Avezzano – Si è conclusa con sentenza del 05 maggio 2023 pronunciata dal Tribunale di Avezzano la vicenda originatasi nel dicembre 2020 che ha sconvolto l’opinione pubblica rimbalzando su tutti i giornali di cronaca locale, quando un uomo, in compagnia della sua fidanzata, ha picchiato a sangue un quarantaseienne per futili motivi: la vittima stava semplicemente impiegando troppo tempo per prelevare al Postamat.
La vicenda.
La domenica mattina del 20 dicembre 2020, un quarantaseienne, dopo aver fatto la spesa al supermercato, si reca presso la Posta centrale di Avezzano in via Marconi per prelevare dal Postamat, però impiega un po’ troppo tempo per l’operazione, per cui una donna in fila dopo di lui comincia ad innervosirsi…
Interviene il fidanzato della donna, che comincia a discutere con il quarantaseienne, ma dalle parole poi si passa ai fatti: il “premuroso” fidanzato colpisce prima con due forti pugni il quarantaseienne, poi gli strappa di mano le buste della spesa e con queste lo colpisce più volte in testa ed al volto.
Sangue e frammenti di vetro ovunque.
Quando il quarantaseienne cade a terra semisvenuto, l’aggressore lo trascina per le scale prendendolo per una gamba e poi lo colpisce con calci finché il malcapitato perde i sensi, poi l’aggressore va tranquillamente via con la sua fidanzata.
Il tutto sotto ben 6 telecamere della Posta centrale di via Marconi ad Avezzano.
L’uomo, svenuto a terra, viene soccorso dai passanti e subito trasportato presso il Pronto Soccorso di Avezzano, mentre l’aggressore, ormai allontanatosi ma immediatamente identificato grazie alle telecamere ed alle testimonianze dei passanti, viene ricercato dalle forze dell’ordine, con la contestazione degli articoli 582, 585 e 61 nr. 4 del codice penale, ossia lesioni personali aggravate dalla crudeltà.
La vittima, il giorno successivo, ha sporto formale denuncia/querela presso il Commissariato di P.S. di Avezzano.
L’avvocato Alessandra Di Renzo
La difesa dell’imputato, tuttavia, riesce a scovare i requisiti di legge per chiedere il rito alternativo della “messa alla prova”: e così, dopo aver dimostrato la “buona fede” dell’aggressore e la “non volontarietà” dell’aggressione stessa, riesce a far assolvere l’imputato addirittura con l’estinzione del procedimento, per cui non vi saranno tracce sulla fedina penale dell’aggressore, che rimane incensurato.
La difesa dell’imputato è stata rappresentata dall’Avv. Alessandra Di Renzo del foro di Avezzano.