Manca una settimana alla ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’olocausto è già viene sollecitata la memoria storica con conferenze, manifestazioni, e incontri con i
giovani e gli ultimi testimoni sopravvissuti.
La scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi in questa lirica usa le parole per emozionare affinché non vengano mai dimenticati i bambini di ieri e di oggi vittime del genocidio. Non solo un omaggio agli innocenti uccisi barbaricamente dal nazismo ma un’occasione di riflessione su una vicenda che ci riguarda tutti da vicino:
“la singolarità del fatto non impedisce l’universalità della lezione che se ne trae” ( Tzvetan Todorov).
Quando Hitler era nel cuore dei bimbi.
Quando Hitler era nel cuore dei bimbi
smarriti nel cielo grigio di fango,
sassi di sangue e acciaio
fecero di balocchi feroci carri armati
e melodie disperse rubarono
agli orfani di immemore libertà:
la speranza.
Quando sguardi innocenti di vita,
colmi di lacrime come pozzanghere
spettrali d’incubi, calpestarono
con zoccoli leggeri di puledri
le strade, i cortili solitari
e i campi devastati,
un uragano di schegge si mescolò
ai gridi acuti d’armistizio.
Quando Hitler era nel cuore dei bimbi
sognanti piccole aiuole tra altalene di sole,
le pupille brune d’oblio guizzarono di gioia
come codi di rondini lungo le rotte del sud,
qualcuno su nubi increspate di vento,
cullò nidi di pace dove l’uomo finalmente
disarmato sta accanto all’altro
a rimirare stelle all’orizzonte.
Oh! Fratelli del mio tempo,
che quando tornate a casa
abbracciate nel grembo materno
tutti i fiori dei giardini e dei prati,
non dimenticate i rifugi infranti dell’infanzia
che fu, né il bianco pane negato, né la pena
della vita straziata da un solco d’odio
dentro al cuore.