Tagliacozzo – In un’atmosfera di intimità e calore, nonostante la fredda tramontana che sferza ormai la Marsica da sabato scorso, Tagliacozzo ha rinnovato, nel pomeriggio di martedì 14 gennaio, la devozione ad uno dei suoi antichi compatroni: il beato Oddo da Novara.
Durante la celebrazione della santa Messa, da parte del parroco don Ennio Grossi, animata dal canto gregoriano delle Monache di clausura, nella chiesa madre dei santi Cosma e Damiano, il sindaco Vincenzo Giovagnorio, insieme alla consigliera Anna Mastroddi, ha rinnovato l’offerta del cero votivo al Beato, da parte della Città.
È questa un’antica usanza ripresa negli ultimi anni per ricordare l’impegno dell’Amministrazione comunale che un tempo sosteneva le spese della festa, a scioglimento di un voto per lo scampato pericolo del terremoto del 14 gennaio 1703 che provocò ingenti danni e molte vittime per l’intera provincia. L’incolumità della Città venne attribuita all’intercessione del beato Oddo, ricorrendo la sua festa proprio il giorno del cataclisma.
Il Beato Oddo nacque a Novara circa l’anno 1100, fu professo certosino nella Grande Chartreuse e, dopo varie vicissitudini in Italia e nei Balcani, quando ormai aveva quasi 90 anni, venne destinato dal Papa Clemente III ad assistere spiritualmente le Monache benedettine di Tagliacozzo.
Trascorse quasi dieci anni in una piccola cella costruita presso il Monastero e la sua fama si diffuse nel circondario anche per i miracoli che accompagnarono la sua attività prima e dopo la morte avvenuta il 14 gennaio 1198 a quasi cento anni.
Un’interessante testimonianza della sua vita e delle sue gesta, di poco successiva al suo transito, è documentata in una preziosa pergamena custodita a Montecassino che riporta il processo per la sua fama di santità.
Il beato Oddo fu molto onorato nei secoli e Pio IX ne confermò il culto e il titolo di beato il 31 maggio 1859.
A partire dagli anni venti del ‘900, a causa del fallimento di una banca locale, denominata “Banco del B. Oddo”, la devozione si spense negli animi dei tagliacozzani, quasi che il ‘povero’ Beato avesse parte in causa nella brutta vicenda di truffa economica, posta in essere dai responsabili del piccolo istituto di depositi.
Alla fine degli anni ‘90 l’allora parroco don Claide Berardi, eseguita una ricognizione canonica delle spoglie e delle reliquie, ne rinverdì il culto e la devozione, interessando anche le autorità civili di Novara e l’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro che, come il beato Oddo, era nato nella città piemontese.
Fonte: Comune di Tagliacozzo
LEGGI ANCHE:
Tagliacozzo celebra oggi la festa del Beato Oddo, compatrono cittadino