Dante e la Battaglia dei Piani Palentini protagonisti del nuovo murale di Antonello Di Stefano realizzato a Scurcola Marsicana

Dante e la Battaglia dei Piani Palentini protagonisti del nuovo murale di Antonello Di Stefano realizzato a Scurcola Marsicana|||||||
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Scurcola Marsicana – L’artista pescinese Antonello Di Stefano, già autore, tra gli altri, di uno spettacolare murale dedicato al grande scrittore marsicano Ignazio Silone, realizzato a Pescina, ha firmato un’altra imponente e suggestiva opera che si trova a Scurcola Marsicana. Il grande murale, voluto dal Centro Studi Carlo I d’Angiò, è una dedica a una delle battaglie più importanti del Medioevo, quella che si svolse a poca distanza da Scurcola Marsicana il 23 agosto 1268.

Protagonisti di quell’epico scontro furono l’esercito svevo da una parte, guidato dal giovanissimo Corradino di Svevia (nipote del grande Federico II), e l’esercito francese dall’altro, guidato da Carlo I d’Angiò. Il grande murale, che ricopre interamente una storica cabina elettrica di e-distribuzione, ubicata alle spalle del vecchio edificio scolastico, celebra proprio la grande battaglia del 1268 con la rappresentazione di due soldati a cavallo con le effigi delle due casate: i tedeschi Hohenstaufen e i francesi d’Anjou.

Uno dei quattro lati della struttura dipinta da Antonello Di Stefano, invece, ritrae la ben nota figura di Dante Alighieri. Una presenza fondamentale perché, all’interno della Divina Commedia, XXVIII canto dell’Inferno (vv. 17-18), il poeta fiorentino dedicò dei versi alla battaglia tra tedeschi e francesi: “là da Tagliacozzo, / dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo“. La battaglia, come ormai tutti sanno, non si svolse a Tagliacozzo e diversi studiosi hanno ormai attestato che quel “là da Tagliacozzo” sta a significare “al di là di Tagliacozzo“, cioè nel territorio che, già nel XIII secolo, era riferibile a Scurcola.

La suggestiva e imponente opera murale, come detto, va a celebrare uno degli eventi storici più importanti della storia italiana ed europea. La vittoria di Carlo I d’Angiò, ottenuta solo grazie allo stratagemma messo in atto da quel “vecchio Alardo” citato da Dante, ha mutato per sempre il destino politico, religioso ed economico del nostro Paese ma anche quello del nostro continente. Una storia lontana circa 800 anni che, però, anche grazie a opere di questo genere riesce a rimanere viva e sempre attuale.

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