Capistrello – Quando si parla di salute e di prevenzione, si sa che intervenire in tempo è fondamentale. Ma quali possono essere le conseguenze quando una comunicazione importante come una convocazione per una valutazione vaccinale arriva con cinque anni di ritardo? È esattamente ciò che è accaduto a una famiglia di Capistrello.
Ricostruiamo la vicenda. Pochi giorni fa, il 22 gennaio 2024, una famiglia del centro Rovetano ha ricevuto via posta una missiva della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila, contenente una convocazione per un consulto vaccinale per il figlio della coppia.
Fin qui nulla di strano, se non fosse per la data della convocazione: 27 luglio 2019. Quasi cinque anni di ritardo, dunque, per l’arrivo di una comunicazione certamente non banale come una valutazione vaccinale per un bambino.
Da questa situazione si impara che, nonostante viviamo in un mondo iperconnesso dove le comunicazioni viaggiano rapidamente, è sorprendente che un messaggio da un’istituzione sanitaria possa tardare quasi cinque anni per arrivare.
La storia pone domande cruciali sulla responsabilità e la tempestività di come queste informazioni sono veicolate. Emerge chiaramente l’esistenza di lacune che possono ostacolare la rapidità ed efficacia delle comunicazioni, in particolare in ambito di salute pubblica, considerando le recenti esperienze globali post-pandemiche.
R.B.