Massacro delle foibe, la lettera della Consulta per tutti gli studenti

La Consulta provinciale degli Studenti dell’Aquila, presieduta da Aristide Luccitti, Presidente proveniente dell’IIS Majorana di Avezzano, e Luigi Placidi, Vicepresidente proveniente dal Liceo Scientifico Bafile di L’Aquila, si unisce alla commemorazione del tragico evento del massacro di Tito e dell’esodo giuliano-dalmata, noto anche come massacro delle foibe, che ha segnato profondamente la storia Italiana, inviando una lettera a tutti gli istituti di secondo grado della provincia dell’Aquila e chiedendo un minuto di silenzio dalle ore dalle 10.59 alle 11.00 del 10/02/2024.

Segue il testo della lettera della Consulta:
Gentili studenti e studentesse, la data odierna è stata scelta per ricordare uno degli
eventi più drammatici della storia italiana, il massacro di Tito e l’esodo giuliano-dalmata,
anche conosciuto come massacro delle foibe.
Il primo passo per non ripetere errori di tale portata, è quello di porre la nostra attenzione su
eventi accaduti in un passato non così remoto, considerando che tali genocidi sono stati
perpetrati da persone comuni e a causa di motivi politici.
Per questi motivi dobbiamo impegnarci nel prossimo futuro ad essere i primi garanti della
libertà politica e di espressione, richiamando a questo proposito l’articolo 21 della
Costituzione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure.”
Le foibe rappresentano un capitolo doloroso nella storia dell’ex Jugoslavia e dell’Italia
durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Queste voragini carsiche furono teatro di
massacri e sepolture di numerosi italiani e di altre etnie. Oggi, il tema delle foibe rimane
carico di tensioni e controversie, riflettendo le ferite storiche non completamente rimarginate.
La questione continua ad attualizzarsi in relazione alla memoria collettiva, alimentando
dibattiti politici e nazionalistici. Alcuni contestano la strumentalizzazione del passato per fini
politici, mentre altri cercano di preservare la memoria delle vittime. La sfida attuale consiste
nel bilanciare il dovere di ricordare le tragedie del passato con la necessità di costruire una
visione comune e pacifica per il futuro, superando le divisioni che persistono da decenni.
E noi giovani, insieme, possiamo farcela.

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