Polvere d’archivio – Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli – insorgente – ( 1760 ? – 1807 )

giovinotto ovindoli

Tra i tanti personaggi della nostra subregione marsicana riguardante il periodo dell’invasione delle truppe francesi nel Regno di Napoli alla fine del ‘700 inizio ‘800 ( primo periodo 1798-1799 e secondo periodo 1806-1815) relegati in oblìo, da un Fato avverso, senz’altro merita attenzione Felice Ruggero (o Ruggieri o Ruggiero) alias Giovinotto ( o Giovinotti) di Ovindoli.

     Le notizie biografiche del Nostro, fino a qualche tempo fa, erano poche e frammentarie: non sapevamo quando era nato né la data della sua morte né  conoscevamo la consistenza del suo nucleo familiare né, infine, il nome esatto della moglie e dei suoi familiari. 

    Il ricercatore-scrittore Pasquale Casale nel suo ottimo lavoro : “ I Fatigatori di campagna e ghigliottina – storie di briganti nel Sirente (1798-1810)” (1) dedica al nostro Felice Ruggero ben tre capitoli : “ Il brigante “Giovinotti” di Ovindoli(2),” Giovinotti il grande ricercato”(3) e “La fine della banda di Giovinotti”(4) dove cerca di tratteggiare a grandi linee la sua forte e virulenta personalità. Altri autori (5) invece, in modo sporadico, descrivono en passant qualche episodio del Nostro . Troppo poco per un personaggio noto come “Capomassa”, “Capobricante”, “ Celebre e feroce Capo Brigante”. 

    Attraverso le summenzionate  laconiche notizie  si percepiva l’importanza che ebbe  Giovinotto d’Ovindoli in quel travagliato e tragico periodo.

    Anni fa anch’io riportai nel mio lavoro: “  Cerchio dal 1798 al 1867 “ (6) un importante documento, tratto dall’Archivio di Stato dell’Aquila ( vedi in appendice), dove si apprendeva che 35 briganti, compreso il Nostro, si erano riconsegnati nelle mani del Governatore di Celano Luigi dei Marchesi Tomassetti “per godere della Real Munificenza “ loro accordata a patto che spontaneamente si fossero presentati ai tutori della legge:

“ Celano 20 Ottobre 1806 il Gov.[ernato]re Caporip.[ar]to di Celano Al Sig[no]r Intendente Gen[era]le d[el]la Prov.[inci]a di Aquila Sig.[no]r Intendente = Sono a parteciparle, che sino alla giornata di oggi si sono da Me Ripresentati 35 Briganti per godere della Real Munificenza, e frà questi vi è il celebre Felice Ruggieri, alias Giovinotto di Ovindoli, che si presentò jeri circa le ore 22 (7): Nell’istesso punto ne diedi avviso al Sig[no]r Gen[era]le in Avezzano, dove attualm[en]te trovasi. Sento. che siasi Ripresentato anche il famoso Nicola Panecasio, alias Caporale di Cerchio al Comand.[an]te Francese, che trovasi in Ajelli. Padre Domizio dopo una trattativa di più giorni, che hà avuta con il Sig[no]r Gen[era]le in ord.[in]e al presentarsi. Mi si dice, che jeri, giornata fissata per la sua presentaz.[ion]e in Ajelli, fece sentire, che non volea più presentarsi, adducendo vari pretesti, che non era da fidarsi della parola Francese. Io credo con fondam.[en]to, che tutto sarà per prender tempo per sentirsela con suo Generale Piccioli. Ho l’onore di essere con tutta stima, e considerazione Tomassetti Governatore “ (ASA, Intendenza I, Cat. 27, fasc. 8).

    Come chiaramente si evince bisognava fare una ricerca meticolosa presso il citato archivio ma, per la tirannia del tempo ed altri interessi, avevo sempre procrastinato la cosa.

    Solo qualche anno fa riprendendo più da vicino il discorso della storia della nostra contrada marsicana nei secoli XVIII e XIX ho focalizzato l’interesse a tutto ciò che, nei dovuti limiti naturalmente, ruotava intono ai sopraccennati periodi storici. 

     Ho pubblicato, infatti, per i tipi della benemerita nuova casa editrice Kirke di Cerchio i seguenti miei lavori: “ Serafino de’ Giorgio e la spedizione marsicana nell’agro romano del 1867 “  nel 2012,  “ La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina”, nel 2015: ” Parasitt il brigante che morì due volte”; nel 2019: “La repressione del brigantaggio nell’Abruzzo Ulteriore II nel <<rapporto storico>> del capitano francese Alò (1806-1812) ed infine, nel 2021 :” La guerra de’ Paesani co’ Francessi “.  Quindi giocoforza ho ripreso le ricerche  legate ai singolari personaggi quali senz’altro furono Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli e Padre Domizio Iacobucci di Aielli.

    In questo lavoro cercheremo, per quanto ci è possibile, tratteggiare la figura di Felice Ruggero ed in seguito cercheremo di mettere a fuoco anche la figura di Padre Domizio che io in parte, ho, in precedenti lavori, descritto (8).

    All’inizio del 2013 su segnalazione dell’amico ricercatore-editore nonchè storico-antropologo-archivista Antonio Maria Socciarelli sono venuto alla conoscenza dell’informatizzazione dei documenti  relativi allo “stato Civile” della nostra provincia.(9)  

    Nel mese di Febbraio 2013 indirizzando la mia attenzione su una ricerca mirata mi sono messo all’opera convinto e fiducioso che, per quanto riguarda Felice Ruggero, qualche membro della sua famiglia si fosse unito in matrimonio intorno al primo o secondo decennio  del secolo XIX. La ricerca ha dato subito buoni frutti infatti, cliccando su “ Matrimoni, processetti” del comune di Ovindoli relativi agli anni 1813-1814, ho trovato i documenti inerenti il matrimonio di Leonardo Angelosanto con Regina Ruggiero figlia del Nostro Felice e in questo carteggio ho rinvenuto il certificato relativo al Nostro:

“ Certifico io So[ttoscri]tto Arciprete curato, come avendo/perquisito il libro de Morti, che presso di me si con=/serva, e frà l’altre particole hò trovato al fol.[io] 20./A 9 ottobre 1807 Felice Ruggeri del comune di Ovin=/doli fu portato al patibolo nella Città dell’Aquila,/ed ivi tagliata la testa fù ricondotta nella med.[esim]a T[er]ra/d’Ovindoli, e posta nella pubblica piazza, dove/al p[rese]nte esiste: La Sua Età era di anni 47:/Onde in onor del vero hò fatto il presente Cer=/tificato di mio proprio Carattere, de verbo ad/verbum nel proprio originale libro in fede./Simplicio Panetta Arciprete curato attest.o come S.[opr]a (Presentata il di diciassette del Mese di Luglio dell’anno/1813=-/P.[aolo] Colabianchi “

     Immediatamente ho contattato il parroco di Ovindoli Don Cornelio, che qui pubblicamente ringrazio per la cortesia usatami, ed il giorno 10 aprile 2013, mi sono recato ad Ovindoli nell’abitazione del parroco per vedere se presso l’archivio Parrocchiale di Ovindoli esisteva ancora il “Liber Mortuorum” e quindi di conseguenza anche la trascrizione dell’atto di morte del Nostro Felice Ruggero.

     La ricerca per quanto riguarda il “ Liber Mortuorum” (10) è stata fruttuosa: esistva ancora presso l’abitazione di don Cornelio il nostro “Liber” ( ora l’intero archivio parrocchiale di ovindoli è collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano)  e quindi ho potuto fotografare e fotocopiare l’atto in questione che qui integralmente, data la sua innegabile importanza, si riporta:

“[…]A 9 ottobre 1807 fù afforcato Il capo bricante Felice Ruggero dalla Truppra Fran-/cese nella Città dell’Aquila, e la Sua Testa fu ricondotta qui in Ovin-/doli, e posta nella publica piazza. Età sua di anni – 47 in circa/Nel Sud.[ett]o 9 di d.[ett]o mese ott[o]bre 1807 fù anche portato al patibolo il Suo Nip.[ot]e/Nicola Vincenzo figlio di Geronimo Rosato e Palma Tatarelli età sua di/anni dieciotto, ed anche la Sua testa fu ricondotta nel Paese, e posta in/publica piazza[…]”

e scoprire anche, come abbiamo sopra riportato, la morte, nello stesso giorno e con le stesse modalità, di suo nipote Nicola Vincenzo Rosato, diciottenne.(11)

Per completezza comunichiamo che sempre nel medesimo giorno fu impiccato insieme ai sopramenzionati anche il capobrigante Andrea Damiani di Navelli :

“[…] Andrea Damiani  Navelli Capobrigante nel 1806. Sotto gli ordini di Piccioli/fuggito nell’attacco dei tre di 8[otto]bre 1807 Arestato/la notte Seguente dalla Gend.[armeri]a Con l’altro Capo/brigante Giovinotti: fu impiccato con esso in Aquila[…]” (vedi nota 16). 

    Questi furono giustiziati alle due di pomeriggio: “[…]Aquila le 8 8[ortto]bre 1807/A Monsieur le duc d’Alanno Intendant de la Province, Monsieur Le Duc, M[onsieu]r Le Generale Huard, me charge de vous prevenir que L’Execution de Giovinotto et de suis Complicu, avra lieu aujourd’hui à Deux heures de l’apres midi. J’ai l’honneur de vous salue avec le plus parfait consideration[…] (vedi appendice).

     Per quanto riguarda invece lo “status animarum”, compilato il 19 Maggio 1765 ,(12) siamo stati sfortunati perchè nel citato “liber” non risulta esser alcun “fuoco” relativo al Nostro in quanto, purtroppo, risultano mancanti, perché tagliati, se è esatta la mia supposizione, ben 50 fogli: sicuramente tra questi fogli vi doveva essere anche quello relativo alla famiglia di Felice Ruggero.       Veramente un grande peccato perché al momento è impossibile sapere esattamente come era formato tale nucleo familiare (aveva almeno più di un figlio come chiaramente si evince nel documento riportato in appendice dove vengono citati, en passant, i figli: “[…]Si potrebbe ancora mettere in ostaggio La moglie, ed i figli, da quali deve ritrarre de’ soccorsi[…]” ) e di conseguenza, purtroppo, non sappiamo  la data esatta di nascita del Nostro. 

    Non sappiamo neanche se tali fogli sono stati tagliati per gioco da qualche ragazzo che aveva libero accesso a tale visione o per motivi che a noi sfuggono né, tantomeno, sappiamo l’epoca in cui è avvenuta tale deplorevole operazione.

   Nell’archivio parrocchiale di Ovindoli non esistono, così ci confermava  don Cornelio, altri Stati delle Anime utili al nostro discorso né esiste il “Liber Matrimoniorum” attraverso il quale rinvenire l’atto di matrimonio del Nostro e di conseguenza purtroppo non abbiamo altre notizie utili relative al clan familiare di Felice Ruggero. 

     Non abbiamo quindi, al momento, altre fonti, esclusi naturalmente i documenti conservati nell’Archivio di stato dell’Aquila e riportati in appendice in questo lavoro, a cui attingere notizie utili per cercare di descrivere più esaurientemente la figura dell’ ”Insorgente” patriota Felice Ruggero alias Giovinotto d’Ovindoli. 

    Dai documenti rinvenuti quindi, siamo venuti alla conoscenza che Felice Ruggero fu impiccato a L’Aquila il 9 Ottobre 1807 ed aveva, all’età della morte, circa 47 anni: era nato, grossomodo,   intorno al 1760.

 La figlia Regina ( in realtà si chiamava Antonia Regina ) era nata  ad Ovindoli il 17 Gennaio 1786 (13) dal menzionato Felice e da Angela Palombi (14) e si unì in matrimonio, all’età di ventisette anni, il 17 Luglio 1813 (15) con il vedovo trentaseienne Leonardo Angelosanto. 

    Il Nostro prese parte anche agli sconvolgimenti politici avvenuti nel 1798-1799 come chiaramente si evince nello 

“ Stato nominativo dei Capi Briganti, che Sono esistiti nella sudetta/Prov.[inci]a dal 1806 in Avanti nativi della medesima […]Felice Ruggieri/alia Giovinotti Ovindoli Celebre e feroce Capo Brigante nel 1806, e 1807;/Antico Capo brigante nel 1799 percui ebbe il grado/di Tenente nella passata dinastia; ferito nell’at=/tacco de tre’ 8[otto]bre 1807, ed arrestato nella notte de’ quattro dalla Gend.[armeri]a; fu impiccato in Aquila[…]” (16)                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

    Sicuramente il Nostro dovette comportarsi in modo egregio se fu insignito con il grado di tenente peccato che, putroppo, non abbiamo altri documenti utili, come poteva essere, per esempio, il registro delle deliberazioni dei consigli dell’Università di Ovindoli o archivi privati attraverso i quali avere notizie utili per descrivere più compiutamente la figura di Giovinotto.

     Le notizie a nostra disposizione sono quelle tratte dai documenti conservati nel più volte citato Archivio di stato dell’Aquila. Sono in realtà i documenti salvatisi dall’infelice Real Decreto del 1 Novembre 1829 attraverso il quale fu, in un modo, purtroppo, non consono, disposto la distruzione di tutti i procedimenti penali compilati in epoca anteriore all’ultimo quarantennio:

” real Rescritto per lo bruciamento delle processure penali./Ministero e Real Segreteria di Stato degli Affari Interni./Sua Mestà sul parere emesso dalla Consulta de’ reali dominii di qua del Faro in ordine ai voti esprssi da alcuni Consigli provinciali, ed in rapporto del Consigliere Ministro di Stato Ordinario di Stato del 1. del/corrente mese si è degnata di prescrivere di mandarsi alle fiamme le processure penali compilate in epoca più amntica di anni quaranta da questa parte, tranne le ridotte a pene temporanee con sovrane determinazioni prese per regola generale. Nel Real Nome le partecipo questa sovrana determinazione per lo adempimento nella parte che la riguarda. Napoli 11 Novembre 1829. MARCHESE AMATI/Al Sig.[nor] Sopraintendente Generale degli Archivii” (vedi in appendice). 

    Già precedentemente con l’editto emanato il 18 Gennaio 1800 (17) e con Real Decreto del 10 Gennaio 1803 fu disposto infelicemente la distruzione degli atti relativi al Novantanove :

”[…] Finalmente S.[ua] M.[aestà]  dichiara, e vuole che la Giunta di Stato dopo terminate le attuali sue incumbenze resti disciolta, ed abolita, e dia contemporaneamente alle fiamme tutti i processi, e tutte le carte riguardanti a’ delitti di Stato commessi in occasione delle note emergenze del Regno di Napoli; riservandosi S.[ua] M.[aestà] di destinare in appresso de’ Giudici, che ad modum belli tratteranno, e decideranno le cause de’ futuri delitti di Stato, i quali diverrebbero irremissibili, se alcuno scellerato ardisse di commetterli dopo tante perdonanze profusamente concedute da M.[aestà] S.[ua] sopra tale materia, Comanda S.[ua] M.[aestà] che uesto Sovrano Suo Real Decreto sia comunicato a tutte le sue Reali Segreterie di Stato,  e da queste a’ Tribunali, alle Udienze Provinciali, ed a chi altro convenga. Caserta 10 Gennaio 1803. GIOVANNI ACTON […]”. (18)

    I documenti conservati nel più volte menzionato Archivio di Stato dell’Aquila, come chiaramente si evince, sono di parte: sono notizie tratte da documenti di coloro che severamente perseguivano, per motivi politici, il Nostro. Sono notizie insomma, tratte da documenti di coloro che, in quel frangente, sono stati vincitori e di conseguenza, sono state redatte a loro, ed è più che ovvio e ci mancherebbe, immagine. A noi, purtroppo, non resta che riportarle integralmente per far comprendere, comunque, il grande movimento che questi insorgenti, a costo della loro vita, come abbiamo visto, combatterono per la loro patria, per la loro religione, per il loro re, per la loro famiglia.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

    Sono passati, purtroppo, molti anni, più di due secoli, ed è quasi impossibile trovare, la speranza comunque è sempre l’ultima a morire, per questi umili personaggi, quali senz’altro furono i nostri insorgenti, documenti, atti, manoscritti compilati da loro stessi e quindi controbilanciare, come giusto che sia, ambendue le tesi: quella dei difensori filoborbonici e quella degli invasori francesi.

     Sappiamo purtroppo, però, che la “storia” viene scritta sempre dai vincitori: << Vae victis! >> così il capo dei Galli Brenno ( 309 a.C.) pronunciò ai senatori romani quando stavano pesando l’oro pattutito in cambio della non belligeranza ponendo nei pesi della bilancia, come surplus che sempre tocca ai vincitori i quali sempre hanno ripensamenti a loro favore, anche la sua pesante spada.

    Da notare comunque nei documenti riportati la forza, la temerità ed il tenace attaccamento di Felice Ruggero verso i propri ideali che dovettero essere molti sentiti tanto che, seppur in modo velato emergono, tra le righe, dalle descrizioni dei funzionari dell’esercito dei vincitori con un malcelato pizzico di ammirazione:

“ […] sapendo ognuno l’indole sanguinaria, ed il coraggio d[e]l Ruggieri, che ha incusso timore a quei piccioli Paesi[…]”

“[…] Del resto essendo Giovinotti un’Uomo capace di commettere i più grandi eccessi, e di una incalcolabile temerità[…]”

“[…] Ieri li 8 del corrente Mese si portò in q[uest]a Uni[versi]ta di R:[occ]a di Mezzo Giovinotto, con c:[irc]a 16 altri, domando Orzo, e Raz.[io]ne e li fu data, e fece p[rese]nte a tutta la Popolaz:[io]ne, che se non si lasciava in libertà la Sua Moglie, e Famiglia darrà fuoco, è Saccheggio à tutti li Paesi, che si incontrerà volendo procedere, à Carceraz:[io]ne come li riusci di fare in d[ett]a Uni[versi]tà, che fece arrestare Gio:[van]Pasq[ua]le Scoccia, poi fù rilasciato e si portorono con, Se due de Suoi F[rate]lli di d:[ett]o Scoccia Oltre di q:[uest]o si presero un Cavallo ad Ilario Cacchione di San Martino, è arrestarono un Tal Salomone della T[er]ra di Pianola, se lo condussero con loro. Nell’atto che se ne ne partirono dissero al Gio[van]Pasquale Scoccia che si fusse lui impegnato di fare Scarcerare la sua moglie in caso diverso non sarebbe riconsegnato li due F[rate]lli, e di fare Sangue e fuoco[…]”

“[…]E’ bene avvertire che Giovinotti seguita tuttavia a portare la noccarda rossa, e la spallina nella sua giacchetta, oltre di essere armato di tutto punto. Non credo ch’egli voglia annuire alle insinuazioni del Governo di volersi presentare. Ha già abusato nel più nero modo della carta di amnistia ( 19)  rilasciatagli dal Generale Chavardes. Sento che carta simile fu lasciata a suo favore dal G[enera]le Merlin nelle mani del Curato di Ovindoli coll’obbligo però di presentarsi dentro quindici giorni. Intanto non cessa di disturbare la tranquillità de’ Paesi, e scorre colla sua solita alterigia per questi contorni. Non so se un Uomo/di carattere così indomito si voglia con facilità ammansire, e se possa vivere in pace dopo la professione di quaranta anni (?) di scorridore di campagna, e pubblico assassino[…] “

“[…]Giovinotti invece di mostrarsi rassegnato ai voleri del Governo, che avrebbe voluto trattarlo con quella dolcezza, cui dà origine la magnanimità, ha ancora la mania di sfoggiare un carattere insolente, e temerario. Dissi all’E.[ccellenza] V.[ostra] di aver fatto sapere ai Naturali di Ovindoli che pensassero assolutamente di far colà ritornare la Moglie, ed i Parenti, altrimenti non avrebbe mancato di fare uso delle maniere di rigore. Ieri scrisse ad un Galantuomo di qui dicendogli che s’impegnasse insieme cogli altri a far riuscire dalle carceri i sudetti, e ch’egli si sarebbe astenuto di commettere insolenze. Il Galantuomo istesso, che è il Sig.[no]r Bernardi, gli rispose con mio consenso, e gli fece sapere essere la dilui presentazione l’unico mezzo onde far verificare lo sprigionamento de’ Suoi, e di prestarsi volentieri alle insinuazioni/del Governo, senza ulteriormente abusare della sua clemenza. Speravamo che simile foglio gli dasse impulso a presentarsi, ma è stata vana la nostra lusinga. Oggi verso le ventitre ore si è ricevuta una seconda lettera del Giovinotti, nella quale usando i modi più improprj ed irruenti di dire parlava generalmente a tutt’i Signori di Celano, incaricandoli di far scarcerare i Parenti, e d’impegnarsi per non farlo più perseguitare, altrimenti avrebbe posto in desolazione il circondario. Assegna quattro, o cinque giorni di tempo per tale scarcerazione, ed in caso contrario dopo altri dieci giorni sarebbe qua venuto con duemila e settecento Uomini d’infanteria, e trecento di cavalleria, per i quali sin d’adesso dava l’ordine di apprestarsi le razioni. Dopo ciò l’E.[ccellenza] V.[ostra] ben vede che il Giovinotti presenta i tratti di quel carattere, che lo ha fatto riconoscere sino a quest’ora per Uomo malvaggio, nel modo il più evidente. Egli non si presenterà giammai, come ha già manifestato in detta sua lettera; E’ necessario dunque di perseguitarlo con tutto il rigore, qual nemico dichiarato del Governo, e de’ suoi partigiani[…]Detto Fournier propone al Sig.[no]r Generale un mezzo per avere in mano Giovinotti, che potrebbe ottimamente riuscire. I Preti di Ovindoli, e Rovere (almeno parecchi) possono sapere dove trovasi quel capo assassino, attesochè ricevono dal medesimo delle pingui limosine per la celebrazione delle messe alle anime del Purgatorio, come nella sua lettera piamente confessa, per Protettrici particolari, delle sue azioni. Questi Preti si potrebbero duque costringere a svelare il sito, dove dimora, e di essere anche conduttori delle nostre Truppe[…]”

“[…]un tale Giovinotti, che questa mattina è stato incontrato da un Naturale di qui a Cavallo, armato di fucile, di Carabina, di due pistole e di Sciabla[…]”

“[…] Ieri sera verso le ore ventitre Giovinotti e del Monaco andarono in Ovindoli con una comitiva di ventiquattro Uomini a cavallo. Vollero del fieno, e de’ ferri per i loro cavalli. In tale occasione tutt’i preti e benestanti del Paese fecero delle grandi insinuazioni ai detti due capi di ripresentarsi, e profittare della clemenza del Governo. Risposero di avere questa intenzione, ed a tale effetto si presero il proclama fatto a nome di V.[ostra] E.[ccellenza], e del Sig.[no]r Generale relativo all’indulto, dicendo di volerlo rimandare a quelli Comune oggi o dimani unitamente ad una lettera, in cui avrebbero spiegata la loro volontà[…]”

“[…]Ieri sera circa le ore 23 tornò Giovinotti in Ovindoli con quattro suoi compagni. Volle due coppe d’orzo, e fece ferrare i cavalli. Dopo circa un’ora di trattenimento se ne partì prendendo la direzione di Rovere. Insinuato da suoi Paesani a volersi ripresentare rispose che volea prima libera la sua gente[…]”

     Da come chiaramente si evince il Nostro ha un forte attaccamento verso la propria famiglia, tanto da porre un diktat alle forze francesi che  hanno arrestato il suo clan familiare minacciando addirittura dure rappresaglie, incute un certo rispetto per la sua animosità e perizia nella guerriglia sia da parte dei suoi sostenitori, i quali vorrebbero che cessasse la belligeranza, che da parte dei nemici; anche nello scontro finale con il Capitano delle truppe francesi Giacomo Fournier, dimostra la sua innata temerità verso il nemico oppressore infatti, sebbene quasi totalmente accerchiato, ebbe modo di fieramente opporsi, con indomito coraggio, al nemico:

“[…]Giovinotto mostrò qualche coraggio, ed insultò con una fucilata, e con parole il Capitano Fournier, che gli era più Vicino nella lusinga che dovesse nuovam.[ent]e caricare Lo Schioppo, e così dargli il tempo a fugire. Egli Restò Sorpreso quando Vidde, che il Cap.[itan]o si disponeva nuovam.[ent]e a far fuoco, e più Sorpreso quando colla fucilata si sentì ferito alla Spalla Sinistra. Allora tutto fu in Rotta. I Briganti abbandonarono i Cavalli, quasi tutte Le Armi, muniz.[ion]i, carte, e tutto, che avevano. Furono inseguiti p[er] due ore continue facendogli Sempre fuoco, ma le balze, i Luoghi impraticabili, e Selvosi, p[er] i quali si doveva transitare ritardavano Le Operazioni della truppa, e favorivano i Briganti pratici, ed assuefatti a caminare p[er] quelle rupi: Sopragiunse finalm.[ent]e La notte, e pose fine all’attacco[…]E nella sera dello stasso giorno ( è il 4.10.1807 n.d.r.) venne avvisato il luogo ove Giovinotto con altri quattro Briganti erasi Ritirato.[…] Fu arrestato Giovinotto ferito nel p[ri]mo attacco, e che fu trovato involto irvolto in una coverta bianca[…]”

    Un po’ poco per cercare di capire appieno ed in giusto modo l’animus del Nostro.

La sua attività di insorgente fu costellata da molti episodi cruenti:  Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli era un combattente e come tale, di conseguenza, agiva. Molti episodi sanguinosi sono ascritti, dai suoi implacabili avversari, alle sue gesta. 

    Veramente è un peccato non avere notizie scritte di proprio pugno da parte degli insorgenti partigiani.

    Altre particolarità si ricavano dal sopracitato matrimonio della figlia del Nostro: Regina Rugiero, i quattro testimoni: Giacomo Pietrantonj di anni 46 di professione possessore di pecore, Pasquale Recina di anni 42 di professione proprietario, Giovanni Marinetti di anni 26 di professione Calzolajo e Girolamo Rosati di anni 60 di professione serviente comunale erano senz’altro intimi della famiglia Rugiero sia per motivi parentali sia per motivi ideologici  infatti Pasquale Recina era il fratello minore del capomassa Don Feliciantonio fucilato a L’Aquila nel 1799 dai francesi e Girolamo Rosati era il padre di Nicola Vincenzo impiccato a L’Aquila, insieme a Felice Ruggero, il 9 ottobre 1807. Nel relativo atto di morte  Il sopramenzionato Girolamo viene citato come Geronimo Rosato e il sopracitato figlio Nicola Vincenzo viene  qualificato, in quest’atto, come nipote: sicuramente o il padre o la madre, Palma Tatarelli,  doveva essere cugino o di Felice o della moglie di Felice: Angiola Palummo ( o Palombi). Nei paesi del sud Italia ancora oggi si usa chiamare, in modo affettuoso ed anche per rispetto da parte dei figli di cugini, zio o zia anche i cugini dei genitori. Degli altri due testimoni al momento non abbiamo elementi per dare una più esatta loro collocazione: sicuramente però dovevano far parte dell’entourage dei Ruggiero.

     Nel mese di Aprile 2013, lasciammo, al decano dei segretari comunali d’Abruzzo, Arnaldo Angelosante, nato ad Ovindoli il 27 Novembre 1919 ed ivi deceduto il 4.2.2016, un foglietto con varie domande, alle quali gentilmente rispose, relative alla figura del nostro “Insorgente” Felice Ruggero :

<< 1) Sai qualcosa sul “brigante” Felice Ruggieri alias Giovinotto ( o Giovinotti) d’Ovindoli? 

  1. Soltanto che era arruolato in una banda armata di Francesco (sic) IV Re delle due Sicilie.

2) I tuoi genitori o nonni o altri ti hanno mai raccontato la storia di Giovinotto? Perché lo chiamavano Giovinotto? 

  1. Non so.

3) Come era di corporatura?

  1. Lasciato in bianco.

4) Era intelligente, astuto, furbo ?

  1. Era pastore ma intelligente e coraggioso.

5) Quali sono gli aneddoti che ti hanno raccontato quando eri ragazzo?

  1. Gli ovindolesi nati dopo la metà del 1900 nulla sapevano del “ Brigante di Ovindoli”.

6) C’erano proverbi, detti, relativi al brigante Giovinotto?

  1. Gli ovindolesi per alludere a fatti briganteschi dicono “ vatti a mettere alla imagnola” montagna dove si nascondevano i briganti >>.

     Da come chiaramente si evince, vi è una specie di “damnatio memoriae” intorno al nostro personaggio.

    Come mai? 

    E’ possibile che gli abitanti del ridente centro di Ovindoli non conoscano ne’ il nome e quindi, di conseguenza, neanche le gesta del Nostro?

    Sappiamo con sicurezza che Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli prese parte alle insorgenze del 1798-99 contro le truppe francesi dove si comportò egregiamente da meritare il grado di tenente ed egregiamente, dobbiamo supporre, si comportò nelle nuova insorgenza del 1806-1807, sempre contro i soldati transalpini. 

Il 19 Ottobre 1806, alle ore 22, dopo alcuni mesi di guerriglia, depose le armi in segno di resa al comandante francese insieme ai suoi commilitoni per godere della “Real Munificenza”:

“[…]Adì 19 d[ett]o Felice Ruggieri alias Giovinotti di Ovindoli si è presentato co[n] un Fucile[…]” (20)

data la sua indomita indole e forte temperamento tornò immediatamente a riprendere le armi e a continuare la sua guerriglia contro gli invasori francesi e, addirittura, nuovamente, si riconsegnò alle truppe Francesi una seconda volta, il 21 Maggio 1807 e di nuovo, dopo brevissimo tempo, ritornò a combattere contro l’esercito invasore fino a quando, il 3 Ottobre 1807, in uno scontro a fuoco con la gendarmeria francese fu ferito alla spalla sinistra e, nella successiva notte del 4 ottobre fu arrestato e portato prima a Celano e poi nella fortezza dell’Aquila dove, dopo cinque giorni, il 9 ottobre 1807, fu “afforcato” e la sua testa decollata 

“[…] fu ricondotta qui in Ovindoli, e posta nella pubblica piazza[…]” 

    Da come chiaramente si evince dai documenti da me riportati in questo lavoro si nota, da un lato, l’insorgente, forte e virulento impegno profuso dal Nostro contro le truppe francesi e contro i filo francesi e, dall’altro, l’amore sviscerato verso il proprio clan familiare tanto che i suoi nemici pensarono di arrestare, come fu poi eseguito, la moglie con l’intero clan familiare  ponendo, questi, in detenzione presso la imprendibile e munitissima fortezza dell’Aquila sicuri, così facendo, di prendere in trappola Giovinotto il quale, punto sul vivo, in un primo momento minacciò di fare una strage se non fosse posta in libertà la moglie e, poi, sbollita la rabbia, era pronto a costituirsi a patto di veder libera la propria famiglia posta in cattività nella tetra, inespugnabile e famigerata fortezza aquilana. 

    Capito ormai che l’incarceramento dei propri cari faceva parte di un piano ben congegnato per arrestarlo questi, con un manipolo di fedelissimi, cercò combattendo alacremente di portare scompiglio e panico fra le bene addestrate truppe francesi. Nel finale conflitto a fuoco contro i transalpini comandati dal capitano Giacomo Fournier avvenuto il 3 ottobre 1807, conflitto violentissimo dove il Fournier colpì, con una fucilata, la spalla sinistra Giovinotto che, comunque, non domo e, benché ferito, da esperto conoscitore dei luoghi riuscì a fuggire per qualche ora poi, il giorno dopo, il 4 ottobre, con un forte dispiegamento delle forze francesi, fu scovato dal tenente Iatta avvolto in una “coverta bianca” ed immediatamente arrestato e portato prima in Celano e poi nella fortezza dell’Aquila, dove, come abbiamo già detto, il giorno 9 ottobre 1807 fu “afforcato”. 

   Dal rapporto del governatore di Celano, Giuseppe Saliceti, del 9 Ottobre 1807 ( lo stesso giorno dell’esecuzione del Nostro ) inviato all’Intendente dell’Aquila, apprendiamo : 

“ Rapporto/Nel giorno 3 del Cor:[rente] venne avvisato al Cap.[itan]o Four-/nier, che comanda in questa Città un Distaccam.[ent]o/Francese che i Briganti erano in Arano Mon-/tagna tra Celano, ed Ovindoli. Egli si partì Su=/bito per attaccarli con trenta francesi, e tre Civici/di questa Comune +( al margine sinistro si legge: “ + Chiamati Gaetano Serchia Sarg.[ente]/Luigi Rosati/Berardino Subrani” n.d.a.) e si diresse per la montagna/di Ajelli; Ordinò nel tempo stesso al Tenente/di Gendarmeria Iatta, che con 22 Gendarmi/a cavallo pochi francesi, e un Civico Si fusse/diretto ad Ovindoli per così porre in mezzo La Mas-/nada de Scelerati, ed avvisò nel tempo istesso/al Capitano distaccato a Pescina la posizione de/Briganti, e che fosse stato all’erta per Le ulterio-/ri Mozioni, o disposizioni dietro L’attacco. Il Ca=/pitan Fournier camin facendo ebbe da vari Pasto-/ri Sicure notizie, che i Briganti cambiata posi-/zione, e che si erano portati tra i confini della mon-/tagna di Arano, e quella di Ajelli. Approssiman-/dosi al Luogo designato incontrò un Pastore chia=/mato Francesco Angelo di Ajelli, il quale disse con/precisione, che i Briganti erano Vicini, e che il lo-/ro numero era di 22 circa, e quasi tutti a cavallo,/e che dagli stessa era stato minacciato di Vita, e/che non avesse manifestato il luogo dove si trova-/vano, ed avesse p[er] Lo contrario pubblicata La loro/partenza per una Rotta opposta al luogo. Il/Capitano allora per lo stesso Pastore scrisse a/Iatta, che si fosse ritirato a Celano, perché in/quella circostanza era inutile la posizione di Ovin-/doli, e proseguì La marcia in tutta deligenza, e/dopo duecento, o trecento passi scovì un Uomo, che/passeggiava sulla Cima di un Colle. Sospettò//che fosse la Sentinella de Briganti, e perciò si/distese boccone a terra, e lo stesso fece seguire/dalla sua Truppa; in Seguito per accertarsene/fece uso di un cannocchiale, e col mezzo di esso/osservò un Uomo, che non Avea affatto Le divise di/Pasore, o Bifolco, e passeggiava Senza Schioppo/ma colla Patrona. Era questi come Si è Saputo/dopo lo stesso Gius:[eppe] del Monaco, che mentre i com-/pagni terminavano di mangiare, facea una Sco=/verta. Il Cap.[tan]o Fournier aspettava con impazienza/un momento favorevole per attaccarli, e lo Spe-/rava, o dalla negligenza, o dalla Stanchezza del-/la Sentinella, quando fortunatam.[ent]e Monaco ab=/bandonò il posto, e scese ai compagni colla notizia/che niuno si vedeva. Subito allora il Cap.[itan]o Four-/nier a marcia Sforzatissima alla testa della/Truppa si fece sopra ai Scelerati, ed ordinò che/fossero attaccati in Semicerchio, e che il Segno, e-/ra la p[ri]ma Sua fucilata. Fu tutto ben esegui-/to: Il Capitano diresse il suo colpo a Giusep:/pe del Monaco, e lo Scarico della truppa ferì/molti altri. I Briganti presero subito al fuga/dopo aver corrisposto con due fucilate, che Si/dicono tirate da Muscillo, e figlio del Monaco./Giovinotto mostrò qualche coraggio, ed insultò/con una fucilata, e con parole il Capitano/Fournier, che gli era più Vicino nella lusinga/che dovesse nuovam.[ent]e caricare Lo Schioppo, e/così dargli tempo a fugire. Egli Restò Sorpreso/quando Vidde, che il Cap.[itan]o si disponeva nuova-/m.[ent]e a far fuoco, e piu Sorpreso quando colla/fucilata si sentì ferito alla Spalla Sinistra./Allora tutto fu in Rotta. I Briganti abbando-/narono i Cavalli, questi tutte le armi; muniz:[ion]i//carte, e tutto, che avevano. Furono inseguiti p[er]/due ore continue facendo Sempre fuoco, ma le balzae, i Luoghi impraticabili, e Selvosi,/p[er] i quali si dovera transitare ritardavano/Le Operazioni della truppa, e favorivano i Bri-/ganti pratici, ed assuefatti a caminare p[er] ruelle/Rupi:Sopraginuta finalm.[ent]e La notte, e pose fine all’attacco[…]E nella se-/ra dello stesso giorno ( è il 4 ottobre 1803 – vedi appendice n.d.a.) venne avvistato il Luogo/ove Giovinotto con altri quattro Briganti erasi Riti-/rato. Sul momento il Cap.[itan]o Fournier ordinò al Te-/nente Iatta, che con altri Suoi Gendarmi avesse Sorpre-/so il Luogo, ed Avesse arrestato i Briganti designa-/ti. Fu eseguito, ma il bujo della notte dette/ modo a due Briganti di Fugire. Fu arrestato/Giovinotto ferito nel p[ri]mo attacco, e che fu trova-/to involto irvolto in una coverta bianca, che nell[a] notte meativa tra le Selve una pietra:/Fu carcerato il di lui figlio[…] I/due dispersi furono il Nipote di Giovinotto ferito/che nel giorno 5 venne qua condotto dal Sindaco di Ovindoli, mi avea detto volersi presentare, è per nome Vincenzo Rosati […]L’ono-/re di questa spediz.[ion]e Si deve tutta al Capitano/Fournier, che fulminò i Briganti nella mon-/tagna, li disperse, Li Scoragì; e le operaz.[ion]i/sussecutive non Sono che una conseguenza/della felice giornata dei 3[…]” (21 )

    Il Nostro, prima di essere giustiziato subì due interrogatori il primo, il 5 ottobre 1807, da parte del capitano Fournier:

“[…] Felice Ruggieri di Ovindoli di Anni 48 (sic) costituito avanti il Sig.[no]r Cap.[itan]o Fournier Oggi il di 5 8[otto]bre 1807.Che mercoledì della Scorsa Settimana fossero introdotti di notte per una porta Segreta, Esso, Monaco, il figlio, e Muscillo nella Casa di Piccioli de Navelli, e che vi cenassero assistiti da tutti i F[rate]lli Piccioli, e da un tal Barone, di cui non Sa il Cogno=/me, e da un altro che non Conosce. Dice che da questi ricevessero delle notizie contro il Governo presente, e che fossero persuasi a no[n] presentarsi p[ri]ma di altri 15 giorni, perché le armate di Ferdinando IV erano prossime a Venire, e che dassero un piano a Del Monaco cifrato p[er]non far conoscere il Carattere, oltre L’avergli assicurato che Filipstat avea distrutto Ventimila Uomini Francesi tornando dalla grande Armata. Dice che in  Marano abbiano avuto della polvere col mezzo di quel Uomo, che fù ucciso dal Ten.[ent]e Iatta di Gendarmeria, e che Damiani da circa Cinque giorni era con loro. Io Filice Ruggiere diponne come sopre Le Cap.[itai]ne Command.[an]te Fournier Al Cap:[ita]no R:[elato]re della Commiss:[io]ne Mil:[itar]e Alò […]” (22)

ed il secondo, il 7 Ottobre 1807, da parte del Tenente Alò della Gendarmeria Reale f[acente ] f.[unzio]ni di Capitano Relatore della Commissione Militare:

“[…] Piazza dell’Aquila Esame del Capo Brigante Felice Ruggieri alias Giovinotti di Ovindoli. Oggi giorno 7 8[otto]bre 1807 Interrogato Ha risposto. Per rapporto alle persone di questa Provincia, che avevano intelligenza con me, e con l’altro Capo Giuseppe Monaco erano le seguenti. Gl’individui della famiglia Piccioli di Navelli. A questo mercoledì passato 30 7[settem]bre ad ore 22 d’Italia mandarono un piccolo Vigliettino a Monaco sulla Montagna vicina a Navelli, col quale lo chiamavano a Navelli. La Sera stessa verso un’ora di notte i medesimi Piccioli inviarono i nominati Francesco Angelone, ed Andrea Damiani di Navelli a fare nuove premure di portarsi colà come eseguimmo verso le ore tre di notte. Io feci restare fuori Navelli i briganti, ed io Stesso con li Seguenti altri Capi andammo nel paese direttamente in casa Piccioli. Giuseppe Monaco d’Introdacqua Il di costui figlio Muscillo  di Pratola. Gio:[van]Pasquale Ferrino di Goriano Siculi. Trovammo la cena pronta, ed i Seguenti individui ci riceverono D.[on] Gio:[van]Francesco D.[on] Gaetano  D.[on] Gennaro D.[on] Pasquale Il Barone D.[on] Leopoldo Marchi di Navelli parente di Piccioli D.[on] Gio:[van]Domenico Corsi di Capistrano. I suddetti individui ci dissero, che ci avevano fatti chiamare per dirci. Che non bisognava affatto presentarci, ne credere al perdono fatto per tradirci. Che avessimo resistito ancora, e riunito quanto più gente potevamo, giacchè fra breve sarebbero sbarcati 40 mila Russi, ed Inglesi in diversi punti del Regno, giacchè la pace non era vera. Che Sette Potenze erano compinate per distruggere la Francia. Che l’armata Francese la quale era stata spedita per rinforzo  a questo Regno era Stata disfatta nell’alta Italia. Che tutte queste notizie erano certe, e le ricevevano da varj canali, e particolarmente dal di loro fratello D.[on] Ermenegildo da Napoli, il quale Scriveva loro con un gergo convenuto, e ci mostrarono una di costui lettera nella quale fra le altre cose diceva, che era prossima a Scioppare(sic) a Napoli una congiura, che esisteva fra Lazaroni. Che bisognva seguire un piano, che consegnarono a Monaco, per impadronirsi dell’Aquila, e prendere il Generale; dissero molte altre cose di Simile natura di cui non mi Sovviene, ed erano tutti impegnati equalmente, e tutti dicevano le medesime cose. Ci assicurarono, che ci avrebbero fatte sapere tutte le novità, e che bisognava farsi vedere spesso il lunedì, giorno in cui ricevevano la lettera da Napoli dal fratello D.[on] Ermenegildo. Combinate le cose, e cenato partimmo, dopo essere rimasti colà circa due ore. Altre volte eravano Stati in casa de’ Piccioli la notte, e particolarmente ai 9 Luglio. L’Erario di S. Martino d’Ocre per nome ……..(sic) mi ha date a voce molte volte in quest’estate le notizie del movimento delle Truppe Francesi, e del prossimo arrivo delle Truppe di Ferdinando ; del poco numero de’ Francesi nel Regno, i quali dovevano ritirarsi, ed evacuare il Regno Stesso. Più ultimamente mi ha assicurato, che aveva 300 uomini nell’Aquila del partito di Ferdinando, e fra questi molti nobili, fra quali un tal avvocato D.[on] Pasquale Barone, ricordandomi chiaramente di questo. Che bisognava assolutamente impadronirsi dell’Aquila, in Seguito di che tutta la Provincia sarebbe Stata nelle nostre mani, ed il Generale stesso sarebbe stato costretto far rendere le poche truppe, che vi erano Che per impadronirsi dell’Aquila Stessa era cosa facile, giacche non vi era truppa, e bastava presentarsi avanti la piazza con due, o trecento uomini, perché il partito interno avrebbe fatto il resto, e Si sarebbe impadronito del Castello per sorpresa, avendo dentro al medesimo intelligenza, e fra gli altri con un’artigliere per nome Boccardi, o Boccanera, non ricordandomi bene il nome, il quale avrebbe procurato non farci offendere dai cannoni. L’Erario istesso combinava nelle Sue idee con i Piccioli di Navelli, e Suppongo, che comunicassero fra loro. La Polvere. Si è Da noi ricevuta come appresso. Da marano nella Valle di Rovedo ne ho una volta ricevuta, per mezzo un brigante Fiorentino, che aveva il braccio tagliato. Dall’Aquila il mese passato ne abbiamo ricevuto 16 Libre, e 4 libre di palle da persona da me non conosciuta, ma si bene da Monaco un tal Cazarra di Castelvecchio Subequo, o Castel di Ieri, che fa l’artigliere delle Feste, ne Somministrò quest’estate nei giorni, che ci comandava masciarelli di Penne tre decine, e ne ricevè a conto da Masciarelli Stesso 20 Ducati, e promise darcene dell’altra. Il P.[adre] Gaetano Rossi Agostiniano di Colle Longo nel passato mese m’incoraggì a proseguire ad aggire con fermezza contro i Francesi; mi disse che il P.[adre]   Domizio Iocobucci (sic) era già alla testa di molti Briganti; che egli Stesso aveva dieci persone pronte a prendere le armi, e che vi erano buone notizie. I Droghieri di Magliano, o sia Pipari, che vanno vendendo il pepe pel Regno mi hanno molto consigliato a non presentarmi, e mi hanno date delle notizie. Altri rapporti io non aveva  di rimarco, e Monaco ne aveva dei maggiori, ma il centro delle notizie, ed il regolamento l’avevano dalla famiglia Piccioli, nella cui Casa Siamo Stati altre volte quest’estate ancora, anzi colà, e propriamente dal Barone Marchi fummo consigliati ai 9 Luglio di sorprendere la Brigata di Gend:[armeri]a R:[ea]le di Civita Retenga, la quale ci resistè. Per copia conforme all’originale Il Tenente della Gend:[armeri]a R:[ea]le f[acente]f[unzio]ni di Cap:[ita]no R:[elato]re della Commiss:[io]ne Mil:[itare] Alò “ (23).

    In queste due ultime testimonianze si nota ancora la forte personalità e fierezza dell’uomo d’arme, come certamente Giovinotto fu, dichiarando senza tentennamenti quali erano i suoi autorevoli amici dai quali apprendeva notizie politiche, consigli come doveva comportarsi per la buona riuscita della loro insorgenza e come si procacciava la polvere da sparo. Nella soprariportata prima testimonianza veniamo alla conoscenza anche della sua firma autentica che notevolmente impreziosisce tale documento è l’unico, fino adesso, dove riusciamo a vedere e ad apprendere il suo modo firmare : “ Io Filice Ruggiere diponne come sopra ” firma abbastanza fluida di uno, cioè, che è abituato a scrivere. Nella seconda ed ultima più dettagliata testimonianza, nove fogli di contro all’unico della prima testimonianza, notiamo un insistente consiglio da parte della potente famiglia Piccioli di Navelli a non arrendersi alle truppe Francesi in quanto fra breve sarebbero venute potenze straniere, ben sette, a dar man forte agli insorgenti e quindi non disperarsi bensì avere fiducia e serrare i ranghi ed addirittura conquistare la città dell’Aquila e di conseguenza, così facendo, l’intera provincia aquilana.  Chissà se, in ultima analisi, dando le due succitate testimonianze il Nostro, ancora una volta, ha voluto dare prova di coraggio e sprezzo della morte perché sapeva benissimo, in modo inequivocabile, essendo stato trovato con le armi in mano e ferito in combattimento, la sorte riservata a lui ed ai suoi compagni di avventura. 

   Chissà quante volte, nei rimanenti giorni di vita, Giovinotto avrà pensato all’eroica morte dell’amico e commilitone capomassa di Ovindoli Feliceantonio Recina avvenuta a L’Aquila, mediante fucilazione, nel 1799 per mano delle truppe francesi ed al suo funerale, ove sicuramente il Nostro fu presente, svolto in pompa magna nel duomo dell’Aquila a due giorni del suo quarantaduesimo compleanno, era nato infatti ad Ovindoli il 23 Maggio 1757 (24):

“[…] Aquila 25 Maggio 1799/Nel Duomo si celebrarono i funerali a D.[on] Felice-/antonio Recina Comandante delle Masse di/Ovindoli (25) con tutta la pompa e con tutti gli onori/militari. Ecco il tragico fine di costui: dopo/d’aver dato infinite ripruove del suo coraggio e/valore nella Guerra contro i Francesi, massime/nell’assedio e nella ripresa dell’Aquila accaduta/nel p.[rossimo] p.[assato] Marzo, cadde infelicemente nelle mani/de’ nemici, che lo condannarono a morir fucilato/sotto gli occhi di tutto questo popolo. La pre-/senza di Spirito, e i sentimenti di fedeltà verso/la Religione ed il Sovrano, che da lui intrepi-/damente si Sostennero in faccia ai Carnefici,/e sino negli ultimi periodi della Sua vita, se fecero impallidire i suoi nemici (è cancellato n.d.r.) Giudici,/formeranno il Suo encomio presso i posteri[…] “ (26 ).

    Dobbiamo arguire che anche Il Nostro Giovinotto insieme col suo comandante Felice Antonio Recina prese parte, col grado di tenente come abbiamo visto sopra, alla riconquista dell’Aquila:

“[…] 1799/A 6 Marzo/D.[on] G.[iovanni] Salomone Comand.[ant]e Generale/D.[on] Felice Ant.[oni]o Recina Tenente Generale, e/Comand.[ant]e delle Armi delle Università coalizzate/in massa, esponendo che i bravi, coraggiosi e/valorosi Sanniti  avean ristretto nel Castello/dell’Aquila i nemici, fecero un Editto,/che nella Prov.[inci]a si riponesse in piedi la Giustizia/a norma delle LL.[leggi] vigenti prima della irruzione/degl’assassini Francesi; che i Feudatarj, e loro/rispettivi Erarj ripristino subito gli Uffiziali/di Giustizia in ciascuna Giurisdizione; che/sì essi, che le Università tengano gente/sull’arme ne’ posti di facile ingresso nella/provincia; che ogni Università nel momento/spedisca in questa Città tutti gl’individui/della med.[esim]a, che si trovano servendo in cam-/pagna sotto le bandiere del Re, e che han ripa-/triato dopo l’ingresso del nemico sotto la pena/di esser dichiarati Dissertori del Campo e di ogni/altro ad arbitrio di S.[ua] M.[aestà] per completarsi un Corpo/rispettabile di Linea, che si sta organizzando,/somministrandosi loro diariamente un vantag-/gioso prest di Campagna; che ogni Università/faccia trasportare a vendere in d.[ett]a Città generi/d’ogni Sorta, giacchè non son soggetti a dazi per/ora, non essendovi più provisioni, state diluviate dall’ingordigia de’ nemici ( Carte presso Mosca )[…]” ( 27)

   Chissà se, in quei pochi giorni di prigionìa, avrà pensato agli ultimi giorni di vita del famoso Michele Pezza, alias fra Diavolo, impiccato a Napoli appena un anno prima, l’ 11 novembre 1806?

   Chissà ancora se avrà pensato all’esecuzione capitale mediante fucilazione alla schiena, toccata al famoso insorgente Giovan Battista Rodio avvenuta, dopo 2 processi, in Napoli il 27 Aprile   1806?

   Chissà se anche lui, come il compaesano capomassa don Felice Antonio Recina, negli ultimi istanti della sua vita ha mostrato coraggio e fedeltà verso la propria religione, la propria patria, il proprio sovrano  e sprezzo verso il nemico e la morte?

    Dobbiamo arguire di sì visto la sua temerità e coraggio ed anche per dare esempio ad i suoi compagni di avventura in primis al di lui diciottenne teen-agers nipote Nicola Vincenzo Rosati condannato a morte con sentenza capitale da eseguirsi nel medesimo  stesso giorno.

     Felice Ruggero insieme agli altri insorgenti antifrancesi quali furono Ermenegildo Piccioli, capo supremo dei tre Abruzzi “ Comandante de’ Volontarj del fù Re Ferdinando IV ”, “Capitano di Cavalleria della passata Corte” (28) ed il suo segretario Padre Domizio di Aielli, soprannominato, come Michele Pezza d’Itri, Fra Diavolo (29), Giuseppe Monaco d’Introdacqua “ Capitano delle milizie Provinciali nel passato Governo” e “ Colonnello de’ Reali Eserciti, e Comand:[an]te del Corpo Volante” (30), Andrea Damiani di Navelli (31) ed altri commisero atti nefandi e nefasti, com’era ed è, purtoppo, inevitabile in tutte le guerre e guerriglie, in quelle turbolenze dove difficile era ed è discernere il bene dal male: separare loglio dal grano : “ a r’capà u jujjtt’ dall’ gran’ “ così i nostri antenati sentenziavano, in vernacolo, quando le cose erano molto difficili ed ingarbugliatissime. 

   Esiste forse una guerra santa e giusta?

    Chi erano i giusti e chi erano gli ingiusti?

    Gli “Insorgenti”, chi erano costoro?

Assassini, stupratori, ladri, saccheggiatori, delinquenti o patrioti, eroi, difensori del re, della patria, della religione, della propria famiglia?

    E i Francesi e filofrancesi chi erano?

Patrioti, eroi, difensori del re, della patria, della religione, della propria famiglia o assassini, stupratori, saccheggiatori, ladri, delinquenti?

 Ad una attenta lettura dei documenti riportati in questo lavoro i Nostri Insorgenti sono descritti implacabilmente come la “mala pianta” da estirpare. Questi documenti, come chiaramente si evince, e come ampiamente già detto, sono quelli prodotti dalla emergente classe dominatrice  mancano, purtroppo, come sopra più volte rimarcato, i documenti della soccombente parte. Esistevano delle relazioni come quella, per esempio, scritta da Giovanni Salomone il 20 Luglio 1799 anche per i susseguenti anni 1806-1815? (32). E se vi furono sono state distrutte o sono andate perdute? Possibile che né Ermenegildo Piccioli né Padre Domizio Iacobucci nè Giuseppe Monaco solo per citare i più famosi, o altri, non fecero alcuna relazione sincrona riguardante tale periodo?

    Per cercare di tentare di riequilibrare, in nome della “storia”, i funesti eventi del 1798-1799 dove, lor malgrado, i Nostri antenati furono partecipi combattendo strenuamente e mortalmente “ l’un l’altro in singolare tenzon” , si riporta la drammatica lettera dei fatti accaduti nella città dell’Aquila durante le festività della Santa Pasqua del 1799 sagacemente riprodotta da Giuseppe Rivera nel suo ottimo lavoro : “ L’invasione francese in Abruzzo ( 1792-1799 )”:

“[…] Aquila li 19 Aprile 1799

Fratello carissimo- Facilmente avrete saputo quello che è accaduto a questa miserabile città dopo l’ultima mia che vi scrissi; ma qualunque cosa vi sia stata riferita, assicuratevi che non è neppur la metà dei guai, che abbiamo sofferto e soffriamo. Sabato Santo e la Festività di Pasqua sono state qui una specie del giorno del giudizio. Se avessivo veduta questa strada maestra il Sabato, e la Domenica ed il Lunedì dalla Piazza grande fino a capo, vi avrebbe fatto scappare le lagrime. Vi giacevano sparsi da quindici e più cadaveri e forse più e non vi era chi si fidasse toglierli a portarli alle Chiese e seppellirli. Il Lunedì dopo le 20 furono levati e  portati alla Chiesa. Dentro S. Bernardino il Sabato ne furono uccisi quarantanove, cioè ventisette Frati e ventidue Villani, e la Chiesa era talmente piena di sangue, che non ancora si può finir di lavare, tantovero che sta sospesa e non si può aprire se non si ribenedisce, perch’era consegrata, né vi è un Vescovo da qui che possa fare tale funzione. Fu rotto il Deposito dove stava il Santo Corpo, e per levarsi l’argento che vi era, fu levato, gittato in un cantone e si spezzò. Tre giorni dopo cessato il gran furore fu pensato di andarlo a prendere dov’era stato gittato coll’assistenza del Vicario della Curia Vescovile, de’ Notari, dei quattro Religiosi da Messa, che vi erano rimasti e di alcuni anche del Convento di S. Francesco. Fu tornato ad accomodare il Santo Corpo dentro una cassa di noce fu suggellata, ne furono rogati gli atti e nascosto in un Luogo che non è facile trovarsi. Le Sante interiora, che stavano dentro un’urna d’argento mi fu detto, che spezzarono l’urna per prendersi l’argento e l’Interiora le gettassero fra l’immondezza. Il d.[ett]o Sabato furono uccisi fra gli altri il Canonico di S. Massimo Bonanni ed il Canonico Masciocchi. In una delle mie richieste furono tirate dalla strada tre schioppettate, e due palle passarono l’antiporta e la porta della Finestra, e andaro al colpire nella Lamia della Stanza.Dentro della medesima vi era mia Figlia, che poco lontano le passarono le palle, e per miracolo non fu colpita. Tutte le Chiese e la Città soffrirono un sacco generale. Furono prese tutte le Pisidi, gli Ostensori, i Calici e tutto ciò che vi era, e le Sante Par-/ticole gittate sugli Altari: profanazioni e Sacrileggi, che fanno orrore a sentirsi. Pochissimi Calici furono salvati, perché stavano nascosti e con questi si è potuto continuare il Santo Sacrificio della Messa. Si fa il conto che con detto Sacco perdè questa Città circa oltre cento mila docati, dimodochè è rimasta talmente depauperata, che i Cittadini vivono quasi per miracolo. Non vi è affatto commercio fra l’Aquila e il Contado; quel poco che qui vi è corre a prezzi così cari che non comprendo come la Gente lo possa comprare. Mi direte a qual causa la Città abbia avuto questo secondo travaglio assai più grande dei primi; vi rispondo, perché non ave commessa la menoma mancanza, ed avea dato a’ Francesi quel che avean voluto. In S. Bernardino vi sono rimasti solo otto Frati, uno vive nella Casa Picella, uno in S. Francesco, uno in S. Agostino e cinque per Elemosina, ma non gli si fa mancare niente. Questi cinque però  vanno a dormire in casa Pica perché nel Convento non vi è cosa alcuna, è stato spogliato fino delle Tavole da Letto. S. Bernardino però ed il Sig. Iddio Onnipotente fecero subito le loro vendette per quello che aveano fatto in d.[etta] Chiesa ed al Santo Deposito. Eran venuti da Rieti da circa 30 (vorrà dirsi 300 o meglio 500) Soldati per agiutare la Truppa Francese: che qui stava ed era giunta qui il Sabato Santo mattina prima giorno, con due Comandanti e con quattro cannoni. I nostri pazzi Villani, che tenevano la Città, appena n’ebbero notizia, che uscirono armati fuori la Porta S. Antonio, colà seguì appena giorno un picciolo conflitto, e ne morirono circa trenta fra gli uni e gli altri. I Villani però fuggirono ed i Francesi entrarono e per questo diedero il Sacco. Il Martedì Santo dopo la Pasqua la Truppa venuta ripartì colli cannoni che avea portati, ma sotto il Borghetto dalle Masse dei Paesi colà vicini fu massacrato il Comandante più barbaro, che aveva fatto tutto quel danno a S. Bernardino e colle di lui mani avea uccisi cinque Frati, restò ammazzato: l’altro Comandante ferito gravemente, e mala  appena si poteron salvare mezzi feriti e rovinati da circa ottanta Soldati che se ne fuggirono in Rieti. Perderono tutti li Cannoni e tutto il bottino cogli animali che vi portarono, che secondo mi è stato detto ascendeva ad un centomila docati. Eccovi grosso modo tutta la storia della nostra Tragedia. Se vi volessi dire le tasse alle quali siamo stati soggetti dopo questo travaglio, non finirei mai. Solo vi agiungo che nella scorsa settimana i Francesi che stanno qui, incendiarono due Terre, Castelnuovo e Caporciano e ne volevano incendiare altre se non correvano in tampo a sottomettersi. Qui sta Isidoro con tutta la famiglia. Iddio vi liberi da tutti questi travagli. Salutatemi tutti e caramente vi abb.[raccio]   Domenico V. F.(vostro fratello) Sig. D.[on] FRANCESCO VICENTINI – Catignano […]” (33)

e la descrizione, da parte del storico napoletano Pietro Colletta, del veemente animus dei nostri irriducibili, arditi e strenui patrioti che seppero ben comportarsi in quel tragico frangente tanto da destare ammirazione anche nei nemici, riportata nella sua meritevole opera “ Storia di Napoli”: 

“[…] Fu quello editto ( è l’editto emanato dal re di Napoli da Roma l’8 dicembre 1798. Vedi appendice n.d.a.) quanto voce di Dio; i popoli si armano, i preti, i frati, i più potenti delle città e de’ villaggi li menano alla guerra; e dove manca superiorità di condizione, il più ardito è capo. I soldati fuggitivi, a quelle viste fatti vergognosi, unisconsi a’ volontari; le partite, piccole in sul nascere, tosto ingrandiscono, e in pochi dì sono masse e moltitudini. Le quali, concitate da scambievoli discorsi e dalla speranza di bottino, cominciano le imprese; non hanno regole se non combattere, non hanno scopo fuorchè distruggere, secondano il capo, non gli obbediscono; seguono gli esempi, non i comandi. Le prime opere furono atroci per uccisione di soldati francesi rimasti soli perché infermi o stanchi, e per tradimenti nelle vie o nelle case; calpestando le ragioni di guerra, di umanità e di ospizio. Poco appresso inanimiti dai primi successi, pigliarono la città di Teramo, quindi il ponte fortificato sul Tronto; e, slogati i battelli che lo componevano, impedirono il passaggio ad altre schiere; mentre in Terra di Lavoro torme volontarie adunate a Sessa, correndo il Garigliano, bruciato il ponte di legno, si impadronirono di quasi tutte le artiglierie di riserva dell’esercito francese, poste a parco su la sponda; e poi, traspordando il facile, distruggendo il resto, uccidendo le guardie, desertavano quel paese. Le tre colonne dell’ala sinistra non più comunicavano tra loro, né con l’ala diritta, impedite dai Napoletani, che in vedetta delle strade uccidevano i messi e le piccole mani di soldati.

Stupivano i Francesi, stupivamo noi stessi del mutato animo; senza esercito, senza re, senza Mack, uscivano i combattenti come dalla terra, e le schiere francesi, invitte da numerose legioni di soldati, oggi menomavano d’uomini e di ardimento contro nemici quasi non visti. E poiché lo stupore de’ presenti divenne incredulità negli avvenire quando ignorino le cagioni de’ mirabili avvenimenti, egli è debito della storia investigare come i Napoletani, poco innanzi codardi e fuggitivi, ricomparissero negli stessi campi, contro lo stesso nemico, valorosi ed arditi . Il valore negl’individui è proprio, perché ciascuno ne può avere in sé le cagioni, forza, destrezza, certa religione, certa fatalità, sentimento di vincere o necessità di combattere: il valore nelle società, come negli eserciti, si parte d’altre origini; da fidanza nei commilitoni e ne’ capi. Il valore negli indivdui viene dunque da natura; negli eserciti, dalle leggi: può quello esser pronto; questo chiede tempo, istituzioni ed esempi; e perciò non ogni popolo è valoroso, ma ogni esercito può divenirlo. Dico sentenze note a’ dotti degli uomini e delle umane società. Tali cose premesse, non farà maraviglia se i Napoletani, robusti e sciolti di persona, abitatori, la più parte, de’ monti, coperti di rozze lane, nutrendosi di poco grossolano cibo, amanti e gelosi delle donne, divoti alla Chiesa, fedeli ( nel tempo del quale scrivo ) al re, allettati da’ premii e dalle prede, andassero vogliosi e fieri alla guerra, per mantenere le patrie istituzioni e gli altari, e, avendo libero il ritorno, proprio il consiglio di combattere, proprio guadagno, bastevole il valor proprio[…]” (34)

    Episodi simili accaddero anche per il susseguente periodo e non poteva essere altrimenti in quanto gli attori erano gli stessi solamente che questi ultimi episodi non furono enfaticamente descritti come i primi perché lo scenario era mutato. la maggior parte dei galantuomini che avevano combattuto strenuamente per re Ferdinando IV adesso, a circa 9 anni di distanza, erano passati, senza colpo ferire, all’altro campo. Ora arditamente difendevano “ Giuseppe Napoleone Primo, per La Dio Grazia Re delle Due Sicilie, gran Principe Francese ” :  era in nuce, nei galantuomini del Sud, la frase che anni dopo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa sagacemente riportò nel suo capolavoro, postumo, “ Il Gattopardo” (35): 

“ Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. 

    E gli insorgenti appartenenti, per lo più, alle classi subalterne, cosa fecero?

Rimasero indefessamente ed incrollabilmente fedeli, in verità non tutti, al loro legittimo monarca e a loro, purtroppo, quasi totamente, toccò pagare il fio del loro coraggio, del loro attaccamento alla Casa Borbonica. Avevano sognato ad occhi aperti un cambiamento positivo alle loro miserevoli condizioni: avevano vagheggiato che, una volta terminata la belligeranza, come premio della loro fedeltà avrebbero ricevuto onore, gloria e, perché no, anche una relativa agiatezza conquistata con l’onore delle armi. Avevano sognato, insomma, tempi migliori per se stessi e per l’intero clan familiare. Mentr’invece loro, gli irriducibili, gli intrepidi insorgenti anti francesi, avevano guadagnato soltanto sofferenze e la pena capitale per i sopravvissuti e la morte in azione di guerra per gli altri. Solo uno sparuto gruppetto, consegnandosi con  le armi al nemico, ebbe salva la vita.

    E’ valsa la pena combattere per gli ideali di patria, famiglia, religione e monarchia?

Queste ed altre domande sicuramente si saranno posto le famiglie degli insorgenti caduti e giustiziati.

    E’ valsa la pena sacrificare la vita dei diseredati a favore dei beni abbienti?

   Che cosa, in sintesi, hanno guadambiato le famiglie degli insorgenti?

Lutti, odio, miseria e rancore.

    Perché dunque affannarsi verso la conquista di irrangiungibili chimere quando tutto è scritto, quando tutto è immobile, quando l’appartenente alle classi unicamente ricche di prole in quanto tale, dovrà sempre soffrire? Avranno sicuramente affermato i sopravvissuti.

   E’ valsa la pena immolare la propria esistenza depauperando delle proprie braccia il proprio clan familiare bisognoso, per sopravvivere, del lavoro bracciantile quale unico sostentamento per la mera sopravvivenza? “ Sci scura me!”  era la  terribile ed inappennabile automaledizione in vernacolo che le povere vedove derelitte rivolgevano, a mò di anatema, a loro stesse:  “Che io  possa  vestirmi sempre di panni di color nero a causa della morte dei miei propri cari!”. Il nero era, per antonomasia, il colore dei vestiti delle donne che, per estremo dovere, dovevano portare in rispetto ed ossequio al proprio congiunto passato a miglior vita, come segno inequivocabile ed intellegibile del proprio lutto.

    Chissà quanti appartenenti di queste famiglie hanno invocato la propria morte per porre fine alla loro miserevole e nera esistenza.

    Chissà quanti appartenenti a queste famiglie sono stati costretti, specialmente le donne, a fare lavori turpi ed infamanti per un tozzo di pane nero.

    Gli insorgenti avevano  immolato la loro esistenza per questo? Questa era la loro aspirazione? 

    Questo era il sogno vagheggiato dall’insorgente Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli e per il quale aveva immolato la propria vita?

    Piace chiudere il presente lavoro riportando qui di seguito i documenti (36) ritrovati addosso al corpo esanime del capo insorgente “Colonnello de’ Reali Eserciti, e Comand.[an]te del Corpo Volante “ Giuseppe Monaco ( o del Monaco) d’Introdacqua, amico e commilitone dell’altro capo insorgente Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli, ucciso insieme al proprio figlio Pasquale, nel mortale scontro avvenuto nei pressi di Pescina “verso le ore ventiquattro della sera del sud.[dett]o dì  3 Ottobre 1807” (vedi appendice) con le truppe francesi del capitano Genot . Nel primo scontro accaduto nel pomeriggio sempre della stessa giornata del 3 ottobre 1807 fra gli insorgenti sotto il comando dei su menzionati Giovinotto e Giuseppe Monaco con le truppe francesi comandate dal capitano Fournier, nei pressi della montagna di Arano e quella di Aielli , rimase ferito alla spalla sinistra, come abbiamo sopra riportato, Giovinotto il quale, benché ferito riuscì a fuggire per poche ore infatti, il giorno susseguente, fu arrestato dal Tenente Iatta. 

“[…] 34r

 N°1  Ferdinando IV. Per la Dio Grazia Re di Napoli, e Sicilia/D.[on] Giuseppe Monaco Colonnello de’ Reali Eserciti, e Comand.[an]te del Corpo Volante./Scuotetevi dal vostro letargo, ò Fedeli, e valorosi Abruzzesi, e togliete in-/nanzi a Voi quel velo, che vi ha ad oggi impedito di conosce-/re l’imposture, e la malvagità de’ Francesi, e le manifeste ragioni, che/militano per nostro Re, pel Nost:[r]o Padre Ferdinando IV |che Dio sempre (è scritto sopra n.da.a) feli-/citi| al sollecito racquisto del suo Regno ingiustam:[en]te rapitogli. Egli il/ nostro legitimo Sovrano Ferdinando è di già sbarcato nelle Calabrie con/trenta mila Soldati di più scleti, e valorosi Moscoviti, e Siciliani./I Calabresi fanno a gara, e si affrettano  per militare sotto le dilui/ bandiere. Tutti riconosco in lui l’amor di Padre; Egli tutti accoglie/e non vi è Paese, non vi è Città, non vi è borgo, che non gle offra/dette laure, e degli Allori; Egli camin facendo ripone in ogni luo-/go il buon ordine, il dilui governo. Egliu sarà ben presto nella Ca-/pitale/(è stato cancellato n.d.a.) Egli è di già sbarcato nelle Calabrie con trentamila Soldati/di più scelti, e valorosi Moscoviti, e Siciliani. Il dilui Figlio, e nostro/Principe Ereditario Francesco  I° (è scritto sopra n.d.a.) è nella Puglia con sedici mila degli/invitti Soldati (è stato cancellato n.d.a.) altri Sedicimila Uomini dell’istessa invitta (è scritto sopra n.d.a.) armata. E que-/sti, e quegli ricevono a folla innumero immenso di Gente, che fa a/gara per militare sotto tali bandiere # (al margine sinistro si legge: “ # e sloggiano i giovani/e Vecchi e vanno in ogni/[è cancellato n.d.a.] spopolano Paesi, e Cit-/tà ed aumentasi l’arma-/ta a numero infinito”/ n.d.a.) Si offrono tutti per la giusta cau-/sa della riconquista del Regno (è cancellato n.d.a) Noi inoltrano di tratto in tratto/(è scritto sopra n.d.a.) Sono nel Cratere di Napoli altri qua-/rantacinque mila Moscoviti, che son prossimi a piompare nella/ Capitale; che d’accordo con gli altri devasteranno argini, e barriere/e soggiogheranno i Nemici di tutti

  1. 34v

Su via dunque miei cari Abruzzesi. Il mio Re mi obbliga ad invitarvi/per esso. Sian a Voi d’esempio i Pugliesi ( è scritto sopra una canellatura n.d.a.) ed i Calabresi. Uniti a/far parte della mia armata, per dividere quella gloria, che ci vien pre-/parata. Non siate timidi alle minaccie nemiche. Non paventate di nul-/la. Sono i i Francesi avviliti a segno, che hanno ricercati, ed obbligati gli/stessi Nazionali a prendere le armi contro il legitimo Sovrano. Con que-/sti fanno la guerra, e questi ciechi sono la vittima del loro capriccio,/ della loro ambizione. Falza è la pace de’ Moscoviti, e de’ Prussiani. Segui-/tano le ostilità con maggiore energia di prima; e dietro quattordici batta-/glie Vacchì si vociferò la Pace è stata interamente disfatta la grand’/Armata Francese e Napoleone si è ritirato in Parigi, e persa a suoi/casi, che son Serj. Non regnano, che per l’impostura, quella con cui/hanno fatto fin qui la conquista. Sbanditela da Voi, e non credete, che alle/vittorie, che sarà di tratto in tratto per riportare il nost:[r]o Re Ferdinando/Non credete all’indulto, che sotto dolci parole si è divulgato. Credete (è stato cancellato n.d.a.) Pensate/(è stato scritto sopra n.d.a.) solo, che questo è il soccorso, e ci Sia d’esempio il primo. Parlo a voi, o miei/fedeli Alleati, e sappiate, che chi inganna una volta non merita d’esser/più creduto. Guardatevi a far (è stato cancellato n.d.a.) non farsi acciecare; ed (è stato cancellato n.d.a.) mentr’ ( è scritto sopra n. d.a.)Io saprò punir-/vi. Voi Guardie Provinciali sappiate, che vi resta altro momento per poter profit-/tare della munificenza Reale. Un sola azione può giustificarvi Ri-/

  1. 35r

voltate le armi contro di chi vi costrinse a prenderle; e sarà questo un/merito per Voi, e vi risparmierete d’esser puniti come Rei di Stato; o#/(al margine sinistro si Legge: # ed Io saprò ga-/rantirvi” n.d.a.)  fatelo, o tremate./Il (è stato cancellato n.d.a.) L’usurpatore Giuseppe è di già da incognito partito. Egli è (scritto sopra n.d.a.) in Roma, e crede/d’aver rinvenuto il suo asilo. Intanto ha lasciati tutti al massacro, e farà/ questa la Seconda volta, che i Francesi saranno causa della rovina di molti infedeli/a Ferdinando il nost:[r]o Re./I Nemici ci fanno (è stato cancellato n.d.a.) promettono ogni giorno rinforzo, e dove il prenderanno?/ Dove sono qui quaranta mila Uomini, che dicevano In qualche tempo/essere pervenuti in Ancona (è stato corretta la lettera g in c n.d.a.) Dove gli altri quindici mila già giunti/in Roma? Dove l’altro migliara, che di giorno in giorno ….(sic) Eh/credete (è stato corretto n.d.a.) una volta, che sono impostori, che non regneranno mai più,/e che solo Ferdinando sarà il nostro Re, il nostro Padre, che tra po-/co verrà a toglierci dalla schiavitù, che barbaram:[en]te ci opprime. Fate/senno, e ripetete con me Viva Ferdinando. Viva Carolina. Viva il Nostro/Principe Ereditario. Vivano sempre i nostro Sovrani. “

“ f. 35v

N° 2

Amico Carissimo./Sono stato in grande aspettativa di Voi, perché debbo comunicarvi notizie interessan-/tissime, e consolanti. Ho sentito dunque con/piacere siate costì giunto./Alle ore ventiquattro farò di quà partire/due persone di mia fiducia, perché possano servirvi di scorta, cioè Angelone, e Damiani./Colla viva voce di essi saprete dove dobbiamo ab-/boccarci, e quanto altro convenga./Vi aspetto con anzietà, e col desiderio di pre-/sto rigodervi, salutanto tutti i vostri Compagni v[ostr]o abb:° e resto G. P.”

“ f. 36 r

N° 3  Carissimo Amico/La causa è nostra, e siatene certissimo. Sentirete a momenti/la decisione totale; e da Napoli mi si scrive succederà in due o tre d’ottob.[r]e/domani lo sapremo con più accerto: ed in tal giorno accaderà quello vi dissi/a voce. Falsa è la pace de’ Francesi con i moscoviti e Prussiani: seguitano le osti-/lità con maggiore energia di prima. Nell’ultima battaglia i Francesi han-/no perduto cento ottanta mila uomini, che sono stati disfatti da Moscoviti./La Grand’armata è fiaccata a segno, che non è in istato di più risorgere./L’Imperatore di Germania ha dichiarata la Guerra ai Francesi/fin dai quindeci di Luglio. Il di lui M[arescial]lo Arciduca Carlo è di gia in campo con/cinquecento mila Uomini. Ha dato una seria, e considerevole disfatta ai Fran-/cesi, che hanno perduta l’intera Ala sinistra dell’Armata, e questo s’inol-/tra sempreppiù verso l’Italia, e si vuole per accerto sia di già arrivata vi-/cino alle fenestrelle. L’Ambasciatore di Germania è partito da Napoli, e nell’abbassare la bandiera, ossia l’Arma, che indica la dichiarazione della Guer-/ra vi fu una sollevazione di Lazzari, che tendeva ad una rivoluzione ge-/nerale. Fu tutto quietato per allora. Ma il fermento è ora mag-/giore./La Spagna ha rotta l’alleanza con la Francia, ed ha a que-/sta dichiarata la Guerra. La Svezia, e l’Inghilterra sono a nostro/favore e fanno de’ progressi./Giuseppe Bonaparte voleva partire da Napoli/con i ministri di Stato. Egli si ha fatto per tal viaggio fa-/re una carozza col letto. I Patrioti hanno detto di voler-/

  1. 36v

lo difender loro fino all’ultimo sangue. Nelle Calabrie sono le Truppe di Ferdinando./che vanno di tratto intratto inoltrandosi. Non sono anco-/ra uscite da quelle Provincie, perché l’attuale sbarco di/Moscoviti, con cui vanno di concerto, che sono nel num.[er]o/di cinquanta mila. Questi erano venuti in Napoli per/prendere in ostaggio questo Regno, e specialmente le fortezze, ed/i castelli, per un preliminare di pace, che fu fatto tra la Fran-/cia e la Russia. Ma il Regno non si volea cedere, e così/le truppe Russe sono rimaste nel Cratere di Napoli,/ e stanno attendendo le ulteriori disposizioni del loro/Imperatore./La Grande armata cerc rinforzo al Regno di Napoli,/il Regno di Napoli cerca rinforzi alla Francia./Venivano dodici mila di rinforzo in q:[uest]o Regno,/ma arrivati di li dal Piemonte furono tutti presi dall’/Arciduca Carlo./Vicino Napoli, e propriam:[en]te a Massa, e Carra-/ra si è fatto un campo da’ Francesi per impedire/

  1. 37r

lo sbarco. Quinici mila Inglesi da sbargo sono stati dati a Frerdinando(sic)./Le cose sono alle strette, e si scrive da tutti lo/stesso e la decisione totale deve prendere a momenti. Domani/o l’altro saprò molto. Attendeva un bollettino fin da’ Venerdì/ma non l’ho avuto ancora./Lì vi rispedì  fare qui una sfuggita da incogni-/to di notte tempo farla, perché desidero parlarvi a/voce./Bruciate la presente dopo che l’avrete letta/Saluto i vostri compagni, e specialm.[en]te P. F. G. col q[ua]le/v° abb:° e resto G.P. “

  1. 38r

Falsa è la pace almeno son diversi i capitoli. Si vuole preferirci/i soliti preliminari, ma non furono raffirmati dalla Russia, che non/ha veduti adempiti i patti: fra quali l’opaggio di questo Regno. In/fatti i Russi, che vennero a tal’uopo, appena sbarcati in parte, vi prese=/ro acqua, e veleggiano il cratere, attendendo ulteriori disposizioni./Si scrive da lontano, che le Truppe si sono riconcentrate in Francia,/per foritifcare quell’Impero, dove è accorso Napoleone, per dare le/convenienti disposizioni, giacchè quell’Impero è minacciato. Tutto/si è rilasciato: e forse …..(sic) Si attendono le cose alle strette. Addio=” 

  1. 39r

N°4/Popoli tutti delle Amene contrade dell’uno e Laltro nostro/Apruzzo, se il naturale diritto, e la giusta necessità di mante-/nersi Liberi e salvi, rendeva lecite le battaglie, con cui gli/Antichi Romani si difendevano da’ nemici, che gli assali-/vano, quanto più si deve dire che militi a nostro favore la/stessa ragione, avendo il dritto, e nella necessità ritrovan=/doci di preservare da ingiusti usurpatori il Trono, le no=/stre sostanze, La libertà, L’onore, La vita, e la stessa Reli=/gione, che professiamo? Vi sovvenga sulle prime, che Ferdi=/nando quarto nostro legittimo, e amabilissimo Sovrano/con sacrileghe maldicenze fù notato dagli Ingiusti Agres=/sori non meno, che da molti infedeli Suoi Sudditi,/e da quelli specialmente, che furono gratificati dal me=/desimo, e garantiti, colla nota d’infame, e Tiranno/nota, che va smentita col fatto, giacchè egli da magna=/nimo con Reale magnanimità perdonò a tutti i Fello=/ni, sino a richiamarli dalle pene, a cui erano stati/giustamente condannati; reintegrandoli  appieno delle/robe confiscate non meno, che degli uff[i]zi, e posti nei/quali d’apprima erano. Ad onta però di tanta/beneficienza, chi mai lavrebbe creduto? I Felloni/

  1. 39v

anziche arrendersi, si sono vi e più insolentite in garantire/il Nemico intruso, chi senza senso di umanità fa stra-/ge degli Uomini, rende esauste le Comuni tutte, e/senza menomo riguardo ai Sacerdoti ai Religiosi, e/ai  stessi Santuarj, contro ciò che maliziosamente in un/Suo manifesto ripromettea. A voi dunque Populi(sic) tutti/del nostro fioritissimo Regno, A voi si appartiene all’ar=/marvi una coi zelanti di gia usciti in Campo contro/gl’interni, ed esterni nemici; i quali con subite scorre-/rie i nostri confini sorprendono; e più a maniera di/Ladri che di Soldati, le robe di ciascuno ne depre-/dono, e quello più fa orrore. L’onore ancora delle nostre/Donne. Riflettete altamente che il nostro Piissimo/Amoroso Sovrano Ferdinando quarto per Divina/disposizione sortì i suoi illustri natali dalla Reale,/Antichissima Stirpe Borbona; nacque in questo no=/stro Aminissimo Cielo, e dalla Provvidenza ci fù dato/per Re. All’opposto il Buonaparte è un Estero, di/cui non si sa, se per Legittima, o illegittima Discenden=/za da vile Schiatta sia oriundo. A voi finalmente/Ricorre La stessa Religione che professiamo. E come un’/anziana Madre, La quale posta in pericolo, rivolgesi/

  1. 40r

per ajuto a Suoi diletti Figliuoli, e vi supplica, e vi/scongiura ad impedire il guasto della Chiesa, La inco=/minciata rovina dei Monasteri, e Monaci, gli ob-/brobrj dei Sacerdoti La profanazione de Sacramenti,/Lo spoglio dei Santuarj, Lo scherno delle Croci, degli/Altari, e di Gesùcristo medesimo. Questi sono i giusti/motivi, che ci hanno indotto a prender le Armi, a di=/scendere nell’arena contro gl’inimici; e questi pure/devono muovere gl’animi vostri ad accrescere la no=/stra Armata; a sovvenirci nei bisogni, senza timo=/re, ne delle vostre sostanze, ne della vita ne dell’ono/re; perché ci avvenga richiamare la primiera, smarrita/pace, toglier di vita i Felloni, ove sono, e per fine mori=/re in seno alla vera F[e]de di Gesucristo.”  (37)

    Documenti importantissimi rivolti agli insorgenti antifrancesi i quali venivano informati, su quello che accadeva in Europa ed in Italia: la falsa notizia della disfatta della Grande Armata napoleonica sconfitta in Russia ( ciò accadrà alcuni sopo, nel 1812, con il micidiale freddo moscovita: “il generale freddo”), i movimenti degli eserciti e la loro consistenza numerica e, naturalmente, l’esortazione ad unirsi per difendere la patria, la religione, il re, la famiglia, l’onore delle donne e severamente punire i traditori: “[…] toglier di vita i Felloni, ove sono[…]” ed immolare per questi ideali, se occorreva, la propria vita come fece il possessore di tali documenti “ il Colonnello de’ Reali Eserciti, e Comand.[an]te del Corpo Volante ”  Giuseppe  Monaco e il figlio i quali, sfuggiti, il 3 ottobre 1807, dopo una breve sparatoria nei pressi delle montagne di Celano e di Aielli , dall’accerchiamento delle truppe del comandante francese Fournier, furono in seguito avvistati, sempre nella stessa giornata, nei pressi di Pescina dalle truppe francesi comandate dal capitano Genot  le quali avevano intimato ai Nostri di arrendersi: orgogliosamente ed intrepidamente questi rifiutarono la resa nonostante le forze ben addestrate dei francesi erano molto di più: 30 contro 5, nella inevitabile ed impari lotta che seguì morirono il nominato Giuseppe Monaco con il predetto suo figlio Pasquale; gli altri tre: Pelino Petrella (38), Andrea Damiani e Francesco Antonio Tulliani di Prezza riuscirono momentaneamente, invano, a fuggire infatti, dopo poco, furono arrestati e, alcuni giorni dopo, d’ordine di una commissione militare, furono impiccati e le loro teste recise furono inviate nei comuni di appartenza affinchè, come duro monito, fossero esposte nella pubblica piazza:

“[…] Tutte Le esecuz.[ion]i di Giustizia si dicono fatte p[er] Or-/dine del generale Huart. Ieri per ordine/di questo stesso Le teste di Gius:[epp]e del Monaco/e del Figlio furono trasportate in Introdacqua./La Testa di Muscillo verrà trasportata in Pra-/tola, e quella de Prezzani in Prezza[…]”.

    La stessa sorte, come abbiamo visto, toccò a Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli, al nipote Nicola Vincenzo Rosato ed all’altro capo brigante Andrea Damiani di Navelli: tutti e tre furono impiccati all’Aquila nello stesso giorno, il 9 Ottobre 1807 : le teste di Giovinotto e del nipote furono esposte nella pubblica piazza di Ovindoli e quella di Andrea Damiani “esposta nel Comune de Navelli sua Patria” affinchè a tutti fosse noto il fio da pagare per l’attaccamento verso la Casa Borbonica: 

“[…]Finalmente deponiamo, che il Mastro Andrea Damiani de Navelli, perchè Bricante, e cospiratore contgro l’attuale Felice Governo fù per mezzo della giustizia contannato a morter, e la di lui testa esiste esposta nel Comune de Navelli sua Patrai ed è la v erità[…]”

così apprendiamo dalle testimonianze del sessasettenne Pasuqale Sidonio, del sessantenne Angelantonio Evasio e del sessantacinquenne Pietro dedll’Orso, tutti originari del comune di Prata, rese il 3 ottobre 1808 ( ASA,Int., cat. 27 b 4013 b,Corte Criminale di Aquila, Porocessi seconda serie). Chiaramente quindi, si evince che ancora un anno dopo da quanto cioè il Nostro fu giustiziato e la sua testa fu trasportata nel comune di Navelli, era ancora esposta nella pubblica piazza di Navelli, come macabro trofeo, alla visione di tutti. Dobbiamo immaginare, quindi, che lo stesso metodo sia stato usato anche per le teste di tutti i giustiziati per ordine dei vari comandati francesi.Chissà quando dovette passare per essere tolte dalla vista dei passanti, dobbiamo supporre, che una volta tolte, venissero sepolte in un luogo consono. E i resti dei corpi acefali degli insorgenti giustiziati dove furono sepolti? Nel luogo dove furono impiccati o nella loro piccola patria? Sicuramente nello stesso luogo dove furono giustiziati. E le teste di questi furono poi riunite ai resti corporei di appartenenza? Chissà se i “fratelli” di qualche confraternita ebbero cura di adempiere a tale misericordiosa opera. Furono tributati le stesse accortezze funebri anche ai nostri insorgenti? O furono a loro vietata tale pietas in quanto erano considerati briganti e assassini? Sicuramente dovevano esistere delle norme ben precise e, in una società dove tutto era codificato non poteva esistere una così vistosa e deplorevole vacatio legislativa. E’ sicuro in una società fortemente religiosa, quale senz’altro fu la nostra contrada aquilana, che tali resti venissero piamente sepolti e ,quindi, di conseguenza, dovevano per forza di cose esistere dei regolamenti redatti all’uopo. La macabra usanza di decapitare i rei di stato e di affiggere la testa, come severo monito, su un gancio posto in una pubblica piazza o in luoghi molto frequentati alla vista di tutti era una triste usanza già molto usata nell’antichità e, quindi, dobbiamo arguire che era anche ben normata. Il reo di stato era figlio di Dio e quindi, perciò, bisognava dargli una cristiana sepoltura anche se in un luogo appositamente riservato e lontano dagli altri “cristiani” defunti. 

Cerchio, lì 27 Settembre 2023

    

Si ringaziano gli amici di Aielli, Mario Palerma e Maurizio Di Censo, i quali mi hanno sempre gentilmente accompagnato ed aiutato nel reperimento dei documenti conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila.

Note

  1. Stampato a cura del Parco Sirente Velino. Parcocultura 6 contributi alla conoscenza del patrimonio culturale del Parco Regionale Sirente-Velino. Gruppo Tipografico Editoriale L’Aquila, 2001
  2. Pagg. 83-92.
  3. Pagg.93-98.
  4. Pagg. 99-103.
  5. Jetti G.: “ Cronache della Marsica (1799-1915)”, Luigi Regina Editore, Napoli 1978. Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 al 1867”, Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Annata LXXXII (1992),Litografia F.lli Cellamare, 1994; Grossi G.-D’Amore F.: “ Capistrello Storia Arte Archeologica ”, DVG, Studio, Avezzano, Anno 2000.
  6. Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Annata LXXXII(1992), Litografia F.lli Cellamare, 1994.
  7. Come chiaramente si evince dal “ Notamento di quei Individui, che si sono presentati p[er] godere della Real Indulgenza Pubblicata in Celano il dì 13 ottobre 1806” che qui integralmente si riporta: “ Notamento di quei Individui, che si sono presentati p[er] godere della Real/Indulgenza Pubbli/cata in Celano il dì 13 Ottobre 1806./Adì 14 8bre Costanzo Contestabile di Celano Senz’armi perché le depositò il giorno 26/Marzo 1806/Adì 14 d[ett]o Giovanni Tarquinj della Villa di S. Benedetto ha depositato un Pistone in/mano degli Amministratori di Pescina/Adì 14 d[ett[o Pasquale Tarquinj Idem ha depositato un Fucile in mano degli Amm[inistrato]ri di Pescina/Adì 14 d[ett]o Lorenzo Fantini di Celano Senz’armi, perché presentate al Ten[en]te di Cavalleria Ber-/tuccini fin dal giorno 30 7bre 1806/Adì 14 d[ett]o Francesco Saverio Celeste Idem Senz’armi, perché presentate come Sopra/Adì 14 d[ett]o Gennaro Ranalletta Idem ha depositato un Fucile/Adì 15 d[ett]o Pietro Tomassitti alias Nerone ha presentato un Pistone, un Cangiarro, una/Bajonetta, ed un Patroncina con sei Cartucci/Adì 15 d[ett]o Giuseppe Cerasoli Idem si è presentato Senz’armi,p[er]chè le depositò il giorno/25 Marzo 1806 Senza più riprenderle/Adì 15 d[ett]o Felice d’Alessandro Idem si presentò co[n] un Fucile, Patroncina, e quattro Cartucci/Adì 15 d[ett]o Luigi Longo Idem Si è presentato co[n] un Pistone, e trè Cartucci/Adì 15 d[ett]o Nicola Pitone Idem si è presentato co[n] un Pistone, e trè Cartucci/Adì 15 d[ett]o Simplicio Massaro Idem si è presentato Senz’armi, p[er]chè le depose il giorno/26 Martzo 1806 senza più riprenderle/Adì 15 d[ett]o Giuseppe Celeste Idem si è presentato con un Fucile/Adì 15 d[ett]o Gaetano Piccone Idem si è presentato co[n] un Pistone/Adì 15 d[ett]o Vincenzo Angelone Idem si è presentato con un Fucile/Adì 15 d[ett]o Vincenzo Fellini Idem si è presentato Senz’armi p[er] averle deposte nel gior-/no 26 Marzo corr[ent]e anno 1806/Adì 15 d[ett]o Nicola Iacobacci di Cerchio si è presentato co[n] un Fucile, e trè Cartucci/Adì 15 d[ett]o Rocco de’ Santis di Celano si è presentato con un Fucile/Adì 15 d[ett]o Vincenzo Vicaretti Idem si è presentato con un Fucile/

Adì 15 ottobre Felice del vecchio di Celano si è presentato co[n] un Fucile/Adì 15 d[ett]o Saverio d’Innocenzo Idem si è presentato co[n] un Fucile, e quattro Cartucci/Adì d[ett]o Giovanni Contestabile Idem si è presentato co[n] un Fucile, Patroncina, e quattro Cartucci/Adì 15 d[ett]o Giovanni Contestabile Idem si è presentato co[n] un Fucile, Patroncina, ed otto Cartucci/Adì 15 d[ett]oFilippo Paris Idem si è presentato co[n] un Fucile/Adì 15 d.[ett]o Pasquale Paris alias Rintello Idem si è presentato co[n] un Fucile, Patroncina, e/21 Cartucci./Adì 16 d[ett]o Orazio Paris Idem si è presentato co[n] un Fucile/Adì 16 d[ett]o Giuseppe del Vecchio Idem si è presentato con un Fucile/Adì 16 d[ett]o Antonio di Pietro Idem si è presentato co[n] un Fucile, e Patrona/Adì 19 d[ett]o Carlo Matteo Sperandio di Cerchio si è presentato con un Pistone/Adì 19 d[ett]o Odoardo Magnanti di Celano si è presentato senz’armi p[er] averle deposte nel/giorno 26 Marzo 1806- Senza più riprenderle/Adì 19 d[ett]o Simplicio Perleone Idem si è presentato senz’armi p[er] averle deposte nel/giorno 26 Marzo 1806- Senza più riprenderle/Adì 19 dett]o Francesco Perleone Idem si è presentato come Sopre/Adì 19 d[ett]o Baldassarre Liberatore Idem si è presentato come Sopra/Adì 19 d[ett]o Domenicant[oni]o Tiburzi di S. Iona si è presentato co[n] un Fucile/Adi 19 d[ett]o Felice Ruggeri alias Giovinotto di Ovindoli si è presentato co[n] un Fucile/Adì 20 d[ett]o Alesio Contestabile si è presentato co[n] un Fucile/Adì 22 d[ett]o Luigi di Cicco Idem si è presentato Senz’Armi p[er] aver tirato delle sassate/nell’entrare la Truppa Francese ne giorni 20 7bre/Adì 22 d[ett]o Francesco Lanti Idem si è presentato Senz’armi, perché seguiva P.[adre] Domi-/zio in qualità di Giacchetto./Adì 22 d[ett]o Benedetto Olivieri di S. Iona si è presentato co[n] un Fucile/Adì 22 d[ett]o Francesco Magnianti si è presentato con un Pistone/Tomassetti Governatore”. Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza, Categoria

  1. Amiconi F.: ”  Cerchio dal 1798 op.cit.”  Amiconi F.: “ Idee politiche di Venanzio D’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti nell’entroterra abruzzese durante l’invasione francese (1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Anno XI, 2008 Quaderno n. 92. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina”, Edizioni Kirke Cerchio, 2012.
  2. Suddiviso in 3 periodi: “Napoleonico” (1809-1815); “Restaurazione” (1816-1860) e “ Stato Civile Italiano”(1860-1865).
  3. Liber mortuorum (1802-1831).
  4. Vincenzo Rosati il 6 Ottobre 1807 subì, da parte del capitano delle truppe francesi Giacomo Fournier il seguente interrogatorio: “[…] f. 4r/Vincenzo Rosati di Onvidoli di circa 20 Anni illetterato costituito avan-/ti il Sig.[no]r Cap.[itan]o Fournier il di 6 8[otto]bre 1807 dice/Chi esso portasse con suo Zio Giovinotto dal giorno, in/cui il Generale Merlin fece arrestare la Sua Parentela, e/sempre con lui si è trattenuto sino al dì 5 corrente. Dice che/un giorno della settimana passata fossero nelle montagne/de Navelli, ed ivi chiamati, ed introdotti nel paese Monaco, il/Figlio, Giovinotto, e Muscillo, e in Ritornando portarono seco Damia-/ni. Dice che nella Casa di Cannella di Luco andarsene i Brigan-/ti del Monaco, Suo Figlio, Giov:[inotti] ed ebbero il Rosolio. Dice che il/figlio di giovinotto fosse a Stiffe, e si prendesse il Cavallo; dice/incontrando il Corriere e propriam.[ent]e il Garzone di Masciarelli,/Muscillo volea assolutam.[ent]e fucilarlo. Dice che un Paesano di Capor-/ciano dicesse che un Galantuomo del Luogo avea un Cavallo, e glie-/lo facesse prendere dai Briganti. Dice che nel giorno, in cui an-/diede ad unirsi coi Briganti Vi trovò= Del Monaco=Suo Figlio=/Giovinotto=Il figlio= Venanzio Ferrini=Gianpasquale Ferrini=/Luigi Majezza= Ciccio di Carapelle= Iagnemma di Barisciano=/Saverio di Prezza= Francesco di Prezza= Altro Francesco di Prezza=/f. 4r/ Pucitto delle Forme= Muscillo= Nonno Cico Aielli Forme (è cancellato n.d.a.)Pater-/no= Carlantonio di Goriano= Anselmo suo F[rate]llo= Luigi Ranes/monaco venuto da Roma= Pizzinerilla di Terranegra= Angelo/maria della Rocca ammogliato(sic) in Terranegra= Un militare di/Roccadicambio= Francesco Monaco di magliano= Chiavarini=/Troja=/Le cap.[itai]ne Command.[an]te/Fournier/Il Cap:[ita]no R:[elato]re della Com:[missio]ne Mil:[ita]re/Alò[…]”
  5. I.M.S./De Animarum St[atus]/Liber/In quo Familia quesq.e Pa[ro]chie adnotata, intervallo relic[…]/ab unaquaq.e, ad alteram Subsequi/tem, in quo sigillatim scribur[..]à me Didaco de Luca Archipresb[iter]/Curato, nomen, cognomen, etas [sin-]/gulorum, qui ex Familia Su[…]/tamquam adven in ea vivun[…]/Ovindoli hac die 19.a M.[ensi]s May 1[765]/Hoc Signum in margine è contra, nempe[…]/Significat, P.a C. illos, qui Sacram.[en]to Confirmati/Sunt muniti 2.a C. qui ad Confessionem/admissi, et 3.a C., qui in Sacrm. Co[m]muni[…]/recipiunt”, Archivio Parrocchiale di Ovindoli. Il sunnominato parroco De Luca all’inizio di ogni fuoco (famiglia) mette in evidenza la data della compilazione : 19 luglio 1765. Chiaramente si evince, quindi, che la compilazione del sopramenzionato  “Status Animarum”, e quindi possiamo, senza dubbio, surrogare la data mancante della compilazione del Nostro registro è quella del “die 19.a m[ensis] May 1765 “.  
  6. Testor fidemque facio Ego infrascriptus Archypresbiter curatus sub/scripte T[er]re Ovindoli, qualiter perquisito libro Baptizatorum/huis Parochie penes me existente, et inter alias particulas se=/quentem inveni.= Die decima Septima mensis Januarii Mil=/lesimo Septingentesimo octogesimo Sexto.= Antonia Reina Filia Felicis Rugeri, et Angele Palumbi Coniugum huius T(er)re Ovin=/doli, nata circa horam decimam Sextam Soprad.[ic]to diei, et anni,/baptizata fuit a me infras[cri]pto Archipresbitero, et è Sacro Fonte/Suscepit Dominica di Santo huis Parochie, in quorum/Didacus de Luca Archip.[resbite]r/Unde requisitus hac ipsam particulam proprio meo charactere/de verbo ad verbum ex ipso originali Libro exaravi cum/quo concordat in quorum fide= Datum in hac T[er]ra/Ovindoli die octava mensis Julii 1813./Ego Simplicius Panetta Archypresbiter curatus Tes.[to]r que S.[upr]a/Presentata il dì diciassette del Mese di Luglio anno 1813/P.[ompeo] Colabianchi ”. Archivio di Stato di L’Aquila, Stato Civile, Comune di Ovindoli, b. 2527.
  7. Nell’atto di matrimonio N.° d’ordine due la nostra risulta come “ Angiola Palummo di anni cinquantacinque”, Archivio di Stato di L’Aquila, Stato Civile, Comune di Ovindoli, b. 2527.
  8. N° d’ordine due/L’anno milleottocento tredici a’ diciassette del mese di (sopra  a destra vi è manoscritto il numero 2. n.d.r.)/Luglio ad ore tredici nella casa comunale/avanti di noi Pompeo Colabianchi Sindaco ed uffiziale dello/stato civile del comune di Ovindoli provincia di/Aquila è comparso Leonardo Angelosanto d’anni trenta-/sei di professione Lavoratore di Campagna domiciliato/in Ovindoli Str:[ada] della Fonte figlio maggiore del fu Nico-/la Angelosanto morto in questo Comune à ventidue del Me-/se di Dicembre dell’anno milleSettecento novantotto come co-/sta dall’atto di morte fatto in questo Comune nel giorno Stes-/so, ed a noi esibito, e di Girolama Jacovitti di anni Sessan-/totto di professione filatrice domiciliata in casa del fù Suo Marito/presente all’atto, e dando il consenso. E’ comparsa egual-/mente Regina Ruggiero di anni ventisette, di professione/filatrice, domiciliata in questo Comune nella Strada della Piazza Figlia maggiore del fù Felice Ruggiero morto nel-/la Città dell’Aquila a nove del Mese di Ottobre dell’anno/mille ottocento Sette, come costa dal certificato fatto da/questo Parroco, ed a noi esibito, e di Angiola Palum-/mo di anni cinquantacinque, di professione filatri-/ce domiciliata in casa del fù Suo Marito, presente all’at-/to, e dando il consenso/Quali ci hanno richiesto di procedere alla/celebrazione del matrimonio trattato fra essi, di cui le pub-/blicazioni Sono seguite avanti la porta della nostra casa co-/munale, cioè la prima à quattro giorno di Domenica del Me-/se di Luglio ad ore venti, corrente anno, e la Seconda à undici ( segue sotto la seguente scrittura a stampa: “ Firma del Giudice delegato dal presidente/del Tribunale di prima Istanza.” E, sotto, la firma manoscritta: “ Ricci” n.d.a.)/giorno di Domenica ad ore quindici dello Stesso Mese, ed/anno. Non essendoci Stato presentata alcuna oppo-/sizione al Matrimonio/secondando le loro domande, dopo d’aver/letto tutti i documenti, ed il capitolo sesto del codice civile/sotto il titolo del matrimonio, abbiamo domandato a’ futuri/sposi se vogliono prendersi per marito e moglie; ciascuno di/essi avendo risposto separatamente, ed affermativamente, noi/dichiaramo a nome della legge, che Leonardo Angelosanto,/Vedovo della fù Cesidia d’angelo, e Reggina Ruggiero/sono uniti in matrimonio/Di tuttociò ne abbiamo formato il presente at-/to in presenza di Giacomo Pietrantonj ( questi risulta iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]34. Pietrantonj Giacomo di Nicola- proprietario- Carbonaro[…]”- Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.) d’anni qua-/rantasei di professione possessore di pecore domiciliato in/Ovindoli. Di Pasquale Recina d’anni quarna-/tasei di professione Calzolajo domiciliato in/Ovindoli e di Girolamo Rosati d’anni sessan-/ta di professione Serviente Comunale domiciliato in/Ovindoli ( è sicuramente il padre del sopra riportato nipote di Felice Ruggiero, Nicola Vincenzo Rosato impiccato, come abbiamo visto su insieme con lo zio Felice Ruggiero il 9 Ottobre 1807 nella città dell’Aquila n.d.r. ) Il suddetto atto è stato letto tanto a’ testi-/moni, che a’ contraenti; s’è indi firmato da noi, dallo Sposo, e da testimonj, avendo asserito la Sposa di non Sapere/Scrivere  Lonardo Angelo Santo/Giacomo Pietrantonio/Pasquale Recina/Giovanni Marinetti ( è iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]28. Marinetti Giovanni- Proprietario- Carbonaro[…]”, Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Io rosato geronimo test.[imoni]o/P.[ompeo] Colabianchi  ”. Archivio di Stato dell’Aquila, Stato Civile, Comune di Ovindoli, b. 2527.
  9. “ Prov.[inci]a di 2° Abb[ruzz]o Ultra/Stato nominativo dei Capi Briganti, che Sono esistiti nella Sudetta/Prov.[inci]a dal 1806 in Avanti nativi della medesima/

Nomi e Cognomi                  Patria                                                                       Osservazione

              Ermenegildo Piccioli           Navelli        Antico Cap[ita]no di Ferdinando, Capo, ed autore princi=/ 

                                                                           pale della Cospirazione, rivolta, e Brigantaggio

                                                                                 della Prov.[inci]a nell’Estate del 1806. Si presentò, dopo essere

                                                                                 Stato varie volte battuto, nel mese di 8bre di d.[ett]o Anno

                                                                                 Al sig.[no]r Gen.[era]le ; e fu nominato Cap[ita]no

                                                                                 Comand.[an]te di due Compagnie di Volteggiatori abruz=

                                                                                 zesi, formate dei Briganti presentati, che si misero 

                                                                                 in rivolta di nuovo in Navelli nel marzo del 1807. 

                                                                                  Arrestato nuovamente in Napoli per nuovi Cari= 

                                                                                       chi nel 1807, e giudicato per essi dalla Corte Crim.[ina]le 

                                                                                       di Napoli, sortì in libertà sotto la Sorveglianza 

                                                                                       della Polizia.

Luigi Bussi                         Cicolano                           Capo brigante nel marzo del 1806; arrestato quin=

                                                                                      di dalla Gend.[armeri]a nel 1807, fu impiccato per Sentenza

                                                                                      del Tribunale Straordonario.

Giuseppe Monaco       Introdacqua                       Antico           Capo brigante nel 1799; Seguace di

                                                                                      Piccioli nel 1806, e Capo Subalterno del medesimo,

                                                                                    ricusò di presentarsi in 8[otto]bre di d.[ett]o anno, e divenne

                                                                                     Capo isolato; fu ucciso insieme col figlio Giuseppe (?)

                                                                                     in attacco avuto dalla Truppa di Linea, e Gend.[armeri]a

                                                                                     ai 3 8[otto]bre 1807. Vicino forca Caruso, e distrutta nel

                                                                                     medesimo giorno la Sua banda

Silvestro Bianchi    Gagliano                                    Capo brigante Sotto gli ordini di Piccioli nel 1806,

                                                                             e da questi Sedotto; Si presentò in 8[otto]bre d.[ett]o anno, pre=

                                                                                      se servizio nei Volteggiatori abruzzesi; nella rivolta

                                                                                      di questi in marzo 1807; Salvò la Vita a 22 soldati

                                                                                      di Linea Italiani, e all’Ajutante di Campo del Si=

                                                                                      gnor Gen.[era]le Digonet , arrestati in Navelli la notte

                                                                                      della rivolta; prestò Segnalati Servizi contro i briganti

                                                                                      negli anni avvenire, per cui fu Cancellato dal Ruolo

                                                                                      dei briganti, ed oggi Vive tranquillo nella Sua

                                                                                      Patria

Nomi e Cognomi         Patria                                                                   Osservazione

Bernardo Tancredi       Civitellaroveto                Capo Brigante nella Valle di Roveto nel 1806, arresta-

                                                                                  to quindi dalla gend.[armeri]a, ed impiccato nella Sua

                                                                                  Patria per Sentenza del Tribunale Straordinario

Luigi Allegritti                     Idem                           Celebre, e Sanguinario Capobrigante nel 1806,

                                                                                  nella Valle di Roveto; Arrestato quindi dalla Gend.[armeri]a

                                                                                  condannato ai ferri dal Tribunale Straordinario; 

                                                                                  perì per istrada, Allorchè fu Condotto in Napo=

                                                                                   li.

Matteo Giorgio                 Idem                             Capobrigante nella Valle di Roveto nel  1806; ar=

                                                                                  restato dalla gend.[armeri]a; Condannato ai ferri dal

                                                                                  Tribunale Straordinario; perì per istrada

                                                                                   Come l’antecedente

P.[adre] Domizio Iacobucci   Ajello                      Celebre Capo brigante Sotto gli ordini di Piccioli

frate francescano                                                    nel 1806, Si presentò; nominato quindi Cappella=

                                                                                    no di un Reggimento, andò in Ispagna, da dove di

                                                                                    cesi essere disertato, e che Sia ora in Sicilia.

Felice Ruggieri              Ovindoli                            Celebre e feroce Capo Brigante nel 1806, e 1807;

                                                                                    Antico Capo brigante nel 1799 percui ebbe il grado

                                                                                    di Tenente nella passata dinastia; ferito nell’at=

                                                                                    tacco de’ tre 8[otto]bre 1807, ed arrestato nella notte de’

                                                                                    quattro dalla gend.[armeri]a; fu impiccato in Aquila

Andrea Damiani            Navelli                               Capo brigante nel 1806 Sotto gli ordini di Piccioli

                                                                                    Fuggito nell’attacco del tre 8[otto]bre 1807 Arrestato

                                                                                     la notte seguente dalla Gend.[armeri]a con l’altro Capo

                                                                                     brigante Giovinotti ; fu impiccato con esso in

                                                                                     Aquila.

Pelino Petrella           Pratola                                   Celebre Scorridore di Campagna Sotto il

                                                             Passato Governo;  Aggraziato dal Governo nostro (è stato  cancellato e  sopra è scritto “attuale” n.d.r.)

                                                                                     divenne Capo brigante, e Capo dei Rivoltosi di

                                                                                      Rajano in 7bre 1807; arrestato dalla genad.[armeri]a nel=

                                                                                      L’attacco dei 3 8bre d.[ett]o anno; fu impiccato in

                                                                                      Celano.

Venanzio Ferrini        Goriano Sicoli                        Feroce Capobrigante nel 1806; ferito quindi

                                                                                      in una spalla nel 1808; fu arrestato, e Condan-

                                                                                      nato dal Tribunale Straordinario ai ferri.

Giovanni Ventresca      Introdacqua              Feroce e rinomato Capo(è scritto sopra n.d.a.) Brigante nel 1806;

                                                                             1807, e 1808, ucciso ai 22 Luglio 1808 per in=

                                                                             sinuazione delle autorità della Prov.[inci]a da due

                                                                             Suoi Compagni Vingenzo di Cenzo, e Nicodemo

                                                                             Centofanti d’Introdacqua, con promessa di perdono

Nomi, e Cognomi             Patria                                             Osservazioni

Giovanni La Rocca          Pacentro                   Antico Scorridore di Campagna; Capo Brigante

                                                                              Sotto Piccioli nel 1806, e quindi Capobrigante nel 1807.

                                                                               1808, 1809, e 1810, nella Prov.[inci]a di Molise, Capitana=

                                                                              ta, e Basilicata; ucciso nell’Inverno Scorso in

                                                                              Calabria dalle Truppe Comandate dal Signor

                                                                              Generale Manhes.

Amidio Bevilacqua           Rajano       Fu Capo di una parte(è stato corretto n.d.a.)della Comitiva penetrata da

                                                               Tivoli nel 1809. allorchè questa si divise in due bande

                                                               ucciso da Crescenzo Bianchi di Scanno a dì 5 8[otto]bre 1809

Francesco Fioravanti   Cicoli     Capo brig.e( è stato cancellato n.d.a.)della Comitiva suf.[ett]a nel momento che penetrò

                                                              da Tivoli. Impiccato p[er] Sent.[en]za della Com.[mission]e  Mil.[itar]e

                                                              del dì 8 gennaro 1810

Nota

Hanno figurato nella Prov.[inci]a nel 1806, e 1807.Similmente i Celebri ca=/pi Briganti Massimo Nicola Masciarelli di Penna, e Dell’Orso di Brittoli,/Celebri Capi Briganti nella Prov.[inci]a di Teramo, che hanno invasa la Prov.[inci]a/di Aquila Varie Volte con numerose orde. Uccisi, il primo, in Maggio/1808 nelle Vicinanze di Penne, il Secondo nel 1807, in Civita Santangelo/

Gregorio di Sisto Bucci      Alfedena          Compagno dell’assassino Matera di Terra Lavoro, ed attualm.[ent]e

                                                                          in Campagna alla testa di una picciola Comitiva.

Estiniti       uccisi                              n.° 6

                  Giustiziati                       n.° 6

Viventi     Fuori Regno senza                    

                 Saperne la dimora         n.° 1            17

                 Liberi                                n.° 2

                In campagna                    n.° 1

               Cond:[anna]to ai Ferri     n.° 1

                                                                                       Aquila li 10 Dic.[embr]e 1811 “. 

Archivio di Stato dell’Aquila,  S. I Cat. 27 b. 4832. Amiconi F.(a cura): ” La repressione del Brigantaggio op.cit.”, pp. 67-70.

  1.  Vedi appendice. 
  2. Rivera G. :” L’invasione francese in Abruzzo ( 1792-1799)”, Studio Bibliografico Adelmo Polla Cerchio, 1981, pp. 241-242.
  3. Felice Ruggero infatti, si arrese alla truppe Francesi, come già abbiamo visto la prima volta, il 19 Ottobre 1806 (vedi nota 7) e, la seconda, il 21 Maggio 1807: “ Eccellenza […]a dì 23 Mag[gi]o 1807  […] Il Sindaco, ed Eletti di Ovindoli umilm.[en]te espongono a V.[ostr]a E.[ccellenza] come sotto il dì 21 d[e]l cor.[ren]te a circa le 20 si vide comparire in Ovindoli il celebre Felice Ruggieri alias Giovinotto armato di tutto punto, cioè di due Pistole, Padrona e Schioppo[…] quello stesso, che si presentò al Sig[no]r G[enera]le Goullus in Celano e fu perdonato[…]” (vedi appendice). Come chiaramente si evince il Nostro sfruttava intelligemente a suo favore le “Reali Munificenze”: infatti due volte si ripresentò e due volte ritornò alla macchia; molto probabilmente, sicuramente, fece ciò per riprendere fiato, stare un po’ in pace con la propria famiglia , vedere quale aria tirava ed anche per concertare il da farsi con i suoi commilitoni. Purtroppo, per lui, non ci fu una terza volta. 
  4. Vedi nota 7.
  5. Vedi Appendice. Il Capitano Giacomo Fournier rilasciò, il 20 Agosto 1808, ad un anno circa da tale azione militare, la seguente certificazione :”[…]f. 20 r/Divisione degli Apruzzi 10.mo Reggimento di Linea/Giacomo Fournier Capitano del 10.mo Reggimento Comandante/la 3^ Compagnia del Ià Battaglione,/Si certifica da me Sottoscritto Capitano del 10.mo Reggimento di/Linea Francese, come trovamdomi io con la Compagnia sotto ai miei/ordini in Celano qual Comandante di quel Circondario sotto gli ordini/del Sig:[no]r Generale Huard nel mese di Settembre, e Ottobre dell’anno/1807 avendo dei sospetti, e degl’indizi che la Banda de’ Briganti coman=/data dai due celebri Capo Briganti Giuseppe Monaco d’Introdacqua,/e Felice  Ruggieri alias Giovinotti di Ovindoli, il giorno tre di Ottobre/di detto anno dopo mezzo giorno si trovasse su dette montagne fra/Forcacaruso, Aiello, e Gagliano, partii immediatamente con la mia Truppa,/e detti le altre disposizioni convenevoli, e particolarmente prevenni il Sig:[no]r/Genota Capitano similmente del 10.mo Reggimento Comandante a Pescina/di portarsi sul punto suaccennato. Infatti fra le tre in quattro ore dopo/il mezzo giorno, dopo di aver visitati tutti quei luoghi, rinvenni la Banda/stessa, la sopresi, l’attaccai, e la distrussi quasi interamente, avendo/io stesso per il primo ferito il Giovinotti uno dei Capi./Alcuni dei Briganti/benché feriti ebbero il tempo di fuggire, come Monaco Padre, e figlio,/Giovinotti, il Capo Pellino Petrlli alias Muscillo di Pratola, Vincenzo/Rosato di Ovindoli Nipote di Giovinotti, il Capo Andrea Damiani di/Navelli, e FrancescoTulliani di Prezza, e qualche altro, ma/essi furono tutti presi nella notte, e nel giorno susseguente, giacchè io/non rallentati mai la di loro persecuzione, ed il Capo de’ Briganti/Monaco ed il di lui figlio furono ammazzati nello stesso giorno a/tre miglia di distanza dall’azione dai soldati Francesi della Compag.[ni]a/del Sig.[no]r Capitano Genot, e da questi fu rinvenuto sul di lui Cadavere/[un] portafoglio…. di carte il quale fu rimesso immediatamente/f. 20v/al Sig:[no]r Capitano Genot stesso, e da lui a me consegnato ben chiuso/qual Comandante il Circondario, carte le quali io esaminai, e lessi,/e vidi che riguardavano la corrispondenza che il detto Monaco, aveva/avuta particolarmente con i Fratelli Piccioli di Navelli, e vi era fra/le altre un proclama incendiario contro l’attuale Governo; carte/che io mi affrettai rimettere al Sig:[no]r Generale Huard Comandante/in allora la Provincia, come rimisi similmente al medesimo Sig:[no]r/Generale cinque desposizioni che io presi nei giorni seguenti cinque e sei di Ottobre dai appresso nominati Briganti, che presi vivi per/mio ordine furono trasportati alle carceri di Celano, cioè Felice Ruggieri,/alias Giovinotti di Ovindoli, Andrea Damiani di Navelli, Pelino/Petrilli alias Muscillo di Pratola, Vincenzo Rosati di Ovindoli, e/Francesco Antonio Tulliani di Prezza, deposizioni fatte avanti di me,/e da me controsignate. Ed in fede della verità, e sul mio onore ho/fatto il presente Certificato. Aquila oggi giorno Venti agosto mille/Ottocentotto./Fournier/Il Cap:[ita]no R:[elato]re della Commiss:[io]ne Mil:[itare]/Alò[…]”.Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale, Processi/Seconda Serie/, 217.
  6. Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale, b 217. Il Capitano Giacomo Fournier interrogò Vincenzo Rosato, Pelino Petrelli e Andrea Damiani. Vedi in appendice
  7. Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale,  Processi (Seconda Serie). Vedi appendice.
  8. Archivio Parrocchiale di Ovindoli. Stato delle anime del 19 Maggio 1765: stato di famiglia di Felice Antonio Recina.
  9. Anche questi partecipò  a Roio nel 1799 all’ezione di Giovanni Salomone quale comandante supremo della masse d’Abruzzo.
  10. Leosini A.: “ Appunti di Storia Abruzzese”  ms 296, f. 17r e f. 17v . Biblioteca Provinciale “ S. Tommasi”, L’Aquila. La sorella del citato Felice Antonio Recina, Artemisia, scrisse una “[…]denunzia rei di Stato e giacobini- 24 Luglio 1799. Si vendica della fucilazione del fratello Felice Antonio, fatta dai Francesi”. Tale importante documento, composto da due facciate, fu collocato, nel 1911, nella mostra del cinquantenario dell’unificazione del regno d’Italia.  Io pieno di fiducia per il recupero di tale documento ho scritto, nel 2018, all’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Questi gentilmente, in data 2 marzo 2018, mi hanno risposto :[…]Purtroppo, in merito al quesito che lei ci propone, non posso esserle di nessun aiuto. Posso prtò spiegarle il perché dell’indisponibilità presso il nostro Istituto del materiale documentario da lei richisto. In realtà tale materiale non è mai stato di proprietà dell’Istituto: sia nella mostra del 1911 che in quella successiva esso è stato prestato agli organizzatori dagli eredi dei soggetti indicati, che a mostra conc lusa, ne rientravano in possesso. Dove possa essere finito dopo tanti anni non sono assolutamente in grado di dirgielo: forse dovrebbe potrebbe fare un tentativo allìArchivio di Stato dell’Aquila nel caso, improbabbile ma non impossibile, che qualcuno degli eredi abbia deciso di donare i documenti in suo possesso a un archivio che avesse tutti i requisti per conservatlio ed eventualmente valorizzati. Se invece sono finiti sul mercato del collezionismo è come se fosseri persi[…]Roma, 2 marzo 2018 Giuseppe Monsagrati”. Angelo Leosini ancque a Preturo da Pasquale e Luisa di Stefano, il 4 gennaio 1818 e morì il 30.12.1881. Amiconi F.(a cura): ” La guerra de’ paesani op.cit.”.
  11. Leosini A. : “ Appunti op.cit.”, f. 1v.
  12. L’ispettore di polizia francese Luigi Piccioli, fratello  di Ermenegildo, nel 1806 si adoperò acche il fratello abbondonasse “ il disonorante Mestiere di Capo Massa “ (vedi appendice) riuscendo a far ottenere, grazie ai suoi servigi, al sunnominato fratello, da parte del Governo Francese, il perdono infatti, il 24 Ottobre 1806, Ermenegildo Piccioli con tutta la sua massa, si presentò al generale Parteneux per ottenere la “Real Munificenza” che non solo fu concessa ma addirittura gli fu dato incarico di formare con gli ex insorgenti una compagnia volante posta al suo comando (vedi nota 16). Ermenegildo Piccioli, il 15 Ottobre 1807 fu arrestato in Napoli accusato, insieme ad i suoi fratelli ed altri, di cospirare contro il governo Francese e il  25 Novembre 1808 lui e suo fratello Gaetano furono separatemente interrogati in Napoli dove erano detenuti nelle prigioni del Castello dell’Ovo  (vedi Appendice). Nel 1815 Ferdinando I di Borbone concesse a Don Gianfrancesco Piccioli il titolo di Marchese di Navelli per aver dimostrato fedeltà alla corona nel periodo dell’invasione Francese. La famiglia per questo aggiunse allo stemma gentilizio un simbolo di fedeltà al re: una mano che arde sul fuoco caricato da un sole rinascente (il sole è la restaurazione e la mano sul fuoco la fedeltà [ http://www.storianavelli.it/Sito%20Navelli/stemma_piccioli.htm] ).

 Il Nostro, il 10 Settembre 1822, all’età di 50 anni, fu condannato alla pena di morte e poi graziato in quanto assieme a 66 compagni di avventura partecipò, nella notte fra il 1° e 2 Luglio 1820, ai famosi moti insorgenti passati alla storia come i “ Moti di Nola”., infatti così apprendiamo dalla DECISIONE/DELLA GRAN CORTE SPECIALE DI NAPOLI,/SPECIALMENTE DELEGATA DA S.M. (D.G.)/Nella Causa contro i rivoltosi di Monteforte ed Avel./lino per la ribellione in detti luoghi scoppiata nel/2 di Luglio 1820./” NAPOLI,/NELLA STAMPERIA DELLA SOCIETA’ FILOMATICA./Per ordine superiore./1822. Amiconi F.(a cura):” La repressione del brigantaggio op.cit.”.

    1. Padre Domizio Iacobucci, nato ad Aielli, da Filippo Luciano e da Teresa Callocchio il 5 Maggio 1769. Per la sua temerarietà ed abilità nella tecnica della guerriglia fu, anche lui, come Michele Pezza d’Itri, soprannominato, dai Francesi, Fra Diavolo. Più volte citato in questo lavoro (vedi). Per questo importante personaggio è in corso di preparazione da parte dello scrivente un lavoro specifico riguardante le sue gesta. Vedi anche Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 al 1867”, Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria,Annata LXXXII(1992) ( CIV dell’intera collezione), 1992; Amiconi F.:  “ Marsica ieri: Padre Domizio Iacobucci”, Marsica Domani, n. 11, 30.11.1987. Amiconi F. : “ La repressione francese contro i briganti nella Marsica del 1806”, Museo Civico di cerchio, Quaderno n. 11, Anno I, 1998. Amiconi F.: “ “Storia di Cerchio dal 1798 al 1867”, Stampa MCM Carsoli AQ, 2006. Amiconi F.:” Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti durante l’invasione Francese nell’entroterra abruzzese (1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 91, Anno XI, 2008. Vedi nota 15. Amiconi F.(a cura):” La repressione del brigantaggio op.cit.”.
    2. Giuseppe Monaco d’Introdacqua famoso capo brigante, “Capitano delle milizie Provinciali nel passato Governo” e  più volte citato in questo lavoro ( vedi appendice). Il 18 Luglio 1807 prese parte con la sua truppa al saccheggio del palazzo d’Amore Fracassi di Cerchio ( vedi appendice). Vedi nota 15. Amiconi F.(a cura):” La repressione del brigantaggio op.cit.”.
    3. Andrea Damiani di Navelli, famoso capo brigante più volte citato in questo lavoro (vedi nota 15) subì da prte del comandante francese Giacomo Fournier il 6 ottobre 1807, il seguente interrogatorio:”[…] f. 6r/Andrea Damiani di Anni 35 del Comune di Nav[elli  costituito]avanti il/Capitano Fournier oggi li 6 8bre 180[7 di]ce quanto Segue/Ch’Egli p[r] tre giorni sia Stato colla Massa comanda-/ta da del Monaco, e Giovinotto, e di Sapere p[er] certo che il Princi-/pe Barberini abbia sempre avuto intelligenza con loro, e p[er]/fargli capitare le lettere siasi Servito di Migliorati di Cape=/strano. Dice ancora sapere col Mezzo di Francesco Angelone de/Navelli che D.[on] Ferdinando Scala di Popoli andasse a Navelli/per dire che teneva circa cento persone di Suo comando, e che in=/tendevagli Rivoltare i Paesi, giacchè era stanco di più Soffri-/re il presente Governo. Dice sapere che questo stresso Francesco An-/gelone sia stato alquanto con i Briganti, e dopo aver-/si fatto un bottino siasi ritirato nel Paese. Dice ancora che D.[on]/Ermenegildo Piccioli, D.[on] Ferdinanado Cortelli, Il figlio di Miglio-/rati di Capestrano abbiano continuam.[en]te scritte delle notizie allar-/manti da Napoli, col Gerico La causa è finita, e cher molte di que-/ste lettere Le abbia avute D.[on] Andrea Ferreri di Capestrano. Dice/Ancora che Lui, ed Angelone La Sera di Mercoledi della Scorsa/Settimana per Comando dei F[rate]lli Piccioli di Navelli andassero a pren-/f. 6v/[…]briganti nella Selva de Navelli, e gl’introducevano nella/[di l]oro casa i Capi Del Monaco, il Figlio, Giovinotto, e Muscillo,/che introdotti cenassero assistiti dal Baroncino Marco, da D.[on] Pas-/quale, D.[on] Gaetano, D.[on] Gennaro Piccioli, e Da D.[on] Giandomenico/Corsi di Capestrano, e fussero serviti dal Servit.[or]e Donato di Sol-/mona, che nella cena gli fussero lette da suoi assistenti delle/notizie contro il governo, e che in Seguito per loro Ordine fossero/dallo stesso Angeloni Scortato insino alla Nunciata, dopo aver=/gli persuasi i F[rate]lli Piccioli a non presentarsi perche Le forze/di Ferdinado IV erano prossimo a Venire/Andrea Damiani dico come Sop.[r]a/Le cap.[itai]ne Command.[an]te/Fournier/Il Cap:[ita]no R.[elato]re della Com:[issio]ne mil:[itar]e/Alò[…]”. Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale, Processi(seconda serie), 217. Amiconi F.(a cura):” la repressione del brigantaggio op.cit.”.
    4. Tale manoscritto si conserva nella Bibloteca Provinciale “ S. Tommasi ” dell’Aquila, M.S. 292.
    5. Rivera G. : “ L’invasione francese in Abruzzo ( 1792-1799)”, Studio Bibliografico Adelmo Polla Avezzano, Studio Bibliografico Adelmo Polla Cerchio(AQ) 1981, pp.119-121.
    6. Colletta P. : “ Storia del Regno di Napoli dal 1734 sino al 1835 di Pietro Colletta con una notizia intorno alla vita dell’autore scritta da Gino Capponi”, Tomo Primo, Torino Cugini Pomba e Compagnia 1852- Nuova Biblioteca Popolare, Classe II Storia, pp.203-204.
    7. Tomasi di Lampedusa G. : “ Il Gattopardo” Edizione conforme al manoscritto del 1957, Tesori della narrativa universale, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1985.
    8. Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale, Processi ( Seconda Parte), “Navelli/Capestrano, Turri/6/P. 17. V. 552. IV/Cospirazione colle forze interne dello Stato ad oggetto di/rovesciare l’ordine stabilito dello Stato/a/Ermenegildo Piccioli di Navelli/Gaetano Piccioli di Navelli/Leopolodo Marchi di Navelli/Donato ferrara di Turri/Giovandomenico Corsi di Capestrano/Giovanadrea Ferreri di Capestrano/Giovanvincenzo Ferreri di Capistrano, ff.34-40. Amiconi F.(a cura):” La repressione del brigantaggio op.cit.”.
    9. I fogli 32, 34 e 35 sono stati scritti dal ventiseienne studente Gaetano Piccioli fratello di Ermenegildo  come confessato da lui stesso nella interrogazione che dovette subire in Napoli  il 25 e 28 novembre 1808  dove era detenuto presso le prigioni del Castello dell’Ovo. Vedi appendice.
  • Pelino Petrilli alias Muscillo subì, da parte del comandante le truppe francesi capitano Giacomo Fournier, il 5 Ottobre 1807 il seguente interrogatorio: “[…] f. 5 r/ Pelino Petrilli Muscillo di Pratola costituito avanti il Sig:[no]r Cap:[itan]o Fournier/oggi il di 5 8[otto]bre 1807 dice essere illetterato, e che (è stato cancellato n.d.r.) d’anni 38/che avesse avuto da D.[on] Cesare Spadaccino una carta di/Sicurezza per non essere arrestato da Francesi, mentre avea del-/le istruz.[ion]i, colle quali dovea tradire Gius:[epp]e del Monaco, e Giovinotto./Che nel giorno di Mercoledì Settimana passata andas-/sero i Capibriganti Monaco, Giovinotto, il figlio di Monaco di not-/te ai Navelli./Che il Cap.[itan]o Pellegrini si ritirò in una Casa insieme/colla Sua gente, e che fusse costretto dalle molteplicità della/Massa a ceder le Armi, e fugire, e che poi i Paesani L’indiziarono/al Figlio del Monaco, e Ferrini, e da questi fosse Ucciso/Le cap.[itai]ne Command.[an]te/Fournier/Il Cap:[ita]no R:[elato]re della Commiss:[io]ne Mil:[ita]re/Alò[…]. Archivio di Stato dlel’Aquila, Gran corte criminale, Processi (seconda serie), 217. Amiconi F.(a cura): ” La repressione del bnrigantaggio op.cit.”.

APPENDICE I

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Gran Corte Criminale di Aquila

Processi ( Prima Serie) n. 147

“ […] f. 57r

Ajelli Li 20 Settembre 1806/Li Sindaci, e Deputati d[e]l buon Ordine di d.[ett]a Commune/Al Sig.[no]r Commandante d[e]lle Armi in Celano ( al margine sinistro vi è impresso un sigillo ovoidale circoscritto, all’esterno, da due palme e all’interno vi è impresso una corona che sormonta tre gigli, due sopra ed uno sotto al centro il tutto sopra una linea orizzontale recante sotto la seguente scritta : “ 1801/GRANI DUE “ n.d.r.)/Nel giorno tredici d[e]ll’andante Mese di Settembre cor.[ren]te Anno/1806 pervenne qui un Corriere con ordine in nome d[e]l pas-/sato Monarca spedito da Ermenegildo Piccioli, che si asse-/riva Comm.[andan]te di Corpo de Volontari degli Apruzzi, e sottoscrit-/to ancora da P[ad]re Domizio Iacobucci qual Secretario, che/intendeva Ripristinare il Governo passato. Non ostante, che Le Communi di Rocca di Mezzo, Rovere, e Ovindoli vi/avessero fatta La Relata di averlo Riceuto, pure il D.[otto]r D.[on] Giu-/seppe di Pietro ( nato ad Aielli il 13.7.1758 ed ivi deceduto il 17.4.1838. Dalla sua unione con Carolina Maccallini (1772-1814) nacque ad Aielli, il 10 dicembre 1806, lo storico canonico-teologo Andrea Di Pietro ( 1806-1874- n.d.r. ) Avvocato di questa Commune stimò arre-/starsi d.[ett]o Corriere coll’enunciat’Ordine, il di cui Conseglio/essendo stato pienam.[en]te applaudito, ed approvato dagli altri Prin-/cipali Cittadini, p[er] Mancanza di Persone, ch’erano in Cam-/pagna si arrestò da med.[esim]i coll’ord.[in]e sud.[dett]o, e fù costudito/nella Casa di questa Uni[versi]tà. Immediatam.[ent]e il d.[ett]o di Pie-/tro col prosindaco D.[on] Fortunato d[e]l Cecato ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Auielli :”[…]18. Del cecato Fortunato- Proprietario- Segretario e I° Assistetnet Antico[…]” Amiconi F.(a cura): ” La Carboneria a cerchio op.cit.” n.d.r.) si portarono/

  1. 57v

al Gov.[ernato]re di codesto Caporiparto, al q[ua]le esibito L’ord.[in]e cennato,/si spedì La forza armata per trasportare, conforme fù tra=/sportato in codeste Carceri il Riferito Corriere./La sera d[e]l giorno seguente fù vociferato, che il d.[ett]o Piccioli, P[ad]re Domizio colla Massa di circa sei cento Persone, che si tro=/vavano nelle Parti di Gagliano avrebbero dato Sacco, e po=sto fuoco alle abitazioni di questo Luogo, e sopratutto sa=/rebbero stato sterminati il d.[ett]o D.[on] Giuseppe, D.[on] Fortunato, L’altro Sindaco Vincenzo di Pietro, ed il Canc.[ellie]re Not.[ar]o D.[on]/Vincenzo Angelitti, Li quali concepirono timore, e terrore,/insieme con tutti Li su divisati Principali Cittadini./La sera de sedici di d.[ett]o Mese circa mezza ora di Notte perven=/ne in effetto in questa Commune La Succennata Massa;/e Li prefati di Pietro, d[e]l Cecato, Angelitti crederono assi=/curare Le Loro Persone colla fuga./Appena quì giunti il d.[ett]o Piccioli col P[ad]re Domizio intimarono,/che niuno fusse uscito di Casa: Indi fecero emanar ban=/no, che sotto pena di fucilazione ognuno avesse posti Li/Lume nelle Finestre. Successivam.[en]te avendo girato il Pae-/se d’intorno, scielsero per Loro situazione La Casa/di D.[on] Alessandro Angeloni sita nel Castello Luogo più/

  1. 58r

eminente, dove appena entrati ordinarono emanarsi altro/banno p[er] La esibizione d[e]lle Armi sotto La cennata pena./Da Felice Rugiero alias Giovinotto di Ovindoli, e da altri ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo ovoidale già descritto n.d.a.)/Massisti furono arrestati, Ligati, e maltrattati il Not.[ar]o/D.[on] Gio:[van] Nicolò Angeloni di questo Luogo, e D.[on] Fortuna-/to Berardi di Gioja ( è questi il padre di Enrico (1801-1861) eletto deputato al primo parlamento del regno delle Due Sicilie (1848) e del primo Parlamento del regno d’Italia (1861) n.d.r.), che qui domiciliava: ma condot-/to il Berardi inanzi al d.[ett]o Piccioli Lo fece sciogliere,/ed altresì ordinò, che si sciogliesse il Not.[ar]o Angeloni./Francesco d[e]l Cecato Padre d[e]l D.[on] Fortunato d[e]l Cecato parim.[en]ti soffrì/gli stessi maltrattam.[en]ti, affinche avesse sul punto alle-/stiti gli viveri p[er] li Massisti, che situarono La mag.[gio]r/parte nelle Case de Particolari Cittadini, e si dovè dare/a med.[esim]i doppia Razione./La Mattina appena giorno per non aver Li Posses.[so]ri delle Ar=/mi effettuata L’esibizione, si portò buon Numero de/Massisti nelle Rispettive Case de pred.[ett]i Possessori, e/con minaccie Li obligarono a consegnarli Le armi da/fuoco nel num.[er]o di circa ventisette insieme con pol-/vere, palle, e cartocci in puoca quantità, che si erano/apparecchiate p[er] Resistere./Ligarono ancora Giuseppe D[e]l Pinto fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:”[…]50. del Pinto Giuseppe- Negoziante- Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.) parim.[en]ti di questo/

f.58v

Luogo, che maltrattarono, e corse pericolo di esser trucidato/conforme ancora evitarono si fatto pericolo altri Naturali./Nuovamente indi fù Riligato il d.[ett]o Angeloni, al quale/intimarono L’imprestito di Mille docati, che poi furno/Ristretti, e gli furono dal med.[esim]o fatti numerare, e conse-/gnare docati duocento, e uno. Alcuni de Massisiti vi/tolsero in seguito altre piccole Summe, alcuni Anelli/di oro usati, ed un Orologio, minacciandolo sempre di/volerlo fucilare./Parim.[en]ti obligarono questa Comune allo sborzo di docati centro,/ma a gran stenti gli si dovettero numerare sessanta,/de q[ua]li il d.[ett]o Piccioli ne formò il Recivo, conf.[orm]e fece al/d.[ett]o Angeloni./Vollero ancora L’intiera doppia Razione p[er] d.[ett]o giorno, e si decreo/Lecito prequirere varie Case, dalle q[ua]li Presero molti/pregiutti, e Cascio, che Rinvennero. Il Prefato Piccioli/volle ancora fare il Recivo per cinquecento Razioni,/ancorche La Massa si fusse numerata essere nel/Numero di circa Cento quaranta, senza comprendere/mezza salma di orzo, e paglia data p[er] circa dodici/

  1. 59r

Vetture, che portavano./Finalmente su Le ore dicinove partirono da quì, e si incamina/rono p[er] La strada d[e]l Piano, dirigendosi verso Paterno./De Cittadini di questo Luogo vi era un Felice Iacobucci Cugino d[e]l/P[ad]re Domizio da più tempo fuggitivo. Vi si accom=/pagnò ancora Domenico Alias Ciammurone;/e finalm.[en]te si portarono Giuliano Iacobucci, e Bene-/detto di Simplicio Angeloni ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:”[…]3. Angeloni Francesco- Proprietario- Carbonaro[…]” Amiconi F.” La Carboneria a cerchio op.cit.” n.d.r.)./Passate circa tre ore potendo essere circa Le ore venti=/due di d.[ett]o giorno arrivarono altri ventisei Massi-/sti, q[ua]li parim.[en]ti con Minaccia di vita pretesero La Ra=/zione, e La guida, che gli furono somministrate/p[er] aggiungere La Cennata Massa./Per averci minacciata La vita, nel caso, che si fusse ardito ri-/ferire ciò che si è fatto presente, E similmente p[er] non es-/sersi potuto Rinvenire Espresso alcuno, non si è potuto p[ari]m[ent]i/di questo punto Rappresentarlo tanto ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, che/al Sig.[no]r Intendente d[e]lla provincia, pregandola in fine/p[er] Le Disposizioni, onde questa Commune Resti Rileva-/ta dal timore in cui siegue a vivere, disposti a/auoi/

  1. 59v

suoi venerati Comandi, Restiamo facendole profonda Rive-/renza/( segue al margine sinistro il sigillo impresso dell’università di Aielli n.d.a.)/D[evotissi]mo, ed Ob[ligatissi]mo Ser.[vito]ri Veri/Vincenzo di Pietro Sindaco/Fortunato Delcecato Sindaco/Francesco Macerola Dep.[utat]o/An.[toni]o Maccallini Deputato “

“[…] 74r

Celano 22 Settembre 1806-/Al Sig.[no]r Intendente Generale della Provincia-/Il Comand=[an]te La Truppa Civica di Celano/Sig.[no]r Intendente= Dietro le altre mie relazioni, e quelle di questo Sig.[no]r Governatore/dirette ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, debbo presentemente riferirle, che Mercordì prossimo scorso, che Si con-/tavano li 17 del corrente Mese, circa le ore ventuno, nell’atto, che Io con tutti gli altri/Galantuomini di questa Città stavamo rinchiusi dentro il Castello, Si portarono qua il Bri-/gante Felice Ruggeri, alias Giovinotto di Ovindoli, con altri cinque Compagni armati di/tutto punto, e con Noccarda rossa, questi mi fecero fare la ricerca dei due Carcerati Se-/bastiano Colasante de Navelli, e Antonio di Pietro, alias Coccontrillo a nome di Ermene-/gildo Piccioli, che con il resto della sua numerosa Massa Stava un mezzo miglio distan-/te dalla Città. Mi viddi perduto a tale audace proposizione, a causa che li Galanuomi-/ni, che stavano con me nel Castello erano molti pochi di numero, ed il resto del Popolo non/voleva affato acconsentire alle ripetute mie insinuazioni di prender le Armi contro/de Rivoltosi assassini. Ciò non ostante feci rispondere  alla presuntuosa domanda, che/li Carcerati non Si potevano ristituire Senza ordine del Sig.[no]r Intendente della Provin-/cia, e che Noi eravamo pronti a difenderci contro la loro minacciata aggressione,/in questa Città. Tanto bastò, che questi Se ne partirono, come fece all’instante anche tutta l’intiera Massa p[er] la volta di Scurcola la Sera stessa de’17, ed in Seguito il/giorno 18 in Avezzano./La mattina de’ 19 con rincrescimento non meno mio, che di tutti questi pochi Galantuomi-/ni ci avvedemmo, che il fermento andava crescendo all’avvicinamento dei Briganti, e/colle proprie orecchie Sentivamo le minaccie di Sacco, e di massacro delle nostre Perso-/ne: La notizia Sicura, che ebbimo, che la Massa Si era aumentata a dismisura/in Avezzano, dove Si erano uniti degli altri Briganti calati dalla Valle di Roveto, e/

74v

Che la Sera senza ritardo Sarebbero venuti p[er] toglierci la vita, e le Sostanze, a causa di/non aver voluto ristituire li due Carcerati, ci posero nel massimo Orgasmo: Circa la Sera/dell’istesso giorno alla voce dell’avvicinmento de’ Rivoltosi, moltissimi presero la Noccar-/da Rossa, p[er] cui per evitare la morte, che a tutti li Buoni veniva minacciata, pen-/Sammo uscire dal Castello, dov’era impossibile poter resistere alla moltitudine, ed al/crescere del tumulto tutti li Galantuomini uscirono dal Paese colle rispettive Famiglie/per la salvezza de’ proprii Individui; così feci Io con tutta la Famiglia, così fece il/Governatore, che più di ogni altro Si vedeva perduto, così fecero tutti li Buoni Cittadi-/ni, che venivano minacciati. Alle due della Notte entrarono circa quaranta Brigan-/ti, la loro prima operazione fù quella di unire al lor Partito tutta la gente/mal’intenzionata, di andar perquisendo le Case p[er] l’esibizione della Armi, minac-/ciando fucilazioni a chi non le dava, e di aprire le Carceri, e porre in Libertà li/due Briganti Colasante; e Coccontrillo, con tutti gli altri, che vi esistevano. Dal-/la voce del Carceriere ho rilevato, che l’apertura delle Carceri fù a Lui ordinata da/Felice Ruggieri alias Giovinotto di Ovindoli, e da molti altri Briganti armati, che/per l’oscurità non riconobbe, e che in Seguito dissero voler andare a trovare il Go-/vernatore, il quale già dalla sera antecedente era fuggito: Cominciarono il Sac-/cheggio dalla Stalla del Sig.[no]r Barbati con prendersi trè Somari, e no[n] poterono tirar/innazi, perché gli venne sopra le spalle la Truppa Francese./La mattina del giorno 20 nell’aver Io inteso, che la Forza Militare era arrivata a Cerchio, mi partii da Ajelli, dove mi ero rifuggiato, e ritornai in questa Città contepora-/neamente colla medesima. Nell’approssimamento della Truppa Francese due Bri-/ganti Gaetano Piccone, e Gennaro di Giustino Ranelletti ebbero l’attrivimento di/andare a mano armata nella Chiesa Colleggiata di S.[an] Gio:[vanni] Battista, ordinare al/Sacrestano di Sonare la Campana ad armi, questo ricusò, e fuggì dalle Loro mani/per non essere massacrato, e li medesimi Si posero a Sonare./Li Briganti furono immediatam.[en]te sbanditi, e cinque Solamente ne rimasero morti den-/tro il Paese: Presentamente tutto è tranquillo./Il Sig.[no]r D.[on] Angelo Piccioli Commissionato p[er] la publica tranquillità, Stante l’assenso/

  1. 75r

dell’ordinario Governatore mi ha incaricato provvisoriamente all’esercizio di Governatore/di Celano, e Sue adiacenze, Sin a nuovo ordine di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/Io hofatto richiamare il Governatore D.[on] Luigi Capoccetti, mi dica dunque Se debbo nella/Sua venuta depositare l’officio nelle mani del medesimo./La Truppa interamente partì l’istesso giorno p[er] Avezzano all’istante p[er] la garanzia de’/Buoni, che Si viddero Smanizzzati p[er] la partenza anzidetta, e p[er] mandere(sic) la publica/tranquillità, e pace ordinare la Truppa Civica generale, la quale Stà in attività./Le rimetto originalmente l’annessa Relazione, che mi han fatta pervenire li Sindaci, e/Deputati del buon Ordine della Terra di Ajelli./tanto mi occorre riferirle, e Sono con tutta stima/Luigi Tomassetti. “

[…] f. 99r

Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Sig.[no]r P[adro]ne Col[endissi]mo/(sotto al margine sinistro vi è impresso il già descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.r.) Oggi li 14 del corrente ottobre Sulle ore 16 circa sono/giunti qui Sedici Individui Francesi della Truppa d’Ita=/lia unitam.[ent]e à più Vitture Somarine, c. r., e quindici In=/dividui di Avezzano provenienti da cotesta Città, qua=/li è Stato loro Somministrato, a richiesta, la Razione Suf=/ficiente di pane, vino, e formagio, e dopo tale rifucillaz.[ion]e,/ fatto un miglio circa di viaggio per la Volta di Ovindo=/li, ho veduto io, e tutto il Popolo col massimo dispiace=/re di tutti uscire dalla parte di Secinaro circa trecento/Individui Briganti armati di tutto punto, questi, che,/al vedere l’aggruppo de’ sudetti in camino, si son po=/sti di tutta fuga ad inseguirli, precedento ad essi alcu=/ni a Cavallo, frà quali ho riconosciuto Felice Ruggie=/ri alias Giovinotto di Ovindoli, Padre Domizio Iacobuc=/ci d’Ajelli, Domenico de Rubeis, e Silvestro Bianchi/

  1. 99v

di Gagliano, i quali davano la voce di marcia forzo=/sa, per la quale si son posti in attacco coi sudetti Fran=/cesi, facendo più scarichi, che, ho risaputo fin qui/esser fatti tutti prigionieri, ed accampati alle falde/della convicina montagna grande detta di Celano, un/miglio da qu’ in distanza. Tanto ho rilevato da un/Brigante audace quì mandato con altri quattro a pren=/dere una corrispondente Razione di pane, vino, ovi, e for=/magio, che ho dovuto Somministrali all’istante, giacchè/erano essi in Somma vicinanza à questo Abitato, come/ho umiliato, e minacciavano Sacco, e fuoco generale./Sig.[no]ri tutti di questo luogo siamo nel periglio del ferro, e/del fuoco, disarmati come si sa, e perciò inabili a far/petto. Essi i Briganti sono in gran numero, ed il peggio/si è, che corre voce, che vadano crescendo a momenti, e/frà l’altro che Piccioli sia sortito dalla Penna con gran=/dissima Truppa di essi. Anzi ho dà notare con partico=/larità che la Casa del mio Fratello Paolo Milanetti at=/taccata al Governo vien minacciata di Sacco, fuoco, ed/uccisione generale per aver dato Segno di ubidien=/za, nonche denunciato alla Corte di Goriano Valli il/transito fatto d’alcuni Briganti nella di lui Massaria/

  1. 100r

di pecore ammantrata nella Montagna di detta Terra./Questa dinuncia si è fatta nota ai Briganti per mez=/zo di quel Gov.[ernator]e D.[on] Vincenzo Colantonj, il quale non puol/essere, che un capo de’ Rivoltosi per aver franto (è stato corretto n.d.r.) il Se=/greto, che interessa la vita di tutti, la Salute del Go=/verno. E tutto questo sià

è detto, o Sig.[no]re qui pubblicamente/dai Sud:[dett]i Briganti./Se una Forza superiore non vedrà a superarli sollecitam.[ent]e/le conseguenze saranno per noi funeste, e più per questo/abitato battuto da transiti continuati di Truppe, e soggetto/ad aggressioni improvise nascenti questi dalla prossimità/de Monti boscosi, e dal publico transito che solca (è stato corretto n.d.a.) questa/Provincia, e la Casa del mio Fra[te]llo è in pericolo di tal/conseguenza, anche per trovarsi D.[on] Felice Milanetti mio Ni=/pote Gov.[ernato]re di Lecce, che pur venne (è stato corretto n.d.a.) assalito in quel Governo./Mi affretto rassegnarlo per Espresso ad V.[ostra] S.[ignoria]Ill[ustrissi]ma, perché voglia/degnarsi prendere le giuste misure di nostra Salvezza. E col/desiderio de venerato Riscontro per attestato del adempi=/to dovere, e di molti venerati commandi, tutto stima/le bacio la mano, e mi rassegno./D[i] V.[ostra] S.[ignotia] Ill[ustrissi]ma  Rovere 14 Ottobre 1806./Um[ilissi]mo D[evotissi]mo Obl[igatissi]mo Serv.[ito]re vero/Silverio MIlanetti Sindaco/(al margine sinistro si legge: “ Sig.[no[re D.[on] Dionisio Corsi/Intend.[ent]e G[e]n[era]le della Prov.[inci]a di/Aquila “ n.d.r.)

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Gran Corte Criminale di Aquila

Processi ( Prima Serie )

B 147 fasc. 2

“[…] f. 63 r

Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Sig.[no]r P[adro]ne Col[endissi]mo/( al margine sinistro vi  è impresso il già descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.r.) Ii (sic) Vetturali, che tornarono jeri da Rajano col vino  mi dissero;/di aver veduti vicino Secinaro luogo da qui distante circa die-/ci miglia una quantità di Persone armate, che aveano pre-/sa la Montagna di Serente, e che porzione di questa Gen-/te già prendeva la direzione di questa volta, essendone/giunto un distaccamento allo Stazzo di Gregorio Milanetti/distante da qui miglie sei. Prima di tal notizia a me/nulla costava, e per conseguenza non potevo darne parte a/V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma. Se poi troverà il contrario, sono contensissimo di/essere severamento punito./Ho già tutto disposto per la Truppa, e di venita al Sig.[no]r Marche-/se Quinzj darò le provindenze analoghe alle circostanze./L’Individui di questa Commune sono pronti ad armarsi, ma/Loro mancano i Fucili colle necessarie monizioni. Pro-/visoriamente ne ho armati dodici di consenso col sud.[dett]o Si-/g.[no]r Marchese con fucili alla meglio potuti rimediare,/e questi di unita alla Truppa andranno pattuglian-/

  1. 63v

do pel Paese, e fuori./Da Persone di Secinaro oggi qua venute per affari Si è detto, che/i Briganti sud.[dett]i siano questa mattina ritroceduti verso Gaglia-/no coll’intenzione di attaccare la Truppa colà stanziata./Mi si è supposto benanche, che nella scorsa notte molti Natura-/li di Ovindoli Stato di Celano siano andati ad unirsi co’/Briganti sud.[dett]i sotto la condotta di un tal Giovinotti, che/questa mattina è stato incontrato da un Naturale di qui/a cavallo armato di fucile, di carabina, che nella passata/notte i rid.[dett]i Briganti siano rimasti accampati in un/locale detto il Piano dell’anatella da qiì distante circa/tre miglia./Le Persone della mia Giurisdizione sino a questo punto sono/tutte tranquille. Essendovi qualche sciaurato, che volesse/disturbare l’ordine publico, e ribellarsi al proprio Sovrano,/sarà subito arrestato, ed inviato a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/Si assicuri dunque, che la mia condotta è stata, è, e sarà ta-/le, quale dev’essere, e quale V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma vuole. E pieno di/perfettissima Stima passo a rassegnarmi/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/Rocca di Mezzo 13 Settembre 1806/Div[otissi]mo Serv.[itor]e Vero Obl[igatissi]mo/Valentino Gualtieri Gov.[ernator]e/(al margine sinistro si legge : “ Sig:[no]r Colonn.[ell]o D.[on] Dionisio Corsi/Intend:[ent]e dell’Alta Polizia in Prov.[inci]a di/Aquila “ n.d.r.)

[…] 8bre/dalli 10 a t[u]t[t]o il mese/Relazioni de Gov:[ernato]ri sul Brigantaggio nel/num.[er]o Settantasei/ C.s. n° 87-[…]”

“[…] f. 16r

Ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Sig.[nor]e P[adro]ne Col[endissi]mo/( sotto al margine sinistro vi è impresso un sigillo ovoidale simile a quelli già descritti uniche varianti sono la scritta  interna  grani quattro e, fuori, sotto l’ovale del sigillio è posta la seguente scritta: “ PROTOCOLLO” n.d.r.)Ho dovuto abbandonare la giurisdizione di Goriano/delle Valli, e ritirarmi nel Tione, perché si cerca da’ Brigan=/ti, che esistono nella Montagna di d.[ett]a Terra, togliermi la/vita: questa mattina poi da quel Luogotenente Rai-(vi è una cancellatura n.d.r.)mondo Filippi a voce mi à fatto Sapere perché anche/lui era fuggiasco di unita agli altri galantuomini di/detta Terra per non esser vittima de’ Briganti med:[esim]i/che già jeri sera sulle ore ventuno calarono in d.[ett]a/Terra in numero di circa venti, e vollero il vino sola=/mente per bere fra quali vi andava Giovinotti di Ovin=/doli, Dom:[eni]co de Rubeis alias di Attilio di Gagliano; gli altri/poi erano di Avezzano, e di Celano di cui non se ne sa il/nome per poterlo indicare, quindi se ne passarono la volta/di Beffi. Questa Stessa mattina mi ha fatto Sapere che/sono andati altri Briganti in num:[er]o magg.[ior]e, ed hanno volu=/to la razione per cinquecento persone, di pane, vino, e/carne; fra questi vi era Felice Angelantonj di Goriano/delle Valli med:[esim]o, uno di Goraino Sicoli, uno di Gagliano, ed/uno di Ajelli, ed altri de’ quali S’ignora la patria, ed il/nome; i med:[esm]i si portarono in casa di Gaetano Rampa/

  1. 16v

per farsi restituire le armi che gli aveva somministrate/Piccioli in occasione che andava con Lui settimane addietro/poi se ne passarono a Secinara dove si portarono/razioni che gli si erano Somministrate in Goriano, uni-/te ad un Mulo di D.[on] Luigi Filippi, dove si vuole che Sia/calato il P.[adre] Domizio con altra compagnia; nel med.[esim]o gior-/no circa le ore ventuno vennero altri dieci in Goriano/e molti altri voltarono verso il castello diruto del Paese/ questi anche vollero le loro razioni, questi Spararono mol-/te botte verso il Castello Sud:[dett]o per dare avviso alli altri/compagni che erano dilà dal fiume, i quali puntualmen-/ti gli si risposero, e fra questi vi era Gianfilippo Tuburzi di/Goraino Sicoli, il quale in ogni conto voleva Sapere se do-/ve era il Gov.[ernator]e. Avuto meglio le notizie ed informar-/mi con maggior precisione da chi posso fidarmi, di bel/nuovo tornerò a rassegnar il tutto a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, da /chi attendo gli ulteriori comandi, e con profonda Stima/passo umilmente a rassegnarmi invariabilmente/D.[i] V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma  Tione 12 Ottobre 1806/Div[otissi]mo S[ervito]r V.[e]ro obl[igatissi]mo/Vincenzo Colantonj/(al margine sinistro si legge : “ Sig.[no]r D.[on] Dionisio Corsi/Intendente della Prov.[inci]a di/Aquila” n.d.r.)

[…]f. 25r

Ill[ustrissi]mo Sig.[no]re, Sig.[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo/(più sotto al margine sinistro vi è impresso il solito già descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.a.) Questa mattina circa Le ore quindici sono passati per questa/Terra circa quindici Soldati Francesi, che scortavano le arme/condotte in cod.[est]a Città Domenica scorsa./I med:[esi]mi somari trattenuti puochi momenti nella vicina Terra/di Rovere./Nel partire tra la stessa Terra, e quella di Ovindoli sono/stati assaliti da circa cento cinquanta Individui di Massa,/Comandata da un tal Giovinotti di Ovindoli med:[esi]mo, da un/tal’Attilj di Gagliano, e dal P[ad]re Domizio./Essi Sono calati dalla Montagna di Serento. Han fatti puo-/chi momenti di fuoco: Indi si è osservato da alcuni Pastori,/che si sono uniti i Soldati Francesi, e d.[ett]a Massa, per cui si è/supposto essersi gli stessi resi prigionieri./L’Abbate di Rovere fuggito di là, perché minacciato di vita,/mi ha assicurato di tal’accaduto, e mi ha soggiunto, che Giu-/seppe di Alessandro Valente di d.[ett]a Terra di Rovere, Amico/del Giovinotti, appena veduti i Soldati Francesi, col pretesto/di andar’altrove a prender vino, abbia avvisate le Masse/nelle falde di d.[ett]a Montagna di Serento; e che il med.[esi]mo/possa esser Solito a proveder  le med:[esi]me de’ viveri, ed altro;/e che dippiù la Masse Sud.[dett]e Siano in risoluzione di portar-/si in questa Giurisdizione, ed occupar, fra gli altri, il posto/chimato de’ Cervi./Ho creduto un preciso mio dovere ineyesunilo per espresso a/

  1. 25v

V.[ostra] S.[ignoria]Il[ustrissi]ma e col desiderio dell’onore de’ Suoi pregevoli comandi, con/più alta Stima passo a raff[ermar]mi/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma Rocca di Mezzo 14 8bre 1806/D[evotissi]mo Ser.[vitor]e, V.[er]o, Obl[igatissi]mo/Ferdinando Palanza Gov[ernator]e/(al margine sinistro si legge : “ Sig.[no]r Intend.[ent]e della Prov.[inci]a di/Aquila” n.d.r.)

[….]f. 28r

Ill[ustrissi]mo Sig.[no]re, Sig.[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo/(più sotto, la margine sinistro vi è impresso il solito più volte descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.r.)Ieri, e quest’oggi non ho mancato per mezzo di Persone di mia fidu-/cia procurare di risapere le mire, operazioni, e mosse de’ Briganti: ed ho/appurato, che i med:[esi]mi jer mattina si erano diretti verso questa Terra/nel numero di circa cento cinquanta, fra quali ven’erano circa quindi-/ci disarmati, sette a cavallo, e chi armato di pessime arme, quasi/undici un buona porzione, e giovinetti, e vecchi. Essi venivano per/caricare questa Univ[ersi]tà della contribuz.[ion]e di ottocento docati, e di provi-/ste de’ viveri./Nell’approssimarsi a questa Terra, e propriam.[en]te alle falde della Montagna/di Serento, Luogo detto La Natella sopra la Terra di Rovere, riseppe-/ro, che quei puochi Francesi erano in Rovere, per cui divisi in tre co-/lonne inseguirono i med:[esi]mi, e dopo puochi momenti di fuoco, Si resero pri-/gionieri, furono ligati, e condotti nel piano di d.[ett]a Terra di Rovere, dove/i Briganti Si accamparono, per passare oggi in questa Terra, ed indi por-/zione di essi nel Locale chiamato de’ Cervi. Ma risaputosi ciò da me,/feci Subito alzar Voce, che qui era giunto ordine per le razioni di quat-/trocento Soldati per la Sera, fra Fanteria, e Cavalleria./Sentita da briganti tale voce, slogiarono da d.[ett]o piano, e Si ritirarono nel-/la Montagna di Ajelli di fronte a Celano, dove Sino a quest’oggi erano/riuniti, tenendo dodici Individui di Guardia avanzata vicino Ovindo-/li./Nell’attacco jeri seguito con d.[ett]o puochi Soldati vi rimase ferito mortal-/m.[ent]e il celebre Giovinotti di Ovindoli, che ora Si crede nascosto in d.[ett]a Sua/Padria, dove fu ricondotto ferito./Nel passare per Rovere, presero de’ viveri, e per mezzo de’ Vitturali di d.[ett]o Luo-/go fecero apportarli nella indicata Montagna di Ajelli dopo, che slogiaro-/no dal piano sud.[dett]o/Alle ore due della notte il P[ad]re Domizio stava scrivendo in d.[ett]a Mon-/

  1. 28v

tagna vicino al fuoco lettera a Piccioli, communicandoli tutto il Successo, ed il/timore, in cui era. Indi dettò all’ufficiale de’ d.[ett]i Soldati Francesi lettera di-/retta al Gen[era]le Goullus, con la quale faceva sapere al med:[esi]mo, che i Briganti/erano contenti di far cambio de’ Prigioneiri, per esere in mano della Trup-/pa Francese varj Briganti./In questa Popolazione ci conosco Persone molto propense verso i Bri-/ganti, a cui non levo gli occhi sopra. L’esser privo di forza mi fa rimane-/re dal tentare di Scoprire i male intenzionati di questi Luoghi./Suppongo, che la notte anche traffichino delle Spie de’ Briganti: All’in-/contro da Pattuglie di Persone di fiducia non mi riesce far’invigilare/d’intorno al Paese, per non esservi arme, atteso il disarmo Seguito;/conseguenza senza La forza, che qui sarebbe necessariissima, mi vedo in un/continuo pericolo, ad onta del quale farò di tutto per mantenere il buon/ordine, e Speculare Le Mosse de Nemici./Si compiaccia rimanere in tale intelligenza, mentre in attenzione de’ Suoi/oracoli, pieno della Solita perfetta stima passo a ripetermi/Di V.[ostra] S.[ignoria]Ill[ustrissi]ma  Rocca di Mezzo 15 8[otto]bre 1806/D[evotissi]mo Ser.[vitor]e V.[er]o, Obl[igatissi]mo/Ferdinando Palanza Gov.[ernato]re/(al margine sinistro si legge :” Sig.[no]r Intend.[en]te della Prov.[inci]a di/Aquila “ n.d.r.)

[…] f. 60r

Celano 20 ottobre 1806/Il Gov.[ernato]re Caporip.[ar]to di Celano/Al Sig.[no]re Intendente Gen[era]le d[el]la Prov.[inci]a di Aquila/(al margine sinistro vi sono impressi due sigilli ovoidali, uno è quello gia più volte descritto da grani due, e l’altro, sigillo ovodiale posto però orizzontalemente reca scritto dentro la seguente scrittura: “ CARTA/PER SOLO USO/FISCALE “ n.d.a)Sig.[no]r Intendente= Sono a parteciparle, che sino alla gior-/nata di oggi si sono da Me Ripresentati trentacinque/Briganti per godere della Real Munificienza, e frà/questi vi è il Celebre Felice Ruggieri, alias Giovinotto/di Ovindoli, che si presentò Jeri circa le ore 22: Nell’/istesso punto ne diedi avviso al Sig:[no]r Gen[era]le in Avezza-/no, dove attulam[en]te trovasi./Sento che si sia Ripresentato anche il famoso Nicola/Panecasio, alias Caporale di Cerchio al Comand.[an]te Fran=/cese, che trovasi in Ajelli./Padre Domizio dopo una trattativa di più giorni, che hà avu=/to con il Sig:[no]r Gen[era]le in ord.[in]e al presentarsi, mi si dice, che/jeri giornata fissata per la sua presentaz:[ion]e in Ajelli/fece sentire, che non volea più presentarsi, addu=/cendo vari pretesti, che non era da fidarsi del-/la parola Francese. Io credo con fondam.[en]to, che tutto/

  1. 60v

sarà stato per prender tempo per sentirsela col suo Ge-/nerale Piccioli./Ho l’onore di essere con tutta stima, e considerazione/Tomassetti Governatore/

[…] dal p[ri]mo a t[u]t[t]o li 9/Relaz.[ion]e deì Gov:[ernato]ri sul Brigantaggio nel/num.[er]o di Ottantatre/ C.S. n.° 92/

[…] f. 84r

Li Sindaci, e Deputati del buon Ordine di Ajelli/Al Sig:[no]r Governadore, e Caporiparto di Celano/(al magine sinistro vi è impresso il solito descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.a.) Ieri otto del corrente Ottobre 1806 su le ore vent’uno in circa/si portò in questa terra Felice Rugiero alias Giovinotto di/Ovindoli con altri quindeci Omini di Massa armati. Appena giunto chiese conto del Corriere spedito da Piccioli con or-/dine, conforme fù Rassegnato ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, nella credenza/che L’avessimo arrestato per cui disse esser venuto a ca=/stigarci. Fù disingannato di non verlo arrestato, e di aver-/Lo disbrigato. Ricredutosi di ciò s’iincaminò verso la/Piazza, in dove avendo Rinvenuti D.[on] Fortunato Berardi, e/Giuseppe delpinto di questo Luogo, fece arrestare Li med.[esi]mi/Indi si condusse in Casa di D.[on] Baldassarre Maccallini( nato ad Aielli il 10.7.1775 dal medico Barlaam e Lucrezia d’Amore, figlia del ricco proprietario cerchiese Fulgenzo (1701-1767). Svolse anche lui, come il sunnominato genitore, l’attività di medico. Fu eletto alla carica di sindaco del comune di Aielli e venne più volte eletto alla carica di consigliwere provinciale e distrettuale. Si unì in matrimonio con Maria Restituta gemma Nicolaa (sic) d’Amore, figlia del ricco proprietario cerchiese Anselmo (1735-1797) n.d.r.), ma/ avendola trovata serrata disse di volerla fare aprire a/forza. Essendosi affacciata dalla finestra La di costui Mo-/

  1. 84v

glie D.[onn]a Restituta ( è la sopracitata Maria Restituta Gemma Nicolaa, nata a Cerchio il 2.9.1774 n.d.r.), e dettogli, che non vi era il di Lei Marito, non/gli fece la menoma violenza Ricondottosi nel Luogo ove stava=/no arrestati Li pred.[ett]i Berardi, e Delpinto, avendogli costoro fatte/premure di sapere La causa del Loro arresto, gli Rispose, che il/Berarardi (sic) aveva somministrata La monizione a tredici Soldati/Francesi , che molti (è stato corretto n.d.a.) giorni addietro avevano qui transitati; il Delpinto all’incontro aveva sparlato di esso Felice Rugiero:/In saputa di ciò il Berardi si discaricò facendoli costare/che Li tredici Soldati Francesi La monizione dell’Aquila/La portarono in Avezzano carica a due Somari c.r., e ad al=/tri due caricate Le Muriglie, e similm.[en]te il D[e]lpinto di  non aver/giammai sparlato di Lui, Li fece porre amendue in Libertà; ed/il Berardi dovè dargli docati dieci. Fra li detti quindeci/Omini, che Lo stesso portava vi erano due Naturali di questo/Luogo cioè Giuliano Iacobucci, e Felice Antonio Angelitti./Il prefato Felice Rugiero avendo chiamato il d.[ett]o Giuliano Ia-/cobucci Lo Rimproverò, e  Lo minacciò ancora di volerlo casti-/gare, giache Costui gli aveva fatto il Rapporto, che il Berar-/di aveva somministrata una Salma di monizione a i pre-/detti Soldati Francesi./Successivam.[en]te La prefata D.[onn]a Restituta si portò di Persona a/trovare il predetto Rugiero p[er] Risapere cosa pretendeva/dall’espressato di Lei Marito D.[on] Baldassarre. E come che/ il d.[ett]o D[on] Baldassarre essendo stato tempo addietro arre-/stato/

  1. 85r

stato dallo stesso insieme col Cavallo, che seco portava, essendogli riusci-/to fuggire, e Rimastogli il Cavallo, gli aveva poi rimandato il med.[esim]o/con condizione di dovergli inviare docati venti: ma non avendo=/glili mandati sino a qual punto, pretese che avesse dovuto dare/sedici pezzi de dodici carlini cioè carlini dodici per] ciascheduno Omo/di d.[ett]a sua Comitiva, che furono ristretti poi a docati otto, che parim.[en]ti d.[ett]a/D.[onn]a Restituta Li sborzò. Indi se ne partì intimando di stare atten-/ti ad eseguire gli Ordini del prefato Piccioli, perche esso gli sa-/rebbe stato sempre sopra, e si incaminò p[er] La strada detta di Mu-/sciano, che conduce in Cituro verso Gagliano; ed in atto che partì L’al-/tro Naturale di questo Luogo Felice Antonio Angelitti gli disse, che/era un Coglione, facendo intendere, ch’essi Loro si erano con Lui ac-/campagnato, onde avesse trucidati Li migliori Cittadini; ed esso Rugiero/gli Rispose, che dovea vergognarsi, e riflettere, ch’era Cittadino./Le Rassegnamo perciò ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, mentre disposti a suoi ve-/nerati comandi, Le facciamo profonda Riverenza/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma Ajelli Li otto Ottobre 1806/ D[evotissi]mi, ed Obligatis.[sim]i S.[ervito]ri Veri/Io Vincenzo Di Pietro Sindaco/Franc.[esc]o Delcecato Sindaco/Fran.[ces]co Macerola Dep.[uta]to/Ant.[oni]o Maccalli[n]i Deputato/“ (al margine sinistro vi è impresso il sigillo ovidale dell’università di Aielli n.d.r.)

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza S I cat. 27

B 4813 a

“ Giuseppe Napoleone 1 per/La Dio grazia/Re delle due Sicilie, gran Principe Francese/Università di Castel/nuovo/ (al margine sinistro vi è impresso il solito già descritto sigillo ovoidale di grani due n.d.r.) In esecuzione Si sono congregati il R[everen]do Parroco, Sin-/daco, e Cittadini, e dicono a relazione, qualmente/nell’Uni[versi]tà sud.[dett]a vi sono stati insorgenti, poiche nel/giorno venti Settembre corrente anno capitarono/costà Giovinotto Brigante con alcuni altri armati. Co-/storo venivano d’Avezzano accompagnati da Mariano/Flamminj di Castelnuovo sud.[dett]o Detto Mariano veniva/senz’arme. Gli medemi fecero del fracasso, ed incussero/del timore alla picciola Popolaz.[ion]e cercando viveri, che/gli furno dati a forza dalle donne dell’attuale Sindaco./I medemi portarono alcune Salme che si dice fossero prese/in Casa de Sig:[nor] Mattej d’Avezzano. Le Salme si deposero,/nella Casa di Vincenzo Flamminj. Doppo poco tempo par-/tirono di unita col d.[ett]o Mariano Flamminj, ne più si viddero./I detti Flamminj furno abbedue fucilati./Questo è quanto in onor del vero riferiscono p[er] l’esatto adempi-/mento, onde in fede Castelnuovo 20 9bre 1806=/Segno di Croce di Giovanni Flamminj Sindaco/Io D.[on] Stanislao d’Andrea Abbate Curato/Giuseppe (è stato corretto n.d.a) Balsetti è pro canc.[ellier]e/ “ (al margine sinistro vi è impresso il sigillo dell’università di Castel Nuovo n.d.r.)

“[…] Giuseppe Napoleone per la Dio Grazia di Dio/ Rè di Napoli, e di Sicilia Principe Francese/Grande Elettore dell’impero ( al magine sinsitro vi è impresso il solito sigillo ovoidale più descritto da grani due n.d.a.) D.[on] Luigi de’ Marchesi Tomassetti Maceroni Gover.[nato]re/Capo /Riparto Int.o di questa Città di Celano/In esecuzione degl’Ord.[in]i dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intendente di q[ue]sta/Pro[vi]ncia in data ventisette del prossimo passato set-/tembre, Si Sono avanti di Noi Governatore Capo Ripart-/to di questa Città congregati il R[evere]ndo Economo Curato/D.[on] Serafino Cardarelli della T[er]ra di S. Iona, L’Amm.[inistrator]e, e Sin-/daco di d.[ett]o Comune Francesco Cardarelli, ed i principali/onesti benestanti della med:[esim]a qui sotto crocesegnati,/affine di dichiarare affirmativam.[ent]e, o negativam.[ent]e su/tutti gl’Articoli proposti da d.[ett]o Sig.[no]r Intendende./Sul p[ri]mo Art.[icol]o, se nella Loro Padria di S. Iona vi siano, o nò In-/surgenti, hanno risposto, e dichiarato esservene stati Due./Sul secondo art.[icol]o, se qual sia il di Loro nome, e cognome, q[ua]le/il Capo, ed in che tempo Siano insorti, e se attualm.[ent]e Si Sia-/no ritirati alla Padria, o Sono tuttavia in Capagna; han-/no risposto, e dichiarato chiamarsi q[ue]sti uno Domenico/Ant.[oni]o Tiburzj, e L’altro Benedetto Olivieri; il p[ri]mo cioè/il Tiburzj Si unì co[n] Felice Ruggeri, alias Giovinotto/di Ovindoli, uno de’ Capi de’ Briganti delle Masse di Piccio-/li, e q[ue]sto fù circa li sedici dello scorso Mese di Settembre,/in occasione, che il sud.[dett]o Ruggeri passò Armato, ed a Ca-/vallo per La sud.[dett]a Terra di S.[anta] Iona; il secondo partì//La notte seguente da S. Iona, e Si portò in Avezzano,/dove raggiunse gl’Altri Briganti, che erano colà, da quel/tempo in poi q[ue]sti due no[n] Si Sono più riveduti dentro la/nostra Padria./Sul Terzo Art.[icol]o se nella comune di S.[anta] Iona vi Siano penetra-/te Le Masse, e se hanno cagionato dei danni al publico/ed a ciascheduno de’ privati; hanno risposto negativam.[ent]e/dichiarando, che in d.[ett]a Loro Padria no[n] ci Sono penetrate/mai Le Masse, e per conseguenza no[n] vi è Stato alcun/danno, né al pub.[blic]o né al privato./Sul quarto art.[icol]o se nelle Loro Padria di S.[anta] Iona, qual Sia la/nota de’ Cittadini attulm.[en]te assenti, e qual Sia la Causa della/di Loro assenza, hanno risposto, e dichiarato, che in detta/comune di S.[anta] Iona tutti li Cittadini assenti Sono li/seguenti:/Gio:[van] Crisostomo Carosa, che trovasi nella T[er]ra delle S.S.(Sante) Marie/per garzone co[n] D.[on] Gio:[van]Felice Colelli./Filippo Torsitti, che trovasi a garzone coll’istesso Colelli/Fran.[ces]co Olivieri, che trovasi a garzone con[on] D.[on] Lorenzo de’/Dominicis./Giacinto Scamurra, che trovasi a garzone colle Monache/di Avezzano./Felice Leonardi, che trovasi a garzone co[n] Michele di Michele/di Ovindoli/Dato in Celano li 9 8bre 1806/Io D.[on] Serafino Cardarelli Economo Cur.[at]o della T[er]ra di S.[anta] Iona/Io Francesco Cardarelli Sindaco/Io Somplizio di onofro/Io Luddovico Valeri/Io Pasquale Ciminelli/+ Segno di Croce di Pasquale Leonardi Ill[ettera]to/Tomasssetti Governat.[or]e/ (al margine sinstro vi è impresso sigillo della “UNIVERSITAS […] EUGENIAE “ n.d.r.).

[…] Giuseppe Napolione per La Dio Gr[azi]a/Rè di Napoli, e Sicilia, Principe Francese,/ e Grande Elettore dell’Impero/(al margine sinsitro vi è impresso il più volte descritto sigillo ovoidale da grani due n.d.r.)Re.[i]a Corte di Lecce= Università, e Regimento della Stessa/e Mag.[nifi]ci Deputati, e Reverendo Parroco/Uniti Noi Sottoscritti tra le mura della Local Corte di questa/nostra Uni[versi]tà per esecuzione degl’Ordini generali del/Sig.[no]r Intendente Generale Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r D.[on] Dionisio Corsi de’/27 Settembre relativi alla dichiarazione richiesta dello/Stato nominale dei Briganti, che anno insorto contro d[e]l-/L’Attuale Regnante Governo, e di tutto L’accaduto dalla/insurrezione in qua, dietro Lo più esatto, e Strupoloso (sic) Scruti-/nio da Noi Sotto Scritti formato, Siamo venuti a Dichiarare,/e dichiariamo quanto Siegue/Primo= Coloro, che an preso Le Armi sono Stati li Seguenti/= Domenico Aratari, e Pasquale Cianfrocca, alias Cicugno,/Fucilati in Piscina= Nicola d’Ettorre al Saccheggio di Gioja/fugitivo fin dal 21 Settembre da questo circondario= Gio-/vanni d’Ettorre ora  nel Agro Romano (è stato corretto n.d.r.), dico fù in/Gioja il giorno del Saccheggio, 20 Settembre, ed ora assente/come Sopra= Giacomo Gatti il giorno 19 Settembre armato/di Scoppetta, noccarda rossa al Cappello bordato Si presentò/al Sindaco Domenico d’Andrea, al quale richiese pol-//vere, palle, ed armamento per dieci Persone dicendo, che/lui doveva andare nella Massa unitamente con dette dieci/Persone, delle quali esso Si dichiarò essere il Capo. Il Sindaco/non gli diede ascolto. Egli è nativo di S.[an] Donato, casato/in Roma, e da molto tempo e partito da questa (è stato corretto n.d.r.) Terra/colla Sua Moglie alla volta di Roma, ed è domiciliante/di questa nostra terra, e perciò fuggitivo./2° Questa communità altri danni non ha ricevuti, che quin-/deci Scoppette, due, cioè, di Matteo Gentilotti= una di Damaso/Cornacchia= quattro di Fabbio Cornacchia= due di D.[on] Filippo/Gervasj=due di D.[on] Anacleto Abrami= una di D.[on] France-/sco Santilli= una di Gianfrancesco Salvj= una di Donato/Macera= una di Costanzo Cornacchia. La Local Corte fù/assaltata, rotte le porte, rubati de’ processi Saccheggiata, e Succe-/sivamente brugiati li rimaneti processi. Li danni in essa/commessi Si ponno rassegnare dal Attuale Gov.[ernato]re, che gli à riceu-/ti, essi però Sono di Somma considerazione. Per la invasione/di Sei volte data a questi abbitati dalli (è stato corretto n.d.a.) Briganti in gran/Truppa, Si trova questa Uni[versi]tà aver Sborzato docati cinquanta/quattro, e grana trenta Sette di razione in pane, vino, pre=/giutti, e cacio. I Capi di essi non si sono conosciuti, fuorchè/Mariano Sarrafini di Villavallelonga, e Felice Ruggieri alias/giovinotto di Ovindoli./3° Sono tutti Li Cittadini abbitanti di questa Uni[versi]tà, li quali/si sono portati porzione nell’Agro Romano, e porzione nel//Reg.[i]o Tavoliere di Puglia. Tra essi non vi è alcuno/fuora delle nominati, che Siano di Sospetto al buon Or-/dine, e Governo. Tanto per la verità. In fede. Casali/di Lecce li 15 Novembre 1806/

Giannalfonzo Chiola                                                                                                       Costanzo Cornacchia

Matteo Gallotti                                                                                                                Giambattista Terra

Dom.[eni]co Salvi                                                                                                             Domenico Macera

Tomasso Macera                                                                                                          Giandomenico del Papa

Marco Simonicca

Io Domenico Macera

Io Domenico d’andrea sindico

Domenico goverreale Sidico

[…] coccia sindaco

D[on] Gaetano Cornacchia Curato E[cono]mo

D.[on] Giovanni Leone PAroco

Dichiaro io So[ttoscri]tto, Attuale Gov.[ernator]e, e Giudice di/questa Corte di Lecce, come Lo Scrutinio, e/( al margine sinistro vi è impresso il sigillo della università di Lecce n.d.a.) lo bilancio de’ Docati Cinquantaquattro, e/grana trentasette in generi dati alle Masse/Si è ascritto Sull’assertiva de’ Sindaci, che di/cono averli erogati: Onde a non risponder-/ne fò il p[rese]nte. In fe.[d]e/Io Felice MIlanetti Gov.[ernator]e, e G.[iudic]e/Camillo Petrucci Can.[cellie]ro”

                                                                                                                                                                                 

“[…] Giuseppe Napoleone per la Gra.[zi]a di Dio Rè di Na=/poli, e di Sicilia, Principe Francese, Grande Elet=/tore dell’Impero/ ( al margine sissitro vi è impresso il più volte descritto sigillo ovoidale di grani due n.d.a.) In esecuzione degli ordini dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Sopraintendente di/questa Provincia in data de’ ventisette del prossimo scaduto/Settembre, si sono avanti di noi Gov.[ernato]re Capo Riparto di questa/Città di Celano, precedente Ordine, congregati il R[evere]nd.[o] Par-/roco Curato D.[on] Simplicio Panetta, gli Amministratori, e/Sindaci della Commune d’Ovindoli, Pasquale Colabianchi/e Dom.[eni]co Santo d’Angelo, ed i Principali onesti Benestan=/ti della med.[esim]a qui sottoscritti, affine di dichiarare affirmati=/vam.[en]te su tutti gli Articoli proposti dall’Ill[ustrissi]mo Sig:[no]r/SopraIntendente./Sul primo Articolo, se nella di Loro Padria d’Ovindoli vi siano,/o no stati Insorgenti: hanno risposto, e dichiarato essevene/stati uno, sebbene per pochi giorni ne mancassero altri,/due, i quali non si è mai potuto appurare, se questi due/abbiano seguite Le Masse, oppure si siano portati altrove./Sul Secondo Articolo. Se qual sia il loro nome, e Cognome; qua-/le il Capo, ed in che tempo siano insorti, e se attualmen-/te si siano ritirati in Padria, o siano tuttavia un Campa-/gna; ha risposto, e dichiarato chiamarsi uno Felice Rug-/gieri, alias Giovinotto, il quale fin dalli 13 del passato/Mese di 7[settem]bre di mattino si vidde per il Paese armato, e//Con noccarda rossa al Cappello, ed immediatamente se ne/partì; e si è pubblicamente inteso che si unisse colla/Massa, commandata da Ermenegildo Piccioli, senzacchè/da quel tempo in poi siasi restituito nela Padria,/benché siasi inteso dire che qualche volta sia anche ritornato/nascostamente per poco tempo. Gli altri due si chiamano/Gio:[van]Filippo Rinaldi, e Sebastiano, figlio di Nicolantonio/Pietrantonio: Questi mancarono da Ovindoli circa quattro/giorni dopo li tredici di 7[settem]bre, e ritornarono dopo quattro/in cinque giorni, senzacchè siasi potuto appurare, se se=/guissero Le Masse, o pure fossero stati altrove; e pre-/sentemente sono, uno nella Terra di S.[anta] Iona, dove anche/tiene Casa aperta, e L’altro in Ovindoli./Sul 3 Articolo. Se nella commune d’Ovindoli vi siano penetrate/le Masse, e se abbiano cagionato de’ danni al Publico, o/a Ciascuna Privato: hanno risposto, e dichiarato che in/d.[ett]a Commune non vi hanno mai penetrate le Masse; ed in/conseguenza non vi è stato verun danno, ne al Publico,/nel al Privato./Sul 4 Articolo. Che nella Commune di Ovindoli qual sia la Nota/de’ Cittadini attualm.[en]te assenti. E qual sia la Causa dell’as=senza: ha risposto, e dichiarato, che in d.[ett]a T[er]ra quelli, che at=/tualm.[en]te mancano, o Sia che sono assenti, sono cioè, Ignazio/Suavera, il quale si arrolò alle Milizie Provinciali, sotto gli/Ordini dell’Incaricato D.[on] Berardino Tomassetti; e dopo po=/chi giorni, circa la fine del Mese di Agosto se ne partì,/e presentemente trovasi in Gioja al servizio di un Locato,/come si dice. Vincenzo Angelo Santo ( iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]4. Angelosante Vincenzo-Proprietario-Antico[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.), il quale fuggì/dalla Padria sin dalli quindici di Agosto, come Reo di Omicidio./Celano Li 9 Ottobre 1806./Io Simplicio Panetta Arcip.[ret]e ca.[nonic]o della T[er]ra di Ovindoli/Io Pasquale cola bianchi ( iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]15. Colabianchi Pasquale- Proprietario-Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a cerchio op.cit.” n.d.r.) Sindico/Domenico Santo di Angelo Sindico/D.[o]n Nunzio Colabianchi/Vincenzo Colabianchi/Felice Colabianchi/Gabriele Flaviani ( iscirtto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]23. Flaviano Gabriele- Proprietario- Antico[…]” Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Giacomo Pietrantonio ( iscritto nella vendita cabonara del comune di Ovindoli:”[…]34. Pietrantonj Giacomo di Nicola- Propreitario[…]” Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Nicola Bonanno/Domenico Pietro Antonio( iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli:”[…]30. Pietrantonj Domenico- Proprietario- Tesoriere[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Vincenzo diangili/Dominico Andonio Majo/Giuseppe Zannetti/Giuseppe Pietrantonio ( iscritto nella vendita carbonara del comune di Ovindoli.”[…]31. Pietrantonj Giuseppe- Proprietario- Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Carlantonio Piccone/Simplicio Maj/Fra[ncesco] Colabianchi/Pasquale Di Angelo/+ Seg.[n]o di Croce di Liberato Rinaldi/Bernard.[in]o Filauro/Luigi de Marchesi Tomassetti Governatore “

“ Giuseppe Napoleone p[er] la Gr[azi]a di Dio Rè di Napo=/li, Sicilia Principe Francese Grande Elettore dell’/Impero (al margine sinsitro vi è impresso il sigillo ovoidale più volte descritto da grani due n.d.a.) In esecuz.[ion]e degli ord.[in]i dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]re Intendente di q[ue]sta/Prov.[inci]a in data de 27 dello scadnto (sic) 7[sette]mbre, si sono avan=/ti di Noi Gov.[ernato]re Capori.[art]o di q.[uest]a Città di Celano, pre=/cedente ord.[in]e, congregato il R[evere]ndo Abbate Curato D.[on]/Felice MIlanetti, gli Amm.[inistrato]ri, e Sindaci della Commu/ne di Rovere Pasquale Nusca, e Nicola Giancarlo, e/li principali onesti della med.[esim]a T[er]ra qui sottoscritti,/affine di dichiarare affirmativ.[ent]e su tut=/ti gli articoli proposti del d.[ett]o Sig.[no]re Intendente di q.[uest]a/Prov.[inic]a/Su il p[ri]mo Articolo se nella diloro Padria di Rovere vi sia=/no Stati insurgenti, anno risposto, e dichiarato necati=/vam.[ent]e non essevene stati alcuno./Sù il Secondo articolo; per l’istessa raggione di non esserve=/ne stato alcuno non Sian potuto denotare i loro No=/mi, e Cognomi distinquento il capo, e il tempo di cui So=/no insorti./Su il terzo articolo. Se nella Commune di Rovere vi sia=/no//no penetrate le Masse, e abbiano cagionato dei danni/al publico, o à ciascheduno de privati, hanno Risposti, e/dichiarati, che circa li tredici Ottobre passando p[er] il dilo=/ro Territorio la Massa comandata dal Padre Domizio Iaco/bucci, e da Felcie Ruggieri, alias giovinotto di Ovindoli,/una porzione di q[ue]sta nel numero di circa Sei, in Sette/persone intrarono in d.[ett]a commune di Rovere, e doman=/darono la Razione per l’intiera Massa, p[er] cui furono co=/stretti li Sindaci, e gli Amm.[inistrato]ri a Somministrare loro una/Salma di vino, circa cinquanta decine di pane, e molto/formaggio, e cosi fecero d’interesse all’Uni[versi]tà circa docati/quindici./Sù il Quarto articolo se in d.[ett]a Commune di Rovere qual sia/la nota de Cittadini attualm.[ent]e assenti, e quale la causa/della loro assenza, hanno Risposto, e dichiarato che molti/Cittadini sono assenti, porzione a lavorare in Roma, e/sono Lorenzo, Gio:[vanni] e Rocco fra[te]lli Natale, Gio:[vanni] di Nicola Mar=/tini, Felice, e suo figlio Franc.[ces]co Valerj, Ant.[oni]o, e suo figlio Do=/nato Lombardi, Alessio, e Nicola fra[te]lli Martini, Marco Pa=/gliuca, Gius.[epp]e di Venanzio Milanetti, Vingenzo Michele, Vin=/cenzo Giancarlo, Pasquale, Arcangelo, e Gio:[van]Loreto figli Gian=/carlo, Ermenegildo Paglialonga, Giuliano, e Nunzio fra[te]lli Va=/lente, Angelo Valente, Ponzio Michele, Gius.[epp]e, Gio:[vanni], e Pasqua=/le fra[te]lli Martini con il figlio di Gio:[vanni] Martini nome Giuliano//Vincenzo, e Luigi Nusca, Gius.[epp]e Nusca, Nicola, ed Alessandro/Nusca, Saverio Lombardi, Marco Milanetti, Pie=/trant.[oni]o Milanetti, Pietro, ed Angelo fra[te]lli Pagliusa, Mar=/co Valente, Felice, e Nicola fra[te]lli Nusca, Ottavio, e figlio/Fedele; ed altri nel Reg.[i]o Tavoliere di Puglia, e sono/Mag.[nifi]ci Dom.[eni]co Ant.[oni]o, Carlo, Benedetto, e Gio:[van]batt[ist]a Milanetti,/Silverio, e Michele suo figlio Milanettti, Gius.[epp]e Milanetti,/Angelo, e Gaetano suo Nipote Milanetti; Giustino Natale,/Lodovico, e Loreto fra[te]lli Pagliuca, Nicodemo Michele, Nun=/zio, e Marino Michele, Ant.[oni]o, Gregorio, Pasquale, e Gio:[vanni]/figli Giancarlo, Colombo Milanetti, Gioacchino Giancarlo,/Antonio Giusti, Felice, e Gregorio suo figlio Cherubini,/Felice Valente, Berardino Milanetti, Varlo, e Biase Nu=/sca, Filippo Colagiacomo, Felice, Fran.[ces]co, e Gius.[epp]e figli Mi=/chele, Liberato, Fran.[ces]co, e Donato Michele, Gius.[epp]e, e Vincen=/zo Liberatore, Ant.[oni]o Pagliuca, Arcangelo, e Luigi figlio Nu=/sca, Arcangelo Fedele, Benvenuto Pagliuca, Felice, Sab=/bino, e Nicola Michele, Nunzio Michele, e Giustino Nusca,/Nicola, ed Ant.[oni]o Carnicella, Arcangelo Fedele, Dom.[eni]co Co=/lilli, Fran.[ces]co, ed Arcangelo Nusca, Tomaso, e B[erardi]no Rosa,/Luca, Nicola, e Pasquale Clemente, Pietrant.[oni]o Milanetti,/Donato, Ant.[oni]o, e Fran.[ces]co Fedele. Dato in Celano li 18 No=/vembre 1806./(al margine sinistro vi è impresso il sigillo circolare dell’univesità di Rovere n.d.r.) Felice Milanetti Abb.[at]e Curato/

+ Segno di Croce del Sindaco Pasquale Nusca/io nicola giovancarlo sidico/gregorio milanetti/Paolo Milanetti/Gioacchino Nusca/Evangelista Natale/Tomassetti Governatore”

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza SI Cat. 27 4813 A

“ Giuseppe Napoleone per la Dio Gr[azi]a Rè

D.[on] Luigi Tomassetti Gov.[ernator]e Caporip.[art]o di Celano

Per disimpegno di urgentis.[sim]o addossatomi dal Sig.[no]r Inten-/dente della Prov.[inci]a mi necessita avere dai Mag.[nifi]ci/Amm.[inistrato]ri della Terra di Ajelli, quali siano i Benestanti/probbi, onesti, e che non hanno veruna correlaz.[ion]e coi/Briganti. Chepperò col p[rese]nte ordiniamo ai Mag.[nifi]ci Amm.[inistrato]ti/delle med.[esi]ma, che subito in dorso del p[rese]nte ord.[in]e debba-/no certificare sotto la loro più stretta responsabi-/lità quali siano i Benestanti probbi, ed onesti di/d.[ett]a Comune di Ajelli. Si guardino del contrario per/non esserne Risponsabili presso il sud.[dett]o Sig.[no]r Intenden=/te. Dato in Celano li dodici 8[otto]bre 1806/Tomassetti Governatore/Ajelli/Mag.[nifi]ci Ammin.[istrato]ri dell’Uni[versi]tà/Cardilli Mastro d.[att]o/ord.[in]e c.[om]e s.[opr]a (è scritto su carta da bollo da Grani due n.d.r.)/

In esecuz.[ion]e d[e]l Retro[scri]tto venerat’ord.[in]e si certifica da Noi qui sott[oscritt]i attuali/Sindaci, ed Amm.[inistrato]ri di questa Università di Ajelli, qualmente Le/Persone Benestante, probe, ed oneste, che sono in questa n[ost]ra/Terra sono Li seguenti, cioè li Sig.[no]ri D.[otto]r D.[on] Francesco Macerole,/D.[otto]r D.[on] Giuseppe di Pietro, D.[otto]r Fisico D.[on] Antonio Maccallini,/D.[otto]r Fisico D.[on] Baldassarre[è stato corretto n.d.a.) Maccallini, N.[ota]r D.[on] Gio:[van] Nicolò Ange-/loni, N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti, D.[on] Prospero Berardi, D.[on] For-/tunato Berardi, Francesco petracca, Francesco di Berar-/dino Angeloni, Gio:[va] Francesco Delpinto, e Francesco di Pie-/tro. Che in attestato d[e]l vero ne abbiamo fatta scrivere La p[rese]nte/al n[ost]ro Ord.[ina]rio Can.[cellie]re, firmata din[ost]re Mani, e munita di Popu-/lar Sugello, ed in fede Ajelli Li 12 Ottobre 1806 /Fran:[ces]co Delcecato Sindaco attesto com(sic) sopra/Vincenzo di Pietro Sindaco atesto come sopra ( al margine sinsitro vi è impresso il sigillo ovoidale dell’Università di Aielli n.d.r.)/N:[ota]r Vincenzo Angelitti Can.[cellie]re/

Giuseppe Napoleone p[er] la Dio Gr[azi]a Rè/D.[on] Luigi de’ Marchesi Tomassetti Maceroni Gov.[ernator]e/Caporip.[art]o Int.[teri]no di q[ue]sta Città di Celano/Per disimpegno di urgentiss.[im]o affare addossatomi/dal Sig.[no]r Intend.[en]te di q[ue]sta Prov.[inci]a, mi necessitano Le/persone qui so[ttoscri]tte della T[er]ra di Ajelli. Chepperciò/col p[rese]nte ordiniamo alle med.[esim]e di conferirsi person-/nalm.[en]te in q[ue]sta Residenza avanti di me per il gior-/no di venerdì quattordici del cor.[rent]e Novembre. Si guardino del contrario sotto la pena della Loro più/stretta responsabilità presso d.[ett]o Sig.[no]r Intend.[ent]e Il/p[rese]nte si notifichi, e torni a noi colla debita re-/lata. Celano 12 9[novem]bre 1806/Luigi de Marchesi Tomassetti Regio Governatore, ed Amministratori d’Ajelli/Ajelli/Sig.[no]r D.[otto]r D.[on] Franc.[esc]o Macerola /R[everen]do Parroco (è scritto sopra n.d.a.)/Sig.[no]r D.[otto]r D.[on] Giuseppe di Pietro/Sig.[no]r D.[otto]r Fis.[ic]o D.[on] Ant.[oni]o Maccallini/Sig.[no]r D.[otto]r Fisico D.[on] Baldassarre Maccallini/N.[ota]r D.[on]Giannicola Angeloni/N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti/Mag.[nifi]co D.[on] Prospero Berardi/Mag.[nifi]co D.[on] Fortunato Berardi/Francesco Petracca/Franc.[esc]o di Berard.[in]o Angelone/Gianfranc.[esc]o del Pinto/Francesco di Pietro/( è scritto su carta da bollo da grani due n.d.r.)/

Ajelli 13 9bre 1806/Li Mag.[nifi]ci Amm.[inistrato]ri di questa Commune anno/ricevuto il retroscritto ordine, e di aver fatto/intimare le retroscritte persone, fuori delli/Sig.[no]ri D.[on] Prospero, e D.[on] Fortunato Berardi, e del/D.[otto]r D.[on] Gius.[epp]e di Pietro p[er] trovarsi assenti da/questo luogo. In fede/Il Not.[ar]o D.[on] Vincenzo Angelitti Can.[cellier]e/”

“ Giuseppe Napolione (sic) per la Grazia di Dio Rè di Napo=/li, e di Sicilia Principe Francese, Grande Elettore d[e]ll’Impero./In esecuz.[ion]e degl’Ord.[in]i dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intend.[en]te di questa Prov.[inci]a in data de 27/d[e]l prossimo passato Settembre, si sono uniti avanti di Noi Gov.[ernato]re/di q[ue]sta Città congregati il R[evere]ndo Prev.[ost]o Curato D.[on] Felice de Meis ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli: “[…]37. De Meis- Preposto- Predicatore a favore de’ carbonari[…]” Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.), gl’Am-/ministratori, e Sindaci di (è stato corretto n.d.a.) Ajelli Francesco d[e]l Cecato, e Vincenzo di Pietro,/e gli Principali onesti Benestanti d[e]lla med.[esim]a qui sott[oscritt]i, e Crocesegnati,/affine di dichiarare affermativam.[en]te, o negativam.[en]te su tutti gl’Articoli pre-/posti dal d.[ett]o Sig.[no]r Intend:[en]te/Sul p[ri]mo Articolo se nella Loro padria di Ajelli vi siano, o Nò insorgenti, an-/no Risposto, e dichiarato esservene stati nove effettivi, ed altri due, che/si mostrorono aderenti/Nel secondo Articolo, che notassero li nomi, e Cognomi distinguendo il Capo,/ed il tempo in cui sono insorti, e se attualm.[en]te si sono Ritirati nella Pa-/dria, o sono tutta via in Campagna, anno Risposto, che nel di di ven-/tisei Marzo 1806 essendosi portata La Massa in Ajelli Loro Pa-/dria nel Num.[er]o di circa quaranta, fra questi vi era Benedetto di/Arcangelo Angelitti Nativo di Ajelli, che dimorava in Cerchio, e Reo di/Omicidio. Indi vi si unirono Domenico Rossi alias Ciammorone,/il q[ua]le publicam.[en]te si dice, che sia stato uciso da Francesi nella T[er]ra/di Geanna nell’insorgenza successiva, nella q[ua]le vi insorse. Tomeo/di Dom.[eni]co Maccallini, il q[ua]le si dice publicam.[en]te, che sia morto nelle/Carceri d[e]ll’Aquila, giache fù arrestato in Ajelli p[er] ord.[in]e d[e]l Sig.[no]r Co-/mand.[an]te//Mand.[an]te Francese, Giuseppe di Gio:[van] Loreto Maccallini uno de d.[ett]i due Ade=/renti, che si armò in d.[ett]a Massa, senza però averla mai seguita, e Pasqua-/le Maccallini (iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:[…]38. Maccallini Pasquale- Proprietario- Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.) altro aderente, il q[ua]le non si armò ne seguito ha mai Massa/alcuna, e questi due, che mostrorono aderenza sul principio, non sono mai/partiti da Ajelli, e ne più anno dimostrato aderenza. Nel di di sedici Settembre/di d.[ett]o Anno arrivò in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli La Massa commandata da D.[on] Er-/menegildo Piccioli, e si vidde esservisi con essa unito il R[everen]do P[ad]re Domizio/Iacobucci Naturale d[e]ll’anzid.[ett]a T[er]ra di Ajelli Religioso di S. Antonio d[e]lla Scurgola,/insorto fin dal mese di Giugno= Giuseppe di Domenico Ant.[oni]o Iacobucci ( iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:_”[…]28. Iaocbucci Giuseppe- Peroprietario- Maestrto Fasciato[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”) in-/sorto di prima col d.[ett]o P[ad]re Domizio= Felice Antonio di Matteo Angelitti insor-/to circa due giorni prima d[e]ll’arrivo di d.[ett]a Massa. Indi in d.[ett]a T[er]ra vi si/unirono il soprad.[ett]o Dom.[eni]co Rossi alias Ciamorone= Giuliano di Francesco/Iacobucci, Benedetto di Simplicio Angeloni ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:”[…]2. Angeloni Benedetto- proprietario- Carbonaro[…]” Amiconi F::” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.), e Cesidio di Fabrizio Man-/cini, il q[ua]le insieme con tutti gli divisati insorgenti sono Ritornati in d.[ett]a T[er]ra/di Ajelli, essendosi Ripresentati al Sig.[no]r Command.[an]te Francese in tempo, che/dimorava in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli, a Riserba de i soprad.[ett]i due Morti, e di Cesidio/Mancini, d[el] quale corse voce, che avendo seguita La Massa per alcuni/giorni, indi se ne fusse partito p[er] la Puglia, ove era solito a portarsi/a Lavorare./Sul terzo Articolo se in d.[ett]a Commune di Ajelli se ve siano Iè stato corretto n.d.a.) penetrate Le Mas-/se, quali danni Le med.[esim]e abbiano cagionate al Publico, ed a ciascuno/de Privati, Anno Risposto, che La soprad.[ett]a Massa de 26 Marzo cau-/so alla Commune di d.[ett]a T[er]ra il danno di docati cinque fra pane, vino/e Salati, La Massa poi de sedici Settembre p[re]d.[ett]o giorno, e p[er] il giorno suss.[equen]te//Seguente causò di danno cinque Cento Razioni, conf.[orm]e dal Recivo formato dal/d.[ett]o Piccioli, e docati sessanta in denaro, come parim.[en]ti dal Recivo. A Pri=/vati poi al Not.[ar]o D.[on] Gio:[vanni] Nicolò Angeloni docati duecento, e g[ra]na novanta/quattro, siccome parim.[en]ti dal Recivo. Altri docati tredici, che gli si presero diver-/si Insorgenti, de q[ua]li non gli fecero Recivo. Un Orologio da Sacca colla Cassa/di Argento, Nove anelli di oro, ed altri due Rotti, fra q[ua]li anelli vi erano/due Corniole. Due Pistole, ed altri due Schioppi. Similm.[en]te a diversi altri Cit-/tadini furono da d.[ett]a Massa tolti altri venticinque Schioppi. Essendosene/partiti d.[ett]a Massa Commandata dal d.[ett]o Piccioli circa L’ore diecinove/di d.[ett]o giorno dieci sette su L’ore ventitre arrivarono altri Insorgenti nel/num.[er]o ventisette, Li q[ua]li vollero parim.[en]ti mangiare, e bere, che causarono/di danno circa docati sei, Li q[ua]li andavano a Raggiungere La Massa d[e]l d.[ett]o/Piccioli. Nel dì poi 22 Settembre si viddero passare p[er] il Territorio di Ajel=/li quindeci Insorgenti commandati da Felice Rugieri alias Giovinotti di Ovin-/doli, Li q[ua]li avendo circondato il D.[otto]r Fisico D.[on] Baldassarre Maccallini, e se ne con=/duceva un Cavallo p[er] suo commodo, gli se Lo presero. E nel giorno su[s]seg.[uen]te/avendogli fatto sapere, che si mandasse a Riprender Lo d.[ett]o Cavallo, e gli man-/dasse docati venti, ed avendogli presa una Corniola, un fazoletto, ed al=/cuni puochi carlini, gli causarono di danno circa docati cinque. Dopo due/giorni gli Rimandarono il Cavallo sud.[dett]o, e che sarebbero essi Loro venuti a pren-/dersi il denaro. Ed in fatti nel giorno di otto Ottobre essendosi portato d.[ett]o/Felice Rugieri con quattrodici altri Insorgenti, fra q[ua]li vi erano li Soprad.[dett]o Giu-/liano Iacobucci, e Felice Ant.[oni]o Angelitti causarono di danno docati otto (è scritto sopra n.d.a.)al prefato D.[on]/Baldassarre Maccallini, ed altri docati dieci al Sig.[no]r D.[on] Fortunato Berardi/di Gioja, commorante in Ajelli./Sul quarto//Sul quarto Articolo se nella Loro Padria di Ajelli, qual sia La nota de/Cittadini attualm.[en]te assenti, e qual sia La causa d[e]lla Loro assenza, anno/Risposto, e dichiarato, che oltre il soprad.[ett]o Cesidio Mancini sono assenti D.[on] Prospero, D.[on] Fortunato, D.[on] Valentino, e mag.[nifi]co Valerio Berardi, che si sono por-/tati in Foggia p[er] assistere alle Loro Massarie di pecore. Similm.[en]te ivi si sono/portati Benedetto Mazzulli, Felice, e Filippo Barbieri, in qualità di garzoni/de med.[esim]o D.[on] Clementino Berardi, che si trova in Napoli p[er] causa di studio/ Domenico, ed Angelo Nicola Petracca, Antonio, Francesco, Giovanni, Oran-/te di Cenzo, Arcangelo Palerma, ed il soprad.[dett]o Benedetto Angeloni, che/si sono portati nella Campagna Romana a Lavorare. Dato in Celano/Li quattrodici Novembre 180sei/Io D.[on] Felice de Meis Prev.[ost]o Cur.[a]to della T[er]ra di Ajelli/Vincenzo di Pietro Sindaco/Io Fran:[ces]co del Cecat(sic) Sindaco/D.[otto]r Giuseppe di Pietro/D.[otto]r Francesco Macerola/D[otto]r Ant.[oni]o Maccallini/D:[otto]re Baldassarre Maccallini/N.[ota]r Gio:[vanni] Nicolò Angeloni/N.[ota]r Vincenzo Angelitti/Gio:[van]Francesco Delpinto/Francesco di Pietro/+ Segno di Croce di Francesco Petracca illetterato/+ Segno di Croce di Francesco di Berard.[in]o Angeloni illetterato ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli :”[…]3. Angeloni Francesco-Proprietario-Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Tomassetti Governatore ( al margine sinistro vi è impresso il sigillo circolare dell’Università di Aielli n.d.a.).( Il soprariportato documento è scritto su carta da bollo da grani due n.d.a.).

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA 

Intendenza SI, Cat. 27^ b. 4825, fasc. 13

“Divisione di Polizia

II Burò                                                          Gioja 29 Maggio 1807

                                           Angelini Reg.[i]o Locotenente del Circondario di Gioja

Al Sig.[no]r Intendente della Provincia ( al margine sinistro è impresso il bollo ovoidale verticale interamente circoscritto da 2 palme recante l’aquila imperiale con ali aperte con la testa girata a sinistra sormontata da una corona. I piedi poggiano sulla raffigurazione di due fulmini zigzaganti posti una destra ed un altro a sinistra sopra due lineette orizzontali recanti sotto le seguenti scritte: “1806” e sotto ancora quasi a semicircolo : “GRANI DUE”. Sotto al citato timbro ve ne è un altro sempre di forma ovoidale però posto orizzontalmente recante dentro al seguente scrittura : “ CARTA/PER SOLO USO/FISCALE” n.d.r.) Sign=[no]r/ Ho ricevuti li vostri venerati Ordini per l’arresto del/famoso Brigante Felice Ruggiero, alias Giovinotto:/li ho diramati al momento nel Circondario, facendo=(al margine sinistro si legge : “ Oggetto /Per l’arresto del/famoso Brigante/Ruggiero, alias/Giovinotto” n.d.r.)/ne anche intesa la Gendarmeria, e ne ho incul=/cato il più esatto adempimento: Spiacemi moltissi=/mo, che le Guardie Civiche in questi Luoghi, non/sono ancora organizzate, a motivo che la maggior/parte delle Persone suscettibili per questo Ramo,/ritrovansi assenti nella Puglia: stò contando i mo=/menti de loro ritorno, che và a succeder frà/giorni, ed allora mi darò da fare, per formare/un forza imponente da far stare in dovere/qualche Scelerato, che ardisse turbare il Publico/Riposo: per ora ho supplito con far dare a que=/ste Comuni pochi Uomini di Campagna, e li ho/fatti riunire alla Gendarmeria, per protegere il/passaggio, pe’ Luoghi sospetti, de’ Locati che ritornano//dalla Puglia./Vivete intanto sicuro di tutto il mio impegno e della mas=/sima vigilanza per assicurare la publica sicurezza ed il/buon’Ordine./Mi do l’onore di rassegnarvi la mia obedienza, e di/rispettosam=/[en]te salutarvi./Angelini “

“ Aquila 5 Settemb.[r]e 1807./al Sig:[no]r Governat.[or]e di Avezzano/O ricevuto i v[ost]ri due rapporti del 1.,2 2. Settemb:[r]e/Mi duole tuttavia de’ guasti, cui so-/no state assoggettate le Comuni di/codesto Circondario. Ma se l’orda, che/lo infesta è di così picciol numero, q[ua]le/io sento, cioè meno (è scritto sopra n.d.r.) di una ventina, io inten-/do poco come si sia diffuso tanto terro-/re negli animi, spezialmente degli/Avezzanesi, E poi non avete tanto/lontano dei distaccamenti di truppa,/che vanno tuttavia ad accostarvisi/più p[er] disposizione di q[ue]sto Sig:[no]r Generale./Io v’invito a dettagliarmi sempre ne’/v[ost]ri rapporti non solo il numero, e le/mosse, e i danni fatti, ma ancora/i Capi de’ briganti, che v’inquietano./Mi fido sulla v[ost]ra attività, e zelo per/rianimare gli spiriti smarriti. Fate/che alla forza, che vi giugne si unis-/scano i proprietari, spezialmente q[ue]lli/che sono della guardia civica Prov[incia]le,/ e di Avezzano, e de’ dintorni//Non mi mancate le notizie inte-/ressanti, e più frequentemente q[ue]lle,/che mi danno le direzioni di codesta/orda e se cresca, o diminuisca di nu-/mero, o se sia una, o più orde./Nulla mi dite di quei, che ho in-/teso aver assatata(sic) Trasacco nel v[ost]ro/Circondario. Ne attendo il dettaglio/e vi saluto intanto con istima (sic)”

“ Avezzano p[ri]mo Sett:[embr]e 1807/Il Luog:[ten]te d[e]lla Reg:[i]a Corte di Avezzano/A S:[ua] E[ccellenza] il C:[avalier]e Duca d’Alanno Intend:[en]te d[e]lla/Prov.[inci]a/Ecc.[ellenz]a/In supplem:[en]to di qu[an]to rassegnai a V[ostra] E[ccellenza] con mia Rimostran-/za de’ 28 d[el]l’orpassato mese concernente l’arrivo/de’ Briganti ne’ designati Luoghi di q[ue]sta giurid[izion]e/com[m]andanti dal famoso Giovinotto, e Giuse:[pp]e d[e]l Mo-/naco, mi resta riferile q[ua]nto da’ Rapporti di je=/ri L’altro risulta/Mi si Rapportò dunque, che essi Briganti nell’indica-/to giorno de’ 28 a c:[irc]a Le ore 15 dalla Forme fosse/ro passati a Massa Inf:[erior]e; e la maggior parte di/quei Naturali scoverto appena il di Coloro/avvicinam.[en]ti si fossero posti in Salvo colla/fuga. Il solo D.[on] Giuseppe Blasetti, che con/pochi altri vi erano Rimasti vedendo appa-/rire tal rea gente dentro L’Abitato si aveva/dato il coraggio di presentarcelo d’avvanti/offerendole Rinfresco, sul timore d’un’im[m]inen=/te sacco. Che sebbene con disprezzo avesse//ricevuta L’esibiz:[ion]e sulle prime, pure fossegli Riu-/scito umanizzarla colle buone maniere: che do-/po un brevissimo trattenim.[en]to dentro L’abitato/fosse andata ad accamparsi in un territ:[ori]o di D.[on]/Gius:[epp]e Pace fuora d[e]ll’Abitato med:[esi]mo, sito in/un’eminenza; e che da colà mandatosi a/chiamare il Sind:[ac]o, gli avessero chieste Le ra-/zioni, ed orzo p(er) li Cavalli, non che doc:[a]ti/Cento. Trall’impossibilità q[ue]sti di poter Riunire La chiesta som[m]a, e spaventato dal-/le minaccie Ricevute d[e]l Sacco, e fuoco di tut-/to il Paese Rimasto vuoto di gente, portato/si fosse esso Blasetti col Sind:[ac]o p[er] conten-/tarla alla meglio. La Ricevesse in’effetti/a contentarsi p[er] doc.[a]ti 50, alla som[m]inistra-/zione ancora de’ viveri p[er] Loro, ed Orzo/ p[er] li Cavalli. Gli anzid:[ett]i Capi poi/si fossero diretti nella casa d[e]l med:[esi]mo, ed/ivi pranzato avessero./Non contenti di ciò si fossero quindi portati/in Casa d[e]l di lui Nip:[o]te D.[on] Luigi, il quale/avendolo trovato fuggito avessero obliga-/to La moglie alla contribuz:[ion]e di doc:[a]ti 300, che//mall’appena L’anzid:[ett]o D.[on] Gius:[epp]e potette farla ridu-/re a doc:[a]ti 25./Sloggiati da Massa Inf:[erior]e fossero passati a Massa/Sup[erior]e pretendo colà contribuz:[ion]i, senzacche/niente ci avessero potuto Ricevere, tanto/p[er] La di lei notoria miseria, q[ua]nto p[er] esser-/sene fuggiti quasi tutti gli Abitanti, motivo/p[er] cui presto da colà partirono, diriggendosi/p[er] la Strada di Santanatoglia./Li Maglianesi intanto d[e]ll’oprato in Massa, e sul/timore, che non penetrassero nella vicina di lor/Pad:[ri]a fossero Usciti ad incontrarli facen-/doli fuoco; ma che alle Replicate schioppeta-/te vicendevolm:[en]te tiratesi niuno fosse Rima-/sto ferito, e li Briganti, qu[in]di avessero prose-/guito L’impreso Camino p[er] Santanatoglia./All’ora avvanzata poi arrivassero in Magliano/ Li gendarmi, e si è detto, ma non ho Ricevuto/Rapporto ufficiale, che La Mattina de’ 19 avesse:/ro am[m]azzato un Brigante Rimasto indietro/Tanto dovevo rassegnarle p[er] sodisfare a’ doveri d[e]lla/mia Carica, E con inalterabile rispetto/mi confermo Div:[otissi]mo Serv.[itor]e vero Ob[ligatissim]o/Domenico Cini”

 

“ Eccellenza (al margine sinistro vi è impresso il sopradescritto sigillo ovoidale recante la scritta di “Grani due” e, sotto, la seguente scrittura manoscritta : “ Presentato a dì 23 Mag:[gi]o 1807/Burò de’ Registri/F. Lombardi” n.d.a.)/ Il Sindaco, ed Eletti di Ovindoli umilm.[en]te espongono a V.[ostra] E.[ccellenza] co-/me sotto il 21 d[e]l cor.[ren]te a circa le ore 20 si vide comparire in Ovin-/doli il celebre Felice Ruggieri alias Giovinotto armato di tutto punto,/cioè di due Pistole, Padrona, e Schioppo; quello stesso, che si presentò al/Sig.[no]r G[enera]le Goullus in Celano, e fu perdonato./Immantinenti uno degli Eletti portossi in Celano a darne parte al/Tenente de’ Gendarmi, poicchè è ben noto a V.[ostra] E.[ccellenza], ed a tutti, che p[re]sen-/temente in Ovindoli non vi sono, che pochi Vecchj, Ragazzi, e Donne,/trovandosi tutti nel Tavoliere di Foggia; e che il Paese è disarmato,/Oltre di un tal passo, uno degli Eletti portossi a V.[ostra] E.[ccellenza] a/darne lo stesso avviso p[er] prendere gli opportuni espedienti, facen-/dole ancora p[rese]nte, che il Ruggieri era scomparso da Ovindoli, e si/sospettava di essersi ritirato nella vicina Selva di Alano, dove alcuni/Pastori avevano riferito di aver veduti tre, o quattro altri Armati./Malgrado q[ue]sto zelo, ed esattezza, trasentono, che si vogliano dar/d[e]lle molestie alla Popolaz.[io]ne, ed agli Or.[ato]ri med.[esi]mi, pretendendosi//di dover’essi arrestare il Felice Ruggieri, o pure dar conto ove/il med.[esim]o si trovi./Ben vede V.[ostra] E.[ccellenza], che gli Orat.[o]ri non possono esser tenuti a fare/di più di q[ue]llo che han fatto a rischio d[e]lla prop.[ri]a vita, sapendo ognu-/no l’indole sanguinaria, ed il coraggio d[e]l Ruggieri, che ha in-/cusso timore a quei piccioli Paesi./Chepperò ricorrono a V.[ostra] E.[ccellenza], e la sup.[plica]no degnarsi disporre,/che gli Esp.[onen]ti non siano molestati, ma che si lascino attendere/agli affari d[e]lla Uni[versi]tà, la quale in tutt’i rincontri a mostrato/il suo attaccam.[en]to all’attuale floridis.[sim]o Governo, e specialm.[en]te nel/passaggio della M.[aestà] S.[ua] (Dio Feliciti) p[er] Ovindoli, che in se-/gno d[e]lla Sua Sovrana soddisfaz.[io]ne si degnò di fare delle largi-/zioni a benef.[ici]o d[e]l Pub.[li]co, ut Deus (sic)”

“ Avezzano 16 7[settem]bre 1807. (al margine sinistro vi è impresso a stampa un sigillo ovoidale recante al centro l’aquila con le ali allargate e con la testa girata a sinistra con sopra la corona reale e con la seguente scritta posta a sinistra “ NAP.” e a destra “ E SIC. “ sotto ai piedi del rapace vi è la seguente scritta : “ G.[RANI] 6 “ n.d.a.)/ Il Sindico della Comune di Avezzano/Al Signore Intendente della Provincia di Aquila/Signore/Il famoso Capo degli Assassinj Giovinotto di Ovindoli con una comitiva di/circa trenta suoi pari erasi la notte di Lunedì, venendo il Martedì, era=/si incaminato per portare il minacciato guasto a questa disgraziata/Città, e se non era la Truppa Francese, qui distaccata, che si por=/tò nella stessa notte ad incontrarli, e disperderli, avrebbero sicura=/mente eseguito il reo disegno. Riuscì di prenderli un Cavallo bar=/dato: ed un Cappello/Pervenuta la notizia la mattina, che si erano incaminati per la vi=/cina Terra di Luco, si portò la stessa Truppa ad incontrarli, e/li sorprese nell’atto che volevano esequire il saccheggio, e l’assas=/sinio di alcuni Proprietarj: li Fugò di nuovo, e disperse, li prese tre/cavalli bardati, e si crede, che alcuni ne siano periti in quella/soprapposta, e disastrosa Montagna./Questa Popolazione si loda molto del coraggio, ed attività di d.[ett]a Truppa/Francese, maggiormente dell’ottimo Tenente, che la comanda./Da queste operazioni comincia a riprodursi la calma. Imporrerebbe/accrescere la Forza per la distruzione totale di queste infami Orde/di Assassinj. Un tanto benefizio lo aspetta questa Comune dalle/instancabili cure di V[o]s[tra] Ill[ustrissi]ma, cui è degnamente affidata//la protezione, e la tranquillita della Provincia./Profitto di questa occasione per rassegnarle novamente, come fo,/l’estremo bisogno, in cui è questa Comune di essere rinfrancata/delle Forniture somministrate da più mesi alle Truppe Fran=/cesi, dovere ritardato da D.[on] Sicismondo de Sanctis di Chieti, che/ne’ ha l’obbligo, e ricusa prestarsi alle mie continue premure./Io spero dalla Giustizia di V[o]s[tra] Ill[ustrissi]ma di vederlo ridotto all’adempi=/mento non solo della rivaluta de’ Boni, ma dell’antecipazione/di somma corrispondente, onde non manchi il bisognevole alla/Truppa, mentre in caso diverso rimarrà sicuramente compro=/messo il Real servizio./Sono pieno d’inalterabile stima./Gaspare Orlandi Sindaco//Avezzano Agosto 1807/Si unisca al Fascicolo del/Brigantaggio ( è scritto al margine destro n.d.r.)//Al Sig.[no]r Remond/Al Sig.[no]r Commiss.[ari]o Endicatore/di Guerra Deviard (è scritto più sotto sempre al margine destro n.d.r.)//Si è scritto tanto al tronit Remond/che al Commiss.[ari]o di Guerra p[er] lo pa=/gam[en]to delle forniture ( è scritto più sotto al margine sinistro n.d.r.) “

“ Avezzano 2 Settembre 1807/Il Sindaco del Comune di Avezzano/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Signore/Oggi più che mai questo Comune è minacciato da una Comitiva/di assassini a piedi, ed à Cavallo. Ne passati giorni fù ai/diversi Paesi limitrofi, dai quali ritirò delle contribuzioni,/protestando sempre, che le sue mire particolari erano dirette/per Avezzano./Io non ho colori valevoli ad esprimere il timore, ed il dissesto di que=/sta Popolazione. Ognuno fugge colle proprie Famiglie, e si/occulta nelle Campagne, dove risente tutti gli incomodi di/siffatta emigrazione. Siccome nella scorsa notte l’indicata Co=/mitiva è stata nella Terra di Ajelli, ed ha sogettate al sac=/cheggio alcune Case, così è stata questa una notizia, che ha/urtato maggiormente il terrore e lo spavento. Siamo privi/di sicurezza, ne si gode la publica tranquillità. L’unico spe=/diente di riacquistarla è la spedizione di una rispettabile For=/za, senza di cui si corre pericolo un giorno o l’altro di rima=/nere compromessi. E’ così radicato il timore, e così frequenti/le fughe de Cittadini, che l’esecuzione delle leggi, specialmente/di quella, che riguarda le operazioni Fondiarie sono tutte//in attrasso. Le Campagne sono abbandonate./Voi o Signore conoscete molto bene la nostra posizione, e quali rimedii/ci convengano. Questa Popolazione si crede degna della vostra/protezione, ed ha tutta la fiducia di sperimentarne gli effetti./Degnatevi gradire le assicurazioni della mia stima/Gaspare Orlandi Sindaco “

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza, SI, Cat. XXVII, b. 4815 a, fasc. 13

“Lug:[li]o   1807   41/Carte relative Al Brigante/Felice Ruggero (la vocale i è stata corretta con la vocale o n.d.a.) alias Giovinotto  (più sotto è scritto una grande R, n.d.r.)  

“Celano 23 Mag[gi]o 1807 ( al margine sinistro vi è impresso il timbro ovoidale, già descritto, da Grani due n.d.a.)/Il Governatore di Celano/Al Sig.[no]r Intendente Generale della Provincia/Sig.[no]r Intendente(al margine sinistro sotto il sopracitato timbro si legge: “ Oggetto/Sul ritorno del Brigan./te Felice Ruggero ( la vocale i è stato corretta con la vocale o n.d.a.)/alias Giovinotti di/Ovindoli con cinque/altri suoi compagni” n.d.a.)/ Mi corre l’obbligo di riferire a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma Sig.[no]re Intendente,/che Felice Ruggero alias Giovinotti di Ovindoli si è/ristituito in queste parti in comitiva di altri cinque/suoi compagni, e bene armati. Questi sono nelle vici-/ne Montagne di Ovindoli, e questa mattina una par-/tita di quindici Soldati di quei, che si trovano in/Avezzano, unitamente colla Truppa Civica di quel/luogo, e di Ajelli gli hanno data la caccia, e gli è riu-/scito di prender loro tutti i Cavalli colle rispet-/tive sella, ed alcuni pochi Bagagli; il Ruggiero (la vocale i è stato corretta con la vocale o n.d.a.)/colli suoi Compagni, è fuggito dalle mani di questi/e si è rintanato ne Boschi. Io cercherò di ap-/purare di concerto con questo Sig.[no]r Tenente/Comandante la Gendarmeria, tutte le mosse, che/si faranno da nominati Briganti, e non lascerò/di tutto dettagliatamente riferire./Ieri sera ebbi lettera dal Sig.[no]r Fournier Segre-/tario del Sig.[no]r Generale Chavardes, il quale m’inca-/ricò a ricevere il nominato Felice Ruggiero (è stato corretto n.d.r.)//nel caso volesse presentarsi. Dunque Sig.[no]r Intendente mi dica come/debba regolarmi/Sono con tutta, e considerazione/Tomassetti Governatore”

“ Celano il primo Giugno 1807/Il Gov.[ernato]re Interino di Celano (al margine sinistro vi sono impressi due timbri ovoidali: il primo è racchiuso da due rami di palma con dentro una  corona che sormonta tre gigli posti due sopra e l’altro sotto in mezzo ai due. Vi è poi una linea orizzontale sotto la quale vi è scritto “1801” e sotto a semicerchio : “ GRANI DUE”. L’altro timbro impresso sempre a forma ovoidale è posto, però, a differenza del primo che è impresso verticalmente, in modo orizzontale e reca scritto: “ CARTA/PER SOLO USO/FISCALE” n.d.r.)/Ecco Sig.[no]r Intendente, quanto posso rassegnarvi (è stato corretto n.d.a.) riguardo (è stato corretto n.d.a.) a/Felice Ruggieri, alias Giovinotti di Ovindoli./Da che io mi trovo qui, il Medesimo è stato sempre nella monta-/gna di Ovindoli, cambiano però sito continuamente, onde poter/meglio eludere le perquisizioni, che si facevano di sua persona./Non è sceso mai al piano, per cui i Passaggieri non hanno avuto/motivo di essere molestati. Due giorni prima della mia venu-/ta successe nella montagna di Arano un’attacco fra il Giovi-/notti, e la Guardia civica di Avezzano. Fu in tempo di notte./Non saprei farvene il dettaglio, perché mi mancano le notizie/necessarie. So solamente che il Tenente Rampa sta ancora/in letto con una ferita, che abbraccia tutta l’estensione interpo-/sta fra una scapola e l’altra, avendo ricevuta una palla,/che s’internò nella banda sinistra, e riuscì nella destra./Oggi è andato in Ovindoli il Tenente Iatta unitamente al/Brigadiere della Gendarmeria. Giovinotti si è presentato a/quest’ultimo, ch’è andato a rincontrarlo poco lungi dal Pae-/se in compagnia del Sindaco, ed altri del luogo. Nel presen-/tarsi ha depositato le armi, ed ha mostrato al Brigadiere/medesimo coll’aria la più dimessa la più grande rassegna-/zione. Non aveva compagni seco, ed essendone stato diman-/dato ha risposto essersene( è stato corretto nd.a.) disfatto in tutto e per tutto. E’ stato/invitato di arrivare sino ad Ovindoli, dov’era il Tenente,/ma ha ricusato, dicendo volere prima una carta di sicurez-/za. Ha promesso di mandare dimani le armi,e le munizioni di polvere e palle, che tiene presso di se./Si è dal tenente rassegnato tale fatto a Chavardu. Non//So quali disposizioni dal medesimo si daranno. Mi farò/un dovere rassegnarvele, qualunque esse siano. Ho stima-/to intanto inviarvi la presente per rendervi conscio di/quanto riguarda un’affare, che importa la Polizia/di consocere in tutta la genuità./Sono col più grande rispetto./Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 5 Giugno 1807/Il Luog[o]t[enent]e di Celano (al margine sinistro vi sono impressi i due timbri ovoidali già descritti n.d.r.)/Al Sig.[no]r Intend.[ent]e della provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Felice Ruggieri alias Giovinotti di Ovindoli dietro carta di/sicurezza ricevuta dal Sig.[no]r G[enera]le Digonet si è ritirato nel-/la sua Padria, dove dimora tranquillamente. Nulla di-/meno io non manco prendere de’ continui rassegna-/menti della sua Persona, e della menoma azione,/che dasse indizio di nuovo traviamento, mi affretterò (è stato corretto n.d.r.)/dare subito avviso a cotesta Intendenza./Credo che stia disarmato, avendo inviato a questo Tenente/di Gendarmeria i pochi arnesi militari che gli erano/rimasti./Compiacetevi di restare in tale intelligenza, e con tutto/il rispetto sono/Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 21 Luglio 1807/Il Gov.[ernato]re di Celano/Al Sig.[no]r Intendente G[enera]le della Provincia di/Aquila/Sig.[no]r Intendente/Avendo saputo che alle falde della montagna di Ajelli in/un luogo detta la difesa vi erano due cadaveri, ordinai ai/Medici di quella Comune di portarsi in detto luogo di unita/col Sindaco, onde procedere alla loro ricognizione. Essi adempi-/rono subito, e da quanto hanno deposto in iscritto rilevasi/che il furore de’ Briganti non poteva estendersi più oltre. Non/si distingueva più ne’ detti cadaveri l’effigie umana, ed essendo/denudati non si è potuto formare un giudizio certo se fossero mi-/litari. Erano pieni di ferite, ed avevano anche le ossa infrante./Sopra il ventre aperto di uno di essi si è trovato un cartello, che/si conserva originalmente in questa Corte tutto insan( è scritto sopra nd.a.)guinato. Vi/si leggono queste parole: tutt’i Francesi, Gendarmi, e della/Guardia civica, che faranno fuoco contro la truppa volante,/saranno tutti massacrati a tenore delle nostre legge, e colo-/ro che si presentano volontariamente, e vorranno venire con/Noi avranno tre carlini al giorno, e la razione./Dalla parte della Montagna soprastante al luogo in cui si era-/no accampati i Briganti si sentirono jeri due colpi di fucile.//Un naturale di Pescina passando per la grande Strada sotto/Cerchio fu jeri mattina spogliato delle scarpe da tre o quat-/tro assassini fuggiaschi./Avendo ricevuto avviso che ne’ casali di Cerchio ed Ajelli vi po-/tevano essere qualche Brigante rifugiato, jeri a mezzo giorno/uscii io stesso di persona con dieci Civici armati. Però dopo/tante diligenze non fu possibile trovarne uno./I naturali del mio circondario si mantengono tranquilli./Il Castello è difeso da due brigate di Gendarmi venute una/da Cicoli, e l’altra da Civitella Roveto./Il Sig.[no]r Generale Digonet jeri fu in Rovere. Questa mattina/lo sento partito verso Goriano inseguendo Sempre i Brigan-/ti, i quali terribilmente intimoriti lasciano cavalli, e tutt’/altro, e badano a salvarsi colla fuga./Felice Giovinotti di Ovindoli si dice per certo che sia riunito/co’ suoi Socj. Essendosi da me spedito un Corriere diretto a V.[ostra] S.[ignoria]/Ill[ustriss]ma con una lettera, in cui Le dava notizia dell’avvicina-/mento de’ Briganti nella Marsica, fu incontrato dal Gio-/vinotti vicino al suo Paese, il quale avendolo legato si fece/consegnare tutte le carte, che portava. Fra queste vi era,/oltre alla divisata mia lettera, un plico diretto dal Tenente/Iatta al Sig.[no]r Generale Digonet. Ciò avvenne a 17 corrente./Ecco quanto credo mio dovere rassegnarle, e con massimo rispetto so-/no/Giuseppe Saliceti/ P.[ost] S.[criptum] Il comandante Dumartau scampato felicemente da Briganti/che l’avevano trascinato con loro sino ad Ovindoli, nel tempo/dell’azione avvenuta fra quel Paese e S. Potito, venne qua/jeri la sera vestito con una miserabile giacchetta. Ha perduto/tutto fuorchè il coraggio.””  

“ Celano li 24 Luglio 1807/Il Gov.[ernato]re Int.[erin]o di Celano/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/No cesso di fare delle continue premure per rilevare dove tro-/vasi Giovinotti di Ovindoli. Varj Pastori da me dimandati/hanno detto non saperne cosa alcuna. Ho incaricato parti-/colarmente il Tavernaro di quel luogo a riferirmi subito/quanto gli riesce sapere rapporto a tale Scelerato. Può/egli facilmente averne qualche cognizione per la favore-/vole circostanza di abitare prossimamente alla Casa del/Giovinotti, e per conversare di continuo colla bassa gente,/molta della quale è aderente a quest’ultimo. Ho invi-/tato ancora a prenderne indagine D.[on] Vincenzo Cola-/bianchi, Uomo attaccato al Governo, e perseguitato/da’Briganti. Acchiudo all’E.[ccellenza] V.[ostra] una sua lettera di/risposta, da cui può rilevare lo stato presente delle/cose relativamente a tale assunto. Ho fatto già chi-/mare l’Uomo, che mi dinota, e dimattina venen-/do da me lo costringerò in prudente modo a svelarmi//quanto è a sua notizia./A quanto le ho rassegnato nelle precedenti mie relazioni/aggiungo che appena giunti i Briganti in Ovindoli, Giovi-/notti fece ordine per via di bando di accendersi il fuoco/in tutte le case per farli asciuttare, essendo bagnati dal-/la pioggia. Dispensò loro delle razioni, e quindi uscì con/essi a battersi contro le nostre truppe./Un uomo di qui si è offerto di ammazzare il Giovinotti, perché/sia assoluto interamente da un omicidio commesso in occa-/sione di rissa anni addietro. Nulla ho risposto su tale/progetto, conoscendo quanto sia ristretta la mia autorità, e/di quale rimarco sia tale passo. Sottometto tutto alla saviezza dell’E.[ccellenza] V.[ostra], la quale potrà compiacersi comunicar-/mi su di ciò i suoi oracoli./Del resto essendo Giovinotti un’ Uomo capace di commettere/i più grandi eccessi, e di una incalcolabile temerità, fino/a che resterà in queste vicinanze, i Paesi della Marsica/sono in pericolo di ricevere gran male./Io le riprotesto i miei sentimenti del più grande rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Ovindela (sic) 24 Lug.[li]o 1807/In adempimento delli ordini di V[o[str]a S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma le Fo presente che il Gio-/vinoto dalla venuta che Fecero qui li bricanti, non sia piu/veduto. Si Ha sul dubio che non Stia nella mondagnia di Ara-/no e propriamente p[er] la valle delle Face ma non posso tarve-/lo p[er] certo. Non si manchera Far Tute le necessarie diligenze./per saperlo in Tanto V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma potrebe Farli chiamare un cer-/to Saniarelo di costa che da molto tempo Ha Tagliano Sieno p[er]/queste vicina[n]ze della Fosa e della Foci che vi presiste di notte./e di giorno che potrebbe qualche Saper qualche cosa io in Tanto non-/manchero adempire a quanto mi e stato incaricato apurare./qualche cosa non manchero Subito rasegniarlo ad V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/e pieno di umile riverenza paso a segniarmi./Di V[ostra] S[ignoria] Ill[ustrissi]ma/divot[issi]mo Ser[vito]re V[os]t[r]o ob[ligatis]S[i]mo/Vincenzo Colabianchi”// (nel retro si legge “All Ill[ustrissi]mo Sig[no]r Sig:[no]r P[ad]r[o]ne Col[endissi]mo/Il Sig:[no]r D.[on] Gius.[epp]e Saliceti R:[egio] Gover.[nato]re/In Celano “ n.d.r.)

“ Celano li 26 Luglio 1807/Il Gov.[ernato]re Int.[erin]o di Celano/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia/di Aquila/Sig.[no]r Intendente/L’altra sera nella Montagna di Ovindoli furono veduti de’/fuochi, e siccome in quel sito non vi sono Pastori, sono essi/un’ indizio della presenza di Giovinotti./Bisogna assolutamente pensare alla distruzione di questo gran-/de assassino. Ne feci a V.[ostra] E.[ccellenza] jeri l’altro un progetto, e ne atten-/do l’approvazione. Eccone un altro./In Ovindoli vi sono più di venti locati. Ciascuno di questi tiene/due o tre Pastori a guardare gli armenti nelle montagne/di Arano, e Curto, dov’è probabilissimo che stia Giovinotti./Questi non potrebbe colà vivere senza avere delle giornaliere/prestazioni dai Pastori medesimi. In somma io credo con/qualche fondamento che possa stare tra essi tranquillamen-/te./Ora se io chiamassi tutti quei locati, e li facessi obbligare a/presentarmi Giovinotti dentro otto giorni sotto la pena di docati/cento per uno, non sarebbe questo un mezzo perché essi obbli-/gassero i proprj Pastori a prenderlo, ed a presentarmelo?/Una sola valida obiezione potrebbe farmisi, ed è che l’affare//non può essere maneggiato con quella segretezza, che in/casi simili forma l’essenziale, essendo troppo grande il nu-/mero di quei, che lo dovrebbero mettera a termine. Oltre-/a ciò qualcheduno per liberarsi da ogni responsabilità po-/trebbe a bella posta avvisare il Giovinotti. Ma se altro/vantaggio non avessimo, vi sarebbe Sempre quello di/fare allontanare un capo assassino da questi siti, ne’ quali/la vicinanza della propria famiglia, la perfetta conoscen-/za di tutt’i boschi, i rapporti di parentela e di amicizia/gli somministravano i più facili mezzi di sussistenza./Si potrebbe ancora mettere in ostaggio la Moglie, ed i figli,/da quali deve ritrarre de’ soccorsi./Sommetto tutto alla sublime intelligenza dell’E.[ccellenza] V.[ostra], alla/quale rinnovo i sentimenti del più grande rispetto/Giuseppe Saliceti”

“ Aquila 27 Luglio 1807/Al Governatore di Celano/Ho ricevuto il v[ost]ro rapporto relativo a Fe-/lice Ruggiero, altrimenti Giovinotti di Ovindoli. Mi lodo della v[ost]ra premura nel pren-/dere le indagini nel luogo dov’egli/Sia con tutt’altro che può riguardarlo./S’egli è certo che abbia Sorpesi i/plichi, che voi inviavate, il bando,/che fece gettare p[er] asciugare i brigan-/ti, e che abbia loro fatto Sommini-/strar le razioni, non vi è più dubbio,/ch’egli si sia riunito a loro./Per l’autorizzazione, che chiedete/mi avete fatto dubitare, che non/aveste ancor letto lo stampato del/Sig:[nor]e G[enera]le Partouneaux Sulla for-/mazione della Compagnia de’ parti-/giani di Guardia Civico- p[ro]v[incia]li. La/dentro troverete autorizzata la/misura concernente il Soggetto, e//forze ancor maggiore della/domanda./Attendo nuovi rapporti Sul-/l’affare non meno, che su altri/oggetti di polizia, vi accuso il/ricevimento della lettera, che mi/avete compiegata, e vi saluto con/distinta stima./P.[ost] S.[criptum] Stimo aggiungervi, che usando della misura suaccennata rile-/va di far conoscere, che né si sappia, ne si creda la riunione del Su-/detto Soggetto a suoi simili, ma che anzi si tenga per certo, che/egli Seguitanto a profittare della carta di sicurezza concessa-/gli, viva tranquillo. Questo esige il voler far risarcire quanto Si/desidera La riuscita, com’è visibile, dipende dagli animi di (è cancellato n.d.a.) dall’/anima di tutti gli affari, che è il Segreto, e nel presente ancor/più essenziale. Quindi gli altri due Soggetti, che proponete non/possono aver luogo per ora. (sic) “

“ Acciano li 30 Luglio 1807/Il Regio Governadore di questo Circondario/All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intendente della Provincia/Signore/Niun’ riscontro mi è pervenuto alle diverse relazioni, che sul pro-/posito de’ Briganti, ho avuto L’onore di rassegnare a V[ostra] S[ignoria] Ill[ustrissi]ma(dal giorno 16 cad.[ent]e in avanti. Spero nondimeno, che sieno fe=/delm.[ent]e tutte capitate./Ieri, circa Le ore 14 qua pervenne una Colonna mobile di/sopra cento Volteggiatori Francesi del 10 Regimento di Li-/nea, proveniente da Capistrano; e questa mattina si è/diretta verso Goriano Sicoli. Io non ho mancato dare al/Comandante tutte le notizie necessarie, con averlo fornito/altresi di Guide, e de’ Corrieri, de’ quali vi è stato bisogno./Dopo La di lui partenza, ho saputo con qualche precisione, che i/Briganti, al numero di circa 80 , sieno comandati da Giuseppe/del Monaco, sieno attulam.[ent]e nelle alture di Goriano Sicoli,/e propriam.[ent]e in un Montagna intermedia, che rimane/fra quella Comune, e L’altra di Cocullo./Con certezza sono stato parimenti informato, che Giovinotti di/Ovindoli, il quale si crede in unione del nomato Giusep=/pe del Monaco, con dieci Uomini armati La sera de’/26 cad.[ent]e, si fermò in Goriano Sicoli. Il giorno seguente//de’ 27, erano costoro a piedi La Costa di Rajano, dove/rubarono un cavallo al Sindaco di Castel di jeri./Per espresso ne ho informato il Comandante di d:[ett]a Colonna/mobile, e gli ho pure suggerito di potersi mettere in/comunicazione col Capitano della Guardia Civico-Pro=/vinciale di Cocullo Sig.[nor Gio:[van]Paolo Gentile, attaccato al Go=/verno, ed intesissimo delle masse de’ Briganti, tanto a con=/to della vicinanza, di loro situazione, quanto per le/Spie, che tiene./Per atto di mio dovere Lo passo ben’anche a notizia di V[ostra [S[ignoria] Ill[ustrissi]ma/per La dovuta intelligenza, e per quelle disposizioni/che stima dare, mentre io coll’usato rispetto mi rassegno./Bernardino Muzj “

“ Celano li 28 Agosto 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Verso le otto ore della scorsa notte circa quaranta Briganti quasi/tutti a cavallo sono passati nella Taverna di Paterno, luogo di/questo circondario. Un miglio prima di giungervi hanno rubbato/in un luogo detto Porciano a Fiore Palumbo di Lucoli un cavallo,/ed un mulo, che facevano parte dell’armento destinato ad ese-/guire la trita del grano non compita ancora in queste parti. Vo-/levano dal Tavernaro di Paterno una sella, ma sono assicurato/di non averla loro data. Si sono quindi diretti ( è scritto sopra n.d.r.) subito verso la collina,/piegando a destra, e lasciando a sinistra Avezzano. Sono Stati/rincontrati questa mattina per tempo nelle vicinanze di Albe, ed in sito tale si può congetturare con molta probabilità di/aver presa la direzione del Cicolano./La detta comitiva è quella comandata da del Monaco e Giovinot-/ti. Questi due Capi assassini sono Stati riconosciuti./Ho incaricato il Sindaco di Paterno a mandare in varie parti/delle Spie, onde rilevare con certezza la via da loro tenuta./Passo tutto ciò all’intelligenza di V.[ostra] E.[ccellenza], e del Sig.[no]r Generale in/discarico del mio dovere, e le riprotesto i sentimenti della mia/grandissima Stima e rispetto/Giuseppe Saliceti ”

“ Mercato 31 Ag.[ost]o 1807/Il Reg.[i]o Luog.[otenen]te del Circondario/All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intend:[ent]e della Prov:[inci]a dell’Aquila/Sig.[nor]e/In punto ricevo dal Capitano Martelli due Sue Lettere in data/de’ 30., e 31. Ag.[ost]o nel Borgo Cole fegato. La prima è del tenor Seg=[uen]te/=Dopo il mio passaggio per costà mi diressi in  Torre di Taglio:/= Giuntovi, che la costernaz.[ion]e Si era impadronita de’ Spiriti/= deboli, che davano corpo all’ombra, e fingevano pericolo immi=/nente Mi diressi perciò con la mia Compagnia della Truppa/= Provinciale in Borgo Colle fegato, dove con accertate notizie mi/= venne riferito essere i Briganti Stati fugati dalla Truppa Francese,/= e Gendarmeria Reale. Avendo a tale oggetto richieste più Sicure/= certezze Su la direzione, che gli Assassini avessero potuta pre=/= dere, mi fù da persona di fiducia riferito, che essi avevan preso/= il Camino di Valle Mora, e che la notte de’ ventinove Si eran/=veduti molti fuoghi nella Montagna, che tira la Catena con/= Ovindoli. Hò l’onore dippiù di parteciparvi Sig.[nor]e, che il N.[umer]o/= de’ Briganti era di Soli quindici a Cavallo, che uno ne rimase/= ucciso dal Comandante de Gendarmi, e che questi fu ritro=/= vato Senza moniz.[ion]e da Guerra di Sorte alcuna. Stazionate//= Le mie Truppe Provinciali in questo Comune, non hò rinvenu=/=nuto alcun rinforzo de’ Luoghi del Circondario, di Pesco Rocchiano,/= come mi era Stato promesso, motivo, che non mi hà fatto/= avventurare d’insiguire i Briganti med.[esim]i, come vi era ar=/=dente entusiasmo ne’ miei Civici, e nei due Attitenti di cod.[est]a/= Regia Corte, da noi Somministratori; Domani mattina a/= punta di giorno, essendo cessato il pericolo, e non essendovi notizia/= in contrario, mi ridirigerò per costi è Tanto vi Sia di avviso/= dietro alla v[ost]re di oggi qui ricevuta, Vi saluto= Martelli/Con la Seconda Lettera poi, mi dice esso Stesso Martelli Locchè/Siegue= Adesso, che Sono le ore dieci del mattino porgo in/= marcia la mia Civica Prov[incia]le. Ricevo alla v[ost]ra. Vi assicuro/= della tranquillità resa a queste Comuni. Mi affretto ma=/=giormente a far ritorno in cod.[est]o Postaggio, perché alcune notizie/= ricevute questa mattina, che i Briganti di Giovinotti, privi/= di polvere, avessero minacciato di discendere frà giorni nel/= Cicolano per la Stessa Catena de Monti, che non gli da= Interruzione, od ostacolo, E ciò tanto per Battinore, quanto/= per provvedere la polvere in Rigatti, di cui si dice, che essi/=siano privi. Questa notizia pare, che voglia essere verificata/= da molte circostanze e particolarmente dal profitto, che credono/= tirare dalla disperzione de Villaggi di cod.[est]a n[ost]ra Contrada. Tro=/=veranno però resistenza, e Coraggio, ed il vantaggio anche de’ Siti//= Ci renderà forti. E’ necessario pero di passare all’intelligenza/= de’ Superiori, che un può di Forza armata, Sarebbe duopo Si/= appostasse Sopra al Corvaro nel Monte per tagliargli la/= Mossa. Hò l’onore di Salutarvi = Martelli =/Queste ò Sig.[nor]e Son tutte le notizie, che io posso per ora farle/p[rese]nte, assicurandola, che Se avesse potuta lasciar Sola q.[uest]a/Corte mi Sarei anche io unito con la Truppa Civica Prov[incia]le./di q.[uest]o Circondario, per magiorm.[ent]e dimostrare il mio attacca.[ent]o,/ma per non cagionare allarmi, hò Stimato Soltanto far/unire alla d.[ett]a Truppa l’interino Mastrod.[att]i di q.[uest]a Corte, Sig.[no]r/Luigi di Girolamo, ed il Suo Compagno Sig.[no]r Vincenzo Botti./Nell’atto, che chiudeno la p[rese]nte. hà fatto qui ritorno con ( è stato corretto n.d.a.)/ la Sua Truppa il Capitano Martelli, e mi hà riconfermate/le Stesse notizie datemi in Scritto; E nel punto istesso mi/giunge lettera del Gov.[ernator]e del Peschio; colla quale mi dice/essere di già Svaniti i Rumori, e che i dodici Briganti, che mi=/nacciavano quelle Contrade, con la perdita di uno, furono battuti/l’altra Sera dalla Truppa Francese, e Prov[incia]le di Magliano./Lo Zelo dimostrato in q.[uest]a circostanza dal d.[ett]o Capitano Martelli,/è Stato ben grande, e non appena ricevuto il mio avviso, posto/da banda ogni altra interesse, riunì quella Truppa, che potè, e Si/pose in Marcia verso Turano. Lo Stesso Zelo di mostrarono i d.[ett]i/due miei Attitanti, che dimostrare ebbero magiorm.[ent]e Se le circos=/tanze lo esigessero. Se vi è pericolo, come dice il Martelli, io mi//Fo ardito di rinnovare a V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma le mie Suppliche per l’/invio di qualche forza Armata Su la Montagna del Corvaro,/Quante volte ella però non penzerà altrimenti per n[ost]ro meglio,/Se avrò altre Sicure notizie non mancherò rappresentargliele/all’istante, con la più distinta Stima, hò l’onore di Salutarla/Giambattista Leoni/ ( più sotto alla fine della pagina, a sinistra, scritto, però, in senso contrario, si legge : “ Mercato Ag:[ost]o 1807/Su i Briganti”e  a destra si legge: “ Mercato/Il Governat.[or]e”; più sotto, quasi al centro del foglio, a destra si legge : “ adempito al 1° 7[settem]bre” n.d.r.)

“Celano li 2  7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Alle ore due della prossima scorsa notte una comitiva di circa quin-/dici assassini è Stata in Ajelli, luogo di questo Circondario, e lontano/da qui due miglia e mezzo. Vi si è trtattenuta due ore, e quindi si è/diretta per la montagna di Arano. Il Sindaco di quel Comune mi/dice di essere Stato costretto a somministrare un sacco d’orzo, pa-/ne, e vino. Ha riconosciuto Giovinotti di Ovindoli, e del Monaco./Il primo gli ha imposto di dire a Fortunato Berardi, e a D.[on] Bal-/dassarre Maccallini d’inviargli docati seicento per rinfranco di/sei cavalli, che gli furono presi nella fine del passato mese di Mag-/gio dai Gendarmi, e Civici di Avezzano, i quali, secondo lui, furo-/no avvisati da detti Naturali di Ajelli del sito, in cui allora si tro-/vava./Questa mattina sono partiti i Gendarmi risiedenti qui in Celano/verso la detta Montagna di Arano. Sarebbe sperabile che quella/piccola orda di ladri si potesse una volta distruggere, ma l’estrema/loro mobilità, e la per essi buona circostanza della perfetta conoscen-/za di questi intrigatissimi boschi, può sottrarli anche per altro/tempo dalle ricerche delle nostre truppe./La popolazione intanto di questo circondario si mantiene/tranquilla/Ho l’onore di segnarmi con tutto il rispetto/Giuseppe Saliceti”

“ Celano li 2  7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Sul punto che sono le ore ventidue è da me venuto il Sindaco di Ajelli/e mi ha presentata una lettera al medesimo dirette da Giovi-/notti, e da Monaco, che si dicono fermati nella montagna/di Gagliano. Ne rimetto a V.[ostra] S.[ignoria] una copia, esibendomi/pronto a rimetterle anche l’originale, se così desidera/Non ho mancato informare di tutto questo Sig.[no]r Tenente/Iatta, il quale ne ha passato anche l’avviso al Coman-/dante della Colonna mobile./Ho l’onore di dirmi col massimo rispetto/Giuseppe Saliceti 

Copia= Sig.[no]re Amm[ini]s[tra]t[o]re/Sul momento, e senza perdita piu di un ora, farete/sentire al S:[igno]r D.[on] Baldassarre Maccallini, e al Sig.[no]r/D.[on] Fortunato Berardi, e Giuseppe del Pinto, che/Senza ritardo consegnassero a V.[ostra] S.[ignoria] La Somma/di ducati Seicento per il costo delli sei Caval-/li equipaggiati, che furono dalli medesimi tolti/Dovevano riflettere, che d.[ett]i Cavalli erano in/servizio d.[i] S.[ua] M.[aestà] Ferdinando IV, Dio Sempre feliciti/Che non mancassero a quanto si è detto, altrimen=/ti in mancanza saremo costretto tornare/Costà con tutta la nostra fulminante Trup=/pa non solo contro li Sud:[ett]o, ma con detri=/mento di tutto il Comune Paese./La d:[ett]a Somma che V.[ostre] S.[ignorie] Sig:[no]ri Amm[inistrato]ri riceve=/rete, dovete condurvi da Noi unitam.[ent]e/con il nostro Corriere, che dal mede:[esim]o Sarete/Scortato. Addio. Monaco Cap.[omass]a=/Felice Ruggiero ( è stato corretto n.d.a.)/a.[lia]s Giovinotti ( al margine sinistro si legge:” Sig.[no]ri Amm[ini[st[rato]ri di/Ajelli” e più sotto, al margine destro si legge : “ Per copia conforme al su[detto]/originale sistente presso/di me/Saliceti “ n.d.r.) 

“ Aquila 4 Settembre 1807/Al Sig.[no]r Gov.[ernato]re di Celano/Ho ricevuto insieme due vostri rapporti di jeri./Ho date le notizie di quanto mi avete rap-/portato, a questo Sig.[no]r Generale. Egli ha dato/subito ordine per Espresso, che il Distacca-/mento, che stava a Magliano si fosse con-/dotto in Avezzano. Esso insieme con codes[ta]/Luogotenenza di Gendarmeria dovrebbe es-/sere più, che sufficienza a distruggere una/comitiva di quindici Persone; e nella essen-/dosi sin’ora ottenuto il buon effetto, con-/vengo, che l’estrema mobilità degli as-/sassini a cavallo li sottragga continuam[ente]/dalla persecuzione, che pure non è continua/Ma è vero, che con quest’orda de’ 15 va-/da pure del Monaco? Mi si è fatto dubi-/tare, che il solo Giovinotto vada alla loro/testa; ed è probabile. In effetti l’intera/orda di Giovinotto, e del Monaco era di cir-/ca 45 persone. Non se n’è ammazzato,/che qualcheduno. Non si sa, che il man-/cante degli Individui vi sieno tornati ne’/loro focolarj. Può dunque conchiudersi, che/del Monaco alla testa di questi, o siasi uni-//to ad altra orda, o a aggirisi altrove/con la sua. Datemene qualche rischiari-/mento; ed uno potreste trarne dalla fir-/ma della lettera diretta al Sindaco di/Ajello (è stato corretto n.d.a.)/Non mi mancate le notizie, spezialm.[ent]e su/la direzione de’ briganti, e v i saluto/P.[ost] S.[criptum] Ricevo l’altro vostro rapporto de’ 3/Il bisogno di una forza per Ajello non/dovrebbe essere cosi grande, come di sopra/ho rilevato, se gli scellerati, che la minac-/ciano sono cosi pochi. Se vi sono varie/famiglie ricche potrebbero benissimo/difendersi da qualunque aggressione./Nella supposizione intanto, che voi/possiate rispondere di loro, io le auto-/rizzo ad armarsi ( procurandosi nel mi-/glior modo i fucili), e ad armare ben’/anche le persone di loro fiducia, di cui/esse sono risponsabili. A tale effetto/farebbero una nota di tutte le Persone/che volessero armare, ve la passerebbero/con l’assicuraz.[ion]e di essere gente sicura,/e Voi ne dareste una copia a cotesto/Sig.[no]r tenente di Gendarmeria, un’altra/inviandone a me stesso, e ciò perché/non sieno molestate in nessuna occa-//sione. E’ d’uopo avvertire, che le/armi non debbono tenersi da q[ue]st’/Individui, ma solo da Galantuomini in/Casa Loro, assicurando dal farle cadere/nelle mani de’ Ladri./Tale autorizzazione non durerà, che/sino al bisogno, ed a tal uopo è buono,/che l’autorizzazione si ripeta ogni/venti giorni/Vi[…]”

“ Ill[ustrissi]mo Sig:[nor]e Sig:[nor]e P[adro]ne Col[endissi]mo/Ieri li 8 del corrente Mese si portò in q.[uest]a Uni[versi]ta di R:[occ]a di Mezzo Giovi-/notto, con c:[irc]a 16 altri di sua comitiva, domando Orzo, e Raz.[io]ne e li fu/data, e fece p[rese]nte a tutta la Popolaz:[io]ne, che se non si lasciava in/libertà la Sua Moglie, e Famiglia darrà fuoco, è Saccheggio à tutti/li Paesi, che si incontrerà volendo procedere, à Carceraz:[io]ni come li ri-/usci di fare in d:[ett]a Uni[versi]tà, che fece arrestare Gio:[van]Pasq[ua]le Scoccia, poi/fù rilasciato, e si portorono (è scritto sopra n.d.a.) con, Se due de Suoi F[rate]lli di d:[ett]o Scoccia/Oltre di q:[uest]o si presero un Cavallo ad Ilario Cacchione di S=[an] Martino, è/arrestarono un tal Salomone della T[er]ra di Pianola, se lo condussero/con loro./Nell’atto che se ne partirono dissero al Gio[van]Pasquale Scoccia che si fusse/lui impegnato di fare Scarcerare la sua moglie in caso diverso non/sarebbe riconsegnato li due F[rate]lli, e di fare Sangue e fuoco. Lo parte-/cipo à V[ostra] S[ignoria] Ill[ustrissi]ma per mio discarico, Conciuso de Suoi venerati coman-/di con tutto ossequio, e riverenza mi raff:[er]mo/Di V[ostra] S.[ignoria] R:[occ]a di Mezzo li 9 7[settem]bre 1807/Umelis.[si]mo e Divo:[tissi]mo Suo S[ervitor]e/N: M: ( al margine sinistro si legge: “ Sig.[no]r D.[on] Fran:[ces]co Orazj/Reg:[i]o Go:[vernator]e di Bagno”  nel retro reca la seguente scrittura: “ All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Sig.[no]r  P[adron]ne Col[endissi]mo/Sig.[no]r D.[on] Fra:[ces]co Orazj Reg:[i]o Go.[vernato]re di/Bagno “n.d.r.)

“ Acciano gli 11. Settembre 1807/Il Regio Governatore del Circondario/All’Ill[ustrissi]mo Sig:[nor]e Intendente della Provincia./Signore/Li Deputati di Polizia del Comune di Gagliano colla/data de 10 corrente mi han fatto rapporto, perve-/nutomi questa mattina, che alle ore 17. Di d.[ett]o giorno/si portasse colà Giovinotto di Ovindoli con altri di-/ciannove Briganti, parte a cavallo, e parte a pie=/di, che dopo aversi preso la razione di viveri,/e foraggi, ed un cavallo a Raffaele Vacca, Sulle/ore venti Se ne partissero tutti, dirigendosi verso/Forca Caruso./Compiego a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma la copia di due denuncie, una/di Carmine Saturni di Goriano delle Valli, che di-/ce essersi Costantino Suo figlio unito col d.[ett]o Giovi-/notto; e l’altra a nome di quel Sindaco, da cui rilevasi l’accesso del medesimo fatto in quelo luo-/go la sera de Sei corrente, ed il Saccheggio delle/case di varj possidenti; non che il nuovo accesso/col suo Seguito, parte a cavallo, che nel partire si è diretto pel Tione, e parte a piedi, che han-//no presa la Strada della Montagna, dove da quel/Comune Si sono trasportate due Salme d’orzo, ol-/tre la razione avuta in ducati dieci./Gente Si rea, che va rondando per li paesi del Circon-/dario, e Si ritira nelle Montagne di Serente, ha/tutto Sconvolto l’ordine pubblico in modo, che/non vengono più rapporti, non si trovano Cor-/rieri per Spedirli costà, molto meno per circola-/re li Suoi ordini, e, Semprecchè Si è tentato invi-/arli, Sono ritornati indietro, Senza eseguire, per/le notizie di essere in giro tali Assassini, il cui Ca-/po va prendendo lingua per risapere chi fa le/veci del Governadore, Se si briga degli affari della/Corte, e fa circolare gli ordini. Vede bene V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma in quali batticuori hassi a vivere nel-/le presenti circostanze./Ho l’onore rassegnarle tutto ciò, e ripetermi al/Solito rispetto/Pel Governadore assente/Alessio Amicarella “

 “ Copia= Avanti il Sindaco di Goriano Valli=/Io Carmine Saturni denuncio, che mio figlio Co-/stantino da cinque giorni è mancato dalla mia/casa; ho per inteso, che Si Sia unito con li Bri-/ganti presso la compagnia di Giovinotto, chep-/però l’ho fatto presente a V.[ostra] S.[ignoria], acciò ne faccia/relazione a chi Si conviene= Goriano della Val-/li li 8. Settembre 1807= A dì 11. 7[settem]bre 1807. Ac-/ciano. E’ stata presentata dal Rev.[erendo] Can.[oni]co D.[on] Giu-/seppe Paladini in fede =Amicarella—“

“ Copia= A dì undici Settembre 1807. Acciano= Il Rev.[erendo]/Sacerdote D.[on] Giuseppe Paladini di Goriano della Val-/le a nome di Pietro di lui padre, attuale Sindaco/del d.[ett]o Comune, ha denunciato, che la Sera di Do-/menica p.[rossima]p.[assata] Sei corrente mese di Settembre a cir-/ca un’ora di notte Si portò in d.[ett]a T[er]ra Giovinotto/di Ovindoli con altri Briganti al n.[umer]o di venti cir-ca, otto a cavallo, e gli altri a piedi. Assalirono/la casa di Raimondo Filippi, il quale, per esse-/re uscito Subito, non ricevè danno, e Solo conse-/gnò loro due tomola d’orzo. Passarono in casa/ del S.[igno]r Francesco Travaglioli, che non trovarono, per/cui uscì la moglie, ma non le riuscì ritrovarlo,/e p[er] tale motivo gli Saccheggiarono la casa, Se/gli presero due cavalli, e poi Se la portarono fuo-/ri l’abitato colla minaccia di condurla con esso/loro; ma colla mediazione di Diodato Filippi, d.[ett]o Rai-/mondo, ed altri la lasciarono collo Sborzo di ducati/cento. Dopo di che passarono in casa di D.[on] Luigi/Filippi, che non trovarono in essa, e la Saccheggia-/rono. Di la passarono in quella di Francesco Ia-/rossi, che pure Soffrì, come ha detto, del danno. Si/portarono quindi in casa di Pasquale Saturni, che/pure Saccheggiarono, come Si è detto. Dal Garzone/di d.[ett]o D.[on] Luigi Filippi, Siccome Si è Sentito, fu rico-/nosciuto fra dd.[ett]i Briganti Dom.[eni]co Ciancone, e Diego/Bergantini di Beffi, alias Cicioniro di Beffi, Lucan-/tonio Colantonj, ed il F[rate]llo figli di Giuseppe Venanzo/di S. Maria del Ponte–/Che questa mattina nuovamente Siasi portato in Goria-/no Sud.[ett]o il nominato Giovinotto con altri quattordi-/ci Briganti, dieci de’ quali a cavallo, e fra essi Ve-/nanzo Ferrini di Goriano Sicoli, li dd.[ett]i due Fratelli/Colantonj; Costantino Saturni, Prospero Spadone, e/Giandomenico Accianelli di Goriano delle Valli: che/questi due vi si andassero ad unire la mattina de-/gli otto corrente, andando alla fiera di Rocca di/Mezzo, ed il Saturni vi era andato prima. Han-/no chiesta al d.[ett]o Comune la razione di ducati dodici,/e due Salme d’orzo, quale Si è loro trasportato al-/la montagna, ed in vece di d[ucati] 12. Se li Sono dati du-/cati dieci. Li Briganti a cavallo hanno presa la/via del Tione, e quelli a piedi la via della Mon-/tagna= Can.[noni]co D.[on] Gius.[epp]e Paladini p[er] mio padre Pie-/tro= Amicarella= “ ( nel retro si legge: “ Acciano 7[settem]bre 1807/Rapporto sui Briganti” n.d.r.)

“ Celano li 11 7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della provincia/di Aquila/Eccellenza/Ho l’onore rimetterle lo Stato nominativo di quegl’individui,/i quali trovandosi assenti da’ loro rispettivi Paesi possono stare/attualmente uniti co’ Briganti, o possono unirvisi in appresso,/se non si giunge a reprimere la loro baldanza. Sento che in Roc-/ca di mezzo otto mascalzoni si unirono con Giovinotti. Questi/fu jeri incontrato nella montagna di Serenza. Qui non vi è/alcuna cosa di nuovo./Sono col più grande rispetto/Giuseppe Saliceti/

Mappa nominativi di quegl’Individui del circondario di Celano, i quali trovansi assenti dalle rispettive comuni. “

Comuni   Nomi e Cognomi                                            dove e con chi attualm.[ent]e si trovano Osservazioni

Celano   Felice d’Alessandro al.[ia]s Paglialonga………………………             Si è detto sono a questo punto che 

 Pasquale Paris al[ia]s Rendello   Sono probabilm.[ent]e in Tivoli    Paglialonga era con Giovinotti. 

 Vincenzo Vicaretti                                                                                     Ora si sospetta che/siasi ritirato

                                                                                                                       in Celano. Ecco come si possono

                                                                                                                       conciliare queste due opinioni.

                                                                                                                    Paglialon-/ga si dipinge per Uomo

                                                                                                                   temerario all’estremo: all’incontro

                                                                                                                 Giovinotti da minuta-/mente ciochè

                                                                                                    qui si opera; Forse dunque il Paglialonga

                                                                                                    penetrando di notte nel bor-/go di questo

                                                                                                    Paese rileverà da qualche suo aderente lo

                                                                                               stato delle cose, e seervendo/da messaggiero

                                                                                      il suo Principale lo informerà di tutte le operazioni.

                                                                                     Perciò non credo stia di continuo in Celano più che

                                                                                    sarebbe scoverto dopo tanto continuate diligenze,

                                                                                   ma che soggiorni alternativamente ora in Paese, ed

                                                                                       ora fuori.

Cerchio  Giacomio Giusti    nell’agro romano         Manca dal suo Paese sin dal Mese di marzo del

                                                                                       passato anno e si dice, per certo che/trovasi dove

                                                                                       si è detto. Si è alllontanato per sottrarsi dal rigore

                                                                                      della giustizia, es-/sendo Stato brigante.

S.[anta] Iona……………………………………………. Questi tre individui si unirono coi Briganti nel mese

Paterno  Berardo Buzzelli    Con Giovinotti            di Settembre del/passato anno in occasione del/      Mattia Stornelli           non si sa dove si trovano   passaggio di questi ultimi per Paterno. Berardo/

Lorenzo Bozzelli                                                          Bozzelli è stato sempre cogli assassini, ed

                                                                                      attualmente trovasi, come si è accen-/nato con

                                                                                      Giovinotti. Stornelli, non si è più veduto, e trovasi

                                                                                      probabilmente/nell’agro romano. Lorenzo Bozzelli

                                                                                      restò unito co’ Briganti un solo giorno,/e poi si

                                                                                      ritirò in Paese. Si presentò al Comandante della

                                                                                   Civica di Pesci-/na. Sig.[no]r Cambise, ma per timore

                                                                                    forse di essere arrestato si allontanò dalla Patria, nè

                                                                               più si è veduto. E’ molto probabile che stia anche nella

                                                                                 campagna di Roma.

  1. Potito………………………………………………….

Rovere……………………………………………………

Ovindoli  Felice Ruggieri alias Giovi-notti in campagna        Questo Capo-Brigante va infestando i

                                                                                                        luoghi con una comitiva di/circa quindici

                                                                                                       assassini. Alle volte si unisce con quella di

                                                                                                       Monaco, e da ciò/nasce che l’orda di tali

                                                                                                       scelerati ora è grande, ora è piccola.

Ajelli     Benedetto Angelitti, alias Chiaverino

               Benedetto Angeloni……..ambidue con Giovinotti

               Felice Antonio Angelitti………………….                      Si sospetta con qualche fondamento che

                                                                                                       anche Felice ant.[oni]o si trovi unito con/

                                                                                                        Giovinotti. Manca da più di un’anno dal

                                                                                                         Paese./

Saliceti Governatore “.

Archivio di Stato dell’Aquila

INTENDENZA/SERIE I/AFFARI GENERALI/CATEGORIA/27

ANNI/1807-1809/4815B

“[…]8 Agosto 1807/Al S.[igno]r Gen[era]le Partouneaux/L’orda de Briganti coman-/data dal noto Giovinotto di/Ovindoli da del Monaco di/Introdacqua, e di unita (è scritto sopra n.d.r.)Ferrini di/Goriano Sicoli è riunita, e/Scorre p[er] le parti di Acciano,/Gagliano, ed altri Luoghi vici-/ni alle montagne. Commette (è stato corretto n.d.a.)degli eccessi, e va crescendo/di num.[er]o di giorno in giorno/. Le popolaz.[ion]i oltremodo atterri-/te p[er]le voci allarmanti, che/i Scelerati Spandono.(al margine sinistro si legge : “ tracce di terrore/e per gli eccessi” n.d.a.). I pub=/blici funzionarj ( al margine sinistro si legge: “ non lasciano sotto di loro troppi” n.d.a.) Spaventati/dagli esempj degli eccessi/comm[es]si in altri Luoghi (al margine sinistro si legge: “ e perché ricercati specialm.[ent]e” n.d.a.)Sono/Stati nella necessità di allon-/tanarsi dalle Residenze, Alcu=/ni  Sono qui venuti a Rifuggiar-/si. Il S.[igno]r Gen[era]le Digonet dopo/averli perseguitati (è stato cancellato n.d.a.) una corsa (è scritto sopra n.d.a) p[er] varj giorn-/ni Senz’averli potuto mai/attaccare (è stato cancellato n.d.r.) incontrarli (è scritto sopra n.d.a.) Si è qui ritirato ed/al comando della Truppa (è stato cancellato n.d.r.)//è rimasto un tal Piccioli delli/Navelli ( al margine sinistro di legge: “ a diriggere un corpo di Fran-/cesi” n.d.r.), che non gode la con-/fidenza del popolo, e che non/dà il menomo avviso degli av-/venimenti, che accadono, e/de’ quali sono informato da/altri. Egli Si è trovato” ( è stato cancellato n.d.a) in Go-/riano Sicoli 3 (al margine sinistro di legge : ”ora Siccome non gode/la publica opinione, ed è/talm.[ent]e scarso di mezzi, così/la sua presenza in luogo/di     Scoraggisse/i buoni” n.d.r.) e deve vivere/nell’inerzia. Intanto i Bri-/ganti commettono degli eccessi/ e vado a riflettere, che non/inviandosi la forza per per-/seguitarli e distruggerli, e non/destinandosi dei Soggetti probi,/e che possano imporre pel co=/mando, ci troveremo dopo al=/tri giorni in cattive acque,/ed in uno Stato simile alla/Provi.[inci]a di Teramo. Io vi prego/S.[igno]r Gen[era]le a prendere in consi-/derazione questa Provincia/ e Spedire delle forze con bra-/vi Comandanti,    in/tal modo li partigiani del Gover-/no riprendano Spirito ne pos-/sano colla forza med.[esima] agire/p[er] la effettiva distruzione de’/malvaggi (è stato cancellato. Al margine sinistro si legge: “ Non posso far’ ammeno di/sottomettervi la Riflessione/che se non si spedirà una/forza importante, o almeno/ quella che si ha non sia/diretta di peri (è stato cancellato n.d.r.) da coraggiosi/ e fedeliss.[im]i Comandanti/tal che si distruggan q:[uest]a/orda, che va ingrandendosi/li disordini in breve”n.d.r.)//in breve emuleranno quelle/della Provincia di Teramo./Dal che Dom=i noi si daran/no altri Riscontri sullo Stato/ri z:o Orat:o, ed ho l’[onore](nel retro si legge: “Aquila 8 Ag.[ost]o 1807/Borro di relaz.[ion]e avanzata/al S.[igno]r Gen[era]le Partouneaux/p[er] i Briganti, che turbano/la Prov.[inci]a “ n.d.r.).

“ Aquila 17 8[otto]bre 1807/ A S.[ua] E.[ccellenza] il M.[aresciall]o della Polizia g[e]n[era]le/Ecc.[ellenz]a ( al margine sinistro si legge: “ Riscontro/sono veri i due saccheggi sofferti/dal Comune di Gioja ai 15, e 29 7[settem]bre/dall’orda di Ventresca, che la minac-/cia di nuovi eccidi./Se[…] il bisogno/della forza, che si chiede (è stato cancellato n.d.r.) n.d.a.) Ho ricevuto il suo veneratis.[sim]o foglio in data/de’ 10 corr.[ent]e, onde si è degnata rimettermi/una suplica del Proc.[urato]re della Comune di/Gioja per informaz.[ion]e, e pei provvedim.[ent]i/opportuni./In pronto (è stato cancellato n.d.r.) adempim.[ent]o ho l’onore di (è scritto sopra n.d.r.) rasse-/gnarle, che quanto si espone nella sup-/plica è tutto vero, ed io trovo averne già/fatto rapporto all’Ecc.[ellenz]a V.[ostra] nelle prio-/tiche lettere su lo stato della Prov.[inci]a de’/15, e 29 7bre p.[rossimo] p.[assato]; e non dubito, che ne abbia ricevuto delle relazioni/ancor più dettagliate da questo/Sig.[no]r General Huard./Quella Comune chiede della forza,/che la garatisca da qualche nuova/aggressione; giacchè La scellerata/orda di Ventresca, di cui è stato/misero(è scritto sopra n.d.r.) bersaglio, la minaccia di nuovi//Eccidi, ed # le posizioni di questo Sig.[no]r/Sembra però, che il bisogno di una forza/colà sia presso che tolto attesa la/distruzione della Comitiva di Giovi-/notti, e del Monaco, e l’allontana-/m.[ent]o di q[ue]lla del d.[ett]o Ventresca, che in-/festa il Circondario di Pescocostanzo,/e Castel di Sangro./Ho l’onore di (è stato cancellato n.d.r.) e al margine così si legge : “ G[ener]a]le Com.[andan]te la Prov.[inci]a (è stato cancellato n.d.r.)/#all’incontro le posiz.[io]ni ( è scritto sopra n.d.r.) questo Sig:[no]r G[e]n[era]le Comand[ant]e (è stato cancellato) huard (è scritto sopra n.d.a.)/la prov.[inci]a (è stato cancellato n.d.a.) a fatto verso la prov.[inci]a (è stato cancellato i poi riscirtto sopra n.d.a.)di Te-/ramo, dove ha rivolto tutte le sue/forze per altri assassini che quivi/si aggirano, per cui resta/ancora sfornita del chiesto soccorso, che implora dall’E.[ccellenza] V.[ostra] “

APPENDICE II

Archivio di Stato dell’Aquila

Intendenza, SI, Cat. XXVII, b. 4815 A, fasc. 13

“ Acciano li 16. Luglio 1807/Il Mastrodatt’interino di questo Circondario/All’Ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Intendente della Provincia./Signore/Questa Mattina Su le ore undici Sono qui pervenuti/circa duecento Briganti, cinquanta de’ quali mon-/tati a cavallo venivano comandati da Giuseppe/del Monaco, e gli altri da dell’Orzo. Una porzione/Si è distinta per questo Paese, e penetrati nel-/le case de’ particolari, hanno commesso de’ furti;/e dopo aver bastonato il Sindaco, obbligato lo/stesso a contribuir loro de’ viveri, foraggi, con-/tante, e paja dodici Scarpe nuove; e Saccheg-/giato la casa di Giamberardino Ardini, hanno/arrestato, e portato con esso loro il di lui Fra-/tello Sacerdote D.[on] Lorenzo Ardini colla minac-/cia di fucilarlo. Hanno pure minacciato di/vita il Governatore, ed Attitante, che trovavan-//s’in Gagliano, li quali, dietro tali notizie, Si So-/no portat’in Sulmona, come poi Si è risaputo./Partiti quindi sulle ore 18., hanno preso la direzio-/ne di Molina, e quivi giunti, Secondo ha riferi-/to un naturale di quel luogo, hanno preso quel/Brigadiere de’ Gendarmi per aver tirato un col-/po di fucile contro di loro; e, dopo averlo trasci-/nato per quell’abitato, ligato vivo dietro un ca-/vallo, lo abbiano ucciso; e, tagliatagli la testa,/l’abbiano Situata Sulla porta del Quartiere, cui/abbian recato la desolazione; e, Saccheggiate le/case del Prevosto, e di Venanzo di Berardino, Si-/ansi diretti per la Strada di Castel Vecchio Subequo./Si lascia considerare alla Saviezza di V.[ostra] S.[ignori]a Ill[ustrissi]ma, qua-/le, e quanto Sia lo Smarrimento di queste Popo-/lazioni, precisamente de’ Proprietarj, dietro questi/primi guasti; viepiù, che han fatto Sentire, che/bene spesso dovranno qui transitare, anche altre Comitive: ed infatti Si è risaputo, che/Sulle ore 23. Un’altra partita, provveniente/dalla montagna verso S. Benedetto, Siasi diretta/Similmente per Molina./Rassegno tutto ciò a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma per mio preciso do-//vere, anche perché Si compiaccia destinare per-/sona per le veci del Governatore, persuaso, che/lo Stesso non arrischierà a ritornare./E colla maggiore venerazione e rispetto ho l’onore/di professarmi/Alessio Amicarella ( Nel retro si legge : “ Acciano Lug.[li]o 1807/Il Sindaco su i Briganti “ n.d.r.).

“ Celano li 16 Luglio 1807/Il Reg.[i]o Luog.[otenen]te di Celano/Al Sig.[no]r Intend.[ent]e G[enera]le della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Dietro voci, che si erano qui sparse, relativamente ad alcune mosse/de’ Briganti, scrissi jeri l’altro al Governatore di Acciano invitan-/dolo a parteciparmi ciocchè gli era noto su questo proposito, essendo/tale la sua situazione da poter sapere con  bastante precisione/quanto accadeva in Navelli, e Popoli, luoghi, ne’ quali si sentiva/qualche torbido. Il d.[ett]o Sig.[no]r Governatore mi dice colla sua in data di/jeri non esservi alcuna novità in tali Paesi, e di avere spedito a/Capestrano onde rilevare i fatti, che si dicevano operati da’ Bri-/ganti nella Provincia di Teramo./Giunge adesso l’avviso che molti di questi scelerati sieno entra-/ti in Acciano. Un tal Voce, e Cardilli di Gagliano avendone/ricevuto avviso per lettere si sono di la partiti, e ritirati in Ajel-/li, di questa giurisdizione. Non si sa se ne sieno usciti/Io Starò attentissimo per sapere la direzione, che, prenderanno,/Se avranno la temerità accostarsi in questo Circondario, si met-/terà in opera tutta l’attività della Civica, e della gente attaccata/al Governo per respingerli. Intanto mi occorre dire a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/che la mancanza de’ fucili rende in certo modo morta la/nostra forza. Non so comprendere per quali vedute di Polizia/i Sig.[no]ri Generali comandanti la Provincia non ne hanno vo-/luto accordare a q[ue]sta Comune almeno una trentina. Pre-//scindendo dalla gente bassa, del di cui carattere non posso/avere una cognizione precisa, posso assicurarle che i Civili/ (toltone qualcheduno di cui sto in dubbio) sono decisamente/attaccati al Governo. A questi dunque si potrebbono fidare/le armi. Io la supplico vivamente perché si compiac-/cia dare le convenienti disposizioni su tale importante/articolo./Sono col massimo rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Solmona li 12 Aprile 1807 ( è scritto in parte a stampa ed in parte manoscritto. Al margine sinistro manoscritto si legge: “ Divisione di/Polizia-“ e ancora a stampa: “ II.a Provincia/di Abruzzo.” n.d.r.) IL SOTTO-INTEDENTE DI SOLMONA ( è scritto a stampa e la margine sinistro vi è la seguente scrittura manoscritta : “ Si riferiscono al-/cune carceraz.[io]ni fatte/dal Col.[onnell]o Ricci, e lo/stato della Comiti-/va di Monaco d’Introdacqua.” n.d.r. ) Al Signor Intendente della Provincia/Signore/La scorsa notte il Comandante di questa Vallata Signor Co=/lonnello Ricci ha proceduto all’arresto di Gaeta=/no. E Matteo di Sciore, Michelangelo Contal=/di, Antonio Scappaticci, Domenico e Vicenzo/de Martinis, e Crescenzo Granato, tutti di que=/sta Città, il Matteo per avere in 7[settem]bre passa=/to tenuto un Commercio epistolare col capo de’/Briganti d’Introdacqua Giuseppe Monaco, cui/dava spesso conto dello stato delle forze esistenti/in questa Città, del numero degli alleati, che qui il/Monaco avrebbe trovato, ed altre simili cose; e gli al-/tri come nominati dallo stesso Matteo di Sciore//in autori delle notizie ch’egli dava al Giuseppe Mona=/co. Mi soggiugne il Colonnello Ricci, che il Sud.[ett]o/Matteo di Sciore ha questa notte confessato di esser/egli L’autore di dette Lettere./I profughi d’Introdacqua si sono riuniti ad altri profughi di/Pacentro, di Roccacasale, di Bugnara, e di Sol=/mona, formando in tutto una comitiva taluni dico=/no di diciannove, ed altri di ventidue Individui, i/quali Sono ricomparsi nella montagna di Pacentro./Due notti indietro essi ammazzarono dieci pecore/di pertinenza d’un tal Simone di tal Luogo, e reci=/sero pure taluni olivi. Tranne questo fatto, pare/che essi siano sul difensivo, giacché vanno errando, per gli monti. Taluni di essi Sono armati di fucili,/ed altri inermi. Varie disposizioni Si son prese per/disunirli, e per prenderli. Si è concertato di circon=/darli dopodomani la notte. Le darò conto del risul=/tato, assicurandola, che questi affari sempre rina-//scenti mi costano pena, tempo, e travagli/Sono col più profondo rispetto/G.[iusepp]e de Thomasis”/ Sotto con altra grafia si legge : “ Se ne facci relazione alla polizia, se ne scrivi alli Generali Parta-/nò, Digonet, e dai Governatori, e si dia ugualmente conto delli (i numeri sembrano essere cancellati n.d.r.)/arrestati in Capurciano, che si erano ritirati da roma, essendovene/altri d’arrestarsi.”

“ Celano li 4 Giugno 1807/Il Gov.[ernato]re Int.[erin]o di Celano (al margine sinistro vi sono impressi due timbri ovoidali già descritti n.d.r.)/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia dell’Aquila/Sig.[no]r Intendente/Io sono penetrato di quanto vi compiacete dirmi nel pregiatissi-/mo foglio della data de’ 2. corrente. Con tutte le forze m’im-/pegnerò di tener lontano da questo circondario i tristi effetti/del brigantaggio, che il fonne disegno di taluni scelerati potrebbe/mai rieccitarvi. Metterò simultaneamente in opera la persua-/sione, e l’esempio. Potrebbe molto confidarsi nella Guardia Civi-/ca di questo luogo, ma una circostanza fa si che resti morta/ogni sua attività. Non vi sono fucili, e la mancanza di tali/istrumenti indispensabili per una pronta, e vigorosa difesa/produce uno smarrimento per quanto ragionevole altrettan=/to fatale./Io dunque vi prego con tutto il calore del mio spirito volere asse-/gnare a questa Comune almeno trenta fucili con una corripon-/dente munizioni di cartucci, onde potere armare altrettanti/individui della Guardia civica de’ più coraggiosi e decisi per Governo. Senza tale risorsa non so quanto efficaci possano essere/ i miei sforzi, e quelli de’ bravi Soggetti per rispingere qual-/che orda di assassini, che tentasse metter piede in questo cir-/condario. All’incontro posso assicurarvi, Sig.[no]r Intend.[ent]e, che/col soccorso delle armi Celano è inespugnabile per parte de’/briganti, e si può con felice successo attaccare qualsivoglia//masnada, cui piacesse accostarvisi./Riguardo alla corrispondenza, che m’insinuate mantenere/colle limitrofe autorità civili e militari, non mancherò/di fare che sia apertissima, ed eseguita con tutta l’atti-/vità./Siate certo del mio zelo in tale rincontro, e pieno della/più grande Stima, e rispetto sono/Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 13 Giugno 1807/Il Luogotenente di Celano (al margine sinistro vi sono impressi due timbri ovoidali già descritti n.d.r.)/Al Sign.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Questa mattina dalla partita de’ Gendarmi esistente in questo/luogo si sono arrestati Luigi Longo, e Gaetano Ranelletta am-/bidue di questo Paese istesso. Il primo si rese famoso nelle in-/sorgenze qui avvenute ne’ mesi di Marzo e settembre del passa-/to anno. E’ stato assente da quell’epoca in poi, e si era detto ri-/coverato in casa del Ranelletta, ove precisamente è seguito l’arre-/sto. Riguardo a quest’ultimo oltre di avere ricevuto in sua casa/il suf.[erit]o Luigi Longo, esso è ancora intinto di brigantaggio./Saranno ambidue rimessi dal Sig.[no]r Tenente Iatta, comandane/la Gendarmeria, alla giudicatura di cotesto Tribunale Straordina-/rio./Passo tutto ciò ad intelligenza di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e con tutto il ri-/spetto sono/Giuseppe Saliceti“

“ Celano li 14 Giugno 1807/Il Reg.[i]o Luogot.[en]te di Celano (al margine sinistro vi sono impressi due timbri ovoidali già descritti n.d.r.)/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Ricevo sul punto avviso del Governatore di Acciano che un/tal Casimirro Santilli di Castel vecchio essendosi di colà par-/tito per venire in Celano, nel vallone detto dell’Inferno,/nelle pertinenze di Gagliano, da cui è distante circa due mi-/glia, venne sorpreso da una masnada di circa venti Brigan-/ti, tutti armati, e forniti di nocche rosse ai cappelli. Fu/da medesimi legato strettamente colle mani indietro, e così/tenuto sino alle ventitre ore in circa. Quindi lo sciolsero, e/lo costrinsero a tornarsene in Patria./Ho comunicato subito tale fatto al Tenente della Gendarmeria,/ed al Capitano della guardia civica di questo luogo. Essi si dispon-/gono a partire sul momento colle rispettive truppe verso del/sudetto Vallone, che resta non più di sei miglia lontano da/qui. Mi farò un dovere rassegnare a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma l’esito di/tale spedizione, e di ogni altro che avverrà nel mio circon-/dario./Sono col più grande rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 16 Giugno 1807/Il Luogot.[enent]e ( al margine sinistro vi sono impressi due timbri ovoidali già descritti n.d.r.)/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Ieri sera ad un ora (è scritto sopra n.d.a.) di notte ritornarono in questa Città il/Sig.[no]r Tenente della Gendarmeria, e il Sig.[no]r Tomasset-/ti Capitano della Guardia civico-provinciale, i quali,/come ebbi l’onore rassegnarle con una mia de’ 14 cor-/rente, si erano portati nel Vallone dell’Inferno per/inseguire, e distruggere i briganti, che avevano sorpre-/so Casmirro Santilli di Castel Vecchio, giusta il rap-/porto fattone dal Governatore di Acciano./I sud.[ett]i Sig.[no]ri Iatta e Tomassetti avendo colle loro rispettive/truppe attraversate le montagne esistenti fra questo/ luogo e Gagliano non hanno incontrato neppure un/brigante, per cui può congetturarsi che il Santilli esagge-/rasse il fatto, o che i malvaggi abbiano preso altra di-/rezione./La tranquillità si mantiene nel mio circondario. Io/di unita al d.[ett]o Sig.[no]r Capitano e Tenente mi darò la massima premura perché non venga alterata./Ho l’onore di dirvi con tutto il rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Popoli 17 Luglio 1807/Il Regio Gov.[ernator]e del Circond.[ari]o di Acciano/All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intendente della Prov.[inci]a/Signore/Ieri, da Castelvecchio Subjquo (sic), mi diedi l’onore di rassegnare p[er]/espresso a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, che stando io in Gagliano aveva, col/mezzo di due Corrieri secretam.[ent]e Speditimi, ricevuta noti=/zia, che in Acciano erano piombati Cinquecento Cinquanta/Briganti, da q[ua]li veniva io Cercato avidam.[en]te. Le umiliai/lo smarrimento de’ pochi buoni Cittadini di Gagliano, che/non potei Rattenere, ed i motivi che mi costrinsero ad/abbandonare quella posi.[zion]e, e ritirarmi in Castevecchio sud.[ett]o,/donde Sarei passato a Solmona./Ora stimo di esporle, che stando in Castelvecchio, gli Espora=/tori, che avea fatti anche di Colà Situare nelle alture/de’ Monti adjacenti, p[er] essere avertito delle Masse, e direzio=/ne de’ Briganti, a circa ore quindeci vennero di tutta/fug’ad avvertirmi, che i med.[esim]i Si avanzavano a gran passi//Verso Castelvecchio, preceduti da circa quaranta Cavalli/ed eran prossimi ad arrivarvi; Io dunque partii sul mo=/mento dirigendomi alla Volta di Rajano, e jeri sera qua/mi Condussi./Questa Mattina ho spedito ad Acciano p[er] aver notizia precisa dell’/accaduto colà, Se mi perviene p[ri]ma il passaggio della/Posta, mi farò un dovere passarle all’intelligenza di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/Io deciderò da fatti avvenuti, e dalla Notizia della posizione/de’ Briganti, se mi convenga tornare in Acciano, e di tut=/to la terrò riscontrata./Sono intanto con rispetto./Il messo che ho spedito in Acciano non è tornato. Ho però/raccolte delle notizie, che riguardano i Briganti sud:[ett]i, e/mi fo affretto a communicargliele./I Briganti sono nel numero di oltre i trecento Individui, fra q[ua]li quaranta a Cavallo. Portano uno Stendardo Ros=/so, e sono diretti da Giuseppe dal Monaco, da un tal/Ventresca d’Introdacqua, e da un Solmontino./Nella giornata de’ 14 furono a Collepietro, dove Commise=/ro qualche insolenza./La Sera de 15 si portarono a S. Benedetto, e vi si tratten=/nero sino alle Ore Sei, allorchè ne partirono dirigge=/dosi alla Volta di Vittorito, forse p[er] ingannare le Per=/sone destinate a fare le scoverte, giacchè poi ripiega=//rono Verso Acciano, in cui pervennero sulle Ore dieci/del giorno di jeri./Costrinsero quel Sindaco a dare loro Cento ducati, dopo averlo/aspramente battuto: Vollero i Viveri p[er] tutta la Mas=/nada, la q[ua]le si diede pure a girare per le Case del/Paese, facendosi somministrare delle biancherie, e delle/Scarpe. Saccheggiarono quella del Sacerdote Ardini, che/Carcerarono, e Seco loro si condussero. Fecero delle Ricer=/che p[er] avere la mia Persona, del che s’interessava/speciam.[en]te il Ventrescha Uno de’ Capi, mostrando tutto/il dispiacere di non avermi potuto avere nelle mani./Attenderò il Corriero che ho spedito in Acciano p[er] vedere se le/circostanze Combinano, ed essendovi Cosa d’interessante/lo farò Sapere p[er] Espresso ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, cui nuova=/mente mi Rassegno./Manca il tempo per dire le cose stesse al S.[no]r Gen.[eral]e Comanda.[ant]e,/ad a’ Sig.[nor]i del Trib.[unal]e Straordinario. Prego V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/passare loro la notizia-/Bernardino Muzi (scritto da altra mano n.d.r.) ”

“ Celano li 19 Luglio 1807/Il Gov.[ernato]re Int.[erin]o di Celano/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig:[no]r Intendente/Credo mio dovere di farle un dettaglio di quanto è accaduto in/questo circondario relativamente a’ Briganti./Essendosi saputo che questi scelerati aveano tolto il loro accampa-/mento da Castel di jeri, e che per forca causo prendevano la direzio-/ne della Marsica, questo Tenente di Gendarmeria colla sua bri-/gata, e colle guardie civiche di Celano, Avezzano, è Tagliacozzo/nella notte de’ 17 a 18 fu ad incontrarli per dar loro una carica./Avvenne l’incontro nelle vicinanze di Forca. Ma il numero/de’ Briganti essendo molto maggiore di quello (è scritto sopra n.d.a.) delle nostre truppe, avendo/l’appoggio della gente a cavallo, e postati in vantaggiosa situa-/zione, ad onta del coraggio mostrato da’ Gendarmi e civici ripor-/tammo qualche perdita. Manca il Comandante della Civica di/Avezzano per nome Martau, che avea pure il comando di varj/Soldati di linea Napolitani. Dicesi che sia Stato fatto prigio-/niero. Alcuni de’ Soldati, che l’accompagnarono restarono/morti. Manca ancora un tal Resta comandante della civica/di Tagliacozzo. Varj civici si sono imbarcati per Fucino, e/si sono ritirati nelle lore Patrie rispettive./I Briganti si portarono jeri in Cerchio. Vollero a forza delle/razioni, saccheggiarono alcune case ( il 18 luglio 1807 fu saccheggiato il palazzo di Venanzio d’Amore Fracassi (1772-1854) da circa 160 insorgenti al comando di Giuseppe Monaco. In quel frangente don Venanzio dovette fuggire per aver salva la vita. Amiconi F.:” La repressione del brigantaggio op.cit.”, pp.70-75. n.d.r.), e si presero un Caval-//Lo all’Oste della Taverna chiamata Stanca situata alle spon-/de del lago./Questa mattina sono andati in Ajelli, paese da qui distante cir-/ca due miglia. Hanno esatte pure le razioni, e si sono quindi/situati in un luogo chiamata la difensa. Qui hanno fucilati/due prigionieri, de’ quali ho commessa la ricognizione, e poi/la sepoltura nella Chiesa madre di quel Paese. Sono restati in tale situazione sino all’arrivo del Sig.[no]r Generale/Digonet, il quale se non ha potuto coglierli tutti in un punto, e/distruggerli, ciò deve attribuirsi alla rapidità della loro fuga./Sono passati in questo tenimento verso le ore quindici. Per un/calcolo, che si è potuto fare ad occhio, potevano essere circa due-/cento a piedi, e sessanta a cavallo. Hanno presa la direzione/di Ovindoli./Circa mezz’ora dopo del loro passaggio è qui facilmente/giunto il detto Sig.[no]r Digonet colla sua Truppa. Si è fermati un/momento alla porta del Paese, ed avendo riunita la brigata/della Gendarmeria qui esistente ha continuato il suo viaggio/verso le montagne seguendo prossimamente la traccia de’/malvaggi fuggitivi./Tra S. Potito ed Ovindoli vi è una Strada posta nella valle,/dimodochè dall’uno e l’altro lato si ergono delle monta-/gne quasi inaccessibili. In uno di questi lati, e propriam.[ent]e/in quello riguardante l’Oriente si erano riuniti i Brigan-//ti. Quando la truppa comandata dal Sig.[no]r Generale Digonet si era inoltra-/ta in detta Strada hanno cominciato a fare un vivo fuoco, ch’è Stato/intrepidamente sostenuto da’ nostri Soldati, contro de’ quali si facevano ro-/tolare de’ grandi massi di pietra. I volteggiatori rampicandosi sopra que’/sassi hanno costretto i Briganti a fuggire. Sono dappertutto inseguiti,/e speriamo sentirne di breve la totale distruzione./Il Comandante de’ Briganti è un tal Giuseppe del Monaco d’Introdacqua/Uomo iniquo per tutt’i punti. Marcia con bandiera rossa spiegata, e con/due casse battenti. In Cerchio diceva ch’era ritornato l’ex-Re in Napo-/li, e ch’era Stato Egli incombenzato a ripristinargli il Regno in dipenden-/za. A tale effetto ebbe la temerità di far sapere che si fossero a Lui ri-/presentati i militari del passato Governo. Ma non fu obbedito come/sono assicurato da rapporti in iscritto./Ecco quanto ho potuto rilevare. In appresso potrò darle altri ragguagli./Sono intanto col massimo rispetto/Giuseppe Saliceti “

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

INTENDENZA SI CAT. 270, B 4815 A – Fasc. 4

“  Bagno 24 Mag.[gi]o 1807/il Gov.[ernato]re di Bagno/Al Sig.[no]r Intend.[en]te g[e]n[era]le della Prov.[inci]a d’Aquila/Sig.[no]r Intende.[ent]e/ ( al margine sinistro sono posti due sigilli ovoidali. Il primo,  circoscritto da due rami di palme reca al centro raffigurato una corona posta sul capo, rivolto a sinistra, della napoleonica aquila imperiale francese recante scritto, sotto i piedi di questa, la seguente scritta: “ 1806/GRANI DUE”. Il primo sigillo è posto verticalmente il secondo, invece, è posto orizzontalmente e, dentro, presenta la seguente scritta : “ CARTA/PER SOLO USO/FISCALE “ n.d.r.) In questo punto, che sono le ore venti di oggi, mi giunge/particolare, ma certo avviso, che siasi riportato in Ovin-/doli il famoso brigante per sopranome Giovinotto con/sei Compagni tutti a Cavallo; chje jeri notte furono/sorpresi da una partita di Soldati, ma non poterono aver-/li in mani, ma ebbero li soli Cavalli, e che li stan-/no inseguendo/Mi attratto di passarlo sul momento all’intelligenza di V[ostra] S.[ignoria]/per le sue disposizioni/Con l’ossequio ho l’onore di raff.[ermar]mi/Francesco Orazj” ( nel retro è ripotato: “ Bagno 24 Maggio 1807/Il Governat:[o]re riferisce La in Secuz.[ion]e del Brigante/Giovinotto , e Suoi seguaci/+ “

“ Solmona li 23 Agosto Anno 1807/IL SOTTO-INTENDENTE DI SOLMONA ( al margine sinistro si legge : “ BURO’/DI/POLIZIA/n.° ”. E’ scritto in parte a stampa ed in parte a mano n.d.r.) Al Signor Intend.[ent]e della Provincia/Signor Int.[eden]e/Tutta La giornata de’ 20 e buona porzione di quella de’ 21 stante, tutte/Le truppe esistenti in questa Città furono impiegate/dal Signor Comand.[ant]e di questa Vallata in perseguitare La/masnada degli assassini che nel N.° di c.[irc]a 300 infesta=/vano questo Circondario. Gli Assassini presentemente no[n]/formano più un corpo, ma vanno vagando in piccioli par-/tite. Asserisco ciò dall’aver Saputo che ben pochi Sono Stati/uccisi. Si dice per altro che in Bussi ne fosse stato/fatto un macello, ma per mancanza di Rapporti officiali/non oso di affermarlo. I principali Naturali de’ Paesi co[n]-/vicini continuano a dimorare qui in Solmona, credendo di/non esser Sicuri nelle Loro patrie, potendo i Briganti da/un momento all’altro riunirsi, e piombare Su qualche/Comune./Stamane ben per tempo La Colonna mobile pro-/veniente dalla Prov.[inci]a di Chieti, e che giunse qui nel dì 20/conf.[orm]e//Conforme manifestai a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma con mia rappresentanza/di quel giorno, è partito per dove venne./La truppa dunque, che attualmente esite in q.[uest]a/Città ascende al num.[er]o di 280/Il Governatore d’Introdacqua con Relaz.[ion]e dell’epoca di jeri, ricapi=/tatami in punto, mi Significa, che manca da colà un tal/Felice di Gius.[epp]e di Monte, il quale nello scorso inverno/fece Le funzioni di Carnefice Su d’un Brigante condan-/nato a morte; e di non Sapersi Se esso di monte volo[n]-/tariamente siasi unito agli Assassini, oppure costoro Lo/catturassero: Mi dice dippiù che i cennati Assassini,/i quali nella Sera de’ 19 and.[ant]e furono in Introdac=/qua, come rassegnai a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma con rapporto del/dì 20 procurarono di Reclutare colà con grandiose/promesse, ma niuno di que’ Naturali diede Loro a=/scolto. Finalmente mi notizia che i Capi della ma=/snada erano Giovanni Ventresca, Giuseppe del Monaco,/d’Introdacqua, Giovinotti d’Ovindoli, e dell’Orso./Sono intanto con ogni Sincera Stima, e con-/siderazione/Ant[oni]o Sardi “

“ Celano li 7 7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente  della provincia/di Aquila/Eccellenza/Giovinotti cola sua comitiva di venti assassini soggiorna ancora/in queste vicinanze. Nella notte de’ 4 venendo li 5 fu nella/taverna di Rovere. Quel Sindaco mi dice che prese del pane/e del vino, pagandone all’oste il prezzo. Vi si trattenne alcune/ore, e poi se ne andò non specificando misi la direzione da Lui/presa. Ma il soggiorno di quel capo-brigante è circoscritto dentro/dati limiti, da’ quali non ama di uscire. La montagne di Ara-/no, Curto, e Serenta, le Valle di Gagliano, il passo di Forca-caru-/so sono i luoghi, dove ordinariamente dimora. Se le Truppe vo-/lessero fare delle imboscate ne’ siti sudetti, non sarebbe difficile/averlo in mano. La misura, che ognora si prende, di andare dove/si è ricevuto rapporto di essere Stato, è fuori di ogni proposito. E’ vec-/chia usanza de’ Briganti di fermarsi per poche ore in un sito,/e poi cangiarlo subito./Le rinnovo i sentimenti della mia grande stima, e rispetto/Giuseppe Saliceti”

“ Celano li 10 7[sette]mbre 1807/Il Gov.[ernato]re di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Ieri l’altro giorno 8 corrente Giovinotti fu a Rocca di Mezzo colla/sua comitiva di circa quindici individui. Di là passò la sera a Ro-/vere, dove prese del pane, e del vino, pagando tutto, come mi dice/il Sindaco di quella Comune. Dopo essersi trattenuto alcune ore si ri-/tirò nella Montagna di Pezza./Ieri sera si portò in Ovindoli. Secondo il rapporto avutone il nume-/ro della comitiva era di circa quaranta individui. Volle del pane/e del vino, e minacciò di voler fare grandi cose se i Naturali di/quel luogo non avessero fatto ritornare colà per la prossima Do-/menica Sua moglie, e gli altri Parenti trasportati in Aquila/per disposizione del Sig.[no]r Generale Merlin. Entrò in Ovindoli ver-/so le ventitré, e ne riuscì ad un’ora di notte, prendendo la/direzione di Rovere./E’ bene avvertire che Giovinotti seguita tuttavia a portare la noccar-/da rossa, e la spallina nella sua giacchetta, oltre di essere armato/di tutto punto. Non credo che egli voglia annuire alle insinuazio-/ni del Governo di volersi presentare. Ha già abusato nel più nero/modo della carta di amnistia rilasciatagli dal Generale Chavardes./Sento che carta simile fu lasciata a suo favore dal G[enera]le Merlin (è scritto sopra n.d.a.) nelle mani del Curato/di Ovindoli coll’obbligo però di presentarsi dentro quindici giorni./ Intanto non cessa di disturbare la tranquillità de’ Paesi, e scorre/colla sua solita alterigia per questi contorni. Non so se un Uomo/di carattere così indomito si voglia con facilità ammansire, e/se possa vivere in pace dopo la professione di quaranta (?) anni di scorri-/dore di campagna, e pubblico assassino./Qui tutto è tranquillo. Sono col massimo rispetto/Giuseppe Saliceti”

“ S.[an] Demetrio li 11 7[settem]bre 1807/Rapporto avanti il Sig.[no]r Duca d’Alanno/Intendente Generale della Provincia/dell’Aquila/Fatto dal Capit.[a]no Pellegrini/Sig.[no]r Intendente/A voce ebbi l’onore di presentare al Sig.[no]r G[ene-/rale mentre andava a caccia, la mia posi-/zione in cui mi trovavo, e la poca forza/rimastami p[er] respingere l’orda degl’assassi-/ni, che giornalmente circolano p[er] questi co[n]-/vicini Luoghi, e mi assicurò, che avrebbe ma[n]/data altra forza corrispondente. Fino a/questo punto io no[n] L’ho veduta, e p[er] tal moti-/vo sono stato nella dura necessità di abba[n]/donare il mio posto di S.[anta] M.[a]ria del Ponte, che//che credo troppo necessario, attesochè jeri se-/ra li dieci dell’andante; mi venni forma-/le ambasciata p[er] parte del Capo de Bri-/ganti Giovinotto, di dover presentare innan-/zi di Lui tutte le armi, che presso di me/si ritrovano, altrimenti avrebbe ester-/minata La mia persona, e la mia casa/Io no[n] mi son fermato punto a queste insul-/tanti parole, ma solo ho procurato di por-/re in salvo d.[ett]e armi la mia gente, e la mia/persona./Esso Giovinotto questa mattina trovavasi in Ga-/gliano con circa quaranta assasini di mas-/sa, quasi tutti a cavallo,ed Lo presen-/to che aveva mandato ordine al Tione,/luogo poco distante dal mio posto, affinchè/avesse quella Comune posta in ordine qua-/trocento razioni tra cavalleria, e Fanteria./In vista dunque di tale ordinativo, ho il stima/to//Stimato di appartarmi, e di rassegnare/il tutto a V.[ostra] E.[ccellenza] p[er]le convenevoli pronte/disposizioni, che debono essere energi-/che p[er] no[n] essere sogette alle sorprese/di d.[ett]a Rea gente. Io prego il Sig.[no]r Inte[n]/dente coll’alta sua penetrazione a co[n]-/siderate le mie circostanze, che veggo/troppo critiche, dopo aver prestato al Governo un Servizio tanto fedele, ed/esatto, a discapito della mia robba, e/della mia vita, che veggo priclitan-/te, mentre di rispetto Ho l’onore/di baciarle la mano= Il Simile rappor-/to ho fatto anche al Sig.[no]r Generale/Pellegrini/Capit[a]no”

“ Celano li 13 7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no[r Intendente della Provincia/di Aquila/Eccellenza/Giovinotti invece di mostrarsi rassegnato ai voleri del Gover-/no, che avrebbe voluto trattarlo con quella dolcezza, cui dà/origine la magnanimità, ha ancora la mania di sfoggia-/re un carattere insolente, e temerario. Dissi all’E.[ccellenza] V.[ostra]/di aver fatto sapere ai Naturali di Ovindoli che pensassero/assolutamente di far colà ritornare la Moglie, ed i Paren-/ti, altrimenti non avrebbe mancato di fare uso delle/maniere di rigore./Ieri scrisse ad un Galantuomo di qui dicendogli che s’impe-/gnasse insieme cogli altri a far riuscire dalle carceri i/sudetti, e ch’egli si sarebbe astenuto di commettere insolenze./Il Galantuomo istesso, ch’è il Sig.[no]r Bernardi, gli rispose con/mio consenso, e gli fece sapere essere la di lui presentazio-/ne l’unico mezzo onde far verificare lo sprigionamen-/to de’ Suoi, e di prestarsi volentieri alle insinuazioni/del Governo, senza ulteriormente abusare della sua cle-/menza. Speravamo che simile foglio gli dasse im-/pulso a presentarsi, ma è stata vana la nostra lusinga./Oggi verso le ventitre ore si è ricevuta una Seconda/lettera del Giovinotti, nella quale usando i modi più//Improprj ed irruenti di dire parlava generalmente a/tutt’i Signori di Celano, incaricandoli di fare Scarcerare i/Parenti, e d’impegnarsi per non farlo più perseguitare,/atrimenti avrebbe posto in desolazione il circondario./Assegna quattro, o cinque giorni di tempo per tale scarce-/razione, ed in caso contrario dopo altri dieci giorni sareb-/be qua venuto con due mila Uomini d’infan-/teria, e trecento di cavalleria, per i quali sin d’adesso da-/va l’ordine di apprestarsi le razioni./Dopo ciò l’E.[ccellenza] V.[ostra] ben vede che il Giovinotti presenta i tratti/ di quel carattere, che lo ha fatto riconoscere sino a quest’ora/per Uomo malvaggio, nel modo il più evidente. Egli non/si presenterà giammai, come ha già manifestato in/detta sua lettera; E’ necessario dunque di perseguitarlo/con tutto il rigore, qual nemico dichiarato del Governo,/e de’ suoi partigiani./Dal capitano Fournier giunto in questo punto colla colonna/mobile è stato di tuttociò ragguagliato cotesto Sig.[no]r Genenrale, e/perciò io mi astengo di fargliene relazione particolare./Detto Fournier propone al Sig.[no]r generale un mezzo per aver in/mano Giovinotti, che potrebbe ottimamente riuscire. I Preti/di Ovindoli, e Rovere ( almeno parecchi ) possono sapere dove/trovasi quel capo assassino, attesochè ricevono dal medesimo/delle pingui limosine per la celebrazione di messe alle/anime del Purgatorio riconosciute dal Giovinotti, come nel-/la sua lettera piamente confessa, per Protettori particolari//delle sue azioni. Questi Preti si potrebbono dunque costringere a svelare/il sito, dove dimora, e di essere anche conduttori delle nostre Truppe. Cre-/do che Fournier ne cerchi  l’autorizzazione dal d.[ett]o Sig.[no]r Generale. Essendo/il progetto ben’immaginato, prego V.[ostra] E.[ccellenza] di contribuire dal suo canto per/farlo mettere in esecuzione. Alcuni di tali preti sono amici di Giovinotti./Non mancherò tenerla ragguagliata di quanto accade nel mio circondario./Non le fo il dettaglio del fatto tragico di Gioja, perché tale paese non è/di mia giurisdizione, ed anche perché sono persuaso che l’avrà ricevuto/da qualche Naturale di quel luogo, che avrà avuta la sorte scampare/dall’inedita ferocia di que’ Mostri./Sono con tutto il rispetto/Giuseppe Saliceti”

“ Celano lì 22 7[settem]bre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Ieri sera verso le ore ventitré Giovinotti e del Monaco andarono/in Ovindoli con una comitiva di ventiquattro Uomini a caval-/lo. Vollero del fieno, e de’ ferri per i loro cavalli. In tale occasio-/ne tutt’i Preti e benestanti del Paese fecero delle grandi insinua-/zioni ai detti due capi di ripresentarsi, e profittare della clemen=/za del Governo. Risposero di avere questa intenzione, ed a tale/effetto si presero il proclama fatto a nome di V.[ostra] E.[ccellenza], e del Sig.[no]r Gene-/rale relativo all’indulto, dicendo di volerlo rimandare a quello/Comune oggi o dimani unitamente ad una lettera, in cui/avrebbero spiegato la loro volontà. Dopo le ore ventiquattro/partirono, e presero la direzione di Arano. Il Generale Huard/è stato informato di tutto ciò. Si dice che questi trovisi in Avezzano./Le rinnovo i sentimenti del più grande rispetto/Giuseppe Salicet i” ( nel retro si legge: “ Celano 12 Sett.[embr]e 1807/Il Gov[ernato]re/Su i Briganti “ n.d.r.)

“ Celano li 25 7[sette]mbre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccelenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia/Eccellenza/Ieri sera circa le ore 23 tornò Giovinotti in Ovindoli con quattro/suoi compagni. Volle due coppe d’orzo, e fece ferrare i cavalli. Dopo/circa un’ora di trattenimento se ne partì prendendo la direzione/di Rovere. Insinuato da suoi Paesani a volersi ripresentare rispose/che voleva prima libera la sua gente./Non vi è altro di nuovo nel mio circondario./Sono intanto col solito rispetto/Giuseppe Saliceti “ ( nel retro è riportato : “ Celano 25 7mbre 1807/Il Gov:[ernato]re per le mosse di/Giovinotti “

 “ S.[an] Demetrio 28 7[settem]bre 1807/Il Gov.[ernator]e di S. Demetrio/allo/Spettabile Sig.[no]r Intend.[en]te Gen[era]le della Provincia/Sig[no]re/Le frequenti scorrerie de Briganti che accadono nelle vicinanze di/questo mio Circondario, e Spesso anche in q[ues]to mio Distretto med[esim]o/mi obligano a diriggere a V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma la p[rese]nte mia rappre-/sentanza nella fiducia, ch’Ella dandole quel peso che merita,/si compiacerà apprestarv’i ripari che convengono a prevenire i/guasti ulteriori./Da moltiplicati miei rapporti diretti al Sig[no]r Gen[era]le Comand.[an]te la Provin[cia]/ ed a cod[est]a Intendenza ha rilevato V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, che le Comitive de/Briganti comandate da Monaco, Giovinotto, e de Angelis, hanno infestata, e stanno tuttavia mettendo a soqquadro q[ue]sta Prov.[inci]a, se-/gnatam[en]te i paesi situati fra S. Stefano, Forca di penne, Goriano/Sicoli, e Rocca di Cambio, compresivi i luoghi del mio Distretto/E’ noto il terrore che costoro anno sparso per dov’essi scorrono col-/le straggi, strapazzi, e saccheggi di quei che sono attaccati al/Governo, e segnatam[en]te de Publici Funzionarj/La Classe de possidenti è quella da loro presa in mira; epperciò/tutt’il resto delle popolaz[io]ni è a di loro divoz[ion]e/Non ho mancato di far comprendere, che le anzid[ett]e Comitive di/Giovinotto, e Monaco stanno per lo più annidate nella Mon-/tagna di Sirento, Tione, e Fagnano, e fanno delle sortite//Quando loro pare, e vi si ritirano/avanzato delle notizie della loro precisa situaz[ion]e per potersi q[ue]lli sorprendere/Adì 7 dello spirante Settembre riferii che la Comitiva di Giovinotto, e Monaco/fù incontrata nella Montagna del Tione da legnajuoli di questo/Comune: che si era diretta verso Terranera, e temeasi che nel/dì seguente sarebbesi portata in Roccadimezzo a turbarvi la Tran-/quillità in occasione che colà ricorra la Fiera. In effetti/accadde quanto io avea opinato, e notiziato; ma la mia pre=/venzione no[n] ebbe la sorte di avere il bramato effetto/Adì 11 dello Stesso Mese riferii la permanenza de Briganti in Calascio, e S. Stefa/no/Adì 24 d[ett]o il ricatto e minacce fatte da briganti di Giovinotto e Mona-/co nel Procojo di Iatozzi nella Montagna di Rocca di cambio/chiamata il Campo/Adì 27 un’ora prima che albeggiasse il giorno spedii due corrieri/uno diretto al Comandante Militare in Barisciano, l’altro al/Sig.[no]r Gen[era]leComand[an]te la Prov[inci]a, dando ad entrambi la notizia pervenu-/tami sulle ore tre della Stessa notte preced[en]te a d[ett]o giorno, cioè/che quaranta briganti a Cavallo eransi annidati nel Pagliaro/de f[rate]lli Scarzella sito nel Monte vicino a Fagnano, quali poteano/facilm[en]te sorprendersi, o almeno fugarsi. Il primo neppur mi/degnò di risposta; ed il Sig[no]r Gen[era]le di riscontro mi scrisse, che/bisognandomi forza pel mio Circondario, mi dirigessi a Coman-/danti militari, che sono in Roccadimezzo, Gagliano, e S[an]ta M[ari]a del/ponte; per cui mi è convenuto rassegnare a d[ett]o Sig[no]r Gene=/erale, che gli additati luoghi, cioè Roccadimezzo e Gagliano distano/da q[ue]sta mia residenza cinque ore di camino anche cele-/re, e S[an]ta M[ari]a del ponte circa tre ore; cosicche nel caso di//Bisogno no[n] potrò mai avere un prontaneo soccorso a ripara-/re i guasti che ponno avvenire, e ch’esiggono non ritardato/riparo./E’ da riflettersi pure che i Corrieri per chiamar ne bisogni la sud[ett]a for-/za deggiono inevitalbilm[en]te transitare pe’ luoghi di dimora de’/Brig[an]ti stessi; Sarebbero allora d[ett]i Corrieri arrestati, e trucidati, e ver-/rebono anch’essi Brig[an]ti successivam[ent]e per tal motivo a togliermi/di vita./Dee pure rimarcarsi che corrieri fedeli mi mancano; poiche/siccome i Briganti Han preso di mira la Classe de Civili/e possidenti, così i plebei e bisognosi sono ripugnati a far da Spie/e Corrieri; e se anche taluno di essi accetta l’incarico, è da te=/mersi di rimaner da costui deluso, e tradito/Continuano intanto le sud[ett]e due Comitive a starsene sulla Monta-/gna di Tione, Fagnano, e Sorento; fanno delle scorrerie impune-/mente quanto loro piace e pare; come appunto nella notte/P.[rossima] P.[assata] sono stati a Saccheggiare in Fagnano, ed hanno posto in/contribuz[ion]e quel Comune, conforme io con separato rapporto ho/rassegnato oggi stesso a V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, ed al pred[ett]o Sig[no]r Gen[era]le/Mi s’impone fra questi serj pericoli continuare a riseder nel/Governo. Io mi farò preggio di obedire; Prego però/V[ostra] S[ignoria] Ill[ustrissi]ma a considerar l’evidente, e continuo pericolo in cui/son posto; Mi spiace solo che il Sacrificio della mia/vita no[n] servirà che a rendere i Brig[an]ti più baldanzosi/senza giovare alla tranquillità dello Stato./Sig.[no]re questi quasti han bisogno di rimedio prontaneo. Io lo/sottopongo al suo savio discernimento. A me sembra//che i Briganti deggion perseguitarsi col massimo zelo sino all’/esterminio; e le spie sicure ed efficaci non posson procurarsi/che da chi stà alla testa del Comando, perche può averne sem-/pre delle fedeli col mezzo della forza, e del denaro. Il Go=/vernatore allo incontro no[n] ha né forza, né mezzi, perché no[n]/ha né soldati, né are, né fondo. Se i Briganti si la=/sciano in quiete crescono in numero, e crescono con essi/alla giornata gli eccessi che no[n] Sarà poi così facile di reprimere/[ho]più volte avanzate le preghiere acciò si situasse una com-/petente forza militare nel luogo di q[ues]ta mia residenza/dove trovandos’il centro di q[ue]sta Camarca, sarebbe stata la/med[esim]a a portata di agire secondo il bisogno, e sull’istante/accorrere ad ogni punto. Io stimo, che come così si sa=/rebbono impediti i quasti accaduti; si potrebbono impedire/anche quei che ponno avvenire in q[ue]sto Comune ch’è/minacciato; com’è minacciata altresì la mia vita/presa da Briganti specialm[en]te di vista/Q[ue]sti miei sentimenti, Sig[no]r Intend[ent]e, sono figli dello Zelo che/nudro per vedere una volta tranquilla la Prov.[inci]a. Hò/l’onore di umiliarli alla di lei ben nota saviezza/affinche possa prevenire cole sagge sue disposizioni/ogni male che puòavvenire. La sua bontà ed/efficacia me ne dà le speranze. Hò il vantaggio con/tutt’il rispetto di soscrivermi/Epifanio Colella”

“ S. Demetrio p[ri]mo 8[otto]bre 1807/Il Gov[ernator]e di S. Demet[ri]o/allo/Spettabile Sig[no]r Intend[en]te di Aquila/Sig[nor]e/Circa le ore quindeci di quest’oggi trovandom’io/in S.[ant’]Eusanio Com[un]e compreso in q[uest]o mio Distretto hò/inteso che nella falda della Mont[agn]a chiamata la/Foce di Stiffe si sparavano moltiplicati colpi/di fucile alternativam.[ent]e; Ho sospettato che colà si/fussero attaccati i Briganti colla Truppa Francese/epperciò hò spedito colà un naturale di S. Eusa-/nio med[esim]o che mi ha riportata la notizia/che in effetto portatisi sta mane circa venti Bri-/ganti a cavallo, e quattro a piedi comandati/da Giovinotto, in Campana luogo distante da q[ue]sta/mia resid.[enz]a circa due miglia, da colà avessero/spedito due di essi al Comune di Stiffe richieden-/do contribuz[ion]e, e viveri; m[ent]re d[ett]a Comitiva da/Campana portavasi a Stiffe per l’oggetto sud[ett]o//Stava magiando dentro la casa di Fran[ces]co Pellegrino/padre del fù Capitano Giampietro Pellegrino è stato/sopraffatta dalla truppa militare di Rocca di Mezzo/procedenti da Terranera p[er] le volte di Campana/e sia seguito l’attacco sopra la foce di Stiffe, re-/stando perseguitati i Briganti fino a sotto/Fonte Avignone/Appena ritiratomi da S. Eusanio in q.[uest]a Residenza,/circa le ore 18 è giunto in q[uest]a Corte Fran[ces]co Antonucci/di Fagnano Sargente delle milizia prov[incia]le, e mi/ha riferito che sullo Spuntar del Sole oggi sud[ett]o/giorno stanto esso in Vallecupa sua padria villa/di Fagnano sia stato assalito dalla stessa sud[ett]a/comitiva di briganti procedenti dal Castello alla/villa di Fagnano med[esim]i, e lo abbiano inseguito/su p[er] Le coste che restano nell’alto di d[ett]o paese/essendosi esso salvato colla fuga: e che abbia/egli rilevato che d.[ett]a Comitiva di Briganti siasi diret-/ta p[er] Campana, e successivam[ent]e siasi portata nel Co=/mune di Stiffe; Comecche d[ett]o Antonacci trovavasi/armato ed ha scoverto da lontano che della Trup-/pa Francese discendea da Terranera per Sorprendere/d[ett]o briganti; così egli siasi diretto dietro le tracce/de cennati Francesi che perseguitavano li briganti//pred[ett]i co’ replicati colpi di fucile verso l’alto della/montagna; e che avendo trovato sulla Foce di/Stiffe due Cavalcature insellate; cioè una giù-/menta, ed un polledro lasciati da briganti pred[ett]i,/abbia quelli preso per condurli come fà a/V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma ed al Sig[no]r Gen[era]le/Ieri, o Sig[nor]e, restituitomi in q[uest]a residenza ebbi notizia/Sulle ore ventidue, che una comitiva de briganti/erasi annidata fra Fagnano, e Prata, all’istàn-/te ne dia la notizia al Comand[an]te militare/distante in Barisciano p[er] mezzo di una mia/Officiale direttali p.[er] un’espresso Q[ue]sti avendola/consegnata in proprie mani del Comand[an]te sud[ett]o/non ne fù degnato di riscontro./In punto che scrivo la p[rese]nte mi giunge rapporto del/Sindaco di Caporciano che mi riferisce che/nella Scorsa notte una masnada di briganti parte a piedi, e parte [a] cavallo circa Le ore cinque do=/po aver’assediato quel Comune, chiamando il Bali:/vo, lo abbia obbligato a Cortarli alla casa di/D.[on] Angelo de Matthejis, dove avendo fatto aprir dal/Garzone, si abbian preso il di lui Cavallo (è scritto sopra n.d.r.) dopo aver/maltrattato co’ puntate di fucile il garzone pred[ett]o//S. Demetrio 1 8[otto]bre 1807//ed indi portatisi nella casa del Sindaco Timei/dove si han preso la Sella; E quindi condot-/tisi nella casa del primo Eletto han domandato/la contribuz[ion]e di centocinquanta razioni; per cui/no[n] siesi potuto far’a meno di darli orzo, pa-/ne, vino, ed altri commestibili; ed avendo man=/giato siensi diretti verso Tussio/Sino a q[ue]sto punto no[n] mi giunge rapporto alcuno/di Campana, Stiffe, o altri luoghi; pervenendo-/mi no[n] lasciarò di parteciparlo a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/cui no[n] manco di sempreppiù rassegnare i/prossimi pericoli a q[ua]le è esposta la mia/vita; giacche i luoghi pred[ett]i frequentati da/briganti sono in breviss[im]a distanza da q[ue]sta/residenza; e pieno di rispetto mi sos[criv]o/Epifanio Collella/(al margine sinistro si legge:” Si risponda, che il S.[igno]r Inten-/dente è persuaso di aver fatto/Simile rapporto al S.[igno]r Generale/a 1 8[otto]bre 1807 ad.”n.d.r.)

“ A S.[ua] E.[ccellenza]/Il Sig.[no]r Intend.[ent]e Gen[era]le della Prov.nci]a di Aquila/Mi affretto di dare a V.[ostr]a Ecc.[ellenz]a La consolante notizia della morte/del capo degli Assassini Giuseppe del Monaco di Entrodacqua: La/orda sbandata, e posta in fuga jeri il giorno li tre del cor:[rent]e me-/se di 8[otto]bre nelle Montagne di Baulle, e Forca Caruso da una Co-/lonna della Truppa Francese acquartierata in Celano; Egli con/de Suoi Seguaci si diresse per le Montagne di Colle Armele, in do-/ve trovavasi postato il bravo Capitano del Distaccam.[en]to; ch’è di guar-/nigione in questa Città; Il med.[esim]o Ordinò darseli Seguito dalla Sua co-/raggiosa Gente, alla quale riuscì di ammazzare in distanza da/questa Città di meno di un mIglio il Sud.[ett]o del Monaco a colpi di/fucile, ed il di lui figlio Pasquale, riconosciuti dall’altro arresta/to Andrea Damiani. I Cadaveri li ho fatti trasportare dalla/Campagna in questa Città di Piscina, a quali non farò dare se-/poltura, Se prima di riscontro non ne Ricevo gli ordini del Gen[era]le/Comandante la Prov.[inci]a, al quale hò il tutto rassegnato, Rimet-/tendoli il Portafoglio Rinvenuto ad esso del Monaco con delle car/te Rilevanti, e delle quali accludo a V.[ostr]a Ecc.[ellenz]a il notam:[en]to/Il Comand.[ant]e di Celano dettaglierà ad esso Sig.[no]r Gen[era]le L’avvenuto/nelle Sud.[ett]e Montagne di Baulle, e Forcaruso(sic) nell’incontro Se-/guito coll’anzid.[ett]a Comitiva/In punto che sono le ore tredici una Partita di Truppa Francese/di qui unitam.[en]te a dei Civici di Ritorno dalla Campagna, hà Con-/dotto arrestato in queste forze Pelino Petrella altrimenti/Miscillo di Pratola, e nello stesso tempo il Civico Isidoro di Cri-/stofono del Comune di Ortona de Marsi, unitam.[en]te ad un altro/Paesano ha arrestato, e tradotto anche in queste forze An-/drea Damiano di Navelli anche della Comitiva di del Monaco/Il med.[esim]o è nominato nella Lettera Scritta allo stesso del Mona-/co, scritta, e firmata con G. P. cioè da Germano Piccioli del/Comune di Navelli, come lo stesso Damiani ha deposto./Li due Sud.[dett]o arrestati sul punto son trasportati nel Castello di/Celano, per indi essere trasferiti in Cortese forze//Prego V.[ostr]a Ecc.[ellenz]a di passare notizia tutto cio che le ho rassegnato/al Presidente di Cotesto Supremo Trib[una]le Straord.[inari]o, e Procurator Reg.[i]o/del med[esim]o; non potendo io ciò fare, poiche scrivo in fretta, e confu-/sam.[en]te Mi esibisco a’ Comandi di V.[ostr]a Ecc.[ellenz]a, e con tutta la dovuta/Stima, e dovuto Rispetto mi Rassegno/Giuseppe Russo “. ( Nel retro si legge : “ Pescina 4 8bre 1807/Il Gov.[ernato]re di Pescina p[er] la morte/di Gius.[epp]e del Monaco, e fig.[li]o, e p[er] l’avviso di Pelino Petrelli, e di/Andrea Damiani ” e al margine sinistro si legge: ” Si ringrazia il S.[ignor]r G.[governatore] I.[nterino] delle/notizie. Si prevenga ad esser/Sollecito sul dare le altre./Prevengo pure a presentare/gli augurj all’uff.[icia]le Comand.[ant]e/la Truppa./a 5 8bre 1807 ad.” e,  sotto, al centro della pagina, si legge: “A sua Eccellenza/Il Sig.[no]r Intend.[ent]e G[e[n[era]le della prov:[inci]a di/Aquila/ dal Gov:[ernato]re di/Pescina” n.d.r.)

“ Celano li 4 ottobre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza]  il Sig.[no]r Intendente G[enera]le della Provincia di/Aquila/Eccellenza/Mi affretto a darle la consolante notizia della morte del/Padre e figlio Monaco, i cadaveri de’ quali stanno a Pe-/scina. Giovinotti è Stato ferito dall’istesso Capitano Four-/nier Uomo di coraggio, e capace di mettere in ottima (è scritto sopra n.d.a) esecuzione/un progetto bene immaginato. La disfatta de’ briganti può/dirsi completa. Dodici fucili, tre pistole, una sciabla, una/bajonetta, e quindici cavalli sono il riusltato della felice/spedizione fatta jeri per la Montagna di Curto. Speriamo/che Giovinotti Stesso sia a quest’ora rimasto morto per/la ferita riportata, e che colla morte di questo Scelerato/torni l’intiera calma nella più grande estensione/della provincia./Mi dispenso dal farle il dettaglio della sudetta spedizione per-/chè il nominato Sig.[no]r Fournier ne scrive lungamente a/cotesto Sig.[no]r Generale, da cui ne sarà ragguagliato./Sono intanto con tutto il rispetto/Giuseppe Saliceti/Sono stati presi e qua condotti due famosi Briganti, cioè Pelino Petrelli/alias Muscillo di Pratola, ed Andrea Mariani di Navelli. Siccome/questi scelerati hanno commessi i loro più grandi delitti in queste/vicinanze, perciò sarebbe ben di farli giustiziare qui in Celano./Le supplico insinuare ciò a cotesto Sig.[no]r Generale/Saliceti/” ( Nel retro si legge : “ Celano 4 ottobre 1807/Il Gov.[ernato]re di Celano p[er] la/morte di Gius.[epp]e del Monaco/e figlio, e p[er] la carceraz.[ion]e di/altri briganti” ed, al margine sinistro, si legge : “ Si ringrazj delle notizie, e/si attendono delle altre Spe-/cialm.[ent]e p[er] Giovinotti, che Si/Sper’anche morto; Si pre-/venga a passare gli uffizi/di congratulam.[ent]o al Cap.[ita]no/Fournier, e gli Si augura/dal Governo i dovuti (segue una cancellatura n.d.r.)/avanzam.[en]to Avendo altre/notozie non attrassi darle/a 5 8[otto]bre 1807 ad. ” n.d.r.)

 “ Celano li 5 8[otto]bre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Duca d’Alanno Intendente G[enera]le della/Provincia di Aquila/Eccellenza/La disfatta de’ briganti avvenuta jeri, e di cui le dai ragguaglio,/è stata di felicissimo presagio. Giovinotti è stato preso. Ferito/in varie parti gli fù impossibile trascinarsi molto lontano./Questa notte unitamente a suo figlio, e ad un altro di Prezza/è Stato ritrovato dai Gendarmi nella montagna di Arano,/e dai medesimi è stato condotto in questa Città. Tutti e tre/Stanno ristretti e ben guardati nelle prigioni./Con straordinario piacere le do questa notizie, e le rinnovo/i sentimenti della mia graditissima Stima, e rispetto/Giuseppe Saliceti” ( nel retro si legge : “ Celano 5 8[otto]bre 1807/Il Gov.[ernato]re di Celano p[er] l’arresto/di Giovinotti, fig.[li]o ed altro” e al margine sinistro è riportato: “ Si ringrazi della notizia/a 9 8[otto]bre 1807 ad. “ n.d.r.)

“ Città Ducale 6 8[otto]bre 1807/” ( al margine sinistro si legge : “ Divisione/di/Polizia/1° Burò/Sommario/Relazione sulla/disfatta degl’as-/sassini avvenuta/nella montagna/di Celano.” n.d.r.)/Provincia dell’Aquila/Il Sottintendente del Distretto di Città Ducale/All’ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Intendente G[enera]le della provincia/Ill[ustrissi]mo Sig[nor]e/Quantunque avrà V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma saputa per altra via la/solenne battuta, che hanno avuta gl’Assassini nella/montagna di Celano dal valoroso Capitano Fournier;/tutta volta essendomene pervenuto il rapporto del/diligente Governatore di Avezzano, mi affretto a/spedirnele una copia per il dovere, che mi lega al-/la di lei superiore comunicazione; Oltre questa/fausta notizia, passo alla di lei intelligenza, l’al-/tra, che tutto è tranquillo in tutto la linea di que-/sto Distretto; e col più costante sentimento di pro-/fondis.[sim]a stima mi riprotesto./Cesare M.a Boccanera “ ( nel retro si legge: “ Città Ducale 6 8[otto]bre 1807/Il Sottintendente dà parte della/disfatta de Briganti del Monaco/e Giovinotti” n.d.r.)

“ Copia Avezzano li 4 8[otto]bre 1807= Il Reg[i]o Governatore Interino/di Avezzano= All’Ill[ustrissi]mo Sig[nor]e Sotto-Intend.[ent]e di Città Du-/cale.= Ho il piacere annunziare a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma la faustis.[sim]a/notizia, che l’orda degli assassini comandata da Giusep-/pe Monaco, e da Felice Ruggeri alias Giovinotto, nella/notte passata su la montagna di Celano detta Moro,/è stata interam.[ent]e sbandata colla morte di tre (è scritto sopra n.d.a.) briganti, e/colla ferita considerevole in persona del Giovinotto,/colla perdita del cavallo, e del suo ricco equipaggio,/oltre la perdita di quindici altri cavalli, e fucili ca-/duti in potere del valoroso Capitano Fournier.= L’/altro Capo Brigante Giuseppe del Monaco nell’/istessa notte è stato ucciso unitam.[ent]e al di lui Figlio/nel passo di forca. Con maggior precisione, le ne/darò altro più distinto ragguaglio, subitocchè verrà/al Comandante di questo luogo il rapporto Uffizia-/le. Speramo, che fra breve saran distrutti gli avanzi/di questi malvaggi, e così resa la tranquillità a que-/sta Provincia.= E colla massima distinz.[ion]e, e rispetto/mi raffermo.= D[evotissi]mo Serv.[itor]e vero Obl[igatissi]mo= Domenico/Cini “

“ Aquila le 8 8.[otto]bre 1807/A Monsieur Le duc d’Allanno/Intendant de la Province,/Monsieùr Le Duc,/M.[onsieur] Le Gèneràl Huard, me charge de vous/prevenir que L’Exècutiòn, de Giovinotto et de/tous ses  Complicu, avra lieu aujourd’huì à/Deux heures de l’après midì./J’ai L’honneur de vous Salue/avec le plus parfait Considèration/L’aiue de Camp/(segue firma illeggibile n.d.r.) ( Nel retro è così riportato : ” Aquila 8 Ottobre 1807/Il S.[ignor] Ajutante di campo del/Generale Huard p[er] l’esecuz.[ion]e/di Giovotti (sic), e Complici” e, al centro pagina scritto verticalmente, è riportato: “ A Monsieur/Monsieur Le Duc D’Alanno/Intendant de la Province/Aquila/Leg.e S.hum.e” n.d.r.)

“Celano li 8 8[otto]bre 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] Il Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza /Oggi a mezzo giorno è stato giustiziato in questa Città il/brigante Pelino Petrilli alias Muscillo di Pratola. Finalmen-/te la Provincia è stata liberata da un mostro, che contando/venticinque omicidj ( senza gl’ignoti commessi nel brigantaggio,/non avrebbe mancato, se fosse restato in vita , di rendere più grande la serie de’ suoi misfatti./Ho l’onore rinnovarli della più grande stima./Giuseppe Saliceti” ( nel retro si legge: “ Celano 8 8bre 1807/ Da conto della Fucilaz.[ion]e (?) di Pelino/Petrilli a.[lia]s Muscilli di Pratola” n.d.r.)

“ Aquila 8 8[otto]bre 1807/Al Sig.[no]r Gov.[ernator]e di Celano/Al Sig.[no]r Gov.[ernator]e di Pescina/Appena riceverete q.[uest]a mia per espresso vi/compiacerete fare il più dettagliato rap-/porto di quanto è avvenuto nella giorna-/ta de’ 3. 4. 5. Corr.[ent]e, relativam.[ent]e all’uc-/cisione di (è scritto sopra n.d.r.) del Monaco, e figlio, e di altri,/ed al ferimento di Giovinotti, e di altri,e loro presa. Mi rileverete specialm.[ent]e/q[ua]le sia stato il distaccam.[ent]o in azione,/se vi fù spedizione espressa, o se il/med.[esim]o distaccam.[en]to era stazionato in/alcun luogo da p[ri]ma, se esso era tutto/de’ Francesi, oppure vi erano nell’ulti-/mo (è stato cancellato n.d.r.), e più spezialm.[ent]e nell’attacco dei/Provinciali, e dei gendarmi, ed in che/nume.[er]o i p[ri]mi, i Secondi, ed i 3.[terz]i, e d’on-/de erano; se ( segue una piccola cancellatura n.d.r.) per effettuar ( è stato corretto n.d.r.) tale/spediz.[ion]e, ed attacco sia stato il distac-/cam.[ent]o guidatato da alcuni de nostri/Provinciali, o di altri paesani |men-/tre sento, che un tal Silvestro/Bianchi di Gagliano abbia diretta//La spediz.[ion]e|: in una parola mi/rileverete tutte le circostanze/dell’affare sieno le più minute,/facendomi conoscere in singolar/modo la parte, che gli armati vi/hanno avuto./Ove sono state messe le teste del/Monaco, figlio, ed altri uccisi?,/per ordine di Chi è stato costì af./(al margine sinistro dentro una parentesi graf si legge: “Celano” n.d.a.) forcato Muscillo, e chi ha fatto da/Bojo, ove è stata posta la testa/del p[ri]mo, e q[ue]sta del Secondo, che Sen-/to essere stato fucilato. Vi acchiudo una lettera diretta/al Sig.[no]r Gov.[ernator]e di Pescina, cui ricapo./terete per l’istesso Corriere, ed il/q[ua]le ripasserà p[er] costà a prendere la/Vostra risposta il med.[esim]o Corr.[ier]e dee qui/ trovarsi Sabato di buon ora la mattina/Se vi ha novità, ne attendo  Le no-/tizie/Pescina| Riceverete subito il Corriere//col rincontro, talchè possa il med.[esim]o/ritornare tutto al piu per Saba-/to La mattina per tempo./Egli dovrà ripassare per Celano/d’onde dee riportarmi un plico/Vi Saluto “

“ Pescina li 9 8[otto]bre 1807/Il Reg.[i]o Gov.[ernato]re di Pescina/A S.[ua] E.[ccellenza]/Il Sig.[no]r Intend.[ent]e G[enera]le della Prov.[inci]a di Aquila/In esecuzione degli Ordini di V.[ostra] E.[ccellenza] in data de’ 8/del sudd.[ett]o andante mese di Ottobre, sono nel dovere/di rassegnarle, che nel giorno 3 del corrente mese ver-/so le ore quindeci, il Ten.[en]te della gendarmeria Reale/Residente in Celano ricevè avviso da un naturale/di Ovindoli, che da me ignorasi, che le comitive/di Monaco, e Giovinotto erano nelle Montagne deno-/minate Arano: tal notizia partecipò subito al Ca-/pitano Fournier Comand.[ant]e nella Piazza di Celano, ed/entrambi si disposero subito la loro Gente, alla testa/della quale si posero in camino, diriggendosi, il/Cap[ita]no con trenta Francesi, e tre Civici Celanesi,/che non ne so i nomi per la volta di Ajelli, ed/ il Ten.[en]te con ventidue Gendarmi a cavallo e pochi/Francesi a piedi, ed un Civico si diresse vers’Ovin-/doli, per mettere tra due fuochi le Sud.[dett]e Comitive./Il Cap[ita]no Fournier camin facendo ricevè si-/cure notizie da vaj Pastori della Rotta dei bri-/ganti, ed in poca distanza, ov’essi erano anni-//dati, incontro un Pastore chiamato Francesco An-/gelo di Ajelli, che con precisione additò il Locale,/in dove giacevano li briganti; e che il loro nume-/ro era di ventidue per lo più a cavallo. Allora il/Cap[ita]no anzid.[ett]o per lo stesso Pastore scrisse al Ten[en]te/della Gendarmeria, che si fusse ritirato in Ovindoli,/proseguendo egli la marcia; e dopo breve tratto/scovrì un’uomo, che passeggiav’alla cima di un Colle,/per cui sospettò subito di esser la sentinella de’/briganti, e perciò si distese per terra, e lo stesso fe-/ce eseguire alla sua Truppa; e dopo alquanto/di tempo accorgendosi che tal Sentinella avea/abbandonato il Posto, e si era unito ai Compagni,/allora a marcia sforzata die’ sopra ai scellerati,/ed il tutto fu bene eseguito, poicche esso Cap[ita]no/fu il primo a sparare il colpo, e lo stesso fece tut-/ta la sua Truppa, in guisa che tutt’i brigan-/ti si posero in fuga, abbandonando quindici caval-/li, quattordici fucili, ed altre armi corte: è d’av-/vertirsi però, che Giovinotto tirò una fucilata/al Cap[ita]no, che non ferì, e questi gli corrispose/con un’altra, con cui lo ferì alla spalla sinistra./Così dispers’i briganti furono inseguiti per più/tratto di strada, ma essendo essi prattici del Lo-/cale, ebbero campo di nascondersi, ed involarsi/alla//alla Truppa. Cinque di essi presero la Strada/della Montagna di Collearmele, e furono Giu-/seppe del Monaco, il di lui figlio, Pe-/lino Petrella, Andrea Damiani, e Ferrini, de’ quali es-/sendosi avveduto il Cap[ita]no Genot qui aqquartie-/rato, e che la mattina era partito per quella/volta di Collearmele, e sospettando che fussero/briganti, ordinò tirarsi due colpi di schioppet-/tate, al sentir de’ quali le sud.[dett]e cinque perso-/ne si posero infuga: Si accertò allora esso Ca-/pitano, che tali persone erano effettivam.[en]te bri-/ganti, ed in conseguenza ordinò alla sua Trup-/pa composta di trenta Francesi, di darle se-/guito; come di fatti avendoli inseguite dalla/Montagna sud.[dett]a, riuscì ad essa Truppa di am-/mazzare Giuseppe del Monaco, ed il di lui fi-/glio a colpi di fucile, in poca distanza da questa/sud.[dett]a Città di Pescina verso le ore ventiquat-/tro della sera del sud.[dett]o dì 3= Avuta una tal no-/tizia, spedj subito delle persone a prendere i/Cadaveri, quali condottisi in questa med.[esim]a Città,/furono riconosciuti per gli anzid.[ett]i Giuseppe/del Monaco, e figlio. Pelino Petrella, Andrea/Damiani, e Ferrini s’involarono alla Truppa,/nascondendosi in una Selva in poca distanza/da qui; per la qual cosa compinai con questo/Cap[ita]no di spedire una Partita di Francesi ac-//compagnati da tre Civici di questa riferita Città,/che furono Sig.[no]r Emidio Cambise, Sig.[no]r Giuseppe/Cambise, e Berardo Sabbatini ( fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Pescina:”[…]95. Sabatini Berardo- Brigadiere forestale- Buona condotta e morale[…]” Amiconi F. ” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.), qual Partita di/ritorno la mattina verso le ore tredici, condusse/arrestato in queste forze il nom.[ina]to Pelino Petrella,/e poco dopo fu condotto anche arrestato Andrea/Damiani di Navelli, preso dal Civico Isidoro di/Cristofaro in una Vigna in poca distanza da/questa pred.[ett]a Città: il med.[esim]o merita una Rega-/lia, poicche solo, e armato soltanto di una/falce, ebbe il coraggio di arrestare un tanto as-/sassino, e ciò anche affinchè si animano gli al-/tri alla distruzione de’ Scellerati./Le Teste di Giuseppe del Monaco, e figlio, fu-/rono recise d’ordine del Sig.[no]r Gen[era]le, e d’ordine del/medesimo jeri furon trasportate dal distaccam.[en]to/di questa Truppa nel Comune d’Introdacqua/Patria di essi due assassini, e gli altri due arre-/stati furono spediti in Celano, e jeri anche d’or-/dine del Sig.[no[r Gen[era]le fu impiccato il celebre Peli-/no Petrella, e la di lui testa sara trasportata/in Pratola sua Patria./La sera de’ 4 ricevè avviso il Ten.[en]te/Iatta Comand.[an]te la Gendarmeria di Celano, che/Giovinotto con altri briganti erasi ritirato in/un determinato luogo, in dove essendosi subito/portato esso Ten.[en]te con tutt’i Gendarmi sotto del/suo//suo Comando, gli riuscì arrestar Giovinotto ferito/nell’attacco del giorno antecedente, il di lui figlio,/ed un altro Brigante di Prezza, il quale fu ferito/dalla Gendarmeria, poicche si pose in fuga./La mattina de 5 dal Sindaco di Ovindoli/fu condotto in Celano il Nipote di Giovinotto ferito,/che volea presentarsi. Nello stesso giorno 5/fu arrestato altro brigante naturale di Scurcola/dal Ten.[en]te Prov.[incia]le Valerio Berardi di Ajelli ( nato ad Aielli il 14.7.1784, da Prospero e Rosa Galli. Fu sindaco di Aielli dal 1836 al 1839. Il proprio fratello Enrico (1801-1862), fu eletto, nel 1848, deputato al primo parlamento del regno delle Due Sicilie e, nel 1860, fu eletto al primo parlamento del Regno d’Italia. Il Nostro fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Aielli:”[…]14. Berardi Valerio- Proprietario-I° assistente fascaito Antico[…]”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”. n.d.r.), che/fu condotto anche in Celano: il med.[esim]o disse vo-/ler manifestare L’asilo di altri cinque briganti,/a condizione di esser perdonato; di fatti il Ten.[en]te/della Gendarm.[eri]a colla sua Gente, guidato da esso/brigante si portò nelle vicinanze di Goriano Si-/coli nella notte de 5, a 6, ed in una Grotta a/bella posta formata trovò due soli briganti/naturali di prezza, per nome di Desiderato Sfor-/za, e Domenico Stravatola, quali furono fu-/cilati a Castelvecchio il g[ior]no sei dalli stessi Gen-/darmi, e le di loro teste furono trasferite in Ce-/lano sud[dett]o/In tutte le spedizioni non vi ha avuto par-/te alcuna Silvestro Bianchi di Gagliano, né il/med.[esim]o trovasi in queste parti. Il Corriero è giun-/to alle ore tredici, e parte verso le ore diciotto/Tanto mi do L’onore manifestare a V.[ostra] E.[ccellenza] in rapporto ai fatti seguiti li 3, 4, e 5 Ottobre,/che ho potuto sapere da varie p[erso]ne degne di fede,/e con tutta la stima mi raff.[erm]o/Giuseppe Russo” (nel retro è riportato : “ Pescina 9 8[otto]bre 1807/Il Gov.[ernato]re di Pescina per la/distruz.[ion]e de Briganti “ n.d.r.)

Celano li 9 8[otto]bre 1807/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[on]r Intendente della Provincia di Aquila/Eccellenza/Ho l’onore racchiuderle in questa mia il richiesto rapporto di/quanto è successo in questi ultimi giorni relativamente all’ucci-/sione del Monaco, e compagni, ed alla disfatta della comitiva/di Giovinotti colla presa di questo ultimo. Ho cercato di farne/un dettaglio il più completo che mi è stato possibile, menzionado/tutte le circostanze, che hanno accompagnato un successo di/tanto rimarco./Ho l’onore di riprotestarle i sentimenti del mio grande rispetto/Giuseppe Saliceti/Il Corriere è giunto jeri sera ad un’ora di notte, e parte in questo/punto che sono le ore venti” (nel retro è riportato : “ Celano 9 8[otto]bre 1807/Quel Gov.[ernato]re p[er]li Briganti del/Monaco e Giovinotti e loro/compagni”n.d.r.)

 Rapporto/Nel giorno 3 del Cor:[rente]venne avvisato al Cap.[itan]o Four-/nier, che comanda in questa Città un Distaccam.[ent]o/Francese che i Briganti erano in Arano Mon-/tagna tra Celano, ed Ovindoli. Egli si partì Su=/bito per attaccarli con trenta Francesi, e tre Civici/di questa Comune, + ( al margine sinistro si legge : “ + Chiamati Gaetano Serchia Sarg.[ent]e( iscritto nella vendita carbonara del comune di Celano:”[…]194. Serchia Gaetano- Sarto- Presidente di tutte le vendite. SI vuole che spargesse la falsa notizia della Costituzione in Roma[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Luigi Rosati ( iscritto nella vendita carbonara del comune di Celano:[…]170. Rosati Luigi- Fabbro- Carbonaro[…]” Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.” n.d.r.)/Berardino Subrani” n.d.r.) e si diresse per la montagna/di Ajelli; Ordinò nel tempo stesso al Tenente/di Gendarmeria Iatta, che con 22 Gendarmi/ a cavallo pochi francesi, e un Civico Si fusse/diretto ad Ovindoli per così porre in mezzo la mas-/nada de Scelerati, ed avvisò nel tempo istesso/al Capitano distaccato a Pescina la posizione de/Briganti, e che fosse stato all’erta per le ulterio-/ri mozioni, o disposizioni dietro L’attacco: IL Ca=/pitano Fournier camin facendo ebbe da vari Pasto-/ri sicure notizie, che i Briganti cambiata ( è stato correto n.d.a.) posi-/zione, e che si erano portati tra i confini della mon-/tagna di Arano, e quella di Ajelli. Approssiman-/dosi al Luogo designato incontrò un Pastore Chia=/mato Francesco Angelo di Ajelli, il quale disse con/precisione, che i Briganti erano Vicini, e che il lo-/ro numero era di 22 circa, e quasi tutti a cavallo,/e che dagli stessa era stato minacciato di Vita, e/che non avesse manifestato il luogo dove si trova-/vano, ed avesse p[er] Lo contrario pubblicata La loro/partenza per una Rotta opposta al luogo. Il/Capitano allora per lo stesso Pastore scrisse a/Jatta, che si fosse ritirato a Celano, perché in/quella circostanza era inutile la posizione di Ovin-/doli, e proseguì La marcia in tutta deligenza, e/dopo duecento, o trecento passi scovrì un Uomo, che/passeggiava sulla cima di un Colle. Sospettò//che fosse la Sentinella de Briganti, e perciò Si/distese boccone a terra, e lo stesso fece seguire/dalla sua Truppa; in Seguito per accertarsene/fece uso di un cannocchiale, e col mezzo di esso/osservò un Uomo, che non Avea affatto Le divise di/Pastore, o Bifolco, e passeggiava Senza Schioppo/ma colla Patrona. Era questi come Si è saputo/dopo lo stesso Gius:[epp]e del Monaco, che mentre i com-/pagni terminavano di mangiare, facea una Sco-/verta. Il Cap.[itan]o Fournier aspettava con impazienza/un momento favorevole per attaccarli, e lo Spe-/rava, o dalla negligenza, o dalla Stanchezza del-/la Sentinella, quando fortunatam.[ent]e Monaco ab=/bandonò il posto, e scese ai compagni colla notizia/che niuno si vedeva: Subito allora il cap.[itan]o Four-/nier a marcia Sforzatissima alla testa della/Truppa si fece sopra ai Scelerati, ed ordinò che/fossero attaccati in Semicerchio, e che il Segno, e-/ra la p[ri]ma Sua fucilata. Fu tutto ben esegui-/to: Il Capitano diresse il Suo colpo a Giusep:/pe del Monaco, e lo Scarico della Truppa ferì/molti altri. I briganti presero subito la fuga/dopo aver corrisposto con due fucilate, che Si/dicono tirate da Muscillo, e figlio del Monaco./Giovinotto mostrò qualche coraggio, ed insultò/con una fucilata, e con parole il Capitano/Fournier, che gli era più Vicino nella lusinga/che dovesse nuovam.[ent]e caricare Lo Schioppo, e/così dargli tempo a fugire. Egli Restò Sorpreso/quando Vidde, che il Cap.[itan]o si disponeva nuova-/m.[ent]e a far fuoco, e più Sorpreso quando colla/fucilata si sentì ferito alla Spalla Sinistra./Allora tutto fu in Rotta. I Briganti abbando-/narono i Cavalli, quasi tutte Le Armi, muniz:[ion]i//carte, e tutto, che avevano. Furono inseguiti p[er]/due ore continue facendogli Sempre fuoco,/ma le balze, i Luoghi impraticabili, e Selvose,/p[er] i quali si doveva transitare ritardavano/Le Operazioni della truppa, e favorivano i Bri-/ganti pratici, ed assuefatti a caminare p[er] quelle/rupi: Sopragiunta finalm.[ent]e La notte, pose/fine  all’attacco. Tra le Ore 3, o 4 della not-/te si ritirarono a Celano quattro Francesi con/tre cavalli tolti ai Briganti, dissero il fatto con-/fusam.[ent]e, e ci fecero sperare meno di quello era/accaduto. Essi inseguendo i Briganti si erano di-/spersi, e dimandavano con impazienza notizie del/di loro Cap.[itan]o, e della Truppa. La mattina de 4/tornò il Cap.[itan]o con altri dodici Cavalli con 14 fu-/cili, quattro Pugnali, una coltella, ed una Scia-/bla, e disse che due briganti erano restati mor-/ti sulla montagna, e che molti erano i feriti,/che due cavalli si erano nella montagna stes-/sa anche dispersi. Circa il mezzo giorno della stessa giornata de quattro giunse in questa/Comune il Cap.[itan]o distaccato a Pescina portando/seco carcerati due Briganti, muscillo di Prato-/la, e Damiani de Navelli: Il P[ri]mo era stato ar-/restato in una Vigna Sopra Pescina dal Sarg.[ent]e/Maggiore F[rate]llo dello stesso Cap.[itan]o distaccato a Pesci-/na, il Secondo dai Custodi della Vigna di Ortona a/Marsi. Portò La notizia ancora che del Monaco/ed il figlio erano morti nelle Vicinanze di Pesci-/na per non essersi Voluto Rendere alla Sua trup-/pa. Il fatto era accaduto nella Sera istessa de/tre nell’imprunire, ed i Briganti in numero di (sic)/erano discesi nelle Pianure di Pescina per-/chè inseguiti Vivam.[ent]e da una partita del Cap.[itan]o//Fournier non si erano voluto rendere: E nella se-/ra dello stesso giorno venne avvisato il luogo/ove Giovinotto con altri quattro Briganti erasi Riti-/rato. Sul momento il Cap.[itan]o Fournier ordinò al Te-/nente Iatta, che con Suoi Gendarmi avesse Sorpre-/so il Luogo, ed Avesse arrestato i Briganti designa-/ti. Fu eseguito, ma il bujo della notte dette/modo a due Briganti di fugire. Fu arrestato/Giovinotto ferito nel p[ri]mo attacco, e fu tro-/vato involto irvolto in una coverta bianca, che/nell(sic) notte meativa tra le Selve una pietra./Fu carcerato il di Lui figlio, ed un brigante di/Prezza ferito dalla Gendarmeria, perché Volle/fugire p[er] nome Francesco Antonio Tulliani. I/due dispersi furono il Nipote di Giovinotto ferito/che nel giorno 5 venne qua condotto dal Sinda-/co di Ovindoli, mi aveva detto volersi presentare,/è per nome Vincenzo Rosati, e Benedetto Pie-/tro Santo di Ajelli casato nel Comune del/le Forme, che poi è stato carcerato nelle vici=/nanze di Avezzano, ed Oggi Sento che Subisce/la pena di morte in Avezzano stesso. Nel gior-/no 5 fu carcerato un Brigante di Scurcola/dal Ten.[ent]e Provinciale D.[on] Valerio Berardi di Ajelli/qua condotto disse di voler Rivelare L’asilo di/cinque altri Briganti a condizione di aver Salva/La Vita. Il Suo nome è Francesco Antonio Roma-/no. Designò indi il Luogo nelle Vicinanze di Go-/riano Sicoli, e propriam.[ent]e in una grotta a bella/posta formata nella Vigna di Benedetto Cifani/di Goriano Sicoli. La notte de cinque Venerdì/e Sei Il Ten.[ent]e Iatta Spedito coi Gendarmi dal Ca-/pit.[an]o Fournier Sorprese la grotta, ma non Vi/trovò che due Soli Briganti di Prezza Desidera-//to Sforza, e Domenico Stravatola, che funno/fucilati a Castelvecchio nel giorno Sei, e le Teste/qua condotte, ed esposte nel Castello Baronale./Gli altri tre briganti designati per un timor pa-/nico dietro i Latrati di un Cane si erano allon-/tanti dalla grotte fino dalla p[ri]me ore della/notte. Ieri fu impiccato Muscillo, e Fece da/Boja il Brigante di Scurcola, quello stesso/che designò La grotte, e che ricevuta La coltel-/La dal Capitano p[ri]ma di partire per Goriano/tagliò Le teste dei due Briganti di Prezza,/che Oggi eseguirà in Avezzano. Tutte le esecuz.[ion]i di Giustizia si dicono fatte p[er] or-/dine del Generale Huart. Ieri per ordine/di questo stesso Le teste di Gius:[eppe] del Monaco/e del Figlio funno trasportate in Pra-/tola (?), e quelle de Prezzani in Prezza. Si atteno/risulta dal Generale p[er] far subire al fau-/tore, e Ricettatore de Briganti Benedetto/Cifani P[adro]ne della Vigna in Goriano./Nella spedizione non Vi à avuto parte alcu-/na Silvestro Bianchi di Gagliano, anzi nep-/pure si da dove trovisi tale persona. L’ono-/re di questa spediz.[ion]e Si deve tutta al Capitano/Fournier, che fulminò i Briganti nella mon-/tagna, li disperse, Li Scoragì, e le operaz.[ion]i sussecutive non Sono che una conseguenza della felice giornata dei 3./P.S. Il Brigante Francesco Antonio Romano di Scur/cola fu arrestato da due Villani di Ajelli, e/consegnato al T.[enent]e Berardi/Saliceti “

Notamento delle carte rinvenute nel Portafoglio ritrova-/to in una Sacca della giacchetta di cui vestiva/il Capo brigante Giuseppe Monaco./Un borro di Proclama diretto agli Abruzzesi animan-/doli a sollevarsi contro li Francesi./Una lettera firmata da G. P., con cui gli vien/scritte notizie false, ed insussistenti per/farlo continuare nel brigantaggio Scrit-/ta con carattere forzato/altro picciolo foglietto consimile al carattere del/Proclama firmato anche da G. P./Picciolo biglietto col q[ua]le gli si dava la notizie/di esser falsa la Pace seguita tra la Fran-/cia, e la Russia./Foglio Scrittogli dal Comand.[ant]e della Vallata di/Solmona, invitandolo, e premurandolo/ad avvalersi della Regal Indulgenza/Borro di risposta di monaco che fa al sud.[dett]o/comandante./Lett.[er]a de 3 Settembre 1807 Scritta da Penti=/ma dal Sig.[no]r Francesco Giacchesi con cui/gl’insinua a deporre le armi, e di av-/valersi del Regal Perdono/Foglio in Stampa del monitore Napoletano/de 31 Luglio 1807.//Foglio di ricatto Scritto agli amm.[inistrato]ri di Lucoli/Nota de ventisei Individui, che si credono della/sua compagnia/Lettera di Ermenegildo Piccioli scrittagli da Sol-/mona a 29 Settembre 1806, che gl’insinua/a deporre le armi/Un foglio con cui gli si da l’avviso di esserglisi/rimessi ducati 2000 e de ricevi per la/sottoscrizione/Un foglio di carta col bollo di sei grana/Sette biglietti per visite. In due de quali,/in uno vi è scritto= Girolamo Pagani; e nell’altro= Pietro Zianni/Un ricorso umiliato al R.[ea]l Trono del D.[otto]r D[o]n/Dom[eni]co Ottaviani di Luco relativa-/mente all’affito de beni dello Stato di/Tagliacozzo/Un altro proclama rinvenuto sul cadavere/di Pasquale figlio di Gius.[epp]e Monaco “

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Gran Corte Criminale

Processi (Seconda Serie)

“ Navelli, e//Capestrano/Turri/6  P.17.V.552. IV-/Cospirazione colle forze interne dello Stato ad oggetto di/rovesciare l’ordine stabilito dell Stato/a/(al margine sinistro si legge: “ Busta 2/Pr. 21-“ n.d.a.)/Ermenegildo Piccioli di Navelli/Gaetano Piccioli di Navelli/Lepoldo Marchi di Navelli/Donato Ferrara di Turri/Giovandomenico Corsi di Capestrano/Giovannandrea Ferreri di Capestrano/Giovanvincenzo Ferreri di Capestrano/[…]

  1. 5r

Aquila 21 9[novem]bre 1807/Alò Tenente della Gendarmeria Reale f[acente]f.[unzion]i/Capitano Relatore della Commissione Militare/Al Sig.[nor]e Huard Comandante la Provincia/dell’Aquila/Ho l’onore (sopra da altro mano è scritto: “Fortunato” n.d.a.), mio Generale, in ubbidienza de’ vostri/ordini, di presentarvi in questo mia il  rapporto riguardante/le accuse contro D.[on] Gianfrancesco Padre, D.[on] Ermenegildo, D.[on]/Gaetano, D.[on] Pasquale, e D.[on] Gennaro Piccioli, e D.[on] Leopoldo/Marchi di costoro parente tutti di Navelli, e D.[on] Giandome=/nico Corsi, e Can:[noni]co D.[on] Giannandrea Ferreri di Capestrano/di già arrestati nel passato mese/Il giorno 3 di 8[otto]bre passato fu sorpreso, e presso cge di=/strutta a Forca Caruso, dietro le vostre energiche disposi zio=/ni, la banda dei briganti comandata dal celebre Giuseppe Mo=/naco  d’Introdqcqua, e Felice Ruggieri alias Giovinotti di/Ovindoli, il primo fra gli altri restò morto nell’azione, il secon=/do fuggì con quattro compagni, e fu arrestato con i seguenti/la notte seguente 4 8[otto]bre sulla montagna di Ovindoli dalla/Gendarmeria Reale/Fu ritrovato addosso dell’estinto Monaco la di lui corri=/spondenza dal Capitano Fournier, a fra i briganti arrestati/

  1. 5v

nell’azione del giorno 3 vi fu Andrea Damiani di Navelli/Il Capo brigante Giovinotti, e Damiani furono trasportati/all’Aquila per essere impiccati, e nell’esame da me fatto se-/paratamente ai medesimi in vostra presenza, e dietro vostro/ordine nel giorno 7 di 8[otto]bre si rilevò, mio Generale, che D.[on] Gio[van]=/Francesco Piccioli padre, D.[on] Ermenegildo Capo brigante nel/passato anno, D.[on] Gaetano, D.[on] Gennaro, e D.[on] Pasquale di co-/stui figli; D.[on]Giandomenico Corsi, e il Can:[oni]co D.[on] Giannandrea/Ferreri di Capestrano, avessero avuta ne’ passati mesi una/corrispondenza criminosa con i capi briganti suaccennati./Varie volte questi si erano portati in casa Piccioli a Navelli/quest’estate, e ne avevano ricevuti dei lumi; delle notizie allar=/manti contro il nostro felicissimo Governo, e delle insizuazio=/ni scellerate a non presentarsi, ed a proseguire a restare/in armi, ed in istato di ribellione, lusingati da immaginarie/speranze di prossimi sbarchi; di pace non vera, notizie, ed/insinuazioni, che D.[on] Gaetano Piccioli riceveva dal Fratello/ D.[on] Ermenegildo da Napoli./Documenti incontrastabili del delitto dei Sig:[no]ri Piccioli si/trovi nella corrispondenza rinvenuta nel cadevare dell’estinto/capo brigante Monaco, nei fogli n° 1. 2., e 3 scritti interamente/di carattere di D.[on] Gaetano Piccioli, e segnati G. e P./

  1. 6r

Tanto dal Giovinotto, che dal Damiani si portavano come per=/sone presenti agl’intrighi, ed alle insinuazioni ricevute dai Piccio=/li di Navelli, il capo brigante Giampasquale Ferrini, ed il/brigante Francesco Angelone bastardo della famiglia Piccioli./Esistevano questi allora mio Generale, in campagna, e Voi da=/ste gli ordini per gli arresti dei Piccioli, e degli altri indivi=/dui sunnominati, rimettendo a V.[ostra] E.[ccellenza] il Sig:[nor]e Ministro di-/Polizia generale copie, non solo delle deposizioni stragiudizia-/le del Giovinotti e Damiani, ma ancora dei fogli incendiarj/ n.[umer]o 1. 2. 3.e 4 della corrispondenza del Capo brigante Monaco,/i primi tre de’ quali appartengono senza dubio a D.[on] Gaetano/Piccioli, ed il quarto si ha ragion di credere, che appartenga al Can:[oni]co D.[on] Giannandrea Ferreri/siffatte pruove furono maggiormente chiarite, ed acqui=/starono l’evidenza, allorchè essendosi presentato il Capo-Bri=/gante Giampasquale Ferrini, ed essendo stato arrestato il/brigante Francesco Angelone, fecero, com’è a Voi noto,/mio Generale, le deposizioni, di cui ho l’onore di complicarvi/copie./Altre pruove possono acquistarsi, allorchè vi sia ordine/di costruirsi il processo; la mancanza del tempo ne ha fin’ora/defraudate moltissime. La Provincia intera attende il giu=/dizio di una famiglia, che avendo cospirato nel passato/(sotto, al margine sinistro  vi è la seguente scritta: “Fortunato” di altra mano n.d.r.)

  1. 6v

anno contro lo Stato, è stata la causa di tutt’i mali avvenu-/ti ai tre Abruzzi, e che disprezzando il perdono ricevuto/dalla clemenza del nostro ottimo Re, ha proseguito a/cospirare anche nell’anno corrente/Ho l’onore, mio generale, di protestarvi i Sentimen=/ti più sinceri della mia stima, e rispetto./Alò/

  1. 7r

Piazza dell’Aquila    Esame del Capo Brigante/Felice Ruggieri alias Giovinotti/di Ovindoli.Oggi giorno 7 8[otto]bre 1807/Interrogato/Ha risposto. Per rapporto alle/persone di qusta Provincia, che/avevano intelligenza con me, e/con l’altro Capo Giuseppe Mo=/naco erano le seguenti./Gl’individui della famiglia/Piccioli di Navelli./Questi mercoledi passato 30 /( al margine sinistro vi è riportato la seguente scritta: “ Fortunato” n.d.r.) 7[settem]bre ad ore 22 d’Italia/mandarono un piccolo Viglietti=/no a Monaco sulla Monta=/gna vicina a Navelli, col qua=/le lo chiamavano a Navelli./La Sera stessa verso un’ora/di notte i medesimi Piccioli/inviarono i nominati Francesco/Angelone, ed Andrea Damia=/ni di Navelli a fare nuove/premure di portarsi colà/

  1. 7v

come eseguimmo verso le ore/tre di notte. Io feci restare/fuori Navelli i briganti, ed io/Stesso con li Seguenti altri Capi/andammo nel paese direttamen=/te in casa Piccioli./Giuseppe Monaco d’Introdacqua/Il di costui figlio/Muscillo di Pratola./Gio:[van]Pasquale Ferrino di Goriano/Siculi./Trovammo la cena pronta, ed/i Seguenti individui ci riceve=/rono/ D.[on] Gio:[van] Francesco/D.[on] Gaetano/D.[on] Gennaro/D.[on]Pasquale/ Piccioli/Il Barone D.[on] Leopoldo Marchi/di Navelli parente di Piccioli/D.[on] Gio:[van] Domenico Corsi di Capi=/strano./I Suddetti individui ci dissero, che/ci avevano fatti chiamare/per dirci./Chè non bisognava affatto pre=/

  1. 8r

Sentarci, ne credere al per=/dono fatto per tradirci./Che avessimo resistito ancora,/e riunito quanta più gente/potevamo, giachè tra breve/sarebbero sbarcati 40 mila/Russi, ed Inglesi in diversi pun=/ti del regno, giacchè la pace/non era vera./Che Sette Potenze erano compi=/nate per distruggere la Fran=/cia./Che l’armata Francese la qua=/le era stata spedita per rinfor=/zo a questo Regno era Stata/disfatta nell’alta Italia./(al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.r.)Che tutte queste notizie erano/certe, e le ricevevano da varj/canali, e particolarmente dal/di loro fratello D.[on] Ermeni=/gildo da Napoli, il quale Scri=/veva loro con un gergo conve=/nuto, e ci mostrarono una di/costui lettera nella quale/fra le altre cose diceva, che/era prossima a Scioppare(sic) a/

  1. 8v

Napoli una congiura, che esisteva/fra Lazaroni./Che  bisognava seguire un pia=/no, che consegnarono a Monaco,/per impadronirsi dell’Aquila,/e prendere il Generale; dissero/molte altre cose di Simile/natura di cui non mi sovviene,/ed erano tutti impegnati egual=/mente, e tutti dicevano le me=/desime cose./Ci assicurarono, che ci avrebbe=/ro fatte sapere tutte le no=/vità, e che bisognava farsi ve=/dere spesso il lunedì; giorno in/cui ricevevano la lettera da/Napoli dal fratello D.[on]/Ermenigildo./Combinate le cose, e cenato/partimmo, dopo essere rimasti/colà circa due ore./Altre volte eravamno Stati in/casa de’ Piccioli la notte, e par=/ticolarmente ai 9 Luglio-/L’Erario di S. Martino d’Ocre/per nome ……..(sic) mi ha da=/

  1. 9r

te a voce molte volte in que=/st’estate le notizie del mo=/vimento delle Truppe France=/si, e del prossimo arrivo delle/Truppe di Ferdinando; del po=/co numero de’ Francesi nel Re=/gno, i quali dovevano ritirarsi,/ed evacuare il Regno Stesso./Più ultimamente mi ha as=/sicurato, che aveva 300 uomi=/ni nell’Aquila del partito/di Ferdinando, e fra questi/molti nobili, fra quali un/tal avvocato D.[on] Pasquale/Barone, ricordandomi chia=/ramente di questo./Che bisognava assolutamente/impadronirsi dell’Aquila, e/prendere il Generale, inse=/guito di che tutta la Pro=/vincia sarebbe Stata nelle/nostre mani, ed il Generale/Stesso sarebbe stato costretto/far rendere le poche truppe,/che vi erano/

  1. 9v

Che per impadronirsi dell’Aquila/Stessa era cosa facile, giacche non/vi era truppa, e bastava presen=/tarsi avanti la piazza con due,/o trecento uomini, perché il par=/tito interno avrebbe fatto il/resto, e Si sarebbe impadronito/del Castello per sorpresa, aven=/do dentro al medesimo intelli=/genza, e fra gli altri con un’ar=/tigliere per nome Boccardi, o/Boccanera, non ricordandomi/bene il nome, il quale avrebbe/procurato non farci offendere/dai cannoni./L’Erario istesso combinava nelle/Sue idee con i Piccioli di Navel=/li, e Suppongo, che comunicasse=/ro fra loro./La Polvere, Di è da noi ricevuta/come appresso./Da marano nella Valle di/Rovedo (sic) ne ho una volta/ricevuta, per mezzo un brigan=/te Fiorentino, che aveva il brac=/cio tagliato./Dall’aquila il mese passato ne/

  1. 10r

abbiamo ricevuto 18 Libre, e/4 libre di palle da persona/da me non conosciuta, ma si/bene da Monaco/un tal Cazarra di Castelvec=/chio Subequo, o Castel di Ieri,/che fa l’artigliere delle Feste/ne Somministrò quest’istate/nei giorni, che si comandava/masciarelli di Penne tre de=/cine, e ne ricevè a conto da Ma=/sciarelli stesso 20 Ducati, e pro=/mise darcene dell’altra../Il  P.[adre] Gaetano Rossi agostiniano/di Colle Longo nel passato me=/se m’incoraggì a proseguire ad/aggire con fermezza contro i/(al margine sinistro vi è la seguente scritta:” E Fortunato” n.d.r.)Francesi: mi disse che il P.[adre] Do=/mizio Iocobucci (sic) era già alla/testa di molti Briganti; che/egli stesso aveva dieci persone/pronte a prendere le armi,/e che vi erano buone notizie./I Droghieri di Magliano, o Sia/Pipari, che vanno vendendo il/pepe pel Regno mi hanno mol=/te consigliato a non presentar=/si, e mi hanno date delle/

  1. 10v

notizie./Altri rapporti io non avevo di/rimarco, e Monaco ne aveva/dei maggiori, ma il centro/delle notizie, ed il regolamen=/to l’avevano dalla famiglia/Piccioli, nella di cui Casa Siamo/Stati altre volte quest’estate/ancora, anzi colà, e propri amen=/te dal Barone Marchi fum=/mo consigliati ai 9 Luglio di/sorprendere la Brigata di/Gend:[armeri]a R:[ea]le di Civita Retenga,/La quale ci resistè-/Per copia conforme all’originale/Il Tenente della Gend:[armeri]a R:[ea]le f[acente]f:[unzio]ni/di Cap:[ita]no R:[elato]re della Commiss:[io]ne Mil:[itare]/Alò

  1. 11r

Piazza dell’Aquila   Esame di Andrea Damiani/Capo Brigante di Navelli/Oggi 7 8[otto]bre 1807/Interrogato./Ha risposto. Le persone, le quali ave=/vano rapporto con i briganti, e che davano ai medesimi lumi, e rego=/lamenti, per quanto a me costa,/sono le Seguenti/La famiglia Piccioli di Navelli mia/patria tutta intiera, cio è./D.[on] Gio:[van]Francesco Padre/D.[on] Gaetano/D.[on] Gennaro/D.[on] Pasquale/D.[on] Ermenegildo, che ora/Piccioli/rattrovasi in Napoli, figli tutti/ (al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.r.) Questi mercoledì 30 7[settem]bre, oggi Sono/otto giorni spedirono me, e Fran=/cesco Angelone loro bastardello a/24 ore d’Italia da Navelli, ad/oggetto di chiamare, e far andare/a Navelli stesso i Capi massa/Monaco, e Giovinotti, come Seguì,/essendo noi giunti sulla vicina/montagna, dove i medesimi erano/

  1. 11v

circa un’ora di notte, e trovam=/mo, che aveva già Monaco rice=/vuto verso 22 ore un Vigliettino/da uno de’ Fratelli Piccioli per/l’oggetto medesimo, per cui Si mise=/ro tutti in marcia in nostra/compagnia, ed andammo a Na=/velli, dove giunti i briganti fu/rono situati fuori del paese in/posizione, ed i Capi Seguenti an/darono direttamente in Casa Pic=/cioli, cioè/Giuseppe Monaco/Il di costui figlio/Felice Ruggieri, alias Giovinotti./Gio:[van]Pasquale Ferrini./Furono colà rinvenuti dai Succen=/nati Sig:[no]ri Piccioli, e da D.[on] Gio Do=/menico Corsi di Capestrano, e/Barone D:[on] Leopoldo Marchi di/Navelli, cugino de’ Piccioli Stes=/so, ed erano le tre ore di notte/circa; trovarono la cena prepa=/rata; combinarono molte cose pel/bene dei briganti, e per la riusci=/ta de’ piani, e dopo due ore cir=/ca di trattenimento colà par=/

  1. 12r

timmo per la montagna di nuo=/vo con l’intelligenza, che nel/prossimo lunedì saressimo tor/nati per avere altre notizie, che/si aspettavano da Napoli da D.[on]/Ermenegildo Piccioli, e da altri./D.[on] Ermenegildo Piccioli stesso Scriveva/al,Canonico D.[on] Gio:[van]Andrea Fer=/reri di Capistrano, che la Causa/del Suo Canonicato era finita;/che avesse avuta pazienza po=/chi altri giorni fino alla ria=/pertura de’ Tribunali, gergo/convenuto fra di loro, e che Si=/gnificava, che per detta epoca/Si sarebbe riconquistato il Regno/dal Re Ferdinando./Il D.[on] Ermenegildo Scriveva pu=/re, in un modo convenuto, da/Napoli ai fratelli a Navelli/ciascuna Settimmana(sic), e Si rice=/vevano le lettere il lunedi./Avvisava, che fra breve Sareb=/bero Sbarcati molti Inglesi, e/Russi in varj punti del Regno;/che le cose andavano male/per gli Francesi, e molte altre/

  1. 12v

cose favorevoli per noi/Il Succennato Francesco Ange=/lone confidente dei Piccioli/più di me, mi ha detto varie/volte, che il Principe Barbe=/rini Scriveva da Roma ad/un tal Migliorati di Capistra=/no notizie in favore di Ferdi=/ando IV, e migliorati le dava/a Piccioli./Che D.[on] Ferdinando Cortelli di Civita Retenga Scirveva ancora da Napoli le medesime cose ai Piccioli./Che D.[on] Ferdinando Scala di/Popoli aveva fatto loro sape=/re, che non poteva più Soffir=/re i Francesi, e che aveva pron=/ti cento uomini per massacra=/re la guarnigione Francese/di Popoli nel momento favo=/revole/Posso dire ancora, che un tal/Eusanio Carusone di S. Eusa=/nio cospiratore col Capitano/

  1. 13r

Piccioli l’anno Scorso, ed/oggi ricoverato a Roma, Scir=/ve Sempre ai Piccioli a Na=/velli notizie contrarie ai/Francesi./Che D.[on] Ciro Campanella di/Bussi l’anno passato favori=/va molto i briganti./Finalmente devo dire per la/verità che da un’anno la fami=/glia Piccioli, e l’organo principa=/le, ed il sostegno de’ rivoltosi, e/che io ad insinuazione de’ mede=/simi ho da quel tempo aggito.(al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.a.)Francesco Angelone poi è più in=/formato di me./Io sono stato quest’Inverno mol=/ti mesi nascosto in casa dei/Bartolomei nella Terra di/Prata, ma io vi raccomando/Sig:[no]re questa famiglia, che mi/ha fatto del bene/Per copia conforme all’originale/Il Tenente di Gend:[armeri]a R:[ea]le f[acente]f:[unzio]ni di Cap:[ita]no/Relatore della Commiss:[io]ne Mili:[ta]re/Alò/[…]

[…]f. 91r/Quest’oggi 25 Novembre 1808/Noi Pietro Colletta Giudice militare del Tribunale Straor-/dinario, sedente in Napoli, e Delegato dal Presidente,/abbiamo fatto estrarre dalle prigioni del Castel dell’/Ovo Ermenegildo Piccioli, a cui abbiamo dimanda-/to, come siegue/D:[omanda] Quale è il vostro nome, cognome, età, patria, e mestie-/re?/R:[isposta] MI chiamo Ermenegildo Piccioli, di Navelli in Pro-/vincia dell’Aquila, di anni quaranta circa, ben-/stante./D:[omanda] Da qual tempo siete in arresto, e per qual motivo?/R:[isposta] Io fui arrestato il di 15 Ottobre del passato anno, in questa Capitale; ma ignoro il motivo./(al margine sinistro si legge: “Piccioli” n.d.r.) D:[omanda]Allorchè foste arrestato, da quanto tempo eravate/in questa Città?/R:[isposta] Io era in Napoli da circa cinque Mesi./D:[omanda] per quale affare vi restavate?/R:[isposta] Per restar lontano dalle machinazioni de’ miei nemici./D:[omanda] Seguiste voi nell’anno 1806, la massa, organizzata/nelgi Apruzzi contro il p[rese]nte Governo?/R:[isposta] Io la seguii/(sotto si legge: “Fortunato” n.d.r.)

  1. 91v

D:[omanda] Per qual oggetto vi gittaste a quel partito?/R:[isposta] Per togliermi dalle oppressioni di quell’Intendente./D:[omanda] Quali cause d’inimicizia avevate col medesimo?/R:[isposta] Prima di entrare i Francesi, io ebbi l’incarico dall’istes-/so allora Preside Corsi, di comandare un corpo di/circa cinquecento Persone. Poiché non vi erano fon=/di pel mantenimento di questa truppa, egli mi/somministrò duc:[ati] cinquecento, per supplire al mo-/mento. Il d:[ett]o Corpo restò in piedi dalla metà di Novembre dell’anno 1805, fino a Marzo 1806, allor=/che entrati i Francesi, questo corpo si dissipò: allo-/ra il pred:[ett]o Corsi mi richiese il denaro, che mi aveva/somministrato, al che gli feci sentire, che era pron-/to a dare i conti, poiche avvanzavo delle altre somme,/ma egli senza voler ascoltare ragione, sotto tal pre=/testo cominciò a perseguitarmi, e questa fù la ca-/gione di essermi gittato trà i Briganti./D:[omanda] Quanto tempo foste alla testa del brigantaggio di/Apruzzo?/R:[isposta]Non saprei dirlo con precisione, ma un mese, e mezzo all’incirca./D:[omanda] Quali altre persone facevano parte dell’enunciato/brigantaggio?

  1. 92r

R:[isposta] Io non rammento trà essi, che un tal Tiburzi, ora morto, ed un tal Ferrini, di cui ignoro/la sorte, dippiù un tal Monaco, anche morto/D:[omanda] Dopo l’enunciato brigantaggio, quale fu/mai la vostra condotta?/R:[isposta] Io mi presentai all’invito del perdono, il dì/23 Ottobre 1806 , e con me si presentarono tut-/ti quelli, che sotto i miei ordini aveano fatto/parte del brigantaggio. Dal General Parte-/nou (sic) ebbi ordine di reclutare della gente a/favore di questo Governo, per la composi zio=/ne di due Compagnie di Volteggiatori. Mi/ (al margine sinsitro si legge: “Piccioli” n.d.r.) affrettai di eseguire l’incarico, e composi effetti=/vamente le ordinate due Compagnie.- Queste eb-/bero l’incarico di condursi in Capua, per servi-/re militarmente, ed allora si rivoltarono con-/(al margine sinistro si legge: “Fortunato” n.d.r.) tro me stesso, e gli altri uffiziali delle due Compa-/gnie, mi ferirono, e mi posero un Campagno, pro-/ducendo degli altri disordini. Dopo ciò, guari=/to dalla mia ferita, mi condussi in Napoli, per/vivere tranquillamente: e nell’epoca da me/indicata, fui arrestato, come ho già deposto/D:[omanda] Stando in Napoli, con quali persone della Provin-

  1. 92v

cia corrispondeste con lettere?/R:[isposta] Colla mi famiglia, e coll’altra di  Sig:[no]r Ferreri/D:[omanda] Quali oggetti si contenevano nelle vostre lettere,/non che in quelle di sudd:[ett]i v[ost]ri parenti, o amici?/R:[isposta] Semplici affari di salute, e di famiglia./D:[omanda]Conoscete voi un tal Angellotti? E conoscendolo/indicate il di lui nome, e dimora?/R:[isposta] Conosco un tal D.[on] Giatteo Angillotti, dimorante in Napoli, nativo di Pescara./D:[omanda] Nelle vostre lettere di corrispondenza, avete mai/scritto di questo Angelotti?/R:[isposta] Egli è debitore della famiglia nella somma di/duc:[ati] mille, oltre gl’interessi decorsi. In partendo/dagli Apruzzi, ebbi incarico da mio padre di/riscuotere d:[ett]a somma./D:[omanda] Cosa mai faceste per esiggere questo credito, e nelle/lettere cosa mai si dicea rapporto al med:[esim]o?/R:[isposta] Non diedi alcun passo verso il Creditore, perché/non mi fu possibile di appurare l’abitazione./Scriveva intanto, che io speravo di esiggere,/o piuttosto di aver gli ordini, perche un di lui/casino, esistente in Pescara, particolarmente/ipotecato per questo debito, e venduto dal debito-

  1. 93r

re passasse a nostro beneficio/D:[omanda]Quali opeazioni faceste per riuscire al vostro in-/tento?/R:[isposta] Ne parlai a mio f[rate]llo, Ispettore di Polizia/D:[omanda] E’ vostro costume, scrivendo, disegnare con una linea i numeri del millesino?/R:[isposta] Certamente; è questo il mio costume ordina=/rio./D:[omanda] Queste linee di cui fate uso, sono ordinaria=/mente grandi, o piccoli, cioè molto, o poco mar-/cabili?/(al margine sinistro si legge: “Piccioli” n.d.r.)R:[isposta] Ora in un modo, ed ora in un altro/Si è sospesa l’interrogazione/Le interrogazioni sono state riprese dopo due ore/R:[isposta] Nossignore/D:[omanda] Com’è dunque, che nelle vostre lettere di corrispon-/denza, e con un vostro, fratello (è scritto sopra n.d.r.) e con lo stesso Canonico Ferreri/ voi parlavate di liti civili col Canonico istesso?/(al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.r.) R:[isposta] Il d:[ett]o Canonico è Sopranumerario nella Cattedrale di Ca-/pistrano. In partire dagli Apruzzi, mi commissionò/di procuragli per impegni, la piazza ordinaria del

  1. 93r

Canonicato; ed è perciò, che di questo affare io par-/lava nella indicata corrispondenza/D:[omanda] Avete voi de’ nemici?/R:[isposta] Ciascuno ne ha/D:[omanda] Qauli sono i vostri?/R:[isposta] Il Tenente Alò di Gendarmeria/D:[omanda] Donde deducete questa inimicizia?/R:[isposta]Dall’aver minacciato di voler ruinare la famiglia/Piccioli (D:[omanda] Con chi ha fatto tali minacce?/R:[isposta] Ho sentito dire pubblicamente, che le abbia fatte nella/Città dell’Aquila/D:[omanda] Indicate almeno le persone, che ve lo han rapportato?/R:[isposta] Il mio fratello Gaetano Piccioli/D:[omadna] Oltre del Tenente Alò, avete altri nemici a vostra notizia?/R:[isposta] Negativam:[en]te/D:[omanda] Qual è poi la causa delle minacce del Ten:[en]te Alò contro/la vostra famiglia?/R:[isposta] La ignoro/D:[omanda] Avendo bisogno di un Avv:[oca]to, chi scegliete?/R:[isposta] Il Cavalier Poerio./Lettura data al prevenuto della p[rese]nte dichiaraz:[ione], ha detto contener/la verità

  1. 94r

Si sono ripigliate le interrogazioni/D:[omanda] Allorchè foste ferito dalle compagnie da voi stesso re-/clutate, e rivolta in seguito, come avete deposto, per/non condursi in Capua, si osservarono legalmente le/vostre ferite?/R:[isposta] Non Signore, ma io ne feci rapporto al Generale Digonè,/e furono vedute dal Generale istesso, e dal Generale (è scritto sopra n.d.rt.) Partenou (sic)./Lettura data della soggiunta, l’ha confermata, e segnata/Ermenegildo Piccioli  (più sotto è scritto da altra mano “ Fortunato” n.d.r.)[…]

[…] f. 95r

Lo stesso giorno 25 Novembre 1808/Noi Pietro Colletta, Giudice militare del T[ri]b[una]le Straor-/dinario, sedente in Napoli, e Deleg:[a]to dal Pres:[idente] abbia-/mo fatto estrarre dalle prigioni del Castello dell’Ovo/Gaetano Picciolli, a cui abbiamo dimandato, come/siegue/D:[omanda] Qual è il vostro nome, cognome, patria, e pro-/fessione?/R:[isposta] Mi chiamo Gaetano Piccioli, di Navelli, di anni/ventisei, Studente.(al margine sinistro si legge: “ Piccioli” n.d.r.) D:[omanda] Per quale causa siete in arresto?/R:[isposta] Lo ignoro./D:[omanda] Il vostro fratello Ermenegildo per quanto tempo/nel 1807 è rimasto in Nap:[oli]?/(al margine sinistro si legge: “Colletta” n.d.a.) R:[isposta] Per circa sei Mesi in libertà, cioè da Maggio ad Ot=/tobre 1807, quando fu messo in Carcere/(al margine sinistro si legge:”Fortunato” n.da.) D:[omanda] In questo tempo  avesti insieme corrispondenza/di lettere?/R:[isposta] Talvolta, cioè in ogni quindeci, o venti giorni./D:[omanda] Cosa mai contenevano le vostre lettere rispet-/tive?/R:[isposta] Affari di Famiglia, e di salute/

  1. 95v

D:[omanda] Quali son mai gli affari di famiglia di cui/parlavate?/R:[isposta]Di alcuni Commissioni, che da tempo in tempo/gli davamo./D:[omanda] Avete voi delle liti, che affidaste a lui, allorchè par=tì dagli Apruzzi?/R:[isposta] Certamente ne abbiamo uno con un tal Angellotti/nostro debitore. Mio fratello era incaricato di otte=/ner degli ordini per esser pagato./D:[omanda] Avete voi delle liti col Canonico Ferrera?/R:[isposta] Negativamente./D:[omanda] Com’è dunque, che nella corrispondenza con vostro/fratello si parlava di una lite, riguardante il d:[ett]o/Canonico?/R:[isposta] Il Canonico Ferreri era soprannumerario, e sicco=/me pretendeva una piazza proprietaria vacan-/te, ne commissionò mio f[ra]t[e]llo, al partir, che fe-/ce dagli Apruzzi. E’ di ciò, che nelle lettere si par-/lava.D:[omanda] Avete voi costume scrivendo di tirare un tratto di penna/sotto i numeri, indicanti il millesimo?/R:[isposta] Sissignore, anzi sotto tutti i numeri/D:[omanda] Ha lo stesso costume v[ost]ro f[rate]llo Ermenegildo?

  1. 96r

R:[isposta] Non sempre./D:[omanda] Come vi capitavano da Napoli, le lettere pro-/venenienti da v[ost]ro f[rate]llo?/R:[isposta] Per mezzo della Posta, la q[ua]le lasciava le lettere per/Navelli in Capestrano, o in Popoli; e di li erano/portati in Navelli da Corrieri particolari/D:[omanda] Andavate voi stesso in Popoli, o in Capestrano per/R [è stato cancellato n.d.r.) ricevere le lettere, provenienti da Napoli?/R:[isposta] Appena qualche volta./D:[omanda] Avete voi de’ nemici?/R:[isposta] Ognuno ne ha/D:[omanda] Indicate i vostri?/R:[isposta] Il Tenente Alò, e (è stato corretto n.d.r.) il Capo di Battaglione di Gendar-/meria Sig:[no]r Bonelli, Andrea Damiani morto, Gio:[van] Pasquale Ferrini, di cui ignoro il destino, ed altri/(al margine sinistro si legge: “ Colletta” n.d.a.)di cui non ho memoria/D:[omanda] Per qual Causa il Ten:[en]te Alò è vostro nemico?/R:[isposta] Perché nell’atto del mio arresto contro gli ordini del/Generale Partenou, si prese alcuni Cavalli, ed altre (al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.a.) robbe, delle quali uno solamente ne restituì/D:[omanda] Qual motivo d’inimicizia avea con voi il Capo Bat-/taglione Sig:[no]r Bonelli?/R:[isposta] Perché molto amico di Alò, perché fa tutto ciò, che/

  1. 96v

egli vuole, essendosi l’istesso Alò anche vantato/di voler distruggere la nostra famiglia, per tutte/le Case dell’Aquila./D:[omanda] Per qual motivo vi erano nemici Damiani, e Fer-/rini?/R:[isposta] Perché essi vennero assieme ad assalirci, quando, si ri-/voltarono i soldati, che mio f[rate]llo avea reclutati/per tradurli in Capua/Si sono sospesi le interrogazioni, e si è data lettura di ciò, che fin ora si è scritto, che il prevenuto ha/confermato, e segnato./Gaetano Piccioli/(più sotto è scritto: “ Colletta” n.d.r.)/Oggi 28 Novembre 1808/Si sono ripigliati le interrogazioni/D:[omanda] Conoscete voi Serafino Tetroncelli?/R:[isposta] Affermativam:[en]te/D:[omanda] Avete mai avuta commissione in dilui Compagnia?/R:[isposta] Negativam:[en]te/D:[omanda] Avete mai viaggiato con lui?/R:[isposta] Feci un viaggio in dilui compagnia dall’Aquila al/Lago Fucino./D:[omanda] Quale mai ne fu l’oggetto? E quando cio avvenne?/

  1. 97r

R:[isposta] Per semplice diporto in Settembre, o Ottobre 1805/D:[omanda] Eravate voi amico del Petroncelli?/R:[isposta] Lo conobbi con questa occasione./D:[omanda] Quale oggetto egli ebbe nell’enunciato viaggio?/R:[isposta] Il mio istesso, cioè anche il divertimento./D:[omanda] Nell’anno 1807, vi siete mai portato da Navelli/all’Aquila?/R:[isposta] Facilmente, poiché spessissimo io mi portava vid:e/Città, ove possediamo una Casa./D:[omanda] Avendo bisogno di un difensore, chi scegliete?/R:[isposta] Io nomino per mio difensore nella causa che trattasi in q:[uest]o Tribunale Straord:[inari]o/di Napoli il Cav:[alie]re Poerio, ed il Sig:[no]re Francesco d’Oria Cerce Maggiore/Scritto di mio carattere Gaetano Piccioli/(al margine sinistro si leggge: “ Piccioli” sotto, verso destra, si legge: “ Colletta” n.d.a)D:[omanda] Avete mai composto, o scritto qualche proclama al=/larmante, per mettere in sollevazione contro il Go=/verno, le popolazioni di Apruzzo?/R:[isposta] Negativamente./D:[omanda] Siete mai stato in corrispondenza co’ bri=/ganti?/R:[isposta] Negativamente./D:[omanda] Avete mai scritto a Giuseppe Monaco, o ad Andrea/

  1. 97v

Damiani?/R:[isposta] Non mai./D:[omanda] Avete mai spedito Gio[van]Pasquale Ferrini, e Fran-/cesco Angelo(sic) sulla Montagna di Acciano, per invi-/tare i briganti in vostra Casa, ad oggetto di comu-/nicare loro delle notizie interessanti?/R:[isposta] Negativmente/D:[omanda] Avete almeno scritto a’ briganti istessi, che avreste loro in-/viato gli enunciati Ferrini, ed’Angelone, per servir lo-/ro di scorta nel camino?/R:[isposta] Negativamente/D:[omanda] E chi son dunque le carte, che vi mostro, scritte di/vostro Carattere, e contenenti ciò, che ho espresso in va-/rie dimande successive?/Gli abbiamo mostrato il foglio 32, e successivamente il 24, 35/36, 37, 38, 39, e 40, perché dicesse principal=/mente se sono scritti di suo carattere, ed egli ha/risposto/R:[isposta] Il primo foglio, che voi mi avete mostrato (foglio 32)/è scritto di mio carattere.; i fogli 14, e 35, sono/scritti di  Carattere, che simiglia al mio, ma che non/è mio proprio, e finalmente gli altri fogli da 36/

  1. 98r

a 40 non sono scritti di mio Carattere./Dopo ciò si è data lettura de’ fogli 32 a 37, perché di-/cesse per qual motivo  ha scritto il primo, e cer-/casse di rammentare se gli altri sono a dilui no-/tizia. Egli ha risposto./R:[isposta] La mia lettera, registrata al foglio 32 è stata cer-/tamente scritta di mio Carattere; ma io non ram=/mento per qual motivo, ed in qual occasione. Gli ( al margine sinistro si legge: “ Piccioli” n.d.r.) altri fogli 34, e 35 sono parimenti scritti di mio (al margine sinistro si legge: “ Colletta” n.d.r.)Carattere; essi contengono un proclama, che io composi, allorchè mio f[rate]llo Ermenegildo Piccio-/li comandava negli Apruzzi una partita di bri-/(al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.a.)ganti. Finalmente i fogli 36, e 37 ripeto, che non/sono scritti di mio Carattere, ne il diloro contenu-/to, mi fa sovvenire di così alcuna, essendomi in-/teramente ignoto./D:[omanda] Ma i detti fogli 36, e 37, che compongono una so-/la lettera, portano per firma il G: P: colla vostra/cifra, simile al vedere, alla firma istessa da voi/riconosciuta al foglio 32./R:[isposta] Non saprei cosa dire su tal dimanda so però benissi[mo]/

  1. 98v

che quei fogli non sono da me scritti, ne da me/firmati/D:[omanda] A chi consegnaste il proclama da voi composto?/R:[isposta] Non saprei dirlo con precisione, ma rammento be./nissimo, che lo consegnai, allorche i briganti ven-/nero in Navelli./D:[omanda] Perche metteste a fronte del proclama il nome di/Giuseppe Monaco, che serviva sotto gli ordini di vo-/stro frtello, e non piuttosto quello di Ermenegil=/do Piccioli, che comandava in Capo?/R:[isposta] Perché Monaco doveva Comandare una partita,/separatam.[ente] da quella sotto gli ordini di mio f[rate]llo (D:[omanda] Questa separazione avvenne dopoche vostro fra-/tello si presentò, e rimase Monaco al Comando/di briganti. Dunque il Proclama fu composto/dopo la presentazione di Ermengildo Piccioli?/R:[isposta] Non Signore: Giuseppe Monaco doveva andare a/comandare in un’altra Provincia, ed anzi mi/ricordo, che egli stesso mi commissionò di scrive-/re un tal proclama./D:[omanda] Nel corso dell’anno 1807, sono mai stati i bri-/ganti in Navelli?/

  1. 99r

R:[isposta] una sola volta, e propriamente in Luglio/D:[omanda] Cosa mai fecero in Navelli?/R:[isposta] Giunsero in Navelli verso un ora d’Italia, e comin-/ciarono a produrtre i disordini ordinarj nel paese./Io mi nascosi di unita al Barone Marchi/ed ad Onofrj in Casa di D:[on] Gio:[van]Dom:[eni]co Corsi, ove/de’ paesani vennero a chiamarci, per rimediare/a disordini, che i briganti producevano. Noi/di fatti uscimmo, e facemmo dare de’ viveri a/briganti istessi; dopo di che mi condussi in Casa,/trovai sei sentinelle disposte in varj siti, e nell’/(al margine sinostro di legge: “ Fortunato” n.d.a.) interno di essa Giuseppe Monaco, il quale volle/pranzare, quindi partirono verso le ore tre/d’Italia./D:[omanda] Conosceste le 6 persone, messe in Sentinella?/R:[isposta] Negativam:[en]te/D:[omanda] Disegnate con precisione l’epoca nella quale/componesti il proclama?/R:[isposta] In Settembre 1806/D:[omanda] Conoscete giammai D:[on] Ferdinando Coltelli, e vi/Siete Giammai carteggiato con esso?/R:[isposta] Lo conosco; ma non ho mai avuta con lui corrispon-/

  1. 99v

denza/Lettura datagli della p[rese]nte dichiaraz:[ione] ha detto con=/tener la verità/Gaetano Piccioli/Pietro Colletta[…]”

                                                           

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

ARCHIVIO D’AMORE FRACASSI 

IN ARCHIVIO STORICO COMUNE DI CERCHIO

Briganti/1807/n° 94 “

“ Nella Reg:[i]a Corte di Celano

Comp:[arent]e D.[on] Venanzo d’Amore di Cerchio, e dice come la mattina/che si contavano i dieceotto del corrente Mese alla notizia,/che un Orda de Briganti, ed Assassini da Forca caruso se/ ne veniva direttamente in Coll’Armele. Luogo vicinissimo/alla di lui Patria di Cerchio, se ne fugì esso Comp:[aren]te per/assicurare la i lui Persona, come fece fugire la di/lui Moglie,e Famiglia rimanente in Casa Sola la Vec=/chia di lui Madre ( Maria Pressede d’Amore, nata a cerchio il 10.7.1738 da Lorenzo e Vittoria Pompei di Scurcola Marsicana. Si unì in matrimonio, il 6.2.1763, con Pasquale Antonio Giuseppe d’Amore, figlio di Gaetano e Maraigenal Amanzi di S. Anatolia. Maria Pressede morì a Cerchio il 24.4.1816. n.d.r.)./D.[ett]a Orda di Assassini doppo aversi trattenuta per qualche tem=/po in Collarmele, passò a dirittura in Cerchio, e Si vidde/Scortata dal Sindaco di d:[ett]o Luogo portata a posare nel Si=/to detto l’Aja avanti la Casa di esso Comp:[aren]te Questo/fù un principio da che porzione di d:[ett]i Briganti, e di ma=/gior numero della Comitiva entravano in Casa di esso Com/p:[aren]te dimandarono di Lui dalla Madre, e Sentendo, che e=/ra fuori, si diedero moto a penetrare per tutti i luo=/ghi della Casa, e non contenti dei co[m]mestibili, in salati, for-/maggio, pane, e vino, si diedero a Sacchegiarla violen.[tement]e/in tutti i Mobili di Casa, che trovavano, non lasciando nep=/pure  di prendere i vestiti, calzoni, ed altre biancherie/usate quandoche se non si trovavano due persone leste/Cittadine di quel luogo un tal Fosca, ed un altro, i quali/posti in commiserazione si portarono dal Commandante  di d.[ett]i Assassini, e da q[ue]sti si fecero ( è cancellato n.d.r.) mandarono ad espel=/lere non una volta, ma per due volte consecutive, cer=/tamente sarebbe rimasto il Comp.[aren]te intieramente saccheg=/giato, non bastando alla Vecchia di lui Madre aver/chiuso, e barrato anche il Portone doppochè per ordine/del Commandante uscirono dalla Casa./

Il Sindaco di Cerchio fù quello, che fù di nuovo con porzione de/Briganti a bussare al Portone di esso Comp:[aren]te, e fù q[ue]llo/che glie lo fece aprire, e coll’assistenza de med.[esim]i a la-/to forzò la Vecchia Madre a Sborzarli sull’atto doca-/ti cinquanta, che disse di Spettarli di Suo ratizzo per/pagarsi la contribuz:[ion]e all’Orda de Briganti, ed Assassini,/e con tale occasione soffrì di nuovo danno di Saccheggio,/non ostante, che la Vecchia Madre si prestasse con/qualche regalìa per esentarsene./Doppo di essersi liberato da ulteriori danni, e che la d.[ett]a Orda di/Assassini prendendo l’alto della Montagna da Cerchio Si/condusse in Ajelli, e da quel luogo la mattina Susseguente/venissero espulsi dalla Truppa Francese, e da q[ue]sta inse=/quiti, Si prestarono il Comp:[aren]te, e tutta la Famiglia leva=/re i furti commessi col saccheggio alla di lui casa,ed/Hanno trovato mancate, e tolte le seguenti robbe,/ che tenevano numerate,cioè.

Camisce trentaquatro di panno usate.

Camisce sei di tela usata.

Lenzuola sedici di panno usate.

Mantili sei di tavola usati, e due altri più grandi.

Salviette numero trenta usate.

Tovaglie di panno numero quindici.

Lenzuola di tela numero otto.

Menzali di fiandra usati numero due.

Salviette consimili usate numero ventiquattro.

Salviette consimili usate numero otto.

Fasce di cuscini di panno usate numero venti.

Fasce di cuscini di tela numero sedici.

Tornaletti di panno usati numero otto.

Tornaletti di tela usati numero sei.

Calzette di bonpace paja quattro.

Sotto calzette di filo usate paja diece.

Un Vestito di castore cenerino usato.

Un Vestito di panno fino usato.

Due Calzabrachi, uno di Casimirro color paglia, e l’altro/di teletta.

                                                                                                                                                                             2

Tre Ciamberchini uno di Casimirro, e due di Mussolina.

Quattro forchette, e tre cocchiari di arcento, e due cortelli/con manica anche di arcento,posate giornaliere di cui/Si servivano.

Una bulce di vacchetta con chiave e catenaccetti.

La valuta delle sud:[dett]e robbe non vi è dubbio, che ascende a circa i do=/cati trecento. Perché dunque possa rilevarsi con accerto di/giustizia il saccheggio ricevuto, la quantità delle robbe man=/canti,la causa perché gli si sia inferito un tal danno,/e finalmente se vi sia opera di qualcuno, ne/ricorre il Comp:[aren]te in q:[uest]a Reg:[i]a Corte, e fa istanza di=/Sporsi l’ingenere per la verificaz:[ion]e con ordinarsi la informa=/zione, per indi poi farsi di tutto distinta relaz:[ion]e al Sig:[no]r/Intendente della Provincia, ed al Supremo Tribunale Straor/dinario delle trè Provincie di Abruzzo, perché possano da=/re le ulteriori disposiz:[ion]i, e così salvi/

Die vigesima prima Mensis Julii1807.Celani/Per hanc Reg.[ia]m Curiam, fuit dec:[re]to provisum,q[uo]d super es-/positis diligens capiatur informatio, et Committatur,/prout Committitur Mag.[nifico] Act.[ua]rio Lecyus Reg.[i]e Curie qui/accedat et ita/

                                                                                                                                          Saliceti

                                                                                                                                                                            3

Die vigesima nona Mensis Julii milles.[im]o, octicentesi[m]o/septimo.In Terra Circuli, et cora[m] Me Mag[nifi]co Act[uar]io/Reg[i]e Cur[i]e Celani Com.[arent]e/

D.[otto]r d’Amore di q.[uest]a Terra di Cerchio dice/vivere del suo, di età sua d’Anni trentasei, ut/dixit; Principalis cu[m] juram.[en]to int[erroga]tus, et exami-/natus super presenti informatione, et p[ri]mo.

Int[erroga]tus Esso Principal dep.[onen]to se avesse fatto qualche/esposto alla Reg.[i]a Corte di Celano, ed avendolo/fatto, dica, come, q[ua]ndo, e cosa conteneva./(Al margine sinistro è annotato d’Amore scritto in verticale n.d.r.) 

Resp[ondi]t Sig.[gnor]e Nel giorno ventuno dell’ cadente Mese/di Luglio di questo corrente Anno mille, ottocento,/e sette, come ben mi Ricordo, Io presentai una/istanza alla Reg.[i]a Corte di Celano, formata a mio no-/me, colla quale esponevo il Saccheggio fatto in mia/Casa nel giorno dieciotto di d.[ett]o Mese da una mas-/nada de Brigandi, quale essendo presso di V[ostra] S[ignoria], doman-/do, che mi si mostri, e di a leggere, per vedere, se è/quella stessa, che Io presentai, Rettificarla, o me=/glio spiegarmi in qualche circostanza. E mostrarla,/e data a leggere ad esso Principal Deponente una Istanza, che comincia= Nella Reg.[i]a Corte di Celano=/Comp.[aren]te D. Venanzio d’Amore di Cerchio, e dice, come/la mattina, che si contavano li diciotto del corren-/te Mese alla notizia, che un’orda de Briganti=E

proseguendo, finisce=Perché possano dare le ulte-/riori disposizioni,,e così salvis=Hà Risposto/Questa è quella stessa istanza da me fatta fir-/mare, e presentata in d.[ett]a Reg[i]a Corte, che Ratti-/fico, emologo, e confermo in tutte le sue par-/ti; dovendo però soggiungere, che le due Persone, che Ricorrono al Comandante Giuseppe Monaco d’Intro-/dacqua, acciò accorresse in Casa del D.[on] Venanzio ad/impedire l’ulterior saccheggio furono il Mag.[nifi]co Ni=/cola d’Amore, ed il Chierico D.[on] Nicola Fosca/di questa Comune. In d.[ett]o giorno la stessa masnada/de Briganti andava in traccia del mio Cavallo, e Sel-/le, che non poteron rinvenire. Pretesero da varj d[e]lla/Popolaz.[ion]e, acciò dicessero, che Io intanto ero fuggito,/perché ero Giacobino, bastonando, e minacciando co/loro, che Rispondevano il contrario. Nella mattina de/diecinove a circa le ore dieci sette Individui della/stessa orda de Briganti, porz.[ion]e a Cavallo, e porz.[ion]e/a piedi dalla con vicina Terra di Ajelli, ove si/erano accampati,vennero nuovam[en]te in q.[uest]a Comune,/e si diressero verso la mia Casa, chiedendo a alta/voce conto della mia Persona, dicendo, che come/Giacobino ero di bel nuovo fugito, sfasciarono con/violenza a forza di Calci, e tanerate di Fucile/il Portone d[el]la mia Casa, inseguirono il mio Fatto-/re per nome/

                                                                                                                                                                          4

re per nome di Giuseppe di Francesco d’Amo-/re, se non gli insegnavano il luogo, dove Io ero,/e non avendomi Rinvenuto in Casa, si presero/dell’altra Robba, minacciando di voler fucila=/re la vecchia mia Madre, impugnandogli/il Fucile in faccia, e la obbligò il Sindaco/Gio:[vanni] Cipriani in unione di Essi a somministrar-/gli docati cinquanta, sotto pretesto di doverli/pagare per Rata di contribuzione, per cui/la sud.[dett]a Vecchia mia Madre diede ad Esso/Sindaco li detti docati cinquanta, che gli li/fece contare per mezzo di Luca Carusone/di questa stessa Comune. Cosi ha Rattifica=/to, ed ha giurato in forma, tactis unde/

Io Venanzio D’Amore rattifico come sopra, riportan/domi di dare altri Lumi subito, che li averò acqui=/stati, contra quos/

                                                           Cardilli

                                                                                                                                                        5

  Giuseppe Napoleone Per la Dio Gr[ati]a Rè

Mag.[nifi]ci Sindaci della Comune di q[uest]a Terra di Cerchio/saprete, come per disimpegno di un premurosis[sim]o/affare Fiscale ci necessita sapere quali siano/i Maesti(sic) Falegnami, che esistono in q.[uest]a Comune/Chepperò in Ricevere il p[rese]nte,subito formerete/in dorso di esso v[ost]ra Fede giurata, nella quale/gli descriverete i Falegnami, che esistono in/questa Terra, qual fede deve esser da voi so[ttoscri]tta/ e munita del Popolar Sugello. Guardatevi del/contrario sotto la pena di docati mille Fisc.[al]e/Reg(i)o Così Dato in Cerchio li 29 Luglio/1807.               M. Cardilli Mastod[at]ti Com.o

  

Cerchio

Mag.[nifi]ci Sindaci d[el]la Comune

Ord.[in]e c.[ome] s.[opra]

Per esperti Falignami del Comune di Cerchio,/chiesti nel dietroscritto ordine Sono Maestro/Nicola Marchetti, e Maestro Croce Bianchini,/che per la verità Si è fatto Scrivere il pre-/sente Sottoscritto dall’Attuale Sindandoco(sic), ed/Eletti, e Robborato di Popolar Sogello. Dato/in Cerchio li 29 Luglio 1807/

Giovanno Cipriano Sindaco ( Al margine sinistro vi è il sigillo del Comune di Cerchio n.d.r. )

                                                                            Vincenzo di Marco d’Amore Ordinario Cancelliere

                                                                                                                                                                             6

    Giuseppe Napoleone p[er] la Dio Gr[ati]a Rè

Le qui so[ttoscri]tte persone nel ricevere il p[rese]nte, subito si/portino avanti di noi in questa n[ost]ra residenza,/mentre informati presso di quanto ci occorre/sapere p[er] importantiss.[im]o affare ottenente al Reg.[i]o/Fisco, saranno Licenziata.Si guardino del contra-/rio Sotto la pena di ducati mille Fis.[co] Reg.[i]o e/così Dato in Cerchio li 29 Lug.[li]o 1807/

                              Cardilli Mastrod.[att]i Com.o

Cerchio

  1. Nicola Marchetti
  2. Croce Bianchini

Ord.[in]e come sop.[r]a

Adì, ed anno come dietro, ibid[em]/Francesco Ramelli P.[ublico] B.[alio] di q.[uest]a/T[er]ra di Cerchio con giuram.[en]to Rife-/risce a me infra[scri]tto, di aver  ogge/Retro[scri]tto giorno notificato il/Retro[scri]tto ord.[in]e, e q[ua]nto in esso si con-/tiene alle dietro[scri]tte Persone/nel modo, e forma, che si vedo=/no notate. Ed in fede/ + Signu[m] Crucis/ Cardilli Can.[cellier]e a Relaz[ion]e

Die vigesima nona mensis Julii millesimo octincentesimo,se-/ptimo In terra Circuli, e cora[m] me 

Magistero Actu[ari]o/Reg.[i]e Curie Celani Co[m]missionato

Nicola Marchetti di questa Terra di Cerchio dice di esser/falegname,di età sua d’anni settant’otto, ut dicit,/testis cum juramento interrogatus, et esamina./tus super presenti informatione, et primo.

Interrogatus esso testimonio per avesse fatta qualche rico-/agnizione attinente alla sua arte, ed avendola fatta dica, come quando, dove, d’ord.[in]e di chi, e cosa abbia/riconosciuto. Respondit Sig:[nor]e oggi che si contano/li ventinove dell’andante mese di Luglio di questo/corrente anno mille ottocento e Sette d’ordine di V.[ostra] S[ignoria] (al margine sinistro è scritto in verticale N. Marchetti ed in orizzontale Cardilli n.d.r.) notificato a me dal Balivo di questa terra Fran.-/cesco Ramelli; ed a Croce Bianchini altro mastro/Falegname di quella di Sicinaro qui casato, e com[m]oran-/te ci Sian di unita portati nella casa di vostra/residenza, ed avanti di V.[ostra] S.[ignoria], che subito ci ha ordinato/di doversi seguire, e ci ha condotti nel Palazzo del/D.[otto]r D.[on] Venanzio d’Amore di Cerchio, e giunti/avanti al Portone del medesimo ci ha ordinato/di doverlo attentamente riconoscere, ed osservare./In ubbidienza di tal comando abbian proceduto,/come ho proveduto io alla ricognizione del mede-/simo, ed abbiam trovato, come Io lo trovato rot-/ta p(er) intiero la Staffa del calascigno; qual rot-/tura/

Eade[m] retroscripta dice ibid[em],et cora[m] eade[m]/

Croce Bianchini della Terra di Sicinaro casato, e/Commorante in questa di Cerchio dice esser Falegname/di età sua d’anni ventiquattro circa ut dixit; Testis/cum juramento interrogatus, et examinatus super/presenti informatione,et primo./

Interrogatus esso Testimonio se avesse fatta qualche/ricognizione attinente alla Sua arte, ed avendola/fatta, dica quando, come, dove, d’ordine di chi, e/cosa abbia riconosciuto. Respondit Sig.[nor]e oggi/giorno di mercoledì venti nove del cadente me-/se di Luglio di questo corrente anno mille otto-/cento sette d’ordine di V.[ostra] S.[ignoria] notificato a me, ed/al mio conoscente Nicola Marchetti di questa Ter-/ra di Cerchio, ci siam portati nella casa, di Vostra/residenza, ed avanti di V[ostra] S.[ignoria] in dove ci ha ordinato/di dovervi seguire, e ci ha condotti nel Palazzo del/D.[otto]r Sig.[no]r D.[on] Venanzio d’Amore di questa stessa Ter-/ra di Cerchio, e giunti avanti al Portone del me-/desimo ci ha ordinato di doverlo attentem.[ent]e ricono-/scere, ed osservare, abbiam subito proceduto, come/ho proceduto Io alla ricognizione del medesimo, in/dove abbiam trovato rotta p[er] intiera la staffa del/calascigno, che chiudeva d.[ett]o portone, qual rottura L’/abbiam giudicata, come L’ho giudicata Io fatta,/e causata/

                                                                                                                                                                        9

e causata da spinte, urtoni, e calci di uomo. Ci ha/in seguito condotti nell’anticamera della cucina di det-/ta casa, in dove abbiam trovato un gran cascione/di non aver scassato alla marcatura da istromento per-/forante, come grossa baionetta, o altro Simile; e quin-/di in una piccola stanza di là dalla cucina, in do-/ve abbian trovata una piccola arca fatta di/scanne, ed avendola attentem.[ent]e osservata. L’abbiamo/trovata, come l’ho trovata Io scassata al di die-/tro senza istromento, perche poteva scassarsi da so-/la mano di Uomo. Passati quindi di là dalla came-/ra del Minchierone, abbiam trovato, come l’ho tro-/vato anch’Io nella porta di detta camera L’imba/ntalone, che chiudeva col muro, ossia il passante/del peschio situato in detta porta, ch’entrava dentro/il muro, che si aveva tirato in avanti tutto il pia-/no della fabbrica col stucco, ed abbiam giudicato, come/ho giudicato Io, che tale apertura, rottura di muro,/e di stucco sia stata causata da spinte urti, e calci/di Uomo violentem.[ent]e vibrate in detta porta. E finalm.[ent]e/in un’altra stanza al di là della sala, e propriam.[en]te nel-/la porta dell’entrata della porta di d.[et]ta stanza abbiam/trovato levato, e piegato il calascigno di ferro, che mo-/stratoci, e da noi ben veduto, e riflettuto, L’abbia-/mo eziandio giudicato, come l’ho giudicato Io fatto/

e causato anche da Spinte, ed urtoni di Uomo violen-/temente dati, e fatti in detta porta. Tutto ciò Io/Lo so, e depongo come Mastro Falegname, che sono/e p[er] avere altre volte fatto simili, e consimili/ricognizioni, ed è la verità. De causa Scientia. Interrogatus de contestibus dixit de  se, e Nicola Mar-/chetti

+ Signu[m] Crucis

                                                               Cardilli  

                                                                                                                                                                     10

Foglio de’Lumi , che si presenta p[e]r parte di/D.[on] Venanzio d’Amore, riserbandosi di/dare altri Lumi contra quos q[uand]o subito/che li avrà meglio appurati./Esistenza, e mancanza delle cose rubate, e/perdute nell’indicato saccheggio come/dagli atti/ ( al margine sinistro si legge : “ Si possono deponere da/Giusep[p]e Mione/Pasquale Antidormi/Restituta d’Ant.[oni]o Tuccieri/Gioannapaola di Fran:[ces]co/D’Amore Tutti di Cerchio “ n.d.r.)/ 

Di esser fugito nell’ingresso, e du=/rante la permanenza dell’orda de/Briganti nelle Comune di Cerchio, con/aver fatto fugire la di lui Mog:[li]e/e famiglia, restando in Casa la di/Lui Sola vecchia Madre.(Al margine sinistro si legge : “ Si puol deponere dai sud.[dett]i/Tesimonj, e da tutti gli altri/della Comune di Cerchio “ n.d.r.)/ 

Che l’Orda degli d.[ett]i assassini fosse/Stata Scortata dal Sindaco, Gio.[vanni] Ci=/priani nel luogo detto l’Aja avan=/ti la casa del D.[on] Venanzio, e che il/Portone della d:[ett]a Casa si fosse conti=/nuam.[ent]e aperto a volontà dello stesso/Sindaco, che or p[er] la neve, or per alt=/tri convestibili andasse di continuo a/far Aprire; c[o]n cui riuscisse facile/agli assassini su[ddett]i tornare ad entrarvi,/e comettere Sempre nuovi furti.( Al margine sinistro si legge: “ Si puol deponere dal/Chierico Nicola Fosca/ da Nicola d’Amore/da Angelant.[oni]o Pantano/da Giuse.[pp]e di Fran:[ces]co d’Amore,/e da altri della Popolaz[ion]e “n.d.r. 

Che in atto del Saccheggio andasse il Co=/mandante di d.[ett]i Assassini ad espeller=/li replicate volte, sempre a preghiera/del Chierico D.[on] Nicola Fosca, e di Ni=/cola d’Amore .(Al margine sinistro si legge : “ Si puol deponere dai Stessi/D.[on] Nicola Fosca/Nicola D’Amore, e /Giuse.[pp]e di Fran:[ces]co D’Amore “ n.d.r.)

Che la mattina de’ 19 lo stesso Sindaco/andasse con d.[ett]i assassini in Casa del/D.[on] Venanzio, e si facesse dare alla/Sud.[ett]a vecchia Madre, doc:[a]ti cinquanta/dicendo servirli p[e]r dare la Contribuz.[ion]e/a medesimi ( Al Margine sinistro si legge : “ Si puol deponere da /Luca Carusone/Lo stesso Sindaco Gio:[vanni] Cipriani, ed/Angelant.[oni]o Pantano” n.d.r.) 

Che gli assassini sud.[ett]i uscendo dalla/Casa del D.[on] Venanzio con dei fagotti/di biancheria, Abiti, ed altri pan=/nam.[en]ti, dopo d’averli dato il pred[ett]o Sac=/cheggio, appena usciti si spogliava=/no, e si  rivestivano con quelle bian=/che rie, ed altri presi al D.[on] Venan=/zio.(Al margine sinistro si legge: “ Si puo, deponere da/Gio.[vanni] di Fran:[ces]co Cipriani/Nicola D’Amore/Angelant.[oni]o Pantano, ed altri/della Comune di Cerchio “ n.d.r.)

Che andassero in cerca del Cavallo del d.[ett]o D.[on] Venanzio; delle Selle, e/del D.[on] Venanzio Stesso, che non po=/terono rinvenire dopo tanti fracassi/ricerche, e diligenze praticate.( Al margine sinistro si legge : “ Si puol deponere da/D.[on] Nicola Fosca/Nicola D’Amore/Angelant.[oni]o Pantano,ed/altri della Comune di Cerchio.” n.d.r.)

                                                                                                                                                                      11

Che li d[ett]i Assassini pretedessero si di-/cesse da Ciascuno della Comune di/Cerchio d’esser fugito il D.[on] Venanzio/perche fosse Giacobino,bastona/nando,/minacciando, e maltrattando quelli/dicessero il Contrario”(Al margine sinistro si legge : “ Si puol deponere da/Giuse[pp]e di Fran:[ces]co D’Amore/Angelant.[oni]o Pantano/Nicola D’Amore/Angelo Nicola Legge, ed/altri della Comune di Cerchio “ n.d.r.)

Che tanto la sera de 18, che la mat-/tina de’ 19 Luglio, cercassero sem=/pre il D.[on] Venanzio, ed il di Lui/Cavallo; sfasciassero il Portone, e minacciassero di fucilare il Fatto=/re di esso D.[on] Venanzio, Giusep[p]e D’A=/more, qualora non gli Avesse insegna=/to dov’era fugito il D.[on] Venanzio di/Lui Patrone; minacciando Anche la/di Lui Vecchia Madre di volerla fu=/cilare, Spianandoli in faccia il Fu=/cile, ed obbligandola a darli altre/Cose, che non si avevano prese nel/Saccheggio./(Sotto a sinistra si legge: “ A Ventinove Lug.[li]o 1807./Cerchio p[rese]ntata all/D.[ottor] D.[on] Venanzio d’Amore/Ed in fede/Cardilli “ n.d.r.)

                                                                                                                                                                        12

Giuseppe Napoleone Per la Dio G.[rati]a Rè

Le quì so[ttoscri]tte Persone di questa Terra di Cerchio/nel Ricevere il p[rese]nte, subito si portino avan-/ti di Noi in questa n[ost]ra Residenza, mentre/informati saremo di q[ua]nto ci occorre sapere/su di un’affare, che molto interessa al Reg[i]o/Fisco,saranno licenziate. Si guardino del con-/trario soto la pena di docati mille Fisco/Reg[i]o Così Dato in Cerchio li 29 Lug.[li]o 1807/

  1. Cardilli Mastrod.[at]ti Com.o

Cerchio

  1. Giuseppe Mione
  2. Pasquale Antidormi
  3. Resituta d’Antonio Tuccieri
  4. Giovannapaola di Francesco d’Amore
  5. Chierico D.[on] Nicola Fosca
  6. Nicola d’Amore
  7. Giuseppe di Francesco d’Amore
  8. Angelant.[oni]o Pantano
  9. Angelo Nicola Legge
  10. Luca Carusone

Ord.[in]e c.[ome] s.[opra]

Adi, ed Anno, come dietro, ibide[m]/Francesco Ramelli P.[ubblico] B.[alivo] di q[uest]a [er]ra/di Cerchio con giuram.[ent]o Rif.[erisc]e a me/infra[scri]tto di aver oggi, dietro[scri]tto gior-/no notificato il Retro[scri]tto ord.[in]e,/ e q[ua]nto in esso si contiene,alle/dietroscritte Persone nel mo=/do, e forma, che si vedono no=/tate. Ed in fede/

+ Signu[m] Crucis

Cardilli Com.o a Relaz.[ione)]

                                                                                                                                                                         13.

Die vigesima nona mensis Julii millesimo octingen/tesimo septimo. Circuli, et cora[m] me Magistero actua/ ru[m] Reg.[i]a Curie Celani Co[m]misionato/
Giuseppe Mione di questa Terra di Cerchio dice essere/fornaio di età sua cinquanta sei anni circa ut/dixit; Testis cu[m] juramento interrogatus, et exa-/minatus super presenti informatione, et primo.

Interrogatus, che sa esso testimonio del saccheggio com./messo a danno del D.[ottor]e D.[on] Venanzio D’Amore di questa/Terra di Cerchio, da chi, come, quando, dove, e cosa gli/sia stato saccheggiato. Respondit. Sig.[nor]e coll’occasione/che io più volte sono stato a cucinare nel Palazzo di/D.[on] Venanzio d’Amore di questa Terra di Cerchio, e p[er] es-/ser confidente della casa del medesimo posso, e devo/ ( al margine sinistro si legge : “ mione” scritto in verticale e “Cardilli” è scritto in orizzontale n.d.r.) 

P[er] la verità deporre di avere più volte, ed in varj rin-/contri veduto un cassone di noce, che resta nell’anticamera prima di entrare nella cucina pieno di men-/zali, e salviette da tavola di diverse sorti, cami-/scia, lenzola, tovaglie, facce di cuscini, tornaletti,/calzette, e sotto calzette di diverse sorti. Ho veduto/di più in una Stanza contigua a detta cucina esister-/vi più volte un vestito di castoro cenerino, usato,/ed un vestito di panno fino anche usato, come an-/che due calzabrachi, cioè uno di casimiro color/paglia, di teletta l’altro; come anche va/

ry ciamberchi di diverse specie, ed una balica di/vacchetta ornata con chiave, e ferretti. Posso, anche/deporre, che in un stiletto in un’altra Stanza conti-/gua alla cucina detta la loggia gli si stipavano/delle posate di argento, che servivano in ogni giorno./Nel dì diciotto di questo spirante mese, ed anno mil-/le ottocento sette e essendosi portata in questa Terra/un’orda di Briganti soto il comando di Giuseppe/Monaco della Terra di introdacqua, porzione di essa/mi costa, s’introdusse nella casa di d.[ett]o D.[on] Venanzio, il/quale essendosene fuggito per il timore della vita/standogli solo la vecchia Madre, diedero un dolo/saccheggio, dimocoche essendomi nella Sera di detto/giorno, e propriamente dopo la partenza di d.[ett]i Brigan-/ti portato p[er] curiosità nella casa del nominato/D.[on] Venanzio, viddi, che d.[ett]e robbe soprannominate non/più esistevano nei sopraccennati luoghi, e giudicai, co-/me giudico, e tenco p[er] certo, che fussero in[v]olate dai/Briganti sudetti, tanto più che in quell’atto  i[m]media-/tamente ne sentii lagnare la Madre del d.[ett]o D.[on] Ve./nanzio di detto furto, ed intesi publicam.[ent]e dire, che/gl’anzidetti Briganti come uscivano dalla casa/ dell’anzidetto d’Amore, si venivano mutando le ca-/misce, calzette, e camicette, ed uno di essi si pose il/vestito anzidetto color cenerino questo è quando Io posso/

                                                                                                                                                                          14

Io posso deporre, ed è la verità. De causa Scientie/

Interrogatus de contestibus, dixit de se Pasquale/Antidormi, ed altri/

Io Giuseppe mione o deposto come sop/ra

        Cardilli

Eadem retroscripta die ibid[em],et cora[m] eade[m]

Pasquale Antidormi di questa Terra di Cerchio dice esser/Uomo di campagna di età sua d’anni trent’otto circa,/ut dixit, testis cu[m] juramento interrogatus, et exami/natus super presenti informatione, et primo./

Interrogatus, che sa esso Testimonio del saccheggio com/messo a danno del D[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore di questa/Terra di Cerchio, come, quando, dove, cosa gli sia/stata saccheggiata, e per qual causa. Respondit Sig.[nor]e/essendo io confidente dalla casa del D.[otto]r D.[on] Venan/zio d’Amore p[er] avermi il medesimo sempre chia-/mato a servirgli a tavola, ed in altre occorrenze/mi costa molto bene, che in cascione di no-/ce, che esiste prima di entrare nella cucina, gli/stava gran quantità di biancheria consistente in ca-/misce, lenzola, mensali, salviette, tovaglie, facce di/cuscini, tornaletti, calzette, ed altro, come ancora in/una Stanza/

una Stanza conticua alla cucina gli ho veduto più/volte un vestito di castoro di color cenerino, ed/un altro di panno fino anche usato, e vary calzabrachi,/e ciamberchini di diverse sorti, una balica di vac-/chetta ornata con chiave, e ferretti, ed altre robbe;/ed in un stiletto, che resta in un’altra Stanza contigua/alla med.[esim]a esistervi le posate di Argento, delle quali/alla giornata se ne serviva il d.[ett]o D.[o]n Venanzio. Su ta-/le oggetto devo in mia coscienza deporre,che nel giorno/dieciotto di questo cadente mese di Luglio,ed anno mil-/le ottocento sette si portò in questa Terra di Cerchio/una Masnada di Gente Armata, che all’insegna ros-/sa che portavano ne cappelli, si conobbe essere Bri-/ganti, che marciavano sotto la direzione del di/loro comandante Giuseppe Monaco d’Introdacqua,/come intesi. Bona fatta di essi s’internò nella casa/ di d.[ett]o D.[on] Venanzio, il quale p[er] timore della vita/poco prima se ne fuggì, come io viddi, in dove gli/restò solo la vecchia sua Madre.Partita la mas-/nada de Briganti sud.[ett]i, ed incaminatasi verso la convi-/cina terra di Ajelli io p[er] curiosità, e p[er] dare ani-/mo alla madre del d.[ett]o D.[o]n Venanzio mi portai in/Sua casa, e mi avvidi, che tutte le cennate robbe/ che pria esistevano nei rispettivi luoghi accennati non più vi erano, ed avendo inteso L’im(m)ediate lagnan-/ze, che si facevano dall’anzid.[ett]a Madre del D.[o]n Venan-/zio/

                                                                                                                                                                           15

zio p[er] la mancanza di d.[ett]e robbe, giudicai, come giu-/dico, e tengo p[er] certo, che gli Briganti sud.[ett]i glie le/involassero, e co[m]mettessero tal saccheggio p[er] cau/sa di gelosia di Governo.Questo è quanto posso/deporre, ed è la verità. De causa scientia./Interrogatus de contestibus, dixit de se Giuseppe Mio-/ne ed altri/

+ Signu[m] crucis

                    Cardilli

Eodem retroscripta die ibide[m],et cora[m] eade[m]/

Giovanna Paola Meogrossi dice esser moglie di Fran-/cesco d’Amore di questa Terra di Cerchio di età/sua d’anni quaranta circa, ut dixit; testis cu[m]/juramento interrogata, et examinata super pre-/senti informatione, et primo./

Interrogata che sa essa testimonia del saccheggio com-/messo a danno del D.[otto]r D.[o]n Venanzio d’amore di que-/sta Terra di Cerchio, da chi, come, quando, dove,/cosa li sia stata saccheggiata, e p[er] qual causa./Respondit Sig:[nor]e avendo io quasi di continuo prat-/ticato nella casa del D.[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore/in qualità di servirlo nelle cose domestiche, con/tale occasione so di certa scienza, e posso p[er] ve-/rità deporre, che nell’entrata dalla cucina ho/sempre/

Sempre veduto di starvi un cascione di noce pie-/no di biancherie di diverse sorti, val quando dire/di camiscie di buona qualità, lenzola simili, menza-/li, e salviette da tavola in gran numero, tovaglie/di panno, e di tela, facce di cuscino, tornaletti, e/calzette di diverse sorti; come ancora in una/stanza continua a d[ett]a cucina varj abiti, calzabra-/chi, ciamberchini di diverse specie, e specialm.[ent]e/un’abito di castoro usato di color cenerino, ed un/altro di panno fino anche usato, due calzabrachi, uno cenerino color di paglia , di teletta L’altro, una /balica di vacchetta fornita di chiave,e ferretti./In altra stanza conticua alla cucina, e propria-/mente a quella detta la Loggia in dove vi esiste/un stipo ho sempre veduto, e so che vi si sti-/pavano di giorno in giorno le posate di argen-/to servibili p[er] la tavola; quali sudette robbe,/come sopra ho deposto, le ho vedute di continuo/esistere in detti rispettivi luoghi, e Stanze. Nel/giorno diciotto di questo cadente mese di Luglio,/ed anno mille ottocento sette si portò in questa Ter-/ra una massa de briganti, come viddi, e sentii,/che venivan diretti sotto L’ordine del di loro coman-/dante Giuseppe Monaco della terra d’Intro-/dacqua, porzione de quali s’intromissero nella/casa/

                                                                                                                                                                        16

casa del d.[ett]o D.[o]n Venanzio, il quale p[er] il timor del-/la vita, mi costa p[er] averlo veduto, essersene fu-/gito, in dove era rimasta soltanto la di lui/vecchia madre; ed essendomi trovata dentro la/casa sudetta,viddi, che i detti Briganti dopo di/aver sfasciata, con bajonette la cascia, ove esi-/stevano le nominate biancherie, in un subito se le/presero; come ancora viddi, che si presero due abiti del D.[o]n Venanzio uno di castoro usato di co-/lor cenerino, ed un altro di panno fino anche usa-/to, che subito due di essi se lo posero addosso; co-/me ancora si posero due calzabrachi, vale a di-/re uno di casimiro color di paglia, e l’altro di /teletta. Altri si presero trè ciamberchini di di-/versi colori, che immediatam[ent]e se li posero.Vid-/di ancora, che nello stipetto anzidetto dove esiste-/vano quattro posate di argento, si ritrovò una/sola forcina involtata dentro un menzale sporco,/e giudicai, come giudico, e tenco per certo, che le/altre quattro cucchiare, e trè forcine se le prese/la detta gente masnata, come si presero tutte/le altre robbe enunciate, e sentii, che tal sac-/cheggio si dasse a causa di gelosia di Governo. Questo è/quanto posso deponere p[er] averlo oculatam.[ent]e veduto, ed è la veri-/tà. De causa Scentie/

Interrogatus de contestibus dixit de vista Giuseppe/

Mione,ed altri.

+ Signum Crucis

Die trigesima Mensis Julii millesimo octingentesimo septimo/In Terra Circuli, et cora[m] me Magistero Actu[ario] Reg[i]e/Curie Celani Com[m]issionato.

Restituta d’Amore dic’esser moglie d’Antonio Tuccieri/di questa terra di Cerchio di età sua venticinque cir/ca ut dixit super presenti informatione,et primo.

Interrogata che sa essa Testimonia del saccheggio com[m]esso/a danno del D.[o]n Venanzio d’Amore di questa terra di Cer-/chio, da chi, come, quando, dove, cosa gli sia stata sac-/cheggiata, e p[er] qual causa. Respondit Sig.[no]r coll’occa-/sione, che io sono stata circa quindici anni continui/nel servizio della casa del D.[otto]r D.[on] Venanzio d’Amore, per/ciò mi costa molto bene, che in un cassone di noce si-/tuato avanti L’entrata della cucina era sempre/pieno di biancheria di diverse sorti, vale a dire di ca-/misce, lenzola, menzali, salviette, facce di cuscini,/tornaletti/

                                                                                                                                                                         17

tornaletti, calzette, ed altro. Ad una camera conti-/cua a detta cucina, vi esistevano varj abiti del d.[ett]o/Venanzio, e specialm.[ent]e un’abito di castoro di color cene-/rino usato; un altro di panno fino anche usato; due/calzabrachi,uno di casimiro color di paglia, e l’al-/tro di teletta, e varj ciamberchini di diverse sorti./una bulica di vacchetta ornata con chiave, e fer/retti; nella stanza d.[ett]a la Loggia, un stipetto in dove/si riposavano le posate di argento servibili in ogni/giorno. Nel giorno dieciotto di questo spirante mese/di Luglio, ed anno mille ottocento Sette, si portò in/questa Terra di Cerchio una moltitudine di Bri-/ganti porzione de quali s’intromisero nella casa del d[ett]o D.[o]n Venanzio, il quale erasene fuggito p[er] il timo-/re della vita essendo rimasta in casa la sola vec-/chia Madre. J nominati Briganti diedero sacco./com’intesi, e tengo p[er] certo, perche La sera di d.[ett]o giorno/diciotto essendomi portata dopo La partenza di d.[ett]i/Briganti nuovam.[ent]e in casa del d.[ett]o D.[o]n Venanzio p[er] anda-/re a ritrovare la d.[ett]a Vecchia Signora, la medesi-/ma mi disse, che i nominati Briganti L’avevano rovina-/ta a biancheria, ed altro, tanto più che, nel nomina-/to cassone nulla vi era rimasto come ancora non vidde/più esistere gli abiti, calzabrachi, ciamberchini, po-/sate, e belce nei soprannominati luoghi, ove prima esi-/steano, e sentii publicam.[ent]e dire frà le Genti di questa/

mia Padria, che i nominati Briganti staccati sotto/il comando del Comandante Giuseppe Monaco nell’atto riuscivano dal portone di D.[o]n Venanzio si veniva-/no riscambiando di calzoni, camiscie, ciamberchini,/abiti ed altro. Tanto posso deponere, ed è la verità/De causa Scientie.

Interrogata de contestibus dixit de se Pasquale Antidor-/mi, ed altri /

+ Sign[u]m Crucis

                        Cardilli

                                                                                                                                                                      18

Eade[m] retro scripta die ibide[m],et cora[m] eade[m]

Mag.[nifi]co Nicola Fosca di questa Terra di Cerchio di-/ce esser Chierico di età sua ventuno circa d’anni ut-/dixit, testis cu[m] juramento interrogatus,et examinatus/super presenti informatione, et primo/

Interrogatus che sa esso Testimonio del saccheggio dato a/D.[o]n Venanzio d’Amore della Terra di Cerchio, da chi, come,/quando, dove, cosa gli sia stata Saccheggiata, e p[er] quall’/causa. Respondit Sig.[nor]e Dirò la verità su quando mi/ha interrogato ed è, come nel giorno diciotto di questo/cadente mese di Luglio, ed anno mille ottocento sette, a circa le ore diciotto riseppi in mia casa, che era qui giunta una quantità de’ Briganti; uscii dalla/med.[esim]a e mi portai nell’aja, in dove con effetto trovai/nel num.[er]o di circa cento sessanta di essi, porzione a/cavallo, ed altri a piedi scortati dal Sindaco Gio:[vanni] Cipria-/ni, il quale più volte S’introdusse nella casa del D.[otto]r do.[n]/Venanzio d’amore ora p[er] la neve, ora p[e]r co[m]mestibili, e/dimodoche il portone dovea stare quasi sempre aper-/to. Dopo pocho tempo riuscì alla vecchia Madre del/D.[o]n Venanzio di chiederlo, temendo della di lei vita, giac-/che in casa non v’era altro, che Lei: ma i Briganti non/contenti di tutto ciò,che avevano ricevuti di co[m]mesti-/bile sfasciarono violentem.[ent]e il portone, s’intromise/bona fatta di essi dentro il Palazzo, si presero biancheria/

di gran quantità, e di diverse sorti, vale a dire cami-/sce, lenzola, mantili, salviette, tovagli, tornaletti,/facce di cuscini, calzette, ed altro, un abito di castoro/usato, un altro di panno fino anche usato, due calza-/brachi, tre ciamberchini, quattro forcine, e trè cocchiaj/di argento, due cortelli, ed una bulcia, cose tutte/da me vedute nell’atto del saccheggio, e se non accor-/revo io al di loro Comandante Giuseppe Monaco, co-/me intesi si chiamava, a pregarlo, acciò avesse Sgri-/dato alla masnada, che stava co[m]mettendo tali furti,/avrebbero di vantaggio dilapidata la casa del D.[o]n Venan-/zio. Il Comandante piegatosi alle mie suppliche/si portò subito in d.[ett]a casa, ed obligò li Briganti ad/uscirsene. Mi costa ancora, che detti Briganti anda-/vano in cerca del Cavallo, e sella di esso D.[o]n Venanzio, e del/D.[o]n Venanzio istesso, che non poterono affatto rinvenire p[er]/essersene fuggito asserendo ch’era Giacobino, e tutto ciò/che lo facessero p[er] causa di gelosia di Governo questo/è quanto posso deporre,ed è la verità. De causa/scientie./

Interrogatus de contestibus dixit de se Nicola d’Amore/ed altri/

Io Nicola Fosca ho deposto come sopra/

                                         Cardilli

                                                                                                                                                                          19

Eadem retroscripta die ibid[em],et cora[m] eade[m]/

Gio:[vanni] di Fran.[cesc]o Cipriani di questa Terra di Cerchio, dice/esser uomo di campagna di età sua d’anni venticinq[ue]/circa ut dixit, testis cu[m] juramento interrogatus, et/examinatus super presenti informatione, et primo/

Interrogatus che sa esso Testimonio del saccheggio co[m]messo/a danno del D.[otto]r D.[on] Venanzio d’Amore di questa Terra di/Cerchio, da chi, come, quando, dove, che saccheggio gli sia/stato co[m]messo,e p[er] qual causa. Respondit. Sig.[nor]e Nell’an-/ti passato giorno di sabato, che si contavano li diciotto/del cadente mese di Luglio di questo corrente anno mil-/le otto cento sette, a circa le ore diciotto di d.[ett]o giorno/si portò in questa Terra una quantità de Briganti nel/numero di circa cento sessanta sotto il comando del/di loro generale Giuseppe Monaco della Terra d’Intro-/dacqua che si accamparono nel luogo detto L’aja, in do-/ve Io accorsi p[er] curiosità, e p[er] vedere cosa facevano, e/domandavano; e con tale occasione viddi,che molti di essi, do-/po d’aversi ricevuto dalla madre di esso D.[o]n Venanzio/varj co[m]mestibili, ed in più volte; riuscì a d.[ett]a Vecchia/Madre del D.[o]n Venanzio chiudere il portone di sua casa./In un tempo istesso viddi, che porzione di d.[ett]i Briganti andie-/dero di bel nuovo in d.[ett]a casa, violentarono a viva forza/il portone anzidetto, che lo sfasciarono di fatto, s’intromi-/sero nella medesima in dove si trattennero bona pezza,/

E come che il mio Paesano D.[o]n Nicola Fosca mosso a com-/passione del timore incusso alla più volte nominata vecchia/Madre del D.[o]n Venanzio, che rattrovavasi sola in sua ca-/sa p[er] essersene il nominato D.[on] Venanzio fuggito p[er] timor/della vita, parlò al Giuseppe Monaco, con so[m]messe umi-/liazioni pregandolo ordinare ai Briganti intromessosi/nella casa del D.[o]n Venanzio, acciò avessero desistiti, e non/avessero causato alla medesima ulterior danno. Infatti il/del Monaco si portò colà, ed in un subito Io viddi riuscire/avanti a Lui i divisati Briganti portando ciascuno fa-/gotti di biancherie, abiti, e pannamenti di diverso genere;/dimodoche frà gli altri, ne viddi uno, che levandosi un giac-/chetto, si pose un abito del d.[ett]o D.[o]n Venanzio di castoro co-/lor cenerino, e dopo postoselo, stava dicendo: questo sta/tagliato propriam.[ent]e alla mia vita assieme cogl’altri/Briganti; dopo di ciò Io me ne partii, e null’altro viddi./ed è la verità. De causa Scientie./

Interrogatus de contestibus, dixit de se Nicola d’Amore, / ed altri./
Io Giovani Cipriani o deposto Come Sopra/

                                        Cardilli /

                                                                                                                                                                         20

Eadem retroscripto die ibide[m], et cora[m] eode[m]

Nicola d’Amore di questa terra di Cerchio dice esser/uomo di campagna d’anni quaranta due circa ut di-/xit, testis cu[m] juramento interrogatus, et examinatus/super presenti informatione, et primo/
Interrogatus che sa esso testimonio del saccheggio co[m]messo a /danno del D.[otto]r D.[on] Venanzio d’Amore di questa Terra di/Cerchio, da chi, come, quanto, dove, cosa gli sia stata/saccheggiata, e p[er] qual causa. Respondit. Sig.[nor]e : Nel gior-/no di Sabato, che si contavano li diciotto del cadente/mese di Luglio di questo corrente anno mille ottocentosette/come ben mi ricordo a circa le ore diciotto incontran-/domi di stare nel luogo detto L’aja di questa stessa/Terra di unita col Sindaco Gio:[vanni] Cipriani, viddi venire/verso di me, e del detto Cipriani due Briganti, i quali/chiesero, E si fecero a pretendere la razione p[er] sei-/cento persone; fù questo mentre il Sindaco con/buone maniere gli rispose, che avessero pazienza,/che a tutto si avrebbe rimediato, e s’incaminò con d.[ett]i due/Briganti alla volta del forno di d.[ett]a Terra; Poco tem-/po dopo si Acquartierò nell’aja tutta la truppa de/Briganti ascendendo al numero di circa cento cinquan-/ta che venivano diretti da un tal Giuseppe Monaco/d’Introdacqua, e comeche d.[ett]a aja resta di rimpetto, e/

vicina alla casa del D.[o]n Venanzio d’Amore, così li Sud.[det]ti/Briganti principiaron pian piano ad intromettersi nel-/la medesima, e farsi so[m]ministrare dalla vecchia/Madre del D.[o]n Venanzio, ch’era rimasta sola in d.[ett]a casa, p[er] essersene il D.[o]n Venanzio fugito, pane, vino, ed al-/tri co[m]mestibili, e neve . Non contenti di ciò si fecero/lecito di prepontem.[ent]e prendersi delle biancherie, che /esistevano in un pastone di noce situato avanti d’entra-/re alla cucina consistentino in camisce, lenzola, menzali,/Salviette, tovaglie, tornaletti, facce di cuscini, calzette, sot-/to calzette, come ancora varj abiti, calzebrachi, ciam-/berchini, come io viddi, ed intesi ancora, che si avevano/involate quattro forcine, e trè cucchiai d’argento/con due coltelli di tavola, ed una bulica di vacchetta/ornata con chiave, e ferretti, e se Io non ricoreva di/unita col Chierico D[o]n Nicola Fosca a racco[m]mandarsi/al Comandante D.[on] Giuseppe Monaco, che p[er] carità a-/vesse dato riparo ad ulterior saccheggio, ed il mede-/simo non si fosse compiaciuto di consolarvi col/portarsi in casa di esso D.[o]n Venanzio, e di fare uscir/fuori gli Briganti saccheggiatori, al certo gli avreb-/bero causato danno maggiore; ed appena usciti dal/Portone con dei fagotti di biancheria, abiti, ed altro,/si spogliarono delle proprie camiscie, calzette, e/si rivestivano delle robbe rubate; in seguito dopo/d’aver co[m]messo il saccheggio si fecero a chiedere il/cavallo/

                                                                                                                                                                          21

cavallo, e sella del D.[o]n Venanzio, non che il D.[o]n Venan-/zio istesso, che non poterono rinvenire dopo tante/diligenze, e ricerche, e domandando a particolari/Cittadini se ache fine il D.[o]n Venanzio era fuggito/si fecero a pretendere da medesimi di dire essere/fugito, perche Giacobino, e chi contradicevalo mal-/trattavano con bastonate, minaccie, ed altro.Mi/costa di più, che nella mattina di Diecinove del/corr.[ent]e mese, ed anno si riportò di bel nuovo in/questa terra porzione della comitiva di essi Bri-/ganti, ed anche si fece a pretendere dall’anzidetta Ma-/dre di esso D.[o]n Venanzio altre, biancherie, la quale/fu costretta a dargli delle altre camiciole, e calzette,/mentre in altro caso la volevano fucilare; e tutto/ciò sentii, che l’avevan fatto, e facevan per gelo-/sia di Governo.Tanto posso deporre, ed è la verità./De causa scientie./

Interrogatus de contestibus dixit de se il Chierico D.[o]n/Nicola Fosca ed altri./

+ Signu[m] Crucis

                       Cardilli

Eadem retroscripta die ibid/[em], et cora[m] eode[m]/
Giuseppe di Franc.[esc]o d’Amore di questa Terra di Cer-/chio dice essere Fattore del D.[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore-/re di d.[ett]o luogo di età sua d’anni cinquanta circa/ ut dixit, testis cu[m] juramento interrogatus, et exa-/minatus super presenti informatione, et primo./
Interrogatus, che sa esso testimonio del saccheggio co[m]mes-/so a danno del D.[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore di questa Ter-/ra di Cerchio, da chi, quando, dove, come, che saccheg-/gio gli sia stato co[m]messo, e p[er] qual causa. Respondit./Sig[nor]e Su quanto V.[ostra] S.[ignoria] mi ha domandato posso, e devo p[er] la verità deporre, che nel giorno di Sabato, che si contavano ( al margine sinistro è scritto in verticale “d’Amore”e “Cardilli” in orizzontale n.d.r.) li diciotto di queso cadente mese di Luglio, ed anno mil-/le ottocento, e sette, a  circa le ore diciotto di d.[ett]o giorno,/come ben mi ricordo, si portò in questa Terra una/Masnada de Briganti sotto la direz.[ion]e del di loro Co-/mandante, come intesi, Giuseppe Monaco d’Introdacqua,/la quale si situò nel luogo detto L’aja, e propriam.[ent]e/di rimpetto la casa del mio Padrone D.[o]n Venanzio d’/Amore; e colla scorta del Sindaco Gio:[vanni] Cipriani si/fece primieram.[ent]e a pretendere pane, vino, co[m]mesti-/bile, ed altro che tutto gli fù dato dalla mia Padro=/na D.[onn]a Pressede Madre del D.[ottor]e Venanzio, che era resta-/ta sola in casa p[er] essersi il D.[o]n Venanzio fugito p[er] ti-/mor della vita. Non contenta di ciò porzione di d.[ett]a massa/s’introdusse violentemente nel palazzo, e si prese delle/varie biancherie di diverse sorte, abiti, calzabrachi, e ciamber-/

                                                                                                                                                                           22

e ciamberchini, quattro cucchiai, e tre forcine di/argento, e due coltelli p[er] uso di tavola; come anche/una bulcia di vacchetta ornata con chiave, e ferretti,/come intesi nell’istesso atto, e se non accorreva il Co-/mandante Monaco a preghiere del Chierico Nicola/Fosca, e Nicola d’Amore a sloggiare i Briganti dall’/anzidetto palazzo, L’avrebbero ulteriorm.[ent]e dilapidato./E riusciti, che furono da d.[ett]o palazzo si fecero a preten-/dere il cavallo, e sella di esso D.[o]n Venanzio, nonche il/D.[o]n Venanzio istesso, che non potettero rinvenire p[er] essersene/fuggito p[er] timor della vita, asserendo, e cercando dal’/Individui di questa Terra acciò dicessero, che il D.[o]n/Venanzio se n’era fugito p[er] esser Giacobino, ed a chi/ricusava di manenerlo, lo bastonavano, minacciavano, e maltrattavano. E tutto ciò lo fecero p[er] causa di gelosia/di Governo, come ho inteso, ed è la verità. De causa/scientie.

Interrogatus de contestibus dixit de se Nicola d’Amore,/ed altri./

Io Giuseppe d’Amore ho deposto come Sopra/

                                     Cardilli

Die prima mensis Augusti milles.[im]o, octincentes.[im]o septimo/

In Reg[i]a Curia Celani, et cora[m] eode[m]/

Angelo Nicola Legge d[el]la Terra di Cerchio dice essere Uomo di/Campagna, di età d’Anni cinquanta circa, ut di:/xit.Testis cu[m] juram.[ent]o int[erroga]tus,et examinatus super/p[rese]nti informatione, et p[ri]mo.

Int[erroga]tus, che sa esso test.[imoni]o del saccheg.[gi]o commesso a danno/del d.[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore d[el]la Terra di Cerchio,/da chi, come, q[ua]ndo, dove, cosa gli sia stata saccheg=/giata, e per qual causa. Respondit: Sig.[nor]e Sopra q[ua]nto/V.[ostra] S.[ignoria] mi ha interrogato posso solo per la verità deporre,/che nel giorno dell’antepas.[sat]o Sabato,che si contavano/li diciotto del p.[rossimo] p.[assato] Lug.[li]o di q.[uest]o cor.[rent]e Anno mille, ottocen-/to, e sette si portò nella Terra di Cerchio, mia Padria,/una quantità di Briganti; e coll’occasione,che Io stavo/poco bene, mi portai per divertirmi, nel L.[uog]o d.[ett]o L’aja, in/dove trovai i nominati Briganti, che non conosco; uno/di quali, che andava a Cavallo si avvicinò a me, e mi domandò, se D.[on] Venanzio d’Amore Giacobino, a cui/Io risposi di nò; a tal Risposta mi diede un Schiaffo a/mano aperta e mi disse, che Io non volevo dire la ve=/rità. Io pian piano mi Ristitutii in mia casa, e null’altro/viddi, ne altro posso disporre. Ed è la verità.de causa/scientie/

Int[erroga]tus de Contestibus,chi il de se, Nicola d’Amore, ed altri/

+ Signu[m] Crucis.

                   Cardilli

                                                                                                                                                                        23                                                   

Eade[m] Retro[scri]pta die ibide[m],et cora[m] eode[m]

Luca Carusone della terra di Cerchio dice essere Uomo di/Campagna, di età sua d’Anni cinquantatrè circa, ut dixit,/Testis cu[m] juram.[ent]o int[erroga]tus, et examinatus super p[rese]nti infor=/matione, et primo/

In[terroga]tus, che sa esso Test.[imoni]o del Saccheggio commesso a danno/del D.[otto]r D.[o]n Venanzio d’Amore d[el]la Terra di Cerchio,/da chi, come, qu[an]do, dove, che saccheggio gli sia stato com-/messo, e per qual causa. Resp.[ondi]t Sig.[nor]e dirò la verità so-/pra q[ua]nto V.[ostra] S.[ignoria] mi ha interrogato, ed è, che nel giorno/de diciotto del pros.[sim]o caduto Mese di Luglio di questo cor-/rente Anno mille, ottocento, e sette a circa le ore dieciot-/to stando Io in d.[ett]a mia Padria, e propriam.[ent]e nella mia Aja/a componere il grano, si portò ivi una quantità di cir-/ca cento, sessanta briganti, che venian Regolati dal di/loro Comand.[ant]e Giuseppe Monaco d’Introdacqua, come inte-/si, porzione de quali tempo doppo ne viddi Riuscire dalla/Casa di esso D.[on] Venanzio, e sentii dire, che gli avevano Ru-/bate vari biancherie, ed altri generici, mà q.[uest]o Io non lo vid-/di. Nella mattina poi de diciannove d.[ett]o Mese dalla convicina Terra di Ajelli si Riportarono in Cerchio nel/numero di circa Otto di detti Briganti, i quali situassi.[n]o/in d.[ett]a Aja, dove Io ancora mi Ritrovavo, mi obbligarono/di chiamargli il Sindaco, che avendolo condotto avanti a/loro, a cui domandarono del denaro; ed essendosi questi/

Raccomandato di aver pazienza, perché allora lo andava/Rimediando, i detti briganti, si diressero nuovam.[ent]e verso/la casa del D.[on] Venanzio, in dove vi era soltanto la/Vecchia Madre del med.[esim]o, e violentando con Calci il/Portone della Casa, lo sfasciarono, e pretesero dalla/medesima la sella, a quali con buone maniere di-/ceva di non averla, In ciò sentire uno di detti brigan-/ti gl’impugno lo Schioppo in faccia in atto di sparar-/gli, mà quella subito se ne Rientro dalla fenestra, in/dove stava affacciata. Dopo di q:[uest]o un altro brigante/volle dalla med.[esim]a una Camisciola, e due paja di Calset-/te, che subito gli le somministrò. Dopo di ciò essendo il Sin-/daco di d.[ett]a mia Patria Gio:[vanni] Cipriani entrato entro il d.[ett]o por-/tone, obbligò anche a me a salir con lui, ed infatti saliti/nella sala, la Madre di D.[on] Venanzio mi disse di contare/e numerare al Sindaco anzid.[ett]o la somma di d.[oca]ti cinquanta, che gli aveva chiesti la sera, come intesi, quel denaro/stava entro un canestrino, consistenti in circa Carlini venti/di moneta sciolta, e gli Restanti in tante piastre di car-/lini dodici l’una. Numerai i detti docati cinquanta,/che il d.[ett]o Sindaco Cipriani tirò a se, e disse doverli dare/per contribuz.[ion]e ai briganti. La causa di tal saccheggio Io/non la sò, mà intesi, che fusse per gelosia di Governo.E q.[uest]a/è la verità. De causa scientie./

Int[erroga]tus de Contestibus, dixit de se, Gio:[vanni] Cipriani, ed altri./

+ Signu[m] Crucis

                       Cardilli  “.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

GRAN CORTE CRIMINALE

PROCESSI (SECONDA SERIE) 217

“[…] f. 24r

 Addi 3 Otobre mille ottocento otto/Gianpasquale Ferrini di Goriano Sicoli com=/morante in Rajano, dice fare il Ferraro/di sua età di anni quaranta in circa/Interrogato Sul tenore di una copia di Let=/tera del Reg.[i]o Sig:[no]r Procuratore Genera=/le presso il Trib[una]le Straordinario Sedente/(al margine sinistro si legge: “ Ferini” n.d.r.)in Napoli, e propriamente Sul capitolo (al margine sinistro si legge: “Placidi” n.d.r.)/primo, ha risposto Signore, coll’occasio=/ne fui Sedotto dal Sig:[no]r Ermenegildo/Piccioli, ad unirmi nella massa de Bri=/canti Sotto il comando del Capitano del’/Lorda del medesimo Giuseppe Monaco di/Antrodacqua(sic), So benissimo, che Sotto il/di nove Agosto del passato Anno (al margine sinistro si legge: “Fortunato” n.d.r.) mille ottocento Sette, trovandomi nella/montagna della confinazione di Ac=/ciano, in unione di Felice Ruggieri/alias Giovinotti di Ovindoli, ed altri,/Si portarono ivi Francesco Angeloni, ed/Andrea Damiani de Navelli, i quali/dissero a Felice Ruggieri, e Giuseppe

  1. 24v

Monaco, che erano stati Spediti dai Fra=/telli Piccioli de Navelli, affinche Si fusse=/ro Subbito colà portati, come difatti la/Sera Stessa di detto giorno ci portassimo tut=/ti, e circa le ore due della notte. Lascian=/do fuori del Paese la Massa. Fussimo/riceuti in Casa Piccioli, cioè Felice Rug-/geri, e Suo Figlio, Giuseppe Monaco, e/Suo Figlio, Pelino Petrella di Pratola,/nonche Andrea Damiani, e Francesco/Angeloni di Navelli, i quali erano in/nostra compagnia ritornati, e fussimo ri=/ceuti dal Sig:[no]r Gennaro, Sig.[no]r Gaetano, e/Sig.[no]r Pasquale Fratelli Piccioli, e pro/priamente il Sig.[no]r Gennaro Si chiamò in/una camera il Capitano della Massa,/col quale conferì Segretamente per lo/Spazio di circa un quarto di ora, e do=/po fussimo trattati a cena, e mentre Sta=/vamo cenando, comparvero il Sig.[no]r Gian=/domenico Corsi di Capestrano, ed il Barone/Sig.[no]r Leopoldo Marchi de Navelli, ma/appena terminata la cena ce ne partim=/mo con essere Stati raccompagnati dai/Signori

  1. 25r

Signori Gaetano, e Pasquale Piccioli/Sino all’ultima porta della Casa passeggian=/do, e discorrendo specialmente il Sig.[no]r Gae=/tano con bassa voce col Capitano Giu=/seppe Monaco, e ci portassimo indi a/riunire con gli altri Bricanti Sotto il/Paese all’infuori di Francesco Angeloni,/che ritrocedè verso i Navelli, e tutti/uniti dalla volta di Civita Retenga,/(al margine sinistro si legge : “ Ferrini” n.d.r.) ci portassimo in Stiffe nella Casa di/(al margine sinistro si legge: “ Placidi” n.d.r.) Francesco Pellegrini./Sul capitolo 6. Esaminato, ha risposto So=/molto bene, che Felice Ruggieri, alias/Giovinotti disse a tutti i Bricanti nella/Montagna di Sirente, e Specialmente (al margine sinistro si legge: “Fortunato” n.d.r.)/al Capitano Monaco, che nell’Aquila ci/aveva del molto partito, ma non Spiegò/con chi aveva il carteggio, ne chi era=/no i Soggetti./Sull’ottavo. Esaminato, ha risposto Solo pos=/so deporre, che in Civita Retenca vi

  1. 25v

fusse l’attacco con i Gentarmi, ma non/So per quali insinuazioni, giacchè mi ero/Sperduto, e diviso dalla massa giorni p[ri]ma/Sul decimo esaminato, ha risposto, Che atte=/se le cose antecedente arguisco benis-/simo, che i Fratelli Piccioli, il Sig.[no]r Lep=/poldo Marchi de Navelli, ed il Sig.[no]r (al margine sinistro si legge: “Ferrini” n.d.r.) Giandomenico Corsi di Capestrano cogiura=/vano contro l’Attual Felice Governo,/giacchè degli Altri Sig.[no]r Pietroncelli, Sig.[no]r/Canonico D.[on] Gianandrea (è stato corretto n.d.r.) Ferrei di Cape=/strano non posso dirne ne male, ne be=/ne, che non li conosco./Esaminato Sul Capitolo decimo Secondo,/giacchè degli altri capi dice niente Sa=/perne, ha risposto Posso per la verità/deponere Soltanto, che il Sig.[no]r Ermene=/gildo Piccioli circa il Mese di ottobre/dell’Anno 1806 (è stato corretto n.d.r.) fece leggere a Giovinotti/Monaco, e tutta l’intera massa un dis=/paccio

  1. 26r

paccio Scritto a mano, col quale faceva/vedere, che da Palermo gli era Stato/rimesso per mezzo di un espresso Corrie=/re a nome del passato Re dal Segre=/tario di Stato, col quale lo dichiarava/Generale delle tre Provincie, cioè di/Chieti, Aquila, e Teramo, e che esso/Piccioli avea avuto l’alter ego, e le/(al margine sinsitro si legge: “Ferrini” n.d.r.) facoltà di creare l’officialità, qual/Dispaccio volle, che si affiggesse in di=(al margine sinistro si legge: “Placidi” n.d.r.) versi Paesi, come Sentii, che Si effettuì, So inoltre, che Luigi di Barisciano, che/ne ignoro il Cognome era quello, che (al margine sinistro si legge: ” Fortunato” n.d.r.) portava di notte le notizie a/Giovinotti, e Monaco colla massima Se=/gretezza essendo egli capace di quei/Luoghi, e faceva ancora il Brigante,/Finalmente Esaminato Sula condotta politica, e/civile delle nominate persone, e dell’/attuale loro destino e trà essi che ne/Sia del nominato Luigi di Barisciano,/ha risposto, Non si pone in dubio,/che l’Autore del Brigantggio Sia

f.26v

Stato il Sig.[no]r Ermenegildo Piccioli/de Navelli, e che, come Persona facol=/tosa, e pulita gli aveano tutta la/fiduccia, per cui facilmente eravamo/creduli ai suoi detti, e che in oggi per/quello ho tra sentito Si trova carcerato/nella Capitale di Napoli./Il Sig.[no]r Gaetano Piccioli di unita al Sig.[no]r/Leopoldo Barone Marchese de Navelli,/ed il Sig:[no]r Giandomenico Corsi di Capestra=/(al margine sinistro si legge: “Ferrini” n.d.r.) no, che in oggi parimenti Sento dire che/Si trovino carcerati in Napoli, soffrire va=/no contro del Governo, perché allorche/mi portai nei Navelli in casa Piccioli/di unita agli altri nella sera del di/nove Agosto (è stato correto n.d.r.) del passato mille/ottocento Sette Se mal non mi ricordo,/vi erano in detta Casa i medesimi, e/perciò vado meglio a spiegarmi di quel=/che ho detto. Rispetto poi a Donato/Ferrara, e suo Domestico di Turri, Fran=/cesco Saverio Migliorati, Sig.[no]r Gianandrea/Canonico Ferreri, Sig:[no]r Gianvincenzo Fer=/reri

  1. 27r

reri di Capestrano, perché non gli ho/avuti in prattica, non posso dirne, ne/malo, ne bene/Depongo finalmente per la verità, e/per quello che mi costa, che il Capitano/delle Masse Giuseppe Monaco di Antro=/dacqua(sic), e Suo Figlio, Felice Ruggieri/alias Giovinotti di Ovindoli, Andrea Da=/miani di Navelli, Pelino Petrella di/Pratola alias Muscillo, perché Cospirato=/ri contro l’Attuale Felice Governo, e (al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.r.)  Bricanti Si trovano passati agli eterni ri=/posi, So dippiù per averlo Sentito dire/che il Figlio di Giovinotti Si trova carce=/rato nell’Aquila, come uno dei Brican=/ti, non mi costa però l’attuale destino/di Luigi Barisciano, ne di Francesco/Angeloni di Navelli parimenti Brican=/ti/Gianpasquale Ferrini ò deposto come Sop:[ra]/ A. Placidi”

 

 “[…] f. 4r Addi tre Otobre mille ottocento otto/Pasquale Sidonio della Comune di Prata/di età sua d’anni Sessantasette circa/uomo di campagna./Angelantonio Eusanio dello Stesso Comune/ di età sua d’anni Sessanta in circa Uomo/di Campagna/Pietro dell’Orso di d.[ett]i Comune di Prata/di età Sua d’anno Settantacinque in/circa Uomo di Campagna/Esaminati convenientemente l’uno dopo l’altro/Sul tenore di una copia di lettera del/Reg.[i]o Sig.[no]r Procuratore Generale presso/il Trib[una]le Straordinario Sedente in/Napoli, e propriamente Sul Capitolo/quinto, han risposto Signore Come Na=/(al margine sinistro si legge: “ Fortunato” n.d.r.) turali del Comune di Prata possiamo/certamente deponere, che nell’inverno/ del pasato anno mille ottocento Sette/il fù Bricante Andrea Damiani, coll’oc=/casione faceva de lavori, nella Chiesa di/San Nicola in Prata in qualità di Sca=/rapellino, ritirava nella Casa di Vincen=/zo di Bartolomeis, ed appena termina-/to il lavoro, Se ne andiede colla mas=

  1. 4v

sa del Sig.[no]r Ermenegidlo Piccioli de Na=/velli. Deponiamo in oltre, che il nomato/vincenzo de Bartolomeis fù parimenti/Bricante, ed avuto il perdono, Se ne par=/tì colle Truppe Francesce(sic), e più non/abbiamo avuta notizia. Finalmente de=/poniamo, che il Mastro Andrea Damia=/ni de Navelli, perché Bricante, e cos-/piratore contro l’Attuale Felice Governo,/ fù per mezzo della giustizia contanna=/to a morte, e la dilui Testa esiste es=/posta nel Comune de Navelli Sua Pa=/tria, ed è la verità./+ Segno di Croce di Pasquale Sidonio Ill[ettera]to/come ha detto, quale ha desposto come/Sopra/Io Angelo  Eusanio depoco/come sopra/Pietro dell orso deponco/come sopre/A. Placidi”

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza S. I cat. 27 b. 4813 a

“ Navelli   1806/Il S.[igno]r Luigi Piccioli de’ Navelli è autorizzato a pro-/curare che il di lui Fratello S.[igno]r Ermenegildo Piccioli/abbandoni il disonorante Mestiere dei Capo Mas-/sa”/V.[olume] 12/c. s. n. sei ( è scritto su carta da bollo da grani due n.d.r.)/

  1. 1r

Popoli 22 Sett.[embr]e 1806/Luigi Piccioli Isp:[ettor]e di Polizia/Al Sig:[no]r Dionisio Corsi, Intende.[ent]e della Prov:[inci]a dell’/Aquila/Signore/Io vengo spedito costì da S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro Saliceti,/p[er] affari importantissimi. Avevo un piego p[er]voi, e/p[er] cot:[est]o Sig:[no]r In[tenden]te Francese, in cui dal prefato Ministro/si specificava il tutto. Ma la disgrazia avvenuta-/mi nella notte scorsa di essere Stato assassinato (sic)/nel Piano di cinque miglia una col Corriere, col/q[ua]le mi ero associato p[er] venir qui prontam:[en]te, che/fosse stato possibile, giusta gli ord:[in]i ricevuti, sono Stato/assassinato da dieci, o dodici persone, che mi han-/no rubbato tutto ciò, che avevo incontanti, ed/altro, e mi Sono stati tolti li sud.[det]ti pieghi, come/anche gli altri, p[er] gli Intend:[en]ti, e G[e]n[era]li delle/due Prov:[inci]e; ed è Stato similm:[en]te rubato il Corriere/delle Carte, che portava. Non mi fido di essere/costà in questa Stessa Sera, perché non mi fido,

  1. 1v

e mal ridotto dal timore. Domani verrò Senza/meno a presentarmi, ed a com[m]unicarvi il/tutto./Ho l’onore di essere con tutto l’ossequio./P.[ost] S.[criptum] In punto miracolosam.[en]te ho ricuperato li pieghi,/e col vivo della voce le dirò il tutto./Devotiss:[im]o Obb[ligatisi]mo Serv:[itore] Vero/Luigi Piccioli

  1. 2r

Napoli li 19 Settembre 1806./Il Ministro della Polizia generale del Regno/Al Signor Intendente dell’Aquila/Signor Intendente/Il Sig[no]r Luigi Piccioli si reca nella vostra Provincia;/Le sue intenzioni son di rendere qualche Serviggio (una consonante “g” è stata cancellata n.d.r.) allo/Stato, che ne ha accettato l’offerta; Egli si trova essere/benché con assai diversi principii fratello di quel Erme/-negildo Piccioli, che si è messo alla testa dei Briganti della/vostra Provincia e vive nella sperazna di potere ottenere/colle sue rimostranze che il suo traviato fratello abbandona/il mestiero pericoloso e disonorante di Capo Massa. E’ da/desiderare che questa sua fiducia sia giustificata dall’e/sito, ed è giusto altresì che l’onestà di questa intenzione

  1. 2v

venga ajutata di tutti quei mezzi di facilitazione che/Sono in potere del Governo. E perciò che io v’ingiungo/di permettere che il Sig[no]r Piccioli operi pubblicamente nel/senzo della Sua Commissione Segreta non fecendoli colpa/di ciò che potrebbe averne l’apparenza, e Secondandolo/ancora talvolta in ciocchè vi confidasse poter essere/necessario al Suo oggetto./Sono intanto con Stima/Saliceti

  1. 3r

Aquila 24 Sett:[embr]e 1806/Luigi Piccioli/Al Sig:[no]r Dionisio Corsi, Intend:[en]te della Prov.[inci]a di Aquila/Signore/Deggio pregarvi, onde poter adempiere con faciltà all’/incarico addossatomi, di una Carta di passo libero ai due miei/F[rate]lli, Sig:[no]ri Gaetano, e Gennaro Piccioli, affin di spedirli in/cerca dell’altro, che trovasi alla testa delle Masse, e mettere/in opra tutta la mia energia, e zelo p[er] l’intento, che bra=/mo, di ridurlo al proprio dovere in virtù delle facoltà ac=/corda temi da S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro Saliceti. Voi sapete bene/li miei sentimenti, perche ebbi l’onore di estrinsecarveli/sin da jeri. Non trovo miglior espediente, che q[ue]llo vi propon-/go. Son sincero, che li anzid:[et]ti F[rate]lli non Sono nel num:[er]o de’ Bri-/gandi. Si tengono nascosti nelle Montagne, ed andrò in cerca/de’ med:[esim]i, prendendo lumi da ogni dove. La Carta, che vi/domando, riguarda quest’unico oggetto, affinche andando essi,/Chi p[er] l’un Luogo, e Chi p[er] l’altro in cerca di Ermenegildo,/non abbiano ad essere molestati dalle Truppe Francesi; che anzi/incontrandole, abbiano a dar loro de’ lumi necessari p[er] rinvenirlo.

  1. 3v

Sarà il p[ri]mo passo delle mie operazioni, e mi sarà di norma p[er] tutt’altro,/che dovrò praticare, tenendovi esattam:[en]te riscontrato di tutto, come il dove-/re esigge; e prevenendovi con anticipazione de’ mei sentimenti, e del/partito, che adotto; del pari che tutto rassegnerò in dettaglio al/prefato Ministro./Sono con tutto il rispetto./Devotiss:[im]o Obb[ligatissi]mo Serv:[ito]r vero/Luigi Piccioli

  1. 4r

Aquila il 25 Sett:[embr]e 1806/L’Intendente della Provincia/Al S.[igno]r Luigi Piccioli de’ Navelli-/Dietro la vostra richiesta della data/di jeri vi acchiudo una carta di/sicurezza pel vostro Fratello S.[igno]r/Gennarino, il quale rimane auto-/rizzato a poter girare da per/tutto, avendo sospesi per sei/giorni gli ordini di carcerazio-/ne contro di Lui. Accusatemene/il ricevo, e sono con stima-/La carta di sicurezza è concepita ne’(segue un cancellatura n.d.r.)/termini seguenti= Aquila i 25 Sett.[embr]e 1806/In virtù della presente tutte le Autorità ci=/vili, e Militari lasceranno liberamente passa-/re da per utto la persona del S.[igno]r Gennarino/Piccioli de’ Navelli, senza dare al med:[esim]o mole-/stia veruna, che anzi verrà secondato/nel suo viaggio- Questa carta di sicurezza,/sottoscritta dall’Intendente generale della/Provincia, e dal Gen.[eral]e Comandante le Armi/nella med:[esi]ma, vaglia pel solo preciso termine/di sei giorni a contare da oggi, poiché/scorso d:[ett]o tempo rimane inutile, e ripren-/dono vigore gli ordini di carcerazione/dati contro il nomato S.[igno]r Gennarino/Piccioli, e che rimangono solamente/sospesi p[er] d:[ett]i sei giorni da oggi-

  1. 5r

 Navelli li 26: Sett.[embr]e 1806/Luigi Piccioli/Al Sig:[nor]e Dionisio Corsi, Intend:[en]te della Prov:[inci]a di Aquila/Signore/Profittando della Carta di sicurezza, che voi mi consegnaste p[er] mio/F[rate]llo Gennarino, feci subito cercar di questi al mio ritorno qui. Non pria/di questo momento è Egli venuto, e l’ho spedito subito alle ore diciot=/to in cerca dell’altro sconsigliato F[rate]llo Ermenegildo. Ho Seco portata/una mia lettera, la di cui Copia vi sarà presentata dal Sig:[no]r Arcidiacono/Marchetti, che, dopo letta, e cifrata, rimetterà in Napoli, secondo l’indiriz=/zo, che Io glie ne do, im[m]aginando bene, che incontri la v[ost]ra approvazione/locche si è da me operato. Deggio lusingarmi, che l’esito abbia a corris-/pondere alle mie premure, ed all’oggetto della mia spedizione; maggior=/mente perche la sud:[det]ta lettera l’ho fatta accompagnare con altra di/mio Padre, la di cui Copia p[er] v[ost]ra piena intelligenza vi sarà del pari/presentata. Dietro delle risposte, che mi perverranno, Io mi porterò/subito costì p[er] com[m]unicarvele, e p[er] passarle poi in Napoli a norma/di tutt’altro, che dovrà praticarsi./Desiderarei, che voi mi suggeriste ancora altri mezzi per poterli a/volo eseguire in un’incarico di tanto rimarco, e che richiede tutta/la mia premura, ed energia./Ho l’onore di essere colla più perfetta Stima/Luigi Piccioli

  1. 6r

Aquila p[ri]mo Ottobre 1806/Luigi Piccioli/Al Sig:[no]r Dionisio Corsi, Intend:[en]te della Provincia di Aquila./Signore/(al margine destro così si legge scritto da altra mano: “ Si è accordato un nuovo Salvo con-/dotto p[er] g[ior]ni da oggi 2 Ott.[obr]e 1806” n.d.r.) In prosieguo di mie premure p[er] l’affare del F[rate]llo S:[igno]r Ermenegildo/Piccioli, vi ho com[m]unicato a voce altri miei sentimenti, q[ue]lli stessi/che ho pure rassegnati al Sig:[no]r G[e]n[era]le Gaullus, facendovi ostensiva la/lettera, che ho all’effetto formata. Piacciavi dunque in grazia di/accordarmi altra Carta di sicurezza p[er] l’uno de’ miei Frate]lli, che più/vi aggrada, Sig:[no]ri Gennaro, o Gaetano Piccioli, affin di disimpegnare/un tale incarico. Sarà questo l’ultimo tentativo p[er] richiamarlo al/proprio dovere. Se vi acconsente, la mia impresa sarà gloriosa, e/ritornerà la calma, e la tranquillità alla desolata Famiglia. Se/persisterà ostinatam:[en]te nella sua pertinacia, e mal talento, corre=/rà Egli allora il destino della sua perdizione; e la Famiglia istessa/lo abbandonerà all’intutto./Ho l’onore di dirmi con tutto il rispetto./Luigi Piccioli “.

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza, SI, Cat. XXVII, b. 4815 A, fasc. 13

“ Celano li 22 Luglio 1807/Il Gov.[ernato]re Int.[eri]no di Celano/Al Sig.[no]r Intendente della provincia di Aquila/Al Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Rimetto a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma un libretto scritto a mano caduto dalla/sacca di un (è scritto sopra n.d.a.) Brigante mentre con rapido corso attraversava/questo tenimento. Contiene materie di divozione, ma/ in principio è scritto il nome di una Donna, e verso il/mezzo quello di una tale Badessa. Questi indizj uniti a/quello, che ci somministra il carattere, possono condurre alla/cognizione del divoto assassino./Non ho altro a dirle di nuovo. Sono col massimo rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Acciano 25. Luglio 1807/Il Regio Governatore di questo Circondario/all’Ill[ustrissi]mo Sig.[nor]e Intendente della Provincia/Signore./L’esibitore Domenico di Berardino, non avendo potu-/to proseguire il di lui cammino per la volta di Ce-/lano, o di Gioja, à causa de’ Briganti, che infestano/le Contrade, per le quali hassi a transitare, se ne/torna in codesta Residenza; ed avendo chiesto, che/io le rassegnassi  a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, non ho incontrato il far-/lo, per essere vero l’esposto motivo. E col solito rispet-/to mi rassegno./Bernardino Muzj/ Le Carte per i Sigg.[nor]i Gov:[ernato]ri di Celano, e Gioja son restate pres-/so di me, onde farle pervenire a med:[esim]i appena la circo-/stanza lo permetterà, e di nuovo mi rassegno. “

“ Acciano li 26 Luglio 1807/Il Regio Governatore di questo Circondario/All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Intendente della Provincia./Signore./Quantunque, in data di jeri, mi dassi l’onore di rassegnare/a V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, che avrei preso conto degli eccessi, che commi-/sero in questo Circondario i Briganti, allorchè la matti-/na de’ 16. Stante qua piombarono nel numero di circa/trecento, per quindi umiliarmele il risultato, debbo ora/passare alla di lei Sublime intelligenza la impossibilità/di recare a fine un tale progetto, e di fare qualunque/altra operazione. I Briganti volteggiano, Sebbene in picciole partite, per queste/contrade. Le vicine Montagne Sono il di loro ricovero,/ed il punto di riunione./I Deputati di Polizia, i Sindaci delle Comuni han cessato di/dare i loro rapporti. Dietro le minacce de’ Briganti, che/ne han sorpresi alcuni, è Seguito uno Scoragimento uni-/versale. Non Si trovano pure ( è stato cancellato n.d.r.) neppure (è scritto sopra n.d.r.) i Corrieri. Al timore non/Si comanda!/E’ dunque di assoluta necessità di qua inviarsi prontamente/una forza bastante a restituire il coragio alle Popolazioni/avvilite; a ravvivare la fiducia delle medesime verso il Gover-/no, ed impedire il progresso de’ Scellerati Sulla Semplicità/de’ Popoli, che Si veggono Senza difesa da un branco di Assas-/sini./Io mi trovo, a tempo proprio, e con precisione, avere dimostra-/to la necessità della Truppa in questa posizione interessan-/te, ed il niun conto, che dovea tenersi, Senza della medesima,/delle Guardie Civico Provinciali, e de’ Proprietarj, Scoragiti/da tanti funesti esempj Sopra coloro, che si erano compro-/messo contro de’ Briganti./Ciò non di meno, e malgrado i fatti avvenuti, che hanno pie-/namente giustificato i miei timori, prosiegue tuttavia/questo Circondario ad essere senza la menoma Forza, ed/in periglio di cadere nella desolante Anarchia. Io che posso,/e che debbo fare senza mezzi? Ne imploro da V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma/l’oracolo, e coll’usato rispetto mi rassegno./Bernardino Muzj”

“ Aquila 12 Agosto 1807/Bernardino Muzj Governadore di Acciano/All’Ill[ustrissi]mo Sig:[nor]r Intendente della Provincia/Signore/Si è compiaciuta V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, con suo rispettabile foglio de’ 10. Stan=/te, prevenirmi, che dietro il mio rapporto de’ 7., sull’andata/de’ Briganti in Acciano, aveva date le convenienti disposi=/zioni per la persecuzione de’ med:[esim]i, e mi comanda restituirmi/nella residenza, poiché una imponente Forza si è già diretta/a quelle Contrade, che non rimarranno scoverte./Io mi do l’onore di assicurare V.[ostra] S.[ignori]a Ill[ustrissi]ma, che appena verrò accer=/tato di esser colà pervenuta la Forza, mi farò un dovere/di rendermi alla mia residenza, quantunque La salute,/non molt’ora, mi assist’ a conto delle fatighe sostenute, e de’/timori patiti, i quali mi han fatta una significante impres=/sione nel sistema de’ nervi./Intanto non Lascio di rassegnarLe, che per mezzo di un Naturale/del Tione, per Nome Lorenzo Trionfi, si è saputo, che jerise=/ra, taluni Briganti, dalla via della Montagna di Beffi si/diressero novamente sopr’Acciano, e se ne ignora il risul=/tato./Si compiaccia restarne inteso, e coll’usato rispetto, mi segno./Bernardino Muzj/Si degni voltare.//Questa matina, tredici del corr.[ent]e mese di Agosto, sono assicurato/che nella p[assata] p[rossima] Domenica si sentirono nuovam.[ent]e i Briganti/nelle vicinanze di Acciano: che jeri l’altro si presero due/Cavalli nel Comune di Bominaco, e quattro al Cavallaro,/che andav’a tritare a Fontecchio./Ho stimato mio dovere soggiungere tutto questo a V.[ostra] S.[ignoria]/Ill[ustrissi]ma, cui mi rinovo col dovuto rispetto. “

“ Aquila 13 ag.[ost]o 1807/Al Sig.[no]r Generale Digonet/Il Sig.[no]r Gov.[ernator]e di Acciano con sua Lettera/di jeri presentatami poco fa mi av-/visa di aver risaputo da un tal/Lorenzo Trionfi del Tione, che (è scritto sopra n.d.r.) taluni/briganti p[er] la via della Montagna/di Beffi si diressero nuovam.[ent]e sopra/Acciano la sera degli 11.; e che i mede[esim]i/briganti si presero due cavalli nel/Comune di Bominaco, e quattro/ad un Cavallaro, che andava a tritar/il g[ra]no a Fontecchio. Ho creduto uti-/le di passarvene l’avviso, ed all’/occasione istessa rinnovarvi”

“ Città Ducale 27 Ag.[ost]o 1807( al margine sinistro si legge:” Divisione di/Polizia/2° Burò” n.d.r.)/Provincia    dell’Aquila/Il Sotto Intendente del Distretto di Città Ducale( al margine sinistro si legge: “ Si chiederanno/ai Sig.[nor]i Gov.[ernator]i del/Distretto le di=/stinte note degl’/assenti dalle Co=/muni per unirsi/ai briganti, e/di quei, che/ne so/no sospetti “ n.d.r.)/Al Sig.[no]r Intendente G[e]n[era]le della Prov.[inci]a/Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r/Essendo i di Lei comandi, che mi da cola Sua favo=/ritissima della data di questo Mese, quale ricevo/quest’oggi; vado a scrivere riserbatamente a tutti/i Governatori del Distretto, che mi rimettano il chie=/sto notamento di tutti gl’Individui, che siensi allon=/tanati dalle Comuni Loro Patrie per unirsi agl’/Assassini, non omessi quei, che ne fossero semplice=/mente sospettati, facendovi delle operazioni/generali, e particolari sopra i varj[…] di sos=/petto, che se ne abbiano, e facendovi de’ supple=/menti successive, finche durano Le attuali turbu=/lenze. Subito che mi giungeranno queste note,/che ho raccomandate con premura, non man=/cherò riscontrarnela esattamente Supplico/V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma restare in quest’intelligenza, e creder=/mi pieno di rispette, e di considerazione/Cesare M.a Boccanera”

“ Celano Li 31 Agosto 1807/Il Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Duca d’Alanno Intendente della/Provincia di Aquila/Eccellenza/ieri sera si ritirò in Celano colla partita de’ Gendarmi il Sig.[no]r Tenen-/te Iatta. Avevano essi fatta parte della colonna mobile comandata/da un’Ufficiale francese Chiamato Mauget, che ricevè l’incarico del/Sig.[no]r Generale Digonet d’inseguire e distruggere i Briganti infestatori/di queste contrade. Esso Iatta mi ha detto di aver lasciato Mauget/a Magliano col distaccamento: che nel tornare s’incontrò a Tora-/no con un Brigante, il quale fu ammazzato : che la comitiva/degli assassini monta a circa sedici individui, e che serbano sempre/il costante tenore di mettersi in fuga vedendo i militari./Il dettaglio di tale spedizione le sarà fatto da d.[ett]o Tenente Iatta, ma/non credo che vi sia cosa di rimarco./La Popolazione è tranquilla in tutto il mio circondario./Sono con tutto il rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 3 7[settem]bre 1807/IL Governatore di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia/di Aquila/Eccellenza/Da mio rapporto della data di jeri avrà l’E.[ccellenza] V.[ostra] rilevato quanto è/accaduto in Ajelli. Debbo aggiungere adesso che ritornando oggi colà D.[on] Clementino Berardi, ch’è Stato qui rifugiato, si è incontrato poco lungi/da quel Paese con molta gente, la quale fuggiva a tutta fretta, dicen-/do essere venuto di nuovo un Corriere mandato da Briganti per rice-/vere l’imposta somma di docati seicento, altrimenti sarebbono essi Stessi/venuti per mettere tutto a ferro e a fuoco./Le circostanze di Ajelli sono tali da meritare tutta l’attenzione. Molti/naturali di quella Comune hanno a me rappresentato di aver bisogno/di soccorso. L’ajuto da prestarsi a’ medesimi non dovrebbe essere mo-/mentaneo. Essendo quel Paese molto prossimo alla montagna, e/dimorandovi varie Famiglie opulente, gli assassini non perderanno/presto la voglia di andarvi. Sarebbe qui di necessario o di fare armare/tutt’i Benestanti, o di situarsi un corpo di Truppe. V.[ostra] E.[ccellenza] può/decidere quali de’ due progetti possa mettersi in pratica. Mi pren-/do però la libertà di dire che la verificazione del primo in tutt’i/Paesi del circondario (chiamandone di ogni cattivo esito risponsabili i/Ricchi) sarebbe l’unico mezzo per tenerne lontani gli assassini. E’/troppo noto il carattere di questi per averlo spiegato in molte circo-/stanze, vale a dire che si danno a precipitosa fuga ai primi scari-/chi di fucile. Finchè i Paesi resteranno disarmati saranno sog-/getti alle incursioni de’ Ladri. La riflessione che possono restare/disarmati dai ladri stessi non ha più luogo. La certa decisione//della maggiore e miglior parte de’ Cittadini all’attuale Governo (è scritto sopra n.d.r.) e la loro re-/sponsabilità in caso della perdita de’ fucili sono forti motivo/per non crederla più ragionevole. Del resto abbia questo/sentimento quella forza, che merita presso la perspicace/Spirito di V.[ostra] E.[ccellenza]./Sono intanto col più grande rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Celano li 8 7mbre 1807/Il Gov.[ernato]re di Celano/A S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Intendente della Provincia/di Aquila/Eccellenza/Ho fatto paragonare la firma di Monaco apposta nella lettera/scritta al Sindaco di Ajelli con altre firme del medesimo/esistenti in varj rapporti diretti a questo Sig.[no]r D.[on] Luigi Toma-/setti, quando esso Monaco era Capitano delle milizie Provin-/ciali nel passato Governo. Secondo la confessione de’ Notari/essa è della mano di Monaco. Parmi dunque che non/si possa dubitare della sua genuinità./Sono col più altro rispetto/Giuseppe Saliceti “

“ Chieti, e/Provincia/1807/Stabilimento del Si.[gno]r Gen[era]le/Partouneaux per la distruz.[ion]e/de Briganti ( al margine sinistro si legge: “ Si accus’il ricevo de’ 100/esemplari. Si dica, che/ne mandi altri 200, che/in Chieti vi Saranno/a 1. Ag.[ost]o 1807 ad.”  Più sotto vi è la seguente scrittura scritta verticalmente in parte impressa: “ B.AU F. PORT-PAYE’/AR. D’JTALIE/MERIDIONALE” e in parte manoscritta: “ A’ Monsieur/Monsieur Le Duc d’Alanno Intendant/de La Province de/L’Aquila/” e, più sotto ancora, un’altra scrittura manoscritta posta diagonalmente: “ Le Gènèral de Div.e/Partouneaux”  n.d.r.)/

“ Le rimetto, Sig.[no]r Intendente, N.[umer]o Cento Esemplari acciò/ella Li mandi nelli Luoghi di Sua attinenza dalla/Provincia, per farli affissare, acciò Sia conosciuto/da tutti il nuovo Stabilimento rapporto ai/briganti; intanto hò L’onore di dirmi/Dev.[otissimo]o, ed Oblig.[atissim]o Servit.[or]e/Gio.[vanni] Luciani “.

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

INTENDENZA/SERIE I/AFFARI GENERALI

CATEGORIA/27

ANNI/1807-1809/4815B

“a di 6 A.[gost]o/Al Sig.[no]r Gov.[ernator]e di Celano/L’Eletto del Comune di Cerchio mi ha/oggi ricapitato un di lui rappor-/to de’ 23 p.[rossimo]p.[asssato] Luglio Con esso ma-/nifesta l’andata in d.[ett]o luogo de’/briganti, le scelleratezze commes-/se, e l’intelligenza, che ebbero/nella loro andata taluni dell’istesso luogo. Piacciavi, Sig.[no]r Gov.[ernator]e,/di prendere stretta conoscenza/di questo affare, di praticare/Le più esatte, e riservate diligen-/ze per venire a giorno della ve-/rità, e per mettermi nella situaz.[ion]e/di dare que’ provvedimenti rigo-/rosi, che il caso richiede. Mi ris-/pingerete con le carte il ricorso/e vi saluto ” nel retro si legge :

 “ Cerchio, e            1807

    Celano     6. Agosto

Borro di Lettera Scritta al/Gov.[ernator]e di Celano per l’andata/de’ Briganti in Cerchio”

 “ Distretti  Circondari    Nomi, e cognomi de’ mor=/ti Patria       Qualità  Epoca della morte  Spezie della morte     Oss.ni

                                                                                               

                                            22

          Celano  Gio:[van] Pasquale, e  F[rate]lli de  Torre de Pas=  Saponari  a 18 Luglio 1807  Uccisi da Brigantj  Benchè i

                           B[erardi]no                    Angelis        seri                                                                   i due infelici ritrovati in    

                                                                                                                                                                     d.[ett]o luo=/go non si

                                                                                                                                                                      fossero bene riconosciuti,

                                                                                                                                          perché/erano stati spogliati, e massacrati

                                                                                                                                    nulla=/di meno si vuole che siano i nominati/

                                                                                                                                   si dice che portavano del sapone a ven=/dere

                                                                                                                                   sopra di un cavallo bianco. Furo=/no trovati

                                                                                                                                   in tenim.[ent]o di Ajello Luogo d.[ett]o la

                                                                                                                                   difenza.

                                       32

  1. Demetrio Giuseppe Lozzi                   Prata                             Brigante          S’ignora      di morte naturale nelle

                                                                                                                                                         Prigioni di Chieti

                        Giuseppe Ciolli                  d.[ett]o                            Simile              Idem      Si vuole morto in altri  

                                      13

Capestrano  Andrea Caruso           Capestrano          P[ri]ncipali rivoltosi

                     Ferdinando di Vito      Camuso                della Compagnia

                  Francesco di Rocco           Bussi  de’ Volteggiatori di/Piccioli        a 18 M[ar]zo 1807            Fucilati dai Francesi

                                                                

                                         14 

  Giampasquale Vanassi                      rivoltosi della                                                 Afforcati p[er] decisione

 Pasquale Grande  Collepietro      stessa Compagnia         a 21. Ap[ri]le 1807. della Commiss.[ion]e Mil.[itar]e di Chie=/ti

              Dom.[eni]co Ant.[oni]o Cicconetti                                                                      

                                          15

              Gio:[vanni] Colangioli    Navelli

             Francesco Damiani        d.[ett]o         item                           a d.[ett]o                           Item  “

“ Stato nominativo degl’individui periti in questa Provincia p[er] causa di brigantaggio, da Gennaro a t[ut]to li…imt.e 1807/

Distretti  Circondarj nomi, e Cognomi de’ morti  Patria  Qualità  Epoca di morte  Spezie della morte   Osservazioni

               Aquila                       (sic)

              Bagno                       (sic)

                                           31

             Barisciano       Nicola Basile      Castel del Monte   Briganti della            S’ignorano  Uccisi da’ Soldati Francesi

                                  Gio:[vanni] Morico   d.[ett]o                massa di Piccioli (è stato cancellato n.d.r.)

             Paganica   23   (sic)

            Celano   M.[ari]a Colabianchi   Ovindoli                        a 27 Luglio 1807 Uccisa da Soldati Francesi  Giunti i Francesi

                                                                                                         In Ovindoli a’ 19 Luglio  1807/inseguendo i briganti 

                                                                                                                                                                         tirarono alcuni colpi/di

                                                                                                                                                                    fucile contro la porta della

                                                                                                                                                                  della casa/ di d.[ett]a Donna

                                                                                                                                                                  p[er] aprirla, fose credendo

                                                                                                                                                     che die-/tro fosse qualche brigante.

                                                                                                                                                      La medesima/trovandosi dietro La

                                                                                                                                                       porta istessa restò ferita da una

                                                                                                                                                    palla, e ne morì dopo alcuni gior-/ni

  1.               25

Celano     Luigi Longhi   Celano    Brigante    15 Agosto 1807  afforcato p[er] sentenza ema-/nata dalla

                                                                                                                              Commis.[ion]e Milit.[ar]e  “

“                                                                                              Aquila 17 8[otto]bre 1807

                                                        A S.[ua] E.[ccellenza] il M.[aresciall]o della Polizia G[e]n[era]le

Ecc.[ellenz]a ( al margine sinistro di legge : “ Riscontro/Sono veri i due saccheggi sofferti/Dal Comune di Gioja ai 15, e 29 7[settem]bre/dall’orda di Ventresca, e che la minac-/cia di nuovi eccedj./Se[….] il bisogno/della forza che chiede (è stato cancellato) n.d.a.) Ho ricevuto il suo veneratis.[sim]o foglio in data/de’ 10 corr.[ent]e, onde si è degnata rimettermi/una supplica del Proc.[urato]re della Comune di/Gioja per informaz.[ion]e, e pei provvedim.[ent]i/opportuni./In pronto (è stato cancellato n.d.r.) adempim.[ent]o ho l’onore di (è scritto sopra n.d.a.) rasse-/gnarle, che quanto si espone nella sup-/plica è tutto vero, ed io trovo averne già/fatto rapporto all’Ecc.[ellenz]a V.[ostra] nelle perio-/tiche lettere su lo stato della Prov.[inci]a de’/15, e 29 7[settem]bre p.[rossimo] p.[assato]; e non dubito, che/ ne abbia ricevuto delle relazioni/ancor più dettagliate da questo/Sig.[no]r General Huard./Quella Comune chiede della forza,/che la garantisca da qualche nuova/aggressione; giacchè la scellerata/orda di Ventresca, di cui è stato/misero (è scritto sopra n.d.a.) bersaglio, la minaccia di nuovi//Eccidi, ed # le posizioni di questo Sig.[no]r/Sembra però, che il bisogno di una forza/colà sia presso che tolto attesa la/distruzione della Comitiva di Giovi-/notti, e del Monaco, e l’allontana-/m[ent]o di q[ue]lla del d.[ett]o Ventresca, che in-/festa il Circondario di Pescocostanzo,/e Castel di Sangro./Ho l’onore di ( è stato cancellato e al margine sinistro si legge :” G[e[n[era]le Com[andan]te la prov.[inci]a/# allincontro le posiz[ion]i (è scritto sopra n.d.r.) questo Sig.[no]r G[e]n[era]le Comand.[ant]e (è stato cancellato n.d.r.) huard (è scritto sopra n.d.r)la provi.[inci]a (è stato cancellato n.d.r.)/sotto verso la prov.[inci]a (è stato cancellato e poi riscritto sopra n.d.r.) di Te-/ramo, dove ha rivolto tutte le sue/forze per altri assassini che quivi/si aggirano, per cui resta/ancora sfornita del chiesto soccorso,/che implora dall’E.[ccellenza] V.[ostra] “ n.d.r.)”

“ S.[acra] R.[eal] M.[aestà]( al margine sinistro vi è impresso il sigillo  quasi circolare recante la seguente scrittura:” NAP.E SIC.” ed al centro vi è l’aquila con la corona sopra la testa  e sotto ai piedi vi è l’altra seguente scritta: “ G.[RANA] 6” n.d.r.)/Sig.[nor]e/Il Proc.[urato]re della Comune di Gioja in Prov.[inci]a dell’Aquila, sup:[plican]do/divotam.[en]te espone a V.[ostra]M.[aestà], come per mezzo dell’Inted.[en]te, o/di altro Funzionario di quella Prov.[inci]a dev’esserle pervenu-/to il Rapporto dei funesti.[ssim]i avvenim.[en]ti ai quali andò sog-/getto quel piccolo Paese nella notte de’ 10 del discor.[ren]te mese/di Sett.[embr]e in occasione della coragiosa resistenza, che fece/per piu tempo ad una Comitiva di Assassini briganti/composta di c.[irc]a 50 individui armati. Incendiarono al-/la fine costoro il Paese in varj punti, Lo saccheggia-/rono per molte ore, e finalm.[ent]e uccisero empiam.[en]te 13/persone quasi tutte delle primarie Famiglie di tal Pae-/se, recando a ciascuna di esse una vera desolaz.[ion]e.//Non sarà però a notizia della M.[aestà]V.[ostra], che quegli assassini eb-/bero il coraggio di tornare in d.[ett]a Comune nel dì 24 di d.[ett]o/cor.[ren]te Mese, facendo un novello saccheggio particolarm.[ent]e nel-/le Case di quelle famiglie, le quali pel giusto timore di ri-/maner vittime della loro sperimentata ferocia, erano da/quel Paese Sloggiate, rifuggiandosi nella Città di Celano; e/molto meno sarà noto alla M.[aestà] V.[ostra], che quei  Scellerati ebbe-/ro in tal rincontro anche L’ardim.[en]to di minacciar publi-/cam.[en]te la vita a tutti gli Uomini di d.[ett]o Paese, ove prote-/starono di voler seminar sale in vendetta di quella re-/sistenza, che  essi fu fatta./Questi fatali avvenim.[en]ti anno incusso tanto timore, e spavento/negli animi di quei miseri Naturali, che quasi tutti van/fuggiaschi, e sono risoluti di abbandonare quel Paese fin-/che non venga abbattuta, o fugata La Comitiva sud.[dett]a./E’ necessario, o Sig.[nor]e, che venga q[ue]sta dissipata all’istante non so-/lo perche ciascuno di quei Cittadini senza pericolo di vita/potrà di=//dimorare nella propria Casa, far la semina delle Vettova-/glie, assistere all’incominciata vendemmia, ed inviare/nel R.[egi]o Tavol.[ier]e di Puglia il meschino avanzo dei loro ani-/mali salvato dalla mani di d.[ett]a Comitiva; ma ben anche/perché a questa non si dia tempo d’ingrossarsi, e fare/simili guasti in altri vicini Paesi, come sono Bisegna, S.[an] Seba-/stiano, ed altri, che non lasciammo di  minacciare./Il Sup.[plican]te è sicuro, che la giustizia della M.[aestà]V.[ostra] non abbia tardato un/momento a mandare nelle contrade sud.[dett]e della Truppa, la/quale dissipar possa quest’empia Comitiva, e rendere in cer=/to modo sicura la vita di quei Cittad.[in]i già divenuta precaria,/ma se mai la spediz.[ion]e non ancora eseguita si fusse, il Sup.[plican]te ne por-/ge alla M.[aestà] V.[ostra] le Sup.[pli]che più vive; riserbandosi d’implorar poi dal-/la V[ost]ra R.[ea]l Clemenza a pro di quella Comune, e delle famiglie de-/solate quei soccorsi, che saranno più degni del Vostro/pietoso R.[ea]le animo; ut Deus/Leopoldo Mascitelli Proc.[urato]e sup.[plic]a V.[ostra] M.[aestà] c.[om]e s.[opr]a “ nel retro si legge : “ All’I.[ntendente] della P.[rovincia] dell’Aquila/p[er] le pronte provvidenze/di Giustizia”

“ Nota degl’Individui quali sono in sospetto per varj delitti commessi di Brigantaggio ed Omi-/cidij

Nomi e Cognomi                                                                        Rubriche dei delitti commessi

Notaro Pietro Grisognono Antoniani                                      Capo fomentatore della insorgenza de 26

                                                                                        Marzo 1806, e di questa de 19 7[sette]mb[r]e dello stes-

                                                                                                       so anno, fu carcerato nella notte de 20 Gen.[nar]o

                                                                                                       condotto in Solmona, ove fu scarcerato, ed esiste

                                                                                                        in Celano.

Lelsino Antogniani fratello del                                              Sud:[ett]o, anche male intenzionato al presente Go-

                                                                                                    verno, ed esiste in Celano

Giuseppe Santucci suo cognato                                            Capo,fumentatore, dispensatore di Coccarde, e di

                                                                                                       Armi Sparlatore contro il Governo, e complice nel-

                                                                                  la insurrezione sudetta de 19 7[settem]bre d.[ett]o e fuggitivo

Giovanni Contestabile                                                suo Nepote Incoccardato, ed armato nelle due insurrezioni

                                                                                        come Sopra, e fuggitivo

Alessio Contestabile suo Fratello                                   Incoccardato, ed Armato, nelle due insurrezioni

                                                                                             ed ha seguito la massa di Piccoli, e fuggi=/tivo

                                                                                             

Lorenzo Fantini nipote del Sud.[ett]o                             Incoccardato, ed armato, uno dei Capi della in=

                                                                                              surrezione de 26 Marzo come anche nella 2[secon]da

                                                                                               ha seguito la Massa di Piccioli, discole, fa=/cinoroso,

                                                                                               e fuggitivo

Pietro Taccone                                                                     Incoccardato, ed armato in detta insurrezione,

                                                                                                fu carcerato nella notte de 20 Gennaro, e condotto

                                                                                                a Chieti ove fu scarcerato senza sapere come ed

                                                                                                esiste in Celano

Felice Marsegnia                                                                   Incoccardato, ed armato come Sopra, e ne

                                                                                                  fu carcerato, e scarcerato come quello di

                                                                                 Sopra, ed esiste in Celano

Costanzo Santucci parente di Antoniani                             Incoccardato, ed Armato, come sopra, ed

                                                                                                     esiste in Celano

Paolo Pacchiarotti                                                                    Incoccardato, ed armato come Sopra nella

                                                                                                     Seconda insurrezione ed esiste in Celano

Giuseppe Perleone                                                                    Incoccardato, ed armato come Sopra nella

                                                                                                      insurrezione, ed esiste in Celano

Gaetano Ranalletta                                                                   Incoccardato, ed armato nella 2da insurre-

                                                                                                      zione, ed esiste in Celano

Luigi Longo                                                                                  Incoccardato, ed armato nelle due In-/

                                                                                                      surrezioni, ed ha seguito la massa di

                                                                                                      Piccioli, fuggiasco

Gaetano Longo                                                                          Incoccardato, ed armato, ed esiste in Celano

Venanzio Tomassetti                                                                Incoccardato, ed armato in unione di Gio=

                                                                                                      vinotto di Ovindoli, compagno di Piccioli,

                                                                                                      discolo, e perturbatore della pubblica quie=

                                                                                                      te, ed esiste in Celano

Giuseppe Baliva                                                                          Incoccardato, ed armato, ed esiste in Celano

Benedetto d’Innocenzo                                                              Incoccardato ed armato, ed esiste in Celano

Gennaro Ranalletta                                                                    Incoccardato, ed armato, sonò la Campana

                                                                                                       all’armi nella venuta de francesi nel

                                                                                                         giorno 20 7[sette]mbre  e fuggiasco

Luigi di Cicco                                                                              Incoccardato tirò delle pietrate al Com[an]d[an]te

                                                                                      Francese Buliò nel di 20 7[settem]bre Sud.[ett]o fuggiasco

Simplizio Falcone                                                                     Incoccardato, e Reo di Omicidio, e fuggiasco

Felice di Alessandro                                                                Incoccardato, ed Armato ha seguito la Massa

                                                                                                    di Piccioli, e fuggiasco

Pietro di Summa                                                                      Incoccardato, ed Armato, Ladro, e recisore

                                                                                                    di alberi, ed esiste in Celano

Ving.[enz]o Vicheretti alias Stellone                                    Incoccardato, ed armato nelle due Insurrezio=

                                                                                              ni, ha seguito la Massa di Piccioli, Reo di

                                                                                                     Omicidio, fuggiasco

Francesco Landi                                                                         Preso da Padre Domizio per suo Servo, e

                                                                                                     lo seguì nella Massa, ed esiste in Celano

Luigi Villa                                                                                    Incoccardato, ed armato, ed esiste in Celano

Simplizio Berleone (sic)                                                            Uno dei Capi della insurrezione de 26

                                                                                                     Marzo 1806- discolo, ed inquietatore, ed esiste

                                                                                                      In Celano

Francesco Berleone (sic)                                                        Incoccardato, ed armato nella sopra detta in-

                                                                                    Sorrezione, ed esiste in Celano con Salvo con

                                                                                                          dotto del Gene[ra]le Sciavarde secondo asse-

                                                                                                          riscano

Filippo Paris                                                                                      Incoccardato, ed armato, ha seguita la mas-

                                                                                                           sa di Piccioli

Fran.[ces]co Magniante                                                                 Incoccardato, ed armato nella insurrezione

                                                                                                   de 19 7[sette]mb.[r]e fu carcerato nella notte de

                                                                                              20 Genn[ar]o, e fu scarcerato dal Gen[era]le Sciaver/dè       

                                                                                                     

Giov.[van]Bernardino Tomassetti                                            Incoccardato, ed armato, ed esiste in Celano

Gasparo d’Ant.[oni]o Liberatore                                               Incoccardato, ed Armato nella prima in-

                                                                                                         surrezione, e fuggiasco

Pasquale Paris alias Rindello                                                       Incoccardato ed armato, ha seguito Piccio-

                                                                                                          li, Ladro, e fuggiasco

Vincenzo Angelone                                                                        Incoccardato, ed Armato, e fuggiasco

Osservazioni

Nella Comune di Celano,vi sono nate due insurrezioni, una ne 26 Marzo, e/L’altra ai 19 7mb[r]e 1806; cagionate dai Sopra segnati Individui, che di con-/certo col Padre Domizio, e della Massa di Piccioli, tendevano alla distruzione/della Gente attaccata a questo Governo, esistenti in Celano, ed aumentare le/Masse formate contro il Governo.

Nota

Per D.[on] Pietro Grisogomo Antogniani commorante nell’Aquila nel tem-/po della Insurrezione costa essere tale e quale disegnato nella sua rubrica/per chè con questa venne descritto nella nota di quelli, che furono arrestati/nella notte de 20 Gennaio./Michelangelo Bernardi Corsignani certifico come sopra=/Giuseppe Venditti Certifico come Sopra/D.(on) Giuseppe Barbati Certifico come Sopra//Franc.[es]co Terralavoro de Audito Certifica come Sopra/Prospero Baliva de audito Certifica come Sopra/P.o M[ast]ro Giambattista Costanzi Certifica come Sopra, ad eccezione di alcuni da/me non conosciuti, e di cose a me note, se non per auditura=/Le presenti firme sono stete segnate in mia presenza= Iatta Tenente./Per copia conforme/A. della Valle Capit:[a]no di Gend:[armeri]a R:[ea]le. “

“Copia Aquila 26 aprile 1807- Regno di Napoli. Il Capitano/della Valle Comand.[an]te la Gentarmeria reale nella Provincia di Aquila- Sig.[nor]e Intend.[en]te/Dietro le disposizioni del Sig.[no]r G[e]n[era]le Digonet Comand.[an]te della Pro-/vincia, sono stati arestati dalla Gentarmeria reale in Celano./i Seguenti Individui- N.[ota]r Pietro Grisogono Antoniani, delfino Antoniani- Pietro Tacone-Felice Marsegna-Paolo Pac-/chiarotta, Giuseppe Perleone, Venanzio Tomassetti,-Simplicio To-/masso (è stato cancellato n.d.r.)di Alessandro, Luigi Villa, Simplizio Perleone, e Gio:[van]/B[e]ra]r[di]no Tomassetti, de’ quali i tre primi sono in queste carceri,/da jeri sera, e gli altri devono arrivare in questa giornata scor-/tati da un distaccamento di Truppa di linea. Tutti formano/parte della nota da me rimmessami sin dai 6 del corrente,/non meno che Pietro di Somma arrestato, e condotto a/queste Carceri il dì 14 corrente. Per mandati del/Sig.[no]r Proc.[urato]re del Trib[una]le straordinario si sono/arrestati anche dalla Gentarmeria, e consegnati a queste/carceri Giovanni Merli, Domenico Randolfi, Filippo/Valentini, Arcangelo d’Angelo, ed Emidio Delj/di Campostosto, come anche Emidio Richetti di/Coppito-Ho l’onore di salutarvi con distinzione, e/stima- A. della Valle”/ nel retro si legge : Mag.[gi]o   1807/Si è rimesso l’originale al Sig.[no]r Mel-/chiorre a 10 maggio 1807/sugli arrestati in Celano”

“      Aquila 2 Maggio 1807( al margine sinistro si legge : “ PROVINCIE/N./Si prega indicare nella/risposta il Numero sopra/riportato./Oggetto “ n.d.r.)/IL GIUDICE/Del Tribunale straordinario degli Abruzzi/PAOLO MELCHIORRE/Al/Sig.[no]r Intendente della Provincia di Aquila/Sig.[no]r Intendente/Trovasi da circa otto giorni astretti in questo Forte/Simplicio di Alessandro, Luigi Villa, Gio:[van] Berardino Tomassetti/Venanzio Tomassetti/Paolantonio Pacchiarotta, Simplicio/Pierleone; e Giuseppe Pierleone di Celano, i quali già ho/interrogati. Il Tribunale ignora la causa del loro arresto./quindi nel caso vi sia nota, vi prego di aver la compia-/cenza di manifestarmela./Accogliete intanto i sentimenti della mia stima,/e considerazione-/Paolo Melchiorre//( nel retro si legge : “ Semplicio Perleone/Giuseppe Perleone/Venanzio Tomassetti/Gio:[van] Berad.[in]o/Semplicio di Alessandro/Paolantonio Pacchiarotta, e/Luigi Villa/di Celano “n.d.r.).

“ Gent.[arme]ria Reale Napoletana- Processo verbale- Luogot[enen]za di Celano-/1^ Sezione  dell’arresto di Emanuele,/e Pasquale de’ Renziis di Ce-/lano comm.[oran]ti in Tagliacozzo,/e Massa/Essendo pervenuto a mia notizia Ten.[en]te Comand.[an]te la Gentarmeria reale/della Luogot[enen]za di Celano che in circa la metà del corrente Apri-/le fosse passato per Tagliacozzo un tale Lorenzo Fantini di Celano reo/ringimado di brigantaggio, e che era arrestato senza passaporto dalla/brigata ivi resid.[en]te; fosse stato dal Gov.[ernato]re di Tagliacozzo messo/ in libertà, all’essere a giorno di tale successo, non manchi pas-/sare gli ordini a Marcant.[oni]o Santelia Comand.[an]te quella brigata, per/rendermi conto di tal successo, come di fatti di riportarmi si sono/dal mar[escial]lo d’alloggio spedi di arrestati Emanuele, e Pasquale de/Renziis di Celano de’ quali il primo comm[oran]re in Tagliacozzo,/ed il s[ud]d[ett]o in Massa. L’arresto disposto contro di essi, è stato causa-/to da che il Pasquale era Compagno del brigante Fantini ri-/tornando di unita da Roma, ed arrestati insieme in Tagliacozzo,/ed Emanuele fù quelli, che arrestò  (è stato cancellato n.d.r.) la buona condotta del Lo-/renzo Fantini suo paesano, in sequito della quale fu libe-/rato il Gendarme (è stato cancellato n.d.r.)brigad.[ier]e (è scritto sopra n.d.r.) sud.[ett]o della Gentarmeria di Tagliacozzo da/cui non si fermà, né processo verbale, ne si curò di prendersi/migliori indagini sulla persona di Lorenzo Fantini arrestato/ senza passaporto dalla Gen.[tarme]ria reale, liberandolo sulla semplice/assertiva di due soggetti, de quali uno era di lui Compagno//di viaggio, e compaesano, cioè Pasquale de’ Renziis, e l’altro cioè/Emanuele un uomo volgare, e senza opinione, per cui du colpa/della liberazione di un Individuo, la di cui cattura sarebbe ri-/uscita molto utile per il buon ordine pubblico. Ho disposto/equalm.[en]te che il Gentarme buon abitacolo, che fù nell’arresto degli/Individui sud.[ddett]i, ed altri atti posteriori del Gov.[ernato]re accenati, che/giunge al p[rese]nte verbale processo, acciò valga dove convenghi. Dato/in Celano 26 Aprile 1807. L’uffiziale Comand.[an]te la Luog[o]t[enen]za/di Celano Jatta-. Per copia conforme/A. della Valle Capitano.(Nel retro si legge: “ Si è rimesso l’originale/al Reg.[i]o Proc.[urato]re/a 19. Maggio “n.d.r.).

“ Eccellenza/Ad oggetto di accertare colla dovuta esat-/tezza tutte le circostanze delle insurrez.[io]ni (al margine sinistro vi è impresso il sigillo ellittico più volte descritto recante la scritta : “1801/GRANI DUE” unica variante è che sotto all’incrocio dei due rami di palma vi sono impresse due lettere “ FC” legate fra loro  n.d.a.) /che hanno avuto luogo in Celano, Cicolj/ed altrove contro l’ord.[in]e publico, e le/proprietà particolari, ho fatto questa/mattina partire dalla residenza D.[on]/Pietrangelo Maffei Ud:[itor]e di questo Tri-/bunale onde( èscritto sopra una vistosa cancellatura n.d.r.) compilare i pro-/cessi verabli, e sistemare i gradi della/delinquenza, che concorre in ciascuno di/Rei, p[er] potersi con giustizia adottare/a med.[esi]mi la pena corrispondente# ( al margine sinistro si legge : “ # non vando avuto altri di fiducia da/disimpegnare un affare complicato, e/di estesi rapporti, e che p[er]ciò richie-/deva un Soggetto Superiore a tutt’/i Sospetti.” n.d.r.)/La moltiplicità di delitti, la diversità, e/distanza de’ luoghi ne’ quali sono accaduti,/ed il numero non piccolo de’ Rei che li/hanno co[m]messi, e de’ quali la maggior par-/te rimane a carcerarsene, esigge tempo,/e fatica non idi ferente. Io non ho/mancato di eccitare nella maniera la/più veemente la energia del nomato/Ministro, e son sicuro dell’effetto ana-/logo alle mie premure./Conviene pero che V[ostra] E.[ccellenza] si compiaccia dis-/porre, come io ne la supplico, che il/Tesoriere soministri, per ora, la somma/di docati centocinquanta per un ajuto/di costo al cennato Ministro per le/necessarie spese che occorrono tanto per/esso, quanto per gl’altri Funzionarj che/gli sono subordinati. In tale attenzione/col solito rispetto passo a costantem.[ent]e se-/gnarmi/Di V.[ostra] E.[ccellenza] Aquila 22 Ap[ri]le 1806/(al margine sinistro si legge: “ Sig.[nor]e Saliceti” n.d.r.) Nel retro si legge : “ Aq[uil]a 22. Aprile 1806/Si manifesta a S.[ua] E.[ccellenza] il Sig.[no]r Saliceti/la destinaz.[ion]e dell Ud.[itor]e Maffei a compila-/re li processi per le insurrezioni in Ce-/lano, Cicoli “ n.d.r.).

ARCHIVIO DI STATO – L’AQUILA

INTENDENZA

Serie I Affari generali

  1. 1- 5033 (1806-1866)

“Aquila li 25 Maggio 1807(al margine sinistro si legge: “ PROVINCIA DEGLI ABRUZZI/N° 644/Si prega nella risposta/d’indicare il numero/qui sopra riportato./Oggetto.” n.d.r.)/IL REGIO PROCURATOR GENERALE/Presso il Tribunale Straordinario delle tre Provincie/degli Abruzzi./Al Sig.[no]r Intend.[ent]e della Provincia di/Aquila/Sig:[nor] Intendente/Per ordine del Tenente della gendarmeria fu li 13 Aprile/ultimo scorso tradotto in queste Carceri Giuliano Iacobucci di Ajel=/li secondo il rapporto del Carceriere. Il detto Carcerato chiede/di essere disbrigato in giustizia. Io finora non ho ricevuto verun/processo verbale, ed ignoro il motivo del suo arresto./V’invito dunque, Sig.[no]r Intendente, a passarmi il processo/verbale che la giandermeria ha dovuto rimettervi, se pure l’arre=/stato viene imputato di delitti di competenza di questo Tribu=/nale affinchè possa esser disbrigato in giustizia/Sono con stima e consideraz.[ion]e/Scarciglia” (nel retro si legge : “ a 26 Maggio si e roporto, e/rimesse le carte richieste-/Giuliano Iacobucci di Ajelli/171” n.d.r.)

“ A Sua Ecc.[ellen]za il Sig:[no]r Generale Gouliè Comand.[an]te la Provincia/Dell’Aquila/Bagnalasta Cap:[itan]o Comand:[an]te la Truppa in-/Celano li 5 Luglio 1806/Sig:[no]re/Felice Antonio Iacobucci della Comune d’Ajelli/fugiasco per la insurrezione del g[ior]no 26 Marzo, dimanda/di presentarsi per far vedere la sua inocenza, e ha tale/effetto sua consorte mi prega acciò li trasmetta la qui/inclusa suplica; è con profonda stima mi dico-/Suo Subordinato/Bagnalasta/Cap:[Itan]o/P.[ost] S.[criptum]/sarei a pregarla Sig:[no]r Generale/se fosse possibile le sue lettere/che fossero in Italiano “

“ Eccellenza (al margine sinistro vi è impresso il solito già descritto sigillo ellittico recante la seguente scritta: “1801/GRANI DUE “ n.d.r.)/Feliciantonio Iacobucci della terra di Ajelli supplicando divo-/tamente E.[ccellenza] V.[ostra] le fa presente, come si vede raminco, in bando/della sua Padria, ed in disgrazia fare ben anche del Governo, sen-/za che in se stesso possa conoscere delitto, che meriti una pena per/lui tanto grande. Negli attentati del di lui fratello non hà la me-/noma colpa il supplicante, e tanto ciò vero, che da qualche anno/vivevono insieme in una notissima male intelligenza per domestici/interessi. Sorpreso da un certo timore, e quel che è più minacciato/da tanti suoi malevoli è stato costretto di abbandonarsi ad una fuga,/che non lo rende solamente reo, a privarsi spontaneamente dalle/libertà civile, ed a menare una vita fra li disaggi, e le angustie/più amare. Se calamitose circostanze, la piccola famiglia del/supplicante priva del suo capo, ed i pochi beni, che gli hà reclama-/no imperiosamente su il suo tenero cuore. Gittandosi…..di alli/ piedi di E.[ccellenza] V.[ostra] la supplica di sottoporlo alle intangini legali, ben/contento di portare la pena ove venga riconosciuto delinquente, ma/nel caso contrario, come il sentimento della propria coscienza gli detta,/di essere subito ridonato alla disgraziata sua Famiglia, e ristituito/alla società. Che della grazia./+ Segno di croce di Maria Antonia di Felice Moglie del Supplicante/il quali supplica come sopra “

“ A sua Eccellenza il Sig:[no]r Generale Goullus Comand:[an]te/la Provincia dell’Aquila/Bagnalasta Cap:[itan]o Comand:[an]te la truppa in Celano/Li 16 Luglio 1806/Sig:[no]re/ieri giorno 15 Luglio essendosi presentato a me Felice An[to]nio/Iacobucci della comune d’Ajelli, e Autorizzato da Lei/di riceverlo, e dirigerlo al suo quartiere Generale, perche/sia inteso su’ i delitti, de quali è stato accusato; a tale/effetto t’accompagno con la presente dando esecuzione/alli suoi pregiati ordini-/Il sudetto prega la bonta di V:[ostra] Eccellenza d’essere/al più presto possibile sbrigato avendo il suo grano/in Campagna e’ non ha persona di poterlo raccogliere-/Hò l’onore di dirmi/Suo subordinato/Bagnalasta/Cap.[itan]o” ( Nel retro si legge : “ N. 20/Piece que concerneant le Nomme/Felippo Antonio Iacobucci/d’Ajelli “ ( al margine sinistro si legge: “ Servizio Militare/A Su Eccellenza/Il Sig:[no]r Generale Goulles Comandad:[an]te/la Provincia dell’/Aquila “ n.d.r.).

“ Certifichiamo noi qui sott[oscritt]i Amministratori di Ajelli (nel margine sinistro vi è impresso il solito più volte descritto sigillo ellissoidale di Grani due n.d.r.)/che FeliceAnt.[oni]o Iacobucci n[ost]ro Concittadino nel giorno/de ventisei marzo, che accadde l’insorgenza delle/Masse non prese affatto le armi contro dell’attuale/Governo, come non le aveva prese p[ri]ma di tal tempo/Ci costa per la pura verità ancora che il sud.[dett]o Iaco=/bucci nel tempo che fù arrestato in sua casa/lo Scipione di Avezzano stava nel n[ost]ro Paese, come/ da tutti si vide. Questa è la pura verità, e per esse-/re tale richiesti Abbiamo fatto il p[rese]nte, da/ratificarsi qu[ant]us o….. e l’abbiamo sottoscritto/di n[ost]ro proprio carattere questo dì undeci Luglio/1806= Baldassarre Maccallini Sindaco certifico com[e] S[opra]/Ferdinando Petracca Sindaco certifico come Sopra “

“ Sorbo li 10 Luglio 1806 (al margine sinistro vi è impresso il solito sigllo ellissoidale  di Grani due n.d.r.) Attesto Io qui sott.[oscritt]o come essendosi ancora/portato in Sorbo Felice Antonio Iacobucci Fra-/tello del P.[adre] Domizio, nell’atto che da’ P.[adre] Do-/mizio bastonò il Corriere e strappò il dis-/paccio non era presente il Felice Anto-/nio ma bensì doppo succeduto il caso uscì/il d.[ett]o Felice quasi mortificato e così atte/sto e faccio fede/Io Gio:[van]Bernardo Ciapucini attesto come sop[r]a”

“  Eccellenza ( al margine sinistro vi è impresso il solito sigillo ellissoidale di Grani due nd.a.)/Il zelo ed attaccamento che il Sig.[no]r Filippo Ant.[oni]o Tangredi/della Città di Celano in Provincia di Aquila al buon ordine/ed all’augusto Sovrano, lo pone nel obligo preciso di passare/a notizia di V.[ostra] E.[ccellenza] uno sconcerto intollerabile, che qui regna./L’insorgenza de’ 26 Marzo sarà ben nota a V.[ostra] E.[ccellenza], mà non le/sarà noto, che il Capo di essa, e fumentatore fu il capo Mas=/sa dell’epoca passata Giuseppe Santucci di d:[ett]a Città: Uomo/che amerebbe la distruzione del intero genere umano per dare/sfogo alle su private vendette.:/Quattro suoi Nipoti furono gli strumenti de’ suoi infami di=/segni: Uomini questi rei di mille dilitti senza legge, e senza/fede perversi perturbatori della pubblica quiete. Questi at-/tirarono altri individui./Nel suc:[cessiv]o giorno in q.[uest]a Città non si respirava che lutto e terro-/re: Giuseppe Santucci brillava, ed applaudiva con battimenti di/mani./Da quest’orda di assassini fu arrestato il disgraziato D.[on] Luigi/Bernardi Corsegnani, perché attaccato al governo fin dall’epoca/passata, e Giuseppe Santucci avanti il Supplicante medesimo/prorusse a riso, ed inseguito avanti un tal Costantino Noletti, e//Giuseppe Sanbenedetto al sentir tal notizia disse anno preso/quel Giacobino di Luigi Bernardi e lo vonno fucilare, che/aspettano ora che non vanno appigliare Giuseppe Barbati?/Nel giorno stesso 26. Giuseppe Santucci inviò in Cerchio un/suo amico e’ Parente Pasquale Recina di Ovindoli fratello/del Capo Brigante Felice Ant:[oni]o fucilato nel Aquila nell’epoca/passata (vedi), coll’incarico di prendere la lettera del già Principe/Ereditario, che dal Santucci si sognava essere stata lasciata/ad un tal D.[on] Venanzio D’Amore di Cerchio dal famoso Abate Mi=/carelli incaricato dalla fù Reggina ad organizzare le Masse,cio/lo depongono Giuseppe Mione Carlo felice Pietro Cicho./Li fratelli stessi de Briganti fugitivi asseriscono che causa/della di loro ruina sia stata Santucci, e che questi abbia fomen-/tato un sì orrendo misfatto./Saprà bene V.[ostra] E.[ccellenza] che nel giorno stesso 26 molti Galantuo=/mini uniti ed il Supplicante colle armi alla mano fugarono/i Briganti, e riposero tutto in Tranquillità. Giuseppe Santucci/prese la fuga in onione degli altri./Vi vogliono pruove più chiare in contesto delle sue enor-/mi reità? e pure con la più indicibile sfrontatezza si vede/oggi passegiare per le publiche piazze impunemente./Il peggio è che sequita ad essere ostinato nella sua Malvagità./non conversa che con i consanguinei di quei briganti stessi, che/furono gli esecutori delle sue infamie, e forse per allarmargli/di nuovo./Questi che viene oggi a far presente a V.[ostra] E.[ccellenza] un simile/sconcio è quelli stessi che scovrì l’oribile congiura del/famoso padre Domizio diretto al massacro della gente buo=//na facendo arrestare un di lui emissario Vincenzo Scipio-/ne, ed un Capo Massa di S.Iona Liberato Danselmo, ed il fù/Sergente Luigi di Avezzano, e colle proprie mani arrestò un/brigante di q:[uest]o luogo Angelo Nicola Romavecchia. Rilevarà mol-/to bene V.[ostra] E.[ccellenza] da simili fatti se sia astio o livore; o zelo/ed attaccamento, che ha indotto il Supp.[licant]e a far tutto p[rese]nte a V.[ostra] E.[ccellenza]/Se simili delitti rimango nono(sic) imponiti infalibilmente se/ne vedranno de più atroci. Le sostanze e le persone de/buoni Saranno sempre in evidente pericolo dessere massa-/crate: Che perciò supp:[li]ca a V.[ostra] E.[ccellenza] intenta sempre a mantene/re il buon ordine di disporre che persona di sua fiducia/prenda esatto informo di ciò si è dedotto contro il Santucci/per indi provedersi quello sarà di giustizia Ut Deus/Filippo Ant.[oni]o Tangredi supplico come sopra/Che il detto ricorso sia stato Scritto, e Sottoscritto dal Sig.[no]r Antonio Tan=/credi di questa Città di Celano, lo attesto Io Reg.[i]o Notaro Luigi Terralavoro/della med:[esi]ma Città, che richiesto l’ho segnato Lode a Dio Sempre/Il predetto Reg.[i]o Notaro mano p[ro]p[r]a “ ( vi è impresso il segno del tabellione del citato notaio n.d.r.).

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

INTENDENZA/SERIE I/AFFARI GENERALI/CATEGORIA 27

ANNI/1806-1808

“ Provincia dell’Aquila                                                                                                                      Piazza dell’Aquila

Stato degl’individui arrestati nella Piazza suddetta,a 10 G.[iugn]o/1807/

Numeri            Nomi e Cognomi             Patrie                            In quale                                           Osservazioni

                                                                                                           Prigioni

                                                                                                           Esistono

[…] 2          Felice Amicone                        Luco                   Prig:[io]ni Comuni                                          (sic)

[…]14         Giuseppe Bonanni                 Ovindoli             Prig:[io]ni Comuni                                           (sic)

15               Francesco Bonanni                Ovindoli             Prig:[io]ni Comuni                                           (sic)

[…]20          Stefano Cordone                   Cappella             Castello                                                            (sic)

[…]22         Agostino Crognali                    Oricola              Prig:[io]ni Comuni                                           (sic)

[…]55         Nicola Chiucarelli                    Ovindoli             Prig:[io]ni Comuni                                           (sic)

56               Giovanni Caldarelli                  Idem                  Prig:[io]ni Comuni                                           (sic)

57                Liberata Chiucarelli                Idem                  Prig:[io]ni Comuni                                            (sic)

[…]63      Domenico del Pinto                   Ajello                        Castello                                                                (sic)

[…]81      Berardo di Croce                       Scurcola                Prig:[io]ni Comuni                                                  (sic)

[…]110    Domenico di Placido                Ovindoli                Prig:[io]ni Comuni                                                   (sic)

111         Angelo Rosa di Placido              Idem                     Prig:[io]ni Comuni                                                   (sic)

[…]120    Vincenzo Falconj                        Scurcola                       (sic)                                                                    (sic)

[…]132    Bernardo Giustini                       Pereto                Prig:[io]ni Comuni                                                     (sic)

[…]143    Vincenzo Greco                            Alba                   Castello                                                                       (sic)

[…]148    Fortunato Iucci                           Antrosano           Castello                                                                      (sic)

[…]151     Giuliano Iacobucci                    Ajello                    Castello                                                                      (sic)

[…]154     Giuseppe Iacobucci                  Ajello                    Castello                                                                      (sic)

[…]156    Felice Ant.[oni]o Iacobucci      Ajello                     Castello                                                                       (sic)

[…]163    Angelo Liberatore                     Ovindoli                Prig:[io]ni Comuni                                                     (sic)

[…]176    Giuseppe Morgante                 Ovindoli                Castello                                                                        (sic)

177          Domenico Malatesta                Pereto                  Prig:[io]ni Comuni                                                     (sic)

[…]181     Filippo Mattei                   Civit:[el]la Roveto       Castello                                                                       (sic)

[…]206    Felice Ant[oni]o Petracca          Ajello                   Castello                                                                       (sic)

207           Marcant:[oni]o Panei                Magliano            Prig:[io]ni Comuni                                                     (sic)

208           Raffaele Panei                             Idem                   Prig:[io]ni Comuni                                                     (sic)

209           Giandomenico Palma                Luco                     Castello                                                                      (sic)

[…]214     Antonio Ruggieri                        Ovindoli               Prig:[io]ni Comuni                                                    (sic)

[…]221     Antonio Rossi                             Collelongo            Prig:[io]ni Comuni                                                    (sic)

222           Gaetano Ranelletta                   Celano                  Castello                                                                      (sic)

223            Teresa Ruggieri                         Ovindoli                Prig:[io]ni Comuni                                                   (sic)

224            Angela Ruggieri                         Idem                     Prig:[io]ni Comuni                                                    (sic)

[…]227      Giuseppe Sabatini                     Pescina                 Castello                                                                     (sic)

[…]237      Prospero Santilli                        Paterno                 Castello                                                                     (sic)

238            Feliciano Santilli                        Idem                       Castello                                                                    (sic)

239             Giacomo Salucci                       Trasacco                Castello                                                                  (sic)

[…]242      Vincenzo Scipione               Avezzano                       Castello                                                               (sic)

243             Pietro Somma                     Celano                            Castello                                                               (sic)

[…]253        Cesidio Tantalo                  Villacollengo                  Castello                                                               (sic)

[…]263        Domenico Valente             Corcumello                    Castello                                                               (sic)

[…] 273        Luigi de Santis                    Avezzano                       Prig.[io]ni Comuni                                              (sic)

274               Andrea di Renzo                     Idem                          Prig.[io]ni Comuni                                      (sic) […]”

ARCHIVIO PARROCCHIALE DI OVINDOLI 

( ora cololocato nell’Archvio della Diocesi dei Marsi, Avezzano)

“Stato di anime/Della Chiesa Parrocchiale/di Ovindoli/”

“ Riformato dal Sig.[no]r Arciprete/D.[on] Costanzo Carusi/nel 1850”

“[…] 166^ Casa

C.C.C. Nicola Giuseppe Angelosanto                                                           19 Marzo 1808

C.C.C. + Regina Ruggieri Ved:[ov]a del/

fu Leonardo Angelosante                                                                             17 Gennajo 1786

C.C.C. Liberto figlio                                                                                        28 Aprile 1814

C.C. Giovanni figlio                                                                                         27 Dicembre 1815

C.C. Maria figlia                                                                                               30 Gennaio 1819

  Maritata con Generoso d’Onofri

C.C. Angelo figlio                                                                                              11 Luglio 1821

C.C. Nunzio figlio                                                                                              25 Marzo 1825

C.C.C. Felice Cardarelli moglie di Giovanni                                                         (sic)

C.C.C. Albina figlia di Giovanni                                                                              (sic)

C.C.C. Regina figlia di Giovanni                                                                             (sic)

C.C.C. Sabbatino figlio di Giovanni                                                                       (sic)  […]”

           

ARCHIVIO PARROCCHIALE DI OVINDOLI

( ora collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi, Avezzano)

I.M.I./De Animarum S[…]/Liber/In quo Familia queq.e huius Pa[ro]/chie adnotata, intervallo relic[…]/ab unaquaq.e, ad alteram Subsequi[…]/tem, in quo sigillatim scribun[….]/à me Didaco de Luca, Archipresb[iter]/Curato, nomen, cognomen, etas [sin]/gulorum, qui ex Familia, Su[…]/tamquam advenq. In ea vivun[…]/Ovindoli hàc die 19^ M.[ensi]s May 1[765]/Hoc signum in margine è contra, nempè[…]/Significat, P.a C., illos, qui Sacram.[en]to Confirmati[…]/Sun muniti, 2.a C, qui ad Confessionem[…]/admissi, et 3.a C., qui de Sacra com[m]unio[ne]/recipiunt.

[…]Anno d[omi]ni 1765 , die v.[er]o 19.a M[ensi]s May in p[ro]p[ri]s edibus Joannis Re=/cina habitant/

C.C.C. Joannis Recina      ortus      sub die                                                  17 8bris 1693

C.C.C. Petrus       eius     Filius    ortus                                                        2 Ap[ri]lis 1722

C.C.C. Sacerdos Bonaventura eius Filius ortus                                             3 Augusti 1727

C.C.C. Franciscus eius filius ortus                                                                  21 Junii 1732

C.C.C. Maria eius Filia orta                                                                              15 Augusti 1734

C.C.C. Benedicta Majo Secunda uxor eius orta                                           21 Marty 1700

C.C.C. Catherina Piccone d.[ict]i Petri orta                                                     7 Xmbris 1729

C.C.C. + Francisca Piccone soror d.[ict]a Catherina orta                              3 May 1743

C.C.C. Domitia Filia d.[ict]i Petri orta                                                            19 Junii 1747

C.C.C. Joannes Berardin.[u]s Flius d.[ict]I Petri ortus                                  22 Feb[ruar]I 1750

C.C. Panuntius Filius d.[ict]I Petri ortus                                                          12 Xbris 1753

C.C. Margherita Filia d.[ict]i Petri orta                                                            23 Julii 1755

C.C. Felix Ant.[oni]us Filius d.[ict]I Petri ortus                                               23 May 1757

  1. Floralba Filia d.[ict]I Petri orta                                                                      12 Ap[ri]lis 1760
  2. Leonora Filia d.[ict]i Petri orta                                                                        7 Feb.[ruar]i 1763

Oratia Felicia Maria Hyacinta Filia d.[ict]i Petri                                               15 Xbris 1765

Alojsia Rosa Filia d.[ict]i Petri orta                                                                     20 Julii 1768

Pascalis Serafinus  filius d.[it]i Petri ortus                                                        21 May 1771 […]”

                                                           PROCLAMA DI FERDINANDO IV

“ FERDINANDO IV

PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. INFANTE DI SPEGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec.ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA, ec.ec.ec.

A’ suoi Fedeli, Bravi, ed Amati Popoli degli Abruzzi.

 NEll’atto, che io sono qui nella Capitale del Mondo Cristiano a rimettervi la Sacrosanta Nostra Religione, che coloro, i quali dicono sempre di voler rispettare, hanno distrutta e rovesciata dai fondamenti; i Francesi coi quali ho fatto di tutto per vivere in pace, minacciano di voler penetrare nel Regno per gli Abruzzi. Io accorrerò tra breve con un forte e numeroso Esercito a difendervi; ma intanto armatevi, ed opponete all’inimico, nel caso che avesse l’ardimento di passare i confini, la più valida, e coraggiosa difesa. Armatevi, e marciate contro di lui. Sostenete la Nostra Religione; sostenete il vostro Padre e Re, ch’espone per voi la propria vita; e ch’è pronto a sagrificarla per la vostra difesa, e per conservare a voi quanto avete di più caro, la Religione, l’onore delle vostre mogli, delle vostre figlie, delle vostre sorelle, la vostra vita, e la vostra roba. Ricordatevi, miei cari Abruzzesi, che siete Sanniti, e che avete sempre date chiare ripruove del vostro valore, e della vostra fedeltà. Son sicuro che tutti, quanti siete, vi difenderete bravamente; ma chiunque fuggirà, sappia che non eviterà il pericolo, anzi lo affonterà indebitamente, perché oltre alla perdita dell’onore, sarà trattato dai Comandanti Militari, e Regj Ministri, come ribelle alla Corona, e nemico di Dio, e dello Stato. Chi ha coraggio non sarà mai vinto: ed i Francesi non hanno mai vinto che quei, che hanno dimostrato la più vergognosa timidezza. Pensate che voi avete a difendere il proprio Paese che la natura stessa difende colle vostre montagne, dove nessun Armata si è mai avanzata senza trovarvi il sepolcro. Pensate, Abruzzesi, che voi nelle vostre tre Provincie siete settecentomila abitanti, e che non dovete farvi soggiogare da qualche migliajo d’inimici. Voi più che ogni altro avete dovuto vedere lo stato di miseria, nel quale sono i Romani. L’inimico gli ha tolto tutto, niente gli resta che la propria disperazione, e la fiducia, che hanno in Dio e in Me. Coraggio bravi Sanniti, coraggio Paesani miei. Armatevi, correte sotto i miei Stendardi. Unitevi sotto i Capi Militari, che sono nelli luoghi più vicini a voi. Accorrete con tutte le vostre armi. Invocate Iddio, combattete e siate certi di vincere. Dato dal Quartier Generale di Roma li 8 Dicembre 1798. FERDINANDO. “ (1).

Note

  1. Archivio della Diocesi dei Marsi, E.3.102.

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza  Serie I- Cat. 27 b. 4814 C- fas. 5

  1. 1r

Aquila 26 Settembre 1806/ Alò Tenente della Gendarmeria Reale distaccato nell’Aquila/Al Sig:[nor]e Intendente della Provincia/La rapidità dei movimenti, e delle operazioni non mi ha per/messo, Sig:[nor]e Intendente, durante il giro da me fatto nella Provincia; come/Comandante le Truppe Francesi per combattere i Briganti, d’informarla/dei combattimenti avuti, essendomi limitato per mancanza di tempo di/fare i miei rapporti al Sig:[nor]e Generale Comand:[ant]e La Prov.[inci]a, sicuro, che avreb=/bero dal medesimo ricevuto partecipazione di tutto./Rientrato però nella mia residenza, stimo mio dovere tenerla/informato con un rapporto generale delle mie operazioni./Partito dall’Aquila a sette ore di sera del giorno 15 venen=/do li 16 del cor:[rent]e per Solmona, ad oggetto di prendere le truppe, che il/Sig:[no]r Generale Comand.[ant]e la Prov.[inci]a aveva destinate a formare la colonna sotto/i miei ordini, giunsi alla punta del giorno a Popoli. Il Capo de Bri=/ganti Piccioli aveva inviato nella sera medesima, da Gagliano, suo Quar=/tier Generale, un distaccamento di ventisei Briganti sulle volte di Popoli,/per impedire la comunicazione con Solmona; la dirotta pioggia, l’oscu=/rità della notte fece sì, che siffatto distaccamento di canaglia pensas=/se a ricoverarsi nelle grotti, e lasciare così Liberamente la strada sud:[dett]a/a me, con due soli Gendarmi a Cavallo la traversai a quattr’ore/dopo mezza notte./Giunto a Popoli incontrai la vanguardia della 1^, e 2^ Com=/pagnia de’ Volteggiatori del 1° Reggimen:[t]o di Linea Francese sul far/del giorno che secondo gli ordini del Generale Comand:[ant]e erano partite

  1. 1v

La notte da Solmona, ed erano dirette sopra l’Aquila, la feci rientrare/nel villaggio, e dal Sig:[nor]e Capitano Beaullioux Comandante le medesime,/seppi, che della 3^ Compagnia di Volteggiatori, che doveva venire da/Civitella del Tronto non si aveva notizia, che il Battaglione del 3°/Reggimento di Linea Italiano non era affatto giunto a Solmona, e ne/anche le due Compagnie di Cacciatori del 22° Reggimento Leggiero,/truppe, che dovevano formare la mia Colonna; Più, che le due Com=/pagnie stesse de’ Volteggiatori non avevano, che sei cartuccie per Uomo./In tal stato di cose, Sig:[nor]e Intendente, ridotto alla sola forza delle/due Compagnie suddette, e conoscendo la necessità di marciare senza/ritardo sopra Gagliano per liberare il Sig:[no]re Moscadi grande Maggiore/della Guardia Provinciale, che da cinque giorni senza viveri; e senza/munizioni, era bloccato nel palazzo Barberini a Gagliano stesso,/dalla massa di Piccioli, e conoscendo la necessità d’inviare all’Aquila/minacciata, qualche truppa; spedj per la Città suddetta quaranta/Volteggiatori della 1^ Compagnia, ed io marciai immediatamente colla/rimanente truppa al num:[er]o di 115 Uomini per la strada la più bre=/ve sopra Gagliano; lasciando ordini a Popoli, ed inviandone a Sol=/mona, acciò le altre truppe giungendo, seguissero il mio movimento./Giunto in Rajano un colpo di fucile tirato da una banda di/Briganti del Paese stesso, segnalò agli avamposti nemici, che erano/sulla montagna di Rajano il  mio arrivo, non potei prendere conto di/ciò, e punire Rajano per non dar tempo al nemico, e per non tratte=/nermi in posizioni svantaggiosissime./Volai sulla montagna di Rajano, e quindi a Gagliano; ad un/

  1. 2r

miglio di distanza, fui informato, che il grande Maggiore nella notte/con somma accortezza si era evaso facendo un buco in un muro, con/tutta la gente, ed aveva delusa la vigilanza del nemico, il quale occu=/pava tuttavia il villaggio con seicento Uomini circa; la campana/ a martello contemporaneamente si fece sentire; ed era già mezzo giorno,/ed il nemico evacuando il villaggio prese le formidabili posizioni al/di fuori, sulla strada, che conduce nella marsica per Colle armeno,/ed Ajello; detti le disposizioni dell’attacco, e marciai a passo di ca=/rica; il nemico cominciò il fuoco, al solito, fuori la portata di due/tiri, accompagnato dagli urli li più feroci, tenendo sicura la vittoria/pel piccolo nostro numero, e pel vantaggio delle posizioni. Io marciai/sempre, ed in pochi minuti, con delle manovre ottimamente eseguite, e/col valore Francese presi le posizioni al nemico, che fù messo in fuga/e rovesciato, e che si ritirò sull’alta montagna; allora feci prendere/una posizione vantaggiosa sul nostro fianco diritto, che covriva il/villaggio, e corsi ad accertarmi se il grande Maggiore era effettiva=/mente in salvo. Trovai il villaggio del tutto abbandonato; tutti/i Cittadini erano fuggiti con i Briganti parte armati, e parte nò./Avrei dovuto metter fuoco al villaggio stesso, primo, che aveva/nella Provincia inalberato lo stendardo della rivolta, ma facendo/uso della moderazione, che distingue il nostro Governo ne feci a meno./Nel mentre però si accordava un poco di riposo alla truppa/avendo il nemico ricevuto dei rinforzi da Ajello, patria del rinomato Padre Domizio segretario di Piccioli, ebbe l’ardire,/e la sciocchezza di venire egli stesso ad attaccarci di nuovo, fù/allora Sig:[nor]e Intendente, che il nemico conobbe la differenza, che passa/

  1. 2v

frà la più brava truppa del Mondo, ed una massa informe di cana=/glia; il temuto passo di carica fù battuto; dodici morti ebbe il/nemico, e molti feriti fra quali il Padre Domizio in una gamba./Io debbo degli elogj a tutti; i Volteggiatori del 1° Reggimento fecero/prodigj di valore,; il Capitano Beaulioux si distinse col sangue/freddo il più marcato; il Gendarme a Cavallo Perrone meritò i miei/elogj. Noi ebbimo il dispiacere di avere pericolosamente ferito il/Tenente de’ Volteggiatori Ardit con colpo di fuoco alla coscia diritta/nessun morto, nessun altro ferito; Nell’azione riflettei, che i Briganti/tiravano direttamente sugli Uffiziali. Le nostre poche munizioni erano/terminate, benché risparmiate al più possibile; la bajonetta nostra te=/muta tanto, non poteva agire in montagne orribili, la notte era vici=/na, non potei in conseguenza inseguire il nemico, che a tutta gamba/fuggì sopra Ajello; Mi determinaj quindi di prendere posizione in/Luogo aperto, e facile a ricevere le munizioni richieste la mattina da/Popoli, marciai dunque la sera stessa de’ 16 sopra Navelli, e presi/quell’ottima posizione./Il Capo de’ Briganti Piccioli aveva fin dalla mattina spediti/varj distaccamenti nella Valle dell’Aterno, e nelle convicine, in cerca/del Grande Maggiore, e per far insorgere i villaggi, ma tutti si ten=/nero al dovere, per la nostra sola presenza/Il giorno 17 si passò in Navelli/La notte dei 18 ebbi le munizioni rimessemi dall’Aquila con/nuove istruzioni del Sig:[nor]e Ge:[era]le Comand:[ant]e la Prov:[inci]a, spedj corrieri a/Solmona, accio il giorno si mettesse in marcia per la/

  1. 3r

per la volta di Rajano la piccola,Colonna composta di 40 Caccia =/tori del 223° Leggiero, con venti Cacciatori a Cavalli Italiani; per/fare la riunione sulle alture di Gagliano, dove aveva battuto il nemi=/co, con la mia Colonna, che sarebbe marciata per Acciano./Fui informato, che il nemico da Ajello nel giorno17 era marciato/per la Marsica sopra Scurcola, Magliano, ed Avezzano, l’attacco del=/le montagne di Gagliano, e Sicinara, dette Serente, era inutile, perché/evacuate dal nemico per la sconfitta dei 16./Partj dunque il giorno 19 da Navelli sopra Gagliano, a dieci/ore la mattina occupai le posizioni della montagna, fin dalle sette/mi ero messo in corrispondenza con la colonna partita da Solmona,/ma ingannato questa dalle guide, non fece la riunione, che due ore do=/po mezzo giorno; si marciò sopra Colle armeno, Ajello, e Cerchio; colà/fatta notte presi posizione; fui informato, che la sera a notte era en=/trata in Celano una piccola parte della massa di Piccioli, alla quale/si erano uniti i malintenzionati della Città, e che avevano occupata/la Città medesima, e minacciavano al far del giorno dare il saccheggio./Mi affrettai la notte di mettermi in corrispondenza con la colonna/partita dall’Aquila sopra Rocca di mezzo, Rovere, Avindoli, com=/posta delle due Compagnie di Cacciatori del 22°, ordinando, che al/far del giorno si trovassero a Celano attaccando dalla parte Setten=/trionale, nel mentrecchè io avrei attaccato dall’orientale, e meridiona=/le./Marciando io da Cerchio, al far del giorno 20 infatti fui al/mio posto, ma dovetti attaccar solo, giacchè la colonna di Rocca di/mezzo ritardò per qualche mezz’ora; la campana a martello si/fece sentire nell’apparire delle nostre truppe; io disposi l’attacco,/ed in meno di mezz’ora m’impadronj della Città, e distrussi il/

  1. 3v

nemico, più di quaranta furono i morti, molti feriti. Il Distacca=/mento di Cavalleria Italiana venuto da Solmona sotto gli ordini/del Tenente Battaglia si distinse; incaricato da me di attaccare/il nemico, che sarebbe fuggito nella pianura verso Avezzano, adem=/pì cosi bene la commissione, che non fece scappare un sol Brigante./Io devo degli elogj, Sig:[nor]e Intendente, al valore del Tenente Batta=/glia; il Gendarme a Cavallo Perroni si distinse per la seconda/volta; egli caricò il nemico con la Cavall:[eri]a sud:[dett]a; nessun morto,/nessun ferito dalla parte nostra./Nel momento si restituirono in Città i sventurati propietarj,/che n’erano fuggiti nella notte, essi trovarono le loro case intatte,/e chiamarono Liberatori, e salvatori i Francesi./Informato, che il nemico occupava in forza Avezzano, senza perdita di tempo appena giunta la terza colonna da Rocca di/mezzo volai in Avezzano sud:[dett]o, a mezzo giorno, ed a metà strada/si fecero vedere i Briganti, molti furono presi, e fucilati, molti/ammazzati dai fiancheggiatori. A due miglia da Avezzano incon=/trai il Corpo principale del nemico; questi informato del nostro/arrivo nel mentre era a mangiare, ed ubbriacarsi in Avezzano,/ebbe l’ardire di venirci incontro; detti le disposizioni dell’attacco/in tre colonne; la Cavalleria sulla dritta fù incaricata di cir=/condare il nemico pel piano scoverto; si battè la carica, due ore/durò la caccia, più di ottanta Briganti restarono sul campo/di battaglia; circa quaranta furono presi, e fucilati; Giunto/alla Città feci mettere le guardie alla porte, situai in posizione/una riserva, e senza entrar dentro proseguj’ l’inseguimento./

  1. 4r

del nemico fino alla montagna; la notte impedì l’ulteriore macello./Occupai allora il castello del Contestabile Colonna, che esiste/fuori Avezzano dalla parte della montagna; feci bivaccare al davan=/ti cento Uomini, che fornirono le guardie avanzate; la truppa aveva/bisogno di riposo, essa aveva percorso lo spazio di circa quaranta mi=/glia battendo due volte il nemico, ed avendo ricevuto mezza razione/soltanto a Cerchio./Nell’azzione di Avezzano il Tenente Battaglia con i Caccia=/tori a Cavallo Italiani si distinsero di nuovo; il Cacciatore Orlando/ebbe ferito il cavallo da una palla. Il Sig:[nor]e Beaulliovox (sic) Capitano/della 2^ Compagnia de’ Volteggiatori, Comandante la vanguardia,/per la seconda volta fece rimarcare la saviezza, il sangue freddo,/ed il valore più deciso; gli Uffiziali tutti, volteggiatori, cacciatori del/22° Reggim:[ent]o Leggiero, meritarono i più grandi elogj./La mattina dei 21 prima giorno marciai in tre colonne sulla/montagna, io stesso mi posi alla testa di quella di diritta incarica=/ta di occupare le alture, e prendere il nemico alle spalle, speran=/do di trovare gli avanzi dei Briganti battuti, ma questi col favore/della notte si erano salvati nella alte montagne della vicina valle/di Roveto; spinsi le riconoscenze fino a Capistrello primo villaggio/della valle stessa; e quindi mi ritirai in Avezzano aspettando nuo=/ve istruzioni./Colà fui informato, che la massa da me battuta il giorno/innanzi era composta di una parte di quella del Capo de’ Briganti/Piccioli; altra degli Avezzanesi, e l’altro terzo dei paesi componenti/la valle di Roveto. Più, che Piccioli col rimanente della sua masna=/da era marciato tre giorni innanzi al mio arrivo in Avezzano/sopra Luco, Trasacco, Gioja, Scanno, da dove era stato già scaccia=/

  1. 4v

to da un’altra Colonna di nostre Truppe, e si era buttato sulle/montagne della valle di Roveto per unirsi all’altro Capo Massa/Fra Diavolo, che esisteva verso Balzorano, e che una gran parte/degli assassini, che lo seguivano si erano sbandati, e ritirati mal/conci, senz’armi, e fuggiaschi a piccole partite verso i rispettivi/paesi della vallata di Solmona, sbigottiti dagli attacchi compinati/dalle nostre truppe, e dal macello accaduto in Avezzano./Più, che nel giorno dieciotto del corrente mese il menzionato/Piccioli con la di lui massa aveva dato il più terribile saccheggio alle/due case del Cavalier Mattei, e Minicucci di Avezzano, famiglie le/più ricche, le più rispettabili della Città, ed attaccatissime al nostro/Sovrano. Il Cav:[alier]e Mattei Comand.[ante] la Guardia Civica della Città/si era opposto all’ingresso dei Briganti, aveva fatto fuoco sopra di/essi, ma sopraffatto dal numero aveva a stento salvata la vita con/la fuga in compagnia de’ fratelli; la perdita di d:[ett]a famiglia Mattei/secondo le accurate informazioni da me prese ascende a circa/D:[oca]ti 15 m[ila], e quella della casa Minicucci a D:[ocati] 10 m[ila], famiglie, che/meritano i riguardi del Governo./Nel giorno 20 stesso in cui sono entrato in Avezzano li/Briganti avevano determinato di saccheggiare, e distruggere altre/sedici famiglie proprietarie, secondo la nota trovata. E’ inespri=/mibile, Sig:[nor]e Intendente, il trasporto, e la tenerezza con la quale/i proprietari di Avezzano accolsero il nostro arrivo./Saccheggi consimili aveva dati il Capomassa Piccioli a Trasacco,/Gioja, ed una forte contribuzione, era sul punto di rubare a Scanno,/

  1. 5r

allorchè furne scacciato, le devastazioni, i massacri i più orrendi in tutti/i paesi toccati dalla canaglia Picciolana./Sul far della sera del giorno 21 ricevei lettera del Sig:[nor]e Gen:[eral]e Coman=/dante la Provincia, con cui m’informava, che la 3^ Compagnia de’ Vol=/teggiatori era finalmente giunta all’Aquila, e che era stata diretta sopra/Magliano, e Scurcola per osservare quei punti, e Tagliacozzo./Più fui informato da altra lettera del citato Sig:[nor]e Generale de’ 20;/del prossimo arrivo nella marsica di una forte colonna di Truppe, coman=/data dal Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac./Ai 22 mattina mi misi in corrispondenza colla compagnia de’/volteggiatori arrivata già a scurcola. I Briganti contemporaneamente/si fecero vedere sulla montagna sopra Luco; inviai il Sig:[nor]e Battaglia/colla Cavalleria, acciò marciando sulla pianura fin sotto la montagna/stessa procurasse tenere a bada il nemico, e di trattenerlo con diversi/movimenti, e dell’istruzione al Capitano della terza Compagnia de’ Vol=/teggiatori, acciò marciando inosservato da Scurcola, prendesse il nemico/sul fianco, ed alle spalle, nel mentre, che io ad ora stabilita l’avrei lenta=/mente attaccato di fronte; il Tenente Battaglia adempì a meraviglia/la sua commissione, altrettanto il Capitano della Terza de’ Volteggiatori,/ma il nemico sempre pronto alla fuga, ed avvertito da Paesani, fuggì/come un baleno ne’ boschi foltissimi dell’alta montagna./La mattina stessa nell’apparire il nemico aveva mandato un di=/staccamento a prendere viveri, ed a fare tutto il danno possibile a Luco;/fugato quindi entrò a Luco stesso qualche Brigante della massa di Piccioli,/che l’aveva abbandonato, fuggendo per ritirarsi ne’ Paesi proprj; tre Paesa=/ni di Luco, chiamati Bonaventura Tonnina, Natale Tascione, ed Arcan=/gelo de Vecchis, ebbero il coraggio disarmati di correre addosso ai Scelerati,/e di arrestare, e di disarmare due, ed un altro di Luco stesso, che io/mandai a prendere per un distaccamento de’ Cacciatori del 22°, e feci/fucilare dopo averne preso i lumi sulla situazione del nemico; contribuì/

  1. 5v

a siffatto arresto ancora, e ad animare i Luchesi il Sig:[nor]e D.[on] Leopoldo/Degni proprietario di Luco, che io nominai nel momento Comandante di/una guardia Civica./Io non posso lodare abbastanza, Sig:[nor]e Intendente, una pruova cotan=/to Luminosa di coraggio, e di attaccamento de’ suaccennati Luchesi; essi me=/ritano di esser conosciuti dal Governo, e dal Pubblico, e meritano tutti i/riguardi; io feci dare da quella Comune sei ducati a ciascuno ai due/primi, trenta carlini al terzo; sperando, che il Governo gli dia mag=/giore ricompensa. Il Sig:[nor]e Degni poi dopo aver organizzati quaranta/Uomini circa di guardia Civica, spinse le sue guardie avanzate, fin so=/pra la montagna; Questo bravo Luchese col suo zelo, attaccamento, ed/energia mi ha forniti inseguito molti Lumi; Egli merita tutti i riguardi del/Governo./Mi occupai nel rimanente del giorno de’ 22; e nella notte vegnente,/ad inviare de’ distaccamenti ne Luoghi circonvicini per distruggere in/dettaglio i Briganti isolati, che erano fuggiti su tutt’i punti; molti paga=/rono il fio della loro scelleratezza./Ai 23 ricevei, Sig:[nor]e Intendente; altra Lettera del Sig:[nor]e Gen:[era]le Com:[andant]e/La Prov:[inci]a in data de’ 22; con cui mi avvisava, che per nuove disposi zio=ni di S:[u]a M:[aest]a doveva giungere nel giorno 22 il Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac/a Celano colla colonna di truppa, che (è scritto sopra n.d.a) con altra mi annunciava; (segue una cancellatura n.d.a.)/incaricato (è stata corretto n.d.a.) delle ulteriori operazioni, e mi determinava contempora=/neamente i Luoghi, ne’ quali io doveva accontonare la truppa/sotto i miei ordini, colle istruzioni corrispondenti, dandone il coman=/do al Capitano più anziano, trattenni pel giorno 24 e 25 L’esecu=/zione de’ detti ( è stato corretto n.d.a.) ordini circa l’inviare le truppe negli accantona=/menti, giacchè vidi ritardare l’arrivo del Sig:[nor[e Cavagnac; diedi il/comando della colonna il giorno 24 al Sig:[nor]e Capitano Beaullioux/Comandante la seconda compagnia de’ Volteggiatori il più anziano/

  1. 6r

col quale convenni di non abbandonare le posizioni occupate fino a/nuovo ordine; infatti la sera de’ 25 pervenne Lettera del Sig:[nor]e Generale/Goullus colla quale determinava di spingere il nemico nella Valle di Roveto/dalla parte di Capistrello, giacchè la Colonna aspettata era ne contorni/di Sora, e Balzorano, e di osservare sempre Scurcola, e la linea finora/da me occupata; siffatti suoi ordini giustificarono il mio trattenimento nel=/la Linea stessa./Il 26 prima giorno il Capitano Beaullioux dette le disposizioni/confacenti; S’incaminò per Capistrello, ed io partj per restituirmi nell’/Aquila mia residenza, anche poiche mi rattrovava da qualche giorno con/febbre, e per ubbidire all’antecedente disposizione del Sig:[nor]e Gen:]era]le Com:[andant]e la/Prov:[inci]a/Devo in ultimo, Sig:[nor]e Intendente, prevenirla, che durante le mie/suaccennate operazioni, quaranta bravi Cittadini di Pescina della guardia/civica di quella Città erano sortiti dalla loro patria per andare in cer=/ca della mia Colonna, e dividere la gloria con noi; siffatta picciola/Colonna diretta il primo giorno da quel Governatore, e quindi dal Sig:[nor]e/D.[on] Alessandro Cambise mi raggiunse il giorno 21 ad Avezzano; io l’inviaj/ad occupare il Castello di Celano, dove restò per qualche giorno; il Sig:[nor]e/Cambise ha travagliato con zelo, ed intelligenza nel dissimpegno di/molte commissioni da me addossategli; io le raccomando, Sig:[nor]e Intend:[ent]e,/un siffatto benemerito Cittadino, ed i quaranta bravi suoi compagni./I Luoghi da me percorsi sono oggi nella massima tranquillità;/lo spavento il più grande occupa l’animo de’ malintenzionati; La strage/de’ Briganti fatta in Gagliano, Celano, ed Avezzano ha restituita/la calma ai paesi./Le protesto, Sig:[nor]e Intendente, i sentimenti gli più decisi della mia/alta stima, e considerazione./Alò

  1. 6v

 Aq[ui]la 26 7b.[r]e 1806/Il T[ene]nte Alò/Da conto di tutte le sue operaz.[io]ni/contro i Briganti dal dì 15 che/si mise in marcia”.   

APPENDICE

Luigi COPPA ZUCCARI

L’invasione francese negli Abruzzi (1788-1810)

Casa Editrice Vecchioni, Aquila MCMXXVIII, Vol. I, pp. 412-414

“[…]<< Cavaliere D.[on] Ignazio Ferrante Consigliere del Supremo/Magistrato del Commercio, e Visitatore delle Province di/Aquila, Teramo, e Chieti./Per condannare all’oblio finanche la memoria dell’estinta/anarchi, che tendea a distruggere la religione, e lo Stato,/si è degnata Sua Maestà emanare la seguente Sovrana Determinazione./” Il luogotenente, e CVapitan Generale del regno Prin=/cipe del Cassaro con viglietto de’ 16 del corrente ha//partecipato alla Real Segreteria di Stato, Giustizia, e Grazia,/quanto siegue: Non convenendosi di far rimanerem in mano/de’ particolari gli editti, manifesti, proclami, e collezioni di/essi, ed altri simili abominevoli carte formate in tempo/dell’abbattuta anarchia dall’intruso sedicente Governo, dà/Generali e Commissarj Francesi, dalle varie commissionj/ed altri, che avessero avuto parte nel citato infame, sedi-/cente Governo, lo partecipa a cotesta Real Segreteria di Giustizia, affinchè disponga unn Editto da pubblicarsi, col quale venga prescritto a tutti coloro, che ritengano presso/di se, forsem per curiosità semplice, e non già per sinistra/intenzione, tali sorte di editti, proclami, sanzioni, manifesti,/tanto sciolti, che in collezione ligati in volume, che fra un/certo determinato tempo si esibiscano in potere della Giunta/di Stato, o del Direttore Generale di Polizia per la Capi-/tale, ed i Visitatori Generali delle Provincie del Regno,/colla comminazione di gravi, e severe pene ad arbitrio di/Sua Maestà Contro quelli, che elasso il termine, che verrà/prescritto nell’Editto, continuassero a ritenere presso di/loro le cennate carte. Disponga inoltre, che raccolte sa-/ranno le carte suddette, per mezzo del Boja siano date/alle fiamme ne’ soliti luoghi pubblico, e dove la quantità/fosse eccedente, dopochè se ne sarà abbrucciate nelmodo/suddetto una porzione, il rimanente anche si faccia consu-/mare dal fuoco in privato, e nel miglior modo che si/crederà comnveniente, ritenendone però una sola copia per/ogni specie di tali editti, sanzioni, proclami, manifesti, e collezioni in volume, quali accompagnate da un elengo di/esse mi si rimettano. nel Real Nome lòa detta Real Segre-/teria di Giustizia comunica tuttociò a Vostra Signoria Ill-/ustrissima (nel modo solito) dell’accennato Editto, spie-/gando in esso il tempo, che si stabilisce per l’easibizione/delle suddette carte. Napoli 18 gennajo 1800.- Emma-/nuele Parisi- Signor Visitatore Cavalier Ferrante./Ordiniamo intanto, che la suddetta Sovrana Determi-/nazione pienamente si esegua ed a tale oggetto prescriviamo.//

  1. Che tra il termine di giorni quindici computandi/dal dì della pubblicazione del presente Editto, tutte le per-/sone di qualunque ceto, e condizione, siano tenute ad esi-/bire le carte enunciate nell’inserto Real Dispaccio  nella/Nostra residenza, o ne’ luoghi, ed alla persone, che Noi/destineremo a tale uopo.
  2. Elasso il prefisso termine li detentori di somiglianti/carte, di lor natura abominevole, e da Sua Maestà prescritte,/saranno soggetti alle gravi, e severe pene all’arbitrio di/Sua Maestà.

III. Che dopo raccolte le carte, come si dopra divisate/sarà destinato il luogo, dove per mano del boja saranno/pubblicametne bruciate.

   Ed affinchè niuno possa allegare causa d’ignoranza,/ordiniamo, che il presente Editto si pubblichi a suon di/tromba in tutti i luoghi soliti e consueti delle Città, e Ca-/sali di Nostra Giurisdizione./Si esibiscano per questa Provinica di Chieti le suddette/carte in mano nostra in questa residenza di Chieti./IL CAVALIER FERRANTE./Giuseppe Capozzi attitario./Napoli (Nella Stamperia Reale ) (MDCCC.[…]”.

Giuseppe Rivera

” L’invasiomne francese in Abruzzo (1792-1799) “

ristampa anastatica, Studio Bibliografico Adelmo Polla, Cerchio, 1981

Collana ” Storia d’Abruzzo” n. 4, pp. 239-242.

pag. 239

“[…] XLVIII ( Da un esemplare a stampa esistente nell’Archivio di casa Rivera ).

REAL DECRETO

Quantunque le desolanti sciagure, che ne’ prossimi passati tempi di pubblici turbamenti afflissero questo regno di Napolio per opera di alcuni forsennati, nemici della Patria, e di loro medesimi, avessero altamente contristato il paterno Animo del Re Nostro Signore; pure Sua maestà intenta sempre al vero bene de’ suoi amatissimi SDudditi, e conservando, anzi accrescendo il vigore nel suo generoso Cuore, in mezzo alle comuni calamità, ed alla particolare sua amarezza, tenne fermo il pensiere, e rivolse tutte le sue disavventure, e specialmente di ricondurre in ogni modo nelle Popolazioni del regno la tanto desiderata quiete, che veniva lacerata dagli odj privati accresciuti per cagione de’ pubblici sconvolgimenti (349).

349) Dopo l’indulto esposto nel documenti precedente sembrar dovrebbe forse ridonata la pace al travagliato regno: e pure diversamente appare per questa seconda amnisita, che per altro nemmeno risparmia qualche espressione di minaccia. Il Colletta dice essergli ignore le cagioni di questo secondo indulto, tuttociò le avesse cercate nei registri e nelle memorie dei contemporanei, permettendo a questa sua osservazione, le seguenti espressioni: << In Napoli si godevano i benefici della pace e si sperava dagli ammonimenti delle sventure alcun senno ai popoli ed ai principii >>. Ma il Diario napoletano, ignoto al Colletta così dice sotto la data del 12 gennaio 1803: << Si aspettavano delle molte grazie quest’oggi nella ricorrenza del compleanno di S.[ua] M.[aestà] il Re, ma tutto è finito con un Real decreto col quale S.[ua] M.[aestà] ecc.>>. Se si attendevano molte grazie non era del tutto pacificato il Regno e rerstano quindi discutibili le espressioni del Colletta. Certamente alcuni condannati, particolarmente in esilio, non fruirono del primo indulto e solo in seguito a questo secondo poterono essere liberi e tornare in Regno. Di costoro avremmo anche a rammentare qualche nostro concittadino abruzzese. Ad ogni modo, è bene qui riportare per intiero il documento, traendolo dalla originale stampa, a chiusura del nostro storico lavoro.

  1. 240

A questo fine S.[ua] M.[aestà], fra le numerose provvidenze emanate dalla Sua Reale Clemenza, profuse sopra la classe dei colpevoli de’ delitti di Stato di quel tempo, particolari, e generosi, ampli perdoni, mitigando colla sua naturale Pietà il dovuto rigor della giustizia sulla ferma speranza, che i traviati si fosswero ridotti al diritto sentiero del ben Vivere, e che fossero del tutto cessate le animosità, le denuncie, e le calunnie in materia di quei delitti: ma questa speranza è rimasta in gran parte delusa, poichè ad onta de’ citati provvedimenti, non solamente si è continuato da molti ad assordare le orecchie di S.[ua] M.[aestà], e de’ suoi Ministri con molteplici accuse, e denuncie sopra le passate emergenze dio Stato; ma taluni pochi hanno posteriormente, ardito di turbare nel Regno la pubblica tranquillità con macchinazioni rivoluzionarie, per cui ne pendono le nuove processure nella Giunta di Stato; ed altri che ritrovansi tuttavia fuori de’ Reali Dominj, e ch’erano implicati ne’ passati delitti di consimil genere, hanno avuto l’imprudente ardimento di tessere delle trame contro la quiete delle Sicilie in complicità di alcuni esistenti in questo Regno di Napoli, sul quale gravissimo attentato si è già formato il processo da Governo Estero, ed è prossima la decisione della causa. Per tale stato di cose Sua Maestà non volendo lasciar mezzo intentato per ottenere con effetto quel fine a cui sono unicamente dirette tutte le sue paterne cure, cioè di rendere per quanto è possibile felici i suoi amatissimi Sudditi, soddisfacendo così agl’impulsi del proprio cuore negli obblighi dell’Augusto Ministero del Sommo Iddio affidatogli, come alla particolare sua decisa inclinazione per lo vero bene di essi, che la Maestà Sua riguarda come propri figliuoli, è venuto a Sovranamente ordinare, che restando fermi nella parte graziosa tutti gli antecedenti particolari, e generali perdoni emanati dal Real trono pe’m passati delitti di Stato di qualunque genere, s’intendano di nuovo ampiamente perdonati tali passati delitti, senza la benchè minima rerstriziomne che sopra de’ medesimi niuno ardisca di esporre, o formar denuncie, accuse, o rappresentanze a voce o in iscritto avanti a S.[ua] M.[aestà], ed a’ suoi Ministri Tribunali, e Giudici, sotto la pena della Reale indigazione, ed anche

p.241

di castigo secondo i casi: e benanche in pubblico, ed in privato non sia lecito di rinnovare col rimrpovero a’ graziati Sudditi la memoria de’ loro falli, la quale deve rimanere in perpetua profonda oblivione, riguardandosi i contravventori come perturbatori della pubblica quiete. Ed acciocchè siano maggiormente noti al pubblico  i paterni pietosi sentimenti del Real Animo di sua Maestà verso i diletti suoi Sudditi, e la sua costante e perpetua volontà di togliere dalle radici la rimembranza funesta de’ passati pubblici disastri, la Maestà sua si è degnata di dichiarare, che tutti coloro, i quali cogli antecedenti perdono particolari, e generali emanati dal real trono, e coè Decreti de’ Magistrati si trovano graziati della loro libertà, ed attualmente vengono anche ammessi alle grazie contenute nel presente Clementissimo Real Decreto, siano abilitati a poter aspirare agl’impieghi pubblici, e dello stato di qualunque genere, corrispondenti alle loro qualità, e circostanze, puchè ne siano meritevoli per abilità, onestà, e rettitudine di sentimenti, e diano di questi prove non equivoche con la di loro condotta; restando perciò annullate tutte le Determinazioni Sovrane antecedenti, e Decreti di Magistrato, che impedissero questa abilitazione per motivi d’inquisizioni di Stato. Dalla grazia della presente perdonanza Sua Maestà esclude soltanto coloro, de’ quali per nuovi delitti di Stato si trovino attualmente pendenti le processure nella Giunta di Stato, e tutti quelli, che per principale reità, o per complicità fossero inquisiti nelprocesso fromato da Governo Estero, o ne risultassero tali dalle ultime perquisizioni: essendo mente Sovrana che tanto quelli delle dette processure pendenti nella Giunta Sovrana quanto gli altri del processo, come sopra citato formato fuori per congiura contro le Sicilie, e della sua continuazione, siano giudicati prontamente nel modo che verrà spiegato in separato Real Dispaccio. Finalmente S.[ua] M.[aestà] dichiara, e vuole che la Giunta di Stato dopo terminate le attuali sue incumbenze, resti disciolta, ed abolita, e dia contemporaneamente alle fiamme tutti i processi, e tutte le carti riguardanti à delitti di Stato commessi in occasione delle note passate emergenze del regno di Napoli;

pag. 242

riservandosi S.[ua] M.[aestà] di destinare in appresso de’ Giudici, che ad modum belli tratteranno, e decideranno la cause de’ futuri delitti di Stato, i quali diverrebbero irremissibili, se alcuno scellerato ardisse di commetterli dopo tante perdonanze profusamente concedute dalla M.[aestà] S.[ua] sopra talemateria./Comanda S.[ua] M.[aestà], che questo Sovrano suo Real Decreto sia comunicato a tutte le Reali Segreterie di Stato, e da questo a’ Tribunali, alle Udienze Provinciali, ed a chi altro convenga. Caserta 10 Gennaio 1803 – GIOVANNI ACTON./(NAPOLI, Nella Stamperia Reale 1803 )” (1).

Note

1) tale lavoro fu pubblicato, per la prima volta, a puntate sul Bullettino della Società Di Storia Patria Abruzzese << Anton Ludovico Antinori >> negli anni 1907-1909.

Granito Angelo

” La legislazione positiva degli Archivi nel regno di Napoli “, Napoli, 1855, pp. 388-391.

pag. 388

BRUCIAMENTO DELLE PROCESSURE PENALI ED ABOLIZIONE DELLE CARTE INUTILI

Real Rescritto per lo bruciamento/delle processure penali.

Ministero e Real Segreteria di Stato/degli Affari Interni.

Sua Maestà sul parere emesso dalla Consulta de’ reali/dominii di qua del Faro in ordine ai voti espressi da/alcuni Consigli Provinciali, ed a rapporto del Consigliere/Ministro di Stato Ministro Segretario di Stato di Grazia e Giustizia, nel Consiglio ordinario di Stato del 1. del/corrente mese si è degnata di prescrivere di mandarsi/alle fiamme le processure penali compilate in epoca più/antica di anni quaranta da questa parte, tranne le pro-/cessure che contenessero condanne a vita e che non fos-/sero state ridotte a pene temporanee con sovrane determinazioni prese per regola generale./Nel Real Nome le partecipo questa sovrana determinazione per lo adempimento nella parte che la riguarda./Napoli 11 Novembre 1829-/MARCHESE AMATI./Al Sig.[nor] Soprantendente Generale degli Archivii./

REGOLAMENTO

Per lo bruciamento delle processure penali.

Art. 1. Dovrà formarsi un elenco dettagliato di tutti/que’ processi che debbono mandarsi alle fiamme.

Art. 2. Ciascun processo verrà in dicato co due nu-

pag. 389

meri, il primo sarà quello dello elenco che si formerà/all’oggetto giusta il disposto nell’articolo precedente,/e l’altro dimostrerà la processura m,arcata nello inven-/tario esistente nell’Archivio provinciale o suppletorio con/nome cognome e patria degl’imputati, l’epoca del pro-/cesso, reassunto della condanna e numero de’ volumi.

Art. 3. L’elenco sarà firmato dall’Archiviario e dall’In-/tendente per gli Archivii provinciali(1), e dal Vice-Archi-/viario e Regio procuratore per gli Archivii suppletorii.

Art. 4. In caso che esistessero negli Archivii stessi/delle processure compilate nelle regie Udienze provinciali/sfornite delle notizie del tenore diffinitivo de’ rispettivi giu-/dicati, perchè mancanti di que’ volumi che un tempo furono/delle Udienze medesime trasmessi in grado di revisione/nelle G.[ran] C.[orte] della Vicaria, saranno formati de’ notamen-/ti, indicando ne’ medesimi i nomi e cognomi de’ rei e/degli offesi, la loro patria, la natura del reato e l’e-/poca in cui ebbe luogo la processura formata a di loro/carico, e la trtasmissione della medesima nella G.[ran] C.[orte] del-/la Vicaria. Questi notamenti raranno rimessi al Sopran-/tendente Generale degli Archivii, il quale resta incari-/cato di far perquisire le carte della G.[ran] C.[orte] della Vica-/ria sistenti nel Grande Archivio di Napoli, per verifica-/re se tali processure debbano conservarsi o pur darsi al-/le fiamme.

Art. 5. Dietro i riscontri del lodato Soprantendente/Generale si procederà alla divisione di tali processure,/e saranno segnati tutti que’ processi che si destineran-/no per le fiamme, operazione che sarà eseguita dall’In-/tendente, Segretario generale e Archiviario per gli Ar-

1) Applicandosi il presente regolamento eziandio ai processi crimi-/nali depositati nel Grande Archivio del Regno, tale elenco verrebbe/sottoscritto dal Capo del 4° Uffizio, ove si conservano gli atti giudizia-/rii, e dal Soprantendente Generale.

pag. 390

chivii provinciali (1), e del Regio Procuratore e Vice-Archi-/viario per gli Archivii suppletori. Verrà a questo riguar-/do formato un verbale che sarà firmato da detti funzio-/narii.

Art. 6. Redatto il verbale l’Archiviario o Vice-Archivia-/rio terrà pronte quelle processure che dovranno darsi/alle fiamme. L’Intendente o Regio Procuratore destine-/ranno il giorno l’ora ed il luogo, in cui dovrà mandarsi/in effetti l’operazione.

Art. 7. Nel giorno e nel luogo fissato si farà un det-/tagliato confronto de’ processi destinati alle fiamme col-/l’elenco all’uopo formato, e col verbale di discussione./Indi saranno consegnati alle fiamme alla presenza de-/gl’Intendenti o loro delegati ed Archiviarii provinciali,/o dei Regii Procuratori e Vice-Archiviarii degli Archivii/Suppletori, i quali resteranno riuniti fino a che i pro-/cessi si ridurranno in cenere, di cui sarà formato an-/che un dettagliato verbale.

Art. 8. Terminato l’operazione dell’incendio sarà e-/seguito un confronto tra l’elenco formato a quest’oggetto e l’inventario esistente nell’Archivio provinciale o/suppletorio, e si discaricheranno in quest’ultimo tutt’i/processi che si troveranno bruciati. Del doppio verbale/d’incendio che sarà formato a questo riguardo uno sa-/rà Spedito al Soprantendente generale degli Archivii, e/l’altro rimarrà alligato all’elenco presso l’Archivio pro-/vinciale o suppletorio./Napoli 17 Febbraio 1830.

1) Nel Grande Archivio del regno dal Soprantendente generale, dal/Segretario e dal capo del 4° Uffizio; e lo stesso s’intenda da sempre che/nei susseguenti articoli si troveranno nominati l’Intendente, il Segre-/tario Generale, l’Archiviario, il Procurator generale ed il Vice-Archi-/viario.

pag. 391

Real Rescritto con cui si approva

il precedente regolamento.

Ministero e Real Segreteria di Stato

degli Affari Interni.

In data del 17 Febbraio 1830 Ella mi trasmise un/progetto di regolamento per la esecuzione del sovrano/rescritto del 1  novembre 1829, che prescrive di mandarsi alle fiamme quelle processure penali compilate in/epoca anteriore ad anni 40 da questa parte, che non/contenessero condanne a vita. Fu lo stesso inviato al’/l’esame della consulta de’ reali dominii di qua dal Faro,/che fu di avviso potersi approvare, Ordinandosi di più/l’intervento del Procurator generale Criminale, o di/un di lui sostituto alla scelta de’ processi./Avendo rassegnato questo parere alla M.[aestà] S.[ua] nel suo/Consiglio di Stato ordinario del 1° andante, si è de-/gnata di approvarlo. Glielo partecipo nel Real Nome per/l’adempimento di risulta./Napoli 7 Dicembre 1831./MARCHESE DI PIETRACAMELA/Al Sig. Soprantendente Generale degli Archivii[…]”.

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