“Spes non condudit”, nella bolla di papa Francesco per il Giubileo del 2025 un richiamo a L’Aquila e alla Perdonanza di Celestino V

L’AquilaPapa Francesco consegna “Spes non confundit”, la Bolla d’indizione dell’Anno Santo 2025. Spes non confundit, la speranza non delude è il titolo, tratto dalla Lettera ai Romani (Rm 5,5) della Bolla di indizione del Giubileo ordinario consegnata ieri pomeriggio, 9 maggio, dal Papa alle Chiese dei cinque continenti durante i secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione.

Nel documento Papa Francesco guarda al passato e cioè al Giubileo Straordinario della misericordia indetto nel 2015, ma anche al futuro, ovvero alla celebrazione nel 2033 dei duemila anni della Redenzione e, ancor prima, ai 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio Ecumenico di Nicea che tra i vari temi trattò anche la datazione della Pasqua.

Nel testo della Bolla, il Papa ricorda anche la Perdonanza di Celestino V, uno degli eventi storici più importanti della storia aquilana e non solo. Queste le parole contenute in “Spes non confundit” che richiamano la Perdonanza, L’Aquila e la Basilica di Collemaggio:

Mi piace pensare che un percorso di grazia, animato dalla spiritualità popolare, abbia preceduto l’indizione, nel 1300, del primo Giubileo. Non possiamo infatti dimenticare le varie forme attraverso cui la grazia del perdono si è riversata con abbondanza sul santo Popolo fedele di Dio. Ricordiamo, ad esempio, la grande “perdonanza” che San Celestino V volle concedere a quanti si recavano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, nei giorni 28 e 29 agosto 1294, sei anni prima che Papa Bonifacio VIII istituisse l’Anno Santo.

La Chiesa già sperimentava, dunque, la grazia giubilare della misericordia. E ancora prima, nel 1216, Papa Onorio III aveva accolto la supplica di San Francesco che chiedeva l’indulgenza per quanti avrebbero visitato la Porziuncola nei primi due giorni di agosto. Lo stesso si può affermare per il pellegrinaggio a Santiago di Compostela: infatti Papa Callisto II, nel 1122, concesse di celebrare il Giubileo in quel Santuario ogni volta che la festa dell’apostolo Giacomo cadeva di domenica. È bene che tale modalità “diffusa” di celebrazioni giubilari continui, così che la forza del perdono di Dio sostenga e accompagni il cammino delle comunità e delle persone“.

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