Abruzzo – Qualche giorno fa il TG1 ha dedicato un servizio giornalistico speciale ai territori dei parchi abruzzesi (LINK). Una puntata focalizzata, in buona parte, su quel curioso e strano esemplare d’orso bruno marsicano che tutti conosciamo con il nome di Juan Carrito, il cui nome tecnico sarebbe M20. I responsabili del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise spiegano, per quanto possibile, le origini dei comportamenti anomali di Juan Carrito.
Un orso confidente figlio di un’orsa confidente, Amarena. Tutto mentre le sequenze ci mostrano le tante scorribande dell’orso nei centri abitati del Parco, e non solo, fin da quando era solo un cucciolo. “Otto operatori al giorno seguono Juan Carrito“, racconta un guardiaparco: un impegno non indifferente, senza contare che nel Parco ci sono anche altri orsi e altri animali selvatici che vanno comunque controllati e monitorati.
“Carrito è un orso e deve fare l’orso“, queste le parole di uno dei responsabili del Parco. Ciò implica che non hanno senso gli appelli a lasciargli del cibo o a avere atteggiamenti del tutto sbagliati che mettono in pericolo l’animale e le persone. Nessuno vuole confinare Carrito in cattività. La sfida è quella di far tornare Juan Carrito alla sua naturalità, alla sua montagna.