Pescina – C’è preoccupazione tra i genitori della Valle del Giovenco per il trasferimento dell’ambulatorio vaccinale pediatrico di Pescina, attualmente situato nelle immediate vicinanze del pronto soccorso dell’ex ospedale Serafino Rinaldi. Questa caratteristica lo rende unico e di grande valore per il territorio, offrendo un presidio sanitario sicuro e tempestivo in caso di emergenze.
Secondo una lettera dei genitori giunta in redazione, il trasferimento sarebbe legato ai lavori di ristrutturazione del Presidio Territoriale di Assistenza (PTA), finanziati dal PNRR, nell’ambito di una serie di movimenti di reparti per l’applicazione della ristrutturazione dei fondi. Tuttavia, temono che, come già accaduto in passato con reparti come chirurgia, geriatria e sala operatoria, dietro il progetto di riorganizzazione possa celarsi una progressiva chiusura dei servizi sanitari locali. Inoltre, semrerebbero non esserci date certe sulla durata dello spostamento: potrebbe trattarsi di sei mesi o sei anni, e questo elemento genera grande preoccupazione tra le mamme e le neo-mamme.
Un centro vaccinale attualmente in posizione strategica
L’ambulatorio vaccinale di Pescina è considerato un punto di riferimento per l’ASL 1 Avezzano, garantendo la somministrazione di vaccini a circa 5.000 bambini e adulti ogni anno. La sua struttura interna è ottimale e la sua collocazione accanto al pronto soccorso rappresenta un elemento di sicurezza fondamentale, specialmente per i neonati di appena due mesi, che potrebbero sviluppare reazioni avverse come shock anafilattici o crisi vagali. Inoltre, serve un vasto bacino di utenza, tra cui Pescina, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, San Benedetto dei Marsi, Ortucchio, Bisegna, Aielli, Cerchio, Pescasseroli e Opi.
I genitori si chiedono perché si sia deciso di spostare l’ambulatorio nel vecchio distretto insieme al altri servizi e attualmente sede dell’AVIS, una struttura priva di pronto soccorso nelle immediate vicinanze nel caso di shock anafilattici o crisi vagali a bambini di pochi mesi bisognerebbe attendere l’arrivo del 118 e di una ambulanza. “Non sarebbe più semplice spostare direttamente la fisioterapia nella nuova struttura, anziché effettuare due spostamenti?”, sottolineano, evidenziando che trattamenti come massaggi e laser terapia non implicano somministrazioni di farmaci e, quindi, non necessitano della vicinanza a un presidio di emergenza.
Paura di un’ulteriore riduzione dei servizi sanitari
Il timore diffuso tra i cittadini che si appellano alle istituzioni e a chi di dovere è che questa riorganizzazione non sia realmente temporanea, ma che rappresenti il preludio alla definitiva riduzione dei servizi sanitari nel territorio. “Non vogliamo assistere a un’altra chiusura mascherata da ristrutturazione”, affermano i genitori, chiedendo alle istituzioni sanitarie e politiche di riconsiderare la decisione.
L’attenzione della comunità della Valle del Giovenco si fa sempre più forte, con l’obiettivo di salvaguardare un servizio essenziale per la salute pubblica e, soprattutto, per la sicurezza dei più piccoli.