[on] Ascanio Alovisj, D.[on] Gaetano/Contaldi e Domenicant.[oni]o Pasquale, ed Anastasio/
f. 174r f. 174 ( antica numerazione)
Borelli, col carico di annotare subito tutto il/grano di sopravanzo, che si possiede da ogni Cit=/tadino, e farli obbligare penes acta della Corte/per le resp[etti]ve quantità, e tenerle a disposi zio=/ne del Pubblico; beninteso però che avendo biso=/gno qualcuno di vendere qualche discreta quan=/tità per l’economia della propria famiglia, possa=/no farlo sempreche lo vendano a’ Fornari, e coll’in=/telligenza tanto de’ Deputati che degli Amm:[inistrato]ri./Che essi Deputati colla stessa unione debbano/in vigilare assiduam.[ent]e perché il pane sia buono, e/di giusto peso; di prendere le Assise, e regolarle/anche di unita agli Amm:[inistrato]ri, e badare colla/massima attenzione, affinchè non si commettano/frodi, e facciansi monopolj; e che finalm.[ent]e li/Fornari non vendano pane a’ Forastieri in grosso,/bensì pel solo di loro mantenim.[ent]i durante la/loro dimora in Avezzano./Li Cittadini sono li seg:[en]ti/
Gennaro Pennazza Silvestro di Renzo
f.174v
Francesco Napolione Bartolomeo Levasta Giosafatte Campana
Giuistino Colizza Gius:[epp]e Donsante Gius:[epp]e Salone
Pasquale di Cesile Tolomeo Pennazza Gius:[epp]e Giffi
Gio:[vanni] Donsante pasquale Iacoboni Gius:[epp]e Lolli
Antonio Gallese Angiolo di Renzo Felice di Matteo
Vincenzo Ciciarelli Gasbare Cherubini Franc:[esc]o Iannotta
Gius:[epp]e Castellani Gio:[vanni] Majorani Sig:[no]r Gius:[epp]e Nicolucci
Paolant:[oni]o Berardi Filippo de Angelis Marcant:[oni]o Chiaravalli
Vinc:[cenz]o Fantauzzi Francesco Novelli Nicola Fiasca
Girolamo Michetti Felice Piccolini Gius:[epp]e Campana
Angiolant:[oni]o di Clemente Ant:[oni]o Guidone Gio:[van] Grande Decj
Sig.[no]r Biase Orlandi D.[on] Domenciant:[oni]o Iatosti D.[o]n Vinc:[enz]o Minicucci
D.[on] Ladislao Mattei D.[on] Marcant:[oni]o Spina Basile Sorge
Dom:[enic]o Sorge Massimo Sorge Gioacchino Ranieri
Pietro Orlandi Felice-Ant:[onio] Buttari Anastasio Borelli
Nicola Pasquale Gioacchino Orlandi Franc:[esc]o Cerri
Gius:[epp]e Paciotti Luigi Ottaviani Paolant:[oni]o Spera
D.[on] Gaetano Contaldi Pietro Paciotti Franc:[esc]o Marinacci
Felice Ant:[oni]o Nicola
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj […] (segue impresso, al margine destro, il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius:[epp]e Cerri Canc:[ellie]re
f. 175r f. 175 (antica numerazione)
Sia col Nome di Dio Amen/Avezzano li 11 Maggio 1800/Si è convocato pubblico Parlamento per ordine de’ SS:[signori]i/Sindaco, ed Amm.[inistrato]ri, coll’assistenza, e presenza/del Sig:[no]r D.[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni Regio Gov.[ernato]re, e Giudice,/e coll’intervento de’ so[ttoscri]tti Cittadini, per risolversi/quanto siegue/P[ri]mo: si propone alle SS:[signorie]e LL:[loro] come le è purtroppo noto/che per opera di alcuni Facinorosi, tra quali Gio:[van]Ant:[oni]o/Mellone, e Giovanni Porcari, manca in q[ue]sta n[ost]ra Città/la pubblica sicurezza, e tranquillità. Siffatta gente/di mal costume, irreligiosa, non ha lasciato di com=/mettere li scandali li più eccessivi; e quel che/più rileva senza rispetto alla giustizia, agli Eccle=/siastici, ed alle stesse Chiese, si ha fatto, e si fa lecito/di commettere ogni genere di iniquità tanto di/notte che di giorno senza eccezione di persone./Le è noto che ambedue li sud:[dett]i Porcari e Mellone/per effetto delle loro sceleraggini furono jeri Carcerati,/ed attualm.[ent]e trovansi ristretti nelle Carceri. Ora/
f. 175v
che sono nelle mani della Giustizia, è di bene prender=/si l’affare in considerazione, onde sieno li Medesimi/puniti a corrispondenza de’ loro commessi delitti./E’ di bene ancora, che le SS:[signorie] LL:[loro] prendano in/considerazione tutti gli altri scandali che sono nel/Paese, e specialm:[ent]e gli inesprimibili danni che/si commettono nella Campagna. Onde risolvano quan=/to credono più conducente al comune Bene./2[seon]do: Si propone per l’istesso oggetto alle SS:[signorie] LL:[loro] che i/pubblici Mercati vengono molestati, e posti in tu=multo e disordine, non senza grave danno del/commercio, e delle Popolazioni; e da che/ne avviene la mancanza delli generi soliti a/concorrere ne’ Mercati, e per conseguenza l’alte=/razione de’ prezzi a danno sempre della povera/Gente. Sarebbe perciò di bene l’efficace espedien=/te, che la più sana parte de’ Cittadini si de=/terminasse unitam.[ent]e a rimuovere siffatti disordi=/ni. Onde risolvano/Si è risoluto, riguardo al primo Capo da tutti gli adu=/nati Cittadini nel p[rese]nte Parlamento a pieni/
f. 176r f. 176 ( antica numerazione)
voti, che li due Carcerati Gio:[van]Antonio Mellone, e Gio=/vanni Porcari, come Capi Facinorosi, e disturbatori della/pubblica quiete, e Rei d’infiniti delitti di ogni genere/siano puniti per mano della Giustizia, a qual oggetto/per mezzo della Corte se ne formino le Processure, e/si provveda a norma delle Leggi. Taditanto se ne/formi dalla Medesima una dettagliata Relazione/alla Maestà del Re n[ost]ro Sig:[no]re, che D.[dio]G.[razia], La stessa/Corte procacci di appurare tutti gli altri Disturba=/tori, e facinorosi del Paese, ed ugualmente ne for=/mi le Processure, proceda alla di loro Carcerazione,/e riferisca parim.[ent]i al Real trono, ed al Real Visita=/tore Cav:[alie]re D.[on] Ignazio Ferrante A meglio riuscire/ in q[ue]sto oggetto tanto interessante, e per qual motivo/il Paese è nel totale disordine, si è stimato di/eleggere, come sono stati eletti tre Deputati, i qua=/li di unita agli Amministratori debbano accudire/la Giustizia contro tutta la Gente di Mal’affare,/restando incaricati gli Ammi:[nistrato]ri di spendere quanto/possa bisognare per riuscire in un affare di tanta/necessità. Li Deputati eletti sono D.[on] Aurelio Mattei,/D.[on] Angiolo Minicucci, e Gaspare Orlandi./
f. 176v
Riguardo al 2[secon]do Capo, hanno stimato espediente op=/portuno di risolvere, come hanno risoluto, che li/sudd.[ett]i eletti Deputati, unitam:[ent]e a D.[on] Ascanio Alo=/visj, ed agli Amm:[inistrato]ri proteggano colla loro assisten=/za, e vigilanza i pubblici Mercati: attendano/ ad allontanare ogni disordine, a ricondurre il/buon Ordine, animare ognuno a concorrere con/i generi, ed attendere specialm.[ent]e perché non suc=/cedano frodi nelle vendite, e l’assise sieno rego=/late giustamente; restando autorizzati di far car=/cerare all’istante qualunque Delinquente, e/Disturbatore, e quindi darne parte alla Corte/per le ulteriori provvidenze di Giustizia./Io D.[on] Giacomo Can:[oni]co Orlandi Deputato eletto del/Regio Capitolo di S. Bartolomeo/Io D.[on] Bartolomeo Can.[oni]co Marinacci del Con[ven]to del R[egi]o Ca=/pitolo sud.[det]to/Io D.[on] Francesco De Luca Procur:[ato]re del Conv[en]to di S. Fra:[ncesc]o dei/novi Con[ventua]li/
Girolamo Mariani
Ladislao Mattei Matteo di
Aurelio Mattei Fran.[cesc]o Lolli
Dome[nicant]Ant:[onio] Iatosti Giuseppant:[oni]o Sorgi
Gio:[van] Filippo Minicucci Biagio Oralndi
Gaspare Orlandi Francesco Cerri
Giuseppe Mucichè Loreto Saloni
Dottor Tommaso Brogi Giuseppe Sorgi
Ascanio Aloisi MarcAnt:[oni]o Toccotelli
Giacomo Berardi
f. 177r f. 177 ( antica numerazione)
Pietro Piccolini Pasquale Iacoboni
Paolo An.[toni]o Berardi Eleuterio Spina
go Nicola Pasquale Francesco Serafini
Benedetto Saloni Domenicant:[oni]o di Clemente
Felice di Matteo Gio:[vanni] Cipollone
Giuseppe di Clemente Giuseppe Antonosante
Leonardo Orlandi Giuseppe d’Anastasio Campana
Gius.[sepp]e Paciotti Felice- Ant.[oni]o Orlandi
Giuseppe Leritti Francesco Novelli
Francesco Corradini Tolomeo Pennazza
Pietro Pennazza Felice Giffi
Giuseppe Salone Matteo de Sanctis
Dome:[ni]co Giffi Filippo Michetti
Giuseppe Corbi Gabriello Collalto
Girolamo michetta Gesualdo Cipollone
Iopitro Orlandi Carmine Pulsone
angelo campana Paolant:[oni]o Fantauzzi
Francesco Orlandi Vincenzo Fantauzzi
Carlo Felice Paciotti Giustino Colizza
Berardino Corbi Gio:[van] B[eradi]no Carlucci
Francesco Napolione Felice di Miacio
Giovanni Salone
Fedele Cipollone
f. 177v
Gio:[vanni] Antonosante
Leopoldo del Roscio
Bartolomeo Fiasca
Giuseppe Lolli
Francescant:[oni]o Buttari
Felice Sabatini
Vincenzo Viola
Gius.[epp]e di Bernardino
Filippo Lolli
Benededtto Orlandi
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj […] (segue impresso il solito sigillo ottagonale dell’ Università di Avezzano n.d.r.)
f. 178r f. 188 ( antica numerazione)
Sai col nome di Dio Amen/Avezzano li 27 Luglio 1800/Per ordine de’ SS:[signo]ri Amm:[inistrato]ri si è convocato Pubblico/Parlamento, coll’assistenza di D.[on] Felice- Ant:[oni]o Nanni/Regio Gov:[ernator]e e Giud:[ic]e, e coll’intervento de so[ttoscri]tti Cit=/tadini; per risolversi quanto siegue./P[ri]mo: Si propone alle SS:[signorie] LL:[loro] come sta per terminare/l’impiego degli Attuali Amm:[inistrato]ri, perciò si devono/eleggere li Successori, nocche il Razionale ed As=/sistenti per il Rendim.[ent]o de’ Conti di dd:[dett]i Attuali Am=/ministratori./2[secon]do: Si propone alle SS:[signorie] LL.[loro] come il Sig:[no]r Tesoriere dell’/Aquila si fa Creditore di q[ue]sta Uni[versi]tà di più mi=/gliara di ducati, nella qual somma ci sono male/partite alterate, e non dovute; perciò fa d’uopo (che le SS:[signorie] LL:[loro] eleggano un Soggetto idoneo, e sciente/delli pubblici affari, il q[ua]le si porti a conteggiare con/d.[ett]o Sig.[no]r Tesoriere./3[ter]zo: Si propone alle SS:[signorie] LL:[loro] come il prefato Sig:[no]r Teso=/riere giorni addietro spedì il Commissario D.[on] Fran=/
178v
cesco Cotilico per il pagamento delli pesi Fiscali do=/vuti alla Regia Corte. Gli Amm:[inistrato]ri per unire la som=/ma del Medesimo richiesta, si videro nella circostan=/za di avvalersi di ducati cento, ed un tarì offer=/ti da Camillo Niccolini sull’affitto de’ Beni demania=/li. In oggi il Mag:[nific]o Vincenzo Orlandi ha do=/mandata l’accenzione di Candela in grado di De=/cima su d:[ett]o Affitto, ma non intende però ripagare/dd:[dett]i ducati cento ed un tarì. Considerino Le SS:[signori]e LL:[loro] il vantaggio risultato al Pubblico coll’aver so=/disfatti i pesi Fiscali con d:[ett]a Somma, e liberata/l’Università dal grave interesse del Commissario, e/nel tempo stesso risolvano se debba riaccendersi la/Candela, senza che si ripaghino dd:[dett]i ducati cento/ed un tarì/Per riguardo al p[ri]mo Capo è stato eletto per Sindaco/di q [ue]sta Uni[versi]tà D.[on] Gio:[van] Filippo Minicucci, e per/Amministratori Marcantonio Toccotelli, Mi=/chele Borelli, e Filippo de Angelis./Per il secondo Capo è stato a pieni voti eletta la/Persona del D.[otto]r D.[on] Felice-Antonio Nanni per con=/teggiare col Sig.[no]r Tesoriere, accedendo nell’Aqui=/
179r f. 189 ( antica numerazione)
la colla maggior sollecitudine; e resta lo stesso/D.[otto]r Nanni autorizzato a vedere tutti gl’interessi/pel Contestabile per quanto q[ue]sta Uni[versi]tà ha in=/debitam.[ent]e pagato al Med:[esim]o, e per quanto altro ha/relazione a q[ue]sto affare, si per la buona tenenza,/che per altro C., restando per lo stesso affare auto=/rizzato D.[on] Vincenzo Minicucci, che di unita al d:[ett]o/Sig:[no]r Nanni accudiscano, ed operino quanto sarò/più conducente, e profittevole al pubblico interesse./E per li di loro incomodi se le accorda quella/ricognizione che compete al di loro grado, e fun=/zioni; e che li stessi due SS:[signori]ri Minicucci e Nanni/riformino li Libretti Collettali per il corrente anno,/e si copino dal can:[cellie]re colla Ricogniz:[ion]e di carlini venti./Riguardo al terzo Capo si è da Tutti risoluto anche/col consenso delle Parti, ad oggetto di evitare le/Liti, che il grano esatto dalli Beni demaniali si/depositi nel Granajo di D.[on] Ladislao Mattei, e che/quello da esiggersi si esigga dagli Amm:[inistrato]ri coll’in=/tervento di Loreto Salone, e Camillo Piccolini, e/si depositi benanche nel Granajo di d:[ett]o D.[on] Ladislao
f. 179v
Mattei, quale esazzione compita sieno gli Amm:[inistrato]ri/obbligati di accendere ser: serv: la Candela a d:[ett]o/grano, e del prezzo che ne risulterà debbano rin=/tegrare delli ducati cento e g[ra]na venti Camil=/lo Piccolini, e Domenicant:[oni]o di Clemente, e rin=/tegrare le spese occorse nella Lite; ed il di più che/ne risultasse dedotta d:[ett]a somma, e spese debba pagar=/si anche in Tesoreria a sconto del debito dell’Uni[versi]tà/Si è proposto e risoluto di affittarsi secondo il solito/la Cascia dell’Università/Si è proposto e risoluto che per il Macello resti in/libertà di ciascuno di poter macellare la carne,/senza che possa pesare le Teste, e Zampe, e solo/debbano vendere secondo li prezzi offerti nelle/Capitolazioni./
D.[on] Ladislao Mattei Pietro Paciotti
D.[on] Vincenzo Minicucci D.[on] Girolamo Mariani
D.[on] Gennaro Iatosti Sig.[no]r Pietro Piccolini
D.[on]Tommaso Brogi Gio:[van]Bat[tis]ta Colella
Loreto Salone Giosaffatte del Roscio
Giuseppe Novelli
Benedetto Salone
f.180r f. 190 ( antica numerazione)
Pasquale Savina Giuseppe Giffi
Giovanni Napolione Gio:[vanni] Sorge
Felice Chiaravalle Ant:[oni]o di Renzo
Sig:[no]r Giuseppe Spina Filippo de Angelis
Costantino Lolli Paolandrea Paciotti
Costantino Lolli Felice Giffi
Prospero Giffi Ant:[oni]o Giffi
Filippo Scipione Felice Serafini
D.[on] Domenico Nicolucci Simplicio d’Amico
Angiolo Gallese Giuseppe Pasquale
Vincenzo Giffi Francesco Falcone
Giacinto Antonosante Niccola Pasquale
Benedetto Orlandi Anastasio Borelli
Gius.[epp]e Leritti Francesco Cerri
Luigi Toccotelli Pietro Orlandi
Giustino Colizza Camillo Piccolini
Antonio Sorge Niccola Fiasca
Felice Marionella Benedetto Orlandi
Liberato Lolli Franc:[esc]o del Roscio
Gio:[van] Caterino Paciotti Tommaso del Roscio
Franc:[esc]o Pitone
Massimo di Felice
Felice Mattei Sindaco
Francesco Giulj […] (al margine destro è impresso il solito sigillo ottagonale dell’Università di Avezzano n.d.r.)
Gius.[epp]e Cerri Canc.[ellie]re
f. 180 v
Sia col nome di Dio Amen/Avezzano li otto Settembre 1800/Si è convocato pubblico Parlam.[ent]o per ordi=/ne de’ SS.[signo]ri Amministratori, coll’assisten=/za del regio Sig:[no]r Luogotenente di q[ue]sta/Corte, e coll’intervento de’ so[ttoscri]tti Cittadini,/onde Risolvano q[ua]nto siegue/P[ri]mo: Si propone alle SS.[signorie] LL.[loro] che nel passato Par=/lamento del dì 27 Luglio cor[rent]e anno fra le/altre Risoluzioni, vi fu quella di eleggersi, li/nuovi Amministratori di q[ue]sta Uni[versi]tà, come re=/starono eletti per Sindaco D.[on] Gio:[van] Filippo Mi=/nicucci, e per Amm:[inistrato]ri Mag:[nifi]ci Marcantonio Toc=/cotelli, Michele Burelli, e Filippo de An=gelis. Avverso tale elezione ne furono pro=/poste le nullità, le quali si sono date per/sussistenti dalli stessi eletti; perciò fa d’uo=/po che si proceda alla nuova elezzione./2[secon]do Siccome tali nullità si fecero cadere sopra tut=/te le altre Risoluzioni, perciò Risolvano ac=/che lo occorrente sopra le Medesime, e/
f. 181r f. 191 ( antica numerazione)
specialm.[ent]e sopra la Razione de’ Conti/degli Attuali Amm:[inistrato]ri per cui deve/procedersi alla elezione degli razionali/ed Assistenti./Riguardo al p[ri]mo Capo si è opposto dalli Citta=/dini, che non essendosi discusse le Nullità, non/può procedersi alla nuova elezione, per cui/si facciano le Med:[esim]e discutere, e traditanto/si proceda dalla Corte all’elezione degli Interini./Si è parim.[ent]i Risoluto che per esecuzione del 2[secon]do/Capo del passato Parlamento, il Sig:[no]r D.[on] Felice-/Antonio Nanni si porti a conteggiare col Sig:[no]r/Tesoriere colla più pronta sollecitudine, e dis=/simpegni quanto trovasi risoluto in d:[ett]o Capo,/anche per li Conti col Sig:[no]r Contestabile; Ri=/conoscendosi le di lui fatiche, e funzioni,/e che restino confermati tutti gli altri Capi ri=/soluti in d:[ett]o passato Parlamento./Si è proposto e risoluto che li due Macellari pa-/
f. 181v
ghino dodici ducati e mezzo per Ciascheduno/di elemosina alli R.[everend]i Cappuccini, e Chi ri=/cuserà debba chiudere la Banca, e deb=/bano osservare li prezzi della Carni offerta/nella accenzione della candela; e si obbli=/ghino penes acta per tali adempimento./Si è proposto e risoluto che per rapporto alla Razio=/ne de’ Conti degli Amministratori da diece anni/a q[ue]sta parte, si facci Supplica al Sig:[no]r Visita=/tore de Giorgio, affinchè deleghi […] attuali/Sig:[no]r Luogotente di q[ue]sta Corte per la esazio=/ne sud.[dett]a/Si è proposto e risoluto che alli Appaldatori del/Campanile Sig:[no]r Gio:[van] Ant:[oni]o Fontana, e Sig:[no]r Ge=/sualdo Spina vengono assegnati, come se/li assegnano a conto del di loro Credito du=/cati ottanta sopra la Pizzicaria di Angiolo For=/te, e ciò per questo cor[rent]e anno, da……./ducati quaranta per Ciascheduno./
Ladislao Mattej
DomenicAntonio Iatosti
Gio:[van]Filippo Minicucci
f. 182r f. 192 ( antica numerazione)
Marcantonio Spina
Gioant.[oni]o Fontana
Girolamo Marianj
Giacomo Berardi
Fran:[ces]co Cerri
Giuseppe Novelli
Io Anasatasio Borelli
Vincenzo Corradini
Giuseppe Chiaravalle
Io pietrro orlandi
f. 183r f. 193 ( antica numerazione)
Sia col Nome di Dio. Amen/Avezzano 22 7[settm]bre 1800/Si è convocato pubblico parlam.[ent]o per ordine, e/presenza del Sig:[no]r D.[on] Luigi Gozzi Regio Luogotenen=/te di q[ue]sta Corte, e coll’assistenza del P[a]dre Tom=/maso Nanni Economo Curato di q[ue]sta Città, e/coll’assitenza ancora de’ SS.[signo]ri Amm.[inistrato]ri, ed/intervento de’ so[ttoscri]tti Cittadini/Si propone alle SS:[signorie] LL.[loro] come in seguito di Real/dispaccio diretto al Sig.[no]r Coll[onnello]o D.[on] Gius.[epp]e Pronio, e/ da q[ue]sti Communicato al pred:[ett]o Sig.[no]r Luogotenente/di q[ue]sta Regia Corte deve procedersi al volonta=/rio allistam.[ent]o in Massa; sicchè Tutti quelli che han=/no a cuore la difesa del Regno, della religione,/dello Stato concorrano di buon animo ad un/tale allistamento, da cui restano esclusi Li Mi-=(è stato corretto e cancellato segue in parte al rigo sotto la stessa illeggibile cancellatura n.d.r.) dico li Miliziotti dell’anno 1784;/e le ditte Leve forzose del 1794; e 1798; nonche/li Volontarj del 1796/Si è risoluto che per mancanza della maggior parte del=/la popolazione, e della Gioventù, tanto il Sig:[no]r Luo=/
f.183v
gotenente, che D.[on] Gio:[van] Batt[ist]a di Clemente, e/D.[on] Franc:[esc]o Lolli Capi Massa eletti dal Sig:[no]r Coll[onnell]o/D.[on] Gius.[epp]e Pronio, formino un Annotamento di/Individui, e quindi esplorino la volontà de’/ Medesimi./
Al p[rese]nte Parlam.[ent]o fra tutti li sottoscritti in=/tervenuti si sono volontariam.[ent]e offerti, ed/allistati Filippo Fiasca, e Francesco Cipol=/lone./
R.[everen]do D.[on] Tommaso Nanni Economo Curato
D.[on] Filippo Iatosti D.[on] Ladislao Mattei
D.[on] Gianfilippo Minicucci D.[on] Felice-Ant:[oni]o Nanni
D.[on] Maurizio Orlandi Sig:[no]r Gius.[epp]e Nicolucci
Francesco Orlandi Camillo Piccolini
Sig.[no]r Franc:[cesc]o Cerri Benedetto Salone
Loreto Salone Pasquale di Clemente
Gius.[epp]e Castellano Gius.[epp]e Michetta
Giacomant:[oni]o Orlandi Girolamo Michetta
Luigi Fantauzzi D.[on] Girolamo Mariani
D.[on] Marco Spina Sig:[no]r Gio:[vanni] Ant.[oni]o Fontana
D.[on] Marco Fantauzzi D.[on] Tommaso Brogi
D.[on] Domenciant:[oni]o Lolli Massimo di Felice
Michelangiolo Campana Francesco Falcone
f. 184r f. 194 ( antica numerazione)
D.[on] Gius[epp]e Colacicchi Niccola Pasquale
Domenico Parlati Angiolo Leritti
Liberato Leritti Paolant:[oni]o Berardi
Antonio di Renzo Gius.[epp]e Michetti
Ant.[oni]o di Dom:[enic]o di Renzo Francesco Cipollone
Tommaso del Roscio Filippo de Angelis
Filippo Fiasca Candido Peruzza
Remigio Orlandi Giuseppe Giffi
Pietro Pennazza Giustino Colizza
Filippo Spera Gius.[epp]e Chiaravalle
Marcant:[oni]o Corradini Rocco Paciotti
Mariano Orlandi Bartolomeo Spina
Pasquale Savina Carlo Spera
Agostino di Matteo Si[gno]r Matteo di Virgilio
D. Pietro Piccolini Crescenzo Bonanni[…]”.
APPENDICE
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Preside 1^ Serie fasc. 178
“ f.1 (è scritto a matita nuova numerazione n.d.ar.)
Avezzano1800
178 ( è scritto a matita n.d.a.)
Diligenze per Matteo Novelli di questa/Città di Avezzano/ c.[ome] s.[opra] n. 10/
f.2 r 1(antica numerazione n.d.r.)
S.[ua] R.[egia] M.[aestà]/A dì 2 Giug.[n]i 1800/Il Sig.[no]r D.[on] Filippo Iatosti si inf.[orm]i sull’esposto/sulla condotta del ricor[ren]te nella passata anarchia /e rif:[eris]ca con rimettere il ricorso, e le carte che/farà/D[on] Ferrante V[isitator]e G[enera]le/Sig:[no]re/Matteo Novelli di Avezzano in Provincia dell’Aquila sup[plican]do espone alla M[aestà] V.[ostra]/come, nelle passate emergenze, ha mostrato tutto il suo fedele attac-/camento, e coragio per la totale difesa, e della Religione, e della Mo-/narchia; si è armato più volte, ed è accorso dove il bisogno ri-/chiedeva; a somministrare le proprie armi, e stato il primo a con-/tra distinguersi colla coccarda in tempo dell’invasione, ed ha ingo-/ragito li fievoli ad armarsi, per il disimpegno della buona Causa/La molto bene aver fatto un nulla a paragone de suoi doveri,/ma ciò non ostante pieno di coragio su[p]plica La M.[aestà] S.[ua] ordinare/ un informo delle sue operazioni, che ritrovate vere, spera go-/dere i frutti della Real Munificenza, giache così a promesso a/chi è stato fedele, o almeno racchiudere una di lui Figlia,/lasciatoli dalla defunte Madre fin dall’anno pupilare, in quel/Monistero di d:[ett]o luogo, sotto il nome di S:[ant]a Caterina, dove il Sig.[no]r/Contestabile a dritto di due luoghi, e che oggi si trovano va-/ganti, ed in pieno possesso, e dominio della M.[aestà] V.[ostra], giache il/Suplicante essendo miserabile non puol secondare la vocazio-/ne della Giovane ut Deus/Io Giovanbattsita Di clemente Procuratorio nomine Sup:[li]ca come/sopra
f. 3r 2 (antica numerazione n.d.a.)
Ferdinando IV p[er] la Dio Gra[zi]a Rè/D.[on] Domenicant.[on]io Iatosti di q[ue]sta Città di Avezza=/no Reg:[i]o Amm:[inistrato]re interino de’ Feudi sequestra=/ti di questo Stato di Tagliacozzo, e Dele=/gato/Pel pronto disimpegno di un’importante/commissione a Noi addossata dal Sig:[no]r Ca=/valiere D.[on] Ignazio Ferrante Visitatore/G[e]n[era]le della Prov.[inci]a degli Apruzzi ci occorro=/no le qui dietro annotate Persone. Chep=/però ordiniamo alle med:[esim]e di conferirsi,/subito avanti di Noi nella Casa di nostra/solita Abitazione, che informati sare=/mo di quanto ci occorre sapere per l’/oggetto sud:[dett]o, saranno sollecitamente/disbrigate. Non facciano il contra=/rio per quanto hanno cara la Grazia/Reg:[i]a e cosi. Il p[rese]nte. Dato in Avezzano/li due Luglio 1800./DomenicAntonio Iatosti Delegato/Gius:[epp]e Cerri Attitante
f. 3v
Avezzano
Rev:[eren]do Reg:[i]o Can:[oni]co D.[on] Giamba[ttis]ta Orlandi/D.[on] Girolamo Mariani/D.[on] Tommaso Brogi/D.[on] Francesco Porcari/D.[on] Francesco Lolli/Mag:[nifi]ci Sindaco, ed Amm:[inistrato]ri dell’Uni[versi]tà/Rev:[erend]o D.[on] Ascanio Decj/Certifico io qui sottos[cri]tto attitante, di aver/reso estensivo il retros[cri]tto ordine a tutto/li sopra annotati in fede. Avezzano/li 2 Luglio 1800/Gius.[epp]e Cerri Attitante
f. 4r
Die tertia M:[ens]is Iulii 1800 Avezzani, et coram/D[evotisi]mo Delegato/D.[on] Giambatt[ist]a Orlandi di questa/Città di Avezzano ha detto/essere Sacerdote e Canonico/dell’Insigne Collegiata Chie=/sa di S. Bartolomeo di q[ue]sta/pred:[ett]a Città, di sua età d’an=/ni trentaquattro circa./Dimandato sul tenore della Sup=/plica umiliata a S.[ua] M.[aestà], D.[io] G.[uardi],/da Matteo Novelli di questa/Città di Avezzano, e sulla condotta dal med:[esim]o tenuta/nella passata Anarchia/Ha risposto: Di aver veduto, e/Sapere come naturale di/questa pred:[ett]a Città che(è scritto sopra n.d.a.) il nomi=/nato Matteo Novelli coll’/oprarre, e colle parole si è/mostrato sempre fedele/Suddito della Maestà del/Re, D.[io] G.[uardi], ed in particolare nel/tempo della passata Anar=/chia. Allora fù che esso/Deponente lo vidde gior=/nalmente occupato a pro=/muovere la difesa della/buona Causa, sommini=/strare le Armi, che aveva-/
f.4v
armarsi esso stesso, ed insie-/me colli altri accorrere/nei luoghi del bisogno./Che questi fatti, come manifesti/a tutti, si possono contesta-/re da chiunque altro di/questa Città. E così/Io Giambattista Can:[oni]co Oralndi hò deposto come S:[opr]a/Iatosti/Gius.[epp]e Cerri Attestante
f. 5r
Eodem die retros[cri]pto die; Ibidem, et coram/D.[on] Tommaso Brogi di questa Cit=/tà di Avezzano Dottore delle/Leggi, di sua età d’anni/quarantasei circa/Dimandato sul tenore della supplica umiliata a S.[ua] M.[aestà]/D.[io] G.[uardi], da Matteo Novelli di/q[ue]sta Città di Avezzano, e sulla/condotta dal medesimo/tenuta nella passata Anar=/chia./Ha risposto: Di esserle pur-/troppo nota la Persona di/Matteo Novelli di questa/pred:[ett]a Città per essere suo/Paesano, e si ricorda be=/nissimo, che nella passata/emergenza dello Stato il/d:[ett]o Novelli si è pubblica=/mente dimostrato per/vero, e sincero Realista/mentre nelle occasioni/di Armamenti, egli ha sem=/pre prese le Armi, ed è/accorso cola Massa dove/il bisogno lo richiedeva,/insinuando agl’altri di/
f. 5v
armarsi, gl’incoraggiva/e colle parole, e coll’esem=/pio, e si prestava tutto/per la difesa della Religione,/del Trono, e dello Stato./Tutti li Sud:[dett]i fatti per essere/stati pubblici, e notorj, si/ possono deponere, e con=/testare da chiunque altro/di questa sud:[dett]a Città. E così/Tommaso Brogi ho depostto come S.[opr]a/Iatosti
f. 6r
Die quarta M:[ens]is Iulii 1800 Avezzano, et co=/ram D[evotissi]mo Delegato/D.[on] Girolamo Mariani di questa/Città di Avezzano ha detto/vivere del suo, di sua età/d’Anni quarantanove cir=/ca/Dimandato sul tenore della/Supplica umiliata a S.[ua] M.[aestà),/D[io] G.[uardi], da Matteo Novelli di/questa Città di Avezzano,/e sulla condotta dal me=/desimo tenuta nella passata/Anarchia/Ha risposto: Come Naturale/di questa Città sa, e cono=sce Matteo Novelli della/medesima, il quale da/fedele Vassallo nelle pas=/sate vicende di Anarchia/si contrasegnò nel zelo, e/coraggio, non tralasciando/occasione di far risplende=re il suo sincero attac=/camento e per la Religione./pel Trono, e per lo Stato./Egli ha più volte prese/le Armi, ed è accorso colla/Massa dove il bisogno lo/
f. 6v
richedeva. Ha con parole/e con fatti incoraggita la/Gente ad armarsi, e ad ac=/correre contro il comune/Nemico; Insomma ha opera=/to, e parlato da vero, e/Schietto Realista./Per essere tutto e quanto ha deposto pubblico, e notorio,/si può contestare da/qualunque altro di q[ue]sta/pred:[ett]a Città. E così/Girolamo Mariani/Iatosti/Gius:[epp]e Cerri Attestante
f.7r
Eodem retros[cri]pto die. Ibidem, et coram/D.[on] Francesco Lolli, che ha detto vi=/vere del suo, di età di anni/cinquanta circa/D.[on] Francesco Porcari, ha detto/anche vivere del suo, di/età d’Anni ventisei, am=/bidue di q[ue]sta Città di Avez=/zano/Dimandati sul tenore della/Supplica umiliata a S.[ua] M.[aestà],/D.[io] G.[uardi], da Matteo Novelli/di questa Città di Avezza=/no, e sulla condotta dal/med:[esim]o tenuta nella passa=/ra Anarchia/Hanno contestato intera=/mente, e pienamente/colli retros[cri]tti Testimonj/esaminati Reg:[i]o Can:[oni]co D.[on]/Giambatt[ist]a Orlandi D.[otto]r D.[on]/Tommaso Brogi, e D.[on] Gi=/rolamo Mariani, ed han=/no detto, che i fatti esposti/nella supplica, e deposti/da med:[edesim]i Testimo=/nj per essere pubblici,
f. 7v
e noti a tutti, possono per tal/motivo da chiunque altro/contestarsi. E così/Io Francesco Lolli/Io Fran.[ces]co Porcari/Iatosti/Gius:[epp]e Cerri attestante
f. 8r
Attesto Io qui Sottocritto Economo Curato di Avezzano, che Matteo Novelli/di questo istesso luogo nelle passate emergenze della guerra à date/vive riprove del Suo attaccamento alla Patria, alla Religione, al nostro/Rè, che D.[io] G.[uardi] mentre nella invasione del nemico commune a questo Regno à Sempre il medesimo in unione di questa Popolazione prese/le arme occorrendo dove il bisogno a richiesto. Per la verità ò/formata la medesima, e firmata di proprio carattere. In fede./Avezzano 11 Aprile 1800./Io D.[on] Ascanio Decj Economo Curato attesto come Sopra/Che il p[rese]nte attestato sia scritto, e sott[oscritt]o di proprio carattere del econo=/mo Curato Sig[no]r D.[on] Ascanio Decj, L’attesto io Notaro ed in fede Ri=/chiesto ho segnato Lode a Dio/Ita est ego Vincentius Rampa de Taleacotio (al margine destro è riportato il segno del proprio tabellione n.d.a.)/Avezani decens- Reg.[iu]s Not.[ariu]s/Avezzano 5 Luglio 1800/Il p[rese]nte Certificato è stato esibito in q[ue]sta De=/legaz:[ion]e da Matteo Novelli: In fede/Gius:[epp]e Cerri Attitante
f. 9r
Die quinta M:[ens]is Iulii 1800 Avezzani, et coram/domino Deleg:[a]to/D.[on] Ascanio Decj di questa Città/di Avezzano ha detto esse/re Economo Curato, di sua/età d’anni ventotto circa-/Dimandato sul tenore della/Supplica umiliata a S.[ua] M.[aestà],/D.[io] G.[uardi], da Matteo Novelli di/q[ue]sta Città di Avezzano, e/sulla condotta dal mede=/simo tenuta nella pas=/sata Anarchia./Ha risposto: Di conoscere benis=/simo Matteo Novelli suo/Paesano, e di ricordarsi,/che mesi addietro, richiesto,/gli fece un Certificato,/il quale trovandosi dal/medesimo esibito presso/questa Delegazione, do=/manda mostrarseli-e/trovandosi d:[ett]o Certificato/esibito dallo stesso Novelli,/se li è mostrato, e letto,/che comincia= Attesto io/qui sottos[cri]tto=, et sequendo/finit= Di proprio caratte=/re. In fede Avezzano 11/Ap[ri]le 1800 = Colla firma/distante, e con segno/
f. 9v
autentico dal Notajo= Ha/detto: essere questo quell’iste=/so Certificato da lui fatto-/a richiesta del riferito No=/velli, Scritto, e Sottos[cri]tto/di proprio pugno, che ratti/fico, omologa, e confer=/ma Singula Singulis, es=/sendo la Schietta verità;/e per essere il tutto cosa/pubblica, e notoria si può/anche certificare, e con=/testare da chiunque al=/tro di questa Città, come/contesta il Deponente/anche cogl’altri Testimonj/esaminati, e così/D.[on] Ascanio decj Economo Curato/Iatosti/Gius.[epp]e Cerri Attistante
f. 10r
Magistrato e Regimento della Città di Avezzano/in Prov.[inci]a dell’Aquila./Attestiamo Noi sott[oscritt]i Sindaco ed Amm.[inistrato]ri della Città sud:[dett]a, che/il Mag.[nifi]co Matteo Novelli n[ost]ro Concittadino prima delle/luttuose vicende del n[ostr]o Regno, ed in tutta la du=/rata delle Medesime ha sempre appalesato il più/deciso impegno, ed attaccamento per la difesa della (al margine sinistro così èscritto:” Avez:[zan]o 5 Luglio/1800 /Il p[rese]nte Certif:[icat]o/è stato esibito/in q[ue]sta Dele=/gazione da/Matteo Novelli/In fede/G.[iuseppe] Cerri Attes[tante]” n.d.r.)/Religione, dello Stato, e della Sovranità. Con/ogni sollecitudine, ed attività si armò in tutte/le minaccie d’in[n]imica invasione, ed armato ac=/corse in Capistrello, in Celano, in Cappelle, ed/in altri luoghi del bisogno, per opporsi alle mosse/del comune infame Nemico: unitam.[ent]e a q[ue]sta/intiera popolazione lo inseguì, e perseguitò quan=/do ardì di transitare per q[ue]ste Contrade: sommi=/nistrò le proprie Armi in ogni occorrenza di/bisogno: invigilò continuam.[ent]e per impedire qua=/lunque comunicazione, o commercio col Nemico,/facendo nelle porte di q[ue]sta Città, special.[ent]e nelli/giorni di Mercato, una Guardia esattissima; e/finalm:[ent]e non ha mai mancato di prestarsi alla/comune difesa, animando col proprio esempio le
f.10v
altre Genti; che anzi giunta la faustissima notizia/che l’amabile n[ost]ro Sovrano ( D.[io] G.[uardi]) era approdato/ nel Porto di Brindisi, si pose il d:[ett]o Novelli nel Cappello/l’insegna, o sia Coccarda del Re n[ost]ro Signore,/dando così esempio, e stimolo agli Altri. In somma/non ha mancato in tutte le circostanze di con=/tra segnarsi per vero Realista, per Uomo Onorato,/e per esemplare Cattolico. In onore del vero/abbiamo dat’ordine al n[ost]ro Canc:[ellier]e di scrivere/il p[rese]nte, che è stato da Noi firmato; e robo=/rato col solito popolar Suggello e in f.[ed]e Avez-/zano 20 Marzo 1800 :/Felice Mattei Sindaco/Francesco Giulj Amin.[istrator]e/Carlantonio Corbi Amin[istrator]e ( al margine destro vi è impresso il sigillo dell’Università di Avezzano n.d.r.)/Gius:[epp]e Cerri Canc.[elliere]/Che il p[rese]nte sia scritto, e sott[oscritt]o di proprio carattere del canc[ellie]re/Gius:[epp]e Cerri e sottoscritto parim:[en]ti di proprio carattere/ de predetti Sindaco, ed Amm.[inistrato]ri di d.[ett]a Città, l’attesto io Nota/ro ed in fede Rich:[iest]o ho segnato Lode a Dio ( al margine destro è riportato il proprio tabellione n.d.a.)/Ita est Ego Vincentius Rampa de Taleacotio/Avezzano deg:[ens]s Reg.[iu]s Not.[ariu]s
f. 11r
Die quinta m:[ens]is Iulii 1800 Avezzano et coram/Domino Deleg:[a]to/D.[on] Felice Mattei Capo Sindaco di/questa Città di Avezzano,/di sua età d’Anni cin=/quanta circa/Francesco Giulj Amm:[inisttrato]re della/medesima, d’anni trenta/circa/Carlantonio Corbi altro Amm:[inistrato]re/della med:[esim]a di anni trenta cir=/ca/Domandati sul tenore della/Supplica umiliata a S.[ua] M.[aestà]/D.[io] G.[uardi], da Matteo Novelli di/questa Città di Avezzano,/e sulla condotta tenuta nella pas=/sata Anarchia/Hanno risposto: Di sapere mol=/to bene tutto è quanto/dal d:[ett]o Novelli è stato espo=/sto nell’enunciata Suppli-/ca come Paesani, e per=/ciò pienam:[en]te contestano/cogli altri Testimonj esami=/nati; anzi si ricordano/di avergliene fatto un/Certificato tempo addietro,/e che esistendo presso gli/atti di q[ue]sta Delegazione,/
f. 11v
domandano sia a loro mo=/strato= e mostratogli un/Certificato, che comincia=/Attestiamo Noi Sottos[cri]tti Sin=/daco, ed Amm:[inistrato]ri=e prose=/gue quando termina= e robo=/rato col Solito popolar Sug-/gello. In fede Avezzano/20 Marzo 1800= In cui So=/no le rispettive firme,/ed il pubblico Suggello, col/Segno ancora autentico-/del Notajo= Hanno rispo=/sto: essere quell’istesso Cer=/tificato da medesimi fat=/to, a richiesta del Novelli,/e questo rattifichiamo, omo=/logano, e confermano Sin=/gula Singulis, per essere/la verità, e come tale, e/p[er] essere anche nota a tut=/ti; si può contestare da/chiunque altro di q[ue]sta Cit=/tà; e così/Felice Mattei Sindaco/Francesco Giulj Amini[strator]e/Carlantonio Corbi Amin[istrator]e/Iatosti/Gius:[epp]e Cerri Attistante/
f. 12 r
Eccellenza/Spedisco a V.[ostra] E:[ccellenza] le Carte compilate per Matteo Novelli di/questa Città, in seguito di una Supplica da questi rasse=/gnata al Real Trono, che si degnò rimetter a mio Fratello,/e che in di lui assenza ho Io disimpegnato l’incarico, come/Interino Amministratore di q.[ue]sto Stato di Tagliacozzo./Avendo intesi più Testimonj di ogni eccezione maggiori, è risul=/tato il positivo attaccamento di d:[ett]o Matteo Novelli alla Re=/ligione, alla Monarchia, ed allo Stato./E’ risultato del pari una corrispondente condotta del Medesimo/tenuta ne’ calamitosi tempi della passata Anarchia./Le di lui operazioni sono risultate piene di attività a pro=/movere, e coadiuvare la difesa della buona Causa, aven=/
f. 12v
do somministrate quelle Armi che aveva, ed accorso Egli stesso/colla Massa di q[ue]sta Città ne’ luoghi del bisogno./Che è quanto mi occorre rassegnarle in discarico de’ miei/doveri./Ed augurandomi l’onore di altri suoi venerati comandi/con sentimenti d’inalterabile stima passo a riprotestarmi/Di V.[ostra] E.[ccellenza] Avezzano 13 Luglio 1800/Sig.[no]r Cav:[alie]re D.[on] Ignazio Ferrante/Visitatore G[e]n[era]le degli Apruzzi/Aquila/Div.[otissim]o Obl.[igatissim]o Ser.[vitor]e Vero/DomenicAntonio Iatosti (nel retro si legge: “Aquila Avezzano/Iatosti per/Matteo Navelli di Avez-/zano/Mazzo VI/N° 71 /E’ ricorso al Visitatore/L.M. 23 ” n.d.r.).
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Intendenza Serie I- Cat. 27- Busta 4814 c- fas. 5
Rapporto Alò
“ f. 1r ( è scritto a matita in epoca recente n.d.r.)
Aquila 26 Settembre 1806
Alò Tenente della Gendarmeria Reale distaccato nell’Aquila
Al Sig.[nor]e Intendente della Provincia
La rapidità de’ movimenti, e delle operazioni non mi hanno permesso, Sig:[nor]e Intendente, durante il giro da me fatto nella Provincia, come Comandante le Truppe Francesi per combattere i Briganti, d’informarla dei combattimenti avuti, essendomi limitato per mancanza di tempo di fare i miei rapporti al Sig:[nor]e Generale Comand.[ant]e la Prov:[incia], sicuro, che avrebbe dal medesimo ricevuto partecipazione di tutto. Rientrato però nella mia residenza, stimo mio dovere tenerla informato con un rapporto generale delle mie operazioni. Partito dall’Aquila a sette ore di sera del giorno 15. Venendo li 16 del cor:[rent]e per Solmona, ad oggetto di prendere le truppe, che il Sig:[no]r Generale Comand:[ant]e la Prov.[inci]a aveva destinate a formare la colonna sotto i mieri ordini, giunsi alla punta del giorno a Popoli. Il Capo de Briganti Piccioni (1) aveva inviato nella sera medesima da Gagliano, suo Quartier Generale, un distaccamento di ventisei Briganti sulle volte di Popoli, per impedire la comunicazione con Solmona, la dirotta pioggia, l’oscurità della notte fece sì, che siffatto distaccamento di canaglia pensasse a ricoverarsi nelle grotti, e lasciare così liberamente la strada sud:[dett]a a me; che con due soli Gendarmi a Cavallo la traversai a quattr’ore dopo mezza notte. Giunto a Popoli incontrai la vanguardia della 1^, e 2^ Compagnia de’ Volteggiatori del 1° Reggimen[t]o di Linea Francese sul far del giorno, che secondo gli ordini del Generale Comand:[ant]e erano partite
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la notte da Solmona, ed erano dirette sopra l’Aquila, la feci rientrare nel villaggio, e dal Sig:[nor]e Beaullioux Comandante le medesime, seppi, che della 3^ Compagnia di Volteggiatori, che doveva venire da Civitella del Tronto non si aveva notizia, che il Battaglione del 3° Reggimento di Linea Italiano non era affatto giunto a Solmona, e ne anche le due Compagnie di Cacciatori del 22° Reggimento Leggiero, truppe, che dovevano formare la mia Colonna; Più, che le due Compagnie stesse de’ Volteggiatori non avevano, che sei cartuccie per Uomo. In tale stato di cose, Sig:[nor]e Intendente, ridotto alla sola forza delle due Compagnie suddette, e conoscendo la necessità di marciare senza ritardo sopra Gagliano per liberare il Sig:[nor]e Moscadi grande Maggiore della Guardia Provinciale, che da cinque giorni senza viveri; e senza munizioni, era bloccato nel palazzo Barberini a Gagliano stesso, dalla massa di Piccioli, e conoscendo la necessità d’inviare all’Aquila minacciata, qualche truppa; spedj per la Città sudetta quaranta Volteggiatori della 1^ Compagnia, ed io marciai immediatamente colla rimanente truppa al num:[er]o 114 Uomini per la strada la più breve sopra Gagliano; lasciando ordini a Popoli, ed inviandone a Solmona, acciò le altre truppe giungendo, seguissero il mio movimento. Giunto in Rajano un colpo di fucile tirato da una banda di briganti del Paese stesso, segnalò agli avamposti nemici, che erano sulla montagna di Rajano il mio arrivo; non potei prendere conto di ciò, e punire Rajano per non dar tempo al nemico, e per non trattenermi in posizioni svantaggiosissime. Volai sulla motagna di Rajano, e quindi a Gagliano; ad un
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miglio di distanza, fui informato, che il grande Maggiore nella notte con somma accortezza si era evaso facendo un buco in un muro, con tutta la gente, ed aveva delusa la vigilanza del nemico, il quale occupava tuttavia il villaggio con seicento Uomini circa, la campana a martello contemporaneamente si fece sentire; ed era già mezzo giorno, ed il nemico evacuando il villaggio presi le formidabili posizioni al di fuori, sulla strada, che conduce nella marsica per Colle armeno, ed Ajello; detti le disposizioni dell’attacco, e marcai a passo di carica; il nemico cominciò il fuoco, al solito, fuori la portata di due tiri, accompagnato dagli urli li più feroci, tenendo sicura la vittoria pel piccolo nostro numero, e pel vantaggio delle posizioni. Io marciai sempre, ed in pochi minuti, con delle manovre ottimamente eseguite, e col valoe Francese presi le posizioni al nemico, che fù messo in fuga e rovesciato, e che si ritirò sull’alta montagna; allora feci prendere una posizione vantaggiosa sul nostro fianco diritto, che covriva il villaggio, e corsi ad accertarmi se il grande Maggiore era effettivamente in salvo. Trovai il villaggio del tutto abbandonato; tutti i Cittadini erano fuggiti con i Briganti parte armati, e parte nò. Avrei dovuto metter fuoco al villaggio stesso, primo, che aveva nella Provincia inalberato lo stendardo della rivolta, ma facendo uso della moderazione, che distingue il nostro Governo ne feci a meno. Nel mentre però si accordava un poco di riposo alla truppa fatigata, avendo il nemico ricevuto dei rinforzi da Ajello, patria del rinomato Padre Domizio (2) segretario di Piccioli, ebbe l’ardire, e la sciocchezza di venire egli stesso ad attaccarci di nuovo, fù allora, Sig:[nor]e Intendente, che il nemico conobbe la differenza, che passa
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frà la più brava truppa del Mondo, ed una massa informe di canaglia; il temuto passo di carica fù battuto; il nemico fù scacciato dalle seconde, e terze posizioni, rovesciato e battuto; dodici morti ebbe il nemico(3), e molti feriti fra quali il padre Domizio in una gamba. Io debbo degli elogj a tutti; i Volteggiatori del 1° Reggimento fecero prodigj di valore; il Capitano Beauliuox(sic) si distinse con sangue freddo il più marcato; il gendarme a Cavallo Perrone meritò i miei elogj. Noi ebbimo il dispiacere di avere pericolosamente ferito il Tenente de’ Volteggiatori Ardit con colpo di fuoco alla coscia diritta, nessun morto, nessun altro ferito; Nell’azione riflettei, che i Briganti tiravano direttamente sugli Ufficiali. Le nostre poche munizioni erano terminate, benché risparmiate al più possibile; la bajonetta nostra temuta tanto, non poteva agire in montagne orribili, la notte era vicina, non potej in conseguenza inseguire il nemico, che a tutta gamba fuggì sopra Ajello; Mi determinai quindi di prendere posizione in Luogo aperto, e facile a ricevere munizioni richieste la mattina da Popoli, marciai dunque la sera stessa de 16 sopra Navelli, e presi quell’ottima posizione.Il Capo de’ Briganti Piccioli aveva fin dalla mattina spediti varj distaccamenti nella Valle dell’Aterno, e nelle convicine, in cerca del Grande Maggiore, e per far insorgere i villaggi, ma tutti si tennero al dovere, per la nostra sola presenza Il giorno 17 si passò Navelli La notte dei 18 ebbi le munizioni rimessemi dall’Aquila con nuove istruzioni del Sig:[nor]e Gen:[eneral]e Comand[ant]e la Prov:[inci]a, spedj corrieri a Solmona, acciò 19 mattina si mettesse in marcai per la
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per la volta di Rajano la piccola Colonna composta di 40 Cacciatori del 22° Leggiero, con venti Cacciatori a Cavallo Italiani, per fare la riunione sulle alture di Gagliano, dove aveva battuto il nemico, con la mia Colonna, che sarebbe marciata per Acciano. Fui informato, che il nemico da Ajello nel giorno 17 era marciato Per la Marsica sopra Scurcola, Magliano, ed Avezzano, L’attacco delle montagne di Gagliano, e Sicinara, dette Serente, era inutile, perché evacuate dal nemico per la sconfitta dei 16. Partj dunque il giorno 19 da Navelli sopra Gagliano, a dieci ore di mattina occupai le posizioni della montagna, fin dalle sette mi ero messo in corrispondenza con la colonna partita da Solmona, ma ingannata questa dalle guide, non fecer la riunione, che due ore dopo mezzo giorno; si marciò sopra Colle armeno, Ajello, e Cerchio; colà fatta notte presi posizione; fui informato(4) che la sera a notte era entrata in Celano una piccola parte della massa di Piccioli, alla quale si erano uniti i malintenzionati della Città, e che avevano occupata la Città medesima, e minacciavano al far del giorno dare il saccheggio. Mi affrettai la notte di mettermi in corrispondenza con la colonna partita dall’Aquila sopra Rocca di Mezzo, Rovere, Avendoli, composta da due Compagnie di Cacciatori del 22°, ordinando al fare del giorno si trovassero a Celano attaccando dalla parte Settentrionale, nel mentrecchè io avrei attaccato dall’orientale, e meridionale Marciando io da Cerchio, al far del giorno 20 infatti fui al mio posto, ma dovetti attaccar solo, giacchè la colonna di Rocca di Mezzo ritardò per qualche mezz’ora; la campana a martello si fece sentire nell’apparire delle nostre truppe; io disposi l’attacco, ed in meno di mezz’ora m’impadonj della Città, e distrussi il
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nemico, più di quaranta furono i morti (5), molti i feriti; Il Distaccamento di Cavalleria Italiana venuto da Solmona sotto gli ordini del Tenente Battaglia si distinse; incaricato da me di attaccare Il nemico, che sarebbe fuggito nella pianura verso Avezzano, adempì cosi bene la commissione, che non fece scappare un sol Brigante. Io devo degli elogj, Sig[nor]e Intendente, al valore del Tenente Battaglia; il Gendarme a Cavallo Perroni si distinse per la seconda volta; egli caricò con la Cavall[eri]a sud[dett]a; nessun morto, nessun ferito dalla parte nostra.Nel momento si restituirono in Città i sventurati proprietari, che n’erano fuggiti nella notte; essi trovarono le loro case intatte, e chiamarono Liberatori, e salvatori i Francesi. Informato che il nemico occupava in forza Avezzano, senza perdita di tempo appena giunta la terza colonna da Rocca di mezzo volai in Avezzano sud:[dett]o, a mezzogiorno, ed a metà strada si fecero vedere i Briganti, molto furono presi, e fucilati, molti ammazzati dai fiancheggiatori: A due miglia da Avezzano incontrai il Corpo principale del nemico; questi informato del nostro arrivo nel mentre era a mangiare, ed ubriacarsi in Avezzano, ebbe l’ardire di venirci incontro; detti le disposizioni dell’attacco in tre colonne; la Cavalleria sulla dritta fù incaricata di circondare il nemico nel piano scoperto; si battè la carica, due ore durò la caccia, più di ottanta Briganti restarono sul campo di battaglia (6); circa quaranta furono presi, e fucilati; Giunto alla Città feci mettere le guardie alle porte, situai in posizione una riserva, e senza entrar dentro proseguì l’inseguimento
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del nemico fino alla montagna; la notte impedì l’ulteriore macello. Occupai allora il castello del Contestabile Colonna, che esiste fuori Avezzano dalla parte della montagna; feci bivaccare la davanti cento Uomini, che fornirono le guardie avanzate; la truppa aveva bisogno di riposo; essa aveva percorso lo spazio di quaranta miglia battendo due volte il nemico, ed avendo ricevuto mezza razione soltanto a Cerchio. (7)Nell’azione di Avezzano il Tenente Battaglia con i Cacciatori a Cavallo Italiani si distinsero di nuovo; il Cacciatore Orlando ebbe ferito il cavallo da una palla. Il Sig:[nor]e Beaullivox(sic) Capitano della 2^ Compagnia de’ Volteggiatori, Comandante la vanguardia, per la seconda volta fece rimarcare la saviezza; il sangue freddo, ed il valore più deciso; gli Uffiziali, meritarono i più grandi elogj. La mattina dei 21 prima giorno marciai in tre colonne sulla motagna, io stesso mi posi alla testa di quella di diritta incaricata di occupare le alture, e prendere il nemico alle spalle, sperando di trovare gli avanzi dei Briganti battuti; ma questi col favore della notte si erano salvati nelle alte montagne della vicina Valle Roveto; spinsi le riconoscenze fino a Capistrello primo villaggio della valle stessa; e quindi mi ritirai in Avezzano aspettando nuove istruzioni. Colà fui informato, che la massa da me battura il giorno innanzi era composta di una parte di quella del Capo de’ Briganti Piccioli; altra degli Avezzanesi, e l’altro terzo dei paesi componenti la valle di Roveto. Più; che Piccioli col rimanente della sua masnada era marciato tre giorni innanzi al mio arrivo in Avezzano sopra Luco Trasacco, Gioja, Scanno, da dove era stato scaccia=
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to da un’altra Colonna di nostre Truppe, e si era battuta sulle montagne della valle di Rovedo(sic) per unirsi all’altro Capo Massa Fra Diavolo, (8) che esisteva verso Balzorano(sic), e che una gran parte degli assassini, che lo seguivano si erano sbandati, e ritirati mal conci, e senz’armi, e fuggiaschi a piccole partite verso i rispettivi paesi della vallata di Solmona, sbigottiti dagli attacchi compinati dalle nostre truppe, e dal macello accaduto in Avezzano. Più, che nel giorno dieciotto del corrente mese il menzionato Piccioli con la dilui massa aveva dato il più terribile saccheggio alle due Case del Cavalier Mattei, e Minicucci di Avezzano, (9) famiglie le Più ricche, le più rispettabili della Città, ed attaccatissime al nostro Sovrano. Il Cav:[alier]e Mattei Comand.[ant]e la Guardia Civica della Città si era opposto all’ingresso dei Briganti, aveva fatto fuoco sopra di essi, ma sopraffatto dal numero aveva a stento salvata la vita con la fuga in compagnia de’ fratelli; la perdita di d:[ett]a famiglia Mattei secondo le accurate informazioni da me prese ascende a circa D.[ocat]i 15 m[ila], e quella della casa Minicucci a D[ocati] 10 m[ila], famiglie, che meritano i riguardi del Governo. Nel giorno 20 stesso in cui sono entrato in Avezzano li Briganti avevano determinato di saccheggiare, e distruggere altre sedici famiglie proprietarie, secondo la nota trovata.E’ inesprimibile, Sig:[nor]e Intendente, il trasporto, e la tenerezza(sic) con la quale i proprietari di Avezzano accolsero il nostro arrivo. Saccheggi consimili aveva dati il Capomassa Piccioli a Trasacco Gioja, ed una forte contribuzione era sul punto di rubare a Scanno,
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allorchè funne scacciato, le devastazioni, i massacri i più orrendi in tutti i paesi toccati dalla canaglia Picciolana. Sul far della sera del giorno 21 ricevè lettera del Sig:[nor]e Gen:[enra]le Comandante la Provincia, con cui m’informava, che la 3^ Compagnia de’ Volteggiatori era finalmente giunta all’Aquila, e che era stata diretta sopra Magliano, e Scurcola per osservare quei punti, e Tagliacozzo. Più fui informato da altra lettera del citato Sig:[nor]e Generale de’ 20; del prossimo arrivo nella marsica di una forte colonna di Truppe, comandata dal Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac. Ai 22 mattina mi misi in corrispondenza colla compagnia de’ Volteggiatori arrivata già a scurcola(sic). I Briganti contemporaneamente si fecero vedere sulla montagna sopra Luco; inviai il Sig:[nor]e Battaglia colla Cavalleria, acciò marciando sulla pianura fin sotto la montagna stessa procurasse tenere a bada il nemico, e di trattenerlo con diversi movimenti, e detti istruzione al capitano della terza Compagnia de’ Volteggiatori, acciò marciando inosservato da Scurcola, prendesse il nemico sul fianco, ed alle spalle, nel mentre, che io ad ora stabilita l’avrei lentamente attaccato di fronte; il tenente Battaglia adempì a meraviglia la sua commissione, altrettanto il Capitano della Terza de’ Volteggiatori, ma il nemico sempre pronto alla fuga, ed avvertito da Paesani, fuggì come un baleno ne’ boschi foltissimi dell’alta montagna. La mattina stessa nell’apparire il nemico aveva mandato un distaccamento a prendere viveri, ed a fare tutto il danno possibile a Luco; fugato quindi entrò a Luco stesso qualche Brigante della massa di Piccioli, che l’aveva abbandonato, fuggendo per ritirarsi ne’ Paesi propri; tre Paesani di Luco, chiamati Bonanventura Tonnina, Natale Tascione, ed Arcangelo de Vecchis, ebbero il coraggio disarmati di correre addosso ai scellerati, e di arrestare, e di disarmare due, ed un altro di Luco stesso, che io mandai a prendere per un distaccamento de’ Cacciatori del 22°, e feci fucilare dopo averne preso i lumi sulla situazione del nemico; contribuì
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a siffatto arresto ancora, e ad animare i Lucesi il Sig:[nor]e D.[on] Leopoldo Degni proprietario di Luco, che io nominai nel momento Comandante di una guardia Civica. Io non posso lodare abbastanza, Sig:[nor]e Intendente, una prova cotanto Luminosa di coraggio, e di attaccamento de’ suaccennati Luchesi; essi meritano di esser conosciuti dal Governo, e dal Pubblico, e meritano tutti i riguardi; io feci dare da quella Comune sei ducati a ciascuno ai due primi, e trenta carlini al terzo; sperando, che il Governo gli dia maggiore ricompensa. Il Sig:[nor]e Degni poi dopo aver organizzato quaranta Uomini circa di guardia Civica, spinse le sue guardie avanzate, fin sopra la montagna; Questo bravo Luchese col suo zelo, attaccamento, ed energia mi ha forniti inseguito molti lumi; Egli merita tutti i riguardi del Governo. Mi occupai nel rimanente del giorno de’ 22; e nella notta vegnente, ad inviare de’ distaccamenti nei luoghi circonvicini poter distruggere in dettaglio i Briganti isolati, che erano fuggiti su tutt’i punti; molti pagarono il fio della loro scelleratezza. Ai 23 ricevei, Sig:[nor]e Intendente; altra Lettera del Sig:[nor]e Gen:[era]le Com:[andant]e La Prov:[inci]a in data de’ 22; con cio mi avvisava, che per nuove disposizioni di S:[ua] M:[aest]a doveva giungere nel giorno 22 il Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac a Celano con la sua colonna di truppa, che con altra mi annunciava; incaricato di ulteriori operazioni, e mi determinava contemporaneamente i Luoghi, ne’ quali io doveva accantonare la truppa sotto i miei ordini, colle istruzioni corrispondenti, dandone il comando al Capitano più anziano; trattenni pel giorno 24 e 25 L’esecuzione di detti ordini circa l’inviare le truppe negli accantonamenti, giacchè vidi ritardare l’arrivo del Sig:[nor]e Cavagnac; diedi il comando della colonna il giorno 24 al Sig.[nor]e Capitano Beaullioux Comandante la seconda compagnia de’ Volteggiatori il più anziano
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col quale convenni di non abbandonare le posizioni occupate fino a nuov’ordine; infatti la sera de’ 25 pervenne Lettera del Sig:[nor]e Generale Goullus colla quale determinava di spingere il nemico nella valle di Roveto dalla parte di Capistrello, giacchè la Colonna aspettata era ne contorni di Sora, e Balzoarano, e di osservare sempre Scurcola, e la linea finora da me occupata; siffatti suoi ordini giustificarono il mio trattenimento nella Linea stessa. Il 26 prima giorno il Capitano Beaullioux dette le disposizioni confacenti; S’incaminò per Capistrello, ed io partj per restituirmi nell’Aquila mia residenza, anche perche mi rattrovava da qualche giorno con febbre, e per ubbidire all’antecedente disposizione del Sig:[nor]e Gen:[era]le Com:[andant]e la Prov:[inci]a Devo in ultimo; Sig:[nor]e Intendente, prevenirla, che durante le mie suaccennate operazioni, quaranta bravi Vittadini di Pescina della guardia civica di quella Città erano sortiti dalla loro patria per andare in cerca della mia Colonna, e dividere la gloria con noi; siffatta picciola Colonna diretta il primo giorno da quel Governatore, e quindi dal Sig:[nor]e D.[on] Alessandro Cambise mi raggiunse il giorno 21 ad Avezzano; io l’inviaj ad occupare il Castello di Celano, dove restò per qualche giorno; il Sig:[nor]e Cambise ha travagliato con zelo, ed intelligenza nel disimpegno di molte commissioni da me addossategli; io le raccomando, Sig:[nor]e Intend:[ent]e, un siffatto Cittadino, ed i quaranta bravi suoi compagni. I luoghi da me percorsi sono oggi nella massima tranquillità; lo spavento il più grande occupa l’animo de’ malintenzionati; La strage de’ briganti fatta in Gagliano, Celano, ed Avezzano ha restituita la calma ai paesi. Le protesto, Sig:[nor]e Intendente, i sentimenti gli più decisi derlla mia alta stima, e considerazione Alò “ (10)
Nel retro si legge : “ Aq[ui]la 26 7[settem]b.[r]e 1806/Il T[ene]nte Alò/Da conto di tutte le sue operaz:[io]ni/contro i Briganti dal dì 15 che/si mise in marcia” (11).
NOTE
- E’ il capomassa Ermenegildo Piccioli, fratello dell’Ispettore di polizia di Popoli, Luigi.
- E’ padre Domizio Pio Iacobucci, nato ad Aielli il 5 Maggio 1769 da Filippo e da Teresa Callocchia. Al momento non sappiamo né la sua data di morte né il luogo dove il Nostro sia morto. Figura di spicco durante le insorgenze filoborboniche del 1806 essendo il segretario del capomassa in capo Ermenegildo Piccioli di Navelli. Questi il 21 ottobre 1806, come già abbiamo riportato, inviò al generale francese Goullus la richiesta della “Reale Indulgenza ” che immediatamente ottenne e fu usato, dalle truppe francesi, per persuadere i rivoltosi: “[…]Ora mercè le provvide cure del suddetto generale ( è il generale Partouneaux n.d.r.) e quelle degli Intendenti delle tre provincie la calma, è interamente ristabilita. I capi-massa del seguito di Piccioli, all’esempio di questo hanno deposte le armi, come già abbiamo accennato in altro numero. Nei paesi di Loreto e Pianella della provincia di Teramo era scoppiata qualche insurrezione. Tra gli altri vi fu spedito Fra-Domizio, il quale colla sua eloquenza popolare presuase il maggior numero ad abbassar’l’armi[…]” (cfr. “Corriere di Napoli” n. 39 del 12.11.1806. Amiconi F. : “Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti durante l’invasione francese nell’entroterra abruzzese ( 1806-1809)”, Quaderno n. 92, Anno XI, 2008. Vedi Amiconi F. :” Parasitt il brigante op.cit.”. Amiconi F. ( a cura): ” La repressione del brigantaggio op.cit.”.,
- Non ho potuto controllare il registro dei morti di Gagliano in quanto i registri della parrocchia del menzionato paese, in seguito al sisma del 6 aprile 2009, sono stati spostati in altra sede.
- Don Venanzio d’Amore Fracassi, nato a Cerchio il 18 Maggio 1772 da Pasquale e da d’Amore Maria Pressede. Morì a Cerchio il 22 Ottobre 1854. Il Nostro, fervente filo francese, prestò con dovizia di particolari informazioni utili al tenente Enrico Alò. Vedi Amiconi F. : “ Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi op. cit. “. Vedi anche Amiconi F.: “ La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina “, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2012. Amiconi F.:” Parasitt il brigante op.cit.”. Amiconi F.(a cura): “La repressione del brigantaggio op. cit.”.
- Nel registro dei morti della chiesa San Giovanni Battista di Celano “ Liber Mortuorum ab anno 1801 usque ad 1815 ” risultano esser morte a causa di quel fatidico scontro 5 persone: Giuseppe Terralavoro di circa 69 anni, Lugi Cotturone di circa 33 anni, Giuseppe Laurenzi di circa 60 anni, Francesco Martorelli di Preturo, della diocesi di Sulmona, di circa 46 anni e Francesco del Cecato di Aielli di circa 39 anni. Sempre nel citato “Liber” sono riportati altri due nominativi legati sicuramente a quell’evento: Giuseppe d’Ovidio di anni 25 ferito mortalmente muore il 27 Settembre 1806 e l’altro, Pelino Petrella di Pratola Peligna viene giustiziato il 9 Ottobre 1806(?):”[…] Nell’Anno 1806 a 9 8[otto]bre fù giusitizato Pelino Petrella alias Muscilla di Pratola; ricevuti i SS.i Sacramento necessari[…]”. E’ un palese error calami in quanto il sunnominato Pelino Petrella è morto in Celano, esattamente un anno sopo, l’8 ottobre 1807 come chiaramente si evince in numerosi documenti conservati nell’Archivio di Stato mdell’Aquila : ” Celano li 8 8[otto]bre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig[no]r Intendente della provincia di Aquila/Eccellenza oggi a mezzogiorno è stato giustiziato in questa Città il/brigante Pelino Petrilli (sic) alias/Muscillo di Pratola. Finalmente la Provincia è stata liberata da un mostro che contando venticinque Omicidj (senza gl’ignoti commessi nel brigantaggio/non avrebbe mandato, se fosse restato in vita, di rendere più grande la serie de’ suoi misfatti./Ho l’onore rinnovarli della più grande stima. Giuseppe Saliceti […]”, A.S.A.,Intendenza S. I, Cat. 270, b 5815 A, fasc. 4.
- Nel registro dei morti conservati nella cattedrale della diocesi dei Marsi di Avezzano: “ Liber Defunctorum/confectus cum Carta/Bullata mense 7bris/Anno Domini 1801” risultano morte le seguenti persone: Agostino figlio di Giuseppe Toccotelli di anni 20, Michele Porcari marito di Giustina Serafini di Avezzano, Stefano figlio di Andrea Lolli di anni 25, Francesco di Tiburzio di anni 22, Gaetano Jetti di anni 75, Luigi figlio di Giuseppe Jannotti di anni 27, Michele figlio del quondam Felice Antonio Buttari di anni 22, Andrea figlio di Massimo di Felice di anni 18 e Fortunato Lucci marito di Angela Maria Toccotelli di anni 32. Si ringrazia Don Giovanni Gagliardi, parroco della cattedrale della Diocesi dei Marsi, per avermi permesso la consultazione del sunnominato registro.
- E’ sempre il soprannominato Venanzio d’Amore Fracassi a fornire il necessario alla truppa. Amiconi F. : “La repressione francese contro i briganti nella Marsica del 1806”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 11, Anno 1998. Amiconi F.: “ Cerchio dal 1798 al 1867”, Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria, annata LXXXII, 1992, L’Aquila, Litografia F.lli Cellamare, L’Aquila, 1994, pp. 69-130.
- Michele Pezza, nato ad Itri il 7 Aprile 1771 e morto impiccato a Napoli l’ 11 Novembre 1806 (vedi qui).
- Vedi in seguito.
- Il citato rapporto di Enrico ( o Errigo) Alò l’ho riportato integralmente nel mio : “ La repressione francese contro i briganti op.cit.”. Vedi anche i miei: “ Cerchio dal 1798 op.cit.” , “ Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi op. cit.”, “ La Carboneria a Cerchio op.cit.”.
- Amiconi F. (a cura): ” La repressione del brigantaggio op.cit.”.
ARCHIVIO DELLA DIOCESI DEI MARSI AVEZZANO
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“ Ill[ustrissi]mo, e R[everendissi]mo Sig[nor] Sig.[no]re Padro]ne Col[endissi]mo
Essendo venuta certa notizia in questo Paese, che Giovedi scorso il Comandante Piccinini(1), e P.[adre] Domizio si sarebbero qui portati con la loro Massa, come infatti nello stesso giorno, circa le ore ventidue arrivò in Avezzano, alla quale, secondo l’ordine del Sig:[no]r Preside, fù fatta resistenza per non farla entrare; ma non fù possibile di poter resistere a tanta gente armata, che principiò a far fuoco, ed entrò talmente accanita, spacciando di dar saccomanno, e fuoco a varie Case, che avevano in mira di rovinare. Monsignore, non può credere il terrore, che misero ai Paesani, e fra l’altra a Casa Mattei, minacciando di togliergli anche la vita; ed infatti diedero subito principio a saccheggiar Casa Mat-/tei, e Minicucci, che le spogliarono, e rovinarono di
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tutti i suoi averi, che ha fatta pietà a chiunque l’ha vedute; Come infatti, dopo esser io stato assicurato, che i briganti avevano terminato il saccheggio, mosso dalla pietà, e curiosità insieme di vedere la povera Casa Minicucci, trovai, che neppure avevano terminato, e nel vedermi, mi spogliarono dell’Orologio. In questo frattempo venne, non so come lo scampo a D.[on] Aurelio, e D.[on] Giuseppe di fuggirsene, e scampare detto pericolo con partirsene subito per Roma, dove oggi si vuole certo, che si trovino. Le povere Donne poi non ebbero altro scampo, che(è scritto sopra n.d.a.) di fuggir subito in questo Monistero, e vedendosi in un sì grave pericolo, pregarono immantinente con le lagrime agl’ occhi la Madre Priora di aprirgli la Clausura per riffuggiarvisi . e La medesima, vedendo il pericolo, e le lagrime delle Supplicanti non potè far a meno di permettergli l’ingresso; ed erano fra questo numero la Sposa Mattei con tutti gli suoi Figli, la Sig.[no]ra Minicucci con le due Figlie; e siccome con dette Sig.[no]re fuggì anche D.[on] Serafino Cognato della Mattei, a cui però io mi opposi, ma costretto dall’insinuazione de Sig.[no]ri Iatosti, ed altri Amici di entrarvi ancor lui, per il pericolo, che conoscevano imminente, vi entrò ancora lui, dove è stato però nascosto, e separato da tutte per un sol giorno, come mi ha assicurato la M.[adre] Superiora, che ci ha vigilato. Dentro questo intervallo di tempo fino ad oggi, vi si sono rifuggiate altre particolari Donne parenti tutte delle Moniche, alle quali la M.[adre] Priora non ha potuto negare, e qualcuna di esse si ha portato q[ua]lche Figliolina, e Figliolino, che poi si è fatto uscire. Io non ho potuto impedire a quanto dis-
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posto la M.[adre] Priora, la quale era la più costernata come le povere infelici, che supplicavano la sua pietà, ed il peggio, che affliggevano la medesima, e gli altri era, che si aspettava nel dì seguente altra numerosa Massa dalla parte di Sora, che avrebbe fatto di peggio, se non veniva in tempo la Truppa Francese del nostro presente Sovrano, che Dio guardi, le quali Masse ancora si sentono per queste vicine Montagne, ed ancora per nostra cautela, e difesa persiste con noi la forza. Domando dunque perdono, ed insieme l’oracolo, e consiglio ad V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma R[everendissi]ma di avvisarmi, se tutt’i rifuggiati in Clausura sono incorsi nella Censura, stante il grave pericolo si sono tutti trovati, ed insieme le facoltà in caso siano incorsi, avendo richieste alcune la Confessione, con aver richiesta qualcuna, ed in particolare la Sposa Mattei il P.[adre] Maestro Lolli, quante volte V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma R[everendissi]ma si compiaccia. Questa M.[adre] Priora con tutte le Religiose, la Sposa Mattei, le Minicucci, e tutte l’altre Sig.[no]re rifuggiate le baciano umilmente la mano, chiedendole la S.[anta] Benedizione, conforme fo io con tutto l’imagginabil rispetto Di V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma e R[everendissi]ma Avezzano 23 Settembre 1806
Soggiungo la M.[adre] Priora la prega di accordar la licenza al P.[adre] M.[aestro] Lolli di poter confessare anche qualche Monaca per questa volta. Siccome i timori sono tuttavia presenti, e continui per le Masse, che si affacciano a più lati; perciò tutte queste Sig.[no]re la pregano di potersi trattenere dentro il Monistero fino a che le cose siano in qualche modo tranquillizzate.
Umil[issi]mo D[evotissi]mo Serv.[itor]e e Sud[dit]o Obl[igatissim]o
Giacomo Orlandi “
Note
- E’ in realtà Ermenegildo Piccioli.
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Gran Corte Criminiale
Processi ( Prima serie) 147
“[…] f.2 1r
Eccellenza/Una Sommossa generale che (è stato cancellato n.d.r.) sento vicina a Scoppiare in varj punti della Marsica, e di q[ue]sto/Circondario: Vorrei sperare che fossero voci soltanto; ma siccome se fosse il contrario, qui non/ci sarebbe forza p[er] resistere all’Insorgenti, che potrebbero trovar partito; così con q[ue]sta mia vengo/a Supplicare v[ostr]a Ec[cellen]za perche all’istante procuri mandar Truppa p[er] sedare qualunque/Insurrezione, e correre ove il bisogno lo chiede. Sappia di più v[ost]ra Ec[cellen]za, e la tenga/p[er] cosa certa, che una Masnada di Scelerati, guidati dall’Empio Fra Diavolo ha/posto in Sconguasso Itri, Atina, Arpino ed altri Paesi vicino Sora, ove minaccia di entra=/re, e penetrar quindi nella Valle di Roveto. Da Arpino anno uccisi quanti portavano/la Cuccarda Francese, e molte Famiglie Sono fuggite. Vengo dunque ad implorare da/v[ost]ra Ec[cellen]za della Forza p[er] queste Contrade, giacchè disarmate (è stato corretto n.d.r.) saranno perdute./Spedisco la p[rese]nte apposta p[er] atto di mio dovere e p[er] Sua intelligenza, mentre ho l’onore/di ripetermi Avezzano 17 7[settem]mbre 1806/Di Vo[str]a Ec[cellen]za/Divotiss.[im]o Obl[igatisim]o Ser.[vito]re Vero/Aurelio Cav.[alie]r Mattei”
f. 22r
Eccellenza/Nove notizie mi pervengono p[er] la via di Sora, e mi vengono confermate dal Sig.[no]r D.[on]/Annibale Villa di Balsorano. Fra Diavolo jeri sera era apettato a Sora: Tutti li/Sig.[no]ri di colà Eran fuggiti, e lo stesso dovette far Lui. Esso veniva costà p[er] riferire il/tutto a voce a v[ost]ra Ec[cellen]za sentendo le Insorgenze a Rovere, è tornato indietro./Io Sig.[no]r Intendente, spero aver subbito in costà ajuto e Soccorso di Truppa, pre=/vendola essere impossibile di potere con la debbola forza Civica far Fronte/all’Inimico, che si dice tanto ingrossato. La prego calcolare le circostanze de Buo=/ni che sono critiche abbastanza./Al Momento ricevo Avviso essersi arrestato in Ajelli il Cor.[rie]re che portava gli ordi-/ni di Allarmi del passato Governo./Ho l’onore di ripetermi/Avezzano 13 7[settem]bre 1806/Di V[ost]ra Ec[cellen]za/Div.[otissim]o Obl.[igatissim]o Servitor vero/Aurelio Cav.[alie]r Mattei “
“[…] f. 26r
Eccellenza/Dalla qui acclusa Lettera pervenutami jeri sera p[er] espresso speditoci dal Cor.[rie]re della Civi=/ca di Balsorano, rileverà V[ost]ra Ec[cellen]za il pericolo in cui siamo./Io la prego riflettere che l’Avvicinamento del così detto Fra Diavolo con la sua Gente in/Sora, può appiccar il Fuoco della Rivoluzione nella gran Valle di Roveto, e commu=/nicarlo sino a Noi: ed abbiamo a temere che se non ha diversivo alle Spalle, non ten=/ti Egli stesso di rivoluzionar q[ue]sti Luoghi Strada facendo, e prender comunicazione con/gli altri già rivoluzionati alla volta di Gagliano, e vicinanze di Rocca di Mezzo. Che/se avverrebbe in q[ue]sto funesto caso di questa Provincia?/Io ho posta da due giorni in attività la Truppa Civica, ma qual conto si può fare di/Gente non avvezz’alle armi, e che non sono i più morali, e di fiducia? E poi qual Conto/potrei fare di gente venale, che non saprebbe esistere alla Sete dell’ora, e dalla mania/che hanno della Rapina e del Saccheggio? La mia Opinione p[er] buona che possa es=/sere, è un debbole rimedio a fronte di Stimoli così forti./In confronto di una Massa imponente guidata dalla ferocia de Loro capi, quell’/opposizione potrebbe fare una Debbole Guardia Civica, senza Monizione, e pochissimi/Fucili? Il num.[er]o de Buoni si restringe solo ai Galantuomini su i q[ua][li si può contare./La Spedizione della Forza di Linea anche di 200 Uomini può conservare la tranquil=/lità di q[ue]sti Luoghi, ed impedirne l’Avanzamento/
f. 26v
Tanto p[er] mio dovere debbo significare a V[ost]ra Ec[cellen]za, che la prego prendere in seria/Considerazione./E pieno di ossequio mi ripeto/Di V[ost]ra Ec.[cellen]za/Avezzano 15 7bre 1806/P.[ost] S.][criptum] Partecipo a V.[ostra] E.[ccellenza], che l’Individuj della/Truppa Civica malvolentieri si prestano/al Servizio, perche non sono pagati, e debbono perdere la Loro giornata. Sarebbe/giustizia di farle pagare in presto corrispondente di un Tarì al giorno, affinchè po-/tessero vivere, e servire con(è scritto sopra n.d.r.) più buon animo. L’uni[versi]tà deve soccombere a q[ue]sta Spe-/sa, che nel momento è necessaria ed indispensabile. La prego perciò farne/passare gli Ordini corrispondenti all’Amm[inistrato]ri, mentre io intanto pagarò di mio Conto/la Truppa, e mi avvalerò se occorre del Denaro ritratto p[er] le Forniture fatte/Con q[ue]ste Università circonvicine alla Truppa Francese./Divotis.[sim]o Obl.[itagissim]o Ser:[vito]r Vero/Aurelio Mattei”
“[…] 36r
Eccellenza/Io non manco di darmi tutto il Moto possibile p[er] resistere a mal-Intenzionati. Ho pro-/curato di riassicurare L’avvilita gente con aver fatta pubblicare la veneratis.[sim]a di V[ost]ra/Ecc[ellen]za, e q[uel]la del Sig.[no]r Intendente. Non ometto tenere in Moto continui Cor.[rie]ri p[er] riscuote-/re le Notizie da tutt’i Luoghi. Le notizie di Sora sono le stesse che le partecipai./Q[ue]lle di Gagliano che ci rimane più vicino si rendono sempre più pericolose p[er] la/riunione de Briganti, che crescono a tutte l’ore./La n[ost]ra situazione è critica, perche immezo a due Fuochy dai q[ua]li non abbiamo altro Scam=/po, Sig.[no]r Ge[nera]le, che un Sollecito Soccorso di Truppa, come v[ost]ra Ec[cellen]za ve ne ha già assicura=/to. In questa Speranza prosieguo con il dovuto impegno, assicurandola che allo-/ra cederò il posto, quando il Caso è disperato. Ora parto p[er] portarmi alle Gole di Capistrello con la/Civica di Magliano, e di Tagliacozzo./Sono con la più profonda venerazione Avezzano 17 7[settem]bre 1806/Di v[ost]ra Ec[cellen]za/Divotis.[sim]o Servidor vero/Aurelio Cav.[alie]r Mattei
f. 37r
Eccellenza/Le pericolose notizie, che mi son fatto un dovere dettagliare a V.[ostra] E.[ccellenza] riman-/gono tutt’ora sul piede istesso dalla parte di Sora, come vengo assi=/curato da quel Governatore di Civitella a cui avevo spedito un espres=/so. Q[ue]lle di Gagliano, delle quali ne sarà V[ostra] E.[ccellenza] pienamente informa-/to, sono anche molto pessime. Anche da q[ue]lla parte inviggilo, e con le continue/spedizioni sono informato di tutto ciò che accade. Prego V[ostra] E.[ccellenza] di/riflettere quale è la trista mia situazione, e q[ue]lla di q[ue]sta mia Pa=/tria. Siamo circondati dalla Masse, che minacciano seriamente q[ue]sta/n[ost]ra Patria. Io parto al momento in unione della Truppa Civica/di Magliano Tagliacozzo, e q[ue]lla di mio commando, e vado a po=/starmi alle Gole di Capistrello, onde impedire il passaggio ai/Scelerati, semmai avessero intenzione di venire avanti./Non abbandonerò mia qualunque impresa, ed il posto, se non quan-/do vedessi il caso disperato, attendendomi da V[ostra] E.[ccellenza] il necessario sollecito soccorso./Rinuovo a V[ostra] E.[ccellenza] i sentimenti più perfetti della mia stima; e coll’usato rispetto mi rinuovo/D.[i] V[ostra] E[ccellenza]/Avezzano 16 7[settem]bre 1806/Dev.[otissim]o Obl:[igatissim]o Servidor vero/Aurelio Mattei”
“[…]f. 43r
Eccellenza/Ieri, giusta prevenni V[ost]ra Ec[cellen]za, mi condussi con la mia Truppa Civica in Capistrello, dove trovai/La Squadra di Tagliacozzo. A Relazione di quel Governadore che le compiego, stimai sul far/della Notte spedire la Squadra sud.[dett]a in Civitella composta di 11 Individui, perché avesse dipeso/ed eseguiti gli Ordini di quel Gov.[enato]re. Io intanto….visi a Capistrello attendendo gli risultati/della Spedizione: Ma qual è stata la mia Sorpresa in veder trovarmi indietro la Squa=/dra con la Nuova, che tanto il Gov.[ernato]re, che il Famiglio della rid.[ett]a Squadra che ave=/vo antecedentemente fatto partire p[er] dargli l’Avviso dell’Arrivo mio in Capistrello, e della/Forza che gli teneva dietro, era stato, a circa le ore 3 della Notte Sorpreso in Casa del/Gov:[ernato]re con la mia Lettera dai Briganti di Civitella, e condotti ambedue da med.[esim]o in Sora?/Io non vedendo venire la Civica di Tagliacozzo che p[er] particolari ragioni non si era potuta/Muovere, né q[ue]lla di Magliano, ho stimato questa mattina di ritirarmi, e partecipare tutto l’/accaduto a v[ost]ra Ec[cellen]za, non avendo creduto prudenza azzardarmi solo con la mia Gente, e com=/prometterla./Io mi vedo nel Massimo pericolo, giacchè la mia Lettera sorpresa dai Briganti in Mano del/Gov.[ernato]re Cini, conteneva insinuazioni così forti per la distruzione de Scelerati, che io in ragione/temo vedermeli Sull’Occhi ogni Momento./In q[ue]sto punto che sono le ore 15 ¾ mi giunge di ritorno il Cor.[rie]re ultimo spedito=/li.La veneratis.[sim]a di v[ost]ra Ec[cellen]za mi ha rianimato, ma non mi vedrò mai Sicuro p[ri]ma dell’/Arrivo della Forza. Vado a far pubblicare sul Momento come mi comanda la Sua/Lettera p[er] Copia uniforme a renderl’a tutti Nota.
f. 43v
La Lettera acclusami p[er] il Caporiparto di Civitella con il […]farlo/portare Sino in Civitella a quel Luogo-Tenente, se pur ci Sarà. Cercarò anche gli/Emissarj p[er] far pubblicare il d.[ett]o Proclama facendolo affiggere o di giorno o di notte nelle/rispettive Communi./Credo impossibile di poter comunicare quando mi comanda all’altro Incaricato D.[on] Annibale/Villa, in Balsorano ( è scritto sopra n.d.r.) p[er] la ragione che essendo quel Paese in Rivolta, giusta le ultime Notizie, o il Sig.[no]r/Villa Si sarà posto in Salvo, o non si troverà chi voglia esporsi al Cimento di farsi Sorpren-/dere con Carte in Saccoccia da quelli Scelerati./Io nulla trascurerò, v[ost]ra Ecc[ellen]za ne accetti pure le assicurazioni che vengo a farle nel/mentre che con la consueta Stima ho l’onore di ripetermi/Di v[ost]ra Ecc[ellen]za, a cui p[er] rendere conto di tutto/minutamente spedisco apposta/Avezzano 17 7[settem]bre 1806/Divotis.[sim]o Obl[igatisi]mo Servidor vero/Aurelio Mattei”
“[…] f. 69r
Eccellenza/Della lettera jeri direttavi pel G[enera]le Goullus/Sarà Stato informato dell’accaduto: null’ancora vi è/di nuovo. Per tutto la Truppa fa sortite senz’ancora trovar/niente: dovunque saranno sia sicuro che saranno battuti./Si prendono misure dappertutto, e la Truppa è sufficientissi-/ma./Si sono fatte bruciare qui le armi d[e]l G[over]no passa-/to Ristabilite sulle Porte dai Brig.[an]ti= Per Gov:[ernato]re si è desti-/nato il Sig.[no]r Baldassarre Lanciano Provvisoriam:[en]te, che si è po-/sto in buon aspetto dai Migliori Galatuom:[in]i d[e]l Paese, che/sono stati saccheggiati. Si procura far trovare gli Abitan-/ti con t[ut]ti i mezzi alla loro tranquillità. Sia sicuro/della mia attenz:[io]ne, e di t[ut]to ciò, che Riguarda il Servizio Reale./La Colonna presente distruggerà certam:[en]te t[ut]ti i/Briganti, che sono attruppati: ma dopo quest’operazione,/acciò i dispersi non si Riuniscano, ed i malintenzioni Stiino/al Dovere sarà necessario d’avere quì come centro di molti/luoghi circa 150 Uomini per due mesi almeno con un Go=/
f. 69v
vernatore politico provvisorio, che babi(sic) alla tranquil-/lità, ed all’esecuz:[io]ne degli Ord.[in]i=La Rivoluz:[io]ne in t[ut]to q.[uest]o circon-/dario era successa formalm:[en]te=I Governatori erano tolti,/ saccheggio, fucilaz:[io]ni, Ristabilim:[en]to delle Armi, e del passato/Gov:[er]no Tutto c’indica, che i Paesani Realm.[en]te avevano abban-/donato il pensiere del Gov[er]no p[rese]nte. La forza li fa sta-/re al dovere, ma si vede in loro l’intenz:[io]ne cattiva, che/non hanno totalm:[en]te abbandonato./La prego indicarmi qualche cosa su q[ue]sto/Particolare. La n[ost]ra Colonna + + forte di 500 In d.[ett]o(è scritto sopra n.d.r.) centro, ha due colonne/ai lati: la forza è sufficientissima; ma la vigilanza d[e]l/Gov[er]no non deve abbandonare i Paesi, che conservano in-/tenzione cattiva. Dopo fatta l’operaz:[io]ne essa si Ritirerà ne’/suoi quartieri, ma q[ue]sti luoghi non debbono Restare scoverti./Per mio dovere le ho fatto t[ut]to p[rese]nte: Ve.o/Resto disponga quello, che meglio crede; e salutand.[ol]a/con consideraz:[io]ne le bacio le mani/Avezzano 22 7[settem]re1806/Dico S.[ervito]re V.[ostr]o Obl[igatissim]o/Angelo Pie:i di Carap.[ell]e”
“[…] f. 78r
Eccellenza/Abbandonato dalla mi presenza di spirito p[er] i moltiplici sofferti avveni=/menti, che non ho cuore da rammentare senza piangere. Tutto è noto a V.[ostra] E.[ccellenza]/Io sono ricoverato in Casa d’un mio Parente: I Fratelli raminghi, la/piccola, ed innocente Famiglia, è ripartita in situazioni diverse, come/lo la disgraziatissima mia Cognata. La commune esistenza la ripetia=/mo solo; da quell’Ente Sublime, che ne regola il destino./Il fortunato arrivo in q[ue]sta Città dell’imponente Truppa Francese,/dileguò l’Univesale terrore de’ Buoni, e restituì la Calma. Nonostante/il brigantaggio, è nei vicini Monti, e non lascia di minacciare Straggi,/e ruine maggiori. Ne sono periti molti sotto il ferro della Truppa:/Ma non p[er] q[ue]sto è cessato il pericolo, e lo spavento: Anzi si ha regione/ di fortemente temere L’odio, ed il veleno dei Parenti di coloro, che/sono di q[ue]sta stessa Città, che si unirono ai Briganti della Valle Roveto/e che porzione de quali è perita, e la rimanente continua a far numero/dell’Orda degli Assassinj. Se q[ue]sto Paese, viene abbandonato dalla Truppa/tutti i buoni sono di nuovo involti in più ferale catastrofe./Se le preghiere di tanti infelici, fra quali io, e la mia Famiglia, faccia-/mo il primo numero, hanno accesso al Magnanimo cuore di V:[ostr]a Ec[cellen]za/
f. 78v
esse sono dirette a supplicarla, come fò a nome di tuttj onde si degni disporre/la permanenza in q[ue]sta Città di una Forza, che crederà corrispondere al bisogno,/almeno fino a che non rimanga distrutto, ed annientato il Brigantaggio. Tanti/buoni Cittadini, e Fedeli Sudditi del più ottimo dell’Attuale nostro Sovrano,/non meritano di essere abbandonati alla discrezione, ed alla barbarie de/Scelerati. Nel soggiorno, che qui fece dopo il glorioso ingresso delle Armi/Francesi, in q[ue]sto Regno, la Truppa, il Brigantaggio, non ardì mai di Al=/zare il capo, e se in qualche sito si fece sentire, fù al momento dissipato/p[er] cui si godeva la sicurezza, e la tranquillità. Io Signore non ho più/fiato, ne lena da far conoscere la necessità del rimedio ad un male, che di/momento a momento può rendersi più funesto, ed irreparabile./Di tante n[ost]re particolari disgrazie siamo in certa maniera contenti; perché/avvenute p[er] motivo, che rende onore alla ia Famiglia. Noi fummo/saccheggiati, non solo perché il Cavaleir mio Fratello, come Comand.[ant]e della/Guardia Civica, ebbe tutto l’impegno di mantenere, come mantenne il buon Ordine, ma perché con le Armi alla mano resistemmo ai Briganti comman=/dati dai due famosi Ladroni Piccioli, e Padre Domizio, e contro de quali non/si incontrò riparo di far fuoco. Quali siano stati i danni sofferti nel Sac=/cheggio data alla n[ost]ra casa, e quale l’orrore, che ne manifestano gli avanzi/può renderne testimonianza il Sig:[no]r Command:[ant]e d’Alò. Un’altra preghiera/mi resta a darle, ed è quella di perdonarmi se in mezzo alle convulsioni/dello Spirito mi sono troppo dilungato, e non espressa nel modo che avrei/desiderato. E con sentimenti della più riverente stima passo a rasseganr-/mi/D.[i] V[ost]ra Ec[cellen]za Avezzano 24 7[sette]mbre 1806/D[evotissi ]mo Obl[igatissi]mo Servitore/Serafino Mattei”
“[…] 84r
Eccellenza/Mi sarei fatto un preciso dovere de subitamente ragguagliare V[ost]ra Ecc[ellen]za dell’accaduto in Avezza=/no il dì 18 Spirante Mese , Se ci fossero State Occasioni, il mezzo della Posta. Privo di tali/Opportunità, mi vedo nell’Obbligo adesso(è scritto sopra n.d.r.) di farlo inteso, che sono stato costretto a rifuggiarmi in q[ue]sta Capi=/tale, dopo non solo aver tentato ogni Mezzo p[er] impedire l’Ingresso delle Masse in d.[ett]o luogo,/ma ben anche di aver posto in evidente pericolo la mia vita. All’approssimarsi dell’infame/Orda di Piccioli, e P[ad]re Domizio, le assicuro, che mi Studiai, e feci di tutto p[er] oppormi al Loro in=/gresso; ma le voci esagerate di essere la med.[esi]ma in gran num.[er]o fecer sì, che molti de Na=/turali si togliessero la Maschera, e si determinassero a gittarsi al Partito di q[ue]lla. Pur non/ostante, avendo io in mira il mio sincero attaccamento all’Attuale Governo, non valutando il Peri=/colo, uscii incontro alla med.[esim]a, ma ne avvenne ciò che dovea essere, che in pochi Momenti restai Solo,/essendomi fuggiti coloro de q[ua]li credevo fidarmi, non volendosi i med.[esi]mi trovare immezzo a due/Fuochi, cioè della Msse, e dei molti malintenzionati Paesani che ero(è scritto sopra n.d.r.)pur lontano a Supporre./In tal circostanza, e conflitto mi convenne ritirare, avendo ricevuto Tre Colpi di Fucile, che/Miracolosamente scampai. Mi confusi tra la folla, e ritirandomi in una Terza casa con un/mio F[rate]llo evitai così la Morte, che ad ogni costo mi si volea dare; tantovero che poco dopo/fù imposto un Premio di 200 Piastre a chi mi avesse consegnato Vivo in Mano Loro. L’unica/Operazione che si fece dai Nominati Assassini si fu q[ue]lla di mandar a Saccheggiare senza rispar=/mio la mia Casa. Su tal particolare io non voglio annojar V[ost]ra Ec[cellen]za in dettagliarglielo, ma/Soltanto le dico che fu risparmiato il Fuoco e l’Incendio di essa, avendo portato via tutto./
f.84v
Dopo di q[ue]sta, ne partì la Massa sud.[dett]a, ma subbito si riseppe che la[…] seguente sareb-/be giunto porzione della Massa di Fra Diavolo dalla parte di Capistrello[…] segnatamente/in mira la mia Persona. Questo mi determinò a partire, ad ogni Costo, abbandonando l’infe-/lice Consorte con 8 piccoli Figli, e ponerm’in Salvo. Essendo rimasto quasi nudo con tutta la/Famiglia, e privo d’ogni commodo, con mio Fr[ate]llo D.[on] Giuseppe, mi posi a pied’in viaggio, frà/Montagne, e dirupi, preferendo una Morte incerta, ad una quasi certa. Sono giunto in Ro=/ma Sano, e non avendo potuto dar un ragguaglio dell’accaduto a v[ost]ra Ec[cellen]za, mi feci un dovere/di andare immediatamente dal Sig.[no]r Alghier p[er] informarlo di tutto./Non aggiungo un più preciso dettaglio di quanto accadde colà, perché oltre che la sarà/certo tutto noto, la giungerebbe anche tardi, senza mia colpa. Non mi resta dunque altro/Sig.[no]r Intendente, che d’implorare quanto più so e posso la sua Protezzione, affinchè possa Sua/Maestà aver in considerazione che io non ho risparmiato né mezzi, né la vita istessa/p[er] il suo Servizio. Giuro, che son pronto a sagrificar anche q[ue]sta, quanto la necessità lo/richiede; ma ho fiducia nella di Lui Clemenza, rettitudine, e generosità, avendo tutto/perduto, e posta la Famiglia in uno Stato di bisogno positivo./Si compiaccia dunque coadiuvarmi con una favorevole Relazione, acciò possa essere ac=/cetto il Sagrifizio che ho fatto, e Se si crede, rimunerato, p[er] l’Esempio, e p[er] lo Stimolo/Agli altri./Non sarà improbabile che io mi porti a Napoli; ma se vuole favorirmi de Suoi Carat-/teri, Sappia che mi troveranno qui p[er] la posta ventura./Intanto con il più distint’ossequio ho l’Onore di ripetermi costant.[ement]e/Roma 27 7[sette]mbre 1806/Sig.[no]r Intendente Ge[nera]le della Provincia dell’/(Aquila)/Suo Divotis.[sim]o Obl.[igatissim]o Ser.[vito]r Vero/Aurelio Cav.[alie]r Mattei “
“[…] f. 103r
Ill[ustrissi]mo Sig:[no]r Sig:[no]r P[adro]ne Col[endissi]mo/La sorte ci è stata finalmente propizia, facendo capitare alle/mani della giustizia il famoso Capo de’ Brigandi Filippo Toccotel-/li. Erano cinque giorni, che costui si trovava nascosto in ques=ta Città: irisera(sic) né fu avertito il Tenente Commandante questo/distaccamento Francese, che dette le disposizioni per arrestarlo./Lo scelerato vedendosi sorpreso, e vicino ad essere arestato in Casa/di D.[on] Felicenat.[oni]o Nanni, ove era rifugiato, si è da lui partito, ed è sca=/pato per una remota strada in casa di D.[on] Giuseppe Orlandi. Ivi tro=/vavasi L’Ufficiale Courtiau, che lo à fatto subbito arrestare. Dall’/acclusa memoria rileverà V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma accennati appena gli orrendi/misfatti di questo Uomo, che nella categoria della malvagità supe=/ra di gran lunga i Piccioli, e gli Domizj. La nostra vita è sicura=/mente perduta, se questo Capo Brignte continua ad esistere,/e la Popolazione è nello smarrimento, perché teme, che vada impu=/nito un Uomo, che è troppo raggioni di detestare./In nome della mia Famiglia, dei Buoni, di tutti insomma/la suplico, e la scongiuro di toglierci una Persona, il di cui solo/aspetto ci spaventa, e che sicuramente porrebbe un giorno ad effetto/il Suo piano di tutti massacrarci. Vivo persuaso della Sua gius=/tizia, e della bontà, che è per noi, nel mentre, che con perfetta/Stima ò l’onore di riprotestarmi/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma: Avezzano 25 Ottobre 1806/Di[votissi]mo Obblig.[atisim]o Ser.[vitore] Vero/Serafino Mattei”
[…] f. 104r
Eccellenza/Li sottoscritti Cittadini di Avezzano conponentino la più sana-/e miglior parte della Cittadinanza supplicando l’espongono, come/l’Autore principale de mali, che ha sofferto questa Città il fa-/moso Brigante Filippo Toccotelli è tra ferri, dopo essere andato/girando questa Città impunemente. E a maniera con cui si è/presentato all’Ufficiale Comandante questa Piazza non lo scusa,/poiché andavasi in traccia di lui, in specie in Casa del Notar d:[on]/Feliciantonio nanni, autone sentore, si è rifuggiato in Casa del/Sig.[no]r Giuseppe Orlandi, ove era l’Ufficiale Cortau Francese, che/tra ferri lo hà fatto ristringere./E’ questo reo di scasso nel Seminario Diocesano, di furti di Strada/publica, di furti notturni, e scasso di porte in enorme numero, in/danno de più particolari di qui. Ha continuamente menata una/vita scandalosa, e vacabonda, e continuamente hà sparlato del pre-/sente Governo, per cui fù fatto arrestare dal Capitano Bagnalasta,/per indi consegnarlo alla commissione nell’Aquila, ma li raggiri,/e le gobale del Protettore del N:[ota]r Nanni sudetto, lo esentarono/
f. 104v
allora dal meritato gastigo. E avvenuto che cresciuta l’orda sce-/lerata di Piccioli, si unì con quella, ed il primo fù ad andar/intracciando le Persone, e robbe preziose in Casa Mattei, an=/dandone in cerca anche su li tetti. Costui fece l’esecranda no-/ta di sterminio di quarantaquattro Famiglie, quella che ritrova-/si ufficialmente presso del Sig:[no]r Tenente d’Alò; egli unì una/massa, e si portò a Capistrello, conducendo quella della Valle di/Roveto in Avezzano, ripose alle tre porte con altri Capi li stem-/ma del passato Governo, indicò con altri a Piccioli molti decisi/per il presente Governo, pregandolo a consegnarli alla morte./Questi fù quello, che incitò la Massa di Valle Roveto a venir/qui, ed egli andiede dissarmando le abitazioni tutte con essa, e coi/naturali di qui; procurò resistere alla forza Francese, come fece, e scampò la morte. Subito si condusse con Fra Diavolo, e fù nell’/attacco contro li Francesi a Rovere, veduto con quelli scellerati dai/naturali di qui, che riconducevano li bagagli de Francesi. Disper-/sa, e malmenata la Massa di Frà Domizio, egli baldanzoso si è/ristituito qui, e mentre se ne facevano le diligenze per l’arres-/to, si è rifuggiato in Casa del Comandante, così si è umiliato./Sig:[nor]e nel vedere tal nefando Uomo, hà fremuto l’intiera Po-/polazione; questi non può godere il Reale indulto, per esser/scorso il termine prefisso. Questi non hà provvisoriamente se=/guito la massa di Piccioli, Ma l’ave organizzata da se. Non/solo si è mostrato indifferente alla prefata indugenza, ma ad onta/di quella si è battuto colli Francesi a Rovere. Questi dunque/reo di mille delitti non merita più respirare l’aere nativo,/giacche per la numerosa Famiglia, che ancora minaccia per l’/inpunità accordati, i buoni non si credono sicuri./Per ridonare dunque la tranquillità, e pace a questa Popolazione/
f. 105r
fa duopo, che V.[ostra] E.[ccellenza] dia le più energiche disposizioni, che uni-/camente implorano. Ut Deus/Gio:[van]Filippo Minicucci Com.[andan]te della Civica supplica come sopra/Serafino Mattei sup:[plic]a come Sopra/Angelo Minicucci sup:[plic]o come s:[opr]a/Marcantonio Spina supplica come sopra/Vincenzo Orlandi supp.[lic]a come sopra/Vincenzo Spina sup:[plic]a come Sopra/Tommaso Brogi Sup.[plic]o c.[om]e S.[op]ra/Fran.[ces]co Ponari Sup.[plic]o c.[om]e S.[opr]a/Giovangrande Decj Sup[plic]a C.[om]e Sop[r]a/Rocco Salini Supplico come Sopra/Dom.[enic]o Ant.[oni]o Lollj sup.[plic]o C.[om]e S.[opr]a (sic) ”
[…] f. 106r
Eccellenza/D.[on] Serafino Mattei, D.[on] Angiolo Minucucci/D.[on] Marcantonio Spina, D.[on] Vin=/cenzo Spina, e D.[on] Giuseppe/Cerri Cittadini di Avezzano/divotamente fanno presente all’/E:[ccellenza] V:[ostra], come in quella Loro Pa=/dria si era da alcuni Briganti/dell’Epoca del 1799 : impuniti fi=/no a questo punto, ordita una/Macchina, che portava la distruz-/zione de’ Supp:[lican]ti, e la rovina della/Loro Padria= Filippo Toccotelli/alla testa di questa Congiura,/che aveva dei rapporti se=/greti col Capo-Brigante Erme=/negildo Piccioli formò il piano/di d.[ett]a congiura. Stato di una/Famiglia nemica acerrima del/
f. 106v
nome Francese, carica di ogni sorta/di delinquenze, Egli, e li Suoi F[rate]lli/Gio:[van]Maria, non che il di lui Ni=/pote Bernardino per ribalderie/ultimam:[ent]e discacciato dal Semi=/nario Diocesano, fu Questi che as-/sistè Piccioli nei saccheggi esegui-/ti in Avezzano alle Case Mattei,/e Minicucci, denunciò apertam.[ent]e/al Medesimo la Famiglia di D.[o]n/Marcantonio Spina, nella quale/D.[on] Vincenzo Spina Uno de’ Supp.[len]ti/ajutante della Guardia Civica: fe-/ce carcerare D.[on] Giuseppe Cerri/e procurò l’esterminio di tutti/li Cittadini attaccati al p[rese]nte/Governo: Egli il Toccotelli non so-/disfatto di guasti recati dall’Orda/di Piccioli alla sua Padria, si por-/tò ad organizzare nella Valle di/Roveto un’altra Masnada, di cui/si fece Capo, e che condusse effetti-/vamente in Avezzano per dar opera/
f. 107
all’esecrabile piano di distruggere qua=/rantaquattro Famiglie di quel Luogo. Egli il Toccotelli unito ai summen-/tovati suoi Fratelli, nonche ad An-/tonio Gallese, e Antonio Paradiso/facinorosi ben noti di Avezzano, a/Domenico Ranieri, a Bartolomeo, e Carlo Giuseppe Peruzza, a Giuseppe/Piccolini, a Giuseppe Pasquale, Gio:[van]/Antonio Cesarj, Giovanni Manci=/nelli, Vincenzo Antonosante, Bar=/tolomeo Gallese, Angiolo Campana,/Stefano Orlandi, Pietro di Benedetto,/Giuseppe, e Domenico Fantauzzi, Fran-/cesco Gizzi, Gio:[van]Pietro del Roscio, e/ad altri, Individui tutti sottoposti/all’inquisizione della giustizia per/moltiformi delitti, ardirono resistere/con Armi alla Colonna Francese, che/andava a superare quei Luoghi,/fecero fuoco, e ferirono alcuni di/Essi.Allegato strettam.[ent]e a Filippo Toccotelli/in ogni malvaggia operazione fu un/tal Luigi Mancinelli, il quale osò/
f. 107v
far riponere Li Stemmi del passato/Re nelle pubbliche porte, eccitando/in ogni guisa il popolo alla Rivolta:/fu Compagno degli Assassini ai Sac=/cheggi prefati: fu la spia del Pic=/cioli, e Fra Domizio, co’ quali a=/veva la più esatta intelligenza, e/co’ quali si accompagnò in diverse/esecuzioni: da Esso questi Capi-Bri=ganti erano di tutto al giorno, e=/rano provocati al Massacro delle/Famiglie Mattei, Minicucci, de’/Supplicanti Spina, Cerri, ed altri: E’/Costui nommeno del Toccotelli pub=/blico, facinoroso, e dichiarato per=/turbatore della pubblica Tranquill=/lità./Uno de’ primi Satelliti della sommossa/stabilita dal Capo-Brigante Filippo/Toccotelli fu Francesco Nummi/figlio del famoso Eggidio, qual Reo/di Stato riconosciuto, e fucilato dal/Capitano SantaCroce: fu questo Sce_/lerato, che condusse l’Orda di Pic-/
f. 108r
cioli al saccheggio delle Case Mattei,/e Minicucci, e si unì con essa a pro-/fittarne: fu Costui che serviva di/scorta per l’arresto del Supp:[lican]te Cerri,/che accusò varj buoni Cittadini, e/ne vuolse in ogni costo il disarmo./Ferdinando Bonanni fortunatam.[ent]e sem=/pre sospetto Cittadino. Infatti all’/accostare di Piccioli, eccitò la popo=/lazione ad armarsi in suo favore:/gli fu di oracolo nella breve perma=/nenza, che Egli fece in Avezzano,/promovendo eccidi, arresti, e Saccheg=/gi: inseguito incontrò le Masse or=/ganizzate dal Capo-Brigante Filippo/Toccotelli, e nell’avvicinarsi della/Colonna Francese istigò il popolo/a far suonare la Campana a mar=/tello, e respingerli: Soggetto oberato/di misfatti, e che tanti anni lon-/tano dalla sua Moglie, sen vive/nel più vituperevole, e irrepa=/rabile adulterio./Agostino Colizza fratello di un celebre/
f. 108v
Brigante rifugiato, e ben visto in/Palermo, Membro della cospirazio=/ne, si dette tutto il moto possibile,/perche si effettuassero le Stragi, e Sac=/cheggi premeditati, e fu il primo/che con l’accetta cassasse il por=/tone della Casa Mattei./Giacinto Piccolini, che mai volle ser=/vire alla Guardia Civica fu Uno/de’ primi ad armarsi, ed unirsi/colle Masse: colle Medesime entrò/in Avezzano, fu quello che fece/aprire una delle porte di q[ue]sta/Città, e si sostenne con Esse fer=/mam.[ent]e al punto della loro fu=/ga./Pietro Piccolini Zio del Medesimo impedì/al Nipote il Servizio della Guardia/Civica, feroce allarmista, antico/Nemico del nome Francese, e minacciatore di Tutti li buoni, ed one=/sti Cittadini attaccati al p[rese]nte Governo./Loreto Salone complice del piano or=/
f. 109r
dito per massacro delle Quarantaquat=/tro Famiglie, Zelante predicatore per/la Casa Borbonica, Socio della riaf=/fissione delli Stemmi, e detrattore/Impudente del nuovo Governo./Concetta De Angelis prostituta del Capo=/Brigante Toccotelli: nel Trivio di/Costei si teneva il Glub distrutto=/re delli buoni Cittadini: Essa ne/conservava le Carte, ne nasconde=/va le Armi; e le somministrazioni/che venivano fatte al suo Drudo:/Donna capace delle mostruosità le/più impensabili, rifiutata da tutto/il genere umano, abbandonata fino/dalla Materna sensibilità./Signore: Sono questi semplici accerti/per li nominati Soggetti: poco che/vada a versarsi sulla Loro condotta,/si vedrà di qual materia orribile/avrebbero potuto li Supp.[lican]ti far dei/Volumi. I Supp.[lican]ti che spogliati di/tutto,/ raminghi, fuggitivi, o nasco=/
f. 109v
sti in Luoghi di orrore imploravano/invano pietà nel vedersi il ferro/di Costoro pendere sulla lor testa./Venero le Armi Francesi, disper=/sero li Ribaldi, e tornaro=/no li Supp[lican]ti alla tranquillità. Ma intanto i Felloni girano impuniti/quella Citta istessa, che minacciato/avevano distruggere, insultano Colo=/ro che volevano trucidare, e si bef=/fano delle Leggi, che impunemente/conculcarono: senza rimorso, senza/ravvedimento, pieni di ferocia, e/sempre uniti, sembrano che sospiri=/no il punto di qualche nuovo/momentaneo rovescio, per massa=/crare li Buoni./Signore: I Supp.[lican]ti non dimandano che/Giustizia, questa percuotendo li/Scelerati, li porrà in uno Stato/di permanente sicurezza; Sup=/plicano dunque V:[ostra] E.[ccellenza] disporre/
f. 110r
che il Comandante della piazza di/Avezzano arresti i denunciati Sog=/getti, affinchè verificati inseguito/i Loro misfatti, ed il deciso Loro Bri=/gantaggio possano esserne puniti/a corrispondenza de’ Reali decreti;/Grazia/Angelo Minicucci supp:[lic]o come s:[opr]a/Vincenzo Spina sup:[plic]o come Sopra/Giuseppe Cerri supplico c:[om]e Sopra (sic)”
“[…] f. 116r
Dopo esserne partiti di Aquila ci conducemmo nella/Volta di Rocca di Mezzo: colà si dipose l’occor:[ren]te p[er] la tranquilli-/tà d[e]l Paese, e de’ convicini: Alle due del giorno si mandaro-/no due cacciatori a Cavallo scortati per aprire la Communica-/z:[io]ne coll’altra Colonna, che doveva essere a Secinaro: ma non li/vedemmo tornare. Ricevemmo un Cor:[rie]re alle 4 e un quarto di Francia/la mattina, con cui da Cerchio il Com:[andan]te Alò ci dava avviso/di condurci a Celano, p[er]chè i Brig:[gan]ti erano fuggiti dalla Mon=/tagna di Secinaro: ci ponemmo subito in marcia, e vicino al/paese sud.[dett]o fummo avvistati, che mezz’ora prima si erano sen-/titi de’ colpi di fucile, e che la Comune era Rivoluzionata/dai briganti, che c’erano. Disposti in Battaglia, ed avvisati/dal tamburro della Colonna del Comand.[an]te Alò, entrammo/nel Paese: La Cavalleria della sud.[dett]a Colonna ci Riferì, che/aveva distrutti circa 30 briganti, che fuggivano p[er] la pianu-/ra, dopo avere ardito di tirare dal paese varj colpi di fucile:/Furono fucilati due che avevano la Noccarda Rossa, e dopo Re-/sa la tranquillità al Paese, Ristabilito p[er] Gov:[ranto]re il Sig:[no]r Tomassetti,/passammo ad Avezzano: dove giugnemmo alle 4 in circa/dello stesso giorno. Furono uccisi dai Volteggiatori affiancati
f. 116v
alla Colonna varj Briganti per la Volta, e fu fucilata/una Spia, che aveva la Coccarda Rossa. Nell’Avvicinarci al/paese sud.[dett]o cominciammo a senire de’ Colpi di fucile, e/fummo avvisati, che ci erano 150 briganti armati, e/che il Paese era t[ut]to coccordato Rosso: Si dispose la Truppa in/Battagia in t[ut]te le posiz:[io]ni, che il n[ost]ro bravo Comand.[an]te Alò/credè vantag.[gios]e= Per un’ora, e ta in circa durò la persecuz:[io]ne/de’ Scellerati, che dopo poche fucilate tuuto(sic) li fuggirono/Tutta la Truppa si battè con valore, e coraggio, che merita/essere ammirato: la Cavalleria si è distinta, e ci sono/ morti circa 60 Briganti. Dopo passati ai lati d[e]l, Paese in/due Colonne; la Truppa si situò a piedi la Montagna, che/vi è di rimpetto: poco dopo vedemmo alla Cima d[e]l Monte sud.[dett]o/una truppa di Briganti: All’arrivar della notte tirarono/varie fucilate in gran distanza, ed insultarono con parole/dalla Montgna: tre palle cadute in mezzo alla Colonna/no[n] fecero la menoma offesa p[er] la distanza da cui veniva-/no. Bisognò Ritirarsi in un palazzo ad uso di Castello nella/notte, dove t[ut]ti i Soldati, ed offiziali sono stati allog.[gia]ti = que-/sta mattina al far d[e]l giorno t[ut]ta la Truppa è partita/p[er] la montagna, e ne ha occupate le Alture dando da per-/tutto la caccia ai Briganti= Io sono restato con varj Soldati/
f. 117r
Di guardia[…] la Tranquillità, dove sul/mom:[en]to Ristabilirò il Gov:[ernato]re= Sono circa le 10 di Fran.[ci]a di mattimo/La Truppa si Ritira qui tutta, senza aver veduto alcun/Brigante nella montagna sud.[dett]a= Tutti sono fuggiti col bene-/ficio della notte. Andremo avanti p[er] trovarli. L’Esempio de’/morti fa t[ut]ti tornare al dovere. Noi non abbiamo, che un/Cavallo ferito in una Spalla. Se non si accorreva la Ri-/volta era G[enera]le, e terribile in molti paesi di q.[uest]a Co-/marca vi è stata la Rivoluz:[io]ne= Credevano finito già il/Gov:[er]no presente. Noi siamo molto fatigati coll’andare con=/tinuam.[en]te a piedi p[er] le montagne./La prego far Ricapitare Subito l’annessa/Se avete ord.[in]i da darmi, li attendo. La saluto/con consideraz:[io]ne, e le bacio le mani/D[evotissi]mo S.[ervit]or V.[er]o Obl[igatissi]mo/Angelo Piccioli (sic)”
ARCHIVIO SI STATO DELL’AQUILA
INTENDENZA/SERIE I/AFFARI GENERALI/CATEGORIA/27
ANNI/1807-1809/4815 B
“ Stato
Provincia di Apruzzo ultra
Nominativo degli Individui della Provincia, che han profittato dell’Aministia accordata da S.[ua] M.[aestà] Giuseppe/Napolione Rè delle due Sicilie/
N° Nome e Cognome età Professione Luogo di Filiazione Osservazione su’ i loro costumi
nascita o, condotta, e morale
domicilio
Giuseppe Piccolini an[n]i 26 Bifolco d’Avezzano Statura piuttosto alta,e
complessa, poca bar-/ba
occhio e capello castagno
naso tondo, e giusto
Antonio Paradiso 24 Bracciale d’Avezzano Statura piuttosto alta, e
filata, occhio cenerino/
capello castagno, viso, e
naso filato
Crescenzo Serglino 24 Bifolco d’Avezzano Statura piuttosto bassa, occhio
e capello casta=/gno, poca barba,
ed alquanto carpicato
Vincenzo Antonosante 26 Bracciale d’Avezzano Statura giusta, visto tondo di color
olivastro,/occhio e capello negro
Bartolomeo Peruzza 18 Calzolajo d’Avezzano Statura piuttosto alta,e filata,e ca=/
pello Castagno, viso lungo e macilente,
ed al=/quanto ogno dal vajolo
Carlo Gius:[epp]e Peruzza 26 Calzolajo d’Avezzano Statura giusta, viso tondo, poca barba, oc=/
chio, e capello castagno
Francesco Menna 26 Calzolajo d’Avezzano Statura giusta, occhio cenerino, capelli
negri,/viso tondo, naso giusto
Giovanni Mancinella 25 Calzolajo d’Avezzano Statura bassa, viso tondo, ad’acceso di colore,/
naso piccolo, occhi, e capelli castagno, ed
alquan=/to carpicato
Dom:[eni]co Ranieri 24 Bracciale d’Avezzano Statura piuttosto bassa, viso lungo, naso Simile/
e grosso, poca barba e capello castagno
Antonio Gallese 23 Bracciale d’Avezzano Statura alta, viso filato, naso simile,/occhio
e capello castagno
Giannant.[oni]o Cesareo 22 Ferraro d’Avezzano Statura alta, e filato, viso tondo con poca/
barba, occhio cenerino, capello biondo
Pietro di Benedetto 22 Bifolco d’Avezzano Statura alta, e piuttosto complessa, poca bar=/
ba, viso tondo, naso giusto,occhio, e capello
negro
Gianpietro del Rosso 25 Bracciale d’Avezzano Statura alta, barba poca, e viso tondo, ed/
acceso di colore, occhio, e capello negro
Francesco Giffi 24 Bracciale d’Avezzano Statura alta, viso filato, naso simile,/occhio
e capello negro
15 Gennaro Orlandi 22 Calzolajo d’Avezzano Statura bassa, viso tondo, occhio debole/
di vista, capello negro
(al margine destro relativo alle “osservazioni” vi è la seguente scrittura posta verticalmente: “ Tutti gli annotati nel presente Stato, attualmente portano un condotta regolare/tanto per li costumi, che per la morale, ed altre operazioni “ n.d.r.)
Il sopradetto Stato nominativo Si è formato in’esecuzione degli Ordini generali comunicati a questa Corte/per il Canale del Sig.[no]r Governadore Caporiparto di Tagliacozzo, ed in conformità della norma data in questa/stessa Corte, con lettera del Sig[no]r Generale Chavardes Comandante la Colonna mobile degli Abruzzi, al/quale fù tramandata Copia conforme allo stesso Stato. Dato in Avezzano li tre Gennaro 1807/Emidio Frascani Gov.[ernato]re/Giuseppe Mariani Sindico/Gio:[van]Batt[ist]a Jatosti Eletto di Polizia/Bartolomeo Corbi/Cancelliere”
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Intendenza Serie I CAt. 27 b. 4815 C
“ 1807/Mappa de Rei di Brigantaggio assenti/dal Circondario d’Avezzano/
Stato nominativo delle persone del Circondario di Avezzano che si sono assentati dalle diloro rispettive Comuni/
Comuni Nomi , e Cognomi assenza e di loro e Luogo della Causa Osservazioni
Epoca dimora Nel dì 20 Sett.[embr]e 1806
Avezzano Gennaro Orlandi assente da circa un Nello stato Ro- E’ reo di Brigan- prese le armi per unirsi
anno mano taggio in massa; ma nello istesso
giorno all’arrivo de’ Fran-
cesi, li abbandonò, e fuggì.
ai 4 ott.[obr]e 1807 chiese il
Passaporto per venire a pre-
sentarsi, e godere il perdono,
ma l’ha trascurato
Antrosano S.[ign]r Gennaro Pace Fuggiasco da circa un S’ignora il luogo Reo di insulti,e di Dal Sig. Intend.e allora
Anno della dilui dimora offese fatte ad alcu- della Prov.a fu pubblicato
ni Soldati Francesi il Taglione per il dilui
arresto; e mesi addietro si
alzò voce, che si fosse unito
alla massa di Fra Diavo-
lo, locche poi non si verfi-
cò
Comuni Nomi, e Cognomi assenza, e di loro Epoca Luogo della dimo-/ra Causa Osservazioni
Cappelle Giuseppe d’Agabito assenti da un anno Rifuggiati nello Per causa di Bri= Sono figli di famiglia
Erneste Caporale Stato Romano gantaggio insubordinati, e facinorosi
Gesuè Leonio si vuole, che nell’anno 1806
si fossero uniti alla mas-
sa di P.[adre] Domizio e
non si sa per quanto
tempo l’avessero se-
guito
Cappelle D.Giambatt[ist]a Cardone è assente Fa domicilio in Fu intinto di Tiene la carta di
Celano, dove tiene i Brigantaggio Sicurezza
suoi averi
Scurcola Giambattista Falcone assentati fin da Non si sa dove Per causa di I med.[esim]i presero parte
Flam[m]inio di Gabarro maggio 1806 si trovano Brigantaggio nel Brigantaggio del
Franc.[esc]oAnt.[oni]o Romano P.[adre] Domizio in maggio
1806
Il Giambattista Falcone
In X[dece]mbre di d.[ett]o anno ebbe
La carta di sicurezza dal
Sig.[no]r Gen[era]le Chavardes.
Il Francescant.[oni]o Romano
si riunì colla massa di
Giovinotto d’Ovindoli,
colla dicui distruzione
fu egli preso vivo dalla
Truppa Francese, presso
La quale sta esercitando
Il mestiere di Carnefice. “
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Serivizi Affari Generali
Cat. 19, Anni 1808-1809, b. 4584, fasc. 3
“ Copia Estratto del Decreto di S.[ua] M.[aestà] del dì 15 di Gennajo 1808 contenente la nomina de’ membri de’ Consigli generali, e distrettuali della Provincia Giuseppe Napoleone Re di Napoli, e di Sicilia Viste le nostre leggi degli 8 di agosto, e de’ 18 di ottobre 1806, non che il Nostro Decreto degli 8 di Gennajo 1807 Sul rapporto del Nostro Ministro dell’Interno Abbiamo decretato, e decretiamo Il Sig.[no]r Vincenzo Minicucci è nominato membro del Consiglio Generale della Provincia 2° di Abruzzo Ultra Sottoscritto Giuseppe da parte del Re Il Segretario di Stato F. Ricciardi Per estratto conforme Il Ministro dell’Interno A.F. Miot Certifico io qui sottoscritto Segretario Generale dell’Interno, che la presente copia è stata estratta, ed è conforme al suo originale a me presentato- Aquila 18 ottobre 1808”
“ Copia- Estratto del Decreto di S.[ua] M.[aestà] del di 15 di Gennaro 1808 contenente la Nomina de Membri de’ Consiglio generali, e distrettuali della Provincia Giuseppe Napoleone Rè di Napoli, e di Sicilia Viste le nostre Leggi degli 8 Agosto, e de 18 di Ottobre 1806 non che il nostro Decreto degli 8 di Gennaro 1807. Sul rapporto del Nostro Ministro dell’Interno Abbiamo decretato e decretiamo Il Sig:[no]r Cristofaro Tabassi è nominato membro del Consiglio Generale della Provincia 2° Abruzzo Ultra Sottoscritto Giuseppe. Da parte del Rè il Segretario di Stato F. Ricciardi = Per Estratto conforme Il Ministro dell’Interno F. Miot Certifico io qui sottoscritto Segretario Generale della Intendenza, che la presente copia è stata estratta, ed è conforme al suo originale a me presentato. Aquila 21 ottobre 1808 Il Segretario Generale dela Intendenza M[eddoro] Mazza”
“ Copia Estratto del Real Decreto de’ 10 Settembre 1808 Gioacchino Napoleone Re delle due Sicilie Visto la nostra legge degli 8 agosto 1806 sul rapporto del nostro Ministro dell’Interno, abbiamo decretato, e decretiamo quanto siegue Art.° 1° il Sig.[no]r Cav.[alie]r Aurelio Mattei è nominato Presidente del Consiglio generale della seconda Provincia Di Abruzzo Ulteriore Art.° 2° il Nostro Ministro dell’Interno è incaricato dell’esecuzione del presente Decreto. Firmato = Gioacchino Napoleone Da parte del Re il Ministro Seg.[reta]rio di Stato F. Ricciardi Per copia conforme il Consigliere di Stato Ministro dell’Interno G. Arciv.[esco]vo di Taranto Certifico io qui sotto scritto Segretario Generale dell’Intendenza che la presente Copia è estratta, ed è conforme al proprio originale a me presentato. Aquila 20 ottobre 1808 M[edoro] Mazza “
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Servizi Affari Generali, Intendenza
Cat. 19, Anni 1808-1809, b.4584, fasc. 2
“ Celano 26 Marzo 1808 Corsignani Consigliere del Distretto di Aquila a S.[ua] E.[ccellenza] Sig.[no]r Duca di Alanno Intendente della Provincia di Aquila La ringrazio infinitamente dell’Onore, ch’Ella mi à fatto in compiegarmi La pregiata Lettera dell’E[ccellentissi]mo Sig.[no]r Ministro dell’Interno col Decreto, con cui Sua M.[aestà] si è degnato nominarmi p[er] uno de membri del Consiglio di questo nostro Distretto. Come Ella stessa m’impone Le compiego La mia Responsiva pregandola a darle il dovuto Rispetto. Attendo le istruzioni, e con ipazienza attendo il momento d’impiegarmi con Zelo, e con tutti i miei Lumi onde poter corrispondere al piacere, che Sua M.[aestà] mi à recato nel destinarni a Simile impiego. Mi do L’onore di presentarle i sentimenti di Vera stima, e profondo Rispetto Michelangelo Corsignani”
“ Lecce (l’odierna Lecce nei Marsi (AQ) n.d.r.)li 31 Marzo 1808. (al margine sinistro si legge: “ Divisione di Economia Interna n.° ” n.d.a.) Giandomenico del Papa Consigliere del Distretto di Aquila Al Sig:[no]r Intend:[en]te della Provincia Signore ( al margine sinistro si legge: “ Si rimette la riposta per S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno colla quale si accusa essersi ricevuta la nomina di Consigliere Distrettuale” n.d.a.) Sono sensibilissimo per l’onore che mi ha fatto con la sua compitissima de 15 Marzo 1808. Nel seno della quale ho trovata la lettera di S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno, coll’estratto del Decreto di S.[ua] M.[aestà], col quale mi ha fatto l’onore nominarmi uno de membri del Consiglio del Distretto di Aquila. Presento a V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma li dovuti ringraziamenti, e le compiego la risposta per il sudetto Eccellentissimo Ministro. Ho l’onore di rassegnare ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma la mia distina stima, e rispetto. Giandomenico del Papa”
“ Ortona (l’odierna Ortona dei (AQ) Marsi n.d.r.) 1 Aprile 1808 ( al margine sinsitro si legge: “ Divisione di Economia Interna N.Oggetto” n.d.a.) Filippo Petroni Consigliere del Distretto di Sulmona Al ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intendente dell’Aquila Ill[ustrissi]mp Signore ( al margine sinistro si legge: “ Si rimette la risposta per S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Ministro dell’Interno, relativa alla nomina di uno de membri del Consiglio del Disttretto di Sulmona” n.d.a.) Le rendo li più sinceri ringraziamenti di avermi fatto l’onore di farmi perfenire la lettera di S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno, coll’estratto del Decreto di S.[ua] M.[aestà], col quale si è degnato chiamarmi alla carica di Consigliere di questo distretto. Io sono egualmente penetrato, che onorato dalla sua bontà. La supplico intanto compiacersi di far giungere a S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno l’annesso riscontro, e di gradire la particolare mia stima, e rispetto Petroni”
“ Avezzano 2 Aprile 1808 (al margine sinistro si legge. “ Divisione di Economia Interna” n.d.a.) Maurizio Orlandi Consigliere Distrettuale Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila ( al margine sinistro si legge: “ Riscontro sulla lettera di S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Int.[ern]o p[er] la patente di Cons.[iglier]e Distrettuale” n.d.r.) Eccellenza Ricevo colla più gran sensibilità il di lei venerato foglio, con cui si compiace di accludermi la lettera dell’Ecc[ellentissi]mo Ministro dell’Interno sulla mia nomina ad uno de’ Membri del Consiglio Distrettuale di questa Provincia. Le compiego a tenore della sua prevenzione La risposta per detto Ecc[ellentissi]mo Ministro. Atenderò con trasporto le istruzioni relative ai travagli, sulli quali dovrò occuparmi co’ miei Colleghi. Assicuro a V.[ostra] E.[ccellenza], che nulla trascurerò per corrispondere con tutte le mie forze alle benefiche intenzioni di S.[ua] M.[aestà] Sono intanto colla più distinta stima, e rispetto D[evotissi]mo Obbl[igatissi]mo Ser.[vito]r v.[ostr]o Maurizio Orlandi “
“ Avezzano 3 Aprile 1808 ( al margine sinsitro si legge. “ Divisione di Economia interna” n.d.a.) Vincenzo Minicucci Consigliere Provinciale Al Signor Intendente di questa Provincia dell’Aquila Signore L’onore singolare impartito alla mia Persona dal Re N[ost]ro Signore, in avermi nominato a membro del Consiglio Generale di questa Provincia, me le fa porgere li più sensibili ringraziamenti, per la partecipazione, che Ella si è degnata farmene colla sua de’ 15 del p.[rossimo] p.[assato] marzo, nella quale ho trovata compiegata col beneficio Real Decreto, la lettera di S.[ua] E.[ccellenza] il ministro dell’Interno. Sono io sempre disposto all’intervento nel Consiglio Generale, ed impiegare la mia persona a norma delle Istruzioni, che Ella mi enuncia. Le annetto la riposta pel lodato Ecc[ellentissi]mo Ministro, acciò si compiaccia dirigergliela, e con profondo sentimenti di stima le faccio riverenza. Umil[lissi]mo Devoto.[ssi]mo Obl[igatissi]mo Servi.[to]r V.[ostr]o Vincenzo Minicucci ”
“ Celano 5 Aprile 1808 Cristofaro Tabassi Al Sig:[nor]e Intendente della Provincia Sig:[nor]e Intendente Ho ricevuta la lettera di S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno, colla quale mi partecipa di essere io rimasto eletto da S.[ua] M.[aestà] per uno de Membri del Consiglio generale di questa Provincia. Io rimetto a V.[ostra] E.[ccellenza] la risposta che ho diretta al detto Ecc[ellentissi]mo Sig:[nor]e Ministro, onde possa avere un sollecito, e sicuro ricapito. Sto attendendo le disposizioni di S.[ua] M.[aerstà], D.[io] g.[uardi] in rapporto all’epoca della convocazione del Consiglio, e le necessarie istruzioni per i travagli de’ quali dovrò occuparmi con i mei Colleghi. Gradisca intanto l’assicurazione della mia più alta stima,e considerazione Cristoforo Tabassi “
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Servizi Affari Generali
Categoria 19, Anni 1809-1811, B. 4584 bis, fasc. 21
“ Nomi e Cognomi de’ Nomi e Cognomi de’ Con- Luoghi dove sono
Consiglieri di Distretto siglieri di Provincia stati Proposti
[…] Sig. Michelangelo Berardi Corsi- Sig. Luigi Tomassetti Sig. Celano
gnani Sig. Giuseppe Barbati Cristofaro Tabassi
Sig. Nunzio Colabianchi —————————– Ovindoli
Sig. Lorenzo d’Amore Sig. Venanzio d’Amore Cerchio
Gio:[van]Nicola Angeloni Sig. Vincenzo Tomassetti Ajelli
Sig. Sante Carosi ——————————– Paterno
Gregoriio MIlanetti Gregorio Masciarelli Rovere
[…] Giandomenico del Papa Giannalfonso Chiola Lecce
Severino Mscitelli Emidio Mascitelli Gioja[…]”
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Servizi Affari Generali
Categoria 19, Anni 1809-1811, B. 4584 bis, fasc. 21
“ Lista de’ maggiori Negozianti, Co[mmercianti] della Prov.[inci]a di Aquila
Nome Cognome Domicilio abituale
[…]6. Gregorio Masciarelli Magliano 6. Ignorante poco mai che affatto, e di onesti
Costumi. Proprietario e negoziante
[…]9. Giovanni Vetoli Corcumello 9. Galantuomo Scarsa coltura, furchè quella
della pratica in affari di negozio.
[…]20 Aurelio cav.[alie]re Mattei Avezzano 20 Non manca di cogniz.[ion]i (è stato cancellato
n.d.a) Mediocremente coltuato, ottima morale
21 Giovanni Pace Massa 21 Di mediocre cogniz.[ion]e di morale non riprovabile
[…]25 Vincenzo M[arche]se Tomassetti Celano 25 Inculto ma di buona morale
[…]29 Gio.[vann]i Tocci Cappadocia 29. No(è stato cancellato n.d.a.) di mediocre cogniz.[ion]i,
ed onest’uomo
30 Dom.[eni ]co Ant.[oni]o Iatosti Avezzano 30. Vecchio infermo, stato di mediocre cogniz.[ion]i, e
Pro/bo fozz.(?) condotta
[…]34 Girolamo Mancini Tagliacozzo 34 Uomo di sufficienti cognizioni, e gode
opinione di uomo probo ( reca sopra il
proprio nominativo una croce significante che
era stato proposto alla carica di consigliere
provinciale o distrettuale n.d.r.)
[…]44 Alessandro Mastroddi Tagliacozzo 44. Soggetto che possiede in un grado
plausibile tutte le qualità intellettuali e
morali=Giudice di pace nel suo Comune,
di…..Consig.[lie]r prov.[incia]le di cui l’anno
scorso fu segret.[ari]o (reca sopra il suo
nominativo una croce.Vedi sopra.n.d.r.)
[…] 46 Gio.[van]Batt[ist]a Iatosti Avezzano 46. Di mediocre cogniz.[ion]e, di costumi non
Riprovabili (reca sopra il suo nominativo
una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]53 Gio:[van]Batt[ist]a Resta Tagliacozzo 53. Capo di battaglione della Legione, poco culto, e
di costumi ne buoni né cattivi(è stato cancellato n.d.r.) equivoci
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]64 Luigi Ricci Canistro 64. Di mediocre abilità, ma di buon costume
(reca sopra il nome una croce. vedi sopra)
[…]74 Gio:[vanni] Novelli Tagliacozzo 74. Soggetto piuttosto di abilità, gode Costumi
di uomo da bene (reca sopra il suo
nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
75 Vincenzo Minicucci Avezzano 75 Consig.[lie]r prov:[incial]e di sufficiente abilità nel trat-
tare gli affari, di cordato giudizio, di
vastiiss.[im]o condotta assai vecchio
76 Giuseppe Blasetti Massa 76. Inculto unicam.[ent]e applicato a’ negozi
di morale non riprovabile
77 Filippo d’Amore Scurcola 77 Dottor di Legge abbastanza abile
nella professione egualm.[ent]e che one[sto]
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]87 Giulio Magy Orton’a Marsi 87 avvocato bastentem.[ent]e illuminato
anche in altre scienze, e di una di sicura morale
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
88 Gaetano Sclocchi Pescina 88 Dottore a bastanza abile, ed a ba-
stanza onesto(reca sopra il suo nominativo
una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]91 Venanzio d’Amore Cerchio 91 Di poca abilità di genio torbido
ed intrigante, e di costumi men buoni (1)
[…]104 Francesco Sav.[eri]o Incarnati Gioja 104 Uomo leale bastantemente culto
di buona morale(reca sopra il suo nominativo
una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]106 Dom.[eni]co Carusi B[aro]ne Celano 106 Soggetto bastevolm.[ent]e illuminato, di buona
adeguatezza d’animo,e di un’ottima morale
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]108 Francesco Marini Tagliacozzo 108 Uomo fornito di cogniz.[ion]e, e d’ottimi costumi
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
109 Stanislao Tocci Cappadocia 109. Poco fornito di cogniz.[ion]e, uomo morale
[…]112 Gio.[van]Batt[ist]a Resta Tagliacozzo 112 Giovino Legato bastantem.[ent]e, e gode
una opinione pubblica anche ne’ costumi
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
113 Giuseppe Tuzj Scurcola 113 Mediocr.[ement]e abile, d’altronde pieno di ott.[ima]
[qua]lità morali (reca sopra il suo nominativo una
croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]Clemente d’Arcadia Pescina 116 Cons.[iglie]r distrettuale di qualche abilità, e di buo-
na moralità (reca sopra il suo nominativo una
croce n.d.r.)
[…]117 Giuseppe Melchiorri Id 117 Benchè non molto coltivato nella Scienza è
q.[uest]o soggetto di meno di un giudizio
aggiustato e capace, e di ottima morale.
118 Filippo Petroni Orton’a Marsi 118. Persona istruita nella legale bastantem.[ent]e in
buonissima morale (reca sopra il suo nominativo
una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]123 Vittorio Buontempi Scurcola 123 D.[otto]r di Legge molto abile, ed esercita La profes-
sione con decoro ed esempl.[are] Condotta(reca
sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]129 Giuseppe Barbati Celano 129 D.[otto]r di Legge di mediocre abilità, e di
buona morale( reca soprail suo nominativo
una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]133 Annibale Villa Balsorano 133 Di mediocre abilità, e di buon costume
(reca sopra il suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…]144 Gaetano Botticelli Collelongo 144 Giovinetto piuttosto inculto, non
iscostumato
[…]151 Vincenzo Floridi Collelongo 151 Di qualche abilità, e di costumi equivoci
[…]158 Giandomenico Marj Carsoli 158 Soggetto bastentem.[ent]e fornito di cogniz.[ion]i, e di
un’ottima morale
[…]164 Biagio Lusj Capistrello 164 di poca(è stato cancellato n.d.a.) q[u]alche abilità, di
buona morale (vi sono delle cancellature.Reca sopra il
suo nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
nominativo
165 Dom.[eni]co Ottaviani Luco 165 D.[otto]r di Legge basten[tement]e abile,al q[ua]nto
portato per la prontezza, di accorta morale
166 Domenicant.[oni]o Vetoli Scurcola 166 Uomo onesto applicato unicam.[ente] agli affari do-
mestici
167 Giandionisio Maccafani Pereto 167 Giovine di ottimi costumi e talento tutta-
via in cultura
168 Domenicant.[oni]o Lolli Avezzano 168 Mediocram.[ente] abile, e di ottimo costume, Control-
lore delle contribuz.[ion]i dirette( reca sopra il suo
nominativo una croce. Vedi sopra n.d.r.)
[…] Giuseppe Trojani Petrela di/Tagliacozzo (è stato cancellato n.d.r.)
[…]175 Nicodemo Placidi Luco 175. Istruito mediocrem.[ent]e, abile, e uomo dabbene
[…]177 Clemente Carosi Paterno 177 Galantuomo piuttosto ignorante, ma di buona
Morale
[…]181 Gio:[van]Fran.[ces]co Alessandri Collarmele (è stato cancellato n.d.r.)
Gio:[van]Crisostomo Incarnati Gioja 181 Avvocato molto dotto, sento di equivoci costumi
esse vecchio(è stato cancellato n.d.r.)recente estensore d’un Saggio
sopra un Codice Napoletano- Giacubino
182 Severino Mascitelli Gioja 182 Cons.[iglie]r Pro(è stato cancellato n.d.a.) distr.[ettuale] di mediocre
coltura e di sana moral condotta(reca sopra il suo nominativo una
croce. Vedi sopra n.d.r.) “.
Note
1) Sicuramente tra l”estensore di queste note, l’intendente della provinbcia dell’Aquila, Simone Colonna de Leca e don Venanzio d’Amore Fracassi i il Vecchio non doveva correre buon sangue in quanto il sunnomninato intendente ha sicuramente e volontariamente omesso lo satatus onorifico-sociale del sopracitato don Venanzio infatti, questi era “dottore in utroque jure”, cioè dottore delle due leggi: quella canonica e quella civile. Tale giudizio, nel corso degli anni, con l’avvicendarsi degli intendenti, subì un diverso e più accondiscendente giudizio infatti, il 14 agosto 1821, fu nominato da Sua Maestà Ferdinando II°, re delle Due Siclie, alla carica di “Consigliere Distrettuale” del Distretto di Avezzano. Anche i due volte cugini Filippo (1765-1837) e Vincenzo d’Amore (1767-1835) di Cerchio furono eletti alla carica di Consiglieri del Distretto di Avezzano così pure, alla stessa carica fui eletto il cugino acquisito del Nostro e nonchè cognato dei sopracitati fratelli Filippo e Vincenzo d’Amore, “dottor fisico” Baldassarre Maccallini (1775-1843) di Aielli. Questi si incuneano nella speciale carrallata aperta dal loro zio Geremia d’Amore (1742-1797) “dottore in utroque jure” che, nel triennio 1779-1781, fu eletto per volontà del re di Napoli, Ferdinando IV, luogotenente della regia Doganella di Pescina. Geremia d’Amore ebbe l’ardire di traportare nel proprio paese natìo di Cerchio, destando notevole scalpore nella sub regione marsicana, tale nobile isituzione (con apposita deliberazione del comune di Cerchio del 1994 è stato intitolato al Nostro, ad imperitura memoria, “Largo Geremia d’Amore (1742-1797)”. Amiconi F.: ” Il settecento cerchiese”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 68, Anno IX, 2006. Boccini F.: ” Un tribunale Marsicano nel ‘700″, BDASP, Annata LXXVII (1987), Edigrafital di Sant’Atto Teramo, 1989. Amiconi F.:” Geremia d’Amore “, Marsica Domani, n. 5/92, 31.3.1992; Amiconi F.:” Geremjia d’Amore Giudice della regia Doganelle del Dipartinento0 di Pescina “, II^ parte, Marsica Domani, n. 10/92, 15.6.1992; Amiconi F.:” Geremia d’Amore Giudice della Regia Doganella del Dipartimento di Pescina”, III parte, Marsica Domani, n. 11/92, 15.7.1992. Amiconbi F.:” Storia della Confraternita di S. Maria di Piediponte in Cerchio “, BDASP, Annata LXXXIII (1993). Amiconi F.: ” Storia della Madonna delle Grazie in Cerchio (AQ) Documenti” s.c.e. (ma De Cristofaro Editore Roma) 1995. E’ in corso di preparazione da parte dello scrivente un volume interamente dedicato al sunnominato Geremia d’Amore. Amiconi F.:” Parasitt Il brigante che morì due volte”, Edizioni Kirke, Cerchio, 2015. Amiconi F.:” Storia della Madonna delle Grazie Attraverso documenti editi ed inediti”, Edizioni Kirke, Cerchio-Avezzano, 2018. Amiconi F.(a cura): ” La repressione del Brigantaggio op.cit.”. Amiconi F.(a cura): ” La guerra de’Paesani op.cit.”.
“ Circondari Comuni Nomi Cognomi Rendita Osservzioni
ove risiedono
[…]Magliano Rovere Masciarelli Gregorio 4000 residente in Magliano
Celano M.[arche]se Tomassetti Vincenzo 4000 Piuttosto ignorante
2500
[…] Celano Tabassi Cristoforo 4000 (è stato cancellato n.d.r.) Buono
2000
[…] Massa Inferiore Blasetti Giuseppe 2000 Mediocre Locato
Avezzano Iatosti Filippo morto 3000
2500
Id.[em] Iatosti Gio:[van]Battista 2000 Mediocre
1100
Id. Mattei Aurelio 4000
Id. Minicucci Vincenzo 3000 vecchio
2000
Magliano Masciarelli Gregorio 3000
4000 locato
Massa Inferiore Pace Giuseppe 2500 Ignorante
[…] Celano Barbati Giuseppe 1900 D.[otto]r
# 800
[…] Tagliacozzo Mancini Vincenzo fondiaria 200 D.[otto]r
1500
Id. Mastroddi Alessandro fond. 200 D.[otto]r
2500
Id. Resta Gio:[van]Ba[tti]sta fond. 200 Mediocre
2000
Corcumello Vetuli Giuseppe fond. 280 Mediocre
4000
D’amo(è cancellato n.d.a.) Scurcola d’Amore Filippo 1000 Mediocre
Id. Buontempi Vittorio 1000 D.[otto]r Mediocre
600
Capistrello Lusj Biagio 800 Mediocre
Magliano Mena Gio:[van]B[atti]sta 1000 Mediocre
Avezzano Orlandi Maurizio 800 Negoziante Mediocre
Luco Ottaviani Domenico 1600 D.[otto]r
1800
[…] Luco Placidi Nicodemo 1500 D.[otto]r
Scurcola Tuzj Gia:[n]B[atti]sta 1000
Scurcola Vetuli Domenicant.[oni]o 800 Ignorante
[…] Civita d’Antino Ferrante Francesco 1000 Mediocre
3000
Pescina Arcadia Clemente 900 D.[otto]r
Id. Melchiorri Gius.[eppe] 1000 Buono
Id. Cambise Camillo 800 D.[otto]r
400
Orton’a marsi Magy Giulio 1000 Colto
1500
[…] Cerchio Amore(sic) Venanzio 500 Mediocre
1000
Carsoli Colabianchi Nunzio viven.[t]e 600 Locato Mediocre Gal.[atuomo]
Rovere Milanetti Gregorio 500 Locato Ign.[orante]
[…] Forme Bernardi Francesco 700
Avezzano Lolli Domenicantonio 500 Mediocre
Scurcola Ottaviani Fabio 500 Mediocre
Magliano Petricca Antonio 500 Med.[iocre]
400
Scurcola Pompei Antonio 500 Mediocre
Id: Simeoni alias Antonio 500 (cancellatura n.d.r.)Stimato
Mostin
[…] Canistro Ricci Michelangelo 500
Vecchiarelli 500
Orton’amarsi Petroni Saverio 760
Celano Corsignani Michelangelo 1400 (è stato corretto n.d.r.) Med.
Paterno Carosi Clementino 500 D.[otto]r
Rovere Milanetti Felice 400 Legale
[…] Oricola De Vecchis Teodosio 400 Mediocre
Id. Ferrari Giuseppe 360 Med.[iocre]
Pereto Maccafani Giandioniso 350 Galantuomo
500
Carsoli Marj Gio:[van]Benedetto 400
poco attento
Oricola Mariani Giacomo 400 Med.[iocre]
Poggio Cinolfo Segna Carlantonio 400 Galantuomo
600
Tagliacozzo Mancini Francesco fond.[iaria] 100 division G[ene]rale Vinc.[enz]o
Id. Novelli Giovanni fond. 106
600
Cese Tomei Filippo Rendita 400 D.[otto]re
[…] Collearmele Alessandri Gio:[van]Francesco 400 Galant[uomo]
Bisegna Giulio Domenico 400 Cont.
Cocullo Squarcia Gio:[van] Battista 400
[…] Ajelli Macerola Francesco 350 Ign.[orante]
[…] Poggio Cinolfo Segna Aurelio 300
Sante Marie Colelli Gianfelice 40 d’imposizione
400
Tagliacozzo Iacomini Alessandro D.[ocat]j 50 d’imposizione
1000
Cappadocia Tocci Stanislao D[ocat]j 70 d’imposizione Ig.[norante]
1000
Id. Tocci Giovanni D[ocat]j 70 d’imposizione Fondi.[aria]
1000
[…] Balsorano Villa Annibale D[ocat]j 66.36 d’imposiz.[ion]e Legale
500
[…] Collelongo Botticelli Gius.[eppe] 800
Id. Fondi Vinc. 800 Suff.[iciente]
Cappelle Cardone (sic)
[…] Celano Carusi dom.[eni]co 800(è stato cancellato n.d.r.) 1000 Med.
Opi Resta (sic) 500
Gioja Giorgio Mascitelli Leopold.[o] 800 D.[otto]re[…]”
“ Notamento de’ migliori Possidenti, Commercianti, e Negozianti del Distretto di Civita Ducale colle prescritte indicazioni di possidenze, domicilio, per la proposta de’ Candidati de’ Collegj Elettorali
Circondario di CittàDucale Abituale Possidenti Possidenza Osservazioni
Nomi, e Cognomi domicilio o Negozianti approssimativa
[…]Circondario di Carsoli
Sig.[no]re Barone Luigi Tufo………………………………………………… Casa molto Ricca; Consigliere Distrettuale
Coletti
S.[ignror]e Gio:[van]Maria Segna Poggio Cinolfo…………………………………Casa molto Ricca, e facoltosa
Cicond.[ari]o di Tagliacozzo
Sig.[no]re Domenjcant.[oni]o Tagliacozzo………………..Cinquanta mila Si crede anche la di costui Famiglia
Mastroddi Ducati la più denarosa. L’annotato Sig.re/
Domenicant.[oni]o è dell’età di 87anni.
Il di lui figlio Sig.re Alessandro, ol-/tre
l’esserne Donatario Universale, è anche Egli
Proprietario di par-/ticolar peculio; ed è membro, e Seg:[retario del Consiglio Prov.[incia]le
ed è Giudicedi Pace/ del Circondario.
Sig.[no]re Girolamo Man-/cini Idem…………………………Cinquanta mila L’annotato Sig.[no]re Girolamo,
ducati con altri Suoi quattro Fratelli,
oltre la possi/denza, è anche Famiglia
denarosa. Il di loro Zio Vincenzo è
Capita/no interino della Compagnia de’ Legionarj.
Sig.[no]re Gio:[van]Battsita Idem ………………………………Quaranta mila du-
Resta cati
Sig.[no]re Francesco Novelli Idem …………………………………Trentacinqua mila Lo stesso Sig.[no]re Novelli
ducati con altri due Fratelli è
ugualmente denaroso.
Sig.[no]re Giovanni Vetoli Corcumello………………………Ottanta Mila ducati Detto Sig.[no]re Gio:[vanni] e
Fratello Sig.[no]re Giuseppe
sono de’ più denarosi.
Sig.[no]re Giovanni Tocci Cappadocia…………………………..trenta mila ducati
Sug.[no]re Niccola Scudieri Tagliacozzo Negoziante Venti mila ducati
Sig.[no]re Giuseppe Trojani Petrella Idem quindicimila ducati E’ anche denaroso, e
Possidente
Circondario di Abituale domicilio Possidenti, o Possidenza Osservazioni
Avezzano Negozianti
S.[ignor]e Cav.[alie]r Aurelio Avezzano………………….ottanta mila ducati Uomo di talento, di cognizioni, ed
Mattei onesto; Presidente del Consiglio
Prov.[incia]le
Sig.[no]re Domenico Iatosti Idem………………………….sessanta mila ducati Uomo di talento, e delle ricche
famiglie del Luogo.
Sig.[no]re Vicenzo Minicucci Idem …………………………quaranta mila ducati Uomo anche delle ricche
famiglie del Luogo.
Sig.[no]re Vincenzo Orlandi Idem……………………………..Venti mila ducati
Sig.[no]re Vincenzo Rampa Idem…………………………Quindici mila ducati
Sig.[no]re Giusep.[p]e di Clemente Idem………………….Venti mila ducati
Sig.[no]re Domenicantonio
di Clemente Idem…………………………dodici mila ducati
Sig.[no]re Giuseppe Pace Massa………………………….ottanta mila ducati Uno de’ migliori Possidenti del
Luogo
Sig.[no]re Giuseppe Blasetti Idem………………………… Quaranta mila ducati
Sig.[np]re Gregorio Masciarelli Magliano…………………Ottanta mila ducati Uno, anzi il Principale Possidente
del Luogo.
Sig.[no]e Filippo d’Amore Scurcola………………………trenta mila ducati Il Miglior Possidente del Luogo
Tutti gl’Individui descritti nella
presente Mappa Sono Persone di
co/nosciuta probità, e per la maggior
parte di talento, e cognizioni, ed at/
taccate al Governo./Città Ducale
14 Luglio 1809./Il Sotto-Intendente/
del Distretto/
Francesco Concrininj
Si aggiunge anche il Sig.[no]re Vincenzo
Mozzetti di Mareri del/Circondario di
Mercato, Uomo Ricco, e di Conosciuta
probità, e ta/lento.
Concrininj ”
“ 100 Stato
Delle cento persone prese fra le duecento, che pagano la più forte impo/sizione nella Provincia dell’Aquila in proporzione della possidenza,/e nelle quali si uniscono più mezzi, o conoscenze proprie a farle im/piegare attualmente nel servizio de’ pubblici affari
Nomi, e Cognomi Patria Classe Qualità personali
di/contribuz-/ione
(al margine sinsitro è scritto verticalmente “Numero” n.d.r.)
[…]6. D.[o]n Gregorio Masciarelli.. Magliano Prima Abile, economico
7. Cav.[alie]re d.[o]n Aurelio Mattei Avezzano Prima Attivo, abile, benefico, onesto
8. D.[o]n Filippo Iatosti d.[ett]o Prima attivo, onesto, economico
9. D.[o]n Giovanni Vetoli Corcumello Prima abile, onesto, economico
10. D.[on] Giuseppe Coletti Tufo Prima Onesto, abile, attivo, economico
11.D.[on]Cristoforo Tabassi masciarelli Celano Prima Economico, attivo
[…]28. D.[o]n Giuseppe Blasetti Massa Seconda attivo, onesto, economico
29. D.[o]n Giambattista Resta Tagliacozzo Seconda Abile, onesto, economico
30. D.[o]n Alessandro Mastroddi d.[ett]o Seconda Abile, attivo, economico
31. D.[o]n Stanislao Tocci Cappadocia Seconda Onesto, abile, attivo, economico
32. D.[o]n Annibale Villa Balzorano Seconda Abile, onesto, economico, attivo
[…]56. D.[o]n Giambenedetto Marj Carsoli Terza Onesto, attivo
57. D.[o]n Giambattista Mena Magliano Terza Abile, onesto, attivo
58. D.[o]n Antonio Simeone Scurcola Terza Abile, onesto
59. D.[o]n Antonio Bontempi d.[ett]o Terza Abile, onesto
60. D.[o]n Francesco Ercole Luco Terza Abile, onesto, economico
61. D[o]n Nicodemo Placidi d.[ett]o Terza abile, onesto, attivo, economico
62. D.[o]n Giacomo Mariani Oricola Terza attivo, economico
63. D.[o]n Gaetano Sclocchi Pescina Terza Abile, onesto economico
64. D.[o]n Vincenzo Villa Civitella Roveto Terza Onesto, economico
[…]86. D.[o]n Saverio Petronj Orton’a Marsi Terza Abile, onesto, attivo, economico
87. D.[o]n Giulio Maggi d.[ett]o Terza Abile, onesto, attivo, econmico
[…]100. D.[o]n Francesco Saverio Incarnati Gioja Terza abile, onesto, attivo, economico
101.D.[o]n Domenicant.[oni]o Lolli d.[ett]o Terza abile, onesto, attivo
di Avezzano “
ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA
Affaro Serizi Generali
Cat. 19, Anni 1812-1816, 4585
“ Avezzano 24 7[settem]bre 1813
Cristofaro Tabassi f.[acente] f.[unzioni] da Presidente del
Consiglio Distrettuale di Avezzano.
Al Sig.[no]r Intendente della Provincia
di Aquila
Signor Intendente Essendosi questo Consiglio con piacere uniformato al progetto del Donativo di docati trentacinque mila da umiliarsi a S.[ua] M.[aestà] nelle presenti circostanze di Guerra, io vi ri metto il Verbale di accettazione da esso formatoIo spero che S.[ua] M.[aestà] voglia gradire quest’attestato di attaccamento, e divozione con quella bontà, che caratterizza il Suo magnanimo cuore, e li Sentimenti di fedeltà di questi Popoli
Sono intanto con la Solita Stima, e Rispetto nell’onore di Salutarvi Cristoforo Tabassi “
“ Provincia di Regno di Napoli Distretto di
Aquila Avezzano
Oggi li ventiquattro settembre 1813, alle ventitre Ore d’Italia in Avezzano, e nella Sala destinata al Consiglio Distre[ttual]e Riuniti li Sig.[no]ri Cristofaro Tabassi f.[acente] f.[unzioni] di Presidente, Maurizio Orlandi Segretario, Francesco Mancini, Giuseppe Coletti, Vincenzo d’Amore, Giuseppe Vetuli, Giambattista Masciarelli, Annibale Viola, Giovanni de Caris, Consiglieri: Il Sig.[no]r Presidente avendo fatto dar lettura ad un Processo verbale del Consiglio Generale della Provincia de 15 Sett.[embr]e 1813, co cui si delibera d’offrire in nome della Provincia stessa, un Donativo alla Maestà del nostro Augusto Sovrano Gioacchino Napoleone, nella somma di ducati 35,000- D[ucat]i 154,00, p[er] gli attuali bisogni della guerra, dal di cui flagello siamo lontani, mediante le provvide paterne cure della M.[aestà] S.[ua], ha proposto il Sig.[no]r Presidente, che prima di sciogliersi questo Consiglio Distrettuale, sarebbe conveniente, che unendosi li nostri voti a quali del prelodato Consiglio Generale, deliberarne p[er] la nosta parte. Quindi a pienni voti, animati tutti dallo spirito di riconoscenza verso il n[ost]ro provido Padre, e Sovrano, che fa tenerci immuni dai dissaggi della presente desolata Guerra, interpreti del Sentimento di tutte la Popolazioni di questo Distretto, benche eccessiva//gravato col carico assegnatogli dal Consiglio Provinciale p[er] l’anno 1814, sulla fondiaria, ànno deliberato uniformarsi a quanti dal med.[esim]o Consiglio si è disposto Sopra tale oggetto, Sequendo il metodo, di farsene indirizzo al Sig.[no]r Intendente della Provincia, acciò faccia conoscere a S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro dell’Interno li Sentimenti, che anima queste Popolazioni, pregandolo a farl’accettare da Sua Maestà. L’ora essendo avanzata il Presidente dichiara di voler terminare la Sessione, e sciogliere il Consiglio. Il Segretario legge il Processo-Verbale della deliberazione presa, che trovatosi uniforme, è stato sanzionato, e firmato dal Presidente, e dal Segretario. Quindi il Consiglio si è disciolto alle ore ventiquattro Italiane. Cristofaro Tabassi M.[aurizio] Orlandi Seg.[retar]io”
“ Avezzano li 25 Settem:[br]e 1813
N° 542
Il Sottintendente del Distretto
Al Sig:[no]r Cav:[alier]e Colonna di Leca Intendente della Prov:[inci]a
Ill[ustrissi]mo Signore
Il Consiglio del Distretto riunito il 22 del cor:[ren]te ha terminato jeri le sue funzioni, e si è sciolto. Egli ha accolto con entusiasmo, e sanzionati col suo voto l’Offerta proposta dal Cosiglio Provinciale al Nostro Augusto Sovrano per dargli nelle attuali difficili circostanze una riprova del suo indelebile attaccamento, amore, fedeltà, sommissione, riconoscenza, e gratitudine, per le indefesse cure Paterne, che Egli si compiace di prendere per il bene di questa Provincia inmerio a nuovi Allori, che stà cogliendo contro i nemici dello Stato. Il Presidente del Consiglio si è incaricato di fargli passare il Verbale di adesione unitamente alle altre carte compilate nel corso delle Sessioni del medesimo. Intanto io ho l’onore di accludergli una copia conforme del Verbale di apertura, e quello di ripetermi col solito rispetto. Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma Dev[otissi]mo Ser[vito]re f. Casamari ”.
APPENDICE
” COLLEZIONE DEGLI EDITTI, DETERMINAZIONI, DECRETI, E LEGGI DI S.[UA] M.[AESTA’]
Da’ 15 Febbrajo a’ 31 Dicembre 1806
SECONDA EDIZIONE – IN NAPOLI NELLA FONDERIA REALE, E STAMPERIA DEL MINISTERO DELLA SEGRETERIA DI STATO 1813
“[…] (451) (N° 272) Legge, che determoina i distretti del regno.
Degli 8 dicembre.
GIUSEPPE NAPOLEONE PER LA GRAZIA DI DIO RE DI NAPOLI E DI SICILIA, PRINCIPE FRANCESE, GRAND’ELETTOR4E DELL’IMPERO.
Udito il nostro Consiglio di Stato;
Abbiamo ORDINATO e Ordiniamo quanto siegue:
TITOLO UNICO
Divisione dei distretti del regno, e dei governi compresi in ciascuno di essi
ARTICOLO I
[…](454)
PROVINCIA DELL’AQUILA
Governi compresi nel distretto dell’Aquila.
AQUILA
INTENDENZA.
Aquila-Bagno-Barisciano-Paganica-Celano-San Demetrio-Pizzoli-
Capestrano-Acciano-Gioja-Tornimparte.
SECONDO DISTRETTO DI CIVITA DUCALE
SOTTINTENDENZA
Civita Ducale-Monte Reale-Introdoco-Leonessa-Amatrice-Avezzano
Carsoli-Tagliacozzo-mercato-Pescorocchiano
TERZO DISTRETTO DI SULMONA
Governi compresi in questo distretto.
SULMONA
SOTTINTENDENZA
Sulmona-Pesinca-Introdacqua-Pratola-Popoli-Castel di Sangro
Civita Rovdeto (sic)-Peschiocostanzo[…]”.
“BULLETTINO DELLOE LEGGI
DEL
REGNO DI NAPOLI
Anno 1811.
Da gennajo a tutto giugno
SECONDA EDIZIONE
IN NAPOLI
NELLA FONDERIA REALE
E STAMPERIA DELLA SEGRETERIA DI STATO
1813.
“[…] (193)
BULLETTINO DELLE LEGGI
Anno 1811.
N° 104
(N. 922) DECRETO per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del regno di Napoli.
Parigi, 4 maggio.
GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICILIE.
Visto il rapporto del nostro Ministro dell’interno;
Abbiamo DECRETATO e DECRETIAMO quanto siegue:
ART.[icolo] 1. La circoscrizione delle quattordici provincie del nostro regno di Napoli, e quella de’ distretti e de’ circvondarj che compongono ciascuna provincia, è regolata nel modo indicato nel quadro annesso al presente decreto.l Le capitali ed i capoluoghi sono quelli fissati nel quadro medesimo.
2. Questa nuova circoscrizione sarà eseguita dal primo di luglio prossimo per tutte le amministrazioni, eccetto soltanto la finanziera, la quale la eseguirà dal dì primo di gennajo 1812.
(1994)
3. I nostri Ministri sono incaricati dell’esecuzione del presente decreto.
Firmato, GIOACCHINO NAPOLEONE.
Da parte del Re.
Il Ministro Segretario di Stato.
Firmato, PIGNATELLI.
N.B. Per l’intelligenza del seguente quadro si avverta che le linee di riunione a sinistra di chi legge rinchiudono tutti i Comuni che formano i rispettivi circondarj: e quelle a destra abbracciano i paesi riuniti sotto la stessa amministrazione comunale. Il primo fra questi paesi è il Comune principale dove risiede l’amministrazione, la quale porta il nome del medesimo.
[…] (208)
PROVINCIA DEL II° ABRUZZO ULTERIORE
CAPITALE. AQUILA.
[…] (212)
Distretti Circondarj Comuni
[…] AVEZZANO Avezzano
Capistrello
Cese
Massa Inferiore
Massa Superiore
AVEZZANO Antrosano
Albe
Castelnuovo
S. Pelino
Forme
Luco
Trasacco
Scurcola
Cappelle
Gioja
Ortucchio
Pescasseroli
GIOJA Opi
Lecce
Collelongo
Villa Vallelonga
Celano
Paterno
Ajelli
CELANO Ovindoli
S. Potito
S. Jona
(213)
Distretti Circondarj Comuni
Carsoli
Pietrasecca
Tufo
CARSOLI Colli
Pereto
Oricola
Rocca di Botte
Tagliacozzo
Roccasecca
Tremonti
Poggiofilippo
S. Donato
Corcumello
SS.[ante] Marie
TAGLIACOZZO Marano
Castelvecchio
Scanzano
Cappadocia
Petrella
Verrecchia
Castell’a fiume
Pagliara
Pescina
Colle armele
Cerchio (1)
Cocullo
PESCINA Ortona a Marsi
Aschi
Bisegna
S. Sebastiano
Civitella roveto
Canistro
Pescocanale
Meta
Balsorano
CIVITELLA ROVETO Roccavivi
Rendinara
Civitandino
Morrea
S. Vincenzo
Castronuovo
Morina[…]”
NOTE
1) Il Comune di Cerchio, in seguito alla nota legge sull’abolizione dei feudi emanata da Giuseppe Napoleone re di Napoli il 2 agosto 1806, fu riunito con i comuni di Aielli e Paterno, con il comune dei Celano in quanto la popolazione di Cerchio era inferiore al limite imposto dalla legge per essere ente autonomo e cioè 1000 abitanti. Così come per gli stessi motivi il comune di Collarmele era riunito con il comune centrale di Pescina. Non volendo però i citati comuni sottostare nè al comune centrasle di Celano nè al comune centrale di Pescina si misero all’opera affinchè entrambi i comuni di Cerchio e Collarmele ne potessero formare uno nuovo ed, infatti, l’Eletto di Cerchio, il 16 maggio 1810 inviava la seguente missiva all’intendente dell’Aquila : ” Cerchio lì 16 Maggio 1810 – 4a divisione – L’Eletto del suddetto comune A S[ua] E.[ccellenza] Sig.[no]r Intendente della provincia di Aquila SIGNOR INTENDENTE In data de 14 stante mi pervenne un suo pregiatissimo foglio con cui è d’avvviso, che il Comune di Colle Armele, amando dissunirsi col Comune di Pescina, ha domandato volersi unire con questo Comune, il quale resterebbe centrale formando un sol Comune; per cui V.[ostra] E.[ccellenza] mi ha incaricato dirle per mezzo dell’espresso se convenga alle circostanze di questo Comune tale riunione. In adempimento de sudetti venerati comandi ho l’onore di far presente a V.[ostra] E.[ccellenza], che questa Popolazione mal contenta di essere riunita con Celano per varj oggetti considerevoli, che danno continue inquietezze, è già ricorsa al real trono domandando la dissunione con Celano; per cui la medesima in sentiore la condiscendenza di V.[ostra] E.[ccellenza] non fa altro, che ringraziarla, e rimane anelando di sentirsi dissunita dalla suddetta centrale di Celano; convenendogli benissimo di accettare, che la comune di Colle Armele venchi riunita con questa di Cerchio per essere territorio promisquo (?); e perche anche negli antichi tempi, cone ravvisasi da varj monumenti antichi fù la Comune di Colle Armele, ed Ajelli riunita (?) con Cerchio. In discarico di mio dovere posto tutto all’intelligenza di V.[ostra] E.[ccellenza], e con ogni rispetto e venerazione prendo da ciò l’occasione di Salutarla. VINCENZO CAROSONE ELETTO […]” in ” Vertenza Cerchio-Collarmele Parere Gennaro Manna “, Aquila, Tip. Sociale di A. Eliseo, 1894.) E quindi nel 1811 con il citato reale dispaccio del 4 maggio, il comune di Cerchio fu riunito con il comune di Collarmele ed, infine, il 1 Maggio 1816, con la legge n. 300, emanta da Portici, i su citati comuni, avendo entrambi superato il limite dei 1000 abitanti di popolazione, in un apposito elenco vengono riportati come comuni autonomi. Amiconi F.:” Storia di cerchio dal 1798 al 1851″, stampa MCM, Carsoli, 2006.