PADRE DOMIZIO IACOBUCCI ALIAS FRA DIAVOLO (1769 – ?)

    Senz’altro merita attenzione da parte di coloro i quali vanno alla ricerca delle proprie radici storiche, l’indomita, intrepida e temeraria figura del combattente insorgente filoborbonico Padre Domizio Iacobucci soprannominato, come il famosissimo Michele Pezza di Itri (1), fra Diavolo.

Non esiste infatti, un lavoro specifico intorno al Nostro. 

E’ solamente citato, en passant, da vari autori nelle loro opere riguardanti le invasioni del regno di Napoli da parte delle truppe francesi alla fine del ‘700 ( 1798-1799) ed inizio del secolo successivo ( 1806-1809). L’amico Fulvio D’Amore dedica al Nostro il nono paragrafo : “ Domizio Jacobucci: il frate-guerriero di Scurcola che devastò la Marsica” nel suo “Scurcola Marsicana dalla Signoria Feudale all’emigrazione transoceanica”. (2)

    Anch’io negli anni passati avevo tratteggiato, con rapide pennellate, la figura di padre Domizio(3).

Il presente lavoro è nato per cercare, per quanto è possibile,  di mettere un po’ d’ordine alle  sparse notizie riguardanti la vita di padre Domizio. La maggior parte di queste  sono state tratte dai documenti conservati presso l’Archivio di Stato dell’Aquila, dell’Archivio della Diocesi dei Marsi di Avezzano, dell’Archivio Comunale di Aielli, dell’Archivio Parrocchiale di Aielli ed archivio privato.

  Bisognerebbe indagare altri archivi quali per esempio quello di Napoli, archivi comunali ed  archivi privati per maggiormente descrivere la biografia e le gesta di Padre Domzio Iacobucci.

    Speriamo che questo mio modestissimo impegno sia di sprone ad altri per cercare di ulteriormente descrivere la complessa e poliedrica figura del Nostro che senza dubbio merita di essere studiata ed approfondita.

Il 5 Maggio 1769 nasceva ad Aielli, da Felippo Luciano e Teresa Callocchio (sic), il futuro padre Domizio Iacobucci, secondogenito di 5 figli, grande personaggio politico che ebbe parte attiva durante i violenti sconvolgimenti politici che caratterizzarono la vita del Reame di Napoli alla fine del XVIII secolo( 1798-1799) ed all’inizio del susseguente ( 1806- 1815).  

Scontri violentissimi e luttuosi accaddero anche nella nostra sub regione marsicana.

     Nel “Liber” dello Stato delle Anime del 1773 (4), dell’Archivio Parrocchiale di Aielli ( ora conservato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano), apprendiamo tutti i componenti facenti parte del nucleo familiare del Nostro:

“[…] 20

Iacobucci[…]

[ 21]

Cr. Com. Felippo Luciano  fig.[lio] d’Orazio 24 x[decem]bre 1733

22

cr. Com. Teresa di Vincenzo Callocchio mog.[li]e 15 8[otto]bre 1736

cr. Com. Orazio Felice Antonino fig.[li]o 11 Mag.[gio] 1766

cr. Com. Domizio Pio fig.[li]o 5 Mag.[gil] 1769

Felice Antonio fig.[li]o 30 Marzo 1772

     Angela Dea figlia .[ata] 29 x[decem]bre 1774

Santa fig.[li]a n.[ata] 28 Giug[no] 1780 […]”(5)

Abbiamo, purtroppo, pochissimi elementi che ci aiutano, in modo frammentario, a tracciarne la sua biografia: non sappiamo infatti quando e dove Padre Domizio morì né presso quale scuola studiò né quale titolo di studi conseguì.

Dobbiamo arguire che il Nostro, se è esatta la nostra interpretazione, grazie ad un documento fortunosamente salvatosi facente parte in antico ( ed ora in una collezione privata ),  dell’archivio d’Amore Fracassi di Cerchio, avrebbe conseguito, gli studi presso il Convento di Sant’Antonio di Scurcola tesi avvalorata anche dal sottoriporatato documento del 10 Maggio 1795 riferentesi intorno all’anno 1789. Da questo misero documento, è una lettera scritta dal menzionato Convento, da un certo Domizio ( è il nostro Padre Domizio Iacobucci? Sicuramente si perché è quasi impossibile che nel predetto piccolo convento vi siano due omonimi dal singolare e poco usato nome Domizio ) ed inviata al signor Don Fabio Ottaviani di Roma, dove apprendiamo che lo scrivente Domizio, il 16 Maggio 1793, si avvia in Barisciano e poi all’Aquila “all’Ordinazione della sospirata Santa Messa” ( vedi appendice ).

    Padre Domizio Iacobucci nella sopracitata data aveva appena compiuto 24 anni e quindi era più che plausibile che, a quell’età, poteva benissimo essere ordinato presbitero e quindi, di conseguenza, officiare la “sospirata Santa Messa”.

    Dalla testimonianza del trentottenne fabbro di Scurcola Marsicana, Loreto Cerrone, del 10 maggio 1795, il Nostro“ circa sei anni addietro” quindi grossomodo intorno al  1789 circa, quando  ancora non era sacerdote come viene ribadito in questo documento,era stanziante, come sembra evincersi dal documento in parola, nel predetto convento:

“[…]dove mi disse questo Fratello, che un Frate di S. Antonio gli aveva ordinate alcune chiavi false e che Egli gli aveva domandate per pagamento tre’ doppie. Io cercai di risapere qual Frate fosse, ma il med.[esim]o replicò, ch’era un Frate da Lui non conosciuto.Dopo di questo tra’ me, e me giudicai, che il Frate potesse essere il P.[adre] Domizio Iacobucci, giacche circa sei anni addietro in atto che lavoravo in bottega mi venne avanti un Ragazzo, che presentandomi una mappa di chiave delineata sopra poca carta, mi dis[se] [che] il F.[rate] Domizio Iacobucci, quale non era Sacerdote, volev[a] una chiave simile alla mostra, onde che gle l’avessi fat[ta][…]”

     Il 20 Giugno 1795, sempre dal Convento di S. Antonio di Scurcola Marsicana, il Nostro scrive una energica e reprimenda lettera al re di Napoli per denunciare la condotta poca edificante dei suoi confratelli :

“[…] Il P[ad]re Domizio Iacobucci Sacerdote Professo del 3° Ord.[in]e di S. Fra[n]cesco Prov[inci]a dell’Aquila stanziante nel Conv:[en]to di S. Ant.[oni]o fuori La Terra di Scurcola, prostrato al Real Trono di V.[ostra] M.[aestà], per puro zelo, e discarico della propria Conscienza, umilm:[en]te espone, come  nel Sud.[dett]o Conv:[en]to tutti Li Relig:[ios]i ivi stanzianti non fanno altro, che esercitare un vero dispostismo colle rendite di esso Conv:[en]to, attaccati ad arrecchire i proprii Parenti, ed Amici, niente pensando al proprio dovere, dilapidando Le rendite e gli avanzi del Med.[esim]o Infatti Sire Clementissime il Conv:[en]to di Scurcola ave circa due mila docati di rendita annui, qual rendita sarebbe anche maggiore se si cresciessero gli affitti, e colonie che i Parenti de stessi Relig.[ios]i coll’offerte maggiori, che si fanno dagl’altri. Circa docati mille, ed ottocento compariscie ne i Libri ave di avanzo, ma questi bona parte stanno in mano de particolari Relig:[ios]i per farli negoziare a proprii Parenti: che se per accerto del vero si farà perquirere il deposito, ove deve stare racchiuse il credito del Cov:[en]to si troverà molta somma ivi non esistente. Dippiù p[er] contemplaz:[io]ne de referiti Loro Parenti, ed Amici, il Conv:[en]to Med:[esim]o deve esigere sopra docati tremila, tutto di attrasso. Nel Conv:[en]to Sud.[ett]o attualmente vi sono di Famiglia duodeci Relig:[ios]i, tutti affannati per rapporti particolari. L’Istesso Oratore sin dal principio del passato Mese umiliò al R[eal] Trono altro ricorso dell’istesso tenore, Così traspiratosi che i Relig:[ios]i, esposero postiriorm:[en]te caluniosa querela contro il med:[esim]o p[er] cui se ne stà accappando l’informo dalla Curia de Marsi, ed abbiano impedito d.[ett]o ricorso; di nuovo dunque si prega S.[ua] R.[eal]M.[aestà] farne prendere rigoroso informo, e l’averà ut Deus […]”

Le soprariportate notizie relative all’anno 1795 sono desunte da un voluminoso fascicolo ( composto da 51 fogli numerati in cifre arabe più 17 fogli non numerati per un complessivo numero di 112 pagine compresa la copertina ) conservato nell’archivio della Diocesi dei Marsi collocato in Avezzano ( A.D.M., Fondo C, b. 57, fasc. 1134. Scurcola 1795 ) recante la seguente segnatura:

“ Scurcola 1795 Diligenza a Il P.[adre] Domizio Iacobucci del terz’Ordine di S. Francesco Stanziante nel Convento di S. Ant:[oni]o di Scurcola” ( vedi appendice )

dove apprendiamo notizie relative al Nostro accusato dal padre priore del sopramenzionato convento Fra Bonavantura Continenza da Cerchio (6):

“S.[ua] R.[eal] M.[aestà]/Sig:[no]re/Il P[ad]re Bonaventura Continenza attua=/le Priore del V[enerabi]le Convento de P.P.[Padri]/Francescani del 3° Ord:[in]e nella Terra/di Scurcula Luogo di questa Diocesi/dei Marsi sin dalli 6 di Maggio cor=/rente anno 1795 con dilui formale/istanza ebbe Ricorso in questa Curia/Cap:[itola]re esponendo, che il P.[adre] Domizio/Iacobucci Stanziante in d.[ett]o Convento/da due anni a questa parte, negava/La dovuta obbedienza a Superiori,/usciva di giorno, e di notte dalla Clau=sura a Suo piacere, Si portava/in varj Luoghi a giuocare, ballare,/banchettare anche mascherato con/grave Scandalo de’ Secolari, e cor=/reva publica voce di Ritenere/una pratica disonesta. Avea/in oltre il d.[ett]o P.[adre] Domizio una chiave/falsa, e Rubbato nel granajo del/Rid.[ett]o Convento, considerevole quan=/tità di grano; ed in un (sic) notte essen=/doli Stata Rattenuta dai PP.[Padri] dall’istes=/so Covento una Salma di grano,/che da quello Estraeva, con averla/Riposta in una Camera chiusa a Chia=/ve, Egli nella mattina Seguente,/proferendo bestemmie contro Dio//e li Santi, e minacciando di vita il/Priore, e gl’altri Padri Si aveva/Ripigliato il grano, e fattolo portare/nella Vicina T[er]ra di Scurcula l’avea/ivi Venduto./Che p[er] Effetto delle Minaccie fatte dal P.[adre] Domizio il Sud:[ett]o P.[adre] Priore era nel=/la necessità di Star chiuso, e Custo=/dito in Camera, temendo della p[ro]p ria (è scritto sopra n.d.r. )/Vita, se senza fondam.[en]to perche/un Egual timore avevano li garzo=/ni del Convento Sino ad Essersi li=/cenziati, e p[er]che il P.[adre] Domizio an=/dava di continuo armato con armi/proibite; Laonde domandò prendersi/del tutto diligente informo, e frà di/tanto procedersi all’arresto dello Scor=/retto Religioso p[er] sicurezza della p[ro]p[ri]a/Vita, e p[er] evitarsi li mag.[gio]ri Eccessi,/che poteva commettere./In vista di tal Ricorso ordinai su l’Esposto/la dilienze, ed in caso di Sussisten=/za l’informaz:[ion]e che commisi ad un/Can:[oni]co Sacerdote di cappelle Luogo nel=/le Vicinanze di Scurcula. Frà di tanto/Ricevei Lett.[er]ra del P[ad]re Provincaile dell’/espressata Religione, colla quale mi/significò aver inteso d’essere stati/avanti di me dedotti alcuni delitti/commessi dal Religioso P.[adre] Domizio/Iacobucci, quali Essendo veri, sicc.[om]e/erano stati Commessi dentro il Chiostro/cosi ad Esso//così ad esso, e non alla Curia ne/pettava la Cogniz:[ion]e, ed il castigo.Non/stimai far Sospendere l’informo, che/Si stava prtendendo, p[er] vedere se li/delitti de quali eran com[m]essi dentro, o/fuori del Chiostro./Compilatasi intanto dal Com[m]issionato le/Diligenze, e poi la giudiziaria infor=/maz:[ion]e, avendo Rimesse aquesta Cu=/ria tutte le Carte formate, dalla/prova in genere si Rileva, che/nel granajo del convento siansi tro=/vata mancanti Salme dieci, e coppe/undeci di grano. Dalla prova in/Specie costa, che il P.[adre] Domizio Ia=/cobucci in quest’anno abbia vendute/Salme cinq.[u]e e più di grano, e che/essendosi avuta di una di Esse la mo=/stra, e fattosi il confronto con il grano/del convento siasi trovato, ed appura=/to esser stata dell’istessiss[i]ma qualità/del grano del granajo del convento/med:[esim]o; che in una notte dell’antepassato/mese d’Aprile il P.[adre] Domizio cacciasse/dal Convento una Salma di grano, e/Ricevutosi l’avviso dal P.[adre] Priore, ac=/corresse esso stesso cogl’altri PP.[Padri] a/Ripigliarla da un secolare, che la con=/duceva, e fattola Riponere, e chiudere/a chiave nella dispensa del pane,//Esso P.[adre] Domizio nella mattina seguen/te tentasse con urti, e calci di Rompe=/re la porta di d.[ett]a Dispensa, e non/essendoli Riuscito, a forza di Spergiu=/ri, e minaccie contro il Sunnominato/P.[adre] Priore l’obligasse a aprire la por=/ta sud.[ett]a della Dispensa, facesse pren=/dere di nuovo la Salma del grano, e/fattala ( è stato corretto n.d.r.) caricare la mandasse nella/Vicina Terra di Scurcula; Rilevasi/ancora, che il P.[adre Domizio avesse la/Chiave falsa del granajo Essendosi/Costato d’aver data incombenza a/più d’un artefice, con il disegno in/Carta di fare d:[ett]a chiave. Rilevasi altresì che il P.[adre] Domizio in/diverse occasioni abbia maltrattato/il P.[adre] Priore, e minacciato di Vita, co=/me abbia fatto ad altri Religiosi,/e Secolari di Servizio del Convento./Che abbia sempre Ritenuto in Sacca/un trinciante, un Stocco nel bastone,/e nella Camera una pistola. Altri/testimonj hanno parim:[en]te deposto, che/il P.[adre] Domizio facesse una satira con=/tro un P[ad]re Francescano, che avea/predicato nella Quaresima in Scur=/cola, ed esiste nel processo una Let=/tera infamatoria da esso Scirtta ad/una Donna della stessa Terra di/Scurcula.//Ho Rilevato finalm.[en]te, che l’istesso P.[adre]/Domizio, spessissimo in più Paesi ab=/bia giuocato con Secolari a Ruzzica/con il Casciospogliato dell’abito, ed/abbia cantato di notte tempo p[er] le/strade, e siasi qualche volta mas=/cherato./Che frequenti La casa di alcune don=/ne, e di essere andato con Esse in/Campagna a divertim.[en]to, ed essere/stato Veduto in un giorno trattenersi/in un basso di casa Rurale con una di/dette donne abbia dato motivo di mor=/moraz.[ion]e, e di Scandalo, e l’istessa/mormoraz.[ion]e, e scandalo abbia cagio=/nato colla dilui Vita Rilasciata, e/niente propria di un Religioso./Nelli atti della cennata informaz:[ion]e esi=/ste un fede giurata fatta da alcuni/Cittadini della Scurcula presso gl’/atti di quella Corte locale a Richie=/sta del P.[adre] Domizio colla quale atte=/stano d’avere nella Ricolta dal/grano fatto nell’anno prossimo scor=/so vendute ad Esso P.[adre] Domizio diverse/quantità di grano, cosicche non po/tendosi Supporre, che la compra di/detto grano l’abbia fatta p[er] provi=/sta del Convento, p[er] non aver Egli/in esso alcun Officio, deve dirsi,/che sia stata p[er] negozio, che è//proibito ad un Eccl[esiast]ico, e molto più/ad un Religioso/Per non entrare in briga col sunnoma=/to P.[adre] Pro[vincia]le mi fò un dovere passare/tutto all’alta e sublime intelligenza/della M.[aestà] V.[ostra], da cui imploro il Sov:[ran]o/Reale Oracolo, se p[er] li delitti com[m]essi/fuori dal Chiostro dal divisato P[ad]re/Iacobucci debba procedere questa/Curia, o pure debba Rimettere tutte/le Carte al dilui P[ad]re Pro[vincia]le, affinche/proceda Egli a quanto si conviene/di giustizia p[er] il castigo ed emenda/di d.[ett]o Religioso, e specialm.[en]te p[er] Ripa=/rare, e togliere la mormoraz.[ion]e, e lo/Scandalo, che il med.[esim]o a quella/Popolaz.[ion]e colla dilui Rilasciata Vita./Ed al Real Soglio prostrato, mi/umilio al bacio della S.[ua] R.[eal] Mano./Di V.[ostra] R.[eal] M.[aestà]/Pescina 26 Giugno 1795/( sotto al margine sinistro si legge: “ Per la Real Seg:[rete]ria dell’Eccl[esiasti]co/(Napoli) “ n.d.r.).

Accuse queste rilasciate, dal 16 maggio al 28 maggio 1795) da ben 44 testimoni( di cui sette donne e di una età oscillante fra i 73 e i 15 anni )(7) attraverso le quali veniamo alla conoscenza dei “misfatti” commessi dal Nostro. Del sopramenzionato voluminoso carteggio solamente il padre Oronzio Palanza ex provinciale del Terz’Ordine di San Francesco della provincia dell’Aquila, difende il Nostro e fa proprie le due missive inviate da Padre Domizio Iacobucci al re di Napoli:

”[…]Il Padre Domizio Iacobucci del 3° Ordine di San Francesco stanziante nel Convento di S. Antonio fuori di Scurcola Umilis.[si]mo Sudito di V.[ostra] M.[aestà] prostrato avanti L’Augusto R.[eal] T.[rono], divotamente Le rappresenta, come tempo fa umiliò altra sua supplica, mosso dal solo scarico di sua Coscienza, e le rappresentò La cattiva Condotta, che si tiene in d.[ett]o Conv.[en]to, ed il mal uso, che fanno della pingua sua rendita; ed abbenche ora La V.[ostra] M[aestà] R.[eale] n’abbia prescritto rigoroso informo, si è fatto addossare L’informo al Governatore Locale, il q[ua]le troppo obbligato al Convento, ed a Religiosi del med.[esim]o opera p[er] favorirli; e non ne puol far a meno, primo, perche tiene La Casa di d.[ett]o Conv[en]to, secondo, perche l’istesso Conv:[en]to Li somministra delle Vitture, e qualunque altra cosa, che gli sarà bisognevole; e così non appena riuscito l’incarico di accedere in Convento, tanto tosto ne diede aviso, del quale i Religiosi, se ne approfittarono; ed in segno del vero, in vece di trovare nella Casa il cennato danaro a V.[ostra] M.[aestà] di docati mille, e ottocento in circa, ci furono trtovato solo docati cinque cento; quindi chiese i Libri d.[ett]o accordato Governatore, e gli furono esibiti quelli di trè anni indietro, senza cacciare quei posteriori, che fanno vedere d.[ett]a cennata somma di danro, e ne ritardano la consegna di d:[ett]i Libri, e non si sa, che stanno facendo. Dal fin qui esposto può La M.[aestà] V.[ostra] ravisare La frode si de Religiosi, che di quel corrotto Giudice; E perciò L’oratore umilmente La supplica a dare in suspetto il d.[ett]o Governatore; ed immediatamente rimettere altro informo all’Udienza dell’Aquila, ò ad altra incorrotta Persona.In questa Capitale vi è un Laico mandenuto da d.[ett]o Cov:[en]to, q[ua]le non fa altro, che andare nelle sue Regali Secreterie impede[n]do i giusti Sfochi de Recorsi, onde sarebbe bene S.[ua] M.[aestà] rimandarlo in sua Provincia. Per fine, Sire Clementissime, L’Oratore è in circostanza tale da dovere implorare La Sovrana V.[ostra] Prodezzione; mentre ora/è molto bersagliato, per avere rappresentata La Verità a V.[ostra] R.[eal] M.[aestà], e quale ch’è peggio, e per stare con piena Loro libertà in d.[ett]o Cov:[en]to, cercano di discacciarlo, nonostante, ch’è Figlio di d.[ett]o Conv.[en]to, e contro Le Reali Determinazioni! Dippiù L’istesso Oratore, prostrato a piedi di V.[ostra] M.[aestà], e La supplica, che stante La sua notoria povertà Religiosa, nell’informo che si benignerà commettere, si compiaccia anche ordinarlo a spese del Convento Med.[esim]o[…]”

   Padre Domizio anche alla curia della Diocesi dei Marsi aveva inviato una lettera dove metteva in evidenza l’animosità dei suoi nemici:

“ Nella Rev[erendissi]ma Curia de Marsi Comp:[arent]e Il P[ad]re Domizio Iacobucci del 3[ter]zo Ord.in]e di S. Francesco, Stanziante nel Ven[erabi]le Convento di Scurgula, ed espone, che hà perinteso un Complotto frà Religiosi, e Secolari contro la di lui Persona, per voler procedere colla Schiettezza Religiosa, e non aderire alle idee de Complottati; tanto ciò vero, che gli è giunta la notizia di essersi accinti a ricorrere in questa R[everendissi]ma Curia, contro di Lui, e che perciò Siasi delegato il Can:[oni]co D.[on] Giambattista Cardone di Cappelle, per appurare qualche’ escogitata menzogna; ma siccome la persona di d.[ett]o Canonico riesce per l’esponente Suspettisima, e potrebe circonvenirsi dai raggiri de Complottati; così riverentemente con giuramento lo ricusa, e lo allega per sospetto non animo offendendi, Sed t[a]m jura Sua tuendi per li Sequenti capi 1° Perché d.[ett]o Can:[oni]co hà una forte obbligazione coi Religioso di d.[ett]o Convento, per averne riceute finezze nell’ultima Predicazione della parola di Dio, per cui gli fù commensale più volte con ricevere attenzioni distintamente: Or li Principali Emoli dell’Esponente sono gli Stessi Religiosi: Dunque il Delegato loro Aderente, ed Amico, non deve, ne può procedere contro Esso medesimo. 2° Perché il Secolare Complottato è in capite Libri D.[on] Luigi Ettorre, il quale Si è pubblicamente dichiarato persecutore dell’Esponente: ma d.[ett]o Ettorre del continuo tratta, ed è commensale con lo Stesso Sig:[no]r Delegato: Dunque ragion non vuole, che le sue azzioni Siano conosciute da un animo tutto propenso ver dell’animosità de Nemici. 3[ter]zo corre voce, anzi è certo, che d[ett]o Sig:[no]r Delegato Senza partecipare la Sua commessa al Ministro Provinciale, intenda far carte, Sentir Testimonj, e disporre le Cose a piacere degl’Emoli; quando che tal modo di procedere non solo è animoso, ma benanche contro le Leggi Padrie: dunque la Sua Commessa deve ritrattarsi. Che però ne ha ricorso in questa R[everendissi]ma Curia, e protestando, che non intende rinunciare alle Regali Determinazioni in Simili rincontri, ma che intende farne uso con Somma venerazione, fa r[ichie]sta di ordinarsi a d:[ett]o Sig:[no]r Delegato, che più non proceda, Sotto quelle pene, che Si Stimeranno migliori; e protesta formalmente, che non intende aderire q[uate]nus e che intende dichiarare nullo qualunque atto, criminoso, qualunque ricorso e di avanzare querela contro li Calunniatori, et ita Salvis “

Il citato Padre Oronzio Palanza in un altro documento facente parte sempre del citato carteggio mette in evidenza presso la “Curia Capitolare dei Marsi “ che

 “[…]Non sa il Comparente se i delitti siano stati commessi intra, o extra Claustrum; e perciò supponendo, che gl’atti dell’informo siano stati compilati, e rimessi in Banca. Perciò fa istanza, che gli medesimi restino esaminati, e trovandosi delitti acclarati punibili, e comessi extra Claustrum, la Re[verendissi]ma Curia, proceda alla pena; ma essendo i delitti extra Claustrum comessi, il Comparente per difendere i diritti della Religione, e come P[ad]re di Provincia, fa istanza rimettersigl’atti a legittimi Superiori del supposto Reo, giusta le Reali disposizioni, altrime[n]ti formiter dice di nullità di ogni passo, ed atto, che potesse farsi[…]”

    Da come chiaramente si evince tutt’altro che pacifica fu la sua permanenza nel più volte citato convento di Scurcola Marsicana. Gli antichi romani con somma saggezza solevano affermare che “ in medio est virtus”: nel mezzo di più versioni e testimonianze vi è la verità. Dalle testimonianze rilasciate dai vari testimoni siamo venuti alla conoscenza della forte personalità del Nostro Padre Domizio e della sua insofferenza verso i suoi superiori che chiaramente non erano, secondo lui, degni di essere rispettati e da qui le sue intemperanze verso i cosiddetti benpensanti. Era accusato infatti di non rispettare gli ordini impartiti dai suoi superiori e di minacciare gli stessi; di aver rubato  varie salme di grano; di portavre armi proibite; di essersi mascherato in un carnevale e di aver ballato in casa in occasione di un imminente matrimonio; di bestemmiare; di aver commissionato di far fare una chiave falsa; di aver profferito minacce verso alcuno garzoni; di giocare a ruzzica; di conversare con alcune ragazze e di essere andato con le stesse a fare scampagnate; di aver scritto un libello contro un frate cappuccino ed un arciprete di Borgo Collefegato ( l’odierna Borgorose in provincia di Rieti ) ed infine di aver scritto una lettera diffamatoria contro una donna di Scurcola Marsicana: accuse, a mio modo, di vedere esili ed inconsistenti ed anche perché non  sono state prodotte testimonianze, come giusto che sia in un equo giudizio, a favore del Nostro: non si può giudicare una persona sentendo una sola campana.

 Le “diligenze” e gli “informi” contro il Nostro erano state prese sicuramente, come chiaramente si evince  dai documenti esaminati e riportati in questo lavoro, per controbilanciare le forti e pesanti accuse rivolte da padre Domizio contro i suoi confratelli del Convento di S. Antonio di Scurcola Marsicana accuse che il Nostro , in appositi scritti, le inviò sia al re di Napoli  che alla curia dei Marsi, allora sedente in Pescina.

Sia l’accusato che gli accusatori furono figli del loro tempo ed ognuno, senza tema di smentite,portava con se le proprie immancabili miserie: “ chi è senza peccato scagli la prima pietra!”.

    A noi preme mettere in evidenza, è ovvio, il forte attaccamento di padre Domizio verso la patria, il re, la religione e la famiglia ed il suo grande valore nell’arte della guerriglia. Il Nostro è un insorgente coraggioso e temerario. Non ha paura di combattere contro le agguerrite ed esperte truppe napoleoniche:

“[…]Nel mentre però si accordava un poco di riposo alla truppa fatigata, avendo il nemico ricevuto dei rinforzi da Ajello, patria del rinomato Padre Domizio segretario di Piccioli, ebbe l’ardire, e la sciocchezza di venire egli stesso ad attaccarci di nuovo, fu allora, Sig.[nor]e Intendente, che il nemico conobbe la differenza, che passafra la più brava truppa del Mondo, ed una massa informe di canaglia; il temuto passo di carica fù battuto; il nemico fù scacciato dalle seconde, e terze posizioni, rovesciato, e battuto; dodici morti ebbe il nemico, e molti feriti fra quali il padre Domizio in una gamba[…]”( Relazione del tenente Alò della gendarmeria reale distaccata nell’Aquila redatta il 26 settembre 1806. Vedi in appendice ).

Nonostante che gli insorgenti, al confronto delle truppe francesi, come abbiamo visto, erano pochi esperti nel combattimento e ben consapevoli di ciò ebbero, comunque, il coraggio di affrontarle a viso aperto come apprendiamo ancora dalla sunnominata Relazione:

“[…]A due miglia da Avezzano incontrai il Corpo principale del nemico, questi  informato del nostro arrivo nel mentre era a mangiare, ed ubbriacarsi in Avezzano ebbe l’ardire di venirci incontro, detti le disposizioni dell’attacco in tre Colonne, la Cavalleria sulla dritta fù incaricata di circondare il nemico pel piano scoverto; si battè la carica, due ore durò la caccia, più di ottanta Briganti restarono sul campo di battaglia, circa quaranta furono presi, e fucilati[…]”.

Il 28 febbraio 1799, Padre Domizio, quasi trentenne, prese parte insieme ai capimassa dell’aquilano, quale comandante delle masse di Scurcola Marsicana, alla riunione indetta a Roio da Giovanni Salomone di Barisciano (8) dove, nella medesima riunione, lo stesso Salomone fu eletto capo supremo di tutte le masse della provincia dell’Aquila ( vedi appendice ).

Il Generale Salomone per meglio arginare le truppe Francesi e per meglio difendere la città dell’Aquila, il suo castello e “la Provincia dell’Apruzzo”, diede ordine di formare un reggimento con delle “Compagnie trà Marsi”:

“ Ill[ustrissi]mo, e R[everendissi]mo Sig:[no]re Sig:[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo Dalla Città dell’Aquila, e Sig.[no]r General Salomone si è risoluto formare un Reggimento per difesa del castello, e del nostro Apruzzo. Pel mantenimento si è progettata una cassa militare, e si prendono le misure per impinguarla. Si è creduto formare delle Compagnie Trà Marsi, col loro nome, e quelli che sono alla testa dell’affare si son degnati incaricarmi di avvalorare non solo la leva, ma di seriamente pensare al vantaggio della detta Cassa. Quanto partecipo ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e R[everendissi]ma, forse le perverrà da quella volta, ma se mai m’ingannassi, avran creduto quei Sig.[no]ri, che io adempivo ai miei doveri. La difesa finora sostenuta, e che deve sostenersi, à di mira il vantaggio publico, ma specialmente quello del Clero. Questo non à sofferto nella Sua Diocesi, e sarebbe un dovere, che si prestasse per le straordinarie spese, con un sussidio, degno del proprio Zelo, e vantaggio. Se dunque V.[ostra S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Re[verendissi]ma, lo crede regionevole e necessario, si degni tassare ciascun individuo del Clero Secolare, e Communità Religiosa. Mi farrà pervenire nota distinta de Conrari, e renderà inteso d[e]lla Somma totale il Sig.[no]re D.[on] Tomasso Falconj, a chi devo essere risponzabile. Resti servita di aver di mira la sollecitudine troppo necessaria per il piano formato nella Città dell’Aquila. Potrà incaricare gli rispettivi Vicarj per unire le Somme, e li medesimi trasmettermele col registro de contribuenti, affinche la M.[aestà] d[e]l Sovrano resti intesa de Sogetti, che mostrano attaccamento, e di quelli, che odorano di poco Zelo. Mi prendo la Libertà accludere copia di una notificazione ( vedi appresso n.d.r. ), perche si degni affidare l’esecuzione a chi crede fervido per il publico vantaggio, con l’inteligenza di adoprarsi nelle vicine Terre di Colle armele, Ortucchio, Gioja, Cerchio, e S. Benedetto. In questi luoghi potrà sciegliere a suo piacere Persone abili, quali resteranno considerate negl’impieghi, e quello, che in questa Città resta eletto da V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e R[everendissi]ma, avrà un posto de primi nella Compagnia secondo il numero della leva sarrà per fare. Si degni farmene riscontrare, e rimettere da tempo in tempo i nomi d[e]ll’Ufficialità, e rimetterli istruzioni più precise, e consolanti intorno le Compagnie Eccomi a venerati commandi pieno di vera stima, supplicandola della P.B. Cappelle 28 Maggio 1799 Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e R[everendissi]ma D[evotissi]mo Se.[rvito]re v.[er]o Ob[ligatissi]mo, e Sud[dit]o G[ian]Batt[ist]a Cardone  (al margine sinistro si legge: “ Monsig.[no]r V.[ecov]o de Marsi “ n.d.r.)” (9)

“ Notificazione Per alcanzare L’incommodo di tante Masse armate, e per la migliore difesa della Città dell’Aquila, suo Castello e Provincia dell’Apruzzo ultra si è risoluto dal Sig:[no]r General Salomone, Magistrato, ed altri Delegati di detta Città formare un Regimento detto Sannio, quale rapidamente si avanza sotto la direzione del Sig:[no]r D.[on] Tom[m]aso Falconj incaricato. Per rendere più rispettabile d.[ett]o Regimento s’invitano gli bravi Marzi a formare una, due, o più compagnie de loro Cittadini, e così rimostrare attacca:[men]to, sempre magiore alla fede, al Sovrano, alla Patria, quali compagnie avranno il nome di Marziche. Le Leggi sotto cui si dovrà militare, son le seguenti. 1. Ogni compagnia composta di cento settandue individui, avrà tutta L’ufficialità, tanto bassa, che’ maggiore tirata da proprii nazionali. 2° Appena un individuo avrà dato il nome, e questo passato nel rigistro del primo incompenzato in partibus, goderà de privilegi Militari, e Subitoche’ la compagnia resterà incorporata godrà grana venticinque il giorno, ed il vestiario della cassa Militare. III. Non possono ammettersi alla cennata compagnia, se non gl’indicati negli ordini circolari in stampa, ed abbiano date riprove di realismo, fedeltà, ed atta:[ccamen]to alla Patria. 4 L’Adesione, che’ si presta, è pura volontaria, e L’obligo di servire sarà fino al momento, che’ le Reali Truppe di Linea ripristinerranno sodamente il sistema monarchico, doppo il qual tempo hanno la libertà tornare alle Case proprie. Chiunque pretende concorrere alla tanto gloriosa difesa diano il Semplice nome a loro rispettivi incompenzati, e questi li passeranno all’incompenzato principale, perché formato un numero competente si proceda all’elezzione dell’ufficialità Tutti li annotati per ora farranno uso sulla coccarda reale d’un pennacchio di piuma bianca p[er] distintivo, quale pennacchio si proibisce, a qualunque altro sotto la pena di carlini 30, applicabili alla cassa Militare. Perché finora non cede lo spirito del partito nemico, e lusingandosi tentano impedir la difesa, sotto apparenze di Zelo, sono pregati gli fedeli Marzi, ad arrestare, o almeno denunciare qualunque persona, che direttamente, o indiretta:[nen]te, si oppone alla formazione delle compagnie cennate, sicuri del Real gradi:[men]to. Chi desidera assicurarsi delle originali capitolazioni, potrà osservarle presso gl’incaricati “(10)

Senz’altro i primi che fecero parte delle cosidette “ Compagnie Marziche”  furono i capimassa marsicani che intervennero il 28 Febbraio 1799, come abbiamo detto su, a Roio per l’elezione a Generale supremo di Don Giovanni Salomone: don Feliceantono Recina (11)capomassa di Ovindoli e Rovere, il Nostro Padre Domizio capomasssa di Scurcola Marsicana, don Gio:[van]Batt[ist]a Clemente e don Francesco Lolli capimassa di Avezzano, don Andrea Petricca capomassa di Magliano de’ Marsi; sicuramente anche Felice Ruggero alias Giovinotto d’Ovindoli (12), don Francesco Marinacci (13) capomassa di Collarmele, don Gaetano Contaldi Capitano delle Masse di Avezzano con il suo sergente Modesto Piccolini così pure gli altri capitani comandanti le masse di Avezzano Don Marcantonio Spina, don Maurizio Orlandi, don Tommaso Brogi (14), don Giuseppe Paciotti, don Gregorio Decj e l’intrepido combattente Matteo Novelli (15) sempre  di Avezzano; Giuseppe Sabbatini capomassa di Pescina e i cerchiesi Lorenzo d’Amore (16)” Condottiere generale” e “Capomassa, governatore e Giudice “ di Cerchio, Venanzio d’Amore Fracassi “condottiere” , (17) Nicasio Maccallini (18) “condottiere” e Silvestro Tuccieri capomassa di Cerchio; Giuseppe del Pinto capomassa di Aielli ed altri capimassa fecero parte di queste compagnie.

Padre Domizio immediatamente si mette all’opera ed a disposizione dei comandanti supremi per difendere e portare avanti la causa e la casa Borbonica : “

“[…] In Dei Nomine Amen = Cerchio li 21 Aprile 1799 Dalli presenti Massari Giuseppe Ciofani e Nicola Ciaglia si è chiamato il consiglio generale nella solita casa dell’Università[…] fanno presente ancora come alle ore diciotto di questo dì si è ricevuto ordine del Comandante del Signor Generale Pronio,(19) P.[adre] Domizio Iacobucci dove si incarica far trovare approntata quella quantità di gente atta alle armi che sarra possibile al fine del passaggio che farra detto Comandante possa trasportarsela[…]” (20)

“[…]Ajelli 23 Mag.[gi]o 1799 […] Nel p[rim]o Capo si propone, come ci è pervenuta Lettera del Comand.[ant]e P[adr]e Domizio, q[ua]le avanti le Sig.[no]rie Loro si legge, che ordina di mandarvi la Truppa in Massa di q[ue]sta n[ost]ra Terra sotto la sua direz.[ion]e nella Città dell’Aquila, sicchè si domanda dalle Sig.[no]rie Loro come debba provedersi il denaro p[er] il diloro giornale mantenim.[ent]o, ed ognuno[…]Al P[rim]o Capo è stato risoluto, che si facci Ord.[in]e ai Sindaci antecessori, e specialm.[ent]e Antonio Maccallini, di pagare q[ue]llo, che devono nelle Loro Sig.[no]rie, ed il d.[ett]o Maccallini, e compagno astringano dalla med.[esim]e Li Sindaci anteces.[sor]i; e fra di tanto si facci esiggere la Tassa della Decima a norma del Real Ord.[in]e del General Salomone[…]”(21)

“[…]Ajelli il primo Settembre 1799[…]5.[quin]to Capo si propone, come il P[a]dre Domizio in occasione porta La massa di questa T[er]ra in Rieti pretese dai/Sindaci il pagamento dell’ord.[ina]rio prè, motivo p[er] cui/gli furno Som[m]inistrati docati cinque, che si fecero/imprestare da Ant.[oni]o Tedeschi; Ora domanda altra So-/ma p[er] d.[ett]a Massa; Onde[…]”

“[…] Ajelli Li 13 ottobre 1799[…]Inter alia, è stato proposto, e Risoluto, che i Sindaci procu=/rino di dare al P[ad]re Domizio ventiquattro Carlini in/Supplemento delli docati dieci, che pretese nella spe=/dizione della Truppa in massa verso lo stato Romano,/e propriam.[en]te a Monte Rotondo[…]”

“[…]Il P.[adre] Domizio sento, che siasi portato da buon soldato, ma in conseguenza da cattivo Frate a deporre l’abito, e volendo fare quel che fece non poteva fare a meno. Di lui si valse il Colonnello Salomone per Araldo, avendo a parlamentare coll’inimico, e mi dicono, che eseguisse coraggiosamente la sua missione. Si trovò anche alla resa di Rieti, e si vuole esserci andato per amore del sacro; ma è questa una pia supposizione[…]” (22)

Dopo la vittoria finale che arrise alla masse sanfediste guidate dal cardinale Fabrizio Ruffo (23) non abbiamo più, purtroppo, notizie riguardanti il Nostro ( tranne le 6 missive relative all’anno 1800 e riportate in appendice in questo lavoro riguardanti la figura ed il comportamento di Padre Domizio durante il periodo guerresco del 1798-99).

Molto probabilmente, contribuirono a questa dispersione di notizie, anche i tre infelici reali decreti emanati per volere del re di Napoli attraverso i quali furono distrutti i documenti narranti gli importanti episodi legati all’invasione delle truppe francesi nel regno napoletano e cioè, quello del 18 gennaio 1800, dove si dispose la raccolta e l’incenerimento delle carte repubblicane; quello del 10 gennaio 1803:

“[…]Finalmente S.[ua] M.[aestà] dichiara, e vuole che la Giunta di Stato dopo terminate le attuali incombenze resti disciolta, ed abolita, e dia contemporaneamente alle fiamme tutti i processi, e tutte le carte riguardanti a’ delitti di Stato commessi in occasione delle note passate emergenze del Regno di Napoli; riservandosi S.[ua] M.[aestà] di destinare in appresso de’ Giudici, che ad modum belli tratteranno, e decideranno le cause de’ futuri delitti di Stato, i quali diverrebbero irremissibili, se alcuno scellerato ardisse di commetterli dopo tante perdonanze profusamente concedute da S.[ua] M.[aestà] sopra tale materia[…]”(24)

  e quello, infine, del primo novembre 1829, con il quale si ordinò la distruzione di tutti i procedimenti penali abbraccianti l’ultimo quarantennio cioè grossomodo dal 1789 al 1829: un danno incalcolabile ed irreversibile per gli studiosi di quell’ importante periodo storico.

    Le notizie riguardanti Padre Domizio riprendono nuova forza, quasi come un’araba fenice, nel 1806 in occasione delle nuove insorgenze che caratterizzarono il reame di Napoli. Veniamo alla conoscenza, infatti, che il Nostro intrepido e temerario combattente era insorto nel mese di Giugno:

“[…]Nel dì sedici Settembre di d.[ett]o cor.[ren]te Anno ( 1806 n.d.r.)arrivò in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli La Massa commandata da D.[on] Ermenegildo Piccioli (25); e si vidde esservisi con essa unito il R[evere]ndo P.[adre] Domizio Iacobucci Naturale d[e]ll’anzid.[ett]a T[er]ra di Ajelli Religioso di S.Antonio d[e]lla Scurgola insorto fin dal Mese di Giugno[…]”.(26)

E in questo stesso documento apprendiamo anche il numero degli insorgenti del comune di Aielli, l’epoca e  i danni che le masse degli insorgenti causarono al predetto comune:

“[…] Sul p[ri]mo Articolo se nella Loro Padria di Ajelli vi siano, o Nò insorgenti, anno Risposto, e dichiarato esservene stati nove effettivi, ed altri due, che si mostrarono aderenti. Nel secondo Articolo, che notassero Li nomi, e Cognomi distinguendo il Capo ed il tempo in cui sono insorti, e se attualm.[en]te si sono Ritirati nella Patria, o sono tutta via in Campagna, anno Risposto, che nel di di ventisei Marzo 1806  essendosi portata La Massa in Ajelli, Loro Padria nel Num.[er]o di circa quaranta, fra questi vi era Benedetto di Arcangelo Angelitti Nativo di Ajelli, che dimorava in Cerchio, e Reo di Omicidio. Indi si unirono Domenico Rossi alias Ciammarone, il q[ua]le publicam.[en]te si dice, che sia stato ucciso da Francesi nella T[er]ra di Geanna nell’insorgenza successiva, nella q[ua]le vi insorse Tomasso di Dom.[eni]co Maccallini, il q[ua]le si dice publicam.[en]te, che sia morto nelle Carceri d[e]ll’ Aquila, giache fù arrestato in Ajelli p[er] ord.[in]e d[e]l Sig.[no]r Command[an]te Francese, Giuseppe di Gio:[van] Loreto Maccallini uno de d.[ett]i due Aderenti, che si armò in d.[ett]a Massa, senza però averla mai seguita, e Pasquale Maccallini altro aderente, il q[ua]le non si armò, ne seguita ha mai Massa alcuna, e questi due, che mostrarono aderenza sul principio, non sono mai partiti da Ajelli, e ne più anno dimostrato aderenza. Nel dì sedici di Settembre di d.[ett]o Anno arrivò in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli La Massa commandata da D.[on] Ermenegildo Piccioli; e si vidde esservisi con essa unito il R[evere]ndo P[ad]re Domizio Iacobucci Naturale d[e]ll’ anzid[ett]a T[er]ra di Ajelli Religioso di S. Antonio d[e]lla Scurgola insorto fin dal Mese di Giugno = Giuseppe di Domenico Ant.[oni]o Iaocbucci insorto di prima col d.[ett]o P[ad]re Domizio = Felice Antonio di Matteo Angelitti insorto circa due giorni prima d[e]ll’arrivo di d.[ett]a Massa. Indi in d.[ett]a T[er]ra vi si unirono il soprad.[ett]o Dom.[eni]co Rossi alias Ciamorone = Giuliano di Francesco Iacobucci, Benedetto di Simplicio Angeloni, e Cesidio di Fabrizio Mancini, e finalm.[en]te alla d.[ett]a Massa vi si unì il soprad.[ett]o Benedetto Angelitti, il q[ua]le insieme con tutti gli divisati insorgenti sono Ritornati in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli, essendosi Ripresentati al Sig.[no]r Command:[an]te Francese in tempo, che dimorava in in d.[ett]a T[er]ra di Ajelli, a Riserba de i soprad.[ett]i due Morti, e di Cesidio Mancini, d[e]l q[ua]le corse voce, che avendo seguita La Massa per alcuni giorni, indi se ne fosse partito per la Puglia, ove era solito a portarsi a Lavorare. Sul terzo Articolo se in d.[ett]a Commune di Ajelli se siano penetrate Le Masse, quali danni Le med.[esim]e abbiano cagionate al Publico, ed a ciascuno de Privati; Anno Risposto, che La soprad.[ett]a Massa de 26 Marzo causò alla Commune di d:[ett]a T[er]ra il danno di docati cinque fra pane, vino, e Salati. La Massa poi de sedici Settembre p[re]d.[ett]o giorno, e p[er] il giorno suseg.[uen]te causò di danno cinque Cento Razioni, conf.[orm]e de Recivi formati dal d.[ett]o Piccioli, e docati sessanta in denaro, come parim.[en]ti dal Recivo. A Privati poi al Not.[ar]o D.[on] Gio:[van]Nicolò Angeloni  docati duecento, et g[ra]na novanta quattro, siccome parim[en]ti dal Recivo. Altri docati tredici, che gli si presero diversi Insorgenti, de q[ua]li non gli fecero il Recivo. Un Orologio da Sacca colle Casce d’argento, Nove anelli di oro usati, ed altri due Rotti, fra q[ua]li anchi vi erano due corniole, Due Pistole, ed altri due Schioppi. Similm.[en]te a diversi altri Cittadini furono da d:[ett]a Massa tolti altri venticinque Schioppi. Essendosene partiti detta Massa Commandata dal d.[ett]o Piccioli circa L’ore diecinove di d.[ett]o giorno diecisette in L’ore ventire arrivarono altri Insorgenti nel num.[er]o ventisette, Li q[ua]li vollero parim.[en]ti mangiare, e bere, che causarono di danni circa ducati sei. Li q[ua]li andavano a Raggiungere La Massa d[e] d.[ett]o Piccioli. Nel dì poi 22 Settembre si viddeto passare p[er] il Territorio di Ajelli quindeci Insorgenti commandati da Felice Rugieri alias Giovinotto di Ovindoli, Li q[ua]li avendo incontrati il D.[otto]r Fisico D.[on] Baldassarre Maccallini, e seco conduceva un Cavallo p[er] suo commodo, gli se Lo presero. E nel giorno suseg.[uen]te avendogli fatto sapere, che si mandasse a Riprendersi Lo d.[ett]o Cavallo, e gli mandasse docati venti, ed avendogli presa una Corniola, un fazzoletto, ed alcuni puochi carlini, gli causarono di danno circa docati cinque. Dopo due giorni gli Rimandarono il Cavallo sud.[ett]o, e che sarebbero essi Loro venuti a prendersi il denaro. Ed infatti nel giorno di otto Ottobre, essendosi portato d.[ett]o Felice Rugieri con quattordici altri Insorgenti, fra q[ua]li vi erano li soprad.[ett]i Giuliano Iacobucci, e Felcie Ant.[oni]o Angelitti causarono di danno docati otto al prefato D.[on] Baldassarre Maccallini, ed altri docati dieci al Sig.[no]r D.[on] Fortunato Berardi di Gioja, commorante in Ajelli[…]”(27)

Notizie degne di nota riguardanti il Nostro come indomito combattente sono quelle riportate anche nella citata relazione del tenente Alò della Gendarmeria Reale distaccato nell’Aquila compilata il 26 Settembre 1806 riguardante lo scontro avvenuto dieci giorni prima, il 16 settembre 1806 ( vedi sopra):

“ […] Nel mentre però si accordava un poco di riposo alla truppa fatigata, avendo il nemico ricevuto dei rinforzi da Ajello, patria del rinomato Padre Domizio segretario di Piccioli, ebbe l’ardire, e la sciocchezza di venire egli stesso ad attaccarci di nuovo, fù allora, Sig:[nor]e Intendente, che il nemico conobbe la differenza, che passa frà la più brava truppa del mondo, ed una massa informe di canaglia; il temuto passo di carica fù battuto; il nemico fù scacciato dalle seconde, e terze posizioni, rovesciato, e battuto; dodici morti ebbe il nemico, e molti feriti fra quali il Padre Domizio in una gamba[…]” (28)

    Ed altre notizie di Padre Domizio le apprendiamo, en passant, nel manoscritto italiano n. 1127  compilato, il 20 Marzo 1813, dal Capitano della Gendarmeria Errigo Alò e conservato a Parigi nella Bibloteca Nazionale di Francia (29), dove il Nostro, viene così qualificato:

“[…]P[ad]re Domizio Iacobucci Frate Francescano nero del Convento della Scurcola, Comand.[ant]e in secondo[…]”

durante il periododell’insorgenza del 1806.

Ed infine il prologo:

“[…]Celano 20 Ottobre 1806[…] Sono a parteciparle che sino alla giornata di oggi vi sono da me ripresentati 35 Briganti per godere della Real Munificenza assieme a questi vi è il celebre Felice Ruggieri alias Giovinetto di Ovindoli che si ripresentò jeri circa le ore 22[…]sento che si sia Ripresentato anche il famoso Nicola Paneccasio, alias Caporale di Cerchio al comandante Francese, che trovasi in Ajelli. Padre Domizio dopo una trattativa di più giorni avuta con il signor Generale in ordine di presentarsi, mi si dice, che ieri, giornata fissata per la sua presentazione in Ajelli, fece sentire che non volea più presentarsi, adducendo vari pretesti, che non era da fidarsi della parola Francese. Io credo con fondamento,che tutto sarà statoper sentirsele con suo generale Piccioli[…]” (30)

E così fu, due giorni dopo infatti, il 21 Ottobre 1806, fece domanda per godere la “Reale Indulgenza” :

Copia A S.[ua] E.[ccellenza Il Sig.[no]r Gen[era]le Comand.[ant]e la Legione d’onore, e Com.[andan]te la Prov.[inci]a di Apruzzo ultra Goullus= Ecc.[ellenz]a= Il P[ad]re Domizio Iacobucci di Ajelli in q[ue]sta Provincia Capo delle Masse, e Seg:[reta]rio del Com:[andan]te di esse Ermenegildo Piccioli de’ Navelli, con il più umile rispetto si presenta avanti di V.[ostra] E.[ccellenza] depositanto le Armi, domanda godere della Reale Indulgenza, con essere Indultato, promettendo fedeltà, ed ubbidienza al nuovo Clementissimo Sovrano Giuseppe Napoleone Bonaparte Re delle due Sicilie, e di ubbidire in tutto, e p[er] tutto alle sue Sacrosante Leggi, giurandolo sul Vangelo- Dippiù promette de far subito rientrare nell’Ordine tutti gl’Individui traviati che formeranno la di lui Massa, e di esser pronto a qualunque ordine e chiamata de V.[ostra] E.[ccellenza], ed altra grazia non implora, se nonche un passaporto p[er] presentarsi in Napoli a piedi de S.[ua] E.[ccellenza] Ministro della Polizia Gen[era]le del Regno. E la grazia la riceverà Ut Deus= Io P.[adre] Domizio Iacobucci prometto q[ua]nto sopra, e spero la grazia- Ajello 21 8[otto]bre 1806. “(31)

Troppo poco per focalizzare la sua forte, intrepida ed indomita personalità.

Leggendo attentamente i documenti a nostra disposizione notiamo i passi più salienti della sua avventurosa e rocambolesca vita di insorgente che fu caratterizzata da eccezionali episodi che rasentavano la leggenda.

 Il di lui lontano parente Luigi Palerma (1889-1982) infatti, agli inizi degli anni ottanta del passato secolo, mi rilasciò la seguente sentita testimonianza: “ Padre Domizio era stato richiesto dalla popolazione di Scurcola Marsicana a presenziare, in onore della festa di S. Antonio Abate, in pompa magna le funzioni religiose legate al veneratissimo santo e, per tali cose aveva avuto anche, da parte del vicario della diocesi dei Marsi ( era don Francesco Cambise: 1792-1797 ), l’autorizzazione ecclesiastica. Il prete di Scurcola ingelositosi per tanto onore toccato al Nostro, punto sul vivo, non voleva che padre Domizio potesse svolgere tali funzioni religiose e, immediatamente scrisse al vicario affinchè revocasse tali disposizioni. Il parroco riuscì nel suo intento. Padre Domizio offeso cercò, riuscendovi, di far saltare i festeggiamenti infatti, durante lo svolgimento della messa, tutto ad un tratto esclamò: << Chi ha coraggio vada a predicare >> impedendo con la forza le sacre funzioni. Questo episodio fece tanto scalpore che Mons. Cambise dovette richamare il Nostro il quale pronto e con ira rispose: << Vai a pascere le percore pecoraio, non è arte la tua di fare il Monsignore >> abbandonando il convento di Scurcola non togliendosi mai però, ci tiene a sottolineare il Palerma, il saio. E così Padre Domizio, avendo rotto con i propri superiori, si diede ad una vita più consona alle proprie aspirazioni. In questo lasso di tempo il Regno di Napoli fu invaso dalle truppe Francesi e il Nostro immediatamente abbracciò la causa borbonica e fece proprio il “Sacro oracolo” emanato da Roma dal re Ferdinando IV l’8 Dicembre 1798 (32) e divenne uno degli uomini di fiducia del Generale Giuseppe Pronio di Introdacqua. L’episodio più avventuroso ricordato dal Palerma fu quello riguardante la presa del castello dell’Aquila. Pronio e Padre Domizio al comando di 800 persone sono, con i loro uomini, nei pressi della fortezza e non riescono a concentrarsi circa il modo per impadronirsi del munito forte quando, Padre Domizio, si offre per un’azione temeraia: da solo tenterà di entrare nella fortezza, se riuscirà nell’impresa sparerà due colpi di pistola dando così il segnale di attacco. E così fu. Grazie a quell’atto audace il generale Pronio, aiutato anche dal popolo aquilano, potè entrare vittorioso nella città. Racconta il Palerma che erano così temuti i marsicani e Padre Domizio che i Francesi solevano dire: “ Mai più al mare piccolo” intendendo il lago Fucino ( ex terzo lago d’Italia interamente prosciugato, per volontà del banchiere Alesandro Torlonia, nel 1876 dopo 22 anni di duri lavori ). Racconta ancora il Palerma che, durante l’occupazione francese Padre Domizio dovette stare per un periodo di tempo nascosto entro un pagliaio mentre i francesi andavano alla sua ricerca non per ucciderlo ma affinchè anche a lui arrivasse la notizia che poteva ripresentarsi al comando francese e quindi, così facendo, poteva considerarsi libero. Il Nostro però si faceva sempre negare. Un giorno un fratello di Padre Domizio andò al capitano della truppa francese che si era acquartierata ad Aielli per proferire le seguenti minacciose parole : << Non guardate con occhio torvo mio fratello perché se no ci rimettiamo il matello da macellaio e tanti ne siete tanti ne macelliamo!  >>. Quindi, rassicurato il fratello dai Francesi, Padre Domizio potè uscire fuori allo scoperto. Grande era l’ammirazione che suscitava tale personaggio nella gente e per i suoi atti temerari e per la sua possanza fisica tanto che, in suo onore, gli fu organizzato un suntuoso pranzo presso la casa di Don Oleandro Berardi (33). La casa di questi era affollata da paesani e Francesi. Il Nostro temendo qualche vigliaccata, si andò a sedere dove le pareti facevano angolo e quindi con la schiena verso le due pareti per poter meglio difendersi da qualche eventuale sorpresa ed invitato per prima a servirsi, ricusò dicendo: << Servitevi prima voi >> per timore si essere avvelenato.

Sicuramente dopo questa festa dovette succedere qualcosa perché Padre Domizio, secondo il racconto del Palerma dovette fuggire in Spagna dove lo colse la morte.

 Secondo le fonti ufficiali tratte dall’Archivio di Stato dell’Aquila vi è, come d’altronde era previdibile, qualche discordanza con il racconto del Palerma, il Nostro infatti andò effettivamente in Spagna e, poi, avendo Padre Domizio disertato tornò in Italia, in Sicilia :

”[…] P.[adre] Iacobucci                                                            Celebre Capo brigante sotto gli ordini di Piccioli

frate Francescano                                                                              nel 1806, si presentò; nominato Cappella=

                                                                                                    no di un Reggimento, andò in Ispagna, da dove di=

                                                                                                    cesi essere disertato e che Sia ora in Sicilia[…]” (34)

Dal 10 Dicembre 1811 e dal 20 Marzo 1813, le notizie del Nostro si perdono. Non sappiamo al momento la data di morte di Padre Domizio. Negli stati delle anime “ante 1813” e del 1831 conservati nell’Archivio Parrocchiale di Aielli ( ora collocato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano ) apprendiamo notizie degne di nota: al foglio 35r dello stato delle anime “ante 1813” risulta iscritto Padre Domizio Iacobucci recante, al margine sinistro, il segno X ( sicuramente per intendere che era deceduto) e F.[ra] per intendere che il Nostro era frate; nel fuoco 101 dello stato delle anime del 1831 dove figura come capo famiglia il fratello Felice Antonio, nato ad Aielli il 30 Marzo 1772 ( vi è annotato al margine sinistro ob[iit] 1859 ) non risulta iscritto il Nostro. Come mai? A quell’epoca, nel 1831, Padre Domizio era morto? Sembrebbe di si se prendiamo per buono il segno della X simboleggiante la morte del crocesegnato che, sicuramente, il curatore dello stato delle Anime pose a sinistra del nome di Padre Domizio avendone avuta matematica certezza. Ammesso che la nostra ipotesi sia plausibile non sappiamo però né l’anno della sua morte, né il giorno né il mese e né il luogo.

Nei registri degli atti di morte del Comune di Aielli conservati nell’Archivio di Stato dell’Aquila e relativi agli anni che vanno dal 1809 al 1865 non risulta annotato il decesso del Nostro. Dove morì Padre Domizio in un convento o in un altro luogo? Chissà.

    Altre notizie le ricaviamo da  un altro documento conservato nell’Archivio di Stato dell’Aquila dove apprendiamo che il generale Goullus, il 14 Novembre 1806, scrisse all’Intendente della provincia comunicando che per volere di sua maestà, Giuseppe Napoleone, Padre Domizio era stato nominato cappellano di 4 Compagnie di Volteggiatori Abruzzesi dell’Aquila e di Teramo e,  in attesa della formazione di tali compagnie, il Nostro desiderava rientrare nel convento dei Cappuccini di Scurcola dove antecedentemente era stanziante; il generale Goullus pregava l’ Intendente d’invitare il provinciale di questo Convento, il Padre Luigi Buccieri, provinciale del terzo ordine, di riceverlo:

“ Aquila le 14 9[novem]bre 1806/Le General Goullus/a/Monsieur L’intendant de la province/Monsieur L’intendant!/J’ai l’honneur de vous faire parte, que, D’apris/Les intentione de Sa Majestè Joseph Napoleon/Roi de Naples et de Sicile, Le Pere Domizio/Jacobucci d’Ajelli a etè nommè Aumonier/des quatre Compagnie de Voltigeur des Abbruzzes/de l’aquila et de teramo./en attendant que ces compagnie Soient formee/il Desire de rentrer danse le couvent des Capuccin/de Scurculla ou il erait antecedamment; je voue/prie, Monsieur L’intendant, d’inviter le provincial/

de se Couvent,  Il P[e]re Luigi Buccieri, Prov[incia]le del/3 ord.[r]e,de le recevoir./Sa demande doit d’autant mieu lui ete accordè/qu’ayaut’abjurè, Ses erreur il rentre au Seco’ de/la religion, et qu’en le perdonnat Sa Majestè/lui a confere un emploi conforme à Sou/Caractere Religieus/J’ai l’honneur de Vous Saluer/avec la plus haute consideration/Goullus “ (35)

Quindi dobbiamo arguire che il Nostro sia rientrato nel convento dei Cappuccini di Scurcolae qui sia rimasto per poco tempo infatti, all’indomani della soppressione del  citato convento avvenuto per real decreto da parte di Giocchino Murat, il 7 agosto 1809 (36) non risulta esservi stanziante Padre Domizio Iacobucci (37) così come non vi era stanziante nel 1805 infatti, così si apprende da un documento recante la data del 24 Luglio 1805, facente parte di un voluminoso carteggio conservato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi (38). Sicuramente, come sopra riportato, il Nostro, molto probabilmente, vi si trasferì per poco tempo cioè fino a quando, essendo stato nominato cappellano di 4 compagnie di volteggiatori Abruzzesi, non prese effettivamente servizio in questo nuovo incarico e poi, come già abbiamo detto  “ andò in Ispagna da dove dicesi essere disertato e che Sia ora in Sicilia”.

     Attraverso i documenti riportati in questo lavoro notiamo, tra le righe, quasi en passant, velatamente, la forte e indomita personalità del Nostro; tali documenti sono scritti da parte dei vincitori ed è ovvio che sono tendenti a portare l’acqua al proprio mulino e di conseguenza sono avarissimi di elementi utili per descrivere appieno, in modo consono, l’ intrepida figura di Padre Domizio quale difensore della Religione, della propria patria, del proprio re, della propria famiglia, del proprio onore.

    Il Nostro, come già abbiamo visto dalle soprariportate notizie immediatamente, nel 1799, abbraccia la causa filo borbonica e partecipa a Roio, il 28 Febbraio, in qualità di capomassa di Scurcola Marsicana, alla riunione dove verrà eletto “General Comandante di tutte le masse” Giovanni Salomone:

“[…]Ed essendosi a costoro dal prefato D.[on] Giovanni Salomone fatto pressante l’urgenza di Stringere l’inimico perche non potesse invadere, e sogettare le rispettive Uni[versi]tà con provedere le med.[esim]e dei necessari presidj, ed ogni altra cosa corrispondente alla valida difesa per cui era necessario che i Sig.[no]ri Capo Massa si scegliessero un Generale di loro soddisfazione della cui Fede non potesse dubitarsi, e del di lui attaccam.[ent]o alla Sacrosanta Religione, alla Real Corona ed allo Stato ne avesse dato riprove Ed invocatosi per l’effetto l’assistenza del Dio degl’Eserciti, e dello Spirito Santo col canto del Veni Creator Spiritus rassettati gl’intervenuti, consideratosi l’incessante moto l’abilità fedeltà, ed impegno presosi sempre dal prefato D.[on] Giovanni Salomone p[er] la causa comune con essere stato sempre irrequieto, e vigilante fin dal p[ri]mo momento dell’invasione con avergli gagliardam.[ent]e resistito in difesa di Arischia, e Stato da tutti i soprad.[dett]i Capo Massa anche in nome della Masse intere nominato, acclamato, e dichiarato General Comandante di tutte le masse sud.[dett]e, e per l’effetto si è da ognuno de Capomassa Congregati prestato solenne, e formale giuram.[ent]o sul S.[acro] Evangelo in mano di d.[ett]o Arcip.[ret]e Fattapposta di difendere all’ultimo sangue la Sacrosanta Religione Cattolica, l’ottimo Clementissimo Sovrano Ferdinando IV = L’Augusta Consorte Maria Carolina, e tutta la Real Famiglia, lo Stato e la Padria, di Ubbidire, essere sog[g]etti a d.[ett]o G[e]n[era]le e dipendere dai suoi ordini diretti all’oggetto predetto. E perche tutto ciò possa in ogni tempo risultare si è dato l’ordine a me Nota[r]o di formarne il p[rese]nte atto publico, e riportarlo nel mio Protocollo, onde Lode a Dio[….]”.

Chiaramente si evince che Padre Domizio doveva godere di una certa reputazione : il Nostro infatti, è uno dei 71 capimassa dell’aquilano intervenenuti all’importante riunione tenutasi nella ” venerabile sagrestia della Chiesa sotto il titolo della Madonna di Rojo coll’intervento ed assistenza di Don Giovanni Salomone ” dove partecipò anche il notaio Sante Scoccia ” comandante, e capo di quella di Rocca di Mezzo, e T[er]ra Nera come anche il Sacerd.[ot]e D.[on] Luigi Cocciante Cappellano della med.[esim]a ” con i relativi testimoni che, per dar maggior valenza, rogò egli stesso l’atto in questione.

    E così sin dal 1795 Padre Domizio mostra un sincero attaccamento alla casa Borbonica denunciando energicamente, come abbiamo già dettto, la poco edificante condotta dei suoi confratelli in quel di Scurcola Marsicana:

“[…] prostrato al Real Trono di V.[ostra] M.[aestà], per puro zelo, e discarico della propria Conscienza, umilm.[en]te espone, come nel Sud.[ett]o Conv:[ent]o tutti Li Relig:[ios]i ivi stanzianti non fanno altro che esercitare un vero dispotismo colle rendita di esso Conv:[en]to, attaccati ad arrecchire i proprii Parenti, ed Amici, niente pensando al proprio dovere, dilapidando Le rendite, e gli avanzi del Med.[esim]o[….]”

Quindi, all’indomani della proclamazione del “sacro oracolo” emanato l’8 Dicembre 1798 in Roma, il Nostro è pronto, come abbiamo visto, a

“ difendere all’ultimo sangue la Sacrosanta Religione Cattolica, l’ottimo Clementissimo Sovrano Ferdinando IV = L’Augusta Consorte Maria Carolina, e tutta la Real Famiglia, lo Stato, e la Padria”

 e con il suo indomito coraggio dà immediatamente prova di valore e sprezzo del pericolo.

 Portato felicementea termine e con onore il compito  assegnato le notizie di Padre Domizio si perdono. Alcuni anni dopo, nel 1806, rimprendono, come una improvvisa fiammata, vigore, dal mese di Giugno al mese di ottobre 1806 infatti, per circa 5 mesi le “cronache” riiniziano ad interessarsi nuovamente di lui  per poi definitivamente scomparire di scena. Le ultime notizie in nostro possesso sono quelle relative alla data del 10 dicembre 1811 da quando cioè l’Intendente dell’Aquila risponde al “ Consigliere di Stato, Prefetto di Polizia Incaricato del Portafoglio ” il quale aveva chiesto a lui lumi su i capi briganti:

“[…] Napoli 27 9[novem]bre 1811 Ministero della Polizia generale Al Sig.[no]r Intendente di Aquila Signore. Ora che Sembriamo giunti all’epoca di una Stabile tranquillità nella Sua Provincia, vorrei ch’Ella per memorie ch’Ella conservi o che potrà facilmente procurarsi mi dica quanti sono Stati i Capi di Comitiva meritevoli però di questo nome, che Sono Stati uccisi, o arrestati nella sua Provincia dal primo ingresso delle armi Francesi nel Regno. Benchè sia questa una notizia di semplice curiosità, desiderei, che non mancasse al mio Ministero e che come vi esiste l’elenco di tutti i briganti comparsi in Campagna durante quest’intervallo vi esistesse, l’altro egualmente de’ loro condottieri che il Ministero non possiede che imperfettamente[…]”

E quelle riportate, il 20 Marzo 1813, dal capitano della gendarmeria della Provincia dell’Aquila Errigo Alò nel suo citato “Rapporto Storico”.

    Peccato che al momento ancora non siamo riusciti a sapere dove il Nostro sia definitivamente andato e, cosa più avvilente, per noi posteri attenti alle piccole storie dei nostri umilissimi centri, il non sapere quando e dove lo abbia colto la morte. Quantunque, nel corso degli anni, il nostro impegno sia stato profuso in modo abbastanza capillare, al momento non siamo riusciti a sapere il luogo e la data esatta della sua dipartita. Senz’altro Padre Domizio merita da parte di noi posteri il dovuto ricordo in quanto fu senza ombra di dubbio un personaggio, sicuramente con i suoi “ alti e bassi ”, comunque, però, sempre un uomo che ha combattuto per i suoi ideali rischiando anche la vita.

L’epilogo della sua avventura guerresca finisce con la richiesta di clemenza e, addirittura  offrendosi, così come pure il suo ” generale Piccioli ” di

“ far rientrare nell’Ordine tutti gl’Individui traviati che formavano la di lui Massa, e di essere pronto a qualunque ordine e chiamata di V.[ostra] E.[ccellenza] ”

 Come mai il Nostro da sfegatato combattente per la causa Borbonica alla fine accetta la “ Real Indulgenza ”?

 Quali sono stati i motivi di tale scelta da fare umilmente richiesta di essere perdonato e promettendo addirittura un forte impegno per convincere ex commilitoni a deporrere le armi ?

Sicuramente ciò fu dovuto all’accorta politica francese la quale sapientemente promise, mantenendo la promessa, che  tutti sarebbero stati amnistiati a patto che avessero giurato fedeltà incondizionata alla Francia.

    Sicuramente contribuì alla richiesta del perdono da parte di Padre Domizio e degli altri insorgenti il mutato scenario politico, la più precisa organizzazione militare delle truppe francesi, la condanna a morte di Giovan Battista Rodio, fucilato alla schiena, a Napoli il 27 Aprile 1806, la resa di Giuseppe Costantini alias Sciabolone avvenuta il 24 Settembre 1806, la susseguente “ disfatta del sedicente Col.[onnell]o Pezza ossia Fra Diavolo sorpreso nella selva di Miranda”,(39) gli scontri non sempre vittoriosi contro le truppe francesi, le pene severissime comminate a chiunque avessero trovato con le ami in pugno e, anche, le perdite umane avute in ogni scontro con le bene equipaggiate ed addestrate truppe transalpine. Il 20 settembre 1806 ( vedi appendice )  le truppe degli insorgenti al comando di Ermenegildo Piccioli persero 120 uomini ( lo stesso padre Domizio, segretario di Piccioli, fu ferito, il 16 settembre, in una gamba secondo quanto afferma il comandante Alò ) più altri rastrellati ed immediatamente fucilati in loco, come severo monito, fortemente contribuirono alla richiesta del perdono ed anche la ormai perduta fiducia verso la vittoria finale. Fortuna invece che arrise, sette anni prima, nel 1799, alla masse sanfediste guidate dal cardinale Fabrizio Ruffo.

 Anche la ” Real Indulgenza pubblicata in Celano il dì 13 Ottobre 1806 ” sagacemente proposta dall’accorta classe dirigente francese fortemente contribuì. Chi, infatti, si fosse presentato depositando le armi in segno di resa, aveva salva la vita e poteva tranquillamente andare in giro libero essendo stato amministiato da tutti i fatti legati all’insorgenza cosa, questa, che puntualmente avvenne.

    E altri motivi che a noi sfuggono: fu opportunismo politico, improvvisa scelta per aver salva la vita, per temporeggiare aspettando tempi migliori o altro?

“[…]Padre domizio Iacobucci  Ajello Celebre Capo brigante sotto gli ordini di Piccioli nel 1806, Si presentò; nominato quindi Cappellano di un Reggimento, andò in Ispagna, da dove dicesi essere disertato, e che sia ora in Sicilia[…]

     Chiaramente si nota, nei documenti presi in esame e qui riportati in appendice, l’indomito,  intrepido ed irriducibile spirito degli insorgenti filo borbonici sagacemente descritto, in occasione dei drammatici avvenimenti accaduti nel reame di Napoli nel 1799, dallo storico Pietro Colletta ( 1775 -1831 ):

“[…] Stupivano i Francesi, stupivamo noi stessi del mutato animo, senza esercito, senza Mack, uscivano i combattenti come dalla terra, e le schiere dei francesi, invitte da numerose legioni di soldati, oggi menomavano d’uomini e di ardimento contro nemici quali non visti. E poiché lo stupore de’ presenti diviene incredulità negli avvenire ignoriamo le cagioni de’ mirabili avvenimenti, egli è debito della storia investigare come i Napoletani, poco innanzi codardi e fuggitivi, ricomparissero negli stessi campi, contro lo stesso nemico, valorosi e arditi[…]”(40)

    Anche il Vescovo dei Marsi Monsignor Giuseppe Bolognese (41) volle pubblicamente tributare, con un proclama a stampa, il suo encomio verso il clero ed i parrocchiani della diocesi dei Marsi,  i quali avevano mostrato fedeltà al re e zelante attaccamento alla religione e alla “real Corona”, riportando anche, per dar maggiormente lustro all’intera popolazione del suo comprensorio marsicano, la lusinghiera lettera  del ministro Giovanni Acton a lui inviata (42):

“ GIUSEPPE BOLOGNESE DOTTORE, E MAESTRO IN SACRA TEOLOGIA, PER LA DIO GRAZIA, E DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA VESCOVO DE’ MARSI, ED ALLA STESSA SANTA SEDE IMMEDIATAMENTE SOGGETTO. A tutti gli Amatissimi suoi Diocesani pace, e Salute Fratelli amatissimi: intento sempre al vostro bene, e vantaggio, siccome nella passate amare circostanze non ho omesso alcun mezzo per far presente all’amorissimo nostro Sovrano la vostra fedeltà, e ‘l vostro costante attaccamento alla Religione, e alla Real Corona, così ulitmam&nte (sic) per mezzo di S.[ua] Eccellenza il Sig.[nor] Cavaliere D.[on] Giovanni Acton Capitano Generale della prelodata Maestà sua, che Dio sempre feliciti, procurai che pervenisse appiè del Trono la supplica formata a nome del mio Clero, e di tutti voi fedeli, e cari miei Diocesani per il di lui sospirato ritorno in questo suo Regno. Colla posta di questa settimana mi si fanno palesi i troppi teneri sentimenti dello stesso Clementissimo nostro Padre e Sovrano. Io qui sotto ve lo trascrivo per vostra consolazione, e anche per un’esatto adempimento degli Ordini del sopra espressato Signore. La lettera è del tenore seguente. “ Illustrissimo, e Reverendissimo Sig.[nor] Sig.[nor] Padrone Coll[endissi]mo = Nella lettera di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Reverendissima ho io ravvisato un nuovo argomento della sua Fedeltà alla Real Corona; e nella supplica de’ suoi Diocesani le più care, e sicure marche di un attaccamento, che i passati mali hanno renduto più tenero, e più vivo. Io dunque in risposta fo noto a lei, perché ella lo faccia ancor noto ai sentimenti del Pastore,e de’ Diocesani; e si compiace di aver Sudditi tanto affezionati, e fedeli, la di cui felicità non lascerà mai di procurare, come sempre ha procurato colla Real presenza, e con altri mezzi: e quì protestando a V.[ostr] S.[ignoria] Illustrissima, e Reverendissima la mia singolare stima, e costante osservanza, resto = D.[i] V.[ostra] S.[ignoria] Illustrissima = Palermo 17 Ottobre 1799 = Devotissimo, obligatissimo servo = Giovanni Acton = Monsignore Vescovo de’ Marsi = Napoli per Pescina = Consolatevi dunque miei amatissimi Fratelli, e colle vostre buone operazioni, ed esatta subordinazione alle leggi procurate di mostrarvi, che siete fedeli Sudditi, e Vassalli di un Sovrano, che come altra volta vi dissi, merita per ogni titolo l’attaccamento più sincero de’ nostri cuori. Dato in Pescina dal nostro Vescovile Palazzo li 2 Novembre 1799 GIUSEPPE VESCOVO DE’ MARSI Stanislao Ursitti Pro Segretario: In Chieti )( Nella Stamperia di Domenico Grandoni. “ (43)

    Gli attori dell’insorgenza del 1806  nella nostra sub regione marsicana erano gli stessi, soltanto però che, mentre 9 anni prima quasi tutti erano filo borbonici ora, nove anni dopo, una parte considerevole era diventata filo francese.

     Come era potuto accadere ciò?

Peccato che al momento non abbiamo, per capire meglio questo “ trasformismo ” , documenti utili per comprendere questa mutazione, come potevano essere le deliberazioni comunali relative a quegli anni o addirittura scritti prodotti dagli stessi insorgenti.

    Fino ad oggi non sono riuscito a rintracciare presso gli archivi comunali della Marsica, o in archivi privati, alcun registro delle deliberazioni comunali relative alla seconda invasione Francese mentr’invece, per quando riguarda la prima invasione  abbiamo constato l’esistenza di  4 registri relativi ai paesi di Cerchio, Aielli, Avezzano e Tagliacozzo (44): bisognerebbe fare un’indagine più accurata e scrupolosa.

 Possibile che Padre Domizio Iacobucci, Ermenegildo Piccioli o altri non abbiano scritto o prodotti documenti utili al nostro discorso come, per esempio, fece Giovanni Salomone il 20 Luglio 1799 ?(45)

Le notizie riportate in questo mio lavoro sono scritte, quasi tutte, dalla parte avversa, dai Francesi e filo francesi : sono documenti di parte, dei vincitori e quindi dipanare “loglio dal grano” è cosa molto ardua anche se tra le righe riusciamo a comprendere la “vis” di Padre Domizio Iacobucci e dei suoi commilitoni descritti “tout-court”, dai francesi, briganti.

    L’epiteto brigante è ingiusto verso questi combattenti che all’unisono, così come avvenne nel 1798-99, si unirono,  si prodigarono per la salvaguardia della propria religione, del proprio re, della propria patria e della propria famiglia anche a costo della vita.

 Ideali questi che furono fortemente amati anche da Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli ( 46), Giuseppe Monaco d’Introdacqua “ Capitano della Cavalleria della passata Corte” e “Comandante de’ Volontari del fù Ferdinando IV” e suo figlio Pasquale, questi ultimi due, il 4 Ottobre 1807, sebbene accerchiati da preponderanti truppe francesi nei pressi di Pescina non vollero arrendersi preferendo morire in combattimento piuttosto che  cedere le armi al nemico. In una tasca dell’indomito insorgente Giuseppe Monaco furono rinvenuti vari documenti tra i quali spicca per la sua innegabile importanza il presente che qui si seguito integralmente si riporta:

“[…]Popoli tutti delle Amene contrade dell’uno e Laltro nostro Apruzzo, se il naturale diritto, e la giusta necessita di mantenersi liberi e salvi, rendeva lecite le battaglie, con cui gli Antichi Romani si difendevano da’ nemici, che gli assalivano, quanto più si deve dire che militi a nostro favore la stessa ragione, avendo il dritto, e nella necessità ritrovandoci di preservare da ingiusti usurpatori il Trono, le nostre sostanze, La libertà, L’onore, La vita, e La stessa Religione, che professiamo? Vi sovvenga sulle prime, che Ferdinando quarto nostro legittimo, e amabilissimo Sovrano con sacrileghe maldicenze fù notato dagli Ingiusti Agressori non meno, che da molti infedeli Suoi Sudditi, a da quelli specialmente, che furono gratificati dal medesimo, e garantiti, colla nota d’infame, e Tiranno nota, che va smentita col fatto, giacchè egli da magnanimo con Reale magnanimità perdonò a tutti i Felloni, fino a richiamarli dalle pene, a cui erano stati giustamente condannati; reintegrati appieno delle robe confiscate non meno, che degli uff[iz]j, e posti nei quali d’apprima erano. Ad onta però di tanta beneficenza, chi mai Sarebbe creduto? I Felloni anziche arrendersi, si sono vie più insolentiti in garantir il Nemico intruso, che senza senso di umanità fa strage degli Uomini, rende esauste le Comuni tutte, e senza menomo riguardo ai Sacerdoti ai Religiosi, e ai stessi Santuarj, contro ciò che maliziosamente in un Suo manifesto ripromettea. A voi dunque Populi tutti del nostro fioritissimo Regno, A voi si appartiene all’armarsi una coi zelanti di gia usciti in Campo contro gl’interni, ed esterni nemici; i quali con subite scorrerie i nostri confini sorprendono; e più a maniera di Ladri che di Soldati, le robe di ciascuno ne depredono, e quello che più fa orrore, L’onore dele nostre Donne. Riflettete altamente che il nostro Piissimo amoroso Sovrano Ferdinando quarto per Divina disposizione sortì i suoi illustri natali dalla Reale, Antichissima Stirpe Borbona; nacque in questo nostro Aminissimo Cielo, e dalla Provvidenza ci fù dato per Re. All’opposto il Buonaparte è un Estero, di cui non si sa, se per Legittima, o illegittima Discendenza da vile Schiatta sia oriundo. A voi finalmente Ricorre La stessa Religione che professiamo, e come un’anziosa Madre, La quale posta in pericolo, rivolgesi per ajuto A Suoi diletti Figliuoli, e vi supplica, e vi scongiura ad impedire il guasto delle Chiese, La incominciata rovina dei Monasteri, e Monaci, gli obbrobrj dei Sacerdoti la profanazione de Sacramenti, Lo spoglio dei Santurarj, Lo scherno delle Croci, degli Altari, e di Gesùcristo medesimo. Questi sono i giusti motivi, che ci hanno indotto a prender le Armi, a discendere nell’arena contro gl’inimici; e questi pure devono muovere gl’animi vostri ad accrescere La nostra Armata, a sovvenirci nei bisogni, senza timore, ne delle vostre sostanze, ne della vita ne dell’onore; perché ci avvenga richiamare La primiera, smarrita pace, toglier di vita i Felloni, ove sono, e per fine morire in seno alla vera Fede di Gesucristo.”(47)

   Il suriportato documento spiega anche l‘incoercibile odio da parte degli insorgenti verso i “Felloni” ai quali bisognava drasticamente “ toglier di vita i Felloni, ove sono” :

 “[…]giacchè egli ( è Ferdinando IV n.d.r.) da magnanimo con Reale magnanimità perdonò a tutti i Felloni, fino a richiamarli dalle pene, cui erano stati giustamente condannati; reintegrati appieno delle robe confiscate non meno, che degli uff[iz]j, e posti nei quali d’apprima erano. Ad onta però di tanta beneficenza, chi mai Sarebbe creduto? I Felloni anziche arrendersi, si sono vie più insolentiti in garantir il Nemico intruso, chi senza senso di umanità fa strage di Uomini, rende esauste le Comuni tutte, e senza menomo riguardo ai Sacerdoti ai religiosi, e ai stessi Santuarj, contro ciò che maliziosamente in un Suo manifesto ripromettea.[…]perché ci avvenga richiamare la primiera, smarrita pace, toglier di vita i Felloni, ove sono[…]”

   Ecco spiegato, in parte, perché la masse degli insorgenti violentemente saccheggiarono e depredarono i palazzi dei Galantuomini i quali, nella prima invasione della truppe Francesi erano, per la maggior parte, filo borbonici ( si veda a mò di esempio le notizie tratte dal “Libro per la Reddizione de conti dell’Uni[vesi]tà d’Ajelli ” relative algi anni 1798-1808, riportare in appendice in questo lavoro ): questi dovevano essere severamente puniti perché a loro era da atttribuire la colpa dell’ avanzamento delle truppe Francesi lungo tutto il territorio ed a loro si addossavano, di conseguenza, i lutti e le privazioni che quoditianamente dovevano soffrire: era giusto quindi, secondo il  modo di pensare degli insorgenti, punirli in modo esemplare affinchè pagassero il fio della loro defezione ed anche per ammonire coloro i quali avessero seguìto l’esempio dei “Felloni”.

    Da come chiaramente si evince, nei documenti riportati in questo lavoro, gli attacchi degli insorgenti andarono esclusivamente contro le truppe francesi, contro i filofrancesi e contro le proprietà dei galantuomini“ Felloni “ o ritenuti tali.

    Senz’altro, senza ombra di dubbio, furono figli del loro tempo e, secondo coscienza e modus vivendi propri, fecero la loro scelta anche a costo, come lo fu per molti, della propria vita.

    La loro scelta fu giusta?

    Sicuramente l’amor patrio, l’amore verso le istituzioni, il proprio re, la propria religione, il proprio clan familiare ed il proprio onore influirono per gli uni e, per gli altri, invece, influì la gran voglia di cambiamento e di mutare l’ordine costituito “ab immemorabile” in una società stantìa, decrepita, incartapecorita ed immobile da vari secoli incapace di guardare verso il “ nuovo che cammina ed avanza ” rimanendo sorda ed imperturbabile all’inevitabile ed improcrastinabile cammino dell’inclemente ed inarrestabile corso della “Storia” che tutto e tutti fagocita e trasforma alle proprie brame.

    Senz’altro, e ci mancherebbe altro, furono e sono uomini da essere rispettati in quanto per molti, sia dell’uno che dell’avverso fronte, tale scelta fu dettata unicamente dalla propria coscienza.

    Le citate notizie a causa delle purtroppo già dette difficoltà al reperimento di documentazione pro insorgenti, non rendono giustizia ai sopra riportati personaggi e a quanti che, comunque, al di là di vuote, inutili e sterili demagogie, furono senz’altro attori di quei tragici, terribili e funesti accadimenti dove entusiasticamente e forse anche ingenuamente, benedetta gioventù!, si gettarono a capofitto “l’un l’altro contro in singolar tenzone” alla ricerca anche, perché no, di tempi migliori e di gloria.

“ Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.”

     Ho preferito riportare integralmente i documenti (sciogliendo, per una più comprensibile lettura, le abbreviazioni) così come furono scritti alla fine del ‘700 ed inizio dell’ ‘800 anche per dare la sensazione di un certa continuità e freschezza quasi immaginando che un nostro antenato ci stesse raccontando, con la proprica viva voce, i drammatici, luttuosi e rocamboleschi avvenimenti ricchi di forti tensioni che accompagnarono le sorti della nostra sub regione marsicana durante gli sconvolgimenti che violentemente caratterizzarono la nostra contrada alla fine del XVIII ed inizio del XIX secolo.

Ho trascritto, per quanti vanno alla ricerca della nostra storia, i numerosi documenti tratti dall’archivio di stato dell’Aquila, dall’archivio della diocesi dei Marsi di Avezzano, dall’archivio del comune di Aielli e dall’archivio parrocchiale di Aielli, affinchè tutti pottessero essere edotti di quei nefasti e nefandi accadimenti ai quali, ahimè, furono, purtroppo, attori, nel bene e nel male, i nostri progenitori.

Cerchio, 4 Ottobre 2023                                                                Fiorenzo Amiconi

Il presente lavoro era già pronto per la stampa da alcuni anni. Ho aggiunto, nel corso di questi ultimi tempi,  qualche sporadica notizia .

Si ringraziano gli amici aiellesi Mario Palerma e Maurizio Di Censo i quali mi hanno sempre accompagnato presso l’Archivio di Stato dell’Aquila nella comune ricerca della nostra storia patria e la signora Giuseppina Di Pietro impiegata del Comune di Aielli, sempre gentilissima.

NOTE

  1. Michele Pezza alias fra Diavolo, nato ad Itri il 7 Aprile 1771, è stato sia in vita che in morte il più famoso insorgente filo borbonico: è stato colui che, per molto tempo, ha tenuto in scacco le bene addestrate truppe francesi. Fu sconfitto dalle truppe francesi del colonnello Joseph Leopold Sigisbert Hugo, padre del grande scrittore Victor e catturato dopo alcuni giorni della sua disfatta, il 1 Novembre 1806. Morirà impiccato 10 giorni dopo, sulla Piazza del Mercato di Napoli, l’ 11 Novembre 1806: << […]IL tribunale di Napoli si è radunato il dì 10. a 10. ore. Il giudizio di Michele Pezza conn altro nome Fra-Diavolo è stato l’oggetto della sua seduta. Sa 2 ore innanzi che questa si eseguisse si cercava già invano un luogo nella sale di udienza: benchè reo notorio di colpe, inaudite, atrocissime, sì recenti che antiche, il Governo ha secon mantenute le forme dei giudizj ordinarj. Unio degli avvocati più noti di questa cuira ha parlato in sua difesa con quanro ingegno concedea la causa infelice. L’avocato è stato scelto dal reo, il reo presente alla sua difesa, e libero di parlar se volea: ha taciuto. E’ stato condannato a morir sulla forca. La sentenza è stata eseguita il dì 11. a ore 12. Finchè è rimasto in vita nelle carceri a questo malfattore qualche speranza di possibil perdono, egualmente che quando, udita la sentenza di morte, non glie ne avaznava più alcuna, in ambedue questi stati egli ha sempre con costanza asserito di pagar’egli la pena di colpe comandate espressamente e non sue. Di non aver egli invece che adempite a metà le commissioni di orrore che gli erano state verbalmente affidate da Sydney-Smyth a cui tutti i Capi-Massa erano dall’ex-Regina inviati come al loro padre comune per le istruzioni opportune; che gli ordini dell’ammiraglio eran questi ” Di sovvertire quanto più si potea gli ordini pubblici, di rendere mal sicure e impraticabili le pubbliche vie e i rapporti commercilai, di far tremare ad ogni momento i tranquilli proprietarj per i loro beni; di distruggere sotto ogni rapporto le forme sociali; di avere per già perdonati tutti i delitti e per buoni tutti i mezzi che potessero condurre a un tal fine, ove egli sperava che giunta la popolazione del regno, sarebbe stata per la disperazione costretta a sciogliere tutti gli ordini attuali” […]>>( ” Corriere di Napoli” , n. 39 del 12.11.1806 ).
  2. Grossi G., Colapietra R., D’Amore F.:” Scurcola Marsicana Historia”, Multigra, Isola del Liri, 2005, Comune di Scurcola Marsicana. Vedi anche D’Amore F. : “ Giacobini e sanfedisti nella Marsica: spirito pubblico e classi sociali durante l’invasione Francese dell’Abruzzo aquilano”,  in AA.VV. : “ Il 1799 in Abruzzo” Atti del convegno Pescara-Chieti 21-22 maggio 1999 a cura di Umberto Russo, Raffele Colapietra, Paolo Muzi, Vo. I, Edizioni Libreria Colacicchi, 2001, Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi,Gruppo Editoriale- L’Aquila, 2001.
  3. Amiconi F. :“ Marsica ieri: Padre Domizio Iacobucci”. Marsica Domani, n. 11, 30.11.1987. Amiconi F.: “ La repressione Francese contro i briganti nella Marsica del 1806”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 11, A. I, 1998. A Amiconi F.:” Cerchio dal 1798 al 1867”, Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria Annata LXXXII(1992) (CIV dell’intera collezione),Litografia F.lli Cellamare, L’Aquila, 1994. Amiconi F.: “ Storia di Cerchio dal 1798 al 1851”, Stampa MCM carsoli, 2006. Amiconi F.:” Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti durante l’invasione francese nelle’entroterra abruzzese ( 1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Quaderno n. 91, A. XI, 2008. Amiconi F.: “ La Carboneria a Cerchio e nei Distretti di Celano e Pescina Fatti e documenti”, Edizioni Kirke, Tipografia << Braille Gamma S.r.l >>, Santa Rufina di Cittaducale, 2012.
  4. Dalle pagine 21 e 22 dello “Stato dell’Anime/Che è stato fatto da me D.[on]/Antonio Macerola Economo/Curato di questa Chiesa/Parrocchiale della SS.ma Tri=/nità della Terra d’Aielli/Oggi li 26 Gennaro 1773/D.[on] Ant.[oni]o Can.[onic]o Ma]ce]roni” apprendiamo la composizione del nucleo familiare di Padre Domizio Jacobucci ( Vedi qui ).
  5. Si unirà in matrimonio con il vedovo Pietro del q.[uonda]m Gio:[van] Paolo Sperandio, nato a Cerchio il 29 Aprile 1752 ( fuoco 68 dello “ Stato delle Anime ” della Terra di Cerchio del 1802 ).
  6. “ N. 3°/Amministrazione della Registratura e de’ Demanj/Direzione di Aquila/ Stato de Relgiosi del Monistero sopresso del Terz’Ordine di San/Francesco di Scurcola in Provincia di Aquila/Provincia di 2° Abruzzo/Ulteriore/Burò di Tagliacozzo/Numero/di/Ordine/Nome Cognome Età Patria Stato de’ Religiosi/Sacerdote/Conversi/Epoca della Professione/Luogo/della residenza/da loro eletta/ 1. Bonaventura Continenza 66 Cerchj Sacerdote ======= 14 Luglio 1767  Cerchj […]”(  Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza, Serie I^, Affari Generali, Cat. 10, culti, Anni 1809-1811, b. 1186a-Scurcola/Monastero del Terz’Ordine di/S. Francesco/Inventari e Carteggio/1809 ” ). Il Nostro era nato a Cerchio intorno all’anno 1743 in quanto nel soprariportato documento del 1809  si evince chiaramente che il Bonaventura Continenza di Cerchio aveva 66 anni. Al momento non sono riuscito a sapere la data  della sua nascita e né la data della sua morte in quanto purtroppo alcuni  stati delle anime dell’archivio parrocchiale di Cerchio, ora collocati nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano, sono mutili e quindi mancanti dei fogli dove, molto sicuramente, era annotata anche la famiglia del Nostro.
  7. Mastro Loreto Cerrone di anni 38, fabbro ferraio; Vicenzo Silvestri di anni 23, diacono studente; Serafino Nuccetelli di anni 24, diacono studente; Luigi Buccieri, di anni 31, Lettore nel Covento di S. Antonio della Terra di Scurcola; Guglielmo Rossi di anni 55, sacerdote professo; Giovan Battista Pietrantonii di anni 37, sacerdote professo; Giuliano Pietrosanti di anni 39, sacerdote professo; Giovanni Talone di anni 63, ex provinciale; Ludovico de Angelis di anni 48, laico professo; Francesco Floridi di anni 47, laico professo; Fedele Colucci di anni 63, laico professo. In realtà i testimoni notificandi con atto del 16 Maggio 1795 erano 15 e le testimonianze, sentite dal 16 Maggio al 19 maggio, invece sono 11 mancano, infatti, le testimonianze di Loreto di Gasbarro, Antonio di Gasbarro, Domenico Forte e Carlo Romano che ritroviamo nelle testimonianze successive rilasciate dal 21 Maggio al 28 maggio 1795 le quali, sebbene gli atti da notificare erano 19, in realtà sono 33: Antonio di Gasbarro di anni 60, pastore; Domenico Forte di anni 45, agricoltore; Cesile Nuccetelli di anni 25 , pistor (mugnaio ); Pasquale Falcone di anni 57, agricoltore; Carlo Romano di anni 58, agricoltore; Angelo Nuccetelli dei anni 45, agricoltore; Giuseppe Ranalli di anni 29, laico professo; Loreto di Gasbarro, di anni 36, agricoltore; Macario Falcone, di anni 30, agricoltore; Basilio Falcone, di anni 21, agricoltore; Nicola Valente di anni 27, agricoltore; Romolo Romuli di anni 55, chiavaro; Domenico Falcone di anni 15, agricoltore; Gennaro Romano di anni 24, agricoltore; Giuseppe Colucci, di anni 68, malleator; Pietro Luigi Ruberti di anni 54, agricoltore; Filippa Fabii Rossi di anni 19, agricoltore; Domenica Rotondi, di anni 15, agricoltore; Domenico Antonio Mastro Cesare di anni 24, agricoltore; Olimpia Rosa Cutugno di anni 30, (sic); Gervasio Nuccetelli di anni 22, agricoltore; Giovanni Panunzi di anni 31, agricoltore; Biasio Liberati di anni 35, agricoltore; Giuseppe Riffi di anni 60, (sic); Giacinta Urbani di anni 23, Mulier (moglie, donna); Anna Maria Urbani di anni 29, (sic); Francesco Malatesta di anni 47, agricoltore; Paolo Falcone di anni 32, (sic); Pasquale Pompei di anni 62, canonico; Benedetta Fabii di anni 50, (sic); Domenico Nuccetelli di anni 66, agricoltore; Candida Rotondi di anni 55, (sic); Modesto Rotondi di anni 50, agricoltore.
  8. Giovanni Salomone, nacque a Barisciano nel 1759 da Don Antonio e Donna Anna Maria Mancini. Morì nel paese natìo, all’età di 88 anni ed otto mesi, il 18 Giugno 1848 di professione “Maresciallo ritirato” come si legge dal suo atto di morte trascritto al numero d’ordine 29 degli atti di norte del comune di Barisciano. Giovanni Salomone, il 28 Febbraio 1799, verrà eletto da 71 capimassa riunitisi nella “Venerabile sacrestia della chiesa sotto il titolo di Madonna di Rojo” alla carica di “General Comandante di tutte le Masse”. Archivio di Stato dell’Aquila, “ 1799 Schede di Notar Sante Scoccia di Rocca di Mezzo”, vedi in appendice. Questi scrisse, il 20 Luglio 1799, un relazione di tutti gli avvenimenti guerreschi a lui accaduti. Tale “relazione” composta da 25 fogli è conservata,  in “Duplicato”, presso la Biblioteca Provinciale “ S. Tommasi” dell’Aquila, ms. 292 e da me data alle stampe, nel 2021, presso la casa editrice Kirke, dal seguente titolo: ” La Guerra de’ Paesani co’ Francesi – Giovanni Salomone nell’invasione francese negli Abruzzi del 1799 “, Edizioni Kirke, Cerchio – Avezzano, 2021.
  9. Archivio della Diocesi dei Marsi Avezzano, C/59/1166.
  10. Archivio della Diocesi dei Marsi Avezzano, C/59/1165.
  11. Feliceantonio Recina, nato ad Ovindoli il 23.5.1757. Valentissimo combattente filo borbonico fu giustiziato a L’Aquila nella primavera del 1799, mediante fucilazione, per mano delle truppe Francesi. Il 25 Maggio 1799, in suo onore, gi furono tributati, nella medesima città dell’Aquila, solenni funerali degni di un grande eroe: “ […] Aquila 25 Maggio 1799 Nel Duomo si celebrarono i funerali a D. Feliceantonio Recina Comandante delle Masse di Ovindoli con tutta la pompa e gli onori militari. Ecco il tragico fine di costui: dopo aver dato infinite ripruove del suo coraggio e valore nella Guerra contro i Francesi, massimo nell’assedio e nella ripresa dell’Aquila accaduta nel p.[rossimo] p.[assato] Marzo, cadde infelicemente nelle mani de’ nemici che lo condannarono a morir fucilato sotto gli occhi di tutto questo popolo. La presenza di Spirito, e i sentimenti di fedeltà verso la Religione ed il Sovrano, che da lui intrepidamente si sostennero in faccia ai Carnefici e sino negli ultimi periodi della Sua vita, se fecero impallidire i suoi nemici ( è cancellato n.d.r.) Giudici formeranno il suo encomio presso i posteri[…]” in Leosini A. : “ Appunti di storia Abruzzese ”, ms. 296, ff. 17r – 17v, Biblioteca Provinciale “ S. Tommasi”, L’Aquila. Amiconi F.: << La repressione del brigantaggio nell’Abruzzo Ulteriore II nel ” Rapporto storico ” del capitano francese Alò (1806 – 1812 ) >>, Edizioni Kirke, Avezzano, 2019.
  12. Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli, famoso combattente filo borbonico,nato ad Ovindoli intorno al 1760 e giustiziato, mediante impiccagione, a L’Aquila il 9 Ottobre 1807 e la sua testa recisa fu riportata in Ovindoli ed affissa nella pubblica piazza. Vedi il mio : “ Felice Ruggero alias Giovinotto di Ovindoli Insorgente ( 1760? – 1807)” pronto per la stampa..
  13. Francesco Marinacci, figlio del proprietario Matteo e della proprietaria Maria Palma d’Alessandro, morì in Collarmele il 12 Marzo 1821. Vedi i miei : “ Avezzano durante l’invasione Francese ( 1798- 1800 )” e “Francesco Marinacci  Capomassa della Terra di Collarmele (17..?- 1821) “ pronti per la stampa.
  14. Tommaso (Tommaso Felice Antonio) Brogi, nacque ad Avezzano il 2 Aprile 1754 da Nicola e Caterina Lolli ed ivi morì  il 15 Dicembre 1827, all’età di 73 anni. Visse sempre, in quanto rimase celibe, con il fratello Giuliano e la cognata Cecilia Piccolini e con gli amati nipoti, figli di questi ultimi: Giambattista, Nicola, Giuseppe, Ambrogio e Caterina. Quando Caterina ( 1799-1831) convolò a giuste nozze, il 6 Marzo 1827 con il proprietario cerchiese Liborio Tuccieri ( 1803- 1889), presenziò alle nozze in qualità di testimone. Il Nostro fu avvocato, ricercatore e raccoglitore di antichità. Fu eletto alla onorevole carica di “ Luogotenente e giudice della regia Doganella del Ripartimento di Pescina “ (1794-1802). Fu membro dell’Arcadia e socio del Regio Isituto d’Incoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli. Fu iscritto alla vendita carbonara del Comune di Avezzano denominata “ Li Marsi nemici del dispotismo” avente come emblema un drago ucciso a colpi di lancia da un uomo, di cui era Gran Maestro Gialloreto Tomassetti. La sopracitata vendita era composta da 128 adepti su una popolazione di 2790 abitanti ( G. Jetti “ Cronache della Marsica [1799-1915]” Luigi Regina Editore,Napoli, 1978). Il Nostro figura come “ Broggi Tommaso  Sett:[ari]o di sentimento” insieme ai nipoti, figli di Giuliano: “ Broggi Gio:[van]battista  Visitatore della vendita” e “ Broggi Nicola   Maestro di cerimonie. Deputato per aprire le vendite nel circondario di Tagliacozzo” (Archivio di Stato di Napoli, Ministero di polizia generale, II numerazione, b. 4623,I,f.159. Al frontespizio si legge: ” Provincia/del II° apruzzo ulteriore/Registro/di/Polizia” ). Fu amante della storia municipale e attento osservatore dell’ambiente che lo circondava interessanti infatti sono “ La lettera del signor Tommaso Brogi d’Avezzano ai compilatori del Giornale Enciclopedico di Napoli ” pubblicata nel 1807 sul Giornale Enciclopedico di Napoli e la relazione manoscritta “ Sul lago Fucino, e le sue escrescenze: progetti per bonificarlo colla descrizione dell’Emissario di Tiberio Claudio; e sulla necessità di riaprirlo ” dato recentemente alle stampe dalla benemerita Casa Editrice Kirke di Cerchio(AQ), 2012 recante una ottima prefazione dell’editore-ricercatore Antonio Maria Socciarelli che oltre alla introduzione, trascrizione e note cura anche un esauriente profilo biografico del Nostro a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. Come chiaramente si evince Tommaso Brogi senz’altro rappresentò nel panorama della nostra sub regione marsicana una figura degna di rispetto. Sicuramente il Nostro scrisse altre opere tanto forte era il suo impegno verso la sua terra natìa però, al momento purtroppo, non sappiamo nulla . Speriamo che il Tempo sia galantuomo nei suoi confronti e ci aiuti a dipanare la nostra congettura.
  1. Matteo Novelli, nato ad Avezzano intorno al 1757 da Bartolomeo e Petronilla Corradini. Si unì in matrimonio con Marianna di Cosimo. Morì in Avezzano il 28 Dicembre 1838 all’età di 81 anni. Esercitava il mestiere di calzolaio. Fu un fervente patriota filo borbonico. Vedi il mio : ” Avezzano durante op.cit.”.
  2. Lorenzo d’Amore, nato a Cerchio l’8 giugno 1777, da Anselmo (1735-1797) e Rosa Felice d’Amore. Si unì in matrimonio in Scurcola Marsicana il 18 Gennaio 1812 con la di lui ventiduenne nipote Margherita d’Amore Pompei figlia del fratello Filippo (Felippo, Alessandro, Romualdo), nata a Scurcola Marsicana il 30 Dicembre 1789 avendo ottenuto apposita dispensa, da parte del re delle Due Sicilie Gioacchino Napoleone, in data 5 giugno 1811. Durante gli sconvolgimenti politici causati dall’invasione delle truppe francesi nel reame di Napoli (1798-1799) fu eletto, con apposita deliberazione comunale tenutasi il 19 dicembre 1798, alla carica di Capomassa, di governatore e giudice di Cerchio insieme al proprio due volte cugino Venanzio d’Amore Fracassi e Nicasio Maccallini: ad ognuno verrà assegnato un quartiere ( forse è meglio dire terziere, in quanto il paese fu, in quella occasione diviso in tre parti): a “[…]Don Lorenzo d’Amore dalla fontana alla porta di piazza; al Dottor Don Venanzio d’Amore gli abitanti che sono dalla di lui casa al orione sopra la chiesa; al Signor Nicasio Maccallini tutto il resto del paese […]”. Nel periodo 1825-1831 fu eletto alla carica di Sindaco di Cerchio. Morì a Cerchio il 27 Giugno 1854. Vedi Amiconi F.:” Cerchio dal 1798 al 1867 op.cit.”.  Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op. cit. “ ed anche vari articoli. Il soprannominato di lui fratello e suocero don Filippo residente in Scurcola Marsicana era uno dei più ricchi possidenti di quel luogo e nel 1811 era sindaco di Scurcola. Questi si unì in matrimonio in Scurcola Marsicana il 18 Marzo 1789 con Rachele figlia del Dottor Don Domenico Tondi di Sora abitante in Scurcola. Anche gli altri fratelli del Nostro Vincenzo, Francescantonio ed Erasmo furono senz’altro personaggi degni di nota della Marsica d’allora: Vincenzo dottor in “utroque jure” fu eletto alla carica di sottintendente interino, Francescantonio  fu eletto alla carica di Arciprete di Cerchio e l’altro fratello, il canonico don Erasmo, fu eletto alla  carica di legato pontificio. Nello stato delle Anime del 1764  di Cerchio, ora conservato nell’Archivio della Diocesi dei Marsi in Avezzano, al fuoco n. 2 veniamo alla conoscenza della formazione del nucleo familiare del Nostro: “[…] + C. Lorenzo Onofrio d’Amore nato adì 11 Ag:[osto] 1704 (sopra vi è scritto la seguente annotazione : “ Morì adì 22 7bre del 1776 all’ore dieci sette” n.d.r.)/+ C. Vittoria Pompej Moglie nata adi 5 Giug:[no] 1701 ( sopra vi è la seguente annotazione: “ Felice Morì adì 13 Novembre 1777 all’ore otto in punto santam.[ent]te” n.d.r.)/+ C. Francesc’Antonio Figlio Sacerdote n.[at]o adì 2 Sett:[embre] 1730 ( sopra vi è riportata la seguente annotazione “ obiit die decima septima M.[ens]is X[decem]bris 1768” n.d.r.)/C. Angelo Nicola Figlio Sacerdote n.[at]o adì 6 Apr:[ile] 1734 ( futuro arciprete di Cerchio morì a Cerchio il 17 luglio 1820 n.d.r.)/C. Anselmo Antonio Figlio n.[at]o adì 17 Nov:[embre] 1745 ( morì a Cerchio il 17 Aprile 1797 n.d.r.)/C. Rosa Felicia d’Amore Figlia del q.[uonda]m/Gaetano d’Amore, e moglie di esso Ans.[el]mo 17 Dec:[embre] 1736 ( morì a Cerchio il 15 aprle 1797 n.d.r.)/+ Anna Felippa Elisabetta f.[igli]a n.[at]a 19 Ott:[obre] 1763/Felippo, Alessandro, Romualdo Fig.[li]o n.[at]o adì 10 Ag:[osto] 1765/Vincenzo Felice Gian Pietro Fig.[li]o n.[at]o adi 13 7bre 1767 (morì a Cerchio il 16.10.1835 n.d.r.)/FrancescAntonio, Giuseppe Fig.[li]o n.[at]o ad 14 8bre 1769 ( morì a Cerchio il 25 Novembre 1844. All’età di appena 15 anni fu eletto alla carica di canonico dal conte di Celano n.d.r.)/Erasmo, Urbano, Fortunato n.[at]o adì 4 Ott.[obr]e, ad ore otto e mez.[z]a del 1771( morì a Cerchio il 22 Apriel 1855 n.d.r.)/Maria, Restituta, Gem[m]a, Nicolaa n.[at]a adì 2 7bre ad ore 12 e mez.[z]a del 1774 ( si unì in matrimonio col medico Baldassarre Maccalini [1775 -1843] di Aielli e qui morì il 19.2.1839 nd.r.)/Lorenzo Domenico nato adì 8 Giu.[gn]o all’ore sette dell’An[n]o 1777 “ ( gli ultimi tre nominativi sono scritte posteriormente da altra mano n.d.r.). Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 op.cit.”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”.
  3. Venanzio d’Amore Fracassi, il vecchio, nato a Cerchio il 18 Maggio 1772, da Pasquale d’Amore e Maria Pressede d’Amore. In seguito al matrimonio , avvenuto il 29 Agosto 1795, con la tredicenne donna Rachele Fracassi, egli assumerà anche il cognome della moglie, sicuramente in ossequio a patti matrimoniali e formando così il nuovo casato d’Amore Fracassi, che si estinguerà, ironia della sorte, con la morte del suo omonimo nipote avvenuta a Cerchio il 9 Agosto 1940. Anche questi, come il sunnominato cugino Lorenzo d’Amore verrà eletto, nella medesima seduta consiliare del comune di Cerchio, alla carica di “condottiero” delle masse di Cerchio. Fu sindaco di Cerchio nel 1797, 1798 e nel periodo 1816-1821. Vedi Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 al 1867 op.cit”. Amiconi F..” Idee politiche di Venanzio d’Amore Fracassi ed episodi eroici e non accaduti nell’entroterra abruzzese durante l’invasione francese (1806-1809)”, Museo Civico di Cerchio, Quadreno n. 92, A. XI, 2008. Amiconi F. : “ La Carboneria op.cit.”. Amiconi F.:” Parasitt il brigante che morì due volte”, Edizioni Kirke,Cerchio-Avezzano, 2015 ed anche vari articoli.
  4. Nicasio Maccallini, nato ad Aielli l’ 11 Luglio 1758  e deceduto a  Cerchio il 19 ottobre 1824. Anche questi, come già abbiamo detto, fu eletto in “pubblico parlamento” dell’Università di Cerchio come uno dei tre “condottieri” della masse di Cerchio. Vedi Amiconi F. : “ Cerchio dal 1798 al 1867 op.cit.”. Amiconi F.: “La Carboneria op. cit.”.
  5. La vita del generale Giuseppe Pronio, nato ad Introdacqua il 20 Febbraio 1760 e morto a Napoli il 26 Gennaio 1804, all’età di 44 anni circa è costellata da innumerevoli episodi che fecero molte presa specialmente presso il popolo minuto in quanto tale personaggio era assurto agli onori della cronaca per la sua possanza fisica e per la sua temerità: “[…] Giuseppe Pronio[…] era alto ed aitante della persona, e dotato di una forza erculea, mostrava un’audacia ed un coraggio che rasentavano la temerità. Di carattere fiero ed indipendente, non tollerava soprusi e violenze da qualsiasi parte venissero, e fu per questo ch’era assai stimato e temuto. Non gli riuscì punto difficile raccogliere sotto di sé un gran numero di genti, perché col suo nome, con la sua alta statura e con lo staordinario coraggio di cui aveva dato tante prove, egli esercitava un fascino sulle masse. Ed a questo proposito si racconta ch’era giunta a tal punto la fiducia ch’egli sapeva ispirare ai combattenti, ch’era da essi ritenuto invulnerabile. La guerriglia ch’egli conduceva con molta abilità contro i francesi consisteva, quando trovavasi di fronte alle loro forze superiori, in frequenti sorprese ed imboscate, e nel non dar mai tregua al nemico. Era per giunta un perfetto tiratore e non falliva mai il bersaglio[…]” da meritare, da parte della regina Carolina, il soprannome di “Gran Diavolo “. Vedi Coppa-Zuccari L. “ Notizie biografiche sul capomassa Giuseppe Pronio d’Introdacqua( 1760-1804”, Rivista Abruzzese, 1919.
  6. Amiconi F. :” Cerchio dal 1798 op.cit.”. Amiconi F.:” Storia di Cerchio dal 1798 al 1815”, MCM, CArsoli 2006.
  7. Vedi appendice.
  8. Archivio Diocesi dei Marsi, Avezzano, C/60/1169 Aielli. Vedi appendice.
  9. Vedi : “ La lunga marcia del Cardinale Ruffo alla riconquista del Regno di Napoli ” Collana di testi e documenti rari del Risorgimento – A cura di Mario Battaglini, Editore A. Borzi- Roma 1967. Qui è riportato integralmente l’ ” Itinerario di tutto ciò ch’è avvenuto nella Spedizione dell’eminentissimo Signor D.[on] Fabrizio Cardinal Ruffo Vicario generalem per S.[ua] M.[aestà] nel regno di Napoli Per sottomettere i ribellanti Popoli di alcune Provincie di esso. Fedelmente desceritto dal padre fra Antonino Cimbalo dell’ordine de’ predicatori sotto gli auspici di Maria Carolina Regina delle Due Scilie ec. ec. ec., Napoli Da’ Torchi di Vincenzo Manfredi”. Il Nostro nacque a S. Lucido di Calabria il 16 settembre 1744 da don Litterio e donna Giustiniana dei principi Colonna. Morì a Napoli il 13 Dicembre 1827, all’età di 83 anni.
  10. Rivera G .:” L’invasione francese in Abruzzo (1792-1799) “, studio Bibliografico Adelmo Polla, Avezzano, Cerchio 1981, pp. 241-242.
  11. Ermenegildo Piccioli, nacque a Navelli intorno al 1772 . “Antico Cap[ita]no di Ferdinando, Capo, ed autore principale della Cospirazione, rivolta, e Brigantaggio della Prov.[inci]a nell’Estate del 1806. Si presentò, dopo essere Stato varie Volte battuto, nel mese di 8bre di d.[ett]o Anno al Sig.[no]r Gen.[era]le Parteneaux; e fu nominato Cap[ita]no Comand.[an]te di due Compagnie di Volteggiaori abruzzesi, formate dei Briganti presentati, che si misero in rivolta di nuovo in Navelli nel Marzo 1807. Arrestato nuovamente in Napoli per nuovi Carichi nel 1807, e giudicato per essi dalla Corte Crim.[ina]le di Napoli, Sortì in libertà Sotto la Sorveglianza della Polizia “. Questi il 12 settembre 1806 aveva inviato il seguente proclama: ” Copia- Ferdinando IV per la Dio grazia Rè[…]D.[on] Ermenegildo Piccioli Comand.[an]te il Corpo de’ Volontari negli Apruzzi = Mi ha S.[ua] M.[aestà] nostro Augusto Sovrano Sio sempre feliciti, ordinato di formare un Corpo di Volontari tra’ li più fedeli Suoi Sudditi, e di Riprisitnare il Governo nel suo Real Nome: Chepperciò vi dicemo, ed ordiniamo che all’istante facciate pubblicare in cod.[est]a T[er]ra, che siccome si noterà la fedeltà de’ buoni, che verranno ad unirsi alle sue Armi, così verranno attaccati d’infamia, e saranno considerati felloni quei, che non solo s’armeranno, mà mostraranno dell’indifferenza in tal Rincontro. E’ dovere di ogni suddito di prendere le difese del proprio Principe in caso di bisogno, mà moltoppiù di quelli che hanno avuto l’onore di servire ne Reali Eserciti: su questi special[ment]e debbono dirigersi le di loro mire, se non vorranno sperimentare gli effetti della Sovrana giustizia = Dal Quartier Generale li 12 7[settem]bre 1806 = Ermenegildo Piccioli Comandante = Domizio Iacobucci Seg.[reta]rio = Mag.[nifi]ci Amm[iniastrato]ri di Rocca di mezzo = Rovere = Ajelli = Cerchio = Il presente coll’Ord.[in]e Relatato = Si benignino le Retro[scri]tte Università di pagare il solito pedatico all’Emissario = Rocca di mezzo li 12 7[settem]bre 1806[…](ASA, Gran Corte Criminale, Processi (Prima Serie), Busta 147, fasc. 2. Vedi appendice). L’ispettore di polizia francese Luigi Piccioli, fratello  di Ermenegildo, un mese dopo dal soprariportato proclama fu il maggiore artefice acche il fratello abbondonasse “ il disonorante Mestiere di Capo Massa “ riuscendo a fargli ottenere, grazie ai suoi ottimi servigi,  da parte del Governo Francese, il perdono infatti, il 24 Ottobre 1806, Ermenegildo Piccioli con tutta la sua massa, si presentò al generale Parteneux per ottenere la “Real Munificenza” che non solo fu concessa ma addirittura gli fu dato incarico di formare, con gli ex insorgenti, una compagnia volante posta al suo comando. Questi, il 15 Ottobre 1807 fu arrestato in Napoli accusato, insieme ad i suoi fratelli ed altri, di cospirare contro il governo Francese e il  25 Novembre 1808 lui e suo fratello Gaetano furono separatemente interrogati in Napoli dove erano detenuti nelle prigioni del Castello dell’Ovo . Nel 1815 Ferdinando I di Borbone concesse a Don Gianfrancesco Piccioli, padre del Nostro, il titolo di Marchese di Navelli per aver dimostrato fedeltà alla corona nel periodo dell’invasione Francese. La famiglia per questo aggiunse allo stemma gentilizio un simbolo di fedeltà al re: una mano che arde sul fuoco caricato da un sole rinascente (il sole è la restaurazione e la mano sul fuoco la fedeltà [ http://www.storianavelli.it/Sito%20Navelli/stemma_piccioli.htm] ).

Ermenegildo Piccioli, il 10 Settembre 1822, all’età di 50 anni, fu condannato alla pena di morte e poi graziato in quanto assieme a 66 compagni di avventura partecipò, nella notte fra il 1° e 2 Luglio 1820, ai famosi moti insorgenti passati alla storia come i “ Moti di Nola”. Vedi la ” DECISIONE/DELLA GRAN CORTE SPECIALE DI NAPOLI,/SPECIALMENTE DELEGATA DA S.M. (D.G.)/Nella Causa contro i rivoltosi di Monteforte ed Avel./lino per la ribellione in detti luoghi scoppiata nel/2 di Luglio 1820./” NAPOLI,/NELLA STAMPERIA DELLA SOCIETA’ FILOMATICA./Per ordine superiore./1822. Da come chiaramente si evince tutt’altro che monotona fu la sua avventurosa vita ricca di inaspettati e sensazionali colpi di scena. Non sappiamo, al momento, purtroppo, nè la data esatta di nascita nè la data di morte del Nostro.

  • Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza S I, cat. 27 B, 4813 a. Vedi appendice.Vedi nota 10.
  • Archivio di Stato dell’Aquila, Intendenza Serie I- Cat. 27- Busta 4814 c-fas.5. Vedi appendice.
  • Vedi appendice.
  • Amiconi F. ( a cura): ” La repressione del brigantaggio nell’Abruzzo Ulteriore II nel “Rapporto storico” del capitano francese Alò (1806-1812)”, Edizioni Kirke, Avezzano, 2019.
  • Vedi appendice.
  • Vedi appendice.
  • Vedi appendice.
  • Il Palerma qui fa un po’ di confusione: Leandro Berardi fratello del più famoso Enrico eletto nel parlamento costituzionale nel 1848 ed in quello nazionale nel 1861, nacque ad Aielli il 26.6.1799 e quindi non poteva ospitare nel suo palazzo Padre Domizio perché era un bambino forse il Palerma voleva intendere la casa del padre Fortunato e sicuramente a lui era più familiare il nome di don Oleandro.
  • Archivio di Stato dell’Aquila, S.I cat. 27 b. 4832.
  • Archivio di Stato dell’Aquila. S.I. Cat. 27 b. 4813 b.
  • “[…](N° 448) DECRETO che sopprime gli Ordini religiosi possidenti in tutto il regno; concede à religiosi una pensione, e prescrive il metodo del pagamento. Napoli 7 Agosto. GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICILIE. Considerando che i motivi che determinarono il nostro augusto predecessore a sopprimere alcuni Ordini religiosi colla legge de’ 13 di febbrajo 1807, hanno tuttavia luogo per le istituzioni religiose ancora esistenti[…] Abbiamo DECRETATO E DECRATIAMO quanto siegue: ART. 1. Sino soppressi in tutto il regno i seguenti Ordini religiosi: Domenicani, comprese le loro riforme, cioè Gavoti e della Sanità; Minori conventuali; Terzo Ordine di S. Francesco, Paolotti o Minimi di S. Francesco, Carmelitani calzati, Carmelitani scalzi, Frati del Beato Pietro da Pisa, detti Bottizzelli, Serviti, S. Giovanni di Dio, Trinitarj della mercede, spagnuoli e italiani, Agostiniani calzati, Agostiniani scalzi, Di S. Spirito, o sia Silvestrini, Basiliani, Teatini, Cherici minori regolari, Crociferi, Cherici della Madre di Dio, Bernabiti, Somaschi, Rocchettini, cioè Lateranensi e del Salvatore. 2. Tutte le proprietà appartenenti a’ detti Ordini sono riunite al demanio dello Stato. I creditori su queste proprietà diverranno creditori dello Stato, ed avranno diritto al pagamento a norma de’ regolamenti generali. 3. I frati ospedalieri di S. Giovanni di Dio continueranno a vivere in unione nelle case che attualmente occupano, per essere impiegati secondo il loro instituto. Conserveranno a quest’oggetto tutto ciò che esiste nelle loro case e chiese, e godranno delle pensioni qui appresso fissate. 4. La disposizione dell’articolo precedente è applicabile a’ religiosi scolopj fino all’organizzazione dell’istruzione pubblica. 5. I religiosi degli Ordini compresi nell’articolo 1 per tutto il dì 15 d’ottobre prossimo usciranno da’ monisteri, e deporranno l’abito dell’Ordine, salve le eccezioni contenute negli art. 3 e 4. I Sacerdoti e gli altri ordinati in sacris vestiranno l’abito di preti; formerano parte del clero secolare; e potranno concorrere alle porzioni laiche, a’ beneficj ed a qualunque carica ecclesiastica[…] Firmato GIOACCHINO NAPOLEONE. Da parte del Re. Il Ministro Segretario di Stato, firm. PIGNATELLI […]”, BULLETTINO DELLE LEGGI DEL REGNO DI NAPOLI Anno 1809. Da Luglio a tutto dicembre. IN NAPOLI NELLA STAMPERIA SIMONIANA.
  • Al momento della soppressione del Convento di S. Antonio del Terzo ordine di S. Francesco di Scurcola marsicana erano stanzianti 4 frati: il priore fra Bonaventura Continenza, il provinciale fra Luigi Buccceri, fra Guglielmo Rossi, e fra Giuliano Piersanti. D’Amore F. : “ Scurcola Marsicana dalla Signoria feudale all’emigrazione transoceanica” in “ Scurcola Marsicana Historia, Grossi G.,  Colapietra R., D’Amore F., Multigraf, Isola del Liri, 2005, pag. 365.
  • Archivio Diocesi dei Marsi, Fondo B, b. 20/62, f. 165  Bollario.
  • Archivio di Stato dell’Aquila. S.I. cat. 27 b. 4813 b.
  • Colletta P. : ” Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 di Pietro Colletta con una notizia intorno alla vita dell’autore scritta da Gino Capponi”, Tomo Primo, Torino, Cugini Pomba e Compagnia, 1852, p. 204.
  • Monsignor Giuseppe Bolognese, nacque a Chieti il 14 Settembre 1742 dal dottor Giovanni Saverio e da Orsola Florenzi. Studiò  nel Collegio dei Padri delle Scuole Pie della sua città. Intrapresa la carriera ecclesiastica venne nominato canonico della cattedrale teatina. Diresse il conservatorio di S. Maria Maddalena diventando più tardi rettore del seminario di Chieti. Nel 1779 divenne procuratore di S. Giustino insieme a Tommaso Durini. Trasferitosi a Napoli si unì alla Compagnia dei Pii Operai e dei Missionari di quell’arcivescovato e qui fu eletto rettore del Reale Orfanotrofio. Il 28 Dicembre 1797 fu creato vescovo della Diocesi dei Marsi. Morì a Celano il 16 Marzo 1803 ed il suo corpo fu sepolto nella cattedrale della diocesi dei Marsi allora in Pescina, dove attualmente ancora trovasi. Dal “Catalogo dei Vescovi della Diocesi dei Marsi “ scritto da Don Andrea di Pietro, ristampa anastatica dell’edizione del 1872, Edizioni Kirke, 2011, pp. 235-236 apprendiamo: “[…]12° Dal giorno 10 Febbraio dell’anno  1799 quando si sviluppò l’anarchia in Pescina, fino al giorno 13 di Giugno dell’anno medesimo quando ebbe il suo termine la Repubblica Napoletana, sebbene incontrasse più volte pericolo della vita, pure fu sempre fedele al Re Ferdinando IV° che si era ritirato in Sicilia. In conseguenza rientrate nel Regno di qua dal Faro le armi Borboniche sotto il comando del Cardinale D. Fabrizio Ruffo, animato dalla vera carità cristiana cercò di ricovire molti delinquenti, ma non potè fare a meno di confessare ai Reggii inquisitori mandati in questo Abruzzo, i rei principali carichi di delitti comuni che furono severamente puniti. 13° In seguito poi e precisamente ai 16 di Marzo dell’anno 1803, quando in Celano dove predicava nella quaresima, mentre mangiava nella casa dei Signori Tomassetti, da una lettera presentatagli conobbe la nuova occupazione del Regno fatta dai Francesi, forse temendo qualche ingiusta vendetta, risentì dispiacere si grande e  si vivo, che costretto a riporsi nel letto dove per malattia da più giorni era stato, cessò di di vivere nel giorno medesimo. Questa si disse da molti ed anche si scrisse fosse la causa della morte del buon Vescovo. Del resto io che scrivo, avendo parlato con persone contemporanee, ho risaputo che lo zelante Pastore, dopo aver pronunciate in Celano sole tre prediche, fu assalito da una malattia che scorsi alcuni giorni sembrava volesse svanire, in modo tale che il paziente il quale disegnava pronunciare l’eloggio del Patriarca S. Giuseppe nella propria festa, avea già data la commissione di molto pesce di mare per fare in quel giorno un complimento ai padroni della casa in cui abitava. Fu vano però il disegno, poiché essendo incrudelito il malore, munito di tutti i sacramenti, nel giorno descritto passò agli eterni riposi[…]”.
  • Acton, Jhon Francis Edward. Marinaio e uomo di stato ( Besancon 1736-Palermo 1811); dopo aver prestato servizio nella Marina francese e in quella toscana, fu nel 1778 chiamato a Napoli per riorganizzare quella napoletana. Fu ministro della Marina nel 1779, poi anche della Guerra (1780); col favore della regina Maria Carolina, di cui seppe attuare (1784) il programa di emancipazione del regno dalla tutela spagnuola, divenne a poco a poco onnipotente ( 1789, ministro degli Esteri, di fatto presidente del Consiglio) Avverso alla Rivoluzione francese, pose il regno nella scia della politica inglese, talché Napoleone ne impose nel 1804 il licenziamento. htt://it.wikipedia.irg/wiki/John_Acton.
  • Archivio della Diocesi dei Marsi Avezzano, E/3/119.
  • Cerchio, “ Deliberazioni del Consiglio “, 15 Febraro 1798-20 Settembre 1801, Archivio d’Amore Fracassi, ora in Archivio Storico del comune di Cerchio; Avezzano, Archivio Storico di Avezzano Deliberazioni Busta N. 1  I. Registro dei Consigli dell’Univesità di Avezzano 1680-1722- II. Registro dei Consigli dell’Università di Avezzano 1785-1801; Aielli, Archivio Comunale di Aielli, “ Aielli 1793/Libro de pubblici, e privati Parlamenti “, 28 Aprile 1793- 13 Settembre 1801; Tagliacozzo, Archivio Comunale di Tagliacozzo, “ Jesus Maria Josephi In Tagliacozzo, e propriam.[en]te nel palazzo di S.C.Pre oggi li 27 Aprile 1738-  in Tagliacozzo li 12 Agosto 1801 “.
  • Relazione Giovanni Salomone. Vedi Amiconi F. (a cura): ” La Guerra de’ Paesani op.cit.”.
  • Vedi nota n. 11.
  • Archivio di Stato dell’Aquila, Gran Corte Criminale di Aquila, processi (seconda Serie),ff.39-40

APPENDICE

Archivio Privato

“ S. Ant.[oni]o Scurcola 12 Mag.[gi]o 1793

Sig.[no]r Comp:[ar]e Um[…]Pily(?)La ringrazio distinta[men]te del/Berettino capitatomi con la Solita V[ost]ra attenzio=/ne; non è già come il desiavo, ma non importa/che sia troppo piccolo, perche me ne serverò q[uan]do/anderò in viaggio./Per li sedici partirò da qui ed anderò in Bariscia=/no, quindi nell’Aquila all’Ordinazione della sos=/pirata Santa Messa, che mi è parso bene cennar=/lo al Sig:[nor]e Comp:[ar]e mio sempre buon Padrone/Il sborso del consaputo Berettino lo riceverà dal Sig:[nor]e/Can.[oni]co dignis:[si]mo suo F[rate]llo./Giusep:[pe] la saluta Caram.[en]te e lo prega a ricordarsi/di Lui presso il suo zio./Pregola farmi capitare l’occlusa nel seno di q[ue]sta./=La fretta mi ha costretto scrivere così Sconcia-/tamente= Mi saluterà il Sig.[nor] Ca.[noni]co insieme/con il mio Caro caris.[si]mo Angelo Filippo./Caro Com.[pa]re addio. Vale/ Di V.[ostr]a S.[ignori]a Ill[ustrissi]ma L’obli[gatissi]mo Servo/Il Comp:[ar]e Domizio “

Nel retro si legge : “ All’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Sig.[no]r P[ad]r[on]e S.[ignor]e Col[endissi]mo/Il Sig[no]r D.[on] Fabio O[tta]viani/Roma “

ARCHIVIO DELLA DIOCESI DEI MARSI AVEZZANO

Fondo C, b. 57, fasc. 1124. Scurcola 1795

“Scurcola   1795

Diligenza/a/Il P.[adre] Domizio Iacobucci del terz’/Ordine di S. Francesco Stanziante nel/Convento di S. Ant:[oni]o di Scurcola/

f. 1r

Ioannes Fran.[cis]cus Can.[onic]us Cambise Vicarius Capitularis Marso/rum/Ioannis Baptista Can.[nonic.]us Cardone Deleg.[atu]s[….]

[…]f. 1v

[…]Datum Cappellis ha die 16 Men[s]is Maii 1795/=Ioannes Bap[ti]sta  Can.[onic]us Cardone deleg.[at]o/D. E S./Scurcola=/

Lorenzo di Gasbarro =             Antonio di Gasbarro=

Dom.[eni]co Forte =                 Carlo Romano =

                                                     M.[astro] Loreto Cerrone.

Convento di S. Antonio =

Ioannes Talone Ex p[rovincia]lis

R.[everendo] P.[adre] P.[riore] Aloysius Buccieri

                                                        Guilielmus Rossi

                                                        Ioannes Baptista Pietrantonii

                                                        Iulianus Pietro Santi

                                                        Vincentius Silvestri

                                                        Seraphinus Nuccetelli

FF.                                                   Ludovicus de Angelis

                                                        Franciscus Floridi =

                                                        Fidelis Colucci.

Die decima octava Mensis Maii 1795 = Cappellis/Liberatus Leonius  asotemptus retulit mihi notificasse

f. 2r

Die Decima Festa Mensis Maii Cappellis./Examinatus fuit Lauretius Cerrone Terre Scurcule Faber ferrari=/us annorum, ut dixit, triginta, et octo, testis citatus, relatus/ac cum juramento receptus sicuti tactis juravit/Int.[errogat]us Cosa Sappia Esso costituto del furto fatto con chiave falsa,/osia adultera nel granajo del Convento di S. Antonio/di Scurcola Dixit/Sig.[no]re Posso per verità deporre, che nel passato tempo di Carne=/vale capitarono nella Terra di Scurcola due Giovani Fa=/bricatori di Chiavi, e peschi, e chiamati figli di M.[astro] Giovanni,/quali fecero molti lavori. Occorse un giorno, che scendendo/io dall’alto della Terra, nel giungere sotto le fenestre/del Sig:[no]r D.[on] Vincenzo Vetoli dove lavoravano li detti due/Fratelli, vidi che il minore di questi teneva vicino a se/un carta formata in foggia di mappa di chiave, ed ap=/pena, che io fui veduto, detto F[rate]llo lavorante si voltò/destramente per ascondere la cennata carta: Io per altro/giudicai subito che doveva essere qualche falsifica zio=/ne di Chiave. Questo accadde su le ore venti incirca,/alle ventuno mi posi col Fratello Maggiore del cennato/lavorante a giocare alle carte dentro la mia bottega vi=/cina, e giocarono parimenti con Noi Francesco Catenaccio, e Filippo di Luca: Dopo del gioco su le ore ventiquattro/dello stesso giorno andiede con lo Stesso Fratello Maggiore/nominato a bere nell’Osteria, dove mi disse questo Fratello,/che un Frate di S. Antonio gli aveva ordinate alcune/Chiavi false e che Egli gli aveva domandate per paga=/mento trè doppie. Io cercai di rasapere qual Frate/fosse, ma il med.[esim]o replicò, ch’era un Frate da Lui non/conosciuto. Dopo di questo trà me, e me giudicai, che/il Frate potesse essere il P.[adre] Domizio Iacobucci, giacche/circa sei anni addietro in atto, che lavoravo in botte-/

f. 2v

ga mi venne avanti un Ragazzo, che presentando[mi][una]/mappa di chiave delineata sopra poca carta, mi dis[se][che]/il F.[rate] Domizio Iacobucci, quale non era Sacerdote, vole[va]/una chiave simile alla mostra, onde che gliel’avessi fatta/Io risposi=Diteli di sì= Partito il Ragazzo, dopo pochi gio[r]/ni tornò il medesimo a domandarmi, se gli avevo fatta/la chiave per P.[adre] Domizio, risposi che avevo perduto la/carta; Ed il ragazzo dopo altro poco di tempo tornò/a portarmi altra mappa su di un altra carta, perche/me ne fossi servito a lavorare la chiave, e se io la/prima volta strappai la prima carta in assenza del/ridetto Ragazzo, la seconda volta gliela strappai/alla presenza dicendoli, che dicesse al F.[rate] Domizio,/non essere arte mia di fare simili chiave, ed e quanto/per la verità et sic/Int.[errogatu]s de Causa Scientie= Dixit ut Supra/Int.[errogatu]s De Contestibus dixit/Su questo fatto non hò contesto, se non che l’hò detto,e narrato/ad un tal M.[astro] Romolo Chiavaro abitante nella Terra/di Rosciolo/Io Loreto Cerrone ho deposto Come Sopra/= Joannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[at]o “

f. 3r

Die decima octava Mensiis Maii 1795 = Cappellis/Examinuatus fuit F.[rater] Vincentius Silvestri Diaconus Studens/in Conventù[m] Divi Antonii T[er]re Scurcule annorum, ut dixit/vigintitrium, testis citatus, ac relatus/Int.[errogat]o Cosa Egli sappia dell’inobedienza a Superiori, de giochi Se=/colareschi, balli, mascherate, e banchetti di giorno e di notte, della/inquietezza della Communità Religiosa, del furto con chiave/adultera, fatto nel Convento di S.[ant’]Ant.[oni]o, del grano con violenza/e minaccie ripreso dal Priore d[e]l d.[ett]o Convento, de Spergiuri contro/Dio, e Santi, delle minaccie fatte contro la vita del P.[adre] Priore/Continenza, e di altre persone, e della prattica scandalosa/del R:[everendo] P.[adre] Domizio Iacobucci, non che dell’asportazioni d[e]lle armi proibite del medesimo Iacobucci dixit/Sig.[no]re Per essere io stanziante nel Convento di S. Ant.[oni]o ò sempre/osservato, che il P.[adre] Domizio Iacobucci rarissime volte à/domandato licenza a Superiori nel Sortire dal Convento,/o per andare in Paesi lontani, e quasi mai à fatto stima/degli ordini d[e]l Priore contro la volontà di cui è andato di/notte, e giorno vagando per la Scurcola, specialmente nel car=/nevale d[e]l anno 1794. In cui trè Notti (è stato corretto n.d.a.) restò nella/detta Terra, ed intesi pubblicamente andasse cantando, e/ballando con positivo scandalo. Hò veduto altresì tanto/nella Terra di Scurcola, quanto in quella di Magliano/il detto P.[adre] Domizio senz’abito, e con la rezzola in testa, gio=/care a cascio con Secolari, e credo bene senza il permesso de’/Superiori, ed hò inteso dire da molti, che abbia anche/giocato in altri loghi al gioco medesimo: Osservai altresì/in atto di giocare, che spesso spergiurava il nome Santo/di Dio, con ammirazione de circostanti. Mi costa inoltre/di aver tenuta inquieta la communità Religiosa, non/solo per li suoi vizii, quanto per le satire, che à fatte/

f. 3v

specialmente contro il P.[adre] Ricotti Conventuale, e contro l’[arci]/prete d[e]l Borgo Collefegato, da lui recitate in presenza/di alcuni Padri, e consepate di propria bocca, come a[….]/scrisse una lettera infamatoria contro Benedetta Rossi d[i]/Scurcola da me veduta, e riconosciuta il di Lui carattere/per poco alterato; quali satire per li reclami anno/tenuto il Convento agitato. Rispetto al furto posso Sem=/plicemente dire di aver intesto da M.[astro] Loreto Cerrone,&che il P.[adre] Domizio voleva farli falsificare la chiave/del Granaro del Convento; come ancora, che in un giorno/di Aprile, circa le due d[e]lla Notte fù avvisato il Priore,/che si caricava certo grano presso la Stalla del Convento/vicino da una Rupe, che il detto Priore, con l’Exp[rovincia]le Ta=/lone, ed un Laico Ludovico de Angelis lo riprendessero/dall’asportatore, serrando nella dispenza del Convento,/ e che la mattina sequente il P.[adre] Domizio con minaccie,/ e violenza costringesse il Priore a restituirglelo, e lo/facesse trasportare nella Surcola. Inoltre intesi,/ che il P.[adre] Domizio dicesse ad altri P.P.[Padri] del Convento, che/aveva altro grano in Camera, e fussero pure andati/a vederlo per rischiararsi li occhi, e che vi andasse il/P.[adre] Gugliemo Rossi, quale vedesse il cennato grano./Intesi finalmente da Nicolò Valente, non ricordandomi/il tempo, che in una notte il P.[adre] Domizio facesse caricare/circa una Salma, e mezza di grano da Pasquale Falco=/ne di Scurcola, e col medesimo lo andasse a vendere al/Fornaro di detta Terra, quale avendoli solo consegnata/la metà d[e]l denaro, incominciasse con spergiuri a pre=/tendere tutta la Somma. Infatti fin d’allora combi=/nando io le cose, mi ricordai, e mi ricordo, che quella

f. 4r

notte viddi il Pasquale Falcone dormire nella Cucina/del Convento. Per li spergiuri, ed anche imprecazioni debba/confessare, che il P.[adre] Domizio per piccioli motivi è solito a/spergiurare, ma molto èpiù nell’ira, come io molte volte/hò inteso. Inquanto alle minaccie di vita contro il/P.[adre] Priore, ed altri posso asserire, come sotto li sei del Cor=/rente maggio alla presenza di quasi tutti li Religiosi,/caricò di Villanie il Priore Sud.[ett]o P.[adre] Bonavantura trattan=/dolo da porco, ciuccio, birbo, e battendo per trè volte su/la spalla del medesimo gli disse vederlo onninamente/ammazzare, e che se ne fusse ricordato, e quindi Sogiun-/ze volere con Lui ammazzare altre due Religiosi,/non individuando il nome. Circa le prattiche disoneste/posso dire, che sento discorrere di detto Padre con poco/di onore, ma niente mi costa. Hò veduto, che và/sempre armato di un cortello da Sacca a guisa di trincio,/e di un bastone con lo stocco dentro lungo circa mezzo/braccio, di cui fa publica pompa, ed una volta mi ri=/cordo di aver veduta nella sua camera una pisto=/la. Ed è quanto posso per la verità deponere./Inter.[rogatu]s de causa scientie Dixit ut supra./Int.[errogatu]s de contestibus=/Dixit quanto hò detto si puol deponere dalli/altri Religiosi del Convento, e da quelle persone, che hò nominate di sopra, et Sic./F.[ra] Vincenzo Silvestri hò deposto come sopra/=Ioannes Bap[tis]ta Cardone Del[e]g[a]to

f. 4v

Eodem retroscripto die et anno Cappellis/Examinatus fuit F[rat]er Seraphinus Nuccetelli Diaconus sta[…]/in Conventù[m] Divi Antonii, Dixit annorunm viginti quatu[or]/testis citatus, Relatus=/Int.[errogat]us Che sappia Esso Costitutocirca l’inobedienza, che il R.[everendo]/P.[adre] Domizio Iacobucci usa verso li Superiori, come anche/de giochi secolari, mascherate, balli, banchetti notturni, e/diurni, inquietezze de Religiosi, del furto del grano com=/messo con chiave adultera nel granajo del Convento, del/grano ripreso dal Priore con minaccie, e violenza, de Sper=/giuri contro Dio, e li Santi, delle minaccie contro la vita/del Priore, e di altre persone, della prattica scandalosa,/ed asportazione di armi proibite, fatta dallo stesso Ia=/cobucci dixit./Signore= Io come stanziante nel Convento di S. Antonio hò sem=/pre osservato, che il P.[adre] Domizio rare volte hà prezzato/l’ordine d[e]l Superiore, cosi che l’hò inteso dire in atto di por=/tarsi in Paese Forestiero= Se il Priore mi dà il permesso/vado, se non me lo dà, vado= Tanto vero, che senza per=/messo de Superiori è solito a restar fuori di Convento, special=/mente nel carnevale del 1794; in cui per trè notti, ed/anche il giorno restò nella Terra di Scurcola ove intesi,/che si mascherò, e ballò per le case con publico scandalo./Oltre poi di aver inteso, che abbia giocato in molti/luoghi, come Celano, io stesso l’hò veduto senz’abito, e con/rezzola intesta giocare con Secolari a cascio tanto in/Magliano, che nella Scurcola, ma non so se avesse li=/cenza de Superiori. L’inquietezza quasi continua de/Religiosi per sua causa non è stata indifferente, perche/

f. 5r

oltre la vita poco conforme, anzi niente al Religioso, con/alcune satire fatte da Lui ad un Conventuale per co/gnome Ricotti, ed un certo Arciprete del Borgo Collefeca=/to, come anche per alcune lettere infamatorie contro/Benedetta Rossi di Scurcola, à causate delle agitazioni/per li reclami; Ed io intanto asserisco opera del P.[adre] Do=/mizio tanto le satire, che la lettera per quelle furono/ da Lui confessate in presenza di aluni Religiosi, che non/ricordo, e la lettera è stata da me osservata, e letta,/avendone riconosciuto il carattere un poco alterato./Per il furto semplicemente so, di aver inteso da Ant.[oni]o/Gasbarro Garzone del Convento, che il P.[adre] Domizio una/notte uscisse dal Convento vestito da Secolare, con un/Ferrajolo torchino, e Cuccardada Soldato nel Cappello,/senza però m’individuasse il tempo, ed io credo per/trasportare qualche cosa; Intesi ancora, che sul fine/di aprile circa le due di notte il P.[adre] Priore, per avvi=/so preventivo con il P.[adre] Talone, ed il Laico Ludovico de/Angelis riprendessero certa quantità di grano caricato/vicino la Stalla del convento da un naturale di/Scurcola, e la chiudessero nella dispenza: Quindi in/tesi, che la mattina il P.[adre] Domizio dichiaratosi Padro=/ne del grano con minaccie, e prepotenze costringesse/il Priore a riconsegnarglielo, facendone il trasporto nel=/la Scurcola. Intesi di più, che il P.[adre] Domizio vantasse/avere altro grano in Camera, e che alcuni PP.[Padri] lo an=/dassero a vedere. Inoltre il P.[adre] Domizio è solito per/picciola occasione, e molto più nell’ira a spergiurare/il nome di Dio, e ad imprecare in varii modi. Và inoltre/armato di un lungo cortello, e di uno stocco dentro al/bastone da me spesso osservati: Ed in quanto alla

f. 5v

prattica scandalosa, posso dire, che Sento di Lui [par]/lare con troppo svantaggio. Finalmente per le[mi-]/naccie contro il P.[adre] Priore Continenza posso depone[re]/per essere stato presente, come destinato a cucinare/un vecchio Religioso detto F.[ra] Giovanni tempo addietro,/piacque poco al P.[adre] Domizio, per cui una mattina per/questo motivo minacciò di voler buttare il Priore che/gli era presente, nella cisterna, e di ucciderlo. Inoltre/alle sei del corrente, seguito il Ringrazio del pranzo, ed/alla presenza di quasi tutti li Religiosi, il P.[adre] Domizio/per una salvietta poco indecente, la prese furiosa=/mente col P.[adre]Bonavantura, lo villaneggiò per ciuccio,/birbo, porco, e toccandolo trè volte Su la spalla disseli alla/mia presenza, voglio ad ogni modo ammazzarti, e ricor=/datene; e poscia soggiunse, che con il Priore voleva/ammazzare altri due PP.[Padri], senza però nominarli, ed/è quanto per la verità./Int.[errogatu]s de causa scientie- Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus/D. Quanto hò deposto si puol anche deponere dalli/altri Religiosi del Convento, e da Antonio Gasbarro./et ita=/Io F.[ra] Serafino Nuccitelli ho deposto come sopra/ I.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[at]o

f. 6r

Eodem retroscripto die, et Anno Cappellis/Examinatus fuit P.[ater] Aloysius Buccieri annorum, ut dixit tri=/ginta unius, Lector in Conventù[m] Divi Antonii T[er]re Scurcule/testis citatus, relatus./Int.[errogatu]s Se sappia qual obbedienza il R.[everendo] P.[adre] Domizio Iacobucci presti/a Superiori, se giochi, ed a che gioco, se siasi mai mascherato,/abbia ballato di notte, e di giorno, se abbia turbata la Com=/unità Religiosa, se abbia commesso furto di grano al Con=/vento con chiave adultera, se abbia con violenza, e minaccie,/ripresa qualche quantità di grano sequestrato dal P.[adre] Priore/Attuale, se sia solito spergiurare Dio, o li Santi, se abbia/mai minaciato di vita il P.[adre] Bonaventura Priore, o/altri, se abbia prattiche scandalose, o sia assueto a/portar armi ( è stato corretto n.d.r. ) proibite. Dixit./Sig:[no]re Quel che io posso sapere, come stanziato nel Convento di/S. Ant.[oni]o di Scurcola, dove anche trovasi il P.[adre] Domizio si è,/che il medesimo, ormai, o quasi mai domanda licenza da Su=/periori, in atto esce dal Convento, e si porta in Paesi lontani;/Anzi sprezza con sfrontatezza li ordini de Superiori; tanto/vero, che un giorno altercando il Domizio, con un tal Genna=/ro Romano vestito di fresco ( è stato corretto n.d.r. ) col nostro abito, l’Ex p[rovincia]le Talone/volle riprenderlo, ed il Domizio ebbe il coraggio minacciare/di far cadere il Romano a piedi d[e]l detto Superiore: Per tale/temerità gli ordinò il Talone, che si fosse retirato in Came=/ra, ed il Domizio in spretum prese la Scoppetta, ed io im=/mediatamente lo viddi uscire dal Convento, e partirsi./E troppo in seguito Notorio che il sud.[ett]o Padre tanto nella/Scurcola in mia presenza, quanto in Magliano, in (è stato corretto nd.a.) Ce=/lano, ed altri loghi à giocato con Secolari a cascio, senz’a=/bito e con la rezzola in testa; con ammirazione de Secolari;/Ed in quanto alle mascherate, e balli, so che nello scorso carne=/vale del 1794 senza permesso de Superiori restò per/trè notti nella Scurcola, dove intesi, non ricordo da chi,

f. 6v

che si mascherasse, cantasse per la Terra, e ballasse[….]/questo, ed altri pessimi costumi à sempre inquietata la [religio]/sa communità, specialmente poi per i reclami, di alcune/Satire infamanti fatte dal medesimo per sua confessione/in publico de Religiosi tanto contro il P.[adre]Ricotti Conven=/tuale, quanto contro l’Arciprete del Borgo Collefecato,/come anche per una lettera scritta ad una tal Benedet=/ta Rossi, da me letta, e riconosciuta di Carattere, per poco/alterato, del P.[adre] Domizio, quale suppongo sia stata ad V:[ostra] S.[ignoria]/presentata.=/Et Eodem exhibita=Dixit, questa appunto è la lettera, di cui/parlavo di carattere d[e]l P.[adre] Domizio, a me troppo/cognito./In quanto al furto del grano, intesi dal P.[adre] Gugliemo Rossi, e/dall’attuale P.[adre] Priore, che il P.[adre] Domizio aveva procura=/to di fare adulterare le chiavi del Granajo da M.[astro] Giu=/seppe Orlogiaro in Tagliacozzo, e da M.[astro] Loreto Cerrone/di Scurcola. Intesi inoltre, non ricordandomi da chi, varii/trasporti di grano fatti di notte dal P.[adre] Domizio, ma/specialmente circa li ventisette di Aprile intesi, che circa/le ore due il P.[adre] Priore, l’Ex p[rovincia]le Talone, ed il Laico Ludovi=/co de Angelis arrestarono una quantità di grano, che/si era da un naturale di Scurcola caricato vicino una/nostra Stalla alla parte della Neviera, e la serrarono nella/dispenza d[e]l pane; Quindi la mattina intesi gridare fu=/rioso il P.[adre] Domizio, e spergiurare con tanta furia, che/pensai uscire di Camera, per accorrere al rumore, e vid=/di(è stato corretto nd.a.), che il medesimo ricaricava il grano sequestrato dal/P.[adre] Priore insieme con Angelo Nuccetelli, ed insieme parti=/rono per la Scurcola. Intesi poi, che il Domizio tentò/con calci fracassare la porta della detta dispenza, e/con minaccie indusse il Priore ad aprirla. In seguito

[f. 7r]

Ascoltai, che il Priore ridetto per mezzo della Corte Locale/facesse precettare il Nuccetelli a non amovere il grano;/ma che il Padre Domizio con violenza se lo riprendesse dal Nuc=/cetelli, e ne facesse al Fornaro la vendita. Dopo di questo/ udii dal P.[adre] Ex p[rovincia]le Talone, e dal P.[adre] Gugliemo Rossi, che il Iacobuc=/ci aveva altro grano in Camera. Rapporto a spergiuri/contro Dio, e Santi varie volte li ò intesi dal P.[adre] Domizio, spe=/cialmente nella collera. Per le minaccie ( è stato corretto n.d.r ) fatte al P.[adre] Bona=/ventura, ed altri, posso deponere, come il Iaocobucci malso=/disfatto un tempo perche un nostro Laico vecchio era Stato desti=/nato Cuciniere, intesi, minacciasse di uccidere, e di buttare/alla cisterna il Priore; per altro sotto li sei del Corrente,/in atto era Seguito il ringrazio d[e]l pranzo, per una Salvietta/forse sporca il Padre Domizio con irruenza temeraria/villaneggiò alla presenza di quasi tutti li Religiosi il/Priore P.[adre] Bonaventura, lo chiamo porco, ciuccio, birbo,/con le mani sul volto, e toccandolo circa tre volte su la/spalla, disseli, di propria bocca alla mia presenza, ti/hò detto, che voglio ucciderti, e ti ammazzo, ricordatene,/e ti ammazzo con altri due. So benanche, che giorni sono/un nostro Garzone per nome Dom.[eni]co Forte si partì di/notte dal Convento per essere stato minacciato dal Do=/mizio per ben due volte, come intesi da molti. In/quanto alla prattica hò inteso da varii, che non mi ricordo,/ed in diverse volte, che a motivo del P.[adre] Domizio un tal/Giuseppe Coluccia di Scurcola era ricorso a Superiori per/ritogliere la Sua Famiglia dal disonore, ed aveva bastonate le/ Figlie, del resto Sento da tutti parlare del detto P.[adre] con/molto svantaggio. Finalmente varie volte mi è occorso/veder armato il P.[adre] Domizio di cortello lungo, di uno stocco/di circa mezzo braccio dentro un bastone, che porta frequen=/

f. 7v

temente, ed una volta li viddi in Camera una [pisto]/la; Anzi da me domandato se con quel cortello cele[bra]/va la S.[anta] Messa, mi rispose, che in quell’atto se lo toglie[va]/dalla Sacca, ed è quanto/Inter.[rogatu]s de causa scientie dixit, ut Supra/Int.[errogatu]s De contestibus/Dixit. Il deposto da me, si puol anche deponere da/altri Religiosi, specialmente li da me nominati nel cor=/po della deposizione et ita/Io P.[adre] Luigi Buccieri c.[om]e sop.[r]a/I.[oannes] B.[aptista] Cardone

f. 8r

Die vigesima Mensis Maii 1795 Cappellis/Examinatus fuit P.[ater] Guilielmus Rossi Sacerdos Professus annorum,/ut dixit, quinquaginta quinque testis citatus, relatus/Int.[errogatu]s Cosa sappia esso costituto, dell’obedienza, e rispetto, che il P.[adre]/Domizio Iacobucci nega a suoi Superiori, de giochi secolareschi,/balli, mascherate, che di giorno, e di notte à fatti, della Communi=/tà che ave turbata, del furto dal medesimo ammesso con/chiave adultera nel Granajo del Convento, del grano con mi=/naccie, e violenza dal medesimo ripreso dal P.[adre], de Sper=/giuri contro Dio, e li Santi, delle minaccie fatte contro la vita,/tanto del P.[adre] Priore Continenza, quanto di altre persone: Final=/mente della scandalosa prattica, che tiene, ed alle arme pro=/ibite, che porta dixit./Signore= Il P.[adre] Domizio Iacobucci à sempre rimostrata poca subordina=/zione a Superiori, nell’uscire, ed entrare in Convento rare volte/si è Servito domandare licenza, anzi è stato sempre sprezzante,/ed a fatta pochissima stima di Loro; tanto vero, che spessissimo man=/ca al coro, ed altre Orazioni communi, e rarissime volte assiste/interamente all’officio, lascia spesso la S.[anta] Messa, e tal’ora in/giorno festivo, senza lo mova la presenza de Superiori In quan=/to al gioco, spesso l’hò veduto in questa ( è stato corretto n.d.r. ) T[er]ra di Scurcola gio=/care a cascio senz’abito con Secolari, ed è publicamente inte=/so, che sia andato giocando in altri Paesi, e credo senza licenza/de Superiori, come hò argomentato dalle lagnanze de med.[esim]i/Come stanziante nel medesimo Convento so benanche, essere/mancato molte notti dal Convento, specialmente nel Carnev=/ale del 1794 tempi in cui intesi da molti, che non ricordo/andasse in comitiva cantando per la Scurcola, ballasse,/in qualche casa, e si mascherasse, e suppongo ancora lo/facesse Senza intesa de Superiori, giacche per l’assenza/del P.[adre] Priore Talone essendo io una volta rimasto Pre=/sidente del Convento di S. Antonio, vidi il P.[adre] Domizio mancare/una notte intiera senza la mia saputa, o licenza.

f. 8v

E cosa in seguito troppo publica, che il P.[adre] Domizio à ten[uta]/quasi sempre inquieta la communità Religiosa, am[….]/che sempre minacciato ora l’uno, ora l’altro, la Gen[…]/Servigio specialmente. La sua pessima condotta, produttiv[…]/continui riclami, lagnanze, e mormorazioni a disdoro dell[a]/Religione, vi è parimenti concorsa, in ispecie quando fece del[le]/Satire da Lui confessate di bocca propria a molti religiosi,/siccome a me stesso, contro il P.[adre] Ricotti Conventuale, l’arci=/prete d[e]l Borgo Collefecato, ed anche un nostro Religioso dello/Stato Romana, quale Egli medesimo mi presentò per leggersi./Intesi ancora, che aveva formata una lettera infamato/ria contro un Donna, quale cagionò d[e]l disturbo frà Re=/ligiosi. Un inquietezza inoltre scandalosa, e che poteva produrre delle conseguenze interessanti fù quando il P.[adre] Domizio/recise di proprio capriccio dodici pedecagne di olmi, ed altre/molte ne incise vicino il Convento de Cappuccini, nell’atto/stesso, che si questionava trà li nostri PP.[Padri] e li sud.[ett]i Cappuccini/su la proprietà di detti alberi; Qual fatto venne da Lui stesso/confessato specialm.[ent]e al P.[adre] Talone. In quanto al furto del/grano altro non posso attestare, senonche un tempo, di cui non/ricordo, intesi dal P.[adre] Ex p[rovincia]le Talone, che il P.[adre] Domizio prendes=/se picciola quantità di grano dal granajo del Convento in/atto si conciava, e che un’altra volta Pavolo Falcone di/Scurcola corgesse dal Granajo alla ( è stato corretto n.d.r. ) fenestra del P.[adre] Domizio,/in mano del medesimo altra poca quantità di grano./Intesi inoltre, che circa il fine del passato Aprile li/PP.[Padri] del Convento sequestrassero un Sacco di grano circa le/ore due di notte, quale si trasportava da Angelo Nucce=/telli, e che la mattina con minaccie, e violenza il P.[adre] Domi=/zio lo avesse fatto ricovare da una dispenza del pane,/dove si era serrato dal Priore. Io posso unicamente di=/re, che commandato a prendere una mostra di quel gra=/no, ubbidii, e sciolto il sacco, quale era prossimo a detta

f. 9r

dispenza, presi un pugno di grano, e fù avanti del Priore/sugellato col nostro segno, e da me conservato molti giorni,/Dopo de quali venne ad V.[ostra] S.[ignoria] presentato. Dopo ciò intesi/dire dal P.[adre] Domizio, che Esso aveva in Camera altro grano; ed io lo comunicai alli altri Religiosi. In quanto al/prossimo vizio di spergiurare, costa a me per averlo spesso/inteso per ogni menomo, ed anche leggiero motivo. Per rap=/porto alle armi, io gli hò veduta in Camera una pistola,/in un bastone porta uno stocco di ferro circa mezzo braccio/di lunghezza, ed un cortello lungo in Sacca. Per le prattiche/scandalose non posso deponere, senonche tutti ne parlano/con disonore pubblicamente. Finalmente in quanto alle/minaccie contro il P.[adre] Priore attuale Bonaventura posso/deponere, che una mattina, non ricordandomi il tempo, per/aver detto priore destinato alla Cucina un Laico nostro/vecchio, minacciò temerariamente il d.[ett]o Priore di buttarlo/nella cisterna, e di ucciderlo: Ed intesi, che alli sei del/corrente Maggio in publico Refettorio dopo il pranzo, alla/presenza di quasi tutti li Religiosi, (trovandomi io assente,/e propriamente avanti la Chiesa per aver prima mangia=/to) il P.[adre] Domizio minacciò il cennato Priore di ucciderlo,/che lo toccasse alla spalla, e lo maltrattasse, chiaman=/dolo ciuccio, birbo, porco, e che sogiungesse volere am=mazzare altri due col Priore; Bensì trovandomi/la sera di detto ( è stato corretto n.d.r. ) giorno nella fenestra della mia camera ( è scritto sopra n.d.r. ) tempo fà/vidi il P.[adre] Domizio con un legno in mano minacciare due/volte sussecutive un Garzone del Convento per nome/Domenico Forte, quale intesi la mattina, che per ti=/more s’[e] n’era andato via senza farsi fare il conto/del Salario. Che per la verità/In.[terrogatu]s De Causa sci[entie] Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus Dixit

f. 9v

Il deposto da me si può deponere dalli sopra/nominati/Io Fra Guglielmo Rossiò deposto/I[oannes] B.[aptista] Cardone Del.[elegatu]s

f. 10r

Eodem retroscripto due, et anno Cappellis/Examinatus fuit P.[ater] Ioannes Baptista Pietrantonii Sacerdos/Professus annorum, ut dixit, triginta septem testis citatus, relatus/Int.[errogatu]s Che cosa sappia circa l’obedienza, che il P.[adre] Domizio Iaco=/bucci nega a Suoi Superiori, ed ave a medesimi negata;/de giochi secolari mascherate, balli, a quali con scandalo ave/atteso, dell’inquietezza de Religiosi, del furto di grano commes=/so con chiave adultera nel granajo del Convento, ed altresì/del grano preso con violenza, e minaccie da mano del P.]adre] Prio=/re attuale, de Spergiuri contro Dio, e Santi, delle minaccie di/Vita contro il P.[adre] Bonaventura Priore, ed altri. Finalmente/della prattica scandalosa, che dicono avere, non che dell’aspor=/tazione d[e]lle armi proibite dixit=/Sig:[no]re Il P.[adre] Domizio à mostrata sempre poca, o niente di obbedienza/a suoi superiori pro tempore anzi gli à spesso disprezzati, e/vilipesi con ammirazione di tutta la Communità, vero così,/che trovandomi un giorno in Camera intesi dire dal P.[adre] Domi=/zio, che benissimo dalla voce riconobbi, che voleva fa cadere/a piedi un nostro Terziario, e quindi intesi il P.[adre] Exp[rovincia]le Talone,/allora Priore, che li ordinò di ritirarsi in Camera, e giudicai,/che la minaccia fusse fatta innanzi al d.[ett]o Priore, ma quando cre=/devo, che il P.[adre] Domizio avesse ubidito, lo viddi subito andare/alla volta della Villa. Riguardo al gioco io una sol volta/l’hò veduto giocare al cascio, peraltro hò pubblicamenteinteso,/che abbia giocato in Magliano, in Celano, ed in altri luoghi, ma/no So, se con licenza de Superiori. E per le mascherate, ballo,/so, che nello scorso Carnevale restò circa tre notti fuori di/Convento nella Terra di Scurcola, cioè nel 1794; ed io lo vidi be=/nissimo mancare, ed intesi pubblicamente fusse andato/cantando, avesse ballato con Secolari, e si fusse mascherato./La Communità inoltre religiosa è stata sempre in=/quieta per di Lui causa, giacche continuamente à mi=/

f.10v

nacciato or qualche P.[adre], ed ora qualche Garzone, per […]/timore à causata agitazione, altri di che l’ave inquietato[…]/la pessima sua condotta, mentre in Coro molte volte è m[an=/]cato, quasi mai ave assistito interamente all’officio, ad a[lle]/Orazioni, e questo anche che ave lasciata spesso la celebra zio[ne]/della Messa, motivo di ammirazione, e disturbo. Si aggiunge/che fece delle Satire al P.[adre] Ricotti Conventuale, ad un tale D.[on] Francesco Arciprete del Borgo Collefecato, come egli se ne/vantò in mia, ed in presenza di altri Religiosi; e fece di più/una lettera infamatoria ad una tal Benedetta Fabii/Rossi, da me letta, e riconosciuto il di Lui carattere per/poco alterato; per le quali cose vi è Stato disturbo nella/Religione a motivo de riclami, e d[e]ll’onore dell’abito./Et eidem exhibita Dixit, Signore, questa  appunto è la lettera da me detta. E proseguendo dixit=/Per riguardo al furto, di cui mi à domandato, altro non/posso dire, che circa la Settimana dopo la Dom.[eni]ca in Albis/dell’anno corrente su la mezz’ora di notte vidi dalla/Fenestra d[e]l Convento il P.[adre] Domizio, con Basile Falcone/di Scurcola, quali uscivano dalla porta grande del Conv.[ent]o/ed il Basile portava una Sacchetta con circa coppe(è stato corretto n.d.a.)/quattro di robba, e presero ambedue la volta della porta/picciola dello stesso Convento, e giunti alla Terra, dove/il Sig:[nor]e Giuseppe Ottaviani tiene seminato l’orzo, si viddero/da lontano venire alcune persone, onde il Basile but=/tò la Sacchetta in detta Terra seminata, forse per non/farsi vedere, il P.[adre] Domizio tornò in Convento, ed io altro/non viddi. Per le minaccie fatte al P.[adre] Priore Bonaventu=/ra hò inteso dagli altri Religiosi, che il P.[adre] Domizio una/mattina lo minacciò di buttarlo al pozzo, e di ucciderlo,/perche aveva destinato Coco un Vecchio, ed intesi, che/alli sei del corrente Maggio in publico Refettorio/

[f. 11r]

minacciasse anche il Priore di vita, con altri due Religiosi/che non si nominarono, tempo in cui mi trovavo fuori del Con=/vento. Per li spergiuri, una Sol volta con le proprie Orecchie/l’intesi spergiurare, non mi ricordo in quale occasione, da/molti per altro hò inteso, che sia solito farlo per qualun=/que menoma occasione. Per le armi posso deponere,/che gli ho veduto varie volte cavar dalla sacca un/cortello lungo, ed hò inteso dargli altri Religiosi, che porti un/bastone con lo stocco dentro. In quanto alle prattiche nulla/posso attestare, eccetto che si parla pubblicamente di Lui/con molto poca Stima, e per la verità/In.[errogatu]s de causa scientie dixit ut supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit/L’attestato da me si puol deponere dagli altri Religiosi/del Convento, e dalli nominati nella deposizione/Io Fr[a] Gio:[van]Bat[is]ta Pietrantonj depongo come sopra/I[oannes] B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f. 12r

Eodem die retroscripto die, ed anno, Cappellis/Examinatus fuit P.[ater] Iulianus Pietrosanti Sacerdos Professus anno=/rum, ut dixit, triginta novem testis citatus relatus/In.[errogat]us Se sappia qual’obedienza, e venerazione il P.[adre] Domizio Ia=/cobucci abbia prestata, e presti a Suoi Superiori, Se mai il Sud.[ett]o/abbia giocato pubblicamente con Secolari, siasi mascherato, abbia/ballato, sia andato fuor di Convento di notte, e giorno, se abbia/inquietata la Communità Religiosa. Se abbia commesso furto/di grano con chiave falza nel granajo del Convento, se abbia/con violenza, e minaccie preso quantitativo di grano dall’at=/tuale P.[adre] Priore; Se lo abbia inteso mai spergiurare contro/Dio, e li Santi; se lo Stesso abbia talvolta minacciato il P.[adre] Prio=/re Bonaventura, o altri; Se abbia prattica scandalosa di/Donne, ed asporti arme proibite dixit/Sig:[no]re Il P.[adre] Domizio Religioso dal mio ordine, per quello mi/sono avveduto del suo parlare in varie occasioni non/à fatta de Superiori la douta stima: Ed ò inteso, senza/ricordarmi da chi, che il sud.[ett]o P.[adre], in qualche occasione sia/uscito di notte dal Convento, non so se con licenza de Superior=/ri, e che sia andato cantando, siasi mascherato, ed abbia balla=/to sua oltre di ciò nulla mi costa, senonche l’hò veduti/varie volte giocare al cascio. In quanto all’inquietez=/za de Religiosi posso deponere, che siccome spesso il med.[esim]o/ave risposto ora a questo, ed ora a quel Religioso, e con imprudenza, per=/ciò da questo ne sono nati delli dissapori, quali anche anno/auta l’origine da certe satire, che intesi facesse a qual=/che persona Sacra. In quanto al furto intesi, che il P.[adre] Do=/mizio in atto si conciava nel granajo, andasse varie volte/a prenderne(è stato cancellato n.d.a.) piccioli quantità di grano, e circa la fine/di Aprile passato intesi una mattina, che la Sera ante=/cedente il Priore con altri PP.[Padri] avevano sequestrato un/sacco di grano da Angelo Nuccetelli in atto lo trasportava/nella Scurcola, e che quella stessa mattina con minaccie

f. 12v

al Priore, il P.[adre] Domizio si avesse fatto restituire dello/stesso Priore il cennato sacco. Infatti io viddi il P.[adre] Domiz[io]/turbato, e fatigato, dire al P.[adre] Priore, che Esso teneva in Ca[me]/ra altro grano, se voleva vederlo, e che ve lo teneva fin/dall’està, anzi io essendom’incontrato ad entrare nella Ca=/mera di d.[ett]o P.[adre] Domizio poco dopo, vidi a mezza camera/di Lui in un Sacco circa otto, o diece coppette di grano. Circa/le armi io solo vidi una volta un trinciatello, e per/rapporto alli spergiuri non hò auto motivo di Sentirlo, ma/da Religiosi hò riceuta tale notizia. Per le prattiche/niente mi costa. Finalmente per le minaccie posso/deponere, che alli sei di Maggio corrente dopo il ringrazio/del pranzo il P.[adre] Domizio per una salvietta sporca, e strappa=/ta, che trovò innanzi a Sé, con aria avanzata sene lagnò/col P.[adre] Priore, e questo, quasi avesse il Domizio colpa della/strappatura, cennò volerla far pagare al Domizio, quale/irritato disse, che (è stato corretto n.d.a) lo voleva ammazzare, e che l’aveva/contro di altri due, qu[a]li non nominò. A questo chiasso, a cui/ero presente, accorsi io dicendo al Domizio, che si quietasse,/ed al P.[adre] Priore, che avesse prudenza, ed è quanto per la/verità/In.[terrogatu]s de Causa(è stato corretto n.d.a.) scientie Dixit ut Supra=/In.[terrogatu]s De Contestibus dixit/Il da me deposto si puol deponere dalli altri Religiosi/Io P[ad]re Giuliano Piersanti ho deposto come S.[opr]a/I[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 13r

Eodem retroscripro die, et anno Cappellis/Examinatus fuit ad R.[everendus] P.[ater] Exp[rovincia]lis Ioannes Talone annorum,/ut dixit, sexaginta trium testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Qual’Obedienza, ed ossequio il R.[everendo] P.[adre] Domizio Iacobucci abbia/rimostrato nelle occasioni a suoi Superiori: Se il medesimo abbia/giocato con Secolari, e con scandalo sia talvolta stato o di notte, o/di giorno fuori dal Convento, se siasi mascherato in tal’occasione, o/abbia ballato: Se sia Stato d’inquietezza alla Communità, se/abbia commesso alcun furto nel granajo del Convento con chiave/falsa: Se abbia con minaccie, e violenza costretto il Priore attua=/le a restituirli qualche quantitativo di grano= Se lo stesso/Domizio sia solito, ed abbia spergiurato il nome di Dio, e de/Santi: Se abbia mai minacciato di vita il P.[adre] Priore Bonaven=/tura, ed altri: Se tenghi prattica scandalosa di Donne, ed/asporti armi proibite dixit/Signore. Il P.[adre] Domizio Iacobucci, che trovasi in questo Convento, dove/io medesimo stanzio à continuamente mostrata poca subordina zio=/ne a Superiori, non à fatta de medesimi la menoma stima, tanto/che senza ribrezzo è sovente mancato alle publiche orazioni/del Coro, e quasi mai ave interamente assistito sino al fine/dell’officio, e altre preci, anziche qualche volta è stato con/Superiori temerario, specialmente quando io ero Priore, giacche/avendolo trovato ad altercare con un nostro Terziario Gen=/naro Romano, oggi svestito, lo volli riprendere, ed il P.[adre] Domizio/alla mia presenza disse, volermi fa cadere detto Terziario/alli piedi. Credei mio dovere di subbito allora precettarlo/sotto pena di obedienza a retirarsi in camera, ed il Iacobucci/invece di ubidirmi, se ne uscì immediatamente dal Con=/vento. Hò inteso in seguito da Religiosi, che il Iacobucci/sia dal convento uscito di notte, e trattenutosi nella/Scurcola, Siasi mascherato, e giocato a cascio, nonche ballato./Forse questo sarrà accaduto nella mia assenza, giacche/andiedi a Roma, quando intesi, che facesse tali eccessi

f. 13v

Confesso per altro, che in tempo d[e]l mio Priorato ma[i ho]/data licenza per tali cose al P.[adre] Domizio. Hò inteso p[ari-]/menti, che il detto Iacobucci abbia fatte delle Satire[a va]/rj Sogetti, per cui li Religiosi anno provate Successive[in]/quietezze, come ancora per la sua condotta poco relig[io=]/sa, e bravazzate a membri d[e]lla Religione. Tanto vero, che/nella vendemmia del 1793 minaccio il Laico de/Angelis per non aver portate le opere a vendemmiare,/come intesi per ricorso dello stesso Laico, quale supplicò Su=/bito il Provinciale per l’obedienza in altro Convento a/togliersi dall’inquietezza, ed infatti l’ottenne; Cosi ancora/giorni addietro un nostro Garzone per nome Domenico/Forte, voleva il Conto per andarsene a motivo di essere/Stato, come disse, minacciato due volte dal P.[adre] Domizio,/e perche io non volle per allora farli il conto, partì la not=/te. Hò peranco inteso da Religiosi, che vadi armato di/un cortello, e di uno stocco nel bastone, e che sia solito a/spergiurare. In quanto al furto niente a me costa della/chiave falsa, solo posso dire, che dal granajo a calcolo be=/nignamente esatto si trovano mancanti circa Salme un=/dici grano, ed intesi dire tempo fa, senza ricordarmi, da/chi, che il P.[adre] Domizio in atto Si conciava il grano andas=/se diverse volte a prenderne picciole porzioni, ed un/altra volta, che Pavolo Falcone di Scurcola gle ne dasse/dal Granajo alla Fenestra della Sua Stanza altra poca/quantità, il che io comunicai a qualche altro Religio=/so di cui neppure mi sovviene.Ma circa la fine del/passato Aprile fui avvisato dall’Attuale P.[adre] Priore, che/dal Convento si portava via una Salma di grano,/e perciò di unita col Priore Sud.[ett]o, e F.[ra] Ludovico de Angelis/nostro Laico, fù fatto detto grano scaricare in Convento,/

[f. 14r]

in atto era trasportato al di fuori, e si chiuse nella dispen=/za del pane. Nel giorno seguente intesi da Religiosi, che/il P.[adre] Domizio, dopo aver tentato con urti, e calci fracassa=/ta la porta della detta dispenza, obligasse con minaccie/il P.[adre] Priore ad aprirla, come Sequi, e che ripreso il grano/lo facesse trasportar nella Scurcola da Angelo Nuccettelli,/quello stesso, che la Sera caricato lo aveva. In quanto/alle altre minaccie fatte al P.[adre] Priore Bonaventura Con=/tinenza, ed altri intesi seguisero sotto li sei maggio in publi=/co Refettorio dopo il pranzo, ma io ero assente; Ed altra/volta per ragione di un Coco avanzato in età, intesi,/che il P.[adre] Domizio minacciasse il P.[adre] Priore Sudetto di buttar=/lo alla cisterna. Finalmente per le prattiche scanda=/lose nulla mi costa, ma so bene, che si parla del P.[adre]/Domizio con poco onore, ed è quanto per la verità/Int.[errogatu]s de Causa scientie Dixit ut Supra/Int.[errogatu]s de Contestibus=/Dixit. Il detto da me si puol deponere da respettivi/Religiosi e dalli da me cennati ne fatti/Io Fra Gio:[van]M:[ari]a Talone ho deposto c.[om]e Sopra/Ioannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s

f. 15r

Eodem retroscripto die, et Anno Cappellis/Examinatus fuit F.[rater] Ludovicus de Angelis Laicus Professus anno=/rum, ut dixit, quadraginta octo testis citatus, Relatus/Int.[errogatu]s Che sappia dell’inobedienza d[e]l P.[adre] Domizio Iaocbucci a Suoi Su=/periori, del gioco dal medesimo con scandalo esercitato, dell’assenza/dal Convento di notte, e di giorno per mascherarsi, e ballare con Seco=/lari, De disurbi recati alla Communità, de furti di grano com=/messi con chiave falsa nel granajo del Convento, delle minaccie,/con le quali costrinse l’attuale Priore a restituirli il grano, che/aveva furato; Delle altre minaccie di vita contro lo stesso/Priore, ed altri, della prattica scandalosa con Donne, e dell’/asportazione delle armi proibite, finalmente de Spergiuri/che hà proferiti contro Dio, e di Santi dixit/Sig.[no]re Il P.[adre] Domizio Iaocbucci, per quello da me è stato osservato, e/veduto ( è stato corretto n.d.r. ), è stato sempre inobediente a commandi de Superio=/ri, de quali à fatta pochissima stima, tanto vero, che un giorno/vidi il P.[adre] exp[rovincia]le Talone allora Priore, che gl’impose di ritirar=/si in camera, non so per qual motivo, ed Egli subito sene uscì,/borbottando che voleva andare dove gli pareva: E se bene/agli altri Superiori abbia talvolta mostrato qualche rispetto/in qualche occasione, all’ Priore attuale à sempre usato/la possibile irriverenza. Hò inteso quindi da molti, che lo/stesso p:[adre] Domizio abbia spesso giocato al cascio con Secolari/nella Scurcola, in Magliano, nel ( è stato corretto n.d.r. ), ed altrove, e che/in tali occasioni sia stato irruente, ed abbia perduto il/rispetto convenevole a Galantuomini, ed il tutto con publico/scandalo, e sempre senza permesso, ed intelligenza de Su=/periori, contro la volontà de quali hò inteso, che abbia/di notte lasciato il Convento, e sia andato cantando/con rimanere anche fuori moltissime volte. Hò veduto/inoltre che per causa d[e]l rid.[ett]o P.[adre] Domizio li Religiosi sono/stati inquieti, ed in disturbo, giacche per ogni picciol mo-/tivo si altera, minaccia, e talvolta senza apparenza di

f. 15v

ragione; Tanto vero, che nella vendemmia del 1793,[…]/causa di pioggia, e con l’inteligenza del P.[adre] Priore Talon[e]/non portai le opere alla vendemmia, e per questo So[…]/il P.[adre] Domizio mi minacciò temerariamente, e con tale[…]/denza, anche alla presenza del P.[adre] Provinciale di questo (è stato corretto n.d.a.)tem=/po P.[adre] Vincenzo Marinelli, che fui costretto a domandare/l’ubidienza per altro loco a toglieremi ( è stato corretto n.d.r. ) l’inquietezza. In/quanto al furto del grano, e chiave falsa, intesi che il P.[adre] Domi=/zio si era provveduto di chiave false da due Forastieri,/quali le lavora[ro]no in Scurcola, e benintesi da M.[astro] Romolo/Chiavaro in Rosciolo, e so benanche, come sul fine di Aprile/essendo ( segue una cancellatura n.d.r. ) stato avvisato, una col Priore di certo grano di/circa coppette quattrodici, che stava vicino la nostra Stal=/la a piedi la rupe, crederono i Superiori al Garzone de=/nunciante per nome Loreto ( è stato corretto n.d.r ) Forte ( è stato cancellato n.d.r ) di Gasbarro ( è scritto sopra n.d.r. ) e lo mandarono a/prendere mostra del medesimo, quale confrontato col/grano d[e]l Convento, fù trovato eguale, per cui uscì il/P.[adre] Priore, l’Exp[rovincia]le Talone, ed io per ordine loro li Seguii./Usciti appena trovassimo Angelo Nuccetelli, che teneva/il grano su di una Somara, e richiesto da Noi di chi/fusse, a stento confessò, che era d[e]l P.[adre] Domizio, e che/doveva portarlo da una Com.e di Lui, senza individuar=/ne il nome. Allora lo facessimo scaricare in Convento, e/dal Priore fù chiuso nella dispenza del pane. La matti=/na sequente di buon ora il P.[adre] Domizio domandò del/suo grano con furia, e temerità, si provò varie volte rom=/pere col piede, e con la forza la porta della dis=/penza, e finalmente spergiurando Spesso il nome di/Dio, e minacciando il priore di vita, lo costrinse ad apri=/re la dispenza, e ripreso il grano lo fece poco/dopo/trasportare nella Scurcola dal cennato Angelo Nuc=/cetelli. Quindi circa le ore venti, incontrandomi

f. 16r

ad entrare nella Cucina viddi il P.[adre] Domizio, che nuovamen=/te minacciava, e strapazzava il P.[adre] Priore, e credo, che lo/sentissero anche li Garzoni d[e]l Convento, che mangiavano/poco lungi, Dom.[eni]co Forte, e Lorenzo di Gasbarro. Beninteso,/che prima il P.[adre] Domizio ricaricasse il grano ripreso dal/Priore, il P.[adre] Guglielmo ne prese una mostra, forse per/ordine d[e]llo stesso Priore. Per rapporto alli Spergiuri è/cosa troppo publica, che il P.[adre] Domizio per ogni picciola ca=/usa spergiura pubblicamente con Scandalo, ed in quanto alle/armi hò inteso, che porti un bastone con lo stocco, Io peraltro/gli hò solo osservato un lungo cortello a guisa di Stile, quale/porta in Sacca. Posso in seguito deponere per le minaccie/fatte al R.[everendo] P.[adre] Bonaventura Priore attuale, come sotto li/sei Maggio in publico Refettorio, ed alla presenza di quasi tutti/li Religiosi, terminato appena il Ringrazio, andiede il P.[adre] Do=/mizio con le mani sul volto al cennato P.[adre] Priore lo chiamò/porco, birbo, ignorante, e toccandolo per trè volte su la spal=/la soggiunse= Io hò detto, che ti voglio ammazzare, e ti voglio/ammazzare, ricordatene, e ti voglio ammazzare con altri due,/non specificando il nome. Finalmente per la prattica/scandalosa, altro non posso dire, che sento parlare di Lui/con poca onestà, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s de causa scientie; dixit ut Supra/I.[nterrogatu]s De contestibus/Dixit il deposto da me si puol deponere dalli altri/Religiosi, e da quelle persone da me nominate nella depo=/sizione, et ita./+ Signum Crucis= Ioannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s

f. 16v

foglio lasciato in bianco (n.d.r.)

f. 17r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Int.[errogatu]s Se mai il Padre Domizio Iacobucci abbia negata obbedienza, e/rispetto a Superiori, se abbia giocato, ballato ( è stato corretto n.d.r. ), osiasi mascherato con/scandalo, inquietati li Religiosi: Se abbia commesso furto di grano/con chiave adultera nel granajo del Convento: Se abbia con mi=/naccie costretto l’attuale Priore a restituirli del grano dal med.[esim]o/sequestratoli: Se sia Solito a spergiurare il nome di Dio e de/Santi: Se abbia talvolta minacciato di vita il P.[adre] Priore Bona=/ventura, o altre persone: Se abbia prattica scandalosa con/Donne, se asporti arme proibite dixit/Sig.[no]re Per essere circa li soli mesi sei, che mi trovo stanziato nel/Convento di S. Antonio nella Terra di Scurcola posso deponere,/che il Padre Domizio Iacobucci niente fa stima de Superiori, e/delli ordini loro, giache per il più esce, ed entra dal Convento Sen=/za licenza. Hò inteso per altro dire da Religiosi, che il detto/Padre Domizio abbia tolto furtivamente dal granajo del Con=/vento quantità di grano, a me per altro nulla costa, molto meno/il fatto del grano, che sul finire d’Aprile occorse, e propriamente/quando alcuni PP.[Padri] sequestrano di notte certo grano, per essere/stato in quel tempo fuori di Convento al mio Paese.=/In quanto alle minaccie fatte al R.[everendo] P.[adre] Priore Bonaventura Con=/tinenza posso deponere, che trovandomi li sei di Maggio a/Refettorio dopo il ringrazio del pranzo, il P.[adre] Domizio andando/con le mani sul volto del ridetto Priore, lo trattò da Ciuccio,/porco, e birbo, e toccandolo alcune volte con la mano su la/Spalla, disseli= Ti hò detto, che tivoglio ammazzare, e ti/ammazzo, ricordatene, e ti ammazzo con altri due, e trà di/tanto Spergiurava il nome Santo di Dio, siccome altre vol=/te l’hò inteso egualmente per piccioli motivi spergiu=/rare. Per le armi posso dire di aver solo veduto al P.[adre] Do/mizio un cortello a guisa di stile, che porta in sacca. Inoltre/hò considerato, che per motivo di detto P.[adre] Iacobucci, di sue

f. 17v

bravure, minaccie, e vita poco conforme, anzi niente allo[…]/di Religione, li PP.[Padri] del Convento siano continuamente agi[…]/e sconvolti, chè quanto per la verità/Della prattica scandalosa, gioco, ballo, mascarate dixit nescire/Int.[errogatu]s de Caus scientie dixit ut supra/Int.[errogatu]s de Contestibus Dixit/Il deposto da me si puol deponere da ogni altro Religioso/del Convento, et ita/+ Signum Crucis=/Io.[annes] B.[apista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 18r

Exodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuir F.[rater] Fidelis Colucci Laicus Professus annorum/septuaginta trium, ut dixit, testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso circa l’inobedienza, che il R.[everendo] P.[adre] Domizio/Iacobucci usa verso li Superiori, come anche de giochi Secola=/ri, mascherate, balli, banchetti di giorno e notte, del disturbo/de Religiosi, del furto del grano commesso con chiave adul=/tera nel granajo del Convento, del grano, che ridomandò/dal Priore con minaccie, e violenza, delli spergiuri contro/Dio, ed i Santi, delle minaccie fatte contro la vita dello/stesso P.[adre] Priore Bonaventura Continenza; ed altre perso=/ne della prattica scandalosa con donne, ed asportazio=/ne di armi proibite. Dixit./Sig.[no]re il P.[adre] Domizio Iacobucci da me, come seco stanziante, si è Sempre/riconosciuto per un Padre inobedientissimo, e sprezzatore de/Superiori, tantoche oltre di chiedere a medesimi rarissime volte/licenza nel uscire, mi ricordo che un giorno da circa due/anni litigando il d.[ett]o Domizio con un nostro Terziario detto/Gennaro Romano, fù ripreso dal exp[rovincia]le Talone allora Prio=/re, ed il Iacobucci seppe minacciare al d.[ett]o Priore di farli/cadere a piedi il Terziario. Alla temeraria replica, ordinò/il Priore al Domizio di ritirarsi in Camera, ed Egli tosto/sortì dal Convento, senza far caso menomo del d.[ett]o ordine. Il/che tutto accadde alla mia presenza. Hò inteso anche/dire da molti, che il d.[ett]o P.[adre] Domizio sia uscito moltissime/volte dal Convento di notte, e sia andato cantando per la/Scurcola, come anche ballando, che siasi mascherato in comi=/tiva di giorno, specialmente circa due anni sono di carneva=/le, ed hò parimenti inteso dire pubblicamente, che il med.[esim]o/abbia giocato a cascio con secolare scandalo, e qualche/rissa, almeno di furiose parole, e minaccie. So peraltro/per esserci stato presente nel Convento, che ave sempre/mantenuti li Religiosi inquieti, giacche per ogni picciolo

f. 18v

motivo continuamente si altera, minaccia, e porte in[…]/piglio la pace;E specialmente mi ricordo, che nel giorno […]/Pentecoste dello scorso anno avendo io risaputo, che il Iaco[bucci]/era andato a fare un banchetto in Campagna con due mi[e]/Nipoti, ebbi la carità di avvertirlo, che non conveniva all’ono=/re di un Religioso, ed Egli mi minacciò, con tanta furia, di vita/che dovei per timore tacere, e questo alla presenza di Fr.[a]/Giuseppe Ranalli, allora Coco del Convento. Di più li continui/riclami di parole per le Satire fatte dal Iacobucci anno an=/che turbati li animi de Religiosi: Dalla bocca dello stesso/Domizio intesi, ch’Egli aveva Satiriggiato il P.[adre] Ricotti Conven=/tuale, e Predicatore attuale di Scurcola, ed un altro nostro/Padre d]e]lla Provincia Romana: Si è anche fatto lecito scrive=/re una lettera infamante ad una certa Benedetta Fabii/Rossi di Scurcola, da cui ne nacque un indifferente disturbo./Riguardo alfurto posso semplicemente dire, che lò inteso da/molti, de quali non saprei ricordarmi, che il P.[adre] Domizio abbia/tolte varie quantità di grano dal granajo d[e]l Convento; Io solo/lo viddi circa il Mese di Novembre venire dal granajo con/un saccoccio di circa una coppetta, ed intesi dal Conciatore/Carlo Romano, che in quel giorno vi era stato trè volte a pren=/dere la stessa quantità. Vidi ancora sul fine di Aprile che/il Domizio con Angelo Nuccetelli carica un sacco pieno/di grano, e lo trasportarono nella Scurcola, e riseppi in/appresso, che quel grano era stato sequestrato la Sera dal/Priore dal Priore (sic), e da altro PP.[Padri] e che la mattina a forza/di minaccie, e con un bastone alla mano, in cui era lo stocco/aveva il Padre Domizio prima forzata la porta, e quindi/costretto il Priore ad aprirli per riprendere il grano ivi/chiuso. Vidi ancora, che il P.[adre] Guglielmo Rossi prendeva/da quel Sacco una mostra di grano, ma non so il perche;/Oltre di ciò posso asserire, per averlo moltisime volte/ascoltato, che per ogni menoma causa spergiurare il nome/

f. 19r

Santo di Dio, specialmente nella collera; ed hò inteso, che[…]/continuamente armato di Stile, e di uno stocco nel bastone./Finalmente in quanto alle minaccie fatte contro la vita dell’/attuale Priore, posso deponere, che intesi dalli Religiosi, come/il Domizio minacciò il Sudetto di buttarlo nella cisterna, e di ammaz=/zarlo a motivo di un Coco vecchio: Viddi per altro, ed intesi/con le mie orecchie sotto li sei di questo Corrente Maggio, quan=/do il Iacobucci, dopo il ringrazio del pranzo villaneggiò il P.[adre] Prio=/re, chiamandolo porco, birbo, ignorante, ed anche ando li furiosa=/mente con le mani sul volto, anche toccandolo per ben/trè volte con la mano alla Spalla disse= Ti hò detto, che/ti voglio ammazzare, e ti ammazzo, ricordatene,= e poi Sogiunse/e ti ammazzo con due altri. Hò inteso benanche, che un nostro/Garzone se ne andasse ultimamente per essere stato con un/legno alla mano minacciato dal P.[adre] Domizio. In quanto alle/prattiche di cui sono stato richiesto altro non posso dire/se non di aver inteso qualchuno parlarne con svantaggio,/e di ponere per la eccedente continuazione di alcune visite/niente necessarie, o apparentemente di convenienza, ed è/quanto/Int.[errogatu]s de Causa scientie= Dixit ut supra/Int.[errogatu]s de Contestibus/Dixit. Il deposto da me, si puol deponere dalli altri religiosi,/e dalle persone da me nominate/Io Fedele Colucci Deponco come Sopra/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 19 v

foglio lasciatoin bianco (n.d.r.)

f. 20r

Joannes Franciscus Can.[oni]cus Cambise Vic.[ari]us Cap[itual]ris Marsorum/Joannes Bap[tist]a Can[oni]cusCardone Deleg.[atu]s/[…]

f. 20v

 […] Datu[s] Cappel-/lis die 21 m.[ensi]s Maii 1795/T.E.S./

Convento di S. Antonio di Scurcola= Joannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s

F.[ra] Giuseppe Ranalli.

Scurcola=

Basile Falcone.

Nicolò Valente.

Angelo Nuccetelli.                                                                                                   Urbanus de Angelis Scriba

Domenico Falcone.

Genuario Romano.

M[astro] Giuseppe Colucci.

Niccolò Palma.                                                                                     Die vigesima prima Mensis Maii 1795

Pier Luigi Ruberti.

Dom.[eni]co Antonio Mastrocasa.                                         Liberatus Leonio Cursor assunmptus retulit

Francesco Rossi.                                                                   mihi notificasse suprad.[ict]os modo, et forma

Cesile Nuccetelli.                                                                                                          ut supra in fidem

Pasquale Falcone.

Lorenzo di Gasbarro

Macario Falcone.                                                                        = Joannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s

Francesco Falcone.

Filippa Fabii.

Domenica Rotondi.

Rosciolo=

Romulo Romuli.

f. 21r

Die vigesima prima Mensis maii 1795( Cappellis/Examinatus fuit Antonius di Gasbarro T[er]re Scurcule annorum, ut/dixit sexaginta, Pastor ovium, testis, citatus, relatus/In.[terrogatu]s Se sappia esso testimonio, che il P.]adre] Domizio Iacobucci sia ino=/bediente, a Superiori del Convento,se giochi, resti fuori di Convento/di Notte, Siasi mascherato, abbia ballato, ed andato cantando in/comitiva de Secolari, se tenga inquieti li Religiosi, se abbia/con chiave falsa rubbato nel granajo del Convento, se abbia/ripreso qualche Sacco di grano con minaccie dal P.[adre] Priore attuale/se sia solito a spergiurare, se abbia mai minacciato il/detto P.[adre] Priore di vita, o altri, se porti armi proibite, abbia/prattica scandalosa dixit/Sig.[no]re Per essere moltissimi anni, che io servo da Pecoraro li PP.[Padri] di S./Ant.[oni]o in molte occasioni hò veduto, che il P.[adre] Domizio, poco ubi=/disce li Superiori, anzi li disprezza, e li risponde con arroganza,/tanto vero, che ultimamente riportando io il latte in convento,/in atto, che per ordine del Coco spumavo la pila del Cepo, ed/era ivi il P.[adre] Priore, si fece a d.[ett]o Priore inanti il P.[adre] Domizio,/e con atto temerario disseli vallanie, e finalmente, che lo/voleva buttare nella Cisterna. Ho inteso poi pubblicamente/da tutti, che sia andato giocando in Magliano, nel Corvaro,/ed abbia anche giocato nella Scurcola con Secolari a cascio;/Non altro a me costa, che una notte lo vidi uscire afferajo=/lato con un Cappello appuntato, e con la Cuccarda, e meco lo vide/Domenico Forte altro Garzone, e trattenutosi per circa un ora/fuori di Convento lò viddi tornare. Riguardo al furto hò inteso,/senza badare da chi, che il P.[adre] Domizio abbia Rubbato nel/granajo del Convento, e specialmente circa il fine di Aprile/viddi un Sacco vicino la dispenza, quale poi venne a caricare/Angelo Nuccetelli, ed intesi ch’era grano preso dal P.[adre] Domi=/zio. Per le minaccie non altro so, che minaccia tutti, sic=/come qualche volta à minacciato anche me, non fa/stima di alcuno, per cui li PP.[Padri] sono agitati, ed inquieti. Circa/le armi hò inteso, che porti uno stocco, osia (è stato corretto n.d.r. ) spadino in un

f. 21v

bastone, ed in quanto alle prattiche a me nulla costa[…]/to per la verità/In.[terrogatu]s de causa scientia dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit lo possono deponere li Religiosi, e li[…]/da me sopra nominati/+ Signum Crucis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 22r

Eodem retroscripto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Forte Agricola, T[er]re Curcumelli an=/norum, ut dixit, quadraginta quinque cir[cite]r testis citatus, rela=/tus/In.[terrogat]us che Sappia Esso dell’inobedienza che il P.[adre] Domizio Iacobuc=/ci usa con suoi Superiori, del gioco, ballo, mascherate, e del ri=/manere, che fa fuori di Convento la notte: Del furto con chia=/ve falsa nel granajo del Convento di S. Ant.[oni]o della violenta/ricuperazione di una Salma di grano sequestrata dal P.[adre] Pri=/ore, e da altri PP.[Padri] de spergiuri, che proferisce, delle armi/proibite, che asporta, delle prattiche scandalose, che/tiene, e delle minaccie di vita contro il detto P.[adre] Priore, ed/altri, finalmente d[e]ll’inquietezza, in cui tiene li Religiosi/Dixit/Sig.[no]re Pochi giorni dopo la passata Fiera di S.[anta] Croce si fecero circa/li mesi undici, che io stavo in qualità di Garzone presso li PP.[Padri]/di S. Antonio di Scurcola, e siccome io rare volte ero in Convento,/e trattavo li Religiosi, perciò niente so dell’inobedienza a Supe=/riori d[e]l P.[adre] Domizio Iacobucci, niente mi costa delle mascherate,/ballo o canto, che abbia potuto fare fuori di Commento(sic), e du=/bito, se una notte sola lo vedessi uscire, in atto ero con Ant.[oni]o-/di Gasbarro. Nulla mi costa delle armi proibite, e delle/prattiche di Donne. Solo posso deponere di averlo inteso/qualche volta spergiurare il nome Santo di Dio. In quan=/to al furto d[e]l grano circa li ultimi del passato aprile/stavamo cenando circa un ora passata di notte con Dome=/nico Falcone, e Lorenzo di Gasbarro nel solito loco del Conven=/to, quando venne a trovarci il P.[adre] Domizio, il quale si chia=/mo Dom.[eni]co Falcone, e lo mandò via, e poi chiamò da parte/ Lorenzo di Gasbarro, parlò con il medesimo, e parti, usciti noi/per andare alla Stalla, domandai a Lorenzo sud.[ett]o, cosa li

f. 22v

avesse d.[ett]o il P.[adre] Domizio; Ed il Lorenzo mi disse che avev[a]/comandato di ajutare a caricare una Salma di grano, che[…]/reva fuori la stalla verso la Calcara, quando veniva Ang[e]/lo Nuccetelli. In fatti circa le due venne il Nuccetelli, ed[…]/che lo viddi per primo gl’insegnai il grano, ajutai a votare/due mezzi sacchi, in cui si trovava, ed reponerlo nel Sacco/del Nuccetelli, e quando legavo questo sacco giunse il Lorenzo/Sud.[ett]o ed unitamente lo caricassimo ad una Somara, quello/partì, e noi ci ritirassimo nella Stalla. Intesi publicam.[ent]e il/giorno appresso, che li PP.[Padri] avevano sequestrato il detto grano, e/che il P.[adre] Domizio, con minaccie lo aveva fatto ricaricare dal/Priore. Io posso solo dire, che stanto, tornato dalla Selva a/mangiare col rid.[ett]o Lorenzo, venne a trovarci ilP.[adre] Domizio,/rimproverandoci, che avevamo fatto la spia al P.[adre] Priore: S’/incontrò il detto Priore, quale per togliere forse qualche/lite; disse al Domizio, che non erano stati noi la Spia,/ma che Esso lo aveva veduto: Rispose allora il P.[adre] Domizio,/Se ti vedevo io questa notte non dormivi a Letto. Quindi/trè giorni dopo la cennata Fiera falciavo la ferragine vicino/al convento, e P.[adre] Domizio tornava da fuori; appena mi vidde,/dissemi qua stai tù se non te ne vai di rompo le ossa, ris=/posi, che se mi dava licenza il Priore sarei partito, allora/mi replicò, che Priore, son io Priore, e commando; Poco più/tardi nuovamente dentro al Convento venne a minacciarmi/con un bastone alla mano, onde io per togliere l’occasione di/male domandai il conto dal P.[adre] E[x]p[rovincia]le Talone, quale non volle far/melo, e mi partii la mattina.La Sera seguente tornai pel conto,/quale mi fù fatto, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s de causa scientie dixit ut supra/Int.[errogatu]s De Contesibus/Il detto da me si puol deponere dalli Sopranominati/+ Signum Crucis       J.[annes] B.[aptista] Cardone Del.[egatu]s

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Examinatus fuit Franciscus Rossi Terre Scurcule Agricola an=/norum, ut dixit, quadraginta quatuor testis citatus/relatus/In.[terrogatu]s Che sappia del Furto del grano commesso dal P.[adre] Domizio Iacobucci/nel granajo di S. Ant.[oni]o di Scurcola delle vendite fatte di detto grano/dal Medesimo Iacobucci, a chi. In che quantità, e dove Dixit/Sig:[no]re Sul furto di cui V.[ostra] S.[ignoria] mi domanda a me non costa menoma=/mente, e siccome abito fuori della Terra, perciò non ho/motivo neppure di avere notizie da altri, e per la verità/+ Signum Crucis

f.23v

foglio lasciato in bianco (n.d.r.)

f. 24r

Eodem retroscripto die, et anno= Cappellis/Examinauts fuit Cesilis Nuccetelli Terre Scurcule Pistor etatis an=/norum, ut dixit, vigintiquinque circiter, testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Cosa sappia esso Testimonio del furto di grano commesso dal/P.[adre] Domizio Iacobucci nel granajo del Convento di S. Ant.[oni]o di Scur=/cola, delle vendite fattane a chi, quando, dove, de prezzi pagati,/e se mai Esso ne abbia preso, riceuto, pagato Dixit./Sig:[no]re in un giorno della passata Quaresima venne a trovarmi ilP.[adre]/Domizio, e mi offrì una Salma di grano presentandomene la/mostra, convenni di pagarglelo carlini cinquantotto, e li diedi/porzione d[e]l denaro. La Sera poi d[e]l d.[ett]p giorno circa un ora di/notte venne a portarmi con una Somara la detta salma di gra=/no Basile Falcone, ed io in appresso pagai il resto al d.[ett]o P.[adre] Do=/mizio. Circa poi il fine del passato Aprile il sud.[ett]o Padre Do=/mizio venne ad offrirmi altra Salma di grano, mi presentò la/mostra, e convenessimo per carlini sessantasei, e come che disse/il Domizio, che li serviva il denaro, li diedi carlini sessanta cin=/que, e mi soggiunse, che avessi mandato pel giorno in casa di/Angelo Nuccetelli; Infatti vi mandai mio F[rat]ello Gervasio(è stato corretto n.d.a.) Nuc=/cetelli, perche aveva dalla Corte auto ordine non amo=/verlo. M’inquietai sul dubbio di perdere il denaro, perciò/la mattina sequente parlai col P.[adre] Domizio, il quale mi disse/fossi pur andato a caricare il grano, onde vi andiedi con/la mia Somara, e prendendolo dalla Casa di Angelo Nucci=/telli lo trasferii nel mio Forno di affitto, e siccome nella misu=/ra era mancante, perciò non volli dare l’altro carlino./Posso anche deponere, che pochi giorni prima della fiera/di S. Croce Angelo Nuccetelli mi offerì salme trè di grano,/mi fece vedere la mostra, ed io li patteggiai per carli=/ni sessantacinque la Salma, e cosi rimanessimo di accordo;

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mi disse di più, che il denaro li Serviva per comprare[…]/non so che stanza. Assicurato di questo grano io volevo[…]/derlo per panizzarlo in occasione di S. Croce, ma domanda=/telo all’Angelo Nuccetelli, questo o non volesse darmelo per/timore, e che veramente D. Marco avanzando da Lui lo ave=/va voluto. Io lo chiamai avanti al Sig.[no]r Giudice, il quale/mi diede ragione, ma per riguardo del Sig:[no]r D. Marco cen=/nato non diedi altro passo./+ Signum Crucis    J.[oannes B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f.  25r

Eodem retroscripto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Pascalis Falcone Terre Scurcule Agricola annorum/ut dixit quinquaginta septem circiter, testis citatus, ac/relatus/In.[terrogatu]s che sappia esso del furto de]l grano commesso dal P.[adre] Domizio Iaco=/bucci nel granajo d[e]l Convento di S. Antonio di Scurcola,delle ven=/dite fatte d[e]l grano, dove, a chi, ed in che tempo Dixit/Sig.[no]re Sul fine del passato Aprile in atto, che erano con Basile Fal=/cone mio nipote Zappando nella Vigna, intesi dal medesimo,/che Angelo Nuccetelli una Sera innanti aveva caricata una/Salma di grano sul Colle vicino le Stalle de PP.[Padri] di S. Antonio,/e che la d.[ett]a Salma era Stata ripresa da PP.[adri] di S. Antonio da esso/Nuccetelli, finalmente, che la mattina era Stata restituita/a P.[adre] Domizio, come robba di d.[ett]o P.[adre]-Oltre ciò posso depo=/nere, che essendomi stato una volta domandato il Caval=/lo da P.[dre] Domizio per andar fuori, io glelo promisi, e siccome/hò varie volte dato questo commodo al medesimo Padre/non ricordo precisamente ne il giorno, ne il Mese, quando fù;/ma la verità si è, che in atto la mattima, dopo la cennata/domanda del Cavallo, io lo portai al P.[adre] Domizio, perche se ne/servisse, prendessimo unitamente la strada maestra del=/la Scurcola, egiunti avanti al forno publico il P.[adre] Domizio/entrò in esso, e misurò una Salma di grano a Dom.[eni]co Nuc=/cetelli Fornaro, alla presenza ancora di Nicolò Valente,/dopo la misura, il P.[adre] Domizio quindi si ricevè circa carli=/ni quaranta, dal d.[ett]o Dom.[eni]co, e partissimo dal forno. Se per=/altro detta Salma di grano fusse, o nò rubbata dal gra=/no de P.P.[Padri] di S. Antonio a me nulla costa, che per la/verità/In.[terrogatu]s de causa scienti. Dixit ut supra/In.[terrogatu]s de Contesitbus. Dixit= Si puolo deponere da Sud.[ett]i Nicolò/Valente, Dom.[eni]co Nuccetelli e Basile Falcone et ita/+ Signum Crucis   J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

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foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 26r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Carolus Romanus Terre Scurcule Vir Agricola/annorum ut dixit quinquaginta octo circi[ter] testis citatus, re[latus]/In.[terrogatu]s Cosa sappia esso testimonio del furto del grano commesso/da P.[adre] Domizio Iacobucci nel granajo del Convento di S. An=/tonio di Scurcola. Dixit/Sig:[mo]re Niente mi costa intorno a questo furto, e non altro/posso deponere a conciare il grano per molti giorni presso quei/PP.[Padri], il P.[adre] Domizio varie volte entrò nel granajo, ove/non so, che facesse, perche io conciavo di fuori, e nel uscire/in ciascuna volta osservai, che sotto l’abito portava qualche/quantitativo, ma non so se di grano, o di gioglio, qual quanti=/tativo, poteva essere di una coppetta in circa, che per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie Dixit ut Supra/In.[etrrogatu]s de Contestibus dixit/Quello io hò deposto lo può dire il Laico Fedele Colucci, che/lo vide con me, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 26v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 27r

Eodem Retroscripto die, et anno= Cappellis/Angelus Nuccetelli T[er]re Scurcule Vir Agricola annorum, ut/dixit quadraginta quinque circi[ter] Testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso Costituto del furto del grano commesso nel/v.[enerabil]e Convento di S. Antonio di Scurcola dal R.[everendo] P.[adre] Domizio Iacobuc=/ci Dixit=/Sig.[no]re Di questo furto di grano a me nulla costa, e posso unica=/mente deponere, che circa la fine del passato Aprile,/trovandomi in qualche strettezza, domandai dal P.[adre] Domi=/zio in prestito docati quattro, e questo mi disse, che se non/vendeva una Salma di grano, che aveva comprata, non/poteva favorirmi. La sera poi circa un ora di notte fui/chiamato da Dom.[eni]co Falcone, che serve li P.P.[Padri] di S. Antonio,/e mi disse per parte di P.[adre] Domizio, che fossi andato a cari=/care il grano. Presi la Somara, e portatomi nel Convento,/non sapevo dove fosse il grano per caricarlo, e fattosi avanti/Domenico Forte Garzone de PP.[Padri] medesimi, questo me lo mostrò/in due sacchi vicino le strade del Convento a piedi  una rupe; Sicche votati quelli due sacchi, che ne avevano circa/mezza salma per ciascuno, tutto lo posi nel Sacco mio, ed aju=/tato a caricare dal Forte, m’inviai verso la Scurcola,/lasciando li due Sacchi al Garzone nominato. Giunto alla/porta del Convento mi si fecero avanti il P.[adre] Priore, il/P.[adre] Exp[rovincia]le Talone, e F.[ra] Ludovico, quali mi domandarono di/chi era quel grano, ed io li risposi, ch’era del P.[adre] Domizio,/Mi dissero di portarlo dentro al Convento, ed io subito lui/ubidii, scaricandolo, e riponendolo in una loro Stanza a/pian terreno; e quindi me ne tornai con la Somara nella/Scurcola. La mattina seguente fù da me P.[adre] Domizio,/a cui narrai tutto il seguito, e nell’atto Stesso ( è stato corretto n.d.r. ) il d.[ett]o P.[adre] dis=/semi, che avendo il Priore appurato, che il grano era/suo, glelo aveva restituito, onde fossi andato a ricari=/

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carlo; Infatti vi andiedi, e trovato il Sacco fuori della st[anza]/dove era stato chiuso, lo presi, e lo trasportai in Casa m[ia]/La Sera poi dello stesso giorno ricevei su le ore venti-/quattro un ordine dalla Corte di non toccare il grano,/e poco dopo dell’ordine venne il Fornaro di Scurcola a chieder=/melo, ed io non volli darcelo. La Mattina sequente tornò il/P.[adre] Domizio per prendersi il grano di Persona, ed io neppure/volli consegnarcelo; perciò volle il Domizio portarmi nella Corte,/siccome ci andiedi, ed il Governatore a voce dissemi, che/gli avessi restituita la Salma d[e]l grano, giacch’era ap=/punto una Salma; Allora non ebbi difficoltà di riconse=/gnare il grano, di cui il P.[adre] Domizio ne fece vendita al/cennato Fornaro per il prezzo di carlini sessanta Sei ( è stato corretto n.d.r. ), e lo/venne a caricare in Casa mia con la Somara Cesile Nuccetelli,/che’ il Fornaro Sudetto, che per la verità/In.[terrogatu]s de Causa Scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit/Il deposto da me si puol deponere dalli da me nomi=/nati nella deposizione, et ita/+ Signum Crucis/ J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 28r

Eodem retroscripto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Laicus Professus Joseph Ranalli Sulmonensis/annorum, ut dixit, viginti novem circiter testis cita=tus relatu[s]/In.[terrogatu]s Che Sappia esso testimonio dell’inobedienza a Suoi Superiori/del P.[adre] Domizio Iacobucci, delle Minaccie contro gl’Individui/Religiosi, asportazioni di Armi, spergiuri Dixit/Sig:[no]re Io hò conosciuto il P.[adre] Domizio Iacobucci per Soli undici mesi/in circa, tempo in cui sono stato stanziato unitamente/con Lui nel Convento di S. Ant.[oni]o di Scurcola, e Siccome in/detto Convento io attendevo a far la Cucina, perciò non hò/auto motivo di osservare minutamente gli andamenti/del d.[ett]o Padre. Posso solo per verità deponere, che circa/il giorno delle Pentecoste del passato anno entrò in Cucina/il P.[adre] Domizio, ed essendo ivi F.[ra] Fedele Colucci altro Laico,/la prese col medesimo con parole, ed atti temerarii, ed im=/proprii senza che il detto Laico rispondesse una sola paro=/la, anzi partito il Domizio, domandai a F.[ra] Fedele Sudetto,/perche P.[adre] Domizio lo avesse cosi trattato, nulla volle/dirmi; Circa l’altro niente mi costa e per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus Dixit- Il detto da me Si puol deponere/dal d.[ett]o Laico, et ita/Io Fra Giuseppe Ranalli ò deposto come sopra/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 28v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 29r

Die vigesima secunda mensis Maii 1795= Cappellis/Examinatus fuit Laurentius di Gasbarro T[er]re Scurcule Agricola an=/norum, ut dixit, trigintasex circ[iter] testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che Sappia Egli del furto del grano commesso dal P.[adre] Domizio Iaco=/bucci nel granajo di S. Antonio di Scurcola, delle vendite fatte di/detto grano, dove, a chi, quando Dixit/Sig:[no]re Di quanto V.[ostra] S.[ignoria] mi domanda posso deponere, come circa l’ultimo/tempo di Aprile cenavo da P.P.[Padri] di S. Ant.[oni]o come Garzone con Dom.[eni]co/Forte, e Dom.[emi]co Falcone, quando venne a trovarci il P.[adre] Domizio, quale/chiamò a se d.[ett]o Falcone, e lo mandò via, dopo alcune parole, poscia/chiamato me stesso, dissemi, che tenendo una Salma di grano fuori le Stalle, avessi ajutato a caricare Angelo Nuccetelli, quando/veniva per prenderlo; promisi di farlo, ma siccome ebbi/altre incombenze, non mi portai Subito dove stava il grano,/bensi chiamato dal Priore, mi ordinò, che fossi andato a prendere/la mostra di quel grano; Immediatamente andiedi, e presa la/mostra, vidi, che il grano si caricava da Angelo Nuccetelli, e Do=/m.[eni]co Forte; tornai con la mostra dentro d[e]l Convento, ed ebbi/altr’ordine dallo stesso Priore, di sorprendere l’Angelo Nucce/telli col grano, e di portarlo in Conv.[ent]o. Infatti uscito fuori, ed/incontrato l’Angelo con una Somara carica, li dissi che il grano/doveva portarsi dentro al Con.[ven]to, e ciò innanti al d.[ett]o Priore,/L’Exp[rovincia]le Talone, e F.[ra] Ludovico. Introdotto il grano, si scaricò,/Ed io Con Angelo Nuccetelli lo ponessimo nella dispenza del/pane d[e]l Convento. Il giorno seguente stando io a pranza=/re col d.[ett]o Domenico, venne il P.[adre] Domizio a lagnarsi con Noi,/quasi avessimo fatta la spia al Priore, ed incontrato il Prio=/re med.[esim]o rispose, che non già da Noi aveva riceuta la notizia,/bensi Egli lo aveva osservato: Ed allora il Domizio disse/al Priore, se ti vedevo io questa notte non dormivi a letto.

f. 29v

Mi ricordo ancora, che dopo la passata Pasqua di resu[rre=]/zione fui chiamato dal P.[adre] Domizio, quale circa mezz’ora d[i]/notte mi fece prendere dalla Sua Camera circa mezza Salma/di Robba in una Sacchetta, e me la fece portare su la Terra,/dove oggi il Sig.[no]r Giuseppe Ottaviani tiene Seminato l’orzo, e dis=/semi, che doveva venire a prenderla Basile Falcone/per portarla in Casa di Biagio Urbani, e siccome la lasciai/nel d.[ett]o Sito, e me ne tornai in Conv.[ent]o, un poco dopo uscito dinovo,/viddi il Basile, che una con P.[adre] Domizio avevano carica=/ta la Sacchetta, ed il Basile andava via, che per la ve=/rità/In.[terrogatu]s de Causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit/Il detto da me si puol deponere da Do.[meni]co Forte, Dom.[eni]co/Falcone, ed altri nominati, et ita/- (sic) Signum Cruicis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f.30r

Eodem retroscripto die, et anno- Cappellis/Examinatus fuit Macarius Falcone Terre Scurcule agricola an=/norum, ut dixit triginta circi[ter] testis citatus, ac rela=/tus/In:[terrogatu]s Che Sappia esso del furto d[e]l grano commesso dal P.[adre] Domizio/Iacobucci nel granajo del Convento di S. Antonio, delle vendite fatte/dello stesso grano dove, quando, a chi Dixit/Sig:[nor]e Circa di quanto sono richiesto posso deponere, che circa la/Settimana dopo Pasqua, tornando io dal lavoro della mia/vigna, e passando innanti a S. Ant.[oni]o di Scurcola, incontrai il P.[adre]/Domizio Iacobucci, unitamente a Lorenzo Garzone del Conv.[en]to/di d.[ett]o S. Antonio, ed il P.[adre] Domizio portava in mano alcune/lettere. Essendo io stato veduto dalli due cennati, ed/avendo io salutato il P.[adre] Domizio, mi disse= Macario, se rincon=/tri Basile Falcone digli, che facci presto a venire, perche/devo consegnarli alcune lettere. Ii volevo dirli, date a me/le lettere, che gle le consegnerò, ma poi riflettei, che facevo/male a cercare i fatti di altri, seguitai il Cammino, non/incontrai il Basile, non lo vidi, e perciò non feci altro/caso, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scie[ntie] dixit ut supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit la puol deponere Lorenzo Sud[ett]o/+ Signum Crucis/J[oannes] B[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 30v

foglio lasciato in bianco (n.d.r.)

f. 31r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Franciscus Falcone T[er]re Scurcule/annorum, ut dixit, circi[ter] viginti sex testis, citatus, rela=/tus/In.[terrogatu]s Che sappia esso del furto d[e]l grano commesso dal P.[adre] Domi=/zio Iaocbucci nel granajo d[e]l Conv.[ent]o di S. Ant.[oni]o di Scurcola, e dalle/vendite fattene dal medesimo, dove, a chi, quando Dixit/Sig:[no]re Dixit Nescire/+ Signum Cruci (sic)

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foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 32r

Die eodem retroscripto, et anno=Cappellis/Examinatus fuit Basilis Falcone T[er]re Scurcule Agricola annorum,/ut dixit circi[ter] viginti unius, citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia Esso Testimonio circa il furto, che il P.[adre] Domizio Ia=/cobucci à commesso di grano nel granajo del Convento di S. Ant.[oni]o/di Scurcola, del grano,  che aveva in Camera, e portò nella Stalla/di Giuseppe Falcone dixit/Sig.[no]re In un giorno di Giovedì poco ( è stato corretto n.d.r. )prima la passata fiera di S.[anta] Croce/circa le ore tredici mi portai dal P.[adre] Domizio Iacobucci, per es=/sermi stato detto, non ricordo da chi, che il medesimo mi voleva,/e giunto in Camera, trovai mezza Salma di grano, quale, per/ordine di detto Padre, portai con una Somara al mercato di/Tagliacozzo, partendo dal Convento circa le ore tredici. Giunto/in Tagliacozzo vendei detto grano e ritrassi circa carlini/trentaquattro, quali nel mio ritorno consegnai al P.[adre] Domi=/zio. Posso anche deponere, che circa la Domenica in Al=/bis passata fui anche fatto chiamare, non ricordo da chi, dal/Sudetto P.[adre] Domizio, quale mi ordinò, che gli avessi portata/mezza Salma di robba in casa di Pietrant.[oni]o Urbani di Scurco=/la. Infatti circa la mezz’ora di notte, su la terra dove/tiene seminato l’orzo il Sig:[nor]e Giuseppe Ottaviani caricai la/detta mezza Salma, che non adai, che fusse, ma ero certo/di vettovaglie, e la portai in Casa Urbani, dove fù ri=/ceuta da Pietrant.[oni]o Urbani. Inoltre circa la Fiera di S. Cro=/ce, e forse prima, che non ricordo, fui chiamato dal P.[adre] Domizio,/il quale circa mezz’ora di notte mi diede Salma mezza di/grano, quale mi disse, che lo avessi portato da Biagio Urbani,/ed io lo caricai su l’asina fattomi dare da Domenicant.[oni]o Mastro Cesare, e portavo il grano dal detto Urbani, quando l’/incontrai disse di non volerlo, ed io lo scarica avanti la casa mia,/ed andato a riferirlo al P.[adre] Domizio, mi disse, lo avessi por=/

f. 32v

tato al Fornaro. Infatti la mattina, lo portai la forno, e/lo consegnai a Cesile, avanti Gervasio Nuccetelli, e partii./Pochi giorni di divario passarono, e dal P.[adre] Domizio mi fu=/rono date nella sua Camera d[e]l Con.[vent]o altre coppette/otto di grano, e non ricordo l’ora, quali per ordine del/medesimo portai ancora al Fornaro, e lo consegnai a Ce=/sile Nuccetelli, presente Gervasio Nuccetelli di Lui/F[rat]ello ed è quanto per la verità/In.[terrogat]us De Causa scientie Dixit ut Supra/In.[terrogat[us De Contestibus- Dixit Lo puol deponere chi di Sopra/ò cennato/+ Signum Crucis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 33r

Eodem die retroscripto, et anno Cappellis/Examinatus fuit Nicolaus Valente T[er]re Scurcule Agricola annorum/ut dixit, viginti septem testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia Esso Testimonio delle Mascherate, balli, canto di notte/per la Scurcola fatto dal P.[adre] Domizio Iacobucci, e del furto da Lui/commesso nel granajo del Convento di S. Ant.[oni]o di detta Terra dixit/Sig:[no]re Su quello, che V.[ostra] S.[ignoria] mi domanda posso asserire, che nel Carnevale/del 1794 il P.[adre] Domizio fù invitato a certe Nozze, che si facevano/in Casa di Modesto ( è stato corretto n.d.r. ) Bontempi nella Scurcula, come da Lui intesi,/e siccome io andava cantando per la Terra entrai in Casa di/detto Bontempi, ove mi trattenni per circa unora, e niente/osservai di ballo nel P.[adre] Domizio, uscito fuori, dopo altro tempo/mi ritirai in Casa mia, ed in questa trovai di novo il rid.[ett]o P.[adre]/Domizio, quale essendosi voluto ritirare in Convento, io lo/raccompagnai al medesimo a notte ben avanzata fino/a mezza strada che passa trà la Scurcola, ed il Con.[vent]o medesi=/mo. Altro di questo a me non costa Sù tal particolare./In quanto al furto, altro non posso dire, che una mattina/di cui non ricordo affatto il tempo, avevo caricato per la/mola, ed inviato il mio F[rat]ello per Tagliacozzo, quando io/entrai nella Forno publico, dove trovai Pasquale Falcone,/e Domenico Nuccetelli, con P.[adre] Domizio, e viddi, che Dom.[eni]co/Sudetto contava certo denaro al d.[ett]o P.[adre] Domizio, e da questo/stesso Padre intesi che quel denaro lo aveva riceuto per/certo grano venduto al Domenico medesimo. Dopo di ciò/io dissi ad un P.[adre] di S. Ant.[oni]o questo fatto, ma non rammento, a chi. Mi ricordo ancora, che fuori del forno stava un Cavallo/con la Sella. Or Sebene io abbia tanto veduto, con tutto ciò/io non posso asserire il quantitativo del grano, e che fusse/questo Rubbato e per la verita/In.[terrogatu]s de Causa Scie[ntie] dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Il D.[ett]o da me si puol depone dalli Sopra/nominati/+Signum Crucis     J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 33v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 34r

Die Vigesima sexta Mensis Maii 1795= Cappellis/Examinatus fuit Romulus Romuli Clavicularius degens in Terra Ro=/seoli, annorum, ut dixit, quinquaginta sex, testis citatus rela=/tus, ac cum juramento sicut=/In.[terrogatu]s Se Esso Testimonio abbia fatta qualche Serratura al Covento di/S. Antonio di Scurcola, come, perche, e se abbia notizia di qualche/chiave falsificata a danno dello stesso Convento. Dixit=/Sig:[no]re Circa li ultimi giorni del passato Aprile da un Laico di S. Ant.[oni]o/di Scurcola fui chiamato in Rosciolo, perche portasse al Suo Conven=/to delle buone Serrature. Portatomi nel d.[ett]o Convento intesi/da molti PP.[Padri], che per un furto di grano nel di Loro granajo,/volevano mutarsi le serrature. Levai perciò dalla porta/del granajo una Serratura vecchia, che restava al disotto, e/la trovai mancante di due scontri, e nello stesso sito vi posi/la mia nova, quindi per curiosità veduta la chiave del peschio/levato, e l’altra di un peschio, che stava nella medesima porta/al disopra, trovai ambedue ordinarie tanto, che facilmente/potevano falsificarsi. Doppo ciò mi portai immediatamente/nella bottega di M.[astro] Loreto Cerrone, per accomodare un Mesta=/lone, e da detto M.[astro] Loreto intesi, che due Giovani circa il passa=/to Carnevale figli, o nipoti di un certo M.[astro] Giovanni, si erano se=/co Lui vantati di aver chiedute trè doppie da un Frate/di S. Antonio, per farli una chiave falsa, di cui erano Stati/richieduti. Mi cadde tosto in pensiere, che questi Giovani/avessero potuto falsificare le chiavi di detto granajo, perche/li medesimi, come dell’arte, anno l’abilità di farlo, ed io/lo so per conoscerli, a motivo, che circa due volte all’an=/no vengono lavorando da queste nostre parti. Oltre di/ciò a PP.[Padri] Sudetti accomodai il peschio levato al granajo,/ e vi feci altri piccioli lavori specialmente per la Serra=/tura d[e]lla dispenza, chè quanto per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie. Dixit ut Supra.

f. 34v

In.[terrogatu]s de Contestibus Dixit/Quanto io hò detto si puol deponere da M.[astro] Loreto Cerrone, e/da PP.[Padri] del cennato Convento, et ita/Io Romolo romoli ò depos:[t]o/J[oannes] B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f. 35r

Die vigesima Septima Mensis Maii 1795= Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Talone T[er]re Scurcule Agricola annorum/quindicim, ut dixit testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso del furto commesso dal P.[adre] Domizio Iacobucci/nel granajo del Convento di S. Antonio di Scurcola, e della chiamata dello stesso Iacobucci/Dixit/Sig.[no]r Io non so niente del furto di cui V.[ostra] S.[ignoria] mi parla, e solo posso/dire su la chiamata di Angelo Nuccetelli; che circa li/ultimi giorni di Aprile passato circa un ora, e più di notte,/stavo io cenando nel solito loco del Con.[ven]to con Dom.[eni]co Forte/e con Lorenzo di Gasbarro, altri due Garzoni del Con.[ven]to, ed in/atto mangiavo venne il P.[adre] Domizio, il quale/mi chiamò da parte, e mi disse=Và nella Scurcola Subito,/e chiama Angelo Nuccetelli, e digli, che adesso venga con/la Somara, ed un Sacco. Immediatamente mi partii,/e portatomi in Casa del d.[ett]o Angelo, li dissi quello, che mi/aveva comandato il P.[adre] Domizio. Il Nuccetelli Subito/prese il Sacco, andò per la Somara, ed unitamente con/Lui ci portassimo nel Con.[vent]to di S. Ant.[oni]o, dove io l’accom=/pagnai, ed essendo io entrato nel Con.[ven]to medesimo, altro non/viddi, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scie[ntie].Dixit ut Supra=/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit. Lo puol deponere Angelo sud.[ett]o/+ Signum Crucis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f.35v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f.36r

Eodem retroscripto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Januarius Romano Terre Scurcule Agricola an=/norum, ut dixit, circiter viginti quatuor testis, cita=/tus, Relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso Testimonio dell’inobedienza del P.[adre] Domizio/Iacobucci verso de Suoi Superiori d[e]l Convento, e del disturbo causa=/to a PP.[adri] stanzianti nel Convento di S. Antonio di Scurcola, dixit ( è stato cancellato n.d.r. ) =/e della prattica con con(sic) Donne, con iscandalo dixit/Sig.[no]re Su quanto mi richiede posso unicamente dire, che io cir=/ca un anno, e mezzo addietro avevo vestito l’abito di S. Ant.[oni]o/di Scurcola in qualità di Terziario, e lo tenni circa nove me=/si, tempo in cui osservai il Padre Domnizio levantino, ed/arrogante con tutti. Tanto vero che un giorno stando io a/mangiare, dopose ( è stato cancellato n.d.r. ) aver Servito a tavola a tutti li P.P.[Padri]/venne a Refettorio il P.[adre] Domizio, e voleva Sapere alcune/Cose le quali a me non erano note. La Sua richiesta/era accompagnata da maniere irregolari, e furiose. Ter=/minato il pranzo, salii in dormitorio, e trovai il P.[adre] Do=/mizio li domandai bonamente, se l’aveva con me, allora/il P.[adre] medesimo si pose meco con maggior sdegno ad altercare,/cosiche venne ripreso dal P.[adre] Priore Exp[rovincia]le Talone, ma il/Domnizio in faccia al Talone minacciò volermi far cadere a/piedi dello stesso Priore. Il Priore allora lo commandò di/ritirarsi in Camera, ed Egli per disprezzo Subito, se ne uscì/dal Convento, ed io per togliere il disturbo mi/tolsi l’abito tornandomene a casa mia. Circa lo Scandalo/mi ricordo, che in giorno del passato mese di Marzo stavo/con Giovanni Panunzj a vancare un Terreno di Fran.[ces]co Colucci,/loco detto la via delle Canapine, quando vedessimo uscir dalla/strada, che dal Conv.[ent]o di S. Ant.[oni]o che port’alla Scurcola circa mezzo-/giorno il P.[adre] Domizio, che con passo affrettato si portò in una/Stalla ritenuta da M.[astro] Giuseppe Colucci sita nel locale Canta=/lupo, la di cui porta era aperta, e lo vedessimo entrare nella/

f. 36v

medesima, chiudere la porta, e restar ivi dentro per lo spazi[o]/di circa un ora, dopo la quale veddi prima aprir la porta/della Stalla, uscire dalla medesima una certa Domenica/Colucci, la quale osservava all’interno, e quindi rientrata/nella Stalla, viddi uscire il P.[adre] Domizio, che camminò all’/insù della Terra di Scurcola, e dopo altro poco uscì la Donna,/ ed andiede via. Noi tratanto giudicassimo, che il Sud.[ett]o P.[adre]/e Donna, non potevano, che operar male, a Solo motivo, che/vedessimo chiusa la porta, ed è quanto a me costa Su tal/particolare. Devo però sogiungere, che nel Carnevale del/1794. Viddi lo stesso P.[adre] Domizio circa le ore quattro di notte,/ballare con Donne nella Casa di Giambattista Valente di/Scurcola, e dopo le ore Sei si ritirò nel Convento, il che io vi=/di per essermi incontrato a girare di Carnevale, siccome è/solito, e per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie.Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit il da me d.[ett]o Si puol deponere da/P.P.[Padri] di S. Ant.[oni]o da Giovanni Panunzj e dalla Famiglia/Valente, e perciò/Io Gennaro Romano ò deposto come Sopra/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 37r

Eodem retro scripto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Joseph Colucci Terre Scurcule Malleato annorum,/ut dixit sexaginta octo, testis citatus, relatu[s]/In.[terrogatu]s Che sappia del furto del P.[adre] Domizio Iacobucci commesso nel gra=/najo di S.Antonio di Scurcola, e della prattica scandalosa, che/il medesimo tiene con varie Donne, per cui se ne mormora in/quasi tutto il paese sudetto. Dixit/Sig:[no]re In quanto al furto, di voi V.[ostra] S.[ignoria] mi domanda niente/posso deponere, se non che ultimamente intesi, essere anda=/to Angelo Nuccetelli a caricare una Salma di grano di notte al Convento di S. Antonio di Scurcola, e che i P.P.[Padri] del Convento/gle l’avevano ripresa, come grano Rubbato. Riguardo alle/prattiche con Donne posso dire, che il P.[adre] Domizio è ve=/nuto in Casa mia circa un’anno, che si compì nella/passata Pasqua di Resurrezione, e pretese darmi ad in=/tendere, che voleva dare una mia Figlia ad un suo/F[rat]ello. Io Sul primo lo tolerai, ma poi avendo inteso/qualche mormorazione di gente sfaccendata, dissi al/detto P.[adre] Domizio, che non lo volevo più in Casa, e gle lo/dissi con Serietà. Mi accadde poi di Sentire, che Si era masche=/rato per la Scurcola, e che era andato cantando per/detta Terra in comitiva, specialmente di Nicolò Valente,/ed allora maggiormente mi posi in guardia, e risolvei/di non volerlo in Casa. Finalmente un giorno lo viddi/ballare senz’abito in casa di Modesto Bontempi, e mi/parve la cosa così scandalosa, che ne formai pessimo/concetto, Tanto vero, che d’allora, quante volte lo tro=/vai in Casa, che furono circa quattro volte, lo cavai Sem=/pre fuora, fino a prendere lo spiedo per scacciarlo. L’ul=/tima fù nel passato Sabato Santo, tempo in cui basto=/nai anche le (è stato corretto n.d.r.)Donne di Casa mia. Oltre di ciò hò in=

f. 37v

inteso publicamente pel Paese che il P.[adre] Domizio è un/P.[adre] poco onesto, e che sia capace a togliere l’onore alle Famiglie, ch’è quanto/In.[terrogatu]s De Causa scientie dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit. Lo possono deponere li di Sopra/nominati (sic)

f. 38r

Eodem  retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Nicolaus Palma T[er]re Scurcule Agricola An=/norum, ut dixit, viginti testis citatus, relatu[s]/In.[terrogatu]s che sappia esso Testimonio del furto commesso dal P.[adre] Domizio/Iaocobucci nel granajo del Convento di S. Antonio di Scurcola Dixit/Sig.[no]re Nescire  ( sic)

f. 38v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 39r

Eodem retroscritto die, et anno= Cappellis/Examinatus fuit Petrus Aloysius Ruberti Agricola T[er]re Scurcule/anno rum, ut dixit, quinquagintaquatuor circiter testis, citatus/relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso del furto che ave commesso il P.[adre] Domizio Iacobucci/nel granajo del Convento di S. Antonio di Scurcola Dixit/Sig:[no]re Essendo io stato  nel passato Mese di novembre in circa, per no=/ve giorni nel Convento di S. Antonio della Terra di Scurcola, a/mettere il grano nel Crivello, in atto il grano si conciava da/Carlo Romano, viddi varie volte il P.[adre] Domizio Iacobucci en/trare dentro il granajo del Convento, e dopo poco tempo uscir/dal medesimo con un fagottino sotto l’abito, dentro cui poteva/portare circa mezza coppa, ossia una coppetta di grano la/volta. Io per altro, non posso assicurare, s’era grano, o altro,/come ammatura, gioglio, perche conciando fuori, e propria=/mente avanti le porte, da quel sito non si vedeva l’inter=/no del granajo, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie. Dixit ut Supra/I.[nterrogatu]s De Contestibus. Dixit. Il detto da me si puol deponere da/Carlo Romano, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 39v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f.40 r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Philippa Fabii Rossi T[er]re Scurcule agricola anno=/rum, ut dixit, decem, et novem circi[ter], testis citata, ac re=/lata/In.[terrogat]a Che Sappia del furto di grano commesso da P.[adre] Domizio Iacobucci/nel granajo d[e]l Convento di S. Antonio di Scurcola Dixit/Sig:[no]re Circa il furto di cui mi domanda non so precisamente co=/sa alcuna, unicamente posso dire, che stando io, con Dom.[eni]ca/Rotondi, e Bontempi a giornata nel Convento di S. Ant.[oni]o di Scurcola/per raccogliere vinghi, la sera del giorno sull’imbrunire folto/dell’aria, in atto cenevamo nel Convento, vedessimo il Garzone/de P.P.[Padri] del d.[ett]o Convento chiamato Lorenzo uscire con un Sacchet=/to, quale poteva tenere circa quattro coppette di robba/ e presso al Lorenzo andava il P.[adre] Domizio, e questo potè acca=/dere dopo la passata Pasqua di Resurrezione. Terminata/la nostra Cena uscissimo con la Dom.[eni]ca Sud.[ett]a per riandarcene/alle nostre Case, e viddi vicino la Croce, che si trova innan=/ti al Cov.[en]to di S. Ant.[oni]o rid.[ett]o, novamente il P.[adre] Domizio con una/lettera, e il nominato Lorenzo, ed intesi dire dal P.[adre] Domizio/a Lorenzo= aspetta Basile ( è stato corretto n.d.r. ) Falcone, che deve venire con la/Somara, e dagli questa lettera, dopo che partissimo, e non/altro viddi, che per la verità./Int.[errogat]a de Causa scientir.Dixit ut Supra/In.[terrogat]a de Contestibus dixit. Lo può deponere chi ho nominato/di sopra, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[apitsta] Deleg.[atu]s

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foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 41r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinata fuit Do.[meni]ca Rotondi Bontempi T[er]re Scurcule Agricola/annorum, ut dixit, circiter annorum ( è stato cancellato n.d.r.) quindici testis/citata, relata./Int.[errogat]a che sappia del furto del grano commesso dal P.[adre] Domizio Iaco/bucci nel granajo d[e]l Convento di S. Antonio di Scurcola Dixit./Sig.[no]re Sul furto di cui mi domanda posso dire, che Io circa la passata/Pasqua di Resurrezione ero stata con Felippa Fabii Rossi a giorna=/ta nel Convento di S. Antonio di Scurcola, e stavamo cenando nello/stesso Convento, quando viddi Lorenzo Garzone del Conv.[ent]o medesimo/con una Sacchetta in Collo, dove potevano essere circa quattro/Coppette di Robba, e presso al detto Lorenzo andava il P.[adre] Domizio,/quali uscirono dal Conv:[ent]o circa un quarto di notte. Finita la/cena, con la rid.[ett]a mia compagna uscissimo avanti per andare alle/nostre Case, e giunte alla Croce situata avanti al nomina=/to Convento viddi di bel novo P.[adre] Domizio, col cennato Loren=/zo, ed intesi, che il P.[adre] Domizio disse a Lorenzo medesimo, as=/petta Basile Falcone, che deve venire con la Somara, e dalli/questa lettera= Lettera, che viddi in mano del Sudetto, dopo/di che me ne andiedi con la Compagna, che per la verità/In.[terrogat]a de Causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogat]a de Contestibus. Dixit il detto da me si puol deponere dalli/Sopra nominati, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 41v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 42r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Ant.[oniu]s Mastro cesari Terre Scurcule Agricola,/Annorum, ut dixit, vigintiquatuor circiter testis citatus, rela=/tus/In.[terrogatu]s Che sappia esso testimonio del furto di grano commesso dal P.[adre]/Domizio Iacobucci nel Convento di S.Antonio di Scurcola delle ven=/dite fattene, a chi ed in che quantità Dixit/Sig.[no]re il Mese di Aprile, e propriamente circa il fine di quello, intesi/da molti, che non ricordo, che il P.[adre] Domizio aveva litigato con i P.P.[Padri]/di S. Antonio per una Salma di grano, e che questa Salma di grano/si trovava in casa di Angelo Nuccetelli. Siccome la casa di quest’/Angelo è in prossima a quella, che viene da me abitata, perciò/una mattina entrai nella medesima per curiosità, e viddi un sacco/pieno di grano, quale  mi disse Angelo Nuccetelli ch’era di P.[adre] Do=/mizio, dopo di che me ne uscii, e non altro intesi, che per la/verità/Int.[errogatu]s de causa scientie dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit Lo puol deponere Angelo Nuccetelli, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 42v

foglio lasciato in bianco ( n.d.r. )

f. 43r

Joannes Fan.[cisc]us Can.[nomic]us Cambise Vic.[ariu]s Capp.[ell]is Marsorum/Joannes Bap[tis]ta Can.[nonic]us Cardone Deleg.[atu]s/[…]

f. 43v

[…] Datum Cappellis die vigesima p[ri]ma Mensis Maii/1795/

I.E. S.=

Scurcola                                          = Joannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s=

Dom.[eni]co Nuccetelli-Massa Inferiore

Pietrant.[oni]o Urbani-

Modesto Rotondi-                                                  Giuseppe fù Pecoraro de P.P.[Padri] di S. Ant.[oni]o di

Giambattista Valente                                                Scurcola-

Gervasio Nuccetelli-

Candida Rotondi-                                                                       Die, et anno Supra Cappellis

Ursola Rotondi-

Pavolo Rotondi                                                                 Liberatus Leonio Cursor assumptus

Vincenzo Carasotti                                                           vetulit mihi notificasse sup.[radicto]s modo,

Pavolo Falcone-                                                                      et ferma ut Supra in fidem

Biagio Liberati-                                                                        + Signum Crucis

Giacinta Urbani-                                                                     Joannes Bap[tis]ta Cardone Del[egat]us

Anna Maria Urbani-

Benedetta Fabii-

Olimpia Rosa Cotugno-

Domenico Ant.[oni]o de Amicis-

Domenico Ant.[oni]o di Emidio Silvestri-

Francesco Malatesta-

Mag.[nifi]co Stefano Bontempi-

R.[everendo] D.[on] Pasquale Pompei-

R.[everendo] D.[on] Fran.[ces]co Ottaviani

 Giovanni Panunzj.

f. 44r

Die vigesima octava Mansiis Maii 1795/Examinata fuit Olimpia Rosa Cotugno T[er]re Scurcule anno=/rum, ut dixit triginta testis citata, relata/In.[terrogat]a Che sappia delle prattiche scandalose con Donne/in persona del P.[adre] Domizio Iacobucci P.[adre] nel ( è stato corretto n.d.r. ) Convento di/S. Ant.[oni]o di Scurcola- Dixit/Sig:[no]re Il P.[adre] Domizio Iacobucci da che fù fatto Sacerdote, io l’hò/continuamente veduto venire quasi mattina, e sera nella/Casa di M.[astro] Giuseppe Colucci, per restar questa Casa vicinissim’/allamia. Nella medesima vi sono trè figlie del d.[ett]o Giuseppe/una maritata e due Zitelle, e con tutte questo io hò veduto/conversare il P.[adre] Domizio assai familiarmente, e per le me=/desime l’hò ravvisato pieno di protezione e passione./Tanto vero, che un giorno circa il passato Luglio ( è scritto sopra n.d.r. ) altercando io con queste stesse Don=/ne per motivi frivoli, e Donneschi, venne il P.[adre] Domizio, ed/in publica strade prese alcune pietre, e le scagliò contro/di me, ch’ero in fenestra con tanto impeto, che se non ero/sollecita mi feriva mortalmente. Le pietre scagliate furo=/no trè, e se le Donne di M.[astro] Giuseppe nominate, non prende=/vano il Domizio, e lo tiravano in casa loro, avrebbe forse/passato ad altro eccesso. In Seguito mi querelò nella Cor=/te Locale di Scurcola di parole ingiuriose, e dovei Sog=/giacere a pagar la pena. La cennata frequenza di visi=/te d[e]l P.[adre] Domizio in Casa d[e]l d.[ett]o M.[astro] Giuseppe durò fino a/quest’ultimi tempi della passata Quaresima, quando/lo stesso M.[astro] Giuseppe, intesi lo cavasse dalla Sua Casa: Ma/da quel tempo in poi, ho veduto, che il P.[adre] Domizio si porta spessissimo nella Casa di Angelo Nuccetelli, anche/prossima tanto, alla mia, quanto a quella di M.[astro] Giuseppe/ora l’una, ora l’altra vanno in Casa del Nuccetelli a/

f. 44v

trovare il P.[adre] Domizio, finche tutte, e trè vi abbiano parla=/to a Solo, e vi si trattengono per qualche tempo. Mi costa/inoltre per averlo veduto, e considerato, che le Donne cen=/nate, specialmente la minore di tutte è tal’ora rimasta Sola/col cennato P.[adre] Domizio in Casa d[e]l Pad[r]e M.[astro] Giuseppe per molto/tempo, giacche avevo veduto fuori di Casa, il Giuseppe Padre,/il Cognato, e le due altre Figlie. Quindi posso dire di avere/inteso ma non ricordo da chi, per non averci post’attenzio=/ne, che sia andato con dette Donne per le Vigne, in atto/si scacchiavano le viti, e sia con le medesime rimasto l’inte=/ra giornata, di più, che abbia seco loro fatto il P.[adre] Domizio/de pranzi in Campagna: Hò inteso parimenti, che il P.[adre]/medesimo abbia comprate a queste Donne scarpe Sottili,/busti, pendenti di oro: Essento pubblicamente, chi si mormo=/ra con scandalo di questa prattica, o meglio dire assi=/dua frequenza di d.[ett]o Padre in tale Famiglia. Io però/fuori del deposto finora non posso dire di aver qualche/volta veduti atti lascivi, e disonesti, ma solo una volta/dalla mia finestra vidi seduto su di un lettoi il P.[adre] Do=/mizio, seduto, e vicino ad esso la Figlia minore di d.[ett]o/M.[astro] Giuseppe, e per la verità/In.[terrogat]a de Causa scientie. Dixit ut Supra./In.[terrogat]a De Contestibus. Dixit Quanto da me Si è detto Si puol/deponere dalle altre Famiglie contigue alla Casa di M.[astro] Giu=/seppe, et ita/+ Signum Crucis  J.[oannes] B.[aptista] Deleg.[atu]s

f. 45r

Eodem retroscripto die, et anno, Cappellis/Examinatus fuit Gervasius Nuccetelli T[er]re Scurcule Agricola/annorum, ut dixit, vigintadue testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso circa il furto, che il P.[adre] Domizio Iacobucci à/commesso nel Co.[ven]to di S. Ant.[oni]o di Scurcola, e se il detto P.[adre] siasi/talvolta mascherato, abbia ballato, e sia andato cantando con/secolari, come ancora se con li med:[esim]i abbia giocato al cascio./Sig.[no]ri Io niente so, se il P.[adre] Domizio abbia rubbato nel Convento/di S. Ant.[oni]o, e posso unicamente dire, che sul fine del passato/Aprile fui commandato dal mio F[rat]ello Cesile di andare a ca=/ricare una Salma di grano in Casa di Angelo Nuccetelli di/Scurcola, quale grano dissemi, ch’era del P.[adre] Domizio, ma es=/sendo io andato su la sera nella cennata Casa del Nuccetelli,/il med.[esim]o non volle darmi il cennato grano, dicendomi, cheli era/stato impedito dalla Corte. La mattina sequente, intesi, che/andasse a prendere il ridetto grano Cesile mio F[rat]ello. Posso/anche deponere, che da Pasqua in qua io hò veduto due/volte nel Forno, che tenemo in affitto, Basile Falcone di Scur=/cola, col intermezzi di soli diece giorni, trà la prima, e la Seconda/volta, portare alcune quantità di grano, cioè la prima mez=/za Salma, e la seconda volta copette otto, ed io m’immagi=/nai Subito, che questo grano potesse essere del P.[adre] Domizio: In=/fatti non mi ingannai,  giache vidi dopo, che il P.[adre] Domizio si/venne ambedue le volte a prendere da mio F[rat]ello Cesile/il denaro, dal quale Cesile era stato anche misurato il/grano sudetto. Posso dire in Seguito , per averlo inteso da mol=/ti specialmente da Nicolò Valente, che il P.[adre] Domizio Sia/andato cantando per la Terra di Scurcola, e siasi mascherato;/Ed io con li occhi proprii hò veduto lo stesso P.[adre] Domizio gioca=/re al cascio più volte con li Secolari nella Scurcola, ed/in Magliano, ch’è quanto per la verità/In.[terrogatu]s De Causa Scientie. Dixit ut supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit Lo possono deponere li sopranominati, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Deleg.[atu]s

f. 45v

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Joannes Panunzj T[er]re Scurcule Agricola an=/norum, ut dixit, triginta trium testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia Esso testimonio delle prattiche scandalose con/Donne, quale tiene il P.[adre] Domizio Iacobucci nella Terra di/Scurcola Dixit/Sig:[no]re Di quello mi domanda posso solo dire, che circa il Mese di/Marzo ero io con Gennaro Romano a vancare in una Terra di/Fran.[ces]co Colucci di Scurcola detto la via d[e]lle Canapine, quando/viddi venire verso S. Ant.[oni]o il P.[adre] Domizio circa il mezzo giorno,/e con passo sollecito andiede nella stalla di M.[astro] Giuseppe/Colucci, che aveva la porta aperta, ed entranto il Domizio/in essa, chiuse la porta, e vi stiede dentro circa un ora/dopo la quale vidi aprire la porta della detta Stalla, ed/uscire una certa Do.[meni]ca Colucci, come per far la spia, e rien=/trata questa nella stalla, vidi uscire il P.[adre] Domizio, che an=/diede su la Terra, e poco dopo uscì la Donna, che parimenti/partì. Noi intanto dalla porta che fù chiusa, giudicassimo,/che li d.[ett]i Domizio, e Dom.[eni]ca avessero fatta qualche cosa di/male, ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit. Lo puol deponere Genaro Romano, et ita/+ Signum Crucis/J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 46r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Blasius Liberati Terre Scurcule Agricola/annorum, ut dixit, trigintaquinque testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Cosa sappia esso Test.[imoni]o del furto del grano commesso nel/granajo d[e]l Con.[ven]to di S. Ant.[oni]o di Scurcola dal P.[adre] Domizio Iaco-/bucci, se mai avesse auto ordine di caricarne qualche quan=/tità nella Stalla di Giuseppe Falcone dixit./Sig.[no]re Di quanto son richiesto nulla è da me risaputo, e posso/solo dire, che tenendo io affittata, una Stalla a Pascolo ( è stato corretto n.d.r. )/Silvestri di Scurcola, domandai al medesimo l’affitto di d.[ett]a/Stalla circa la fiera di S.[anta] Croce, e pochi giorni dopo in=/contratomi col P.[adre] Domizio innanti la Chiesa d[e]lla S[anti]s[i]ma Tri=/nità, se mal non ricordo, il med.[esim]o si offerì di pagarmi/l’affitto per Pascolo Sud.[ett]o, e mi disse, se volevo grano, o denaro,/gli risposi, che volevo denaro. Passarono altri pochi gior-/ni, ed essendo venuto in casa mia il ridetto P.[adre] Domizio,/mi disse di novo se volevo grano, o denaro, ed io novamen=/te li domandai denaro, ed Egli subito mi contò carlini/trentanove, ritenendosene undici, quali mi erano Stati/improntati tempo innanti dallo stesso P.[adre] Domizio, che in/tutto la Somma era di docati cinque, ed è quanto per/la verità/In.[terrogatu]s de Causa scie[nti]e Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit all’offerta del grano non vi era/alcuno presente, et ita/Io Biagio Liberatio deposto come sopra/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 46v

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Joseph Riffi T[er]re Masse Inferioris annorum, ut/dixit, sexaginta testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso test.[imoni]o dell’inobedienza d[e]l P.[adre] Domizio Iaocbucci,/dell’asportazione dell’armi, prattiche con Donne./R. Dixit Nescire-  J.[oannes] B.[aptista] Cardone Delg.[atu]s/+ Signum Crucis//Eodem die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Ant.[oniu]s de Amicis T[er]re Scurcule/Agricola annorum vigintiquinque testis, citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso delle prattiche scandalose con Donne,/che tiene il P.[adre] Domizio Iaocbucci nella T[er]ra di Scurcola,/del suo girandolare con le Donne p[er] le Vigne./Dixit nescire/+ Signun Crucis  (sic)

f.47r

Eidem retroscripto die, et anno Cappellis/rxaminatus fuit Hyacinta Urbani, T[er]re Scurcule Mulier an=/norum viginta trium, ut dixit testis citat, relata/In.[terrogat]a Che cosa sappia intorno al furto del grano commesso dal P.[adre]/Domizio Iacobucci nel granajo del Convento di S. Ant.[oni]o, e delle/scandalose prattiche, che il med.[esim]o tiene con Donne Dixit./Sig:[no]re Io non so se il P.[adre] Domizio abbia tolto grano dal Convento/di S. Ant.[oni]o di Scurcola: Mi ricordo solo, che pochi giorni dopo/la passata Fiera di S. Croce circa un ora, e mezza di notte/intesi bussare al portone di casa mia, e perciò mi affaciai/alla fenestra, e viddi Basile Falcone, il quale mi disse, che/veniva da parte del P.[adre] Domizio, acciò dicesse a Biagio/mio Marito, che subito fosse andato a caricare certo grano,/che il med.[esim]o P.[adre] Domizio teneva nella Sua Stalla, cioè del/Basile: Io risposi, che Biagio era andato a letto, e perciò/non poteva venire. Mi soggiunse il Basile, che almeno fus=/se andato la mattina sequente: Ed io replicai, che la matti=/na doveva cavare li Bovi a pascere, onde, che neppure/poteva andarci, e quindi chiusa la fenestra. In quanto alle/prattiche posso cire, che il P.[adre] Domizio frequenta la Casa di M.[astro]/Giuseppe Colucci, e sento, che sia a motivo di una d[e]lle sue figlie/ed io hò solo veduto, che il P.[adre] Domizio viene anche qualche volta/in Casa mia, ma con più continuazione vi è venuto nella/passata Quaresima, ed in atto, chè venuto, si è anche in casa mia/portata Dom.[eni]ca Colucci Figlia del d.[ett]o M.[astro] Giuseppe a parlare/col P.[adre] Sud.[ett]o più volte, ma non so, se questo fusse caso, o pure/accordo antecedente. Hò anche varie volte veduto parlare/il detto Padre, con la Dom.[eni]ca per le strade, specialm.[ent]e nella passa=/ta Novena di S. Giuseppe di Quaresima, quando il Domizio si/accompagnava con noi per la strada di S. Ant.[oni]o, e con la Dom.[eni]ca d.[ett]a,/con cui parlva; E certo che per questi discorsi, e frequenza di/visite il Popolo ne mormora con disonore, ed è quanto/In.[terrogat]a De Causa scientie Dixit ut Supra

f. 47v

In.[terrogat]a De contesti bus= Il fatto delle parlate lo puol deponere mia Madre/Anna Maria, e per la mormorazione, ogni uno del popolo/+ Signum Crucis  J.[oannes B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s/

Eodem retriscripto die, et anno/Examinata fuit Anna Maria Urbani T[er]re Scurcule annorum, ut dixit quinquaginta novem, testis citata, relata/In.[terrogat]a Che sappia essa delle prattiche Scandalose, che tiene con Don=/ne il P.[adre] Domizio Iacobucci Dixit/Sig:[no]re Lo Scandalo di cui son domandata nasce, perche il P.[adre] Domi=/zio frequenta del continuo la Casa di M.[astro] Giuseppe Colucci/a motivo delle figlie di esso, e per tale frequenza il Popolo/ne mormora, e le povere Figlie Sud.[ett]e ne risenteno il dissu=/tile d[e]l dissonore. Nella passata Quaresima il P.[adre] Domizio/incominciò anche a venire con assiduità in casa mia più/d[e]l solito, ed à seguitato dopo la Pasqua, ed hò osservato, non/so se a caso, o per avviso anticipato che Dom.[eni]ca Colucci figlia/del d.[ett]o M.[astro] Giuseppe, veniva dopo il P.[adre] Domizio anche in/Casa mia, dove parlavano, ma in presenza di tutti; e quando/si faceva a S. Ant.[oni]o la novena di S. Giuseppe nella quaresi=/ma passata, il P.[adre] Domizio, dopo la novena, spesso si accom=/pagnava con me, che ritornavo nella Scurcola, perche me=/co venivano ancora le Figlie d[e]l d.[ett]o M.[astro] Giuseppe, special.[ment]e/la Dom.[eni]ca. Questo mi rincresceva per la mormorazione, ma/non hò trovato mai mezzo da licenziare con buona maniera/il Frate, ed è quanto/In.[terrogat]a De Causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogat]a De Contestibus. Dixit Lo puol deponere mia Figlia Giacin=/ta, e li altri tutti di Scurcola/+ Signum Crucis/J[oannes] B[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 48r

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Franciscus Malatesta Terre Scurcule Agricola/annorum quadraginta septem, ut dixit testis, citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso Testimonio delle prattiche scandalose con/Donne, che il P.[adre] Domizio Iacobucci tiene nella Terra di Scurcola./Sig:[no]re Circa quello V.[ostra] S.[ignoria] mi domanda posso unicamente dire, che/da molti del mio Paese, e varie volte hò inteso dire, che/il P.[adre] Domizio frequenta con troppo assiduità la Casa di M.[astro]/Giuseppe Colucci, e che di questa frequenza si mormora conti=/nuamente da tutti, e che il ridetto P.[adre] Domizio più volte/vada a parlare con le Figlie del ridetto M.[astro] Giuseppe nella/casa di Pietrant.[oni]o Urbani, e nelle Stalle: Ma fuori di una/voce cosi sparsa, ed intesa, niente di più mi costa, e per/la verità/In.[terrogatu]s de Causa scientie dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contesibus. Dixit lo puol deponere ciascuno del paese/+ Signum Crucis//Eodem die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Ant.[oniu]s Silvestri T[er]re Sucrcule annorum,/ut dixit, vigintiduo, Agricola testis citatus relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso test.[imoni]o delle prattiche scandalose con Donne/del Paese del P.[adre] Domizio Iacobucci dixit/Sig:[no]re Io sento communemente dire, che il P.[adre] Domizio tratti/frequentemente la Casa di M.[astro] Giuseppe Colucci di Scurcola,/ed io hò veduto detto P.[adre] tornare qualche volta per la/strada di Cantalupo assieme con le Figlie d[e]l d.[ett]o M.[astro Giuseppe,/unitamente ad altre Donne da S. Ant.[oni]o nella Scurcola, e fuo/ri di questo altro non mi costa, che per la verità/In.[terrogatu]s De Causa scie[ntie] Dixit ut supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit lo puol deponere ciascuno del Paese/Io Domenicantonio Silvestri o deposto come sopra/J[oannes] B[aptista] Cardone Deleg[atu]s

f. 48v

Eodem retroscripto Die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Pavolus Falcone Agricola T[er]re Scurcule/annorum, ut dixit, trigintaduo testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso test.[imoni]o d[e]l furto del grano commesso dal/P.[adre] Domizio Iacobucci nel Conv:[ent]o di S. Ant.[oni]o di Scurcola, del/trasporto fatto di qualche porzione di grano nella Stalla Sua/Sig:[no]re Essendo io uomo di Campagna, parto di mattina, e torno/la Sera, apunto ( è stato corretto n.d.r. ) m’impiccio di sapere, o vedere; perciò di/tal furto niente mi costa: E nella mia Stalla mai hò osser=/vato grano, chè quanto/+ Signum Crucis             J.[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s//Eodem die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Joannes Bap[tis]ta Valente T[er]re Scurcule Agricola/annorum septagintatres ( è stato corretto n.d.r. ), ut dixit testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia del giro fatto di notte dal P.[adre]Domizio Iaocbucci,/masca[ra]re, ballo, gioco Dixit./Sig:[no]re Nel Carnevale del 1794 mi ricordo una Sera, che Stando noi/per andarci a letto, entrò in Casa il P.[adre] Domzio col violino,/e presa da altri una chitarra, si sonò, e si ballò qualche/tempo, con li altri ballò anche il P.[adre] Domizio, e poi/ad ora avanzata se ne uscì. Posso anche deponere/di aver veduto detto P.[adre] Domizio giocare a Cascio varie/volte in questa Terra di Scurcola con Secolari, ed è/quanto per la verità/In.[terrogatu]s De Causa scien[ntie], Dixit, ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus Dixit. Lo puol deponere Nicolò mio,/Figlio, et ita/Io Gio:[van] Battiste i deposto/J[oannes] B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f. 49r

Eidem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit R.[everendus] D.[ominus] Pascalis Pompei T[erre] Scurcule Economus/Curatus d[ict]e Terre annorum, ut dixit, sexaginta due testis,/citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso delle mascherate, balli, canti, e giochi fatti/dal P.[adre] Domizio Iacobucci con Secolari, e delle prattiche scanda=/lose che il med.[esim]o tiene con Donne Dixit/Sig:[no]re Sebene io abbia veduto varie volte giocare a cascio per/la Strada, che dalla Scurcola guida a S. Ant.[oni]o il P.[adre] Domizio/Iaocbucci con varie persone, ed abbia inteso, che sia andato/giocando in altre Terra; pure in quanto all’altro hò pu=/ramente inteso vagamente da molti, che Siasi di carneva=/le mascherato pel paese. In quanto alle prattiche io/Come Curato posso deponere, che il paese mormora Solen=/nem.[ent]e d[e] P.[adre] Domizio, ammira il Suo continuo giran=/dolare, ed in ispecie la mormorazione à l’origine dalla/troppo frequenza d[e]l Sud.[ett]o Padre in Casa di M.[astro] Giuseppe/Colucci, ed io trovandomi un giorno nel Conv.[ent]o di S. Ant.[oni]o/mi disse il P.[adre] Exp[rovincia]le Talone, che allora era Priore, come/il Cennato M.[astro] Giuseppe era andato da Lui a lagnarsi, che/non voleva in Casa sua il P.[adre] Domizio, ed è quanto per/la verità/In.[terrogat]us de Causa scientie Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s de Contestibus. Dixit. Lo puol deponerre la voce publica,/ed il disopra nominato, et ita/Io D.[on] Pasquale Pompei hò deposto/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 49v

Examinata fuit Benedicta Fabii Rossi T[er]re Scurcule annorum, ut/dixit, quinquaginta, testis citata, relata/In.[terrogat]a Che sappia delle prattiche scandalose con Donne d[e]l P.[adre] Domi=/zio Iaocbucci, quali tiene nella T[er]ra di Scurcola. Dixit/Sig.[no]re Io abito non (sic) la mia famiglia in un casale un terzo di miglio/lontano da Scurcola, per cui posso dir solo, di aver inteso publi=/cam.[ent]e, che il P.[adre] Domizio frequenta la Casa di M.[astro] Giuseppe Co=/lucci, della quale frequenza si mormora. Io solo hò veduto più/volte passare il P.[adre] Domizio sud.[ett]o avanti d[e]l mio Casale/unitamente alle due figlie Zitelle del cennato M.[astro] Giuseppe/le quali portavano un canestro per andare a far merenda/col detto P.[adre] nella vigna Loro, osia di Loro Padre, ed è questo/specialmente accaduto nelle passate vendemmie. Un gior=/no specialmente, che non ricordo era Stato il P.[adre] Domizio, da/me veduto, lungo tempo con le d.[ett]e Zitelle, all’orto del grantur=/co loco detto le Pratelle, e quindi avendole raccompagnate/il P.[adre] Domizio fino al mio Casale, sentii, che lo stesso Domizio/disse a quelle due Donne, riandate alla Scurcola, e torna=/te presto: quelle partirono, ed ilP.[adre] si pose ascosto in una/Vigna vicina. Dopo un gran pezzo, tornarono le med.[esim]e Donne,/ed il P.[adre] Domizio uscitole incontro li disse, vi avete rotta/la noce del Collo, e poi partirono unitam.[ent]e verso li Cappucci=/ni, ne io So dove andassero. Oltre di questo moltissime al=/tre volte hò io veduto il P.[adre] Domizio stare con domesti=/cezza (sic), e trattenersi lungam.[ent]e con le ridette Figlie di Colucci,/or nella vigna, ed ora nell’orto del granturco, per essere/io a portata di osservarlo dal mio Casale. Da questi fatti/sebene io non abbia pensato male, pure hò creduto, che/non vi potesse essere niente di bene, e Sono rimasta

f. 50r

sempre meravigliata, che per la verità/In.[terrogat]a de Causa scientie. Dixit ut supra/In.[terrogat]a De Contestibus. Dixit. Io Non Sò, chi altro possa aver osserva=/to queste cose, perche Sono come dissi in Campagna/+ Signum Crucis    J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s//Eodem retriscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Dominicus Nuccetelli T[er]re Scurcule Agricola an=/norum sexaginta sex, ut dixit, citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia Egli del furto del grano, commesso dal P.[adre] Domizio/Iacobucci nel granajo del Con.[ven]to di S. Ant.[oni]o di d.[ett]a Terra, e delle/vendite di esso grano. Dixit./Sig:[no]re Non costando a me cosa alcuna circa il furto, di cui mi do=/manda posso Solo deponere, che un giorno dopo la passata Pasqua/di Resurrezione Pasquale Falcone di Scurcola, che veniva unita=/mente con il P.[adre] Domizio Iacobucci una mattina assai per tempo/buttò nel mio forno publico circa coppette quattro di grano,/ed avendo domandato il d.[ett]o Domizio di Cesile mio figlio affittuario,/questo era assente, e perciò fu lasciato il grano, e Domizio/col Pasquale partì, ne io viddi altro in Seguito/In.[terrogatu]s Se il Pasquale sud.[dett]o abbia a lui consegnata una altra Salma di gra=/no, assieme col P.[adre] Domizio, e se abbia numerata qualche Somma al/med.[esim]o Padre Dixit=/Sig:[no]re Parmi di non ricordarmi, che il Pasquale Falcone abbia consegnata/a me altra Salma di grano, ma siccome al forno capita spesso/chi porta il grano, e si compra, perciò si sarrà da me presa/la Salma, che sia Stata consegnata a Cesile mio Figlio, e siasi per/errore creduto a me consegnato ed è quanto per la verità/In.[terrogatu]s De Causa Scie[ntie]. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus.Dixit lo puol deponere Pasquale Falcone/+ Signum Crucis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Del[e]g.[atu]s

f. 50v

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinata fuit Candida Rotondi T[er]re Scurcule annorum, ut dixit,/quinquaginta quinque, testis citata, relata/In.[terrogat]a Che sappia della mascherate, canto, ballo fatto dal P.[adre] Domizio nella/T[er]ra di Scurcola, Dixit./Sig:[no]re Siccome la mia Famiglia è Stata Sempre solita di servire li P.P.[Padri]/di S. Ant.[oni]o nella imbiancatura de panni, perciò li Sud.[ett]o P.P.[Padri] qual=/che volta sono Stati Soliti venire nella Casa mia, e trà li altri/è venuto spesso il P.[adre] Domizio Iacobucci, specialmente in un/giorno di Carnevale del 1794, tempo in cui maritavo una Figlia/mia chiamata Nunziata, il P.[adre] entrò in Casa mia cir=/ca le ore 24, e si trattenne ivi con li altri a Cena fino circa /le ore quattro, ed in tale occasione esso P.[adre] Domizio ballò per/qualche tempo, con li altri, che vi erano, ed anche con le Donne,/ed è quanto posso per la verità/In.[terrogat]a De causa Scie.[ntie] Dixit ut Supra/In.[terrogat]a De Contestibus. Dixit. Lo puol deponere Ursola altra mia/Figlia, e li altri, che vi erano, de quali non ricorda/+ Signum Crucis-    J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s//Eodem die, et anno Cappellis/Examinata fuit Ursola Bontempi T[er]re Scurcule annorum/decem, et novem, ut dixit. Testis citata, relata./In.[terrogat]a Che sappia delle mascherate, canto, e ballo fatto dal P.[adre] Domizio/Iacobucci nella T[er]ra di Scurcola, e delle prattiche con Donne/Dixit/Sig:[no]re Su quanto mi domanda posso dire, che venne una Sera del Carneva=/le del 1794, sù le ore ventiquattro vidi entrare in Casa mia/il P.[adre] Domizio Iacobucci, quale si trattenne fino in circa ore/quattro, cenò anche in Casa mia, perche si maritava mia/Sorella, ed in questa occasione il P.[adre] Domizio ballò con le Don=/ne, ed altri, e ballò con me stessa. Ed in quanto alle prattiche/posso dire, che frequentemente spesso, e circa due volte al giorno/la Casa di M.[astro] Giuseppe Colucci di Scurcola a motivo delle/

f. 51r

Figlie d[e]l Sud.[ett]o Colucci, per la quale frequenza si mormora p[er]/tutto il paese e si sospetta qualche male. Una volta Sola circa/l’anno scorso dopo la vendemmia essendo io nel Con.[vent]o di S. Ant.[oni]o il/P.[adre] Domizio mi consegnò un pajo di calzette, perche le avessi por=/tate a Dom.[eni]ca Coluccci, come feci; ed altra volta, ma è tempo/lungo, ero io in una vigna con le figlie di M.[astro] Gioseppe Sud.[ett]o/e venne a trovarci il P.[adre] Domizio, quale si trattenne circa un/quarto di ora con noi, ed è quanto/In.[terrogat]a De causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogat]a De Contestibs. Dixit. Si puol deponere da Candida Rotondi/mia Madre/+ Signum Crucis       Joannes Bap[tis]ta Cardone Deleg.[atu]s//Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Petrusant.[oni]us Urbani T[er]re Scurucle Agricola anno=/rum/quinquagnta circi[ter], ut dixit testus citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia Esso d[e]l furto d[e]l grano commesso dal P.[adre] Domizio Iacobucci/nel granajo d[e]l Conv.[en]to di S. Ant.[oni]o di Scurcola Dixit./Sig:[no]re Altro non so, se anche in un giorno dopo la passata Pasqua di/Resurrezione, ma non ricordo specialm.[ent]e qual giorno, circa mezz’ora/di Notte venne in Casa mia Basile Falcone di Scurcola, quale/con un Somara portava, mezza salma di robba in circa in/un sacco, e questo dicendo, ch’era di P.[adre] Domizio, la scaricò dentro/d.[ett]a mia Casa, ed il giorno sequente prima d[e]lla notte, venne/a caricarsela interamente un giovane, quale disse, ch’era il/F[rat]ello del d.[ett]o P.[adre] Domizio, ed io credo, che in quel Sacco vi do=/vesse essere grano, Siccome dal toccarlo mi avviddi, ed è/quanto./In.[terrogatu]s De Causa scientie. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus. Dixit. Lo puol deponere Basile Falcone/+ Signum Crucis/J[oannes] B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s

f. 51v

Eodem retroscripto die, et anno Cappellis/Examinatus fuit Modestus Rotondi T[er]re Scurcule agricola annorum/ut dixit, quinquaginta circi[ter] testis citatus, relatus/In.[terrogatu]s Che sappia esso, del giorno, ballo,canto, maschere, fatte dal P.[adre] Domi=/zio Iacobucci per la Terra di Scurcola, e delle prattiche scandalose/con Donne Dixit=/Sig:[no]re Io hò veduto il P.[adre] Domizio giocare molte volte in publico/con Secolari al cascio; e nel carnevale d[e]l 1794 L’hò veduto/venire più volte in Casa mia col violino sotto, ma spe=/cialm.[ent]e una sera in cui facevo le nozze di una mia Figlia/venne anche il P.[adre] Domizio su le 24. del giorno, e vi restò/fino alle quattro, e ballò

con Donne unitamente con tutti./Per le prattiche posso dire, che il d.[ett]o P.[adre] Domizio è Stato da/me molte volte veduto per le vigne girare solo con le/Figlie di M.[astro] Giuseppe Colucci, ed un giorno intesi da Dom.[eni]co/Ant.[oni]o de Amicis, che il d.[ett]o Domizio stava mangiando nel/folto di una Selva, insieme con due Figlie di d.[ett]o M.[astro] Giuseppe./Da questo, e perche tutti sapevano, che il Domizio Sud.[ett]o prat=/ticava continuam.[ent]e in Casa d[e]l rid.[ett]o M.[astro] Giuseppe; Io mi Sono/ammirato, ed ò pubblicamente inteso mormorare tanto/contro il Domizio, quanto contro l’onore di quelle Donne,/e posso asserire, che lo scandalo è Stato, ed è troppo pu=/blico, benche io non creda vi sia cosa contro l’onestà, ed/e quanto/In.[terrogatu]s De Causa scie[nti]e. Dixit ut Supra/In.[terrogatu]s De Contestibus Dixit. Lo puol deponere Ursola, mia/Figlia, ed il  Cen.[na]to Dom.[eni]co/+ Signum Crucis//Examinatus fuit Paolus Rotondi anni[rum] 18.=/Contesto in tutto col Sud:[ett]o Modesto Rotondi=/+ Signum Crucis      J.[oannes B.[aptista] Cardone Deleg.[atu]s “

“ R[everendissi]mo Sig:[no]re Sig:[no]re P[ad]rone Col[endissi]mo/Onorato da V.[ostra] S.[ignoria] R[everendissi]ma, ed incaricato a prendere le diliegenze, ed in/caso di sossitenza, l’informo contro il P.[adre] Domizio Iacobucci per/varii delitti, ad Ist.[anz]a del P.[adre] P.[riore] Bonavantura Continenza, subi-/to attesi ad appurare i delitti in genere, e quindi passai alla spe=/cie de medesimi, in cui mi trovo. Sebene le diligenze siano sul/meglio; con tuttociò rilevo molte criminosità, specialmente minac=cie di vita. Oggi su le ventidue per parte del detto P.[adre] Priore/mi Si presenta un Istanza, da cui apparisce, che il P.[adre] Domizio/insolentisce maggiormente, siegue a minacciare, specialmente/un Laico, e che tutti li Religiosi Sono in disordine, e timore:Con=/chiude probabilmente tenersi vicina qualche criminosità;/Onde fa istanza, che io proced’alla carcerazione del Reo, altri=/menti si farrà contro di me ricorso, e sarrò risponsabile degli/eventi. Ho riceuta l’Istanza con la mera esibita, ed io hò cre=/duto dovere notiziare V.[ostra] S.[ignoria] R[everendissi]ma, perché si degni risolvere,/giacche non è di mia ispezione avanzare tali ordini, e pieno/di rispetto mi Rassegno bagiando la Sacra mano/Cappelle 18 Maggio 1795/Di V.[ostra] S.[ignoria] R[everendissi]ma/D[evotissi]mo D.[ebitor]e v.[er]o Ob[ligatissi]mo e Sud.[ddit]o um[ilissi]mo/Giambattista Cardone “

“R[everendissi]mo P[ad]r[on]e Sig:[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo/In seguito dell’informo accappato doppo/le diligenze da me (è scritto sopra n.d.r. ) ordinate da me ( è stato cancellato n.d.r. ) al ricor=/so p[rese]ntato in q[ue]sta Curia Cap.[itola]re dal/P.[adre] Priore ( è stato cancellato n.d.r. ) Bonaventura Continenza Prio=/re del Convento di S. Ant:[oni]o di Scur=/cola + umiliai a S.[ua] M.[aestà)|D.[io] G.[uardi]| la dovu=/( al margine sinistro si legge: “ + contro il P.[adre] Domizio Iacobucci ” n.d.r. ) ta relazione Uniforme alli atti, e La pre=/lodata M.[aestà] S.[ua] con R[ea]l C…sta ( è stato corretto n.d.r. ) Dispaccio ( è stato scritto sopra n.d.r. ) de’ 5/corrente, di cui ho fatto porre co=/pia estratta nelli atti med.[esim]i, mi ha/comandato rimettere alla P. V. R[everendissi]ma/l’informo compilato, affinche col/deffinitorio procede a norma delle/costituzioni dell’ordine a quanto/con d.[ett]o R.[ea]l Dispaccio viene ordinato;/Pel ( è stato corretto n.d.r. ) Cursore dunque di questa Curia in=/vio il processo di carte scritte n:[umer]o/100, pregandola per los(è stato cancellato n.d.a.) mandarmi/p[er] l’istesso Crursore il riscontro, e reci=/vo delli atti per cautela di q[ue]sta Curia,/prevenendola d’aver lasciato nella me-/d.[esim]a il volume delle diligenze, e con-/ciò disposto ad ogni Suo pregiato co-/mando passo con tutta stima a dichia-/rarmi./Pes:[cin]a 10 7[sette]mbre 1795./[…]Prov[incia]le del terz’Ordine di S./[…]an:o (Scurcola)”

“ M[o]lto Rev.[erendo] P[ad]r[on]e Sig.[no]re mio Oss[ervantissi]mo/Non sapendo il luogo dove al p[rese]nte Si rat=/trovi il v.[ost]ro P.[adre] Prov[incia]le, ( segue una cancellatura n.d.r. ) diriggo al=/la P.V. per il Cursore di q[ue]sta Curia gl’/atti, che da S.[ua] M.[aestà] + |D.[io] G.[uardi]| mi viene or=/ ( al margine sinistro si legge : “ + con R[ea]l Dispaccio de 5 corrente” n.d.r. ) dinato rimetter al med.[esim]o in rapporto/al P.[adre] Domizio Iacobucci; se poi il cen=/nato P.[adre] Prov[incia]le Si trovasse costì farrà/grazia fargli presentare L’involto su=/gellato colla lettera dello stesso Cur=/sore, in casopoi diverso sarà suo pen=/siere di farglielo capitare sicuram:[men]te/e procurarmene il riscontro, confor=/me Si compiacerà fare nel darmi rispos=/sta della p[rese]nte, e col desiderio di molti/Suoi comandi costantem.[en]te mi raff:[erm]o/Pesc:[in]a 10 ( è stato corretto n.d.r.) 7[sette]mbre 1795./ ( sotto al margine sinistro si legge: “ P.[adre] Bon( è stato cancellato n.d.r. ) Priore del Convento ( è scritto sopra n.d.r. ) di S. Antonio/di Scurcola “

“I.M.I./Dichiaro io qui sottoscritto P[ad]re Gio:[van]Battista Petrantonj/Riligioso del 3° ordine stanziante nel Conv.[en]to di S.[ant]o/Antonio Scurcola aver ricevuto Dal Sig.[no]r Vicario/Capitolare de Marsi un processo sigillato ( è stato corretto n.d.r. ) diretto al/Provinciale Gugliermo Rossi, risidente parimente/nella Scurcola co[n] una lettera diretta al/stesso P[rio]re P[rovincia]le, a chi prometto e mi obbligo di/consegnare così la lettera, che il d.[ett]o precesso ap=/pena arrivato nel Con.[ven]to, e procurarne la/risposta dal d.[ett]o mio P[rio]re P[rovicia]le da rimettersi/al predetto Vicario Capitolare, onde cautela/Pescina li 16 7[settem]bre 1795/io P[ad]re Gio:[van] Batt[ist]a Petrantonj hò rice[v]uto come sop[r]a”

“ Ill[ustrissi]mo, e Rev:[erendissi]mo Sig.[no]re P[adro]ne Coll[endissi]mo/Per discarico del mio dovere le partecipo essere già in mie mani il Processo/formato da cotesta Curia a Ricorso del P[ad]re Bonaventura Continenza contro il/P[ad]re Domizio Iacobucci, e l’ho trovato di carte scritte numero cento, e non trascu=/rerò di eseguire quanto dalla Maestà del Sovrano, che Dio sempre feliciti, mi/viene prescritto. Di tanto dovea ( è stato corretto n.d.r. ) riscontrarla, ed augurandomi l’onore di molti/suoi pregiati comandi col douto rispetto passo a segnarmi/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Rev:[erendissi]ma/Scurcola 20 7[sette]mbre 1795/ Di[votissi]mo Ser.[vitore] V.[er]o Ob[l]ig.[atissi]mo/Fra Guglielmo Rossi ( al margine sinistro si legge : “ Sig:[no]r Can.[oni]co D.[on] Fran:[ces]co Cambise/Vicario Capitolare de Marsi/(Pescina)” n.d.r. )

“ Nella Curia Capitolare de Marsi/Comparisce il P[ad]re ExProv[incia]le Oronzio Palanza del 3° Ordine/di S. Fran:[ces]co, e dice aver perinteso come a querela de’/P[ad]ri del Conv[en]to di S. Antonio di Scurcola siano stati im=/putati varj delitti al P[ad]re Domizio Iacobucci, Sacerdot=/te dello stesso OrdIne, presso questa R[everendissi]ma Curia, e che/siasi degnata commettere l’informo al Sig:[no]r Canonico/D.[on] Gio:[van]Battista Cardone di Cappelle. Non sa il Comparen=/te se i delitti siano stati commessi intra, o extra Clau=/strum; e perciò supponendo, che gl’atti dell’informo/siano stati compilati, e rimessi in Banca. Perciò fa i=/stanza, che gli medesimi restino ( è stato corretto n.d.r. ) esaminati, e trovan=/dosi delitti acclarati punibili, e commessi extra Clau/stum, la R[everendissi]ma Curia proceda alla pena; ma essendo/ i delitti extra Claustrum commessi, il Comparente per/difendere i diritti della Religione, e come P[ad]re di Pro=/vincia, fa istanza rimettersi gl’atti a legittimi Superiori/del supposto Reo, giusta le Reali disposizioni, altrime[n]ti/formiter dice di nullità di ogni passo, ed atto, che po=/tesse farsi. Et ita salvi./

“Nella R[everendissi]ma Curia de Marsi/Comp:[arent]e Il P[ad]re Domizio Iacobucci del 3[ter]zo Ord:[in]e di S. Francesco, stanziante nel Ve[nera]bile/Convento di Scurgula, ed espone, che hà perinteso un Complotto frà/Religiosi, e Secolari contro la di lui Persona, per voler procedere colla/Schiettezza Religiosa, e non aderire alle idee de Complottati; tanto ciò/vero, che gli è giunta notizia di essersi accinti a ricorrere in que=/sta R[everendissi]ma Curia, contro di lui, che perciò Siasi delegato il Can:[oni]co/D.[on] Giambattista Cardone di Cappelle, per appurare qualchè escogitata/menzogna: ma Siccome la persona di d:[ett]o Canonico riesce per l’es=/ponente Suspettissima, e potrebbe circonvenirsi dai raggiri de Com=/plottati; così riverentemente con giuramento lo ricusa, e lo allega/per Sospetto non animo offendendi, sed t[a]m jura Sue tuendi per li/Sequenti capi/1° Perché d:[ett]o Can:[oni]co Cardone hà una forte obbligazione coi Religiosi di d:[ett]o/Convento, per averne riceute finezze nell’ultima Predicazione della/parola di Dio, per cui gli fù commensale più volte con riceverne at=/tenzioni distintamente: Or li Principali Emoli dell’Esponente Sono/gli Stessi religiosi: Dunque il Delegato loro Aderente, ed Amico, non/deve, ne può procedere contro Esso medesimo./2° Perché il Secolare Complottato è in capite Libri D.[on] Luigi Ettorre, il/quale Si è pubblicamente dichiarato persecutore dell’Esponente: ma/d:[ett]o Ettorre del continuo tratta, ed è commensale con lo stesso Sig:[no]r De=/legato: Dunque ragion non vuole, che le sue azzioni Siano conosciute/da un animo tutto propenso ver dell’animosità de Nemici.//3[ter]zo Perché corre voce, anzi è certo, che d:[ett]o Sig:[no]r Delegato Senza Partecipa=/re la Sua commessa al Ministro Provinciale, intenda far carte, Sen=/tir Testimonj, e disporre le Cose a piacere degll’Emoli; quando In/tal modo di procedere non Solo è animoso, ma benanche contro le/Leggi Padrie: dunque la Sua Commessa deve ritrattarsi./Che però ne ha ricorso in questa R[everendissi]ma Curia, e protestando, che/non intende rinuciare alle Regali Determinazioni in Simi=/li rincontri, ma che intende farne uso con Somma venera-/zione, fa ist[anz]a di ordinarsi a d:[ett]o Sig:[no]r Delegato, che più non pro=/ceda Sotto quelle pene, che si Stimeranno migliori; e protesta/formalmente, che non intende aderire q[uate]nus e che intende/dichiarare nullo qualunque atto, criminoso, qualunque ricorso/e di avanzare querela contro li Calunniatori, et ita Salvi”

“ Mi comanda il Re di rimettere a V.[ostra] S.[ignoria] i ricorsi d[e]l P.[adre] Domi-/zio Iacobucci, d[e]l P.[adre] Oronzio Palanza, e d[e]l Proc.[urato]r d[e]l Conv:[en]to/d[e]l  Ord.[in]e di Scurcola, relativam.[ent]e a’ disordini, che si veggo-/no esistere nel Monist.[er]o Sudd.[ett]o, affinchè cot.[est]a Curia S’inca-/richi di tali ricorsi, procuri Senza umani riguardi l’esat-/to appuram.[en]to d[e]l vero, e Solleciti l’ordinato informo./Napoli 8 Ag.[ost]o 1795/Fer[rant]e Corradini”

eEEEeeeeeeeeeeEHHHHH               EEodem retroscripto die, et“ S[ua] R.[eal] M.[aestà]/Sig.[no]r/Il P[ad]re Domizio Iacobucci Sacerdote Professo del 3° Ord.[in]e di S. Fra[n]=/cesco Prov.[inci]a dell’Aquila stanziante nel Conv:[en]to di S. Ant.[oni]o fuori/La Terra di Scurcola, prostrato al Real Trono di V.[ostra] M.[aestà], per puro/zelo, e discarico della propria Coscienza, umilm:[ent]e espone, come nel/Sud.[ett]o Conv:[en]to tutti li Relig:[ios]i ivi stanzianti non fanno altro, che eser=/citare un vero dispotismo colle rendite di esso Conv:[en]to, attaccati ad ar-/recchire i proprii Parenti, ed Amici, niente pensando al proprio/dovere, dilapidando Le rendite, e gli avanzi del Med.[esim]o/In fatti Sire Clementissime il Conv:[en]to di Scurcola, ave circa due mila/docati di rendita annui, qual rendita sarebbe anche maggiore se/si crescessero gl’affitti, e colonie de i Parenti de stessi Relig.[ios]i/coll’offerte maggiori, che si fanno dagl’altri. Circa docati mille, ed/ottocento compariscie ne i Libri ave di avanzo, ma questi bona parte/stanno in mano de partecolari Religi:[ios]i per farli negoziare a proprii Pa=/renti: che se per accerto del vero si farà perquirere il deposito, ove de=/ve stare racchiuso il credito del Conv:[en]to si troverà molta somma ivi/non esistente. Dippiù p[er] contemplaz:[ion]e de referiti Loro Parenti, ed/Amici, il Conv:[en]to med.[esim]o deve esigere sopra docati tremila, tutto di attras=/so./Nel Conv:[en]to Sud:[ett]o attualmente vi sono di Famiglia duodici Relig:[ios]i, tutti/affannati per i rapporti particolari. L’Istesso Oratore sin dal principio/del passato Mese umiliò al R.[eal] Trono altro ricorso dell’istesso tenore;/Così traspiratosi da i Relig:[ios]i, esposero postiriorm.[en]te calunniosa querela/contro il mede.[esim]o p]er] cuise ne stà accappando l’informo della Curia de/Marsi, ed abbiano impedito d.[ett]o ricorso; di nuovo dunque si prega S.[ua] R.[eal]/M.[aestà] farne prendere rigoroso informo, e l’averà ut Deus/Io P[ad]re Domizio Iacobucci Relig.[ios]o Professo, del 3° Ord.[in]e di San Fran=//cesco, nativo della terra di Ajelli supplico come sopra/Io d[on] Ant.[oni]o Maccallini Test.[imoni]o/Io Prospero Berardi Test:[imoni]o/Presens Supplex Libellum esse scriptum, et sub[scri]ptum à R[everen]do/P[a]dre Domitio Iacobucci huius T[er]re Agelli eius/pro/prio Caractere coram Suprascriptis Testibus T[er]re pre/dicte, testor Reg.[i]us Not.[ari]us Ioannes Nicolaus Angelo-/ni d.[ict]e T[er]re Agelli, et in fidem meo Solito Signo/requisitus signavi. Laus Deo, ac S. Francisco/Xaverio semper/Datum Agelli die 20 M.[ensi]s Junii 1795./( segue il tabellione del citato notaio n.d.r. ) Id.[e]m qui Sup.[r]a Reg.[i]us Not.[ari]us Angeloni/m.[an]u p[ro]p[ri]e “

“ S.[ua] R.[eal] M.[aestà]/Sig:[no]re/Il Porc.[urato]re del V[enerabi]le Convento di S.[an]to Antonio del Terz’Or-/dine di S.[a]n Fran.[ces]co nella Terra do Scurcola, in Prov.[inci]a/d’Apruzzo Ultra, prostrato al R[e]l Trono di V.[ostra] M.[aestà] con/umili Supp:[li]che l’espone,  come in d.[ett]o Convento dimo-/ra il P.[adre] Domizio di d.[ett]o Ordine il q[ua]le/si è reso dispoticam.[en]te indipendente de’ Suoi/Superiori, e disturba la Communità Religiosa; ma/anche con Scandalo di quella Popolazione, e per/quanti mezzi sonosi presi da Superiori non è riu-/scito di emendarlo p[er] le protezioni, che tiene/di taluni presso del Gov:[ernato]re di detta Terra di Scur-/cola, e Curia di Pescina, e Marsi, p[er] cui non si/è possuto punire, anzi si ha presa la libertà/di querelare anche li Superiori con la Famiglia/Religiosa contro ogni ragione, e con umiliare Supplica, al R[ea]l Trono con asserire cose non vere/per colorire la sua mala condotta, e dovendosi/precisam.[en]te provvedere prima che insorgono dei/Sconcerti maggiori, occorre un Giudice im-/parziale, ed indipendente per dar  Sesto all’/occorrente; Perciò nel nome Sudetto ne Ricor-/re dalla Somma giustizia, e Clemenza di V.[ostra] M.[aestà], e la Supplica compiacersi ordinare/al Delegato della nostra Real Giurisdiz.[io]ne/che si richiami gli atti di tal pendenza/proceda, e quindi bisognando providenza Su-/periore riferisca a V.[ostra] M.[aestà] locche occorre,/p[er] evitarsi gli Scandali, che sono addivenuti/e l’avrà a grazie, ut Deus/D.[otto]r Gennaro Gatto Sup.[pli]ca come Sopra/Il Sud:[dett]o Mem[oria]le è stato Sotto[scri]tto da prop.[ri]a mano del d.[ett]o D.[otto]r D.[on] Gennaro Gatto/Sup.[plican]te; Ed in fede Napoli li quattro Agosto 1795=/N.[ota]r Dom.[eni]co Grapoli di[….]”

“ S.[ua] R.[eale] M.[aestà]/Sig:[nor]e/IlPadre Domizio Iacobucci del 3° Ordine di San Francesco stanzian-/te nel Convento di S. Antonio fuori di Scurcola Umilis.[si]mo Sudito di/V.[ostra] M.[aestà] prostrato avanti l’Augusto R.[eal] T[rono], divotamente le rappresen-/ta, come tempo fa umiliò altra sua supplica, mosso dal solo scarico/di sua Coscienza, e le rappresentò La cattiva Condotta, che si tiene in/d.[ett]o Cov.[en]to, ed il mal uso, che fanno della pingua sua rendita; ed/abbenche ora La V.[ostra] M[aestà] R.[eale] n’abbia prescritto rigoroso informo, sulle/esposto del Ricorrente, dalla Manuora de’ Religiosi, si è fatto ad=/dossare L’informo al Governatore Locale, il q[ua]le troppo obbligato/al Convento, ed a Religiosi del med.[esim]o opera p[er] favorirli; e non ne/puol far a meno, primo, perche tiene La Casa di d.[ett]o Cov[en]to, secon-/do, perche l’istesso Cov:[en]to Li somministra delle Vitture, e qualun-/que altra cosa, che gli sarà bisognevole; e così non appena rici=/uto L’incarico di accedere in Convento, tantosto ne diede aviso, del quale i Religiosi, sene approfittarono; ed in Segno del vero, in/vece di trovare nella Casa il cennato danaro a V.[ostra] M.[aestà] di docati/mille, e ottocento in circa, ci furono trovati solo docati cinque-/cento; quindi chiese i Libri d.[ett]o accordato Governatore, e gli furo=//no esibiti quelli di trè anni indietro, senza cacciare quei posteriori,/che fanno vedere d.[ett]a cennata somma di danaro e ne ritardano la/consegna di d:[ett]i Libri, e non si sa, che stanno facendo./Dal fin qui esposto può La M.[aestà] V.[ostra] ravisare La frode sì de Religio=/si, che di quel corotto Giudice; E perciò L’Oratore umilmente/La supplica a dare in suspetto il d.[ett]o Governatore; ed immediata-/mente rimettere altro informo all’Udienza dell’Aquila, ò ad al-/tra incorrotta Persona./In questa Capitale vi è un Laico mandenuto da d.[ett]o Conv:[en]to, q[ua]le non/fa altro, che andare nelle sue Regali Secretarie impede[n]=/do i giusti Sfochi de Recorsi, onde sarebe bene S.[ua] M.[aestà] riman=/darlo in sua Provincia./Per fine, Sire Clementissime, L’oratore è in circostanza tale,/da dovere implorare la Sovrana V.[ostra] Prodezione; mentre ora/è molto bersagliato, per aver rappresentata La Verità a V.[ostra]/R.[eal] M.[aestà], e quel che è peggio, e per stare con piena Loro libertà/in d.[ett]o Conv:[en]to, cercano di discacciarlo, nonostante, ch’è Figlio di/d.[ett]o Conv:[en]to, e contro Le Reali Determinazioni! Dippiù L’istes=/so Oratore, prostrato a piedi di V.[ostra] M.[aestà], e La supplica, che stante/La sua notoria povertà Religiosa, nell’informo che si beni/gnerà commettere, si compiaccia anche ordinarlo a spese del/Convento Med.[esim]o, e del tutto Lo riciverà a gr[ati]a ut Deus/Io P[ad]re Domizio Iacobucci scrissi di proprio pugno come Sop.[r]a/La presente sottoscrizione è di proprio carattere del P[ad]re Domizio Ia=//cobbucci a me ben cognito, e l’attesto io Notaro ed in fede Richiesto ho segna=/to Lode a Dio/Ita es. Ego Vincentius Rampa de Ta=/leacotio Avezzani degens Re.[giu]s Not[ariu]s “ ( segue il tabellione del citato notaio ed è mancante della data n.d.r. )

“ S.[ua] R.[eal] M.[aestà]/Sig.[no]re/Il P[ad]re Oronzio Palalnza ExProv[incia]le del 3° Ordine di S. Fran=/cesco in Prov[inci]a di Apruzzo, prostrato al Real Trono/di V.[ostra] M.[està] umilmente espone, come il P[ad]re Domizio/Iacobucci stanziante nel Convento di Scurcola,/e Figlio dello stesso Convento, con due ricorsi u=/miliati al Real Trono di V.[ostra] M.[aestà] rappresentò il/dispotismo di quei Religiosi ivi stanzianti, i quali/tutti intenti ad impinguare i loro Parenti dilapi=/davano le rendite di quella Comunità, che van=/ta l’annua rendita di circa ducait duemila,/la quale sarebbe anche maggiore, se si accettas=/sero le offerte di altri Oblatori, esclusi li Parenti/de’ medesimi Religiosi. Per particolari rapporti/non si sono esatti circa altri ducati duemila; e//nel Deposito quantunque dovesse esisterci circa du=/cati milleottocento danaro contante di avanzo,/siccome apparisce nei libri di registro, tal danaro/non eravi, per essersi bona porzione di detta som=/ma estratta dalli stessi Religiosi contro le Costitu=/zioni dell’Ordine, facendoli negoziare a loro Pa=/renti, ed amici; e perciò il detto P[ad]re Domizio/Iacobucci mosso dal zelo ne ricorse a V.[ostra] M.[aestà]; affin=/chè ne avesse commesso l’informo; e V.[ostra] M.[aestà] ne/incaricò il Governatore Locale./Ora il Supplicante hà perinteso, che il ricorrente/P[ad]re Domizio siasi unito con gli stessi Religiosi,/contro i quali avea ricorso, temendo forse le/loro minaccie, né abbia voluto rattificare il/ricorso fatto a V.[ostra] M[aestà]; ed hà con ciò impedito al/Governatore accaparne l’informo./Se fosse così, sarebbe motivo di moltiplicare scon=/certi, e far crescere il numero de’ Discoli, e ren=/dere quei Religiosi viepiù indisciplinati con/il danaro di quella Comunità, i quali finan=/che mantengono un Laico nella Capitale per//occultare i ricorsi, che si fanno a V.[ostra] M[aestà]/Quindi il Supplicante mosso da puro zelo, eco=/me Padre della Provincia ne ricorre a V.[ostra] R.[eal] M.[aestà], affinchè si degni commettere l’informo su/tali fatti, non già al Governatore Locale, chi sem=/pre si trovarebbe infedele nel disimpegno,/perché aderente di quei Religiosi, ed abita/nella casa dello stesso Convento; ma bensì ri=/metterlo all’Udienza dell’Aquila, con ordi=/nare alla medesima di rigorosamente esa=/minare la rendita di quel Convento di Scur=/cola, l’esigenza non esatta, ed il danaro di a=/vanzo, che esiste nel Deposito, affinchè verifi=/candosi il dispotismo di quei Religiosi, possa/darvisi l’opportuno riparo, ed inibire, che il/Superiore di quel Conv[en]to in appresso non sia/nazionale ( è stato corretto n.d.r. ), né di quei contotni, ma essere/un Soggetto ( è stato corretto n.d.r. ) probo senza particolari rappor=/ti. E l’avrà ut Deus/Io P[ad]re Oronzio ExProv[incia]le Palanza supplico come/sopra per mano propria//Ita est testor Reg.[iu]s Not[ari]us Liborius Centofanti de Luruto Aquile degens/et reg.[iu]s signavi. Laus Deo” ( segue il tabellione del citato notaio n.d.r. )

“ S.[ua] R.[eal] M.[aestà]/Sig:[no]re/Il P[ad]re Bonaventura Continenza attua=/le Priore del V[enerabi]le Convento de P.P.[Padri]/Francescani del 3° Ord:[in]e nella Terra/di Scurcula Luogo di questa Diocesi/dei Marsi sin dalli 6 di Maggio cor=/rente anno 1795 con dilui formale/istanza ebbe Ricorso in questa Curia/Cap:[itola]re esponendo, che il P.[adre] Domizio/Iacobucci Stanziante in d.[ett]o Convento/da due anni a questa parte, negava/La dovuta obbedienza a Superiori,/usciva di giorno, e di notte dalla Clau=sura a Suo piacere, Si portava/in varj Luoghi a giuocare, ballare,/banchettare anche mascherato con/grave Scandalo de’ Secolari, e cor=/reva publica voce di Ritenere/una pratica disonesta. Avea/in oltre il d.[ett]o P.[adre] Domizio una chiave/falsa, e Rubbato nel granajo del/Rid.[ett]o Convento, considerevole quan=/tità di grano; ed in un (sic) notte essen=/doli Stata Rattenuta dai PP.[Padri] dall’istes=/so Convento una Salma di grano,/che da quello Estraeva, con averla/Riposta in una Camera chiusa a Chia=/ve, Egli nella mattina Seguente,/proferendo bestemmie contro Dio//e li Santi, e minacciando di vita il/Priore, e gl’altri Padri Si aveva/Ripigliato il grano, e fattolo portare/nella Vicina T[er]ra di Scurcula l’avea/ivi Venduto./Che p[er] Effetto delle Minaccie fatte dal P.[adre] Domizio il Sud:[ett]o P.[adre] Priore era nel=/la necessità di Star chiuso, e Custo=/dito in Camera, temendo della p[ro]p ria(è scritto sopra n.d.a.)/Vita, se senza fondam.[en]to perche/un Egual timore avevano li garzo=/ni del Convento Sino ad Essersi li=/cenziati, e p[er]che il P.[adre] Domizio an=/dava di continuo armato con armi/proibite; Laonde domandò prendersi/del tutto diligente informo, e frà di/tanto procedersi all’arresto dello Scor=/retto Religioso p[er] sicurezza della p[ro]o[pri]a/Vita, e p[er] evitarsi li mag.[gio]ri Eccessi,/che poteva commettere./In vista di tal Ricorso ordinai su l’Esposto/la diligenze, ed in caso di Sussisten=/za l’informaz:[ion]e che commisi ad un/Can:[oni]co Sacerdote di Cappelle Luogo nel=/le Vicinanze di Scurcula. Frà di tanto/Ricevei Lett.[er]ra del P[ad]re Provinciale dell’/espressata Religione, colla quale mi/significò aver inteso d’essere stati/avanti di me dedotti alcuni delitti/commessi dal Religioso P.[adre] Domnizio/Iacibucci, quali Essendo veri, sicc.[om]e/erano stati Commessi dentro il Chiostro/cosi ad Esso//così ad esso, e non alla Curia ne/spettava la Cogniz:[ion]e, ed il castigo.Non/stimai far Sospendere l’informo, che/Si stava prendendo, p[er] vedere se li/delitti de quali eran com[m]essi dentro, o/fuori del Chiostro./Compilatasi intanto dal Com[m]issionato le/Diligenze, e poi la giudiziaria infor=/maz:[ion]e, avendo Rimesse aquesta Cu=/ria tutte le Carte formate, dalla/prova in genere si Rileva, che/nel granajo del convento siansi tro=/vata mancanti Salme dieci, e coppe/undeci di grano. Dalla prova in/Specie costa, che il P.[adre] Domizio Ia=/cobucci in quest’anno abbia vendute/Salme cinq.[u]e e più di grano, e che/essendosi avuta di una di Esse la mo=/stra, e fattosi il confronto con il grano/del convento siasi trovato, ed appura=/to esser stata dell’istessiss[i]ma qualità/del grano del granajo del convento/med:[esim]o; che in una notte dell’antepassato/mese d’Aprile il P.[adre] Domizio cacciasse/dal Convento una Salma di grano, e/Ricevutosi l’avviso dal P.[adre] Priore, ac=/corresse esso stesso cogl’altri PP.[Padri] a/Ripigliarla da un secolare, che la con=/duceva, e fattola Riponere, e chiudere/a chiave nella dispensa del pane,//Esso P.[adre] Domizio nella mattina seguen/te tentasse con urti, e calci di Rompe=/re la porta di d.[ett]a Dispensa, e non/essendoli Riuscito, a forza di Spergiu=/ri, e minaccie contro il Sunnominato/P.[adre] Priore l’obligasse a aprire la por=/ta sud.[ett]a della Dispensa, facesse pren=/dere di nuovo la Salma del grano, e/fattala( è stato corretto n.d.a.) caricare la mandasse nella/Vicina Terra di Scurcula; Rilevasi/ancora, che il P.[adre Domizio avesse la/Chiave falsa del granajo Essendosi/Costato d’aver data incombenza a/più d’un artefice, con il disegno in/Carta di fare d:[ett]a chiave. Rilevasi altresì che il P.[adre] Domizio in/diverse occasioni abbia maltrattato/il P.[adre] Priore, e minacciato di Vita, co=/me abbia fatto ad altri Religiosi,/e Secolari di Servizio del Convento./Che abbia sempre Ritenuto in Sacca/un trinciante, un Stocco nel bastone,/e nella Camera una pistola. Altri/testimonj hanno parim:[en]te deposto, che/il P.[adre] Domizio facesse una satira con=/tro un P[ad]re Francescano, che avea/predicato nella Quaresima in Scur=/cola, ed esiste nel processo una Let=/tera infamatoria da esso Scirtta ad/una Donna della stessa Terra di/Scurcula.//Ho Rilevato finalm.[en]te, che l’istesso P.[adre]/Domizio, spessissimo in più Paesi ab=/bia giuocato con Secolari a Ruzzica/con il Casciospogliato dell’abito, ed/abbia cantato di notte tempo p[er] le/strade, e siasi qualche volta mas=/cherato./Che frequenti La casa di alcune don=/ne, e di Essere andato con Esse in/Campagna a divertim.[en]to, ed essere/stato Veduto in un giorno trattenersi/in un basso di casa Rurale con una di/dette donne abbia dato motivo di mor=/moraz.[ion]e, e di Scandalo, e l’istessa/mormoraz.[ion]e, e scandalo abbia cagio=/nato colla dilui Vita Rilasciata, e/niente propria di un Religioso./Nelli atti della cennata informaz:[ion]e esi=/ste un fede giurata fatta da alcuni/Cittadini della Scurcula presso gl’/atti di quella Corte locale a Richie=/sta del P.[adre] Domizio colla quale atte=/stano d’avere nella Ricolta dal/grano fatto nell’anno prossimo scor=/so vendute ad Esso P.[adre] Domizio diverse/quantità di grano, cosicche non po/tendosi Supporre, che la compra di/detto grano l’abbia fatta p[er] provi=/sta del Convento, p[er] non aver Egli/in esso alcun Officio, deve dirsi,/che sia stata p[er] negozio, che è//proibito ad un Eccl[esiast]ico, e molto più/ad un Religioso/Per non entrare in briga col sunnoma=/to P.[adre] Pro[vincia]le mi fò un dovere passare/tutto all’alta e sublime intelligenza/della M.[aestà] V.[ostra], da cui imploro il Sov:[ran]o/Reale Oracolo, se p[er] li delitti com[m]essi/fuori dal Chiostro dal divisato P[ad]re/Iacobucci debba procedere questa/Curia, o pure debba Rimettere tutte/le Carte al dilui P[ad]re Pro[vincia]le, affinche/proceda Egli a quanto si conviene/di giustizia p[er] il castigo ed emenda/di d.[ett]o Religioso, e specialm.[en]te p[er] Ripa=/rare, e togliere la mormoraz.[ion]e, e lo/Scandalo, che il med.[esim]o a quella/Popolaz.[ion]e colla dilui Rilasciata Vita./Ed al Real Soglio prostrato, mi/umilio al bacio della S.[ua] R.[ela] Mano./Di V.[ostra] R.[eal] M.[aestà]/Pescina 26 Giugno 1795/( sotto al margine sinistro si legge: “ Per la Real Seg:[rete]ria dell’Eccl[esiasti]co/|Napoli| “ n.d.r.).

PROCLAMA DI RE FERDINANDO IV

“ FERDINANDO IV.

PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, CASTRO ec.ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec. ec.ec.

A’ Suoi Fedeli, Bravi, ed Amati Popoli degli Abbruzzi

NEll’atto, che io sono quì nella Capitale del Mondo Cristiano a rimettervi la Sacrosanta Nostra Religione, che coloro. i quali dicono sempre di voler rispettare, hanno distrutta e rovesciata dai fondamenti; i Francesi, coi quali ho fatto di tutto per vivere in pace, minacciano di voler penetrare nel Regno per gli Abbruzzi. Io accorrerò tra breve con un forte e numeroso Esercito a difendervi; , ma intato armatevi, ed opponete all’inimico nel caso che avesse l’ardimento di passare i confini, la più valida, e coraggiosa difesa. Armatevi, e marciate contro di lui. Sostenete la Nostra Religione; sostenete il vostro Padre, e Re, ch’espone per voi la propria vita; e ch’è pronto a sagrificarla per la vostra difesa, e per conservare a voi quanto avete di più caro, la Religione, l’onore delle vostre mogli, delle vostre figlie, delle vostre sorelle, la vostra vita, e la vostra roba. Ricordatevi, mei cari Abruzzesi; che siete Sanniti, e che avete sempre date chiare ripruove del vostro valore, e della vostra fedeltà. Son sicuro che tutti, quanti siete, vi difenderete bravamente; ma chiunque fuggirà, sappia che non eviterà il pericolo, anzi lo affonterà indubitatamente; perché oltre alla perdita dell’onore, sarà trattato dai Comandanti Militari, e Regj Ministri, come ribelle alla Corona, e nemico di Dio, e dello Stato. Chi ha coraggio non sarà mai vinto: ed i Francesi non hanno mai vinto che quei, che hanno dimostrato la più vergognosa timidezza. Pensate che voi avete a difendere il proprio Paese, che la natura stessa difende colle vostre montagne, dove nessun’ Armata si è mai avanzata senza trovarvi il sepolcro. Pensate, Abruzzesi, che voi nelle vostre tre Provincie siete settecentomila abitanti, e che non dovete farvi soggiogare da qualche migliajo d’inimici. Voi più che ogni altro avete dovuto vedere lo stato di miseria, nel quale sono i Romani. L’inimico gli ha tolto tutto, niente gli resta che la propria disperazione, e la fiducia, che hanno in Dio, e in Me. Coraggio bravi Sanniti, coraggio Paesani miei. Armatevi, correte sotto i miei Stendardi. Unitevi sotto i Capi Militari, che sono nelli luoghi più vicini a voi. Accorrete con tutte le vostre armi. Invocate Iddio, combattete e siate certi di vincere. Dato dal Quartier Generale di Roma li 8 Dicembre 1798. FERDINANDO.”(1)

Note

  1. Archivio Diocesi dei Marsi, Avezzano, E.3.102.

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

1799/Schede di Notar Sante/Scoccia di Rocca di Mezzo/

“ Die vigesima octava Mensis Februarii 1799 Inditione Seconda In T[er]ra Rodii,/et proprie in Sacristia V.[ergin]e Madonne d.[ict]a T[er]re sita juxta  Nos Antonius/Mostacci  T[er]re Paganice Judex- Sancte Scoccia T[er]re Rocci Medii No-/tarius, et Testis Rev: D. Aloysius Cocciante T[er]re Rocce Medii=/Rev: D.  Septimius Micarelle T[er]re Tornimpartis, et Rev. D. Matteus Coro-/na di[cte] Terre Testamur quod/Essendosi questo sud.[ett]o giorno radunato + ( è scritto sopra. Al margine sinistro così si legge : “ + in Congresso in questa T[er]ra di Rojo,/e propriam.[ent]e nella Ven.[erabi]le Sacrestia della/Chiesa Sotto il titolo della Madonna di Rojo/coll’intervento ed assistenza di D.[on] Gio:[vanni] Sa=/lomone, che lo ha fatto radunare p[er] le pre=/senti circostanze del Regno, e di questa/Prov.[inci]a, e p[er] ripetere solennem.[en]te la Coaliz=/zaz.[ion]e , fissare un Capo G[e]n[era]le p[er] il Coman=/do effettivo, di Sodisfaz.[ion]e de’ Capimassa, e/Comandanti delle Masse delle rispettive Uni[versi]tà/Sono intervenuti ” n.d.r. )i capoMassa/Abb.[at]e D.[on] Vincenzo Micarelli Comandante quella/di Cicoli=Arcip.[re]te ( è scritto sopra n.d.r. ) D.[on] Francesco Fattapposta del Borgo=/Colle fecato, D.[on] Feliceantonio Recina p[er] Ovin-/doli, e Rovere, Dom.[eni]co Antonio Terquij p[er] Prata/P.[adre] Domizio Iacobucci per la Scurcola=D.[on] Anto-/nioMostacci p[er] Paganica,e S. Gregorio (  è scritto sopra n.d.r.  ) D.[on] Vincenzo Leoni/per Caporciano=D.[on]Gio:[van]Batt[ist]a Clemente e D.[on]/Francesco Lolli p[er] Avezzano=D. Bandassarro Cata-/lano dell’Aquila, e ( è scritto sopra n.d.r. ) D.[on] Francesco/Carli p[er] Fossa=D.[on] Pietro Pietro Leoni p[er] Arischia=/Not.[ar] D.[on] Giuseppe Colantonio p[er] Santa Maria/Del Ponte=D.[on] Felice Colasj p[er] Barisciano=/D.[on] Camillo Camilli per Beffi/D.[on] Luigi/Galli p[er] Acciano=D.[on]Agapite  Cortelli p[er]/Civita Retenga=Francesco Trionfi p[er] il/Tione + ( al margine sinistro si legge : “ Sacerdote D.[on] Settimio, e No-/t[a]r D.[on] Dom.[eni]co Ant.[oni]o Fra[te]lli Micarelli Med.[i]co D.[on] Giuseppe Angelini #(al magine sinistro si legge: “ à D.[on] Agostino Carnicelli, e Stefa-/no Ortenzj per tutto lo Stato “ n.d.r. ) per ( è stato cancellato n.d.r. ) Tornimparte=D.[on] Giuseppe Attily per/Leofreni=D.[on] Alesandro de Carolis per/Scoppito=D.[on] Beniamino Leosini p[er] Pretu-/ro= e Forcella ( è scritto sopra n.d.r. ) D.[on] Fran.[ces]co Giuliani per Fiammignano=/D.[on] Luigi Angelini p[er] Gamagna= D.[on] Gio-/vanni Gregori p[er] il  ( è stato cancellato n.d.r. ) Campolano=D. ( è stato cancellato n.d.r. ) Lui-/gi Bussi p[er] Gergenti= e Pasquale Luce p[er]/S.[anta] Anatoglia=Dom.[eni]co d[e]l Grande p[er] R.[occ]a S.[anto] Ste-/fano=//Luigi di Felice per Poggio di Valle= Signor An=/tonio d’Antonio p[er] di Rocca di Cambio= D.[on]/Massimo Quatrari dell’Aq[ui]la ( è scritto sopra n.d.r. ) p[er] Bagno=Med.[i]co D.[on]/Pietrantonio de Angelis p[er] Civita di Bagno=/D.[on] Dom.[eni]co Antonio Torsini p[er] Barisciano=/Francesco Parascenzo p[er] S.[an] Demetrio=N.[otar]/ ( è scritto sopra n.d.r. ) D.[on]/Vincenzo de Amicis p[er] Pizzoli, Giacinto/Lucadetonj p[er] Fonte Avignone=D.[otto]r D.[on]/Alessandro de Santis + ( è scritto sopra n.d.r. ) p[er] Ocre= No[tar]+ ( è scritto sopra n.d.r. ) D.[on] Ber-/nardo Magnante p[er] Ocre ( è stato cancellato n.d.r. )=Pompeo Ian-/nini p[er] il Poggio S.[an] Gio:[vanni]=Sig.[no]r Paolo Chia=/relli p[er] Castel Menardo=Bernardo Coraz-/za p[er] il Corvaro=Lorenzo Scarapella p[er]/Colli=Sig.[no]r Francesco Alessio Durastante/per Torre di Taglio=Filippo Calabrese p[er]/Radicaro,=D.[on] Bernardino Marinucci p[er] Sas-/sa D. ( è stato cancellato n.d.r. ) Ferdinando Vicentini p[er] Tem-/pera=S.[igno]r ( è scritto sopra n.d.r. )Giosaffatte Lantarchi p[er] Rojo=/D.[on] Giuseppe Fabrizj p[er] Cagnano=D.[on]/Vicenzo Curti p[er] Torano=Attanasio/Marcone p[er] Spedino=D.[on] And.[re]a Petricca p[er]/Magliano=D.[on] Gaetano Padovani dell’( è stato corretto n. d. r )/Aquila p[er] Collebrincioni ( segue una cancellatura n.d.r. ) Antonio Mo-/sca p[er] Assergi=D.[on] And.[re]a Facchinei per/Filetto=,Paolo Moscardi p[er[ Camarda D.[on] Ferdinando Tramontelli, e ( è scritto sopra n.d.r. )/Luigi Ippoliti p[er] Aragno=Pangrazio/Silvery p[er] Peschio Maggiore=D.[on] Salvato-//re Salvatore p[er] Monticchio=D.[on] Antonio/Magnantep[er] S.[ant’]Eusanio=Felice Marti-/nelli per Peschio Rocchiano, e Civitella=Sig.[no]re Luigi Morelli p[er] Nescie=D.[on] Filippo de Mat-/teis p[er] Fagnano=Pasquale Mariani p[er]/Bazzano,Sig[no]r Ciro Ludovici p[er] Onna=D.[on]/Antonio Cerulli solo(è scritto sopra n.d.r.) dell’Aquila= ed io Infra[scri]tto/Reg.[i]o Notaro stipolante ( è scritto sopra n.d.r. ) Sante Scoccia +( al margine sinistro si legge :” +comandante, e capo di quella” n.d.r. ) per ( è stato cancellato n.d.r. ) Rocca di Mezzo,/e T[er]ta Nera.# ( al margine sinistro si legge : “ # come anche il Sacerd.[o]te D.[on]Luigi/Cocciante Cappellano della med.[esim]a” n.d.r. ) Ed essendosi a costoro dal pre-/fato D.[on] Giovanni Salomone fatto presen-/te l’urgenza di Stringere l’inimico per-/che non potesse invadere, e sogettare le/rispettive Uni[versi]tà con provedere le med.[esim]e/dei necessarj presidj,ed ogni altra cosa/corrispondente alla valida difesa per cui/era necessario, che i Sig.[nor]i Capo Massa si/scegliessero un Generale di loro sodis-/fazione della cui fede non potesse du-/bitarsi, e dele ( è stato corretto n.d.r. ) di lui attaccam.[ent]o alla sa-/crosanta Religione, alla Real Corona,/ed allo Stato ne avesse dati riprove+(al margine sinistro si legge: “+ Ed invocatosi per l’effetto l’as-/sistenza del Dio degl’Eserciti, e dello/Spirito Santo col canto del Veni Cre-/atorSpiritus rassettati gl’intervenu-/ti, ” n.d.r. )E ( è stato cancellato n.d.r. ) consideratosi l’incessante moto l’abili-/tà fedeltà, ed impegno presosi sempre/dal prefato D[on] Giovanni Salomone p[er] la/causa comune con essere stato sempre/irrequieto, e vigilante fin dal p[ri]mo/momento dell’invasione con avergli/gagliadartam.[ent]e resistito in difesa d’Ari-/schia, e Stato da tutti i soprad.[ett]i//Capo Massa anche in nome delle Masse in-/tere nominato, accalamato, e dichiarato/Generale Comandate di tutte le mas-/se sud:[ett]e, e per l’effetto si è da ognu-/no de Capo Massa Congregati prestato/solenne, e formale giuram.[ent]o sul S.[anto]/Evangelo in mano di d.[ett]o Arcip.[ret]e Fattap-/posta di difendere fino all’ultimo san-/gue la Sacrosanta Religione Cattolica/l’ottimo Clementissimo Sovrano/Ferdinando IV= l’Augusta Consorte/Maria Carolina, e tutta la Real Fami-/glia, lo Stato, e la Padria, di ubbidre, essere sog[g]etto a d.[ett]o G[e]n[era]le, e di pen-/dere dai suoi ordini diretti all’oggetto/predetto. E perche tutto ciò possa in/ogni tempo risultare si è datol’or-/dine a me Not[ar]o di formarne ( è stato corretto n.d.r. ) il p[rese]nte/atto publico, da ( è stato cancellato n.d.r. ) e( è scritto sopra n.d.r. ) riportarlo nel mio/Protocollo, onde Lode a Dio “

ARCHIVIO DELLA DIOCESI DEI MARSI

c/60/1169, Aielli 1800

Ill.[ustrissi]mo, e Rev[erendissi]mo Sig.[no]re Sig.[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo

S.[ua] M.[aestà] ( D.[io] G.[razia]) con Real Disp.[acci]o de’ 25 del prossimo caduto Gen=/naro, diramato dalla R:[eal] Seg.[rete]ria di Stato, e dell’Eccl[esias]tico,/mi ha Sovranam.[en]te Comandato, che prima di riferire/sul Ricorso del P[ad]re Domizio Iacobucci, che p[er] i servigj re=/si nelle passate funeste vicende ha implorato di con=/ferirsegli, p[er] combenso l’Abadia di S.[an] Benedetto, avessi/intesa V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Rev[erendissi]ma, nonché Mons.[igno]r Vescovo di Sora,/relativ.[amen]te alla condotta di Esso P.[ad]re Domizio Iaco=/bucci, e colla mia Relaz.[io]ne avessi rimesso le risposte./In esecuz.[ion]e di tal venerato Real Comando prego V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissim]a, e Rev[erendissi]ma di/manifestarmi quel, che l’occorre sulla condotta del/menzionato Iacobucci, p[er] quindi ciecam.[en]te ubidire/a Supremi Voleri: Mentre in attenz.[io]ne del sollecito/riscontro, con sentim.[en]ti d’immutabile Stima passo/a protestarmi invariabilm.[en]te/D.[i] V.[ostra] S.[ignoria] Ill.[ustrissi]ma e Rev[erendissi]ma Aquila 2 Feb.[rar]o 1800/

Mons.[igno]r Vescovo de’                                     Devotis:[si]mo Obblig:[atissi]mo Ser.[vitor]e Vero

Marsi                                                                                                     Filippo Montesore  “

“ Sora li 12 Feb.[rar]o 1800

Monsig[no]r Riverit.[issim]o ed Amico Sing.[er]o/Lupus in fabula. Con lettera de 2 del corr[ent]e il Preside dell’Aquila/mi dice d’esserli stato imposto con Dispaccio di sentire voi e me/sulla condotta del P.[adre] Domizio Iacobbucci (sic) pria di riferire a S.[ua] M.[aestà] sulla/domanda fatta dal medesimo della Badia di S.[an] Benedetto. His positis/desidero che voi mi facciate un dettaglio sull’assunto per la verità/che appurerete, acciò possa rispondere con accerto intorno ai servigj, i/quali dice, avere resi allo Stato nelle passare emergenze./Qui è una buona giovine per nome Marianna Coletti dell’età di/circa diciotto, o vent’anni, ella è orfana, ma di buon indole è costuma=/ta, desiderebbe d’entrare in qualità di Conversa in Monastero;/ha una Zia Conversa nel Monastero di S. Caterina d’Avezzano vi pre=/go a fare in maniera, che sia colà ricevuta, ha il peculio previsto di/sessanta ducati contanti che li dà un Fratello, sicche potrebbe supplire/alle spesucce occorrenti; Raccomando alla v[ost]ra pietà quest’affare ch’inte=/ressa la mia paterna carità per la situazione, e sicurezza d’un ones=/ta, e povera ragazza che và per la buona strada./L’Arcid.[iacon]o Marchetti, il qual doveva qui venire pel Quaresimale, oggi/mi scrive che stà in letto, e non può venire, sto rimediando perciò/alla meglio./Qui siamo tuttavia tranquilli per grazia di Dio./I Fratelli Mammone con Dispaccio de 2 del cad.[uto] Genn.[ar]o da Palermo sono/stati esclusi da ogni RealeIndulgenza.V’abbr.[racci]o di cuore, e mi/raff.[erm]o/P.S. Se volete ch’io scriva a qualcheuno sul P.[adre] Domizio, suggeritemelo./D[evotissi]mo S.[erv]o ed Amico vero/Ag.o Vesc:[ov]o di Sora “

“Aquila 20 Feb.raro 1806/Veneratis.simo Am.[i]co e P[adro]ne/Attendo i vostri favori il più presto agl’intesi informi. Non/dubitate, che vi nomini/Il P.[adre] Domizio sento, che Siasi portato da buon Soldato, ma in con//seguenza da cattivo Frate. Ebbe a deporre l’abito, e volendo far quel/che fece non ne poteva far a meno. Di Lui si valse il Colonnello/Salomone per Araldo, avendo a parlamentare coll’inimico, e mi di-/cono, ch’eseguisse coraggiosam.[ent]e la sua commissione. Si trovò anche/alla resa di Rieti, e si vuole esserci andato per amor del sacro, ma è questa una pia supposizione. La Corte ha riguardo a q.[uest]i/tali, e ci vuol pazienza. Ma io spero, che s’abbia a distinguere/tra Ecclesiastici, che han predicato, e fatto da Cappellani, e quelli/che han preso il fucile, ed han fatto il Soldato. Se altro/saprò/dirivi appresso lo farò./Mi parlate d’impicci, ed io dico, beato voi. Preghiamo Dio/che ci ajuti. V’abb.[racci]o carissimam.[ent]e lovo.volte. Vale etiam atq.[ue] etiam/Franc.[es]co Sav.[eri]o[…]”

“ Ill[ustrissi]mo R[everendissi]mo Sig.[no]re Sig.[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo/per quanto mi comanda V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma R[everendissi]ma sapere in ordine alla condotta del P[ad]re Domizio prima delle Masse, nelle Masse, e dopo delle me/desime, e quali siano gli attuali diLui portamenti, no[n] so veram.[ent]e dirla/ con precisione. So, che varj anni sono fù processato p[er] ordine di cote-/sta R[everendissi]ma Curia, ad ist.[anz]a mi pare dei PP. del Convento del terz’ordine/della Scurcola, e ne fù incaricato D.[on] Giambattista Cardone di Cappelle,/e gli Atti formati dovrebbero essere in Cancelleria, o presso il fù Sig.[no]r/Vic.[ari]o Capitolare. Nel tempo delle Masse intesi, che nell’Aquila si la-/gnarono della di Lui condotta, ma io no[n] so particolarizzare il perche/Presentem.[ent]e trovasi in Ajelli fuori di Chiostro; veste p[er] quanto sento/da secolare, e p[er] lo più in Sarica. Domenica scorsa fu qui in Celano,/e venne anche senz’abito di Religioso, ma vestiva con vestito di de-/cente taglio, e colore. Intesi tempo fa, che in Ajelli vi fù una rissa/trà Giovinastri, ed egli il P.[adre] Domizio vi accorse con Sciabla, con cui/mi sisuppose, che menasse varj colpi, e che ferisse alcuni di que’/Naturali. Di poi però non sen’è più parlato. L’impostomi impe-/netrabil secreto no[n] mi ha fatto prendere altro informo, fuori di quello/io sapeva,  e che ho sopra narrato. Se mi riesce saper cosa di positivo/colla stessa riserba, non mancherò avvisarla. Ed intanto le bacio il Sa-/cro anello./Di V[ostra] S.[ignoria] Ill.[ustrissi]ma Re[verendissi]ma. Celano li 26 Feb.[rar]o 1800/D[evotissi]mo U[milissi]mo Sud.[dit]o Ser.[vito]r V[ostr]o Obl[igatissi]mo/Marco Coja “

“ Tagliacozzo 4 Ma[gg]io 1800/Monsig[no]r Ven[eratissi]mo e R[everend]o Col[endissi]mo/Oggi li 4 M[agg]io ricevo la di Lei gentilis[sim]a de 24/Feb[rar]o con il sigillo di cera di Spagna come ve=/drà;ho atteso il ritardo, posso sospettare che/abbia sofferto naufragio. A scanzo d’ogni dubbio/mal fondato le complico il me[desi]mo foglio, acciò/favorisca dirmi, se in tal modo fù da lei sug-/gellato./Del P.[adre] Domizio distinta relaz.[ion]e non posso darle/ne, p[er]chè in queste parti poco vi è stato, e/nelle scene, che hanno rappresentato le Mas-/se, non ha recitato da attore, ma Piuttosto/da Figurante. Sul principio dell’Anarchia venne/a Tagliacozzo con circa 20 armati a cavallo,/circondò la casa Mastroddi, impedendo Le/sue guardie a molti di entrare in d.[ett]a/Casa. Il Paese si mise in fermento. Finì il/grande apparato con esibire una lettera di/Salomone, in cui domandava a Mastroddi un’/imprestito D[ocat]i migliaia. Si contentò P.[adre] Domizio/di Docati 150 circa. Altre volte è stato qui con/pochi armati; Ma p[er] quanto io sappia, non ha/recato molestia ad alcuno. Circa tre mesi sono,(sic)”

“Ill[ustrissi]mo, e Rev[erendissi]mo Sig.[no]re/Sarei venuto di persona, mà il tempo pessimo non mi l’ha permesso= Pro coscientia=/dico ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, che il P[ad]re Domizio, fino à tanto, che hà dimorato qui, hò osser=/vato, che la sua vita, e portamento non era da Religioso, mà da Secolare mon=/dano. Prima e dopo il ritorno delle Armi Reali nel Regno, non l’hò veduto/vestito da Religioso, mà da Secolare. Le sue occupazioni, stando qui, sono le/conversazioni,e divertimenti. Tanto hò potuto dire in coscienza, e cerziorare/V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma. La sua Casa, è vicina la mia. Lui m’è Amico, o almeno in apparenza./Prego pertanto la Bontà innata di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma di tenermi celato, che altri-/menti ci nascerebbero l’Inimicizia. Prostrato a’ suoi piedi, con ogni Umiltà, gli/chiedo la S.[anta] Benedizione, e mi soscrivo/D[i] V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma e R.[everendissi]ma/D[evotissi]mo ed Obl[igatissi]mo Suddito, e Ser.[vitor]e/Eugenio Petracca “

“ Ill[ustrissi]mo, e R[everendissi]mo Sig.[nor]e Sig.[no]r P.[adron]e Col[endissi]mo/Si compiacerà V.[ostra] S.[ignoria] Ill.[ustrissi]ma e R[everendissi]ma prendere un’esatto informo sulla/condotta tenuta nella passat’anarchia del P.[adre] Domizio Iacobucci,/Frate del Terz’ordine, nel tempo posteriore, e come al presente si/conduca; e quindi sollecitam.[en]te mi riferisca il tutto con riserba;/mentre passo a raff:[ermar]mi con tutta la dovuta Stima/Di V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e R[everendissi]ma Chieti 19 Giugno 1800/

Mons:[igno]r Bolognese Vescovo de Marzi in      Div[otissi]mo, ed obb.[ligatissim]o 

Piscina                                                                                         Ignazio Ferrante V[isitato]re “

“ Ill[ustrissi]mo e Rev[erendissi]mo Sig.[no]re P[adro]ne Col[endissi]mo/E’ più tempo che pregai V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Rev[erendissi]ma, affinchè si fosse/informata della condotta, e servizj prestati dal P.[adre] Domizio/Iacobucci, e mi avesse il tutto riferito. Ora sono nuovamen-/te a pregarla di disbrigare subito un tal’affare, e rimett-/termi colla massima sollecitudine tutte le carte che a-/vrà formate sull’oggetto, colla chiesta relazione. E con/tutta la stima mi raffermo/Di V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e Rev[erendissi]ma   Aquila 16 Luglio 1800/

Monsig.[no]r Vescovo di                                             Dev[otissi]mo, ed Obl[igatissi]mo Serv.[itor]e

Pescina                                                                                                    Ignazio Ferrante V[isitato]re “

“ Ecc.[ellentissim]o/Rispondo a due Sue veneratis[sim]e, una de’ 18 Giugno, ma a me/capitata troppo tardi, colla q[ua]le mi comandava prendere informo Ri-/serbato Sù La condotta tenuta dal P[ad]re Domizio Iacobucci nel tempo dell’/anarchia, nel tempo posteriore, e nel p[rese]nte, e tutto riferirle con Rise-/ba; L’altra de’ 16 Luglio per mano del med.[esi]mo P.[adre] (è scritto sopra n.d.r.) Iacobucci Consegnatami/Li 18 Cor.[ren]te, colla q[ua]le m’incarica d[e]lla Sollecita ordinata Relazione/In risposta d[e]lle m ( è cancellata n.d.r. ) e p[er] cui mi dà d[e]lle premure Lo Stesso Ricorr.[en]te/In pronta esecuz.[ion]e de’ Suoi stim.[at]i Comandi mi fò un dovere di/riferirle, che essi o riguardano il Morale, o il Milite, ( è stato cancellato n.d.r. ) La vita Religiosa ( è scritto sopra n.d.r. ) o la/vita Militare d[e]lle ( è stato cancellato n.d.r. ) d[e]llo stesso ( è scritto sopra n.d.r. ) P.[adre] Iacobucci. Per il p[ri]mo puole V[ostra] Ecc.[ellenz]a/con accerto Risaperlo da Suoi Superiori ( è stato cancellato n.d.r. ) Religiosi costà dimorantino ( è scritto sopra n.d.r. ) Per il Secondo, sicco-/me il med.[esi]mo P[ad]re ha fatte le SueCerpeva(???) sù/Le  q[ua]li per quanto ( è stato cancellato n.d.r. ) voce pubblicache sono state gloriose per la Religione, e del Trono ( è scritto sopra n.d.r. ) ho inteso, e così ( è scritto sotto n.d.r. ) fa d’uopo costì ( è stato cancellato n.d.r. ) riceverne le debite/dilucidaz[io]ni; ne avrei ( è cancellato n.d.r. ) cos’io mi sono astenuto di prenderne/conto tosto che seppi, che  V[ostra] Ecc.[ellenz]a era gionto in ( è scritto sopra n.d.r. ) cotesta Città/Mi auguro intanto L’onore di molti altri Suoi ven.[erabi]li Comandam.[ent]i/nel m[ent]re che pronto a ser ( è stato cancellaton.d.r. ) pieno di Stima, e Rispetto cos.o mi/Raff.[erm]o/(firma illeggibile n.d.r.) Pescina li 19 Luglio 1800/R.[everendissim]o Cavaliere D.[on] Ignazio Ferrante/Visitatore degl’Abruzzi/Aquila”

ARCHIVIO DIOCESI DEI MARSI AVEZZANO

“ Ill[ustrissi]mo, e R[everendissi]mo Sig.[nor]e Sig.[nor]e P[adro]ne Col[endissi]mo/Essendo venuta

certa notizia in questo Paese, che Gio-/vedì scorso il Comandante Piccinini (è Ermenegildo Piccioli n.d.r.), e P.[adre] Domizio si sa-/rebbero qui portati con la loro Massa, come infatti nel-/lo stesso giorno, circa le ore ventidue arrivò in Avez-/zano, alla quale, secondo l’ordine del Sig.[no]r Preside, fù/fatta resistenza per non farla entrare; ma non fù pos-/sibile di poter resistere a tanta gente armata, che prin-/cipiò a far fuoco, ed entrò talmente accanita, spaccian-/do di dar saccomanno, e fuoco a varie Case, che aveva-/no in mira di rovinare. Monsignore, non può crede-/re il terrore, che misero ai Paesani, e fra l’altra a Ca-/sa Mattei, minacciando di toglierli anche la vita; ed/infatti diedero subito principio a saccheggiar Casa Ma-/ttei, e Minicucci, che le spogliarono, e rovinarono di//tutti i suoi averi, che ha fatto pietà a chiunque l’ha ve-/dute; Come infatti, dopo esser io stato assicurato, che/i briganti avevano terminato il saccheggio, mosso dal-/la pietà, e curiosità insieme di vedere la povera Casa/Minicucci, trovai, che neppure avevano terminato/e nel vedermi, mi spogliarono dell’Orologio. In questo/frattempo venne, non so come lo scampo a D.[on] Aurelio,/D.[on] Giuseppe di fuggirsene, e scampare detto pericolo/con partirsene subito per Roma, dove oggi si vuole cer-/to che si trovino. Le povere Donne poi non ebbero al-/tro scampo, che(è scritto sopra n.d.a.) di fuggir subito in questo Monistero, e ve-/dendosi in un sì grave pericolo, pregarono immanti-/nente con le lagrime agl’occhi la Madre Priora di a-/prirgli la Clausura per riffuggiarvisi. e La medesima,/vedendo il pericolo, e le lagrime delle Supplicanti non/potè far a meno di permettergli l’ingresso; ed erano/fra questo numero la Sposa Mattei con tutti gli suoi/Figli, la Sig.[no]ra Minicucci con le due Figlie; e siccome/con dette Sig.[no]re fuggì anche D:[on] Serafino Cognato della/Mattei, a cui però io mi opposi, ma costretto dall’insinua-/zione de Sig.[no]ri Iatosti, ed altri Amici di entrarvi ancor lui,/per il pericolo, che conoscevano imminente, vi entrò ancor/lui, dove è stato però nascosto, e separato da tutte per un/sol giorno, come mi ha assicurato la M.[adre] Priora, che ci ha/vigilato. Dentro questo intervallo di tempo fino ad/oggi, vi sono rifuggiate altre particolari Donne/parenti tutte delle Moniche, alle quali la M.[adre] Prio-/ra non ha potuto negare, e qualcuna di essa si ha/portato q[ua]lche Figliolina, e Figliolino, che poi si è fat-/to uscire. Io non ho potuto impedire a quanto ha dis-//posto la M.[adre] Priora, la quale era la più costernata, come/le povere infelici, che Supplicavano la sua pietà, ed il peg-/gio che affliggevano la medesima, e gli altri era, che si as-/pettava nel dì seguente altra numerosa Massa dalla par-/te di Sora, che avrebbe fatto di peggio, se non veniva/in tempo la Truppa Francese del nostro presente/Sovrano, che Dio guardi, le quali Masse ancora si sen-/tono per queste vicine Montagne, ed ancora per nostra/cautela, e difesa persiste con noi la forza./Domando dunque perdono, ed insieme l’oracolo, e consi-/glio ad V.[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma R[everendissi]ma di avvisarmi, se tutt’i rifug-/giati in Clausura sono incorsi nella Censura, stante il/grave pericolo si sono tutti trovati, ed insieme le fa-/coltà in caso siano incorsi, avendo richieste alcune/la Confessione con aver richiesta qualcuna, ed in/particolare la Sposa Mattei il P.[adre] Maestro Lolli quan-/te volte V[ostra] S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma R[everendissi]ma si compiaccia. Questa M.[adre]/Priora con tutte le Religiose, la Sposa Mattei, le/Minicucci, e tutte l’altre Sig.[no]re rifuggiate le baciano/umilmente la mano, chiedendo la S.[anta] Benedizione,/conforme fo io con tutto l’imagginabil rispetto/Di V[ostra]S.[ignoria] Ill[ustrissi]ma, e R[everendissi]ma Avezzano 23 Settembre 1806/Soggiungo la M.[adre] Priora la prega di accordar la licenza/al P.[adre] M.[aestro] Lolli di poter confessare anche qualche Monaca/per questa volta. Siccome i timori sono tuttavia presenti,/e continui per la Masse, che si affacciano a più lati; perciò/tutte queste Sig.[no]re la pregano di potersi trattenere dentro/il Monastero fino a che le cose siano in qualche modo tran-/quillizzate./ Umil[issi]mo D[evotissi]mo Serv.[itor]e e Sud.[dit]o Obl[igatissim]o Giacomo Orlandi “

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza, Serie I Affari generali

bb.1- 5033 (1806-1866)

“ Eccellenza/Il zelo ed attaccamento che à il Sig:[no]r Filippo Ant.[oni]o Tangredi (1)/della Città di Celano in Provincia di Aquila al buon ordine/ed all’augusto Sovrano, lo pone nel obligo preciso di passare/a notizia di V.[ostra) E.[ccellenza] uno sconcerto intollerabile, che qui regna./L’insorgenza de’ 26 Marzo sarà ben nota a V.[ostra] E.[ccellenza], mà non le/sarà noto, che il capo di essa, e fumentatore fu il capo Mas=/sa dell’epoca passata Giuseppe Santucci (2) di d:[ett]a Città: Uomo/che amerebbe la distruzione del intero genere umano per dare/sfogo alle sue private vendette:/Quattro suoi Nipoti furono gli strumenti de’ suoi infami di=/segni: Uomini questi rei di mille dilitti senza legge; e senza/fede perversi perturbatori della pubblica quiete. Questi at-/tirarono altri individui./Nel suc:[cessiv]o giorno, in q.[uest]a Città non si respirava che lutto e terro=/re: Giuseppe Santucci brillava, ed applaudiva con battimenti di/mani./Da quest’orda di assassini fu arrestato il disgraziato D.[on] Luigi/Bernardi Corsegnani (3), perché attaccato al governo fin dall’epoca/passata, e Giuseppe Santucci avanti il Supplicante medesimo/proruppe a riso, ed inseguito avanti da tal Costantino Nolletti (4), e//Giuseppe Sanbenedetto al sentir tal notizia disse ànno preso/quel Giacobino di Luigi Bernardi e lo vonno fucilare, che/aspettano ora che non vanno appigliare Giuseppe Barbati?/Nel giorno stesso 26 Giuseppe Santucci inviò in Cerchio un/suo amico è Parente Pasquale Recina di Ovindoli fratello/del capo Brigante Felice Ant:[oni]o fucilato nel Aquila nell’epoca/passata ( vedi qui n.d.r. ), coll’incarico di prendere la lettera del già Principe/Ereditario, che dal Santucci si sognava essere stata lasciata/ad un tal D.[on] Venanzio D’amore di Cerchio ( vedi qui n.d.r. ) dal famoso Abate Mi=/carelli (5) incaricato dalla fù Reggina ad organizzare le Masse. Cio/lo depongono Giuseppe Mione Carlo felice Pietro Cicho./Li fratelli stessi de Briganti fuggitivi asseriscono che causa/della diloro ruina sia stata Santucci, e che questi abbia fomen-/tato un sì orrendo misfatto./Saprà bene V.[ostra] E[ccellenza] che il giorno stesso 26 molti Galatuo=/mini uniti ed il Supplicante colle armi alla mano fugarono/i Briganti, e riposero tutto in Tranquillità. Giuseppe Santucci/prese la fuga in onione degli altri./Vi vogliono pruove più chiare in contesto delle sue enor-/mi reità? e pure con la più inticibile sfrontatezza si vede/oggi passeggiare per le publiche piazze impunemente./Il peggio è che sequita ad essere ostinato nella sua Malvagità./Non conversa che con i consanguinei di quei briganti stessi, che/furono gli esecutori delle sue infamie, e forse per allarmargli/di nuovo./Questi che viene oggi a far presente a V.[ostra] E.[ccellenza] un simile/sconcio è quelli stesso che scovrì l’oribile congiura del/famoso PadreDomizio diretto al masacro della gente buo=//na facendo arrestare un di lui emissario Vincenzo Scipio-/ne, ed un Capo Massa di S. Jona Liberato Danselmo, ed il fù/Sergente Luigi di Avezzano, e colle proprie mani arrestò un/brigante di q:[uest]o luogo Angelo Romavecchia. Rileverà mol-/to bene V.[ostra] E.[ccellenza] da simili fatti se sia astio o livore; o zelo/ed attaccamento che ha indotto il Supp.[licant]e a far tutto p[rese]nte a V.[ostra] E.[ccellenza]/Se simili delitti rimangonono(sic) imponiti infallibilmente se/ne vedranno de più atroci. Le sostanze e le persone de/buoni saranno sempre in evidente pericolo di essere massa-/crate. Che perciò supp:[li]ca a V.[ostra] E.[ccellenza] intenta sempre a mantene=/re il Bon ordine di disporre che persona di sua fiducia/prenda esatto informo di ciò si è dedotto contro il Santucci/per indi provedersi quello sarà di giustizia. Ut Deus./Filippo Ant:[oni]o Tangredi supplico come sopra/Che il detto ricorso sia stato Scritto, e Sottoscritto dal Sig.[no]r Felippo Antonio Tan=/gredi di questa Città di Celano, lo attesto io Reg.[i]o Notaro Luigi Terralavoro/della med:[esim]a Città, che richiesto l’ho Segnato Lode a Dio Sempre/Il predetto Reg.[i]o Notaro mano p[ro]p[ri]a “ (segue il segno del tabellione. Il sopra riportato documento è scritto su carta bollata di “Granj due” n.d.r.).

Note

1) Fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Celano:”[…]219. Tangredi Filippantonio- usciere del regio giudicato- Intimatore della vendita per sentimento[…]”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.

2) Fu iscritto nella vendita carbonara del comune di Celano:”[…]201. Santucci Pasquale- Sarto- Intimatore delle vendite. Si vuole antico[…]”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”.

3) E’ forse il ” Berardi Luigi- Proprietario- assistente antico[…]”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”.

4) Fu iscritto nella vendita carbonara del comune di celano:”[…]125. Nolletti Costantino -Caffettiere – Carbonaro[…]”. Amiconi F.:” La Carboneria a Cerchio op.cit.”.

5) L’abate Vincenzo Micarelli partecipò attivamente, con sagacia e coraggio, alle insorgenze del Novantanove aquilano come comandanrte delle masse di Cicoli e come segretario di don Giovanni Salomone (1759? – 1848 ) ” Capo generale di tutte le masse dell’aquilano riportando le sue gesta militari nel suo rarissimo volume: ” RELAZIONI ISTORICHE/DE’ POPOLI CICOLANI/IN PROVINCIA DELL’AQUILA/concernenti le loro imprese col Nemico/sotto il Comando in Capo/del gewnerale delle Masse/D.[on] VINCENZO MICARELLI/ROMA/Nella Stamperia Salvioni l’anno 1799./Con licenza de’ Superiori”.

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Intendenza, cat. I

“ Aquila i 12 Settembre 1806/L’Intendente della Provincia/Al Sig.[no]r Generale di Divisione Dumbro=wsck-/Sig.[no]r Generale/Questa Provincia, per Sovrana degnazione,/alla mia cura affidata; si trova/nella dura circostanza di essere da un/momento all’altro abbandonata alla/più desolante Anarchia, pel solo mo=/tivo della totale mancanza della Trup=/pa, che ben diretta mantiene l’ordine/pubblico, e reprime i Malintenzionati./Nella montagna di Pacentro vi sono de’ Ri=/voltosi, che armati scorrono quelle Con-/trade, e disturbano la tranquillità/dei Paesi del Circondario, procurando con tutt’i mezzi d’indurli alla rivolta./In Bugnara, Goriano Sicoli, Gagliano, Pescina//e Paesi vicini, vi sono similmente mol-/ti Insorgenti, che riuniti, ed armati ten=/gono in soqquadro le Popolazioni Li=/mitrose./Nella Valle di Beffi, ed Acciano si vede un/continuo trafico di Briganti Armati,/che infestano quelle Contrade, e gitta=/no il terrore alle Popolazioni, compo-/ste per lo più di Gente Agricola, e non/assuefatta alle Armi./Nell’estesa montagna di Secinaro detta di Se=/rente si trova accampato Ermenegildo/Piccioli de’ Navelli, Capitano di Ca=/valleria della passata Corte, e per quan=/to si dice ha seco alcune centinaja di/Scelerati, con i quali minaccia di riu=/nirsi agli altri Insorgenti della Pro=/vincia, invadere questa Città, e cagio=/narvi un disatro Generale./Egli d.[ett]o Ermenegildo Piccioli fa delle requi-/sizioni de’ viveri alle Università vicine,/e si firma Comandante de’ Volontarj del/fù Re Ferdinando IV; che dichiara Au=//gusto Legitimo Sovrano, tenendo per/Segretario l’altro Capo de’ Briganti/P.[adre] Domizio Iacobucci, alias Frà Diavo-/lo./Dalla Valle di Roveto vi è notizia, come lo/rassegnai a V.[ostra] E.[ccellenza] in epoca de’ 10 stante/che il Sedicente Pezza, Ali=/as Frà Diavolo, celebre Brigante, fug=/gito dalla Fortezza di Gaeta in tem-/po dell’assedio, abbia sbarcata della/Truppa nelle vicinanze di Fondi, e ten=/ti di sollevare le Popolazioni contro/l’Attuale Governo. Questo Scelerato/non potendo fare de’ progressi per la/via di Gaeta, in cui vi dev’essere del-/la Truppa, può entrare da quella part-/te in questa Prov.[inci]a, ad accrescervi il/fermento, e procurare se non altro la/disgrazia, e la desolazione//dalla volta di Teramo l’altro celebre Bri-/gante Sciabolone alla testa di cento as=/sassini suoi pari scorre per quelle Con-/trade limitrose a questa Provincia/commettendo ogni sorte di Sceleratez-/za, e nella quale può da un momento/all’altro entrare, malgrado tutte le pre-/cauzioni, e le misure prese per impedirlo./In queste circostanze io non ho Forza di sor-/te alcuna per arrestare, o distruggere/i Rivoltosi, che si sentono in tutti i/punti della Provincia, e che possono si-/curamentte aprire tra loro una commu-/nicazione attiva, e mettere l’intera Pro-/vincia in Soqquadro./Le Popolazioni non sono assuefatte alle/Armi, ed il darle loro indistintamente/sarebbe lo stesso, che prepararle, ed ac-/crescerle ai Briganti./In questa Città ci sono le Carceri piene de’/Rei, la maggior parte Briganti, e di con-/siderazione. Sfornita interamente di Trup-/pa può essere sorpresa dai Rivoltosi, i/quali si trovano in posizione da poterla/assali=//assalire dopo poche ore di camino, nella/sicurezza di non trovare impedimento/alcuno.I Cittadini sono attaccati/al Governo, ma senza Truppa che gli/dirigga, e che gl’incoraggisca, diven-/gono tante Vittime del Brigantaggio./Io ho creduto necessario Sig.[no]r Generale far-/vi un quadro della posizione di q[ue]sta/Provincia, e dell’assoluta indispensa-/bile necessità di essere istantanea=/mente soccorsa con una Truppa im-/ponente, non  minore di quattro in/cinquecento Uomini, con un Distac-/camento di Cavalleria di cinquanta/in sessanta Teste, assicurando V.[ostra] E.[ccellenza]/che con questa Forza ben diretta, e/coll’ajuto della Popolazione in bre-/vissimo spazio di tempo, possono i Ri-/voltosi essere distrutti, e tranquilliza-/ta la Provincia./Ciò posto in virtù del Decreto di S.[ua] M.[aestà] R.[eale]/degli otto del p.[rossimo] p.[assato] Agosto, col q[ua]le/nell’articolo 7° sono autorizzati gl’In=/tendenti della Provincia di richiedere/la Forza Militare, quante volte il buo-/n’Ordine pubblico lo esigga, senza che/possa loro esser negata. Io vi domando/Sig.[no]r Gen[era]le formalmente il pronto, ed/istantaneo invio della Truppa Milita-/re, non meno di quattro in cinquecento/Teste, oltre di cinquanta, o sessanta di/Cavalleria, protestandomi nelle più/autentiche, e decise forme che io non/posso senza tal Forza oltre più im-/pedire i progressi della insurrezione./Permetterete Sig.[no]r Gen[era]le che vi facci pure/riflettere che la Forza che io richiedo,/inviandomi al momento è sufficiente;/ma dopo la riunione che si tenta da-/gl’Insorgenti in tutt’i punti, e dato/il segnale di una generale rivolta; con-/verrebbe impiegarvi delle migliaia de’/Soldati, distruggere molti Paesi, senz’af-/fatto dar compenso agl’incalcolabili/danni, e prodotti di una rivoluzione, che/potrebb’estendersi anche fuori di questa//Provincia, e produrre una disgrazia ge-/nerale, tagliando da questa parte anche la comunicazione collo Stato Ro-/mano./Io vi credo Signore sensibile ai mali che so-/no per aggravare questa Provincia./Io vi prego a nome dell’Umanità di/accorrere subito coll’invio della Forza/che ho domandata. Voi risparmierete/tante lagrime. Voi serbarete tanti/Sudditi al Nostro adorato Sovrano,/e preverrete tutti quei mali, che sono/inseparabili conseguenze di una gene-/rale rivoluzione entro una estesa, e/scoverta Provincia, qual è questa di/Aquila./Io sono con tutto il rispetto” Nel retro si legge : “ Provincia, e/Chieti.  12 7[settem]bre 1806 /Al Sig.[no]r Gene[ra]le DambrouwsK/Si dà conto dello Sato de Brigan-/ti della Prov.[inci]a, in specie della/Vallata di Solmona”.

“ Num. 2 Aquila 13 Settem.[br]e 1806/L’Intendente della Provincia/A Sua Eccellenza il Ministro Generale di Polizia/Eccellenza/In data de 6 Stante diedi conto a V.[ostra] E.[ccellenza] delle disposizioni/da me prese, per impedire al celebre Sciabolone capo di/Briganti di penetrare in questa Provincia con i Suoi/Scelerati Seguaci, e procurarne con tutt’i mezzi La distruz-/zione. Ora mi occorre rassegnare a V.[ostra] E.[ccellenza], che l’altro ca=/po di briganti, di cognome Fontana, anche della Provin=/cia di Teramo è stato da alcuni di Lui compagni/arrestato, e conseg:[na]to a quell’Intendente, mache (è stato cancellato n.d.r.) circa Cen=/[to]Cinquanta Seguaci di quello Scelerato, si sono uniti/ a Sciabolone, che viene per altro perseguitato energica=/mente dalla Truppa Francese, ed altra, che esiste  nella ( è stato cancellato n.d.r. ) in ( è scritto sopra n.d.r. ) Provincia di Teramo (è stato cancellato n.d.r. ) Ascoli, Stato Romano ( è stato scritto sopra n.d.r. ),per cui è facile di potersi intro=/mettere in questa Confinante Provincia aperta per/tutt’i Lati, e cagionarvi tutti quegli orrori, de’ quali/Son Capaci Scelerati di simil fatta./Io non ò mancato di dare tutte Le Disposizioni Le Più/decise, ed energiche, per impedire alla Comitiva di/Sciabolone di penetrare in questa Prov:[inci]a, avendo ( è stato cancellato n.d.r. ) Ho ( è scritto sopra n.d.r. ) forma=te delle varie colonne Mobili, per guardare i punti/più interessanti, e Stringerli da tutte Le vie colla/intelligenza dell’Intendente di Teramo, col quale/Sono colla più attiva comunicazione per mezzo//di tutt’i miei incaricati per questa operazione; Ma/trattandosi di paesani non bene armati, ne avvezzi a/Sostenere il fuoco, non potranno opporre, che una debole/resistenza all’urto dei disperati, e numerosi Rivoluzio=/narii, Seguaci del nomato Sciabolone, il perche ( è stato cancellato n.d.r. ) Per tal motivo ( è scritto sopra n.d.r. ) si rende/indispensabile il pronto invio delle Forza Militare, per/tranquillare questa Provincia, che da un momento all’/altro può essere nella dura circostanza di vedersi abban=/donata ( è stato cancellato n.d.r. ) gettata ( è scritto sopra n.d.r. )nella più desolata Anarchia, e permetterà V.[ostra] E.[ccellenza]/che io Le presenti un picciolo quadro della Sua attuale/posizione ( segue una cancellatura n.d.r. ), degno di tutta La considerazione./Nella Montagna di Pacentro vi sono de’ rivoltosi, che armati/Scorrono quelle contrade,e disturbano La tranquillità de’/Paesi, del Circondario, procurando con tutt’i Mezzi d’in-/durli alla rivolta/In Bugnara ( è stato corretto n.d.r. ), Guriano Sicoli, Gagliano, Pescina, e Paesi vicini/vi sono similmente molti insorgenti, che riuniti, ed ar-/mati tengono in soquadro Le Popolazioni Limitrofe//Nella Valle di Beffi, ed Acciano si vede un continuo trafico/di Briganti armati, che infestano quelle Contrade, e/gittano il terrore alle Popolazioni composte per Lo più/di gente agricola, e non assuefatta alle Armi./Nell’estesa Montagna di Secinaro detta Serente si trova/Accampato Ermenegildo Piccioli de’ Navelli Capitano/di Cavalleria della passata Corte, e per quanto si/dice, à Seco alcune Centinaja di Scellerati, con i quali/minaccia di riunirsi agli altri Insorgenti della Pro-/vincia,invadere questa Città, e cagionarvi un disastro/generale. Egli detto Ermenegildo Piccioli dà delle/Requisizioni de’ Viveri alle Uni[versi]tà vicine, e si firma/Comandante de’ Volontarii del fù Rè Ferdinando IV, che/dichiara augusto Legittimo Sovrano, tenendo per/Seg.[reta]rio. L’altro capo de’ Briganti P[ad]re Domizio Iacobucci/alias frà Diavolo.//Dalla parte di Tagliacozzo sino a Celano vi sono anche/dei movimenti che potrebbero dilatarsi a/danno dello Stato./Dalla Valle di Roveto vi è notizia, come Lo rassegnai a/V.[ostra] E.[ccellenza] in epoca de 10 Stante, che il sedicente Colonnello Pezza/alias Fra Diavolo Celebre Brigante fuggito dalla Fortezza/di Gaeta in tempo dell’Assedio abbia Sbarcata della Truppa/nelle vicinanze di Fondi, e tenti di Sollevare Le Popolazioni/contro l’attuale Governo. Questo Scellerato non potendo/fare de progressi per la Via di Gaeta, in cui vi dev’esse-/re della Truppa, può entrare da quella parte in questa/Provincia ad accrescervi il fermento, e procurarne, se non/altro La disgrazia, e La desolazione./Dalla volta di Teramo, come ò rassegnato di Sopra si trova/esposta La parte Superiore di questa Provincia per le incur-/sioni della Comitiva di Sciabolone./In queste circostanze io non ò forza di Sorte alcuna, per arresta=/re ò distruggere i Rivoltosi, che si sentono in tutt’i punti/della Provincia, e che possono sicuramente aprire tra’/Loro ( è cancellato n.d.r. ) essi ( è scritto sopra n.d.r. ) una comunicazione attiva, e mettere L’intera Provincia/in Socquadro (sic)./Le popolazioni Sono quasi tutte bene intenzionate, ed attaccate/all’attuale Governo, ma i Rivoltosi, che non ànnoostacoli/ne Loro dilitti, Le intimoriscono, ò Le Seducono. La classe/de Proprietarii, e di altri Soggetti di fiducia Sono disposti/ad armarsi, per riprimere L’audacia de’ Rivoluzionarii,/ma mancano Loro Le Armi, e La munizione, ed io non/ò mezzo da poterla Loro Somministrare, giacchè nel/Castello fù dissipata quella, che vi era dal Generale Lecchi/per non so quale misura di Guerra, ed ora non ve n’è/che poca./In questa Città vi sono le Carceri piene de Rei, La maggior/parte briganti, e di considerazione. Sfornita interamente/di Truppa, può essere Sorpresa dai rivoltosi, i quali si/trovano in posizione da poterla assalire dopo poche/ore di Camino, nella Sicurezza di non trovare impe=/dimento alcuno. I Cittadini Sono Attaccati al Governo,//Ma senza Truppa, che gli dirigga, e che gl’incoragiscono./divengono tante vittime del Brigantaggio./Io ò creduto necessario Spedire a Chieti, e domandare da quel/Generale DambrowsK L’invio istantaneo di una Truppa/imponente non minore di e in 5 Cento Uomini con un Distac=/camento di Cavalleria di 50 in 60 Teste. Assicuro ( è stato corretto n.d.r. ) V.[ostra] E.[ccellenza]/che con questa Forza ben diretta, e coll’Ajuto delle Popo=/lazioni, in brevissimo Spazio di tempo, possono i Rivoltosi/essere distrutti, e tranquillizzata interam.[en]te La Provincia./Vede bene V.[ostra] E.[ccellenza] in quale critica circostanza io mi trovi ( è scritto sopra una cancellatura n.d.r. )Se ( è stato corretto n.d.r. )/La forza, che ò richiesta, mi sarà prontam:[en]te inviata, essa/è sufficiente, ma se riesce agl’Insorgenti La di loro riunio=/ne in tutt’i punti della Provincia, e di dare il Segnale ad/una generale Rivolta, come Sempre ànno intenzionato di/fare, converrà allora impiegarvi Le Migliaija de Soldati/e distruggere molti Paesi, Senza ottenere compenso alcuno agl’incalcolabili danni di una Rivoluzione, che potrebbe/diramarsi anche fuori di questa Prov.[inci]a, e produrre una/disgrazia generale, rimanendo tagliata da questa parte/anche La comunicazionecollo Stato Romano./Intanto io non Lascio certamente di usare tutta La fermezza,/che si richiede per mantenere al possibile La tranquillità/ed il buon’ordine, ma non cesso d’implorare una Forza/permanente per conseguire un tanto bene, evitare Le/Lagrime di tante Famiglie, che potrebbero rimaner de=/solate, e conservare al Nostro Augusto Sovrano tanti/Sudditi, che senza volerlo, o Saperlo, potrebbero essere trasci=/nati, ò sedotti dai Sacrileghi Rivoltosi./Coll’usato rispetto mi rassegno Umilmente/”

“Aquila i 20 Sett.[embr]e 1806/ L’Intendente della Seconda Prov.[inci]a di/Abruzzo Ulteriore./A S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro generale di Polizia del/Regno./Eccellenza ( al margine sinistro vi è una vistosa cancellatura n.d.r. ) La necessità della Forza permanente in/questa Provincia diviene semprep=/più imperiosa, ed ogni ulteriore/ritardo può produrre mal’in=/calcolabili./La Colonna Mobile, forte di ottantasei/Uomini comandata dal Gran Mag=/giore della Legione delle Guardie/Provinciali, ch’era bloccata da 300 ( è scritto sopra n.d.r. ) Bri=/ganti nel Castello di Gagliano/uscì dal med.[esim]o, e si restitui non ha/guari in questa Città con tre In=/dividui feriti;#(è scritto sopra una cancellatura e al margine sinistro si legge: “ # Altra forza Militare/spostata da Solomona, ed/unit’a de Gendarmi si/attaccò pure con i Bri-/ganti, che ferirono un/ufiziale qua riportato/a curarsi” n.d.r. ). I Briganti sotto la direzione di Ermene-/gildo Piccioli, e del P.[adre] Domizio Ia=/cobucci sempreppiù ingrossano di/num.[er]o, e spargono il terrore da per//tutto con i loro delitti./In Gagliano dopo aver fatti de guasti/a varie Case si presero il Sig.[no]r Gia=/cinto Voce uno de principali Bene=/stanti di colà, ed un di lui figlio;/Condussero entrambi fuori dell’/abitato, e li massacrarono in modo crudele./In Celano i Briganti med.[esim]i spediron’ord.[in]i/onde si foss’esplorata la volontà/del Popolo, poicche voleva il Pic=/cioli, con i suoi scelerati Compagni,/ripristinare il passato Governo, chie=/dendo doversele uscire incontro/per riceverlo=Que’ Gentiluomini/spaventati dalle minacce, si sono rin=/chiusi nel Castello, non essendo Si=/curi della Plebaglia, sempre infe=/dele per malizia, o per inganno, e/chiedono soccorso./La Masnada di Piccioli dunque si aument=/t’alla giornata-Ieri se ne portò/una//una quota di circa trecento Indi=/vidui sopra la Scurcola, ed altri/luoghi del Circondario della Valle/Marsicana, promuovendo da per tutto/della insurrezione, e ponendo in li=/bertà i Carcerati- Sono quindi/piombati sopra Magliano, di dove/sono fuggiti quasi tutti i Galan/tuomini, e venuti aprendere asi=/lo in questa Città, e se ne (è cancellato n.d.r.) ignora=/no le sventure degli altri/Il Sedicente Col.[onnell]o Pezza alias Fra’ Dia=/volo da Sora avendo spedita una/Forza di circa duecento Assassini/suoi Compagni nella Vallata di/Roveto, ne ha posta la maggior/parte in insurrezione. Quel Gov.[ernator]e/Caporiparto fù sorpreso di notte/con un Birro, e tradotti in Sora./Io fin qua sono all’oscuro della/di lui sorte, e solo mi è noto l’avvi=/limento di tutt’i Funzionarj pub=/blici che non vedendosi affiancati//dalla Truppa si son dati nella mag=/gior parte in fuga, temendo la fero/cità di tali Scelerati. In altri pun=/ti ancora della Prov.[inci]a si sentono/de movimenti rivoltosi, mà essen=/do di poco momento mi astengo/di dettagliarli./Dalle vicinanze d’Isernia si sentono ( è stato cancellato n.d.r. ) si sono eccitate ( è scritto sopra n.d.r. ) con=/temporaneamente delle insorgense/non indifferenti, le quali si erano ( è stato cancellato n.d.r.) comunicando ( è scritto sopra n.d.r. )/già diramate ( è stato cancellato n.d.r. ) da quella parte in/questa Prov.[inci]a, e propriamente in/Barrea, che gli rimane non molto/lungi, mà ho notizia che accorsavi/la Truppa d’Isernia sia ora/tutto ritornato all’Ordine./In tanto il(è scritto da altra mano nd.a.) Battaglione di Truppa di Linea, tante/volte promesso per mantenere la/pub.[blic]a tranquillità in questa Pro=/vincia non ancora si vede com=/parire. Sono però giunte alcune/Compagnie di Truppa da varj/punti//punti, e gia sono in marcia contro/i Briganti, ( la lettera continua scritta con ulteriore altra mano n.d.r. ) a tenore delle disposiz.[io]ni/di q[ue]sto Gen[era]le, col q[ua]le son sempre( è scritto sopra n.d.r. ) di concerto in tutte/le operaz.[io]ni, ma il G[enera]le Dambousch’ (sic) Scrive/al med.[esim]o di fargliene subito ritornare la/mag.[ggio]r parte, p[er] accorrere alle mosse degl’/Inglesi dalla parte del Mare./Vede +( al margine sinistro si legge “+ dunque” n.d.r.) bene V.[ostra] E.[ccellenza] che una mano ignota, ma/potente regola, e promuove di lontano le/file delle insorgenze in questi Abruzzi,/che a quest’ora Sarebbero forsi tut’in ri-/volta se no si fossero rotte le file ( è cancellato n.d.r. ) quellen ( è scritto sopra n.d.r. ) che si or-/divano sin dallo scorso Luglio in Capistra-/no.+ ( al margine sinistro si legge : “ + In conseguenza ” n.d.r. )( segue una cancellatura n.d.r. ) un’affare serioso, e meri-/ta tutta l’attenzione del Governo, e di V.[ostra] E.[ccellenza]/che n’è alla testa./Gli Abruzzi, Sig.[nor]e, bisogna tenerli quiete. Rien-/trati generalm:[en]te nell’ordine occorre una/Forza, mai minore di 500 Individui di/Truppa, che li contenga in dovere. Io deb-/bo ripeterlo. Insorti  generalm.[en]te una volta/potrebbero produrre un disastro irreparabi-/le. I prodotti del Clima son sempre gli/Stessi./# /(al margine sinistro è solamente riportato il segno # che generalmente veniva seguito da una annotazione qui mancante forse , sicuramente, volevano mettere una postilla che, comunque però, non è stata scritta n.d.r.) In data de’ 13 stante io rassegnai a V.[ostra] E.[ccellenza] che/avevo spedito a Chieti al G[enera]le Dambrosck (sic)/p[er] avere prontamente la forza necessaria//unitam.[ent]e a q[ue]sto G[enera]le Goullus, con averglina/seguito ripetute le stesse premure ed ora/rimetto a V.[ostra] E.[ccellenza] la Copia della lett.[er]a a lui/scritta, e la Seconda risposta che egli ( è stato cancellato n.d.r. ) mi ha/fatta pervenire.+(al margine sinistro si legge: “ + Egli caratterizzava p[er] allarmant’/i miei rapporti “ n.d.a.) Io non sono allarmi-/sta; io faccio il mio dovere come Inten-/dente della Prov.[inci]a, la di cui tranquillità/Si è degnata S.[ua] M.[aestà] R.[eale] di affidarmi. Le ope-/razioni Militari le ha tutte dirette que-/sto bravo Gen[era]le, con cui son sempre di/accordo. La Truppa l’ho reclamata/in vigore del decreto Sovrano, e nel caso/di mera, ed assoluta necessità, e se la/Truppa mi si fosse rimess’a tempo pro-/prio, la Prov.[inci]a di Aq[ui]la Sarebbe stata sin-/golare, ed ardisco dire che si doveva ripe-/tere prima dalle provide Leg (è stato cancellato n.d.r.)d isposiz.[io]ni/di V.[ostra] E.[ccellenza] e poscia dalla Cura mia, e/di q[ue]sto mid.[esim]o ( è scritto sopra n.d.r. ) G[enera]le, avendo unitam.[en]te inspirata/dalla fiducia pel Governo negli Abitanti/di q[ue]sta Prov.[inci]a med.[esim]a. Egli dunque il/General Dambrousck ha deciso troppo/presto, e senza cognizione di Causa di/un Uomo di onori, che p[er] quanti anni/fa fatte le carriere Militari, e che ha ser-/vito sempre lodevolm.[en]te lo Stato. Io im-/ploro//ploro da V.[ostra] E.[ccellenza] che sia posto a giorno del-/le mie qualità il Sig.[no]r Dambrousck, che/io son# ( al margine sinistro si legge : # diretto unicam.[ent]e all’esatto/adempimento dei miei doveri,” n.d.r. ) reso a scrivere la verità, e pondera-/re le parole, E sono coll’usato rispetto “ ( nel retro si legge : “ Napoli 20 7bre 1806 /A S.[ua] E.[ccellenza] Saliceti/Si propone, che la Forza è assolutam.[en]te/necessaria permanente nella Prov.[inci]a/Si dà Conto, che la Colonna Mobile asse-/diata nel Castello di Gagliano era/uscita/Si dà parte che li Briganti comman/dati da Piccioli, e P.[adre] Domizio sem-/pre più crescono “ n.d.r.)

ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA

Inendenza Serie I Cat. 27- Busta 4814 c- fas. 5

f. 1r

Aquila 26 Settembre 1806/Alò Tenente della Gendarmeria Reale distaccato nell’Aquila/Al Sig:[nor]e Intendente della Provincia/La rapidità dei movimenti, e delle operazioni non mi ha per/messo, Sig:[nor]e Intendente, durante il giro da me fatto nella Provincia; come/Comandante le Truppe Francesi per combattere i Briganti, d’informarla/dei combattimenti avuti, essendomi limitato per mancanza di tempo di/fare i miei rapporti al Sig:[nor]e Generale Comand:[ant]e La Prov.[inci]a, sicuro, che avreb=/bero dal medesimo ricevuto partecipazione di tutto./Rientrato però nella mia residenza, stimo mio dovere tenerla/informato con un rapporto generale delle mie operazioni./Partito dall’Aquila a sette ore di sera del giorno 15 venen=/do li 16 del cor:[rent]e per Solmona, ad oggetto di prendere le truppe, che il/Sig:[no]r Generale Comand.[ant]e la Prov.[inci]a aveva destinate a formare la colonna sotto/i miei ordini, giunsi alla punta del giorno a Popoli. Il Capo de Bri=/ganti Piccioli aveva inviato nella sera medesima, da Gagliano, suo Quar=/tier Generale, un distaccamento di ventisei Briganti sulle volte di Popoli,/per impedire la comunicazione con Solmona; la dirotta pioggia, l’oscu=/rità della notte fece sì, che siffatto distaccamento di canaglia pensas=/se a ricoverarsi nelle grotti, e lasciare così Liberamente la strada sud:[dett]a/a me, con due soli Gendarmi a Cavallo la traversai a quattr’ore/dopo mezza notte./Giunto a Popoli incontrai la vanguardia della 1^, e 2^ Com=/pagnia de’ Volteggiatori del 1° Reggimen:[t]o di Linea Francese sul far/del giorno che secondo gli ordini del Generale Comand:[ant]e erano partite/

f. 1v

La notte da Solmona, ed erano dirette sopra l’Aquila, la feci rientrare/nel villaggio, e dal Sig:[nor]e Capitano Beaullioux Comandante le medesime,/seppi, che della 3^ Compagnia di Volteggiatori, che doveva venire da/Civitella del Tronto non si aveva notizia, che il Battaglione del 3°/Reggimento di Linea Italiano non era affatto giunto a Solmona, e ne/anche le due Compagnie di Cacciatori del 22° Reggimento Leggiero,/truppe, che dovevano formare la mia Colonna; Più, che le due Com=/pagnie stesse de’ Volteggiatori non avevano, che sei cartuccie per Uomo./In tale stato di cose, Sig:[nor]e Intendente, ridotto alla sola forza delle/due Compagnie suddette, e conoscendo la necessità di marciare senza/ritardo sopra Gagliano per liberare il Sig:[no]re Moscadi grande Maggiore/della Guardia Provinciale, che da cinque giorni senza viveri; e senza/munizioni, era bloccato nel palazzo Barberini a Gagliano stesso,/dalla massa di Piccioli, e conoscendo la necessità d’inviare all’Aquila/minacciata, qualche truppa; spedj per la Città suddetta quaranta/Volteggiatori della 1^ Compagnia, ed io marciai immediatamente colla/rimanente truppa al num:[er]o di 115 Uomini per la strada la più bre=/ve sopra Gagliano; lasciando ordini a Popoli, ed inviandone a Sol=/mona, acciò le altre truppe giungendo, seguissero il mio movimento./Giunto in Rajano un colpo di fucile tirato da una banda di/Briganti del Paese stesso, segnalò agli avamposti nemici, che erano/sulla montagna di Rajano il  mio arrivo, non potei prendere conto di/ciò, e punire Rajano per non dar tempo al nemico, e per non tratte=/nermi in posizioni svantaggiosissime./Volai sulla montagna di Rajano, e quindi a Gagliano; ad un/

f. 2r

Miglio di distanza, fui informato, che il grande Maggiore nella notte /con somma accortezza si era evaso facendo un buco in un muro, con/tutta la gente, ed aveva delusa la vigilanza del nemico, il quale occu=/pava tuttavia il villaggio con seicento Uomini circa; la campana/ a martello contemporaneamente si fece sentire; ed era già mezzo giorno,/ed il nemico evacuando il villaggio prese le formidabili posizioni al/di fuori, sulla strada, che conduce nella marsica per Colle armeno,/ed Ajello; detti le disposizioni dell’attacco, e marciai a passo di ca=/rica; il nemico cominciò il fuoco, al solito, fuori la portata di due/tiri, accompagnato dagli urli li più feroci, tenendo sicura la vittoria/pel piccolo nostro numero, e pel vantaggio delle posizioni. Io marciai/sempre, ed in pochi minuti, con delle manovre ottimamente eseguite, e/col valore Francese presi le posizioni al nemico, che fù messo in fuga/e rovesciato, e che si ritirò sull’alta montagna; allora feci prendere/una posizione vantaggiosa sul nostro fianco diritto, che covriva il/villaggio, e corsi ad accertarmi se il grande Maggiore era effettiva=/mente in salvo. Trovai il villaggio del tutto abbandonato; tutti/i Cittadini erano fuggiti con i Briganti parte armati, e parte nò./Avrei dovuto metter fuoco al villaggio stesso, primo, che aveva/nella Provincia inalberato lo stendardo della rivolta, ma facendo/uso della moderazione, che distingue il nostro Governo ne feci a meno./Nel mentre però si accordava un poco di riposo alla truppa/avendo il nemico ricevuto dei rinforzi da Ajello, patria del rinomato Padre Domizio segretario di Piccioli, ebbe l’ardire,/e la sciocchezza di venire egli stesso ad attaccarci di nuovo, fù/allora Sig:[nor]e Intendente, che il nemico conobbe la differenza, che passa/

f. 2v

frà la più brava truppa del Mondo, ed una massa informe di cana=/glia; il temuto passo di carica fù battuto; dodici morti ebbe il/nemico, e molti feriti fra quali il Padre Domizio in una gamba./Io debbo degli elogj atutti; i Volteggiatori del 1° Reggimento fecero/prodigj di valore; il Capitano Beaulioux si distinse col sangue/freddo il più marcato; il Gendarme a Cavallo Perrone meritò i miei/elogj. Noi ebbimo il dispiacere di avere pericolosamente ferito il/Tenente de’ Volteggiatori Ardit con colpo di fuoco alla coscia diritta/nessun morto, nessun altro ferito; Nell’azione riflettei, che i Briganti/tiravano direttamente sugli Uffiziali. Le nostre poche munizioni erano/terminate, benché risparmiate al più possibile; la bajonetta nostra te=/muta tanto, non poteva agire in montagne orribili, la notte era vici=/na, non potei in conseguenza inseguire il nemico, che a tutta gamba/fuggì sopra Ajello; Mi determinaj quindi di prendere posizione in/Luogo aperto, e facile a ricevere le munizioni richieste la mattina da/Popoli, marciai dunque la sera stessa de’ 16 sopra Navelli, e presi/quell’ottima posizione./Il Capo de’ Briganti Piccioli aveva fin dalla mattina spediti/varj distaccamenti nella Valle dell’Aterno, e nelle convicine, in cerca/del Grande Maggiore, e per far insorgere i villaggi, ma tutti si ten=/nero al dovere, per la nostra sola presenza/Il giorno 17 si passò in Navelli/La notte dei 18 ebbi le munizioni rimessemi dall’Aquila con/nuove istruzioni del Sig:[nor]e Ge:[era]le Comand:[ant]e la Prov:[inci]a, spedj corrieri a/Solmona, accio il giorno si mettesse in marcia per la/

3r

per la volta di Rajano la piccola, Colonna composta di 40 Caccia =/tori del 22° Leggiero, con venti Cacciatori a Cavalli Italiani; per/fare la riunione sulle alture di Gagliano, dove aveva battuto il nemi=/co, con la mia Colonna, che sarebbe marciata per Acciano./Fui informato, che il nemico da Ajello nel giorno 17 era marciato/per la Marsica sopra Scurcola, Magliano, ed Avezzano, l’attacco del=/le montagne di Gagliano, e Sicinara, dette Serente, era inutile, perché/evacuate dal nemico per la sconfitta dei 16./Partj dunque il giorno 19 da Navelli sopra Gagliano, a dieci/ore la mattina occupai le posizioni della montagna, fin dalle sette/mi ero messo in corrispondenza con la colonna con la colonna partita da Solmona,/ma ingannato questa dalle guide, non fece la riunione, che due ore do=/po mezzo giorno; si marciò sopra Colle armeno, Ajello, e Cerchio; colà/fatta notte presi posizione; fui informato, che la sera a notte era en=/trata in Celano una piccola parte della massa di Piccioli, alla quale/si erano uniti i malintenzionati della Città, e che avevano occupata/la Città medesima, e minacciavano al far del giorno dare il saccheggio./Mi affrettai la notte di mettermi in corrispondenza con la colonna/partita dall’Aquila sopra Rocca di mezzo, Rovere, Avindoli, com=/posta delle due Compagnie di Cacciatori del 22°, ordinando, che al/far del giorno si trovassero a Celano attaccando dalla parte Setten=/trionale, nel mentrecchè io avrei attaccato dall’orientale, e meridiona=/le./Marciando io da Cerchio, al far del giorno 20 infatti fui al/mio posto, ma dovetti attaccar solo, giacchè la colonna di Rocca di/mezzo ritardò per qualche mezz’ora; la campana a martello si/fece sentire nell’apparire delle nostre truppe; io disposi l’attacco,/ed in meno di mezz’ora m’impadronj della Città, e distrussi il/

f. 3v

nemico, più di quaranta furono i morti, molti feriti. Il Distacca=/mento di Cavalleria Italiana venuto da Solmona sotto gli ordini/del Tenente Battaglia si distinse; incaricato da me di attaccare/il nemico, che sarebbe fuggito nella pianura verso Avezzano, adem=/pì cosi bene la commissione, che non fece scappare un sol Brigante./Io devo degli elogj, Sig:[nor]e Intendente, al valore del Tenente Batta=/glia; il Gendarme a Cavallo Perroni si distinse per la seconda/volta; egli caricò il nemico con la Cavall:[eri]a sud:[dett]a; nessun morto,/nessun ferito dalla parte nostra./Nel momento si restituirono in Città i sventurati propietarj,/che n’erano fuggiti nella notte, essi trovarono le loro case intatte,/e chiamarono Liberatori, e salvatori i Francesi./Informato, che il nemico occupava in forza Avezzano, senza perdita di tempo appena giunta la terza colonna da Rocca di/mezzo volai in Avezzano sud:[dett]o, a mezzo giorno, ed a metà strada/si fecero vedere i Briganti, molti furono presi, e fucilati, molti/ammazzati dai fiancheggiatori. A due miglia da Avezzano incon=/trai il Corpo principale del nemico; questi informato del nostro/arrivo nel mentre era a mangiare, ed ubbriacarsi in Avezzano,/ebbe l’ardire di venirci incontro; detti le disposizioni dell’attacco/in tre colonne; la Cavalleria sulla dritta fù incaricata di cir=/condare il nemico pel piano scoverto; si battè la carica, due ore/durò la caccia, più di ottanta Briganti restarono sul campo/di battaglia; circa quaranta furono presi, e fucilati; Giunto/alla Città feci mettere le guardie alla porte, situai in posizione/una riserva, e senza entrar dentro proseguj’ l’inseguimento./

f. 4r

del nemico fino alla montagna; la notte impedì l’ulteriore macello./Occupai allora il castello del Contestabile Colonna, che esiste/fuori Avezzano dalla parte della montagna; feci bivaccare al davan=/ti cento Uomini, che fornirono le guardie avanzate; la truppa aveva/bisogno di riposo, essa aveva percorso lo spazio di circa quaranta mi=/glia battendo due volte il nemico, ed avendo ricevuto mezza razione/soltanto a Cerchio./Nell’azzione di Avezzano il Tenente Battaglia con i Caccia=/tori a Cavallo Italiani si distinsero di nuovo; il Cacciatore Orlando/ebbe ferito il cavallo da una palla. Il DSig:[nor]e Beaulliovox (sic) Capitano/della 2^ Compagnia de’ Volteggiatori, Comandante la vanguardia,/per la seconda volta fece rimarcare la saviezza, il sangue freddo,/ed il valore più deciso; gli Uffiziali tutti, volteggiatori, cacciatori del/22° Reggim:[ent]o Leggiero, meritarono i più grandi elogj./La mattina dei 21 prima giorno marciai in tre colonne sulla/montagna, io stesso mi posi alla testa di quella di diritta incarica=/ta di occupare le alture, e prendere il nemico alle spalle, speran=/do di trovare gli avanzi dei Briganti battuti, ma questi col favore/della notte si erano salvati nella alte montagne della vicina valle/di Roveto; spinsi le riconoscenze fino a Capistrello primo villaggio/della valle stessa; e quindi mi ritirai in Avezzano aspettando nuo=/ve istruzioni./Colà fui informato, che la massa da me battuta il giorno/innanzi era composta di una parte di quella del Capo de’ Briganti/Piccioli; altra degli Avezzanesi, e l’altro terzo dei paesi componenti/la valle di Roveto. Più, che Piccioli col rimanente della sua masna=/da era marciato tre giorni innanzi al mio arrivo in Avezzano/sopra Luco, Trasacco, Gioja, Scanno, da dove era stato già scaccia=/

f. 4v

to da un’altra Colonna di nostre Truppe, e si era buttato sulle/montagne della valle di Roveto per unirsi all’altro Capo Massa/Fra Diavolo, che esisteva verso Balzorano, e che una gran parte/degli assassini, che lo seguivano si erano sbandati, e ritirati mal/conci, senz’armi, e fuggiaschi a piccole partite verso i rispettivi/paesi della vallata di Solmona, sbigottiti dagli attacchi compinati/dalle nostre truppe, e dal macello accaduto in Avezzano./Più, che nel giorno dieciotto del corrente mese il menzionato/Piccioli con la di lui massa aveva dato il più terribile saccheggio alle/due case del Cavalier Mattei, e Minicucci di Avezzano, famiglie le/più ricche, le più rispettabili della Città, ed attaccatissime al nostro/Sovrano. Il Cav:[alier]e Mattei Comand.[ante] la Guardia Civica della Città/si era opposto all’ingresso dei Briganti, aveva fatto fuoco sopra di/essi, ma sopraffatto dal numero aveva a stento salvata la vita con/la fuga in compagnia de’ fratelli; la perdita di d:[ett]a famiglia Mattei/secondo le accurate informazioni da me prese ascende a circa/D:[oca]ti 15 m[ila], e quella della casa Minicucci a D:[ocati] 10 m[ila], famiglie, che/meritano i riguardi del Governo./Nel giorno 20 stesso in cui sono entrato in Avezzano li/Briganti avevano determinato di saccheggiare, e distruggere altre/sedici famiglie proprietarie, secondo la nota trovata. E’ inespri=/mibile, Sig:[nor]e Intendente, il trasporto, e la tenerezza con la quale/i proprietari di Avezzano accolsero il nostro arrivo./Saccheggi consimili aveva dati il Capomassa Piccioli a Trasacco,/Gioja, ed una forte contribuzione, era sul punto di rubare a Scanno,/

f. 5r

allorchè furne scacciato, le devastazioni, i massacri i più orrendi in tutti/i paesi toccati dalla canaglia Picciolana./Sul far della sera del giorno 21 ricevei lettera del Sig:[nor]e Gen:[eral]e Coman=/dante la Provincia, con cui m’informava, che la 3^ Compagnia de’ Vol=/teggiatori era finalmente giunta all’Aquila, e che era stata diretta sopra/Magliano, e Scurcola per osservare quei punti, e Tagliacozzo./Più fui informato da altra Lettera del citato Sig:[nor]e Generale de’ 20;/del prossimo arrivo nella marsica di una forte colonna di Truppe, coman=/data dal Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac./Ai 22 mattina mi misi in corrispondenza colla compagnia de’/volteggiatori arrivata già a scurcola. I Briganti contemporaneamente/si fecero vedere sulla montagna sopra Luco; inviai il Sig:[nor]e Battaglia/colla Cavalleria, acciò marciando sulla pianura fin sotto la montagna/stessa procurasse tenere a bada il nemico, e di trattenerlo con diversi/movimenti, e dell’istruzione al Capitano della terza Compagnia de’ Vol=/teggiatori, acciò marciando inosservato da Scurcola, prendesse il nemico/sul fianco, ed alle spalle, nel mentre, che io ad ora stabilita l’avrei lenta=/mente attaccato di fronte; il Tenente Battaglia adempì a meraviglia/la sua commissione, altrettanto il Capitano della Terza de’ Volteggiatori,/ma il nemico sempre pronto alla fuga, ed avvertito da Paesani, fuggì/come un baleno ne’ boschi foltissimi dell’alta montagna./La mattina stessa nell’apparire il nemico aveva mandato un di=/staccamento a prendere viveri, ed a fare tutto il danno possibile a Luco;/fugato quindi entrò a Luco stesso qualche Brigante della massa di Piccioli,/che l’aveva abbandonato, fuggendo per ritirarsi ne’ Paesi proprj; tre Paesa=/ni di Luco, chiamati Bonaventura Tonnina, Natale Tascione, ed Arcan=/gelo de Vecchis, ebbero il coraggio disarmati di correre addosso ai Scelerati,/e di arrestare, e di disarmare due, ed un altro di Luco stesso, che io/mandai a prendere per un distaccamento de’ Cacciatori del 22°, e feci/fucilare dopo averne preso i lumi sulla situazione del nemico; contribuì/

f. 5v

a siffatto arresto ancora, e ad animare i Luchesi il Sig:[nor]e D.[on] Leopoldo/Degni proprietario di Luco, che io nominai nel momento Comandante di/una guardia Civica./Io non posso lodare abbastanza, Sig:[nor]e Intendente, una pruova cotan=/to Luminosa di coraggio, e di attaccamento de’ suaccennati Luchesi; essi me=/ritano di esser conosciuti dal Governo, e dal Pubblico, e meritano tutti i/riguardi; io feci dare da quella Comune sei ducati a ciascuno ai due/primi, trenta carlini al terzo; sperando, che il Governo gli dia mag=/giore ricompensa. Il Sig:[nor]e Degni poi dopo aver organizzati quaranta/Uomini circa di guardia Civica, spinse le sue guardie avanzate, fin so=/pra la montagna; Questo bravo Luchese col suo zelo, attaccamento, ed/energia mi ha forniti inseguito molti Lumi; Egli merita tutti i riguardi del/Governo./Mi occupai nel rimanente del giorno de’ 22; e nella notte vegnente,/ad inviare de’ distaccamenti ne Luoghi circonvicini per distruggere in/dettaglio i Briganti isolati, che erano fuggiti su tutt’i punti; molti paga=/rono il fio della loro scelleratezza./Ai 23 ricevei, Sig:[nor]e Intendente; altra Lettera del Sig:[nor]e Gen:[era]le Com:[andant]e/La Prov:[inci]a in data de’ 22; con cui mi avvisava, che per nuove disposi zio=ni di S:[u]a M:[aest]a doveva giungere nel giorno 22 il Sig:[nor]e Colonnello Cavagnac/a Celano colla colonna di truppa, che ( è scritto sopra n.d.r ) con altra mi annunciava; ( segue una cancellatura n.d.r. )/incaricato ( è stata corretto n.d.r. ) delle ulteriori operazioni, e mi determinava contempora=/neamente i Luoghi, ne’ quali io doveva accontonare la truppa/sotto i miei ordini, colle istruzioni corrispondenti, dandone il coman=/do al Capitano più anziano, trattenni pel giorno 24 e 25 L’esecu=/zione de’ detti ( è stato corretto n.d.r. ) ordini circa l’inviare le truppe negli accantona=/menti, giacchè vidi ritardare l’arrivo del Sig:[nor[e Cavagnac; diedi il/comando della colonna il giorno 24 al Sig:[nor]e Capitano Beaullioux/Comandante la seconda compagnia de’ Volteggiatori il più anziano/

f. 6r

col quale convenni di non abbandonare le posizioni occupate fino a/nuovo ordine; infatti la sera de’ 25 pervenne Lettera del Sig:[nor]e Generale/Goullus colla quale determinava di spingere il nemico nella Valle di Roveto/dalla parte di Capistrello, giacchè la Colonna aspettata era ne contorni/di Sora, e Balzorano, e di osservare sempre Scurcola, e la linea finora/da me occupata; siffatti suoi ordini giustificarono il mio trattenimento nel=/la Linea stessa./Il 26 prima giorno il Capitano Beaullioux dette le disposizioni/confacenti; S’incaminò per Capistrello, ed io partj per restituirmi nell’/Aquila mia residenza, anche poiche mi rattrovava da qualche giorno con/febbre, e per ubbidire all’antecedente disposizione del Sig:[nor]e Gen:]era]le Com:[andant]e la/Prov:[inci]a/Devo in ultimo, Sig:[nor]e Intendente, prevenirla, che durante le mie/suaccennate operazioni, quaranta bravi Cittadini di Pescina della guardia/civica di quella Città erano sortiti dalla loro patria per andare in cer=/ca della mia Colonna, e dividere la gloria con noi; siffatta picciola/Colonna diretta il primo giorno da quel Governatore, e quindi dal Sig:[nor]e/D.[on] Alessandro Cambise mi raggiunse il giorno 21 ad Avezzano; io l’inviaj/ad occupare il Castello di Celano, dove restò per qualche giorno; il Sig:[nor]e/Cambise ha travagliato con zelo, ed intelligenza nel dissimpegno di/molte commissioni da me addossategli; io le raccomando, Sig:[nor]e Intend:[ent]e,/un siffatto benemerito Cittadino, ed i quaranta bravi suoi compagni./I Luoghi da me percorsi sono oggi nella massima tranquillità;/lo spavento il più grande occupa l’animo de’ malintenzionati; La strage/de’ Briganti fatta in Gagliano, Celano, ed Avezzano ha restituita/la calma ai paesi./Le protesto, Sig:[nor]e Intendente, i sentimenti gli più decisi della mia/alta stima, e considerazione./Alò”

f. 6v

 Aq[ui]la 26 7[settem]b.[r]e 1806/Il T[ene]nte Alò/Da conto di tutte le sue operaz.[io]ni/contro i Briganti dal dì 15 che/si mise in marcia”.



ARCHIVIO
DI STATO DELL’AQUILA



Intendenza
SI  Cat. 27



 



“Aquila 16 8[otto]bre 1806 /L’Intendente
Gen[era]le della Provincia/A S.[ua] E.[ccellenza] il Ministro Gene[ra
]le di
Polizia Sig.[nor]e Saliceti/Eccellenza/Con altra mia della data de’ 14 del
Corr:[en]te rasse-/gnai a V.[ostra] E.[ccellenza] Le circostanze nelle quali si
tro-/vava q[ue]sta Prov.[inci]a di mio Carico. Ma siccome il/Corr:[ie]re colla
Valigia trovò impedim:[en]to al pas=/saggio vicino a Navelli, e fu costretto
tor-/nare in dietro; così mi fò un dovere di di-/riggere La p[resen]te con
tutta diligenza alla vol-/ta di Roma, mentre il Governo deve asso-/lutam.[en]te
informato dell’attuale posizione/degli affari./( al margine sinistro si legge:
“ Simile a S.[ua] E.[ccellenza]Niot” n.d.r. ) I Briganti dalla Montagna di
Cocullo piombarono/il giorno 6 del Corr:[en]te sopra le volte di
Popoli,/ove arrestarono il Corr:[ie]re colla Valigia della Ca=/pitale. Nella
notte p[er] La Strada di Collepietro,/e Capestrano si condussero nella
Montagna/di Forca di Penne, e vi rimasero nel giorno/7 ed 8 ./Nel
giorno nove discesero nella Prov.[inci]a di Teramo./In questo stesso giorno
giunse in Forca di Penne/La Colonna di Truppe commandata dal/Colonn.[ell]o
Espert, proveniente da Sulmona./Mà non avendo ivi trovata La Massa, se-/guì la
med:[esi]ma p[er] l’indicata Prov.[inci]a La Trup=/pa p[er] mancanza di notizie
piegò a Sinistra/sopra Civitella Casanova, mentre i Brigan-/ti erano marciati a
dritta. S’imbatté soltanto/con un  distaccamento de’ mede:[esi]mi, che
venne/battuto, e nell’azzione rimasero uccisi alcuni/Briganti, ed arrestati
quattro, che furono subiti fucilati.
/Il Comand.[ant]e della Colonna riprese
la Strada//sulla dritta nel giorno 11; mà nel giorno/10 erano già rientrati li Briganti in
q[ue]sta/Prov:[inci]a p[er] le Montagne di Bussi. Si gettarono/di nuovo sulla
volta di Popoli, e Le Colline di/S. Benedetto. In questo luogo
s’incontrarono/con una Compagnia del 22 Regim.[en]to di Caval-/leria legiera,
che dopo una viva azzione in/cui presero parte gli abitanti del Paese con-/tro
La Truppa p[er] mancanza di monizione/fù costretta ripiegare sopra Popoli colla
per-/dita di un Uomo, e del Cavallo del Capitano/coll’equipaggio. I Briganti
ebbero dieci/morti, e qualche ferito
./Nel giorno 11 12; e 13 occuparono
i Briganti/Le Stesse alture, e La Valle del Fiume Aterno;/situandosi il numero
maggiore sulla drit-/ta. Nel giorno sud.[ett]o 13 Il Colonn.[ell[o
Espert/partendo da Capestrano, marciò con una Co-/lonna sopra Collepietro, e S.
Benedetto, di-/rigendone un’altra sopra Navelli, ed Ac-/ciano p[er] fare la
riunione in Molina. I/Briganti però ebbero tutto l’aggio di ritirar-/si sopra
La Montagna di Secinaro./In questo movim:[ent]o La Truppa Lasciò sul
fianco/dritto un distaccam:[en]to de’ Briganti di circa/quaranta Uomini.
Costoro appiattati nella/Montagna de’ Navelli sopra Le Vigne esegui-/rono doppo
le ore 23 del giorno 13 L’inca-/rico di arrestare il Corr.[ie]re
delle Lettere. La scor-/ta di cinque Uomini di Cavalleria si salvò/facendo
fuoco in ritirata./Nel giorno 14 dalla Montagna di Secinaro pas=/sarono
i Briganti nelle vicinanze di Ro-/vere, ed Ovindoli, ove ne furono veduti/circa
trecento bene Armati. Tra essi rico-/nobbero
Felice Ruggieri di Ovindoli, P[ad]re/Domizio Iacobucci di Ajelli
, Dom.[eni]co Rubeis/e Silvestro Bianchi di Gagliano.
Costoro/arrestarono quindici Soldati,
che da q[ue]sta//q[ue]sta Città tornavano verso Celano, e s’igno-/ra la sorte
./Altri Briganti occupano diverse posizioni;
e/specialm.[en]te La Montagna a vista de Navelli/donde da tempo in tempo
scendono nelle Pia-/nure poche miglia distanti da questa Città./Dodici di essi
penetrarono nella Terra di/Civitarenga, arrestarono il Gov.[vernato]re, e se
Lo/condussero nella Montagna
./Tutte le notizie combinano a far temere
con/fondamento, che possano piombare in q.[uest]a/Città, ove non si trova Forza
corrisponden-/te alle attuali circostanze. Il Gov.[ernato]re di S./Demetrio mi
ha riferito essersi rilevato/da un Pastore, che i Briganti non voglio-/no più
rimanere in Campagna, ed in-/tendono di entrare in q[ue]sta Città, e per/riuscire
nell’intento faranno tutti li sfor-/zi possibili, attendendo Piccioli alla Testa/di mille, e cinquecento armati, che
Egli/aduna in diversi Luoghi./Il Gen[era]le Goullus si trova in Tagliacozzo, e
ri-/tiene in quelle vicinanza la maggior/parte della Forza, esistente in
q[ue]sta Prov.[inci]a/Si veggono aperte varie Strade p[er] le quali/hanno i
Briganti un libero passaggio/p[er] questa Città, e potrebbero eseguirlo
in/poche ore./Io non posso astenermi di rappresentare a/V.[ostra]
E.[ccellenza], che in considerazione delle mosse de’/Briganti, i quali
commettono i più gra-/vi eccessi, i publici Funzionarj si trovano/esposti a
continui pericoli, e si veggono/costretti a prendere La fuga, unico mezzo/a
salvare La vita. In alcuni Luoghi/manca
il Gov:[vernato]re; e non vi è persona, che/intenda Supplire le veci./Se le
diverse orde, che infestano q[ue]sta Prov:[inci]a//in varii siti non vengono
distrutte all’istan-/te, si corre pericolo di vedere a momen-/ti realizzatauna
generale insurrezzio-/ne./Il perdono pubblicato p[er] ordine del Generale
Da-/brousck Lungi di richiamare i traviati/al retto sentiere, si è da med.[esi]mi
sentito col/massimo disprezzo, e gli ha resi più bal=/danzosi
./Non
debb’omettere essere mancata La commu-/nicazione colla Prov.[inci]a di Chieti,
giacchè per/due ordinarj non è venuto il solito Cor-/riere./Riuscit’inuitili
tutti li mezzi di moderazio-/ne, non rimane, che quello d’impiegare/una Forza
imponente in diversi punti/altrimenti non sarà possibile ristabilire/La
tranquillità in q[ue]sta Provincia, à di/cui Abitanti implorano istantemen-/te
La Protezzione del Governo non poten-/do di vantaggio soffrire Le rovine,
nelle/quali si veggono involti./Trovandosi nelle Prigioni di q[ue]sta R.[egi]a
Udien-/za circa duecento Carcerati, la maggior/parte de quali porta Carico di
Brigan-/taggio, ho stimato farli tutti passare nel/Forte p[er] togliere a
Briganti un moti-/vo di affrettare L’entrata in q[ue]sta Città. In pronto mi riferisce il Gov.[ernato]re di
Rocca di mezzo/aver rilevato, che il P.[adre] Domizio Iacobuc-/ci, abbia avuto
l’ardire di domandare/al Generale Goullus il Cambio de’ Soldati/Prigionieri con
altrettanti Briganti/ritenuti in questa Città, come se si/trattasse di Guerra tra
Pontenze
. Io igno-/ro le risoluzioni prese da esso Gene-/ra//Gen[era]le. line-height:115%">Fu Capo di una parte ( è stato corretto n.d.r. ) della
Comitiva penetrata da/



                                                                          Tivoli nel 1809 allorchè questa si divise in due bande ( è scritto sopra n.d.r )/



                                                                             
Ucciso da Crescenzo Bianchi di Scanno a dì 5 8[otto]bre 1809/



 



Francesco Fioravanti          Cicoli                  Capo brig.[ant]e (
è stato cancellato n.d.r. ) della Comitiva penetrata da/



                                                                         
Tivoli. Impiccato p[er] Sent.[enz]a della Com.[mission]e Mil.[itar]e/



                                                                          
del dì 8 gennaio 1810-



 



Nota



Hanno figurato nella Prov.[inci]a nel 1806, e 1807.
Similmente i celebri Ca/pi Briganti Massimo Nicola Masciarelli di Penne,
e dell’Orso di Brittoli,/Celebri Capi Briganti nella Prov.[inci]a di
Teramo, che hanno invasa la Prov.[inci]a/di Aquila Varie Volte con numerose
orde. Uccisi, il primo, in Maggio/1808 nelle Vicinanze di Penne, il Secondo nel
1807, in Civita SantAngelo/ ( è stato cancellato n.d.r. )



 Gregorio di Sisto
Bucci       Alfedena      Compagno dell’assassino Matera di Terra
Lavoro, ed attualm.[ent]e/



                                                                      
In Campagna alla testa di una piccola Comitiva.



 



Estinti         
uccisi in azione ( è stato
cancellato n.d.r. )     n.°  6



                    
Giustiziati                                                       
       n.° 6



 



Viventi        Fuori
Regno senza



                    
Sapersene la dimora                                            n.°
1               17



                    
Liberi                                                                      
n.° 2



                    
In Campagna                                                        
n.° 1



                    Con:[dot]to
ai Ferri                                                n° 1



                                                                                                                         
Aquila li 10 dic.[emb]re 1811 “



 



“ REGNO DELLE DUE SICILIE 
Napoli 18 D[i]c[em]bre 1811



          1.^ Divisione ( sopra è scritto “
Perv= ai 21/2 9” n.d.r. )/Ricevo dello Stato de’ briganti che/han figurato come
Capi nella Provincia/Ministero della Polizia Generale/All’Intendente
dell’Aquila/Signore ( al margine sinistro si legge : “ 768 ” n.d.r. m)/Di unita
alla sua de’ 10 del Corrente ho ricevuto lo Stato de’/briganti di cotesta
Provincia, che ha figurato da Capi di Comiti-/va, ed ho rilevato con piena
soddisfazione che sono descritti in/esso non solo i briganti uccisi, o
arrestati, ma bensì anche tutti/gli altri Capi, che hanno infestati cotesta
Prov:[inci]a de’ quali un Solo/di questi esiste attualmente in Campagna: Un tal
fatto/prova lo zelo, con cui da cotesta Intendenza, e dalle altre Au-/torità
della Prov:[inci]a è Stato assunto l’impegno di distruggervi
il/brigantaggio/Sono con Stima distinta/Il Consig:[liere] di Stato Incaricato
del Portaf:[ogli]o d:[ell]a Pol:[izia] G[enera]le/ /firma illeggibile n.d.r. )”.



 



 



 



 



 



ARCHIVIO COMUNALE DI
AIELLI



“ Libro per la
Reddizione de Conti dell’Università d’Ajelli”



( 1798 – 1808 )



“ […] f. 34r



Adì 3 7[settem]bre 1798 à
Bartolomeo Angeloni, Libo/rio Fontana, Tomasso di Pietro, Tomasso Maccalli=/ni,
e Girolamo Mancini Soldati a norma del Real/dispaccio datigli docati sedici, e
carlini due per/ciascheduno, che in uno sono docati sedici, e carlini due
per/ciascheduno, che in uno sono docati ottantuno/ sic[com]e da Respictivi
Ricivi fol.[io] ad 13 = 81:/



f. 34v



A dì 7 Gen.[nar]o 1799 pagati al
D[otto]r D.[on] Fran.[ces]co Macera/Carlini tredici, e grana sei per libre sette e mezzi/di Piombo serviti
per le Masse
sic[com]e da Ric.[evut]a fo.[io] 18                             = 1:36



Adi 6 X[decem]bre 1798 li D.[on]
Prospero Berardi dati/carlini dodici per Somministrare le giornate à/tre
Reclute dallo stesso condotte nell’Aq[ui]la sic[com]e da/                                                            
         = 0 1:20[…]”



f. 35r



“[…] In primis si esitano docati
per la spesa erogata/dal d.[ett]o Ferdinando, eli levizio d.[on] Eugenio
all’/Aquila in condurre ivi i Miliziotti giusta                                                                                                    309:25



La pagella fatta a testa in
privato Conseglio con-/forme dal soprad.[et]to libretto d’esito di D.[on]
Ant.[oni]o Mac=/callini fol.[i]o a t:[erg]o per non essere la medesima/spesa
calcolata in d.[ett]o libretto         
=0 10:[…]



f. 35v



“[…] Adi 10 Marzo 1799 pagati
Docati quattro e grana/settanta sette, e mezzi alli Notari D.[on] Gio:[van]
Nicolò/Angeloni, D.[on] Vincenzo Angelitti e Luiggi Rico/per vino somministrato per li soldati del Sig.[no]rPronio/sic[com]e
da Ric[eut]a fol. 35                                                                          
                     = 4: 77 ½



Adi d.[ett]o pagati carlini
dieci, e grana tre al d.[ett]o/Luiggi Rico, cioè carlini sette per li barili
perduti/per carreggiare il vino sud.[ett]o, e g.[ran]a trentatre per vino/e
pane dato à varie Persone, inviate a Spiare/nella Montagna sic[com]e da Ricevuta
fol.[io] 36                                                                         
= 1:03[…]



f. 36 r



“[…] Seguono le spese erogate per le Masse, non con=/tenute ai libretti
di esito, le quali si saranno/risota al foglio posto in bollettario fol.[io]
(sic)  per/essere stati i ricivi
consegnati al Visitatore/D.[on] Gius[epp]e Spiriti, dal quale furono
bonificati/se pagamenti Fiscali a questa Uni[versi]ta e/sono le seguenti: Al Capomassa Giuseppe del Pinto  (1) adì 25 Marzo 1799/per mantenimento di
quattrodici persone, che/si portarono alla volta di Carsoli
docati
cinquantasei                                
                                             =
56=:/



Al d.[ett]o Capomassa per mantenimento della Gentarmeria/trasportata
dal Sig.[no]r Pronio
docati venticinque                                                                                                                                                             
– 25:=/



A Dom[eni]co Tedeschi Inviato nell’Aquila dal Sig.[no]r Salomo-/ne
carlini nove                                       = 90/



Si esigono carlini ventisei cioè
carlini sei à me infra[scri]tto per/libre sette, e mezze di cascio altri carlini sei al Prev.[ost]o D.[on]
Felice De Meis
( vedi qui n.d.r.)
per libre quattro di piombo,
carlini/quattro à Franc.[esc]o di Pietro per un libra di cascio, e Libre/quattro di
guanciale di porco, e carlini dieci a D.[on] Ant.[oni]o/Maccallini per una
spalla di porco di dodici libre servi/te per le Masse
sic[com]e da
Ric:[evut]a fo.[io] 42                                                                                                                                                                    =
2:60/



Si esitano carlini trentacinque da pagarsi ai sette/Vitturali, che si
condussero in Goriano Sicoli a prendere li Scioppi di munizione pria
dell’invasione                                                                                                         
=3:50/



Si esitano carlini dieci per il
viaggio nell’Aquila del Sindaco Ferdinando Petracca allorchè/condusse ivi li
Miliziotti                                                                                                                                                                       
= 1:=



 



f. 37r



“[…] Speso grana cinquanta due pagate à Filippo di Pietro/per sei libre e
mezze di lardo servito per le Masse                                                                                                                                                                    =
:52
[…]”



f.39r



“[…]Sindaco D.[on] Antonio
Maccali(sic), e Mag:[nifi]co Ferdinando Petracca con=/putati non solo
nell’espressata maniera, ch’è stato dichiarato/e significato, mà altresì col peso di dover restituire, e
pagare/tutta la summa, e robbe somministrate da cittadini in tem=/po dell’Anarchia
per il mantenimento delle Masse,
per/essere state da Noi bonate, ed esitate
le spese sud[ett]e a pred.[ett]i/Antipassati Sindaci, e similmente è stata
accettata da suc=/cessori Sindaci N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti, e Fran:[ces]co
di Vincenzo del/Cecato p[rese]nti per testimonj D.[on] Natale Macerola, Luiggi
Man=/cini e D.[on] Fortunato tutti di questa sud[ett]a T[er]ra […]”



f. 39v



“[…] Primieramente hanno d.[ett]i
Sindaci dimostrato di aver pagato sotto il dì 12/Agosto 1799 carlini diecinove
e mezzo al Sergente Coppola siccome/da Rivevuta posta in bollettario fo.[i]o
2                       =1:95/



[…] A Felice Angelantonio Capo Massa di nove individui e/tre cavalli
pagati carlini tredici, e mezze Sotto il dì/29 Agosto 1799, sic[co]e da
Ric.[evut]a fol.[io] 4                                                                                         
= 1:35/



Adi 28 7[sette]mbre 1799 à
Fran:[ces]co Maccallini per essere/andato à Paterno con due vitture à portare
l’Orzo,/e altra roba da’ mangiare ai Soldati si esitano/carlini quattro,
sic[com]e da Ric.[evut]a fol.[i]o 5 =:40/



Adi 22 8[otto]bre al Sergente
Mattia Saltuato pagati/carlini dodici, sic[com]e da Ricev[ut]a fol.[i]o 6  = 1:20/                                                                      



[…] Adi 16 d[ett]o Al Sergente
Nicola Vari con nove Fucilieri/pagati carlini Sedici, sic[com]e da Ric[evut]a
fo.[i]o 8                                                                                                                                                                 =1:60[…]”



f. 42r



“[…] Adi 24 d.[ett]o ( è il mese
di Gennaio 1800 n.d.r. ) Al Caporale Oltrebanno Scarsola con quindici/uomini, e
altri fù Somministratigli per battere la strada/di forca spesi docati quattro,
e mezzo, sic[com]e dà Ric.[evut]a fol.[i]o 22                                                                                                       
             =  4:50 /



[…] Adì 14 Feb[brar]o 1800[…] Al
Fuciliere Gius.[epp]e Antona pagati carlini dieci Ric[evut]a fol.[i]o 26



                                                                                                                                                                                
= 1 =[…]”                   



f. 42v



“[…] A Dom.[eni]co Tucci
Cap[ora]le dato Squadra di Campagna con dodici/Uomini pagati carlini tredici
c.[om]e da Ric[evut]a fol.[i]o 32                                                                                                                            
= 1:30



[…]Adi 29 Ap[ri]le 1800 pagati a
Dom.[eni]co Tucci Cap[ora]le della squadra/di Campagna con undeci Uomini,
pagati carlini/cinque, e mezzo, sic[com]e dà Ric.[evut]a fol.[io] 33                                          
=:55[…]”/



f. 43v



“[…] Per spese erogate per le Masse si esitano docati quaranta/e gr[an]a
quarantaquattro
Sic[com]e dal documento fol.[i]o 71                                                                                                                                          
= 40:44/



f. 44r



“[…]Si esitano carlini
ventiquattro, cioè carlini otto al Sin=/daco Franc:[es]/co, e carlini sedici al
Sindaco N.[ota]r D.[on] Vincenzo Atte=/so
di aversi portata la Vittura in Solmona dove furono/chiamati dal Ministro per
causa dei Giacobini
                                                                                                                        
= 2:40/



f. 55r



“[…]Adi 21 7[settem]bre 1800 A Bonaventura Valerj per resto/di Banda, e
girandola sparati per la festa di S. Bened.[ett]o
/pagati carlini ventotto e
grano otto co[m]e da Ric.[evut]a fol.[io] 1   
                           = 2 :88/                                                    



[…] A Sergente Nardai con altri
Soldati cacciatori portati del/d.[ett]o Commissariato per Razione di Orzo si
esitano doca/ti undeci sic[com]e da sei pezzi di Ric.[evut]e fol.[i]o 20 a
35                                                   
11:=



[…] 72. Adi 24 7[settem]bre 1800
A Placido Torrelli per lo/sparo fatto a d[ett]a Festa docati Sette; e mezzo
comedaRic.[evuta fol.[i]o 30                                                                                                                                 
= 7:50                                                                                                                                                
                  



[…] 74 Al Sergente Mauris con
dodici Soldati adi 16 8[otto]bre/1800 pagati carlini dodeci soldati à di 16 8[otto]bre/1800
pagati carlini dodici Ric.[evut]a fol.[i]o 32                                                                             =
1.20/



f. 55v



“ […]70 Adi 7 7[settem]bre  Ad Ant.[oni]o Tedeschi Tavernaro pagati
carlini/otto per robbe da mangiare somministrate alla sopra=/detta Partita da
Soldato portati da Ciccotto Ric[evut]a fol.[i]o 34                     =:80/



[…]78 Adi 27 7[settem]bre A Lino
Mascitti, ed altri per conduttura e/riconduttura delle codette di spari,
g.[ran]a quarantadue Ric[evut]a fol. 36                                                                                                                  
= 47                                                                                                                            
    



[…]79 A Vincenzo Iannacone
Cap[ora]le di otto uomini Carli-/ni sei Ric[evut]a fol.[io] 37 r                        = 60/



[…]87 A due Soldati portati dal
Comm:[issa]rio D.[on] Lelio Sericchi pagati/grana settantadue Ric.[cevut]a
fol.[io] 45 esitata fol.[io] 59 a t.[erg]o                                                                                                                 
= (sic)/



f. 56r



“[…] 90 A di d d.[ett]o et Giacomo Bernardini di Marano per costo/di Polvere in
decine due, per uso da Soldati pagati
/docati cinque, e carlini sette
Ric[evut]a fol.[i]o 46                                                   
               -5:70/



f. 57r



“[…]116 A di 19
x[decem]bre 1800 A di Clementino Berardi per le/Giberne da miliziotti
Prov.[incia]li di questa T[er]ra, pagati/docati nove, e grana novantacinque
sic[com]e da/Ric[evut]a fol.[i]o 34            = 9:95/                                   



117 Al Med.[esim]o per il
Pr[anz]e Somministrato à cinque soldati/pagati carlini cinque Ric.[evut]a
fol.[i]o  



                                                                                                                                                                                   
75 = 50



118 Al Sergente Fabj per il
Pr[anz]e somministrati a Sei/individui militari per due giorni pagati carlini
venti/quattro Ric[evut]a fol.[i]o 76                                                                                                                      
= 2:40/



119 Si esitano docati sessantaquattro, e carlini quattro incas=/sati a
norma de Reali Ordini per i Soldati di q[ue]sta/Uni[versi]tà
c.[om]e dal
docum.[ent]o fol.[i]o 77                                                                         
= 64:40/



f. 57v



“[…] 127 Si esitano finalmente docati sedici, e carlini/otto pagati al Sig[no]r
Capitano Ill[ust]re Marchese Toma=/setti infine altri docati otto, e carlini
quattro/sborzati da Vincenzo Gualdieri per compra dei Cartoc=/ci di monizione
,
sicc.[om]e dalla Ric.[cevut]a, e dichiaraz[ion]e in/dorso di essa fol.[i]o 80    =26:80/



[…] 128. In primis si esitano li
soprad[dett]i docati otto, e carlini quattro/per la soprad.[ett]a causa, e carlini quattordici per compra/delle
pietre focaje
c[om]e da d[ett]a Ric.[evut]a fol.[i]o 80                                 =9:80/



129 A di 13 Marzo 1801. Al pref.[at]o Sig[no]r Capitano Tomassetti
paga=/ti Docati 8, e grana sessantotto per le Muciglie, porto di esso cartocci,
e Giberne
Ric.[evut]a fol.[i]o 81                                                    
= 8:68/



130 A dì 1° Aprile 1801 A D[on] Clementino Berardi per Noccarde/e
razioni passate a Soldati
pagati docati quattro/ e grana quattordici
Ric.[evut]a fol.[i]o 82                                                                                          
= 4:14/



131 A di 6 d.[ett]o A M[ast]ro Francesco Contestabile di Celano
per/sette fucili, e altri sette incassati, per molle, e bac=/chette di fome

docati sessantaquattro Ric[evut]a fol.[i]o 83                                              
= 64 :=/



132 A di 3 Mag[gi]o 1801 Al d.[ett]o Sig.[no]r Capitano Tomasetti
per/costruzione de Tamburri
docati cinque. Ric[evut]a fol.[i]o 84                                                                                                                                     
= 5:/



[…] A di 5 Ap[ri]le Al sergente
Gio:[van] Ba[ttis]ta Berj pagato con altri Soldati pagate g.[ran]a
sessantasette Ric.[evut]a fol.[i]o 86                                                                                                                                                 
=:67/



135 A di 31 Marzo 1801 Al Sopra
d.[ett]o Sig.[no]r Capitano Tomasetti per/Corriere Spedito nell’Aq[ui]la
carlini dodici Ric[evut]a fol. 87                                                                                                                        
= 1:20[…]



f. 58r



“[…]144 A di 8 Mag.[gi]o 1801 A
Ignazio Moreschi per panno ser=vito per fare li ……. à Soldati, e al Sartore che
li/lavorò pagati carlini ventotto, e un grano Ric.[evut]a fol.[i]o 96                                                        
= 2:81/



145 A DI 13 Mag.[gi]o 1801. A
Gio:[vanni] Cantelmo Tenente di/Compagnia con venti Uomini spesi carlini
dieci/Ric[evut]a f.[olio] 97                                                                                                                                         
=1=/



146 A di 10 Aprile 1801 Ad
Antonio Tedeschi per vitto Som=/ministrato al Soldato Alfiere Trojano per tre
gior=/ni pagati carlini dieci Ric[evut]a fol [i]o 98                                                                                            =  1.=[…]                                                                   
                          



f. 59r



“[…] 163 A di 24 Lug[li]o 1801 Al Gov.[ernator]e D.[on] Vincenzo
Cappelli per/dritti di atti formati per l’Uni[versi]tà, Per Prest, e
piu/Razione pagata a’ Soldati qui condotti per/la contribuzione de Bovi pagati
carlini trenta/sette, e mezzo Ric.[evut]a fol.[i]o 115                                                                                    
= 3:75[…]



166 A di 1 Ag.[ost]o All’Alfiere
Amendola per orzo/a Cavalli e razione àquattro Soldati, pagati/Carlini Sedici,
Ric[evut]a fol.[i]o 118[…]”



f. 59v



“[…] 179 Finalmente si esitano
grana settantadue paga=/te a Soldati portati dal Commi[ssa]rio D.[on] Lellio
Seric=/chi   f.[olio] 55 per non essere
stata calcolata d[ett]a perdita                                                          
= :72[…]



f.



“[…] 3  Adi 19 Mag[gi]o 1802= Pagati altri docati
novantasette, e g[ra]na/sette, cioè doc[at]i 90:75 p[er] debito ord.[inari]o
Tanna di Feb[brar]o 1802/altri doc.[at]i
sei p[er] completata j sussidj dovuti alle vedove/ed orfane de Militari morti
negl’accantonam[en]ti giusta la/lista di carico
, e finalm.[en]te g[ra]na
trentadue p[er] il bollo, siccome/del Ricivo posto in bollett.[ari]o à
fog.[li]o 3                                      = 97:o7:-/




Adì 13 Aprile 1802 In detta Tesoreria in potere di D.[on] Pietro Pom/pei
Uff[icia]le Inc.[arica]to pagati p[er] m.[an]o di D.[on] Vincenzo Capretti
Carlini dieci, e g[ra]na 14 ratizzati p[er] una sol volta dallo spettabile
Preside di q[ues]ta Pro[vinci]a p[er] il mantenim[en]to di due Ordinanza
delle/Milizie Pro[vincia]li in Napoil, ed una nell’Aquila[…]



f. 100r



“[…] oncie im[m]uni di d.[ett]i Luoghi Pii p[er] supplire alle spese, che
occor-/rono nelle p[rese]nti circostanze d’Italia 3° d’Aprile 1802,
e
si=/milm[en]te g[ra]na 43 2/3 p[er] il Bollo[…]



f. 114r



“[…] 44 A M[astr]o Francesco Contestabile p[er] incapatura d’un schioppo/nuovo,
e per tre misure di latta
pagati docati cinque =5:=[…]



[…]46 A Gio[vanni] Contestabile per accomodo di Schioppi, pagati
carli/ni sette e mezzo Ric[evut]a […]



f. 115r



“[…] 78. Al Tenente Filippo
Comandante, che pernottò in questa/T[er]ra colla squadra del T[ri]b[una]le
pagati carlini otto                                                                     
                                                                                 =80:-/



79 A Gio[vanni] Contestabile per accomodo de schioppi pagati/carlini
Sei                                              
=60-[…]



f. 122r



“[…] A di 20 Ap[ri]le A M[ast]ro Francesco Contestabile/per
Schioppi
pagati docati otto, e mezzo 
=8.50[…]”



 



Note



1)  Fu iscritto nella
vendita carbonara del comune di Aielli: “[…]50. Del Pinto Giuseppe-
Negoziante- Carbonaro[…]”. Amiconi F.:” La carboneria a Cerchio op.cit.”.



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



ARCHIVIO COMUNALE DI AIELLI



LIBRO DE  PUBBLICI, E PRIVATI PARLAMENTI



(1793 – 1801) (1)



 



[…] f. 104v



Ajelli 24 Ottobre
1798



Dagl’attuali Sindaci D.[on]
Ant.[oni]o Maccallini, e Comp.[agn]o si è con-/vocato il p[rese]nte privato
Parlam.[ent]o coll’interv.[ent]o del Mag.[nific]o Pro ( è scritto sopra n.d.r. ) Camer-/lengo Luiggi Mancini ( è cancellato n.d.r. ) il Sig.[no]r Gio.[van]Nicola Angeloni ( è scritto sopra n.d.r. ), e
si è proposto, come fù ottenuta dila-/zione per il trasporto della paglia in Solmona
sino al prin-/cipio d’Ottobre, a secondo si propose nell’altro Parlam.[ent]o
fu-/rono pagati per mano del Sig.[no]r Marchese carlini trenta-/sei, ed altro:
siccome il 3(termi)ne è vantaggiosam.[ent]e scorso, e la/pagli non si è
condotta, cosi per impegno si fece in sequito/di Lettere del Sig.[no]r Preside
formar Ord.[in]e con la Corte, che/tutti li Possessori degl’Animali Molini,
Cavallini, e So=/marini fussero pronti per tutti li 25 del Corrente Mese/a
trasportare la d.[ett]a paglia sino all’intiera sodisfaz.[ion]e./Li Sindaci
oltre replicati banni fatti emanare anno fat=/to notificare personalm.[ent]e
tutti i posses:[sor]i di d.[ett]i Animali, ed/à bon conto niuno per detto
giorno prefisso de 25, che sarebbe domani ha obbedito di condurre la paglia,
quantun-/que nel dì 21 corrente Mese venisse dinovo il Commissa-/rio con
quattro Soldati, al q[ua]le furono pagati per le sue/diete docati cinque, e per
i Soldati, che fecero merenda, con/un quarto di vino per il Cavallo, altre
grana venti. Si cer-/ca dunque l’espediente a ternersi, acciò se non per
doma-/ni pefisso giorno, ad ogni modo per li 26 si incominci il tra-/(sic)



f. 105r



Ajelli 23 Mag.[gi]o 1799



Dagl’attuali Mag.[nifi]ci sindaci
Si è convocato il p[rese]nte privato/Parlam.[ent]o coll’intervento del
Mag.[nifi]co Camerlengo Luiggi Manci-/ni, e si sono proposti da risolversi li
seq[ue]nti Capi, vid.[ilice]t/Nel p.[rim]o Capo si propone, come ci è pervenuta
Lettera del Co-/mand.[ant]e P[ad]re Domizio ( Iacobucci n.d.r. ), q[ua]le
avanti le Sig.[no]rie loro si legge, che or-/dina di mandarvi la Truppa in
Massa di q[ue]sta n[ost]ra Terra sotto/la sua direz.[ion]e nella Città
dell’Aquila, sicchè si domanda dal-/le Sig.[no]rie loro come debba provedersi
il denaro p.[e]r il diloro/giornale mantenim.[ent]o, ed ognuno/[…]Al P.[rim]o
Capo è stato risoluto, che si facci Ord.[in]e ai Sindaci antece-/sori, e
specialm.[ent]e Antonio Maccallini, di pagare q[ue]llo, che de=/vono nelle loro
Sig.[nificato]rie, ed il d.[ett]o Maccallini, e compagno astrin-/gano dalle
med.[esim]e li Sindaci loro antece.[sor]i; e fra di tanto si/facci esiggere la
Tassa dalla Decima a norma del Real/Ord.[in]e del General Salomone/[…]



f. 105v



Eletti di convocarsi quanto
prima/+ Segno di Croce di Franc.[esc]o Angelone Eletto/+ Segno di Croce di
Bartolomeo Angelitti/+ Segno di Croce di Tomasso Angelone/+ Segno di Croce di
Giacinto Letta/Io Luiggi di pietro eletto/Io Francesco Barbieri eletto/L[uigi]
Mancini Camerlengo./



Ajelli 26 Maggio 1799



Dagl’attuali Mag.[nifi]ci Sindaci D.[on] Antonio Maccallini,
e Ma-/gnifico Ferdinando Petracca si è convocato il p[rese]nte
publico/Parlam.[ent]o ed anno proposto alle Sig.[no]rie loro li seq[ue]nti
Capi, Vid.[ilice]t/[…]



f. 106r



[…]10 Si propone, come a q[ue]sti
Sig.[no]ri Sindaci è pervenuto Ordine/dal Sig.[no]r Generale D.[on] Giovanni
Salomone, col quale comanda, che si facci L’esigenza della Decima imposta da
S.[ua] M.[aestà]/ D.[io] G.[uardi] nel passato Anno, e questa a norma
dell’Ord.[in]e, che/avanti le Sig.[no]rie loro si legge, ed ognuno/[…]Al decimo
capo non si è risoluta veruna cosa/



f. 106v



E’ stato da tutti al dietro
scritto Capo risoluto, che stante la/rinuncia fatta dal Sig.[no]r Marchese in
qualità di Razionale/di eligersi, come è stato unica voce eletto p.[er]
Raz.[iona]le della/visione de conti delli passati Sindaci, ed Esattore, il Sig.[no]r/N.[ota]r
D.[on] Gio:[van]Nicola Angelone p.[er] far le d.[ett]e visioni, e p.[er]
deliqui-/dare le Sig.[nificato]rie degl’altri Sindaci antecess.[o ]ri, e per assistere/a
d.[ett]e visioni si sono eletti Luiggi Mancini, e Francesco/Angelone, ed il d.[ett]o
Sig.[no]r Razionale debba dentro la gior.[nat]a di/oggi di liquidare tutte le
d.[ett]e Sig.[nificato]rie[…]Si è parim.[ent]i risoluto, che p.[er] la
Sud.[dett]a visione de conti resti/eletto p.[er] altro Razionale il Sig.[no]r D.[otto]r di Pietro ( è stato
cancellato n.d.r. ) Fran.[ces]co
Macerola
( è scritto sopra n.d.r. )[…]Li Cittadini intervenuti al
p[rese]nte publ.[i]co Parlam.[ent]o sono li seq[ue]nti/



Il Sig.[no]r D:[otto]r di
Pietro                                                       
D.[otto]r Fis.[ic]o D.[on] Baldassarre Maccallini



D.[on] Clementino Berardi
Giuseppe Rossi



Il Sig.[no]r N.[ota]r
Angeloni                                                                                         
Gio:[van]Pietro Rico



Il Sig.[no]r N.[ota]r
Angelitti                                                                                          
Domenico Maccallini



                                                                                                                                            
Amadeo Angelone



f. 107r



Antonio Coritti                                                                                                 
Il Mag.[nifi]co Pasquale Maccallini



Francesco Angelone                                                                                                         
Rocco Ponari



Giocondo Gualdieri                                                                                                          
Felic’Ant.[oni]o Petracca



Antonio Maccallini                                                                                                           
Gioseppe Mancini



Filippo Mancini                                                                                                                 
Benedetto Iacobbucci



Giuseppe Letta                                                                                                                 
Bartolomeo Angelitti



Giovanni Iannotta                                                                                                            
Domenico Tedeschi



Gaetano del Pinto                                                                                                            
Matteo Ponari



Franc.[esc]o di Gius.[epp]e del
Pinto                                                                            
Francesco Cajone



Venanzo Letta                                                                                                                   
Tom[m]asso Angelone



Gius.[epp]e di Girolamo
Maccallini                                               
                              Giuseppe
Gualdieri



Domenico Nucci                                                                            
                                  Benedetto
Testone



Simplicio Polla                                                                                 
                               Giovanni
Macerola



Vincenzo Angelitti                                                                             
                              Giovanni
Coletta



Arcangelo Angelitti                                                                                                          
Francesco Letta



Filippo Rico                                                                                                                        
Ludovico Macerola



Francesco Nucci                                                                                                                
Giacom’Ant.[oni]o Angelone



Benedetto Iacobbucci                                                                                                       Saverio
di Natale



Fran.[ces]co di Felice di
Natale                                       
                                                Antonio
Coletta



Benedetto di Fran.[ces]co del
Cecato                                                                            
Pietrofelice Gualdieri



Giuseppe di Luiggi del Pinto                                                                                            
Francesco Maccallini



Gio:[van]Antonio Macerola                                                                                  
Francesco di Gio.[vanni] Angelone



                                                                                                                                                     
Pietro Bucci



[…]f. 111v



Ajelli Li 18 Agosto
1799



Dai Mag.[nifi]ci attuali Sindaci,
ed Amm.[inistrato]ri dell’Uni[versi]tà di/questa T[er]ra d’Ajelli N.[ota]r
D.[on] Vincenzo Angelitti, e/Fran.[ces]co di Venanzo Del Cecato si
propongono/in questo privato Parlam.[en]to colla p[rese]nza, ed as-/sistenza
del Mag.[nifi]co Camerlengo Luigi Mancini/li Seg.[uen]ti Capi da
RisolversiV.[idi]l[icet]/[…]Al 3.[ter]zo Capo si propone, come sono venuti
gl’ord.[in]i/del Sig.[no]r General Pronio, ne q[ua]li si ravvisa/che debba
quest’Uni[versi]tà contribuire p[er] la/



f. 112r



Cavalleria in Sulmona Salme venti
d’orzo, e Ses-/sant’uno Cantara di paglia; Si domanda L’espe-/diente da
tenersi./Al 4.[quar]to Capo si propone, come venne altro ord.[in]e
del/Sig.[no]r Gen[era]le Salomone p.[er] mezzo dell’Incombenzato/Sig.[no]r
N.[ota]r Salucci d’Avezzano, in cui insinua a quest’/Uni[versi]tà di inviare
p.[er] la volta di Carsoli La/Massa./[…]Al 3° Capo si è risoluto, che
ricevendosi altri ord.[in]i/nuovi su tal’affare si rappresenti, che in/questo
Paese non si fa industria di Orzo;/e p.[er] conseguenza non è possibile
som[m]inistrare/



f. 112v



tal genere; e Rapporto alla
paglia si procuri/La diminuz.[io]ne attesa anche la Scarsezza./Al 4.[quar]to
Capo è stato risoluto, che s’attendino altri ord.[in]i/p.[er] risolvere indi
L’occorrente./[…]+ Segno di Croce di Fran.[ces]co di B[ru]no Angelone Eletto
illett[era]to/+ Segno di Croce di Giocondo Gualdieri Eletto illett[era]to/+
Segno di Croce di Giacinto Letta Eletto illett[era]to/+ Segno di Croce di
Gius.[epp]e Antonio Letta Eletto illett[era]to/+ Segno di Croce di Franc.[es]co
Iacobucci Eletto illett[era]to/+ Segno di Croce di Bened.[ett]o di Dom.[eni]co
Coletta Eletto illett[era]to/Francesco Macerola/Prospero Berardi Eletto/Gio[van]Francesco
Delpinto Eletto/Io Luiggi di pietro Lietto/Io Benedetto Coletta Eletto/Io
Francesco di Pietro eletto/L.[uigi] Mancini Camerlengo/N.[ota]r Angeloni
Canc.[ellie]re/



[….]f. 114r



Ajelli il primo
Settembre 1799



Dagl’attuali Mag.[nifi]ci Sindaci
N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti, e Fran.[ces]co di/Venanzo del Cecato si è
convocato publico Parlam.[en]to coll’assistenza del Mag.[nifi]co Luigi Mancini
Camerlengo, e si pro/pongono Li Seg.[uen]ti Capi da risolversi/[…]Al 3.[ter]zo
Capo si propone, come quest’Uni[versi]tà vien tassata p.[er] ord.[in]e/del
Sig.[no]r Gen[era]le Pronio dalli Deputati della Città di Sol=/



f. 114v



mona p.[er] la contribuzione di
Salme venti Orzo, e di Cantara/Sessanta di paglia in servizio del
Real’Esercito;/E dal med.[esi]mo Sig.[no]r General Pronio p.[er]mezzo del
Sig.[no]r D.[on] Er-/menegildo Piccioli Capitan di Cavalleria, e
Com[m]issionato/in Salme trè Orzo, sicc.[om]e dal Copia dell’ord.[in]e. Su
de-/manda dunque nel caso fussero astretto Li Sindaci p.[er]/d.[ett]a
contribuzione La maniera da tenersi, trovandosi/li med.[esi]mi in
debito./4.[quar]to si propone, come jeri L’altro venne La tassa, che/dalla
Corte di Celano fù fatta p.[er] ord.[in]e del Sig.[no]r Preside/dell’Aquila
p.[er] La rintegraz.[io]ne delle Spese erogate dall’/Uni[versi]tà di Gagliano
p.[er] il mantenim.[en]to degl’Ufficiali/Repubblicani p.[er] il pagam.[en]to di
docati otto, e grana 84/da farsi entro il 3[termi]ne di giorni quattro, come
senti=/rete dalla Copia di d.[et]to ord.[in]e; Si domanda
L’espe=/diente./5.[quin]to Capo si propone, come il P[ad]re Domizio in
occasione/porta La Massa di questa T[er]ra in Rieti pretese dai/Sindaci il
pagamento dell’ord.[ina]rio prè, motivo p.[er] cui/gli furono Som[m]inistrati
docati cinque,, che si fecero/imprestare dà Ant.[oni]o Tedeschi; Ora domanda
altra Som-/ma p.[er] d.[ett]a Massa; Onde/[…]



f. 115r



Doppo letto il 2[secon]do Capo è
stato sciolto il Conseglio p.[er] di=/screpanza de pareri./Li Cittadini
intervenuti sono li Seg.[uen]ti V.[idi]l[icet]/



Sig.[no]r D.[otto]r D.[on]
Gius.[epp]e di Pietro           
Sig.[no]r D.[otto]r  Fis.[ic]o
D.[on] Ant.[oni]o Maccallini



Sig.[no]r D.[otto]r D.[on] Fran.[ces]co
Macerola Sig.[no]r D.[otto]r Fis.[ic]o D.[on] Baldassarre Maccallini



D.[on] Propspero Berardi                                                                                     
Mag.[nifi]co Ferdindando Petracca



Mag.[nifi]co Pasquale
Maccallini                                                                             
Franc.[es]co di B[ru]no Angeloni



Ant.[oni]o di Venanzo
Maccallini                                                                                              
Ant.[oni]o Coritti



Gaetano Delpinto                                                                                                                        
Arcangelo Angelitti



Dom.[eni]co di Fran.[ces]co
Polla                                                                                             
Berardo Tatucci



Paolo Angelone                                                                                                                            
Vincenzo Angelitti



Saverio Polla                                                                                                                                 
Felice di Natale



Dom.[eni]co Letta                                                                                                                        
Nicola Delpinto



Paolo Polla                                                                                                                                     
Gius.[epp]e Ciaralli



Luigi di Gio:[vanni] di
P[iet]ro                                                                                                      
Giacomo di Natale



Romualdo Delpinto                                                                                               
Bened.[ett]o di Matteo Iacobucci



Berardo Polla                                                                                                                                     
Innocenzo Polla



Matteo Ponari                                                                                                                                    
Giacinto Letta



Pasquale Nucci                                                                                                             
Gius.[epp]e di Dionisio Mancini



Carmine Delpinto                                                                                             
                               Fran.[ces]co
Letta



Franc.[ces]co Iacobucci                                                                                      
                             Felice
Mancini



 Cesidio Angelitti



f.115v



Luigi Angelone                                                                                                        
                           Luigi
Callocchio



Fran.[ces]co di B[ru]no
delpinto                                                                        
                             Gius.[epp]e
Rossi



Fran.[ces]co Barbieri                                                                                                                         
Giocondo Gualdieri



Giacom’Ant.[oni]o Angelone                                                                                                
Felice Ant.[oni]o Angelitti



Fran.[ces]co d’Agostino
Angelone                                                                     
Ant.[oni]o di Gio:[vanni] Iaocobucci



Amadeo Angelone                                                                                                            
Gio:[van]Domenico delpinto



Gius.[epp]e d’And.[re]a Letta                                                                                                   
Dom.[eni]co Maccallini



Dom.[eni]co Nucci                                                                                                                             
Lodovico Macerola



Luca Barbieri                                                                                                                                   
Ant.[oni]o Callocchio



Felice Ant.[oni]o Polla                                                                                                        
Pasquale d’Angelo Delpinto



Matteo Letta                                                                                                            
Vincenzo di Gio:[vanni] di P[iet]ro



Ant.[oni]o Tedeschi                                                                                                      
Filippo di Gio:[vanni] Iacobucci



Giuses.[epp]e di Luigi
Delpinto                                                                        
Franc.[ces]co di Gius.[epp]e delpinto



Alessandro Maccallini



                                                                                                         
                                     L.[uigi]
Mancini Camerlengo



                                                                                                        
                               N.[ota]r
Angeloni Canc.[ellie]re/



 



Ajelli Li 4 7[settem]bre
1799



Dai Mag.[nifi]ci attuali Sindaci
N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti, e Fran:[ces]co/di Venanzo del Cecato si è
convocato coll’assistenza/del Mag.[nifi]co Luigi  Mancini Camerlengo privato Conse/glio, in cui
si ripropongono Li capi proposti, e/non risoluti nell’antecedente publico
parlam.[en]to del p.[rim]o/del cor.[ren]te 7[settem]bre; Onde risolvino ciocche
stimeranno/più proprio./[…]



[…]f. 116r



[…]Riguardo al 3.[ter]zo,
4.[quar]to, e 5. Capo è stato Risoluto, che questi/di nuovo si ripropongono in
d.[ett]o parlam.[ent]o da convo-/carsi, e traditanto con tutta sollecitud.[in]e
si debba=/no vedere j Conti de passati Sindaci, ed Esattori./+ Segno di Croce
di Fran.[ces]co Iaocobucci Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Giocondo
Gualdieri Eletto illett[era]to/+ Segno di Croce di Giacinto Letta Eletto
illett[erat]o/+ Segno di Croce di Gius.[epp]e Ant.[oni]o Letta Eletto
illett[erat]o/+ Segno di Croce di Bened.[ett]o di Dom:[eni]co Coletta Eletto
illett[erat]o/Francesco Macerola/Prospero Berardi Eletto/G.[iovan]Fran.[ces]co
Delpinto Eletto/Io Luiggi di petro Letto/Io francesco di Pietro Eletto/L.[uigi]
Mancini Camerlengo/N.[ota]r Angeloni Canc.[ellie]re



f. 116v



Ajelli Li 12 7[settem]bre
1799



Dagl’attuali Mag.[nifi]co Sindaci
N.[ota]r D.[on] Vincenzo Angelitti, e Fran:[ces]co di Ven:[an]zo/del Cecato si
è colla presenza, ed assistenza del Mag.[nifi]co Luigi/Mancini Camerlengo
convocato publico Parlam.[en]to, in cui/si propongono j seg.[uen]ti Capi da
Risolversi./Al p.[rim]o Capo si propone, come in esecuz.[ion]ne degl’ord.[in]i
dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r/D.[on] Raffaele de Giorgio Reg.[i]o Consigliere,
e Caporuota della G.[ran]/C.[orte] della Vic.[ari]a diretti alla Local Corte,
acciò ogni Paese/debba formare una milizia urbana di persone più/coragiose, e
sicure p.[er] L’attacam.[en]to alla Religione, ed alla/Real Corona
divendola(sic) in quattro pattuglie con quat-/tro buoni, e prudenti Capi p.[er]
la custodia del Tenim.[en]to/il giorno, e di notte p.[er] l’abitato, Sicc.[om]e
sentirete Le/S.[ignorie] V.[ostre] dalla Copia, che si Legge; Si domando
dunque/L’espediente da tenersi, ed Ogniuno./[…]Al p.[rim]o Capo si è risoluto,
che p.[er] Li quattro Capi delle/Pattuglie debbano restar eletti Li più
probi/Nell’/



f. 117 r



Nell’atto, che si era principiata
La Risoluz.[ion]e del primo/capo è stato sciolto il Conseglio./L.[uigi] Mancini
Camerelengo/[…]



f. 117v



Ajelli Li 13 ottobre 1799



Dagl’attuali Mag.[nifi]ci Sindaci
si è colla p[rese]nza, ed assistenza del/Mag.[nifi]co Luigi Mancini Camerlengo
convocato privato/Parlamento, in cui si propongono Li Seg.[uen]ti Capi
V.[idi]l[icet]/[…]



[…]f. 118v



[…] Inter alia è stato proposto,
e Risoluto, che i Sindaci procu=/rino di dare al P[ad[re Domizio ventiquattro
Carlini in/Supplemento delli docati dice, che pretese nella spe=/dizione della
Truppa in massa verso Lo Stato Romano,/e propriam.[en]te a Monte Rotondo/+
Segno di Croce di Fran:[ces]co di B[ru]no Angelone Eletto illett[erat]o/+ Segno
di Croce di Giocondo Gualdieri Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di
Giacinto Letta Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Gius.[ett]e Ant.[oni]o
Letta Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Fran.[ces]co Iacobucci Eletto
illett[erat]o/Francesco macerola/Gio:[van]Francesco Delpinto Eletto/Io Luiggi
di pietro Eletto/Io francesco di Pietro Eletto/L.[uigi] Mancini Camerlengo/[…]



f. 120v



Ajelli Li 30 ottobre
1799



Dai Mag.[nifi]ci attuali Sindaci N.[ota]r Angelitti, e Del
Cecato si è/convocato privato parlamento, in cui colla p[rese]nza, ed
assi=/stenza del Mag.[nifi]co Camerlengo si propongono li Seg.[uent]ti/Capi da
risolversi./[…]



f. 121r



[…] Al 3° Capo si propone, come
oggi si è Ricevuto L’Ord.[in]e perentorio/della Corte dello Stato di Celano
delegata dalla Reg.[i]a Ud.[ienz]a/a dover pagare, e rintegrare dentro il
3[termi]ne di giorni due/La Summa di docati otto, e grano ottantaquattro
tassati/à quest’Uni[versi ]tà a benef.[ici]o di quella di Gagliano p.[er] le
Spe-/se erogate ai Repubblicani;onde/[…]Al 3.[ter]zo Capo è stato risoluto, che
Li Sindaci procurino di paga-/re quella rata corrispondente a quella tassata
all’Uni[versi ]tà/del Coll’Armele se Sarà possibile p.[er] essere
questa/Populaz.[io]ne Numerosa in conformità di q[ue]lla del Colle./+ Segno di
Croce di Fran.[ces]co di B[ru]no Angelone Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce
di Giocondo Gualdieri Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Fran.[ces]co
Iacobucci Eletto ill[etterat]o/+ Segno di Croce di Bened.[ett]o Coletta Eletto
illett[erat]o/+ segno di Croce di Giacinto Letta Eletto illett[erat]o/Francesco
Macerola/



f. 121v



G.[iovan]Francesco Delpinto
Eletto/francesco di Pietro Eletto/Io Luiggi di pietro Letto(sic)/N.[ota ]r
Angeloni Canc.[ellie]re/[…]



[…] f. 124v



Ajelli Li 23 X[decem]bre
1799



Dalli Mag.[nifi]ci attuali
Sindaci Angelitti, e Delcecato si è convo=/cato privato Conseglio, in cui colla
presenza, ed assistenza/del Mag:[nifi]co Luigi Mancini Camerlengo si
propongo(sic) li Seg.[uen]ti Capi/Al p[ri]mo Capo si propone, come si è mandato
Cor.[rie]re nell’Aqui-/la con lettera al Sig.[no]r Avvocato Cassetti p.[er] far
spedire/La Bolletta del Reg.[i]o Sale da sfondacarsi, e p.[er] presenta-/re
i[n] Reg.[i]a Tesoreria L’abonam.[en]to fatto p.[er] le spese ero=/gate p.[er]
le Masse dal Reg.[i]o Visitatore D.[on] Gius.[epp]e Spirito,/non che p.[er]
altri motivi, Siccome Sentirete dalla/Lettera Responsiva, che si Legge;
Onde/[…]Al P.[rim]o Capo è stato risoluto da tutti, che gl’attuali Sinda-/ci
tra domani, e doppo domani se La sentino colli/Mag:[nifi]ci Sindaco di Celano,
di Cerchio, e del Coll’Armele/p.[er] risapere sé d.[ett]e Uni[versi]tà abbiano
Sfondacato il Sale/in Pescara, e nel caso non L’abbiano sfondacato,/faccino a
quei Sindaci legere d.[ett]a Lettera responsiva/colle altre cautele risposte
degl’ufficiali dell’Aqui-/la, affinche possa concertarsi L’espediente
solle-/cito p.[er] tal’affare, affinche tanto questa, q[uan]to d.[ett]e al-/tre
Uni[versi]tà non avesse à perdere il denaro di d.[ett]o/sale non sfondacato. E
traditanto non ma=/chino di esigere, anche con via di giustizia tut-/



f. 125r



to il Resto del denaro del sale,
e del Lucro dagli ante-/cessori Mag:[nifi]ci Sindaci,/[…]+ Segno di Croce di
Fran.[ces]co Iacobucci Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Giocondo
Gualdieri Eletto illett[erat]o/+ Segno di croce di Giacinto Letta Eletto
illett[erat]o/+ Segno di Croce di Gius.[epp]e Ant.[oni]o Letta Eletto illett[erat]o/+
Segno di Croce di Bened.[ett]o di Dom.[eni]co Coletta Eletto
illett[erat]o/Gio:[van]Francesco Delpinto Eletto/Io Luiggi di petro Letto(sic)/Io
francesco di Pietro Letto(sic)/Io Benedetto Coletta Eletto/L.[uigi] Mancini
Camerlengo/N.[ota]r Angeloni Canc.[ellie]re/[…]



[…]f. 138r



Ajelli Li 12 Giugno 1800



Dalli Mag.[nifi]ci attuali Sindaci
Angelitti, e Del Cecato si è convocato/privato Parlam.[en]to, in cui
coll’assistenza, e p[resen]za del Mag.[nifi]co/Luigi Mancini Camerlengo si
propongono li Seg.[uen]ti capi/Al p.[rim]o Capo si propone come, alli nove del
cor.[ren]te Giugno venne/Cor.[rie]re Spedito dal Reg.[i]o Tesoriere dell’Aquila
cogl’ord.[in]i/perentorj, acciò ogn/Uni[versi]tà pagasse in Reg.[i]a Tesoreria
tut-/ti j Soliti pagam.[en]ti de pesi Fiscali, Adoe, Decima,/ed altro, non
pagati dal 1798 fin ad oggi, mentre/



f. 138v



si dedurranno tutte le spese
erogate p. [er]Le Masse nella/sum[m]a di a docati quattrocento, altrim.[en]ti
si sarebbe spedito/il Com[m]issario; Ed in fatti jeri, che si computavano li/11
del cor.[ren]te fù chiamato il Capo Sindaco in Celano dal/Sig.[no]r Tenente
D.[on] Fran.[ces]co Cotilli, da cui gli fù imposto, che/se p[er] tutti li 13
del cor.[ren]te non si facessero d.[ett]i pagam:[en]ti/sarebbe venuto Lui qual
Com[m]issario colla forza di qua-/ranta Soldati p[er] astringere Li Cittadini
al pagam.[ent]o sud.[dett]o/E p.[er] impedire un interesse di consideraz.[io]ne
s’interposero il/Sig.[no]r Marchese Tomassetti col med.[esi]mo Sig.[no]r
Tenente, il q[ua]le/gl’accordò, che p.[er] ora si pagasse almeno La Sum-/ma di
docati cento; Si domanda dunque L’espediente/[…]Al p.[rim]o capo è stato
risoluto, che gl’attuali Mag.[nifi]ci Sindaci s’-/informino dal Sig.[no]r
Avvocato se sia più espediente/pagarsi La Richiesta Sum[m]a dagli stessi
Amm.[inistrato]ri, ò pu-/re dall’Esattore, essendosi p[er]tanto risoluto, che/stantino
Le ricor.[en]ti strettezze si som[m]inistrino docati/sessanta soltanto. Ed
intanto p.[er] il rimpiazzo di d.[ett]o/denaro si venda il grano, e si porti in
Avezzano nel/prossino mercato de 21 del cor.[ren]te, e p.[er] La conduttura/si
diano carlini due a salma, e carlini quattro p.[er]/L’incom[m]odo del Sindaco;
E nel caso, che domani mat-/



f. 139r



tina si trovasse a vendere alla
rag.[gion]e di docati nove, e/carlini due a salma colla coppa del Fornaro si
sopra-/sieda di portarlo in Avezzano, ma si accendi La Cen-/dela, e si Liberi
al mag.[gio]r oblatore con una Sola ac-/cenzione dà farsi domani mattina./[…]+
Segno di Croce di Giocondo Gualdieri Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di
Bened.[ett]o di Dom.[eni]co Coletta Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di
Giacinto letta Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Franc.[esc]o Iacobucci
Eletto ille[ettert]o/Francesco Macerola/Prospero Berardi/Io francesco di Pietro
Eletto/Io Benedetto Coletta Eletto/Io Luiggi di pietro Letto/L.[uigi] Mancini
Camerlengo(N.[ota]r Angeloni Canc.[ellie]re/[…]



[…]f. 143r



Ajelli Li 7 7[settem]bre
1800



Dai Mag.[nifi]ci attuali Sindaci,
ed Amm:[inistrato]ri di quest’Uni[versi]tà si è convo=/cato privato Parlamento,
in cui coll’assistenza, e p[rese]nza/del Mag.[nifi]co Luigi Mancini Camerlengo
si propone il Seg[uen]te/capo da risolversi./Al p.[rim]o capo si propone, come
si stà soffrendo da trè gior=/ni il Com[m]issario colla forza di dodeci
Fucilieri Spedito/dal Sig.[no]r Consigliere Visitator Gen[era]le deglì Apruzzi
D.[on]/Raffaele de Giorgio ad effetto di fare L’esigenza di/Regie Collette
tanto del 1798, che del 1799; Ed essen-/dosi tale esigenza in vigore
dell’antecedente Riso=/luzione quasi ultimata p.[er] parte de
Cittadini,/Restando a farsi L’Esaz.[io]ne de Forastieri, che for-/mano una
som[m]a assai vistosa; si è fatto cioè pre=/sente al d.[ett]o Com[m]issario
accio si ritirasse da/q[ues]ta T[er]ra p[er] essersi inviata nell’Aquila docati
quat-/trocento, ed altri cento sono pronti, oltre li do-/cati quattrocento venti
bonificati p[er] le Masse,/Il medesimo hà risposto non poter partire
senza/L’ord.[in]e del prelodato Sig.[no]r Consigliere, che forse/



f.143v



ora si trova in Gioja, Si domanda
dunque L’/epediente da tenersi./Al p.[rim]o Capo èstato da tutti risoluto, che
si domandi al Sig.[no]r/Com[m]issario La forza necessaria p[er] fare L’esigenza
ne/Paesi forastieri, e specialm.[en]te p[er] Celano, e Cerchio. E/nel tempo
istesso spedirsi un Corriere al Sig.[no]r Consi-/gliere de Giorgio con Lettera
diretta al Sig.[no]r Prospero/Berardi, acciò L’informi dell’occorrente p.[er]
ottenere il ri=/chiamo da questo Luogo del Com[m]issario; E nel caso
fusse/tornato in Celano, conf.[orm]e si saprà à momenti dal Cor-/riere spedito,
deputarsi Soggetto Idoneo, e Capace p[er]/informarne il prelodato Ministro; E
p.[er] meglio agevo=/lar L’affare farsi far Lettera di Relazione da/q[ue]sto
Sig.[no]r Com[m]issario. E non trovandosi Persona, che/voglia prestarsi, in tal
caso vi anderà uno de Sin=/daci, acciò preghi il Sig.[no]r Marchese, che
s’interpongano/p.[er] quanto si brama./+ Segno di Croce di Fran.[ces]co di
B[ru]no Angelone Eletto illett[errat]o/+ Segno di Croce di Giocondo Gualdieri
Eletto illett[era]to/+ Segno di Croce di Gius.[epp]e di Girolamo Maccallini
Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Franc.[es]co di Giuliano Iacobucci
illett[erat]o/Francesco Macerola/Francesco di Pietro/Benedetto Coletta/L.[uigi]
Mancini Camerlengo/N.[ota]r Angeloni Cancell.[ier]e/



[…]f. 153v



Ajelli il primo
Novembre 1800



Dalli Mag.[nifi]ci attuali
Sindaci Iacobucci, e Gualdieri si è convocato privato/parlam.[en]to, in cui
colla p[resen]za, ed assistenza del Mag.[nifi]co Luigi Man-/cini Camerlengo si
propone il Seg.[uen]te Capo da risolversi/Al p.[rim]o capo si propone, come il
Sig.[no]r D.[otto]r D.[on] Giuseppe Barbati Dele-/gato dal Sig.[no]r Preside
dell’Aquila hà fatto ord.[in]e preciso alli/Sindaci, acciò all’istante senza la
menoma perdita di tempo/incassino, e riponghino in una cassa à trè chiave La
som[m]a di do-/cati cinquantaquattro p.[er] quindici Individui di questa
T[er]ra suf-/ficente p[er] un mese, e di tener pronti quindici fucili,
corris=/pondenti Arme, e monizione p.[er] consegnarsi all’istante alli/Soldati
ripresentati, colla com[m]inaz.[io]ne delle pene, sic.[com]e da d.[ett]o
ordine,/che alle S.[ignorie] V.[ostre] si legge; si domanda dunque
L’espediente/da tenersi/Al p.[rim]o Capo è stato risoluto, che à motivo che
quest’Uni[versi]tà non/tiene denaro, così si ricorra nell’Aquila, e si
ottenga/dal Sig.[no]r Preside La dilazione di potere fare L’in=/cassam.[en]to
di d.[ett]o denaro, q[ua]le p.[er] tall’effetto si procuri dagli/Amministratori
nella maniera più espedita, che si puo-/le, e nel tempo stesso si procuri
d’ottonere dal Sig.[no]r Teso-/riere La dilaz.[io]ne p.[er] il novo
pagam.[en]to della cor.[rren]te tassa./E rapporto alli Fucili non si ponno
tener pronti, per-/che attesi replicati ord.[in]i p.[er] La restituz.[io]ne
delle Armi, si cre-/dono già restituiti[…]/



[…]f. 155r



Ajelli Li 9 9[novem]bre
1800



Dagl’attuali Sindaci, ed
Amm.[inistrato]ri di quest’Uni[versi]tà si è convocato pri=/vato parlam.[en]to,
in cui colla p[rese]nza, ed assistenza del mag.[nifi]co/Luigi Mancini
Camerlengo si propone il seg.[uen]te Capo/Al p.[rim]o Capo si propone, come
oggi è venuto ord.[in]e pressante/del Sig.[no]r Preside à quest’Uni[versi]tà,
acciò subito si facci/L’incassam.[en]to de’ docati cinquantaquattro p.[er] i
Soldati/di questo Publico nel num.[er]o di quindici p.[er] il diario/di unmese
in caso di partenza, colla com[m]inaz.[io]ne, che/inviarà un distaccam.[en]to
di duecento soldati, ed altre/pene, e conf.[orm]e dalla copia dell’ord.[in]e,
che si Legge, nel-/la q[ua]le anche si ravvisa, che debba farsi La pro=/vista
delle Armi, e monizioni p.[er] d.[ett]i Soldati./Al p.[rim]o capo è stato
risoluto, che L’Esattore delle Reg.[i]e Collet-/te dentro due giorni faccia
L’esaz.[io]ne di d.[ett]a Summa/p.[er] incassarla]/+ Segno di Croce di
Fran.[ces]co Iacobucci Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Giocndo
Gualdieri Eletto illett[erat]o/+ Segno di Croce di Tom[m]aso Angelone Eletto
illett[erat]o/+ Segno di Croce di Gius.[epp]e di Girolamo Maccallini Eletto
illett[erat]o/Io Benedetto Coletta Eletto/Gui:[van]Francesco Delpinto Eletto/Francesco
Macerola/Prospero Berardi/Io Domenico Nucci/francesco di Pietro/L.[uigi]
Mancini Camerlengo/N.[ota]r Angeloni[…]



[…]f. 158v



Ajelli Li 12 Decembre
1800.



Dai Mag.[nifi]ci attuali Sindaci,
ed Amm.[inistrato]ri di que’Uni[versi]tà d’Ajelli Be-/nedetto Iacobucci, e
Vincenzo Gualdieri si è chiamato, e/convocato publico Parlam.[en]to p.[er]
ord.[in]e dell’Ill[ustrissi]mo Sig.[no]r Mar-/chesino D.[on] Gio:[van]Loreto
Tomassetti Maceroni Capitano in=/combenzato, in cui colla p[rese]nza non meno
di d.[ett]o Sig.[no]r/Capitano, che del Sig.[no]r D.[on]Massimo Ciccotti
Delega-/to dalla Corte dello Stato di Celano si propone il Se-/guente capo da
risolversi./Si propone, come dovendosi a tenore de Reali ord.[in]i sotto/il dì
12 Luglio di questo spirante anno p.[er] La forma.[io]ne/della leva Provinciale
som[m]inistrare dalle rispettive/Uni[versi]tà del Regno diece Individui p.[er]
ogni migliajo di/Anime à tenore dell’ultima numeraz.[io]ne delle Anime/del
1798, inclusi Li Miliziotti Urbani, e quelli del-/la Leva de 2 7[settem]bre di
d.[ett]o an[n]o 1798, e trovandosene p.[er]/conto di questa Terra soltanto otto
incluso il miliziot-/to urbano Girolamo di Natale, ed escluso il Mag.[nifi]co
D.[on]/Clementino Berardi come graduato primo Tenente/di d.[ett]a Leva, così si
deve divenire alla Bussola,/delli due Individui mancanti su Le Famiglie
più/numerose, non essendosi trovato chi abbia volu-/to volontariam.[en]te
arrollarsi./Per mancanza de Volontarj si è divenuto alla Bussola/a norma del
Real Editto. E comeche si è trovata/La Famiglia di Fran.[ces]co Barbieri
numerosa di/sei, si è p[er]ciò eletto uno de di Lui Figli p.[er] un Sol-/dato/



f. 159r



dato Provinciale; E p.[er]
L’altro fattasi La bussola sud.[dett]a, nella/q[ua]le Sono entrate le Seg.[uen]ti
Famiglie numerose di quattro/Individui V.[idi]l[icet]/=Tom[m]aso Coritti,
Gio:[van]Batt[ist]a Campomizzi,/Gius.[epp]e di Placido Gualdieri, Tom[m]aso
Marinucci, Amadeo/Angelone, e Giuseppe di Dom.[eni]co Ant.[oni]o Iacobucci, à
mo-/tivo di non essersi trovati presenti Li Figli del sopra/d.[ett]o Barbieri
p.[er] esaminarsi sé fussero abili;/si è p[er]ciò determinato dalle sud.[dett]e
sei Famiglie imbusso-/late estraersi, ed eligersene due con condizione,
che/L’ultimo, che sortirà di queste resti incluso nel caso,/che La Famiglia
Barbieri non si rinvenisse abile;/E fattasi in effetti La Bussola sud.[dett]a,
è sortita in primo/Luogo La famiglia di Amadeo Angelone; Ed in Se=/condo Luogo
La Famiglia di Tom[m]aso Coritti, q[ua]li sono/stati eletti nell’espressata
maniera p.[er] Soldati Provin=/ciali à complimento della quota, che deve
quest’Uni[versi]tà/alla rag.[ion]e di diece Uomini p.[er] migliajo d’Anime/Li
Cittadini intervenuti in d.[ett]o publico parlm.[en]to sono li Seg.[uen]ti
V.[idi]l[icet]/



Il Sig.[no]r D.[otto]r D.[on]
Gius.[epp]e di Pietro                                          
Gius.[epp]e di Girolamo Maccallini



Il Sig.[no]r D.[otto]r D.[on]
Fran.[ces]co Macerola                                        Amadeo
Angelone



Luigi Mancini                                                                                               
Gius.[epp]e di Gio:[van]Loreto Maccallini



Ferdinando Petracca                                                                                  
Gio:[van]Batt[ist]a Campomizzi



Fra.[nces]co di Martino del
Cecato                                                         
Giacomo Fontana



Felice Ant.[oni]o di Pietro                                                                         
Gio:[vanni] Coletta



Franc.[es]co di Pietro                                                                                 
Filippo Mancini



Francesco Ciaralli                                                                                        
Gio:[vanni] di Fran.[ces]co Iacobucci



Fran.[ces]co di Venanzo Del
Cecato                                                        
Gius.[epp]e di Fran.[ces]co Mancini



Fran.[ces]co di Gius.[epp]e
Letta                                                            
Matteo Ponari



f. 159v



Tom[m]aso Angelone                                                                               
Gio:[vanni] di Fran.[ces]co Angelone



Franc.[es]co di B[ru]no
Angelone                                                          
 Damiano Macerola



Fran.[ces]co Barbieri                                                                                 
Pietro Gualdieri



Clementino Iacobucci                                                                               
Giocondo Iacobucci



Pasquale Nucci                                                                                          
Fran.[ces]co d’Agostino Angelone



Giocondo Gualdieri                                                                                  
Matteo Letta



Gio:[vanni] del q.[uonda]m
Fran.[ces]co Polla                                     Berardino
Polla



Giacom’Ant.[oni]o Angelone                                                                  
Carmine Delpinto



Andrea Mancini                                                                                         
Luigi Rico



Dom.[enic]o Nucci                                                                                    
Fran.[ces]co Cajone



Tom[m]aso Coritti                                                                                    
Vincenzo di Pietro



Gius.[epp]e di Dom:[eni]co
Ant:[oni]o Iacobucci                                 Vincenzo
Angelitti



Domenico Maccallini                                                                                
Gius.[epp]e di Placido Gualdieri



Ant.[oni]o Maccallini                                                                                 
Tom[m]aso Marinucci



Gianloreto Tomassetti
C[a]p[ita]no                                                        
Massimo Ciccotti Deleg.[a]to



La p[resen]te parlamentaria
Risolu-



zione resta sospesa fino a
nuovo                                                           
N.[ota]r Angeloni Canc.[ellie]re



ordine da legitimi



Superiori, ed inted



  
Gianloreto Tomassetti Cap[ita]no […]”



 



 



 



 



Note



1)      Il
citato liber, recentemente restaurato per la Soprintendenza Archivistica
d’Abruzzo dalla ditta fratelli Di Giacomo di Pescara, si conserva nell’archivio
storico del Comune di Aielli in uno scaffale metallico posto al primo primo
piano del palazzo municipale sito in Aielli in piazza Filippo Angelitti . Il
nostro manoscritto presenta in alto a destra la numerazione scritta con cifre
arabe, a inchiostro nero ed a matita: dal primo foglio fino al foglio 177 è
scritta a inchiostro nero; la numerazione che va dal foglio 178 al foglio 187 è
scritta a matita sicuramente dai moderni restauratori ; il foglio 187 è
scritto, da altra mano posteriore, ad inchiostro nero, e l’ultimo foglio invece
non presenta alcuna numerazione e reca, nell’unico rigo scritto, la seguente
laconica annotazione: “ Li Pro[curato]ri de Luoghi Py Restano g[ra]na 5..”. Il
primo foglio, così come l’ultimo come abbiamo visto, non reca alcuna
numerazione e  presenta solamente,
scritta in due righe, la seguente beneaugurante scrittura : “ Sia col nome di
Dio Amen/Ajelli li 28 Aprile 1793 “. Misura mm. 282 per 207 ed ha  una copertina in cuoio con la relativa chiusura
mediante lacci di cuoio. Si ringrazia l’impiegata del comune di Aielli
Giuseppina Di Pietro che sempre è stata gentile alle mie varie richieste per la
visura del nostro manoscritto. Circa un trentennio  fa venuto alla conoscenza che tale “liber” era
posto negli scantinati del predetto comune mi adoperai affinchè potessi
visionarlo cosa  che, grazie agli amici
aiellesi in primis Mario Palerma che qui pubblicamente ringrazio, mi riuscì
facilmente. Notai immediatamente che i fogli 104v e 105r erano scritti da
differente inchiostro e comunque, mi sembrò allora e così mi sembra oggi,
scritti dalla stessa medesima mano: però la cosa più eclatante era che fra i
due citati fogli non vi era continuazione del deliberato bensì, come
chiaramente si evince, vi era una brusca 
interruzione sia temporale: si passa infatti dalla deliberazione del 24
ottobre 1798 a quella del 23 maggio 1799 ( dunque una interruzione di ben sette
mesi ) sia tematica infatti, il brano della deliberazione del 24 ottobre 1798
finisce così: “[…]Si cer-/ca dunque
l’espediente a tenersi, acciò se non per doma-/ni pefisso(sic) giorno, ad ogni
modo per li 26 si incominci il tra=/
(sic)” e la susseguente altra
deliberazione inizia : “ Ajelli 23
Mag.[gi]o 1799
“. Come mai non vi è continuazione tra le due
deliberazioni? Cosa è accaduto? Erano deliberazioni compromettenti o altro che
a noi sfugge? O semplicemente l’amministrazione comunale di Aielli fece propri,
mi si perdoni il gioco di parole, impropriamente e forzatamente i reali
rescritti del 18 Gennaio 1800 ? : “[…] Il Luogotenente, e Capitan
Generale del regno Principe del Cassaro con viglietto de’ 16 del corrente (
Gennaio 1800 n.d.r.) ha partecipato alla Real Segretria di Stato, Giustizia, e
Grazia quanto siegue: Non convenendosi di far rimanere in mano de’ particolari
gli editti, manifesti, e collezioni di essi, ed altre simili abominevoli carte
formate in tempo dell’abbattuta anarchia dell’intruso sedicente Governo, da’
Generali, e Commissari francesi[…]Disponga inoltre, che raccolte saranno le
carte suddette, per mezzo del Boja siane date alle fiamme be’ soliti luoghi in
pubblico[…]” ; del 10 gennaio 1803 dove venivano disposte la distruzione di “ tutti i processi, e tutte le
carte riguardanti a’ delitti di Stato
” e del primo novembre 1829: “
Sua Maestà[…] nel consiglio di Stato del 1. corrente mese ( è il mese di
novembre 1829 n.d.r.) si è degnata di prescrivere di mandarsi alle fiamme le
processure penali compilate in epoca più antica di anni quaranta da questa
parte […] (cioè dal 1789 al 1829 n.d.r.). Perché è da ritenere cosa improbabile
che, per ben sette mesi, come già abbiamo visto, il comune di Aielli non adotti
più alcuna  deliberazione. Quindi,
dobbiamo arguire, che tali pubblici atti deliberativi furono tolti ( è
impossibile sapere quante deliberazioni e quanti fogli, forse è meglio dire
quanti quinterni, furono sottratti e quando tale sottrazione avvenne)  perché compromettenti o ritenuti tali , molto
probabilmente in modo, dobbiamo arguire, palese e non di soppiatto, come in un
primo momento può sembrare, perché è impossibile che tutti, nessuno escluso, i
maggiorenti del paese, siano essi filo borbonici che filofrancesi,  non sapessero della sottrazione e quindi
distruzione di tali pubblici atti. Ed ecco forse spiegato, il condizionale è
d’obbligo, anche la difficoltà del rinvenimento dei registri relativi al
“Novantanove” ed al decennio napoleonico (1806-1815)  nel regno delle Due Sicilie. Un vero peccato!



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