Lavori PTA di Pescina: la cappella consacrata diventa temporaneamente un obitorio, dubbi sul percorso dei dolenti e il nodo del rispetto religioso e della convivenza tra culti

Pescina – I lavori di ristrutturazione in corso presso il Presidio Territoriale di Assistenza (PTA) di Pescina, finanziati con fondi del PNRR, sono iniziati stanno comportando una serie di spostamenti e riorganizzazioni degli spazi interni alla struttura. Tra le diverse modifiche apportate, una in particolare sta sollevando interrogativi e riflessioni tra cittadini e operatori: l’utilizzo temporaneo della cappella consacrata come area di transito per le salme.

La cappella e il nuovo utilizzo temporaneo

All’interno del PTA è presente una cappella consacrata, luogo di culto cristiano dedicato alla Serva di Dio Santina Campana, la cui tomba si trova proprio a Pescina. Ogni quattro del mese, nella cappella viene celebrata una messa in suo onore. Tuttavia, la compatibilità di questa funzione con il nuovo utilizzo della cappella rimane affidata a un dato puramente statistico: ogni mese si spera che in quel giorno specifico non avvengano decessi all’interno del PTA, evitando così sovrapposizioni tra il rito religioso e le necessità del servizio mortuario.

A causa dei lavori previsti nell’area dell’obitorio, che si trova in una zona laica separata ma sempre all’interno della struttura ospedaliera, è stato predisposto un trasferimento provvisorio dei servizi mortuari all’interno della cappella. Ciò significa che, in caso di decesso presso il PTA o probabilmente anche dal punto di primo soccorso, la salma potrà essere temporaneamente ospitata nella cappela, in attesa del trasferimento presso una casa funeraria. Tuttavia, qualora ciò non avvenga nell’immediato, il compianto e il commiato dovranno svolgersi all’interno della cappella stessa.

L’area antistante alla cappella è un punto di passaggio strategico. Si tratta infatti dell’ingresso della scalinata principale dell’ospedale, che conduce ai piani superiori e dove si trova anche l’ascensore. Questo spazio è nevralgico per chi deve raggiungere il Centro Unico di Prenotazione (CUP) – un’area spesso affollata – così come per l’accesso agli uffici amministrativi e sanitari. La vicinanza tra questi ambienti e la cappella, dove potrebbero essere ospitate le salme, solleva dubbi sulla gestione della viabilità interna e sulla dignità del commiato.

Le problematiche sollevate

Questa soluzione solleva alcune questioni pratiche e culturali.

  1. Percorso dei dolenti e logistica – Attualmente, per i dolenti, le persone che vengono a piangere i defunti e dare le condoglianze ai fsamiliari, i percorsi di accesso all’area risultano poco adeguati. Le opzioni disponibili prevedono un passaggio esterno, che tuttavia si presenta attualmente poco decoroso per la presenza di cassonetti dell’immondizia, o un percorso interno, vivininzzimo al pronto soccorso, i laborataori analisi e il Centro Unico di Prenotazione (CUP). Questa situazione potrebbe creare criticità per i familiari delle persone decedute, oltre che per il regolare svolgimento delle attività sanitarie.
  2. Convivenza tra cappella e obitorio – La cappella è uno spazio consacrato alla religione cristiana. Il transito di salme di altre confessioni religiose (musulmani, ebrei, o altre fedi) all’interno di un ambiente consacrato e ricco di simboli cristiani solleva un interrogativo culturale e religioso. In che modo si potrà garantire il rispetto delle diverse sensibilità spirituali in un luogo che, per definizione, è consacrato a una specifica fede?

Ambulatorio vaccinale spostato, genitori in allarme

Oltre a questa riorganizzazione, anche il trasferimento dell’ambulatorio vaccinale pediatrico ha suscitato forti preoccupazioni tra i genitori della Valle del Giovenco. L’ambulatorio, precedentemente situato nelle immediate vicinanze del pronto soccorso dell’ex ospedale Serafino Rinaldi, rappresentava un presidio sanitario strategico, garantendo un intervento immediato in caso di reazioni avverse ai vaccini, specialmente nei neonati.

Il trasferimento nel distretto sanitario, privo di un pronto soccorso nelle immediate vicinanze, ha portato i genitori a definirlo “una scelta incomprensibile e pericolosa”. Il timore è che questa riorganizzazione possa rappresentare l’ennesimo passo verso una progressiva riduzione dei servizi sanitari locali. Inoltre, l’incertezza sulla durata dello spostamento – che potrebbe protrarsi per mesi o addirittura anni – ha alimentato il sospetto che la ristrutturazione possa tradursi in una chiusura definitiva del servizio.

I genitori si chiedono perché si sia deciso di spostare l’ambulatorio nel vecchio distretto, anziché destinare ad altra sede il centro di fisioterapia, il quale non necessiterebbe della vicinanza di un pronto soccorso. La comunità locale, preoccupata per la riduzione progressiva dell’offerta sanitaria, chiede risposte chiare dalle istituzioni.

Interrogativi e tempi di soluzione

Al momento, non sono stati forniti dettagli sui tempi certi di queste soluzioni temporanee. Questo aspetto contribuisce ad alimentare dubbi e richieste di chiarimenti da parte di cittadini e operatori. Se da un lato si comprende la necessità di riorganizzare gli spazi per garantire la continuità dei servizi, dall’altro emerge la necessità di trovare soluzioni che rispettino la dignità del commiato e le diverse esigenze di culto.

Resta ora da capire se e come le istituzioni competenti risponderanno alle perplessità sollevate, individuando una soluzione che possa contemperare le necessità logistiche con il rispetto per la spiritualità e il decoro del rito funebre.

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