Gli Alpini al Santuario di San Gabriele ricordano i caduti della battaglia russa di Selenyj Jar, dove caddero tanti abruzzesi

Gli Alpini al Santuario di San Gabriele ricordano i caduti della battaglia russa di Selenyj Jar
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Abruzzo – A Isola del Gran Sasso e San Gabriele, gli alpini ricorderanno i Caduti della battaglia di Selenyj Jar (Russia) di fine dicembre 1942, ricordata anche come la battaglia del “quadrivio insanguinato”, dove caddero tanti alpini abruzzesi.

  • Venerdì 1º marzo – Ore 20 basilica vecchia santuario di San Gabriele, 10º memorial “Francesco Sfrattoni”, concerto del Coro Ana “Stella del Gran Sasso” di Isola del Gran Sasso, in occasione del 70º della fondazione del Gruppo di Isola del Gran Sasso.
  • Sabato 2 marzo – Ore 9 ritrovo presso il Gruppo di Isola del Gran Sasso, ore 9:30 alzabandiera presso il monumento dei Caduti della Seconda guerra mondiale, ore 15:30 piazzale ex scuola media arrivo del vessillo della Sezione Abruzzi; ore 16 deposizione corone monumenti ai Caduti. Alle 16:30 piazza Contea di Pagliara onori al vessillo della Sezione Abruzzi; ore 17:30 santuario di san Gabriele dell’Addolorata (salone Stauross), “Incontri con la Storia”: “Storia del Gruppo alpini di Isola del Gran Sasso nel 70º anno dalla fondazione”. “Dal Golico al Ponte di Perati, la divisione alpina Julia nella campagna di Grecia Albania nella Seconda guerra mondiale” a cura del ten. col Pietro Piccirilli. Alle 20 rancio alpino presso palestra ex scuola media.
  • Domenica 3 marzo – Ore 9 ammassamento nel parcheggio di san Gabriele dell’Addolorata e alle 9:30 in piazza Contea di Pagliara, onori al vessillo della Sezione Abruzzi. A seguire sfilamento verso il santuario di san Gabriele dell’Addolorata per la Messa alle ore 12. Alle 17 ammainabandiera.

La battaglia di Selenyj Jar è un episodio di eroismo che gli alpini hanno scritto nel tragico libro della Campagna di Russia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo avvenimento è stato uno dei momenti più alti di coraggio e senso del dovere per gli alpini che furono caricati su camion e scaricati a Selenyj Jar per impedire alle forze sovietiche di avanzare e di accerchiare le truppe dell’Asse.

Gli alpini resistettero per oltre un mese, in buche scavate nella neve, senza alcuna preparazione del terreno. Respingendo attacchi su attacchi, giorno e notte. Non persero un solo metro di terra. Il loro comportamento influenzò la salvezza dei fratelli di altre divisioni. Solo 150 alpini dei 1.600 partiti rividero le montagne d’Abruzzo. Dei tre ufficiali del battaglione L’Aquila, solo Prisco, Fossati e Vitalesta tornarono a casa.

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