L’arrivo dei  Colonna nella Marsica: amministratori del feudo in fermento nel 1653

Castello baronale dei Colonna (Avezzano)
Castello baronale dei Colonna (Avezzano)

Dopo la morte di Marcantonio (24 gennaio 1659), gli successe nei possedimenti marsicani Lorenzo Onofrio Colonna che, alla metà degli anni ottanta del XVII secolo, incappò nella celebre guerra di successione spagnola sotto Filippo V, laddove l’atteggiamento contrario delle «élites» napoletane fece sperare in un cambiamento a favore del probabile candidato francese che potesse concorrere al trono di Spagna. Contemporaneamente, la potenza dei baroni aumentò, impedendo alla monarchia di auto-sostenersi, poiché la maggior parte del patrimonio del regno di Napoli era nelle mani della nobiltà e i fiscali erano quasi tutti alienati.

In questo travagliato periodo, gli «onnipotenti» Colonna non avevano particolari problemi nella Marsica. Anzi, padroni di tutto il territorio occidentale, spadroneggiavano indisturbati, grazie alla protezione delle loro milizie armate composte di temibili fuoriusciti e banditi. Tuttavia, durante le numerose rivolte scoppiate ovunque nel regno con dilagante ed evidente anarchia, seppero opporsi al potere centrale e i loro amministratori riusciranno sempre a riscuotere le tasse dovute all’erario zonale. 

Sotto questo profilo è interessante esaminare il carteggio di una voluminosa raccolta di notizie intitolata: «Avezzano erariali, e giustificati dall’anno 1653-1657. Ricevute di credito rilasciate dal Monte di Pietà di Roma a favore del Principe Colonna», per entrare a pieno titolo nello scenario del tempo e per cercare di capire fatti e avvenimenti inediti della zona sottoposta ai poteri del signore romano. Questo ricco materiale d’archivio, ci mostra come in vista del prossimo arrivo nella Marsica dei nobili, furono emesse una lunga serie di ricevute per pagamenti presentati dagli amministratori dei Colonna, come compenso di prestazioni di varia natura, tra cui: «spese pel accomodo di fatti al Palazzo di Sua Eccellenza, al portone della Pescheria e alle Mole. Spese per i Barcaioli che portano a spasso il Principe lungo il lago. Affitto della Mola di Avezzano, località Le Fratte per anni tre» (1). All’interno del libro di cassa, si trovano altre interessanti voci, come: «Nota de’ prezzi dei grani venduti alli mercati di Avezzano in giorno di sabato nel mese di maggio del corrente anno 1653»; oppure: «Nota de’ prezzi dei grani venduti alli mercati di Tagliacozzo, et Erario Notar Gio: Paolo Thomei delle Cese». L’amministratore del Contestabile Colonna in Avezzano era Don Giacomo Antonio Grimaldi, che teneva la contabilità (entrate, uscite e spese varie) delle università di Cappelle, Scurcola, Luco, Trasacco, Avezzano, Magliano e Antrosano. Nell’agosto dello stesso anno il principe romano annunciò il suo arrivo nella Marsica ai suoi «vassalli» e, proprio per questo motivo, fervevano i preparativi per accoglierlo degnamente. Mastro Giulio Pasquale fu incaricato di aggiustare tutti gli infissi: porte, finestre, serrature, quadri, ecc. 

A Berardino Di Berardo furono affidati delicati lavori di muratura; mentre, alcune donne di Avezzano lavarono e rammentarono venti coperte e lenzuola per la sistemazione delle stanze da letto. In una nota di barcaioli che dovevano portare in gita sulle imbarcazioni i membri della famiglia Colonna, si notano i nomi di una decina di pescatori di Luco dei Marsi che, per queste prestazioni ricevettero poi dall’erario Angelo Grimante: «testoni dieci [ducati dieci e grana settantuno] per ciascheduno per ordine in voce della Duchessa». 

In altro simile carteggio, si parla della «Mola delle Fratte», che aveva bisogno di riparazioni immediate con «ruota nuova e palette da mola». Il gestore del mulino, preso alla sprovvista, scrisse una supplica per non essere carcerato vista la sua scarsa attenzione alla manutenzione delle attrezzature. L’amministratore dei Colonna ordinò in proposito: «Fare tutti i risarcimenti necessari con la minor spesa possibile». Tra l’altro, nel prezioso documento, si può leggere che nel giugno del 1655, visto il perdurare dell’inettitudine dell’affittuario, l’erario incaricò i mastri Pasquale, Andrea e Marino Piccioli (tutti di Rocca di Mezzo) per aggiustare definitivamente la cadente struttura. Dopo aver eseguito alla perfezione le dovute riparazioni, i muratori ricevettero carlini quindici più le spese dei materiali serviti, come calce, mattoni, travi e chiodi. Analizzando la ricevuta con parcella dei lavori eseguiti, si può notare che il lavoro eseguito con maestria non ebbe la giusta ricompensa, provocando il reclamo delle maestranze: il foglio è pieno di macchie, errori di ortografia e cancellazioni con una scrittura stentatissima (2). Proseguendo la lettura del cartaceo, rilegato a somiglianza di un grosso libro mastro, troviamo lunghi elenchi di spese e somme da riscuotere chiamati «bilancetti». Essi riguardavano l’affitto delle terre a Filippo Mattei per i possedimenti di Avezzano, Luco e Trasacco. Insieme a questi c’è una lunga lista di pagamento per «l’Adoa della regia Corte dell’Università di Luco per mano dell’Abate don Giovan Pietro Gentileschi». Tra l’altro, in una nota sono compilati in promemoria i nomi dei sacerdoti che: «hanno celebrato le messe per l’anima dell’Illustrissima et Eccellentissima Signora Duchessa Donna Isabella Gioemi Colonna nella Collegiata di Trasacco». Per questo servizio (nove messe), il 19 gennaio 1655, l’abate don Loreto Antonio De Blasis, i religiosi: don Domenico Lucidi, don Silvestro Leoni, don Leonardo Antonio Petrei, don Francesco De Virgilis e altri ancora, ricevettero dall’erario Tomei carlini nove. Siamo in grado di conoscere, attraverso questa preziosa ricognizione, anche altre spese sostenute dall’economo Giampaolo Tomei, che pagò la somma di quindici carlini a Giulio Di Pasquale, per il trasporto da Roma ad Avezzano dei bagagli del principe Colonna. 

NOTE

  1. Archivio di Stato di L’Aquila, Inventario Archivio Colonna, Ducato di Tagliacozzo (da 1 a 40-dal 1625 al 1863), vol.15, Anni 1653-1657.
  2. Ivi. Tra l’altro, nel documento in questione si rileva che il possesso del mulino, anche se fatto riattivare dai Colonna, era stato già in sede di disputa, rivendicato dal comune di Avezzano.

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