Il 23 aprile si è celebrato San Giorgio patrono dei cavalieri, dei soldati e degli scout. Il suo nome deriva dal greco gheorgós che significa agricoltore, lavoratore della terra.
In mancanza di notizie biografiche certe su San Giorgio, le principali informazioni provengono dalla Passio Sancti Georgii. Secondo questa fonte Giorgio, originario della Cappadocia (regione dell’odierna Turchia) nacque verso l’anno 280.
I genitori lo educarono alla religione cristiana. Si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Proprio sotto questo imperatore sarebbe successivamente avvenuto il martirio durante una delle più violente persecuzioni dei cristiani (23 aprile del 303 a Lydda in Palestina).
La leggenda che lo vede protagonista dell’uccisione del drago si diffuse intorno all’anno 1.098, ma la vera consacrazione giunse con la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (1.228-1.298) frate domenicano e vescovo di Genova. Compilata verso la metà del XIII secolo fu una delle opere agiografe di maggiore diffusione della vita di San Giorgio dove viene riportato l’episodio del drago.
Il santo è raffigurato in un affresco rupestre posto a 1.200 m di altitudine su una delle pareti rocciose del pianoro di San Vittorino di Celano. Il dipinto, che resiste da quasi otto secoli alle intemperie, rappresenta San Giorgio aureolato armato di lancia nell’ atto di uccidere il drago, in sella di un cavallo bianco.
L’affresco rupestre di autore ignoto, recentemente restaurato dalla Sottosezione CAI di Celano con il patrocinio del comune di Celano, risale al XIII secolo quando il culto di San Giorgio divenne simbolo della lotta del bene contro il male.