Aielli – “Se il 25 aprile avesse un volto per noi, sarebbe quello di Remo Milone“, così il Sindaco di Aielli, Enzo Di Natale, in apertura di una nota dedicata proprio al cittadino aiellese che, con il suo sacrificio, è tra i tanti che hanno lottato per la Liberazione.
“Figlio di Antonio Milone, partigiano caduto per la libertà, Remo è il testimone vivente del sacrificio che ha reso possibile la nostra democrazia“, spiega Di Natale.
Il sindaco Di Natale ha avuto l’onore, insieme all’avvocato Innocenzi, di consegnare a Remo Milone una copia del foglio matricolare del padre, Antonio.
Questo documento, che riporta le tappe della vita di un militare durante la Seconda Guerra Mondiale, è un piccolo, ma fondamentale pezzo di storia che restituisce dignità a chi ha combattuto e ha dato la vita per la libertà.
Nel ricordare la figura di Antonio Milone, il sindaco Di Natale ha sottolineato l’importanza di non dimenticare mai il sacrificio di uomini come lui. Come scrive il sindaco, “un gesto semplice, ma profondamente simbolico: restituire memoria e dignità a chi ha dato tutto“.
Antonio Milone, ha spiegato Di Natale, nacque il 12 Settembre 1919 a Celano, figlio di Pasquale Milone e Venditti Antonia. Fu arruolato nel 72° Reggimento Fanteria nel 1941.
Dopo l’8 Settembre 1943, scelse di unirsi alla formazione partigiana “Ombrone”, impegnata nella lotta contro l’occupazione nazifascista.
Nel corso di una delle tante battaglie che segnarono il conflitto, Antonio fu ferito in uno scontro con le truppe fasciste e naziste, proprio nel territorio di Aielli, suo paese d’origine.
Dopo essere stato fatto prigioniero, venne giustiziato sommariamente. Il 2 Giugno 1944, a soli 24 anni, venne ucciso con un colpo di pistola alla nuca e il suo corpo venne abbandonato per strada, in località Tre Ponti, tra Aielli e Cerchio.
Alla madre che lo cercava disperata, fu detto che sarebbe stato portato a Pescina per le cure. Una bugia che nascondeva la crudele realtà della sua morte.
Il sacrificio di Antonio Milone non passò inosservato. Gli fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla memoria, con una motivazione che ne rende giustizia: «Partigiano audace e valoroso, già segnalatosi in precedenti circostanze, volontariamente si offriva per partecipare con pochi animosi ad una audace missione di guerra. Scontratosi con il nemico e ferito ad una gamba, rifiutava di essere trasportato all’indietro per consentire ai suoi di ripiegare prontamente onde sottrarsi all’accerchiamento. Catturato veniva barbaramente trucidato sul posto».
La memoria di questi uomini è fondamentale per le nuove generazioni, per ricordarci che la libertà è stata conquistata con il sangue e con il sacrificio di tanti.
In un mondo che spesso tende a guardare solo al presente, ricordare il sacrificio di chi ha lottato per la nostra libertà è un dovere morale che non possiamo eludere.
Il Sindaco chiude la sua nota con una frase che riassume il significato più profondo del 25 Aprile: “Non dobbiamo mai dimenticare che c’è chi è morto per renderci liberi“. Un monito per tutti, un invito a onorare ogni giorno quella libertà che, troppo spesso, diamo per scontata.