Reddito di libertà per le donne vittime di violenza: di nuovo attiva la procedura di richiesta all’INPS

A seguito del trasferimento all’INPS, da parte del Dipartimento per le pari opportunità, delle risorse stanziate per il 2022, è nuovamente operativa la misura del Reddito di libertà, finalizzata a favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza e in condizione di povertà, con riguardo in particolare all’autonomia abitativa e al percorso scolastico e formativo dei figli/delle figlie minori.

Con il D.P.C.M. del 1° giugno 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 agosto 2022, adottato su proposta della Ministra per le pari opportunità e la famiglia di concerto con il Ministro del lavoro, previa Intesa in Conferenza Unificata, sono stati infatti definiti i criteri per la ripartizione delle risorse disponibili per il 2022, pari a 9 milioni di euro.

Il “Reddito di libertà”, introdotto dall’articolo 105-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 è riconosciuto alle donne, sole o con figli, seguite dai Centri antiviolenza nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, per contribuire a sostenerne l’autonomia. È stabilito nella misura massima di 400 euro pro capite su base mensile, per un massimo di 12 mensilitàLa domanda deve essere presentata all’INPS per il tramite degli operatori comunali del Comune di residenza. Le risorse saranno impiegate per liquidare, secondo l’ordine cronologico di presentazione, le domande non accolte nel 2021 per insufficienza di budget e, a seguire, per l’accoglimento delle nuove domande.

Il rifinanziamento della misura era atteso da tante donne in situazioni di fragilità – ha commentato la Ministra Bonettiche hanno intrapreso un cammino verso l’autonomia e la libertà dalla violenza, anche grazie al supporto dei centri antiviolenza presenti sul territorio. Il reddito di libertà si è rivelato da subito uno strumento importante e necessario a sostegno delle donne, tanto che le risorse stanziate per il 2021 si sono esaurite molto rapidamente. L’incremento delle risorse, che rispetto al 2021 sono triplicate – prosegue la Ministra – consentirà di accogliere un maggior numero di richieste e anche di poter soddisfare le istanze che non era stato possibile accogliere in precedenza”.

Fonte: Dipartimento Pari Opportunità

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