La festa in onore dell’abate ed eremita egiziano Sant’Antonio è una di quelle tradizioni secolari alla quale rinunciare è quasi impossibile, sia per la sua portata a livello storico e culturale, sia per la devozione che si ha nei confronti del Santo, simbolo del bene che sconfigge il male, di fertilità e purezza, di ritorno alla luce.
In Italia, soprattutto nel centro, il culto di Sant’Antonio è associato a quella sfera rurale di cui fanno parte macellai, contadini ed allevatori e, con essi, gli animali: il Santo, infatti, è considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato insieme ad essi nelle icone sacre.
Come tanti altri paesi marsicani, anche San Donato, frazione di Tagliacozzo, ha voluto rievocare il culto di questo Santo, con simboli strettamente collegati alla vita dell’abate: un saio marrone ed una lunga barba bianca hanno reso fede a quell’immagine consacrata di Sant’Antonio che, accompagnato da un docile asinello e all’immancabile figura del diavolo, ha percorso le vie del paese, insieme ai tanti ragazzi che hanno intonato i tipici canti in onore del Santo.
Immancabile anche il fuoco sacro davanti ai locali della pro loco del paese, attorno al quale tutta la comunità si è riunita in preghiera: il parroco del paese, Don Abel, ha benedetto tutti i presenti ed i loro animali, in un rito emozionante che brucia il passato e da vita ad una resurrezione purificatrice, portatrice di fertilità.
Foto di Manuel Conti