Tagliacozzo, ritorna la Gara dei cuochi: sfida ai fornelli tra professionisti e ricordi di famiglia

Tagliacozzo, ritorna la Gara dei cuochi: sfida ai fornelli tra professionisti e ricordi di famiglia
Tagliacozzo, ritorna la Gara dei cuochi: sfida ai fornelli tra professionisti e ricordi di famiglia

Tagliacozzo – La tradizione si rinnova tra sapori, memoria e nuove generazioni. Durante il periodo pasquale, Casa Anzini è tornata a ospitare la storica Gara dei cuochi, un evento che negli anni Novanta aveva animato le tavole e gli animi di diverse famiglie tra Tagliacozzo e Avezzano, unendo cucina, amicizia e spirito conviviale.

A rilanciare l’iniziativa, dopo anni di silenzio, sono stati gli undici nipoti degli ideatori originali, protagonisti di quelle che un tempo erano scherzose “schermaglie culinarie” tra nonni ai fornelli. In prima linea nell’organizzazione, Niccolò Cimimi, nipote del conosciuto Alceste – figura di spicco nell’enogastronomia locale, sommelier e accademico della Cucina di Avezzano e della Marsica.

L’edizione 2025, battezzata “Gara dei Cuochi – New Generation”, ha visto sfidarsi cinque coppie di concorrenti, tutte formate da giovani professionisti, molti dei quali attivi tra Tagliacozzo e Roma. Il verdetto finale ha incoronato Alessio Cappellini e Raoul Bortolussi, vincitori assoluti grazie al loro dessert “Tortelle con confit di limoni”, abbinato con maestria al Moscato d’Asti “Zagaria” dei Marchesi di Barolo.

Non meno prestigioso il Premio Pacifico, assegnato per il miglior abbinamento tra piatto e vino, che è andato alla coppia Valerio Fosso – Francesco Simone, per gli “Spiedini di rondella di calamaro” serviti con un Terresikane Turchiotto Grillo, un bianco siciliano di grande carattere.

La giuria, composta da esperti dell’Accademia della Cucina e da sommeliers di alto profilo, ha apprezzato la qualità tecnica e creativa delle proposte, tutte frutto di passione e ricerca.

Tra i partecipanti anche Stefano Viesti, Fabio Caracciolo, Sergio Sbrogli, Alberto Brandimarte, Alessandro De Donato e Francesco Contel, che hanno raccolto l’eredità dei nonni con entusiasmo e spirito sportivo, dimostrando come le radici familiari possano diventare lievito per nuove esperienze di comunità.

Una sfida ai fornelli, certo. Ma anche un modo autentico per tenere vivo il legame con la propria terra, attraverso il linguaggio universale del cibo.

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