25 anni fa ci lasciava Fabrizio De André, uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi

Esattamente 25 anni fa, l’11 Gennaio 1999, moriva, a soli 59 anni, Fabrizio De André, uno dei cantautori più importanti, amati e stimati del mondo della musica italiana. Un poeta che musicava parole che sono entrate a far parte del tessuto culturale italiano. De André è il poeta dei vinti, colui che con la sua voce ha cantato la vita di chi non ha voce, di chi non ha scelta, di chi vive ai margini e di chi si ribella.

Fabrizio De André, l’anarchico gentile che con la sua arte ha sfidato il potere di chi opprime e sfrutta, di chi mente e inganna, di chi divide e uccide, di chi odia e condanna. Un maestro di parole, ma anche di sogni e di vita per tantissime persone. Ha insegnato a molti il senso dell’essere vicini e solidali nell’accettazione della diversità, qualsiasi diversità.

De André ha avuto il coraggio di esplorare, con intelligenza e immensa sensibilità, le profondità abissali dell’animo umano. Si è avvicinato con delicatezza e passione alle storie degli ultimi, a quella umanità marginale e sofferente che ha descritto nelle sue canzoni. Tra i suoi dischi più amati, possiamo citare:

  • Tutto Fabrizio De André (1966): il suo primo album, che raccoglie alcune delle sue canzoni più famose, come “La canzone di Marinella”, “La guerra di Piero” e “Il testamento”.
  • La buona novella (1970): un album che riprende alcuni episodi dei vangeli apocrifi, dando voce ai personaggi più umili e trasgressivi, come “Maria Maddalena”, “Giuseppe e il ladrone buono”.
  • Storia di un impiegato (1973): un concept album che narra le vicende di un impiegato che si ribella al sistema e si unisce a una rivolta popolare, ispirato dalle proteste del ’68.
  • Fabrizio De André (1979): conosciuto anche come “L’indiano”, questo album segna una svolta nella carriera di De André, che si avvicina al folk-rock e collabora con la Premiata Forneria Marconi. Tra le canzoni più celebri: “Andrea”, “Hotel Supramonte” e “Il bombarolo”.
  • Anime salve (1996): l’ultimo album di De André, che esplora il tema della libertà in tutte le sue forme, con riferimenti alla cultura sarda, celtica e mediorientale. Tra i brani più noti: “Khorakhanè”, “Princesa” e “Smisurata preghiera”.

Per celebrare il 25° anniversario della morte di De André, tutti i suoi dischi in studio sono stati ristampati in vinile, arricchiti da annotazioni autografe e documenti inediti. Per ricordarlo, per tutta la giornata di oggi, dalla filodiffusione di via Garibaldi, a Genova, sarà trasmessa una playlist dei suoi più grandi successi: ci saranno “Crêuza de mä”, “Bocca di Rosa”, “La Città vecchia”, “La guerra di Piero”, “Andrea”, “Il pescatore” e naturalmente non potrà mancare “Via del Campo”.

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