Scrissi la prima parte di questa storia nel giugno del 2020. Ricordo che prendendo spunto da una vecchia cartolina illustrata pubblicata sulla rete raccontai che nell’agosto del 1943 l’Albergo Moderno che si trovava a Tagliacozzo in Via Nazario Sauro ospitò per alcune settimane uno dei più famosi cast del cinema italiano di quei tempi.
E allora perché mi trovo a tornare ancora su quella storia? E’presto detto. Poco tempo fa, dopo aver letto “La cartolina delle attrici”, mi ha contattato Alexander Galiano, grande appassionato del cinema italiano ma soprattutto biografo della famiglia del regista Roberto Rossellini. Il prossimo marzo uscirà un suo libro dal titolo “Divenendo Rossellini: la vita del giovane Roberto Rossellini”. L’amico Alexander mi ha fatto notare che nella mia precedente storia non mi ero accorto che nel retro della cartolina delle attrici c’erano due firme eccellenti che rispondevano al nome di Roberto Rossellini e Massimo Girotti ‐ l’attore italiano più famoso di quei tempi‐. Questo conferma che i due celebri personaggi erano ospiti dell’Albergo Moderno.
Rossellini abitualmente si firmava con il solo cognome mentre Massimo Girotti firmò la cartolina con il solo nome insieme a sua moglie Marcella (Amadio). Ma perché la famosa troupe cinematografica si trovava a Tagliacozzo in quell’agosto del ‘43? Bisogna fare un passo indietro ed andare nel quartiere San Lorenzo di Roma dove Roberto Rossellini nel mese di luglio intendeva iniziare le riprese del film “Scalo Merci”.
Sennonchè alle ore 11 del 19 luglio del 1943 piovvero sul quartiere romano migliaia di bombe sganciate da trecento bombardieri americani che ripeterono l’operazione nel pomeriggio di quello stesso giorno. A Roma ci furono quattromila morti di cui millecinquecento nel solo quartiere di San Lorenzo. Fu allora che il regista romano
decise di allontanarsi da Roma e trasferirsi a Tagliacozzo per ricongiungersi con i figli Romano e Renzino e con la moglie Marcellina De Marchis con la quale si era da poco separato.
La donna era fuggita con i bambini da Ladispoli e si era trasferita a Tagliacozzo rifugiandosi all’Albergo Moderno dove da alcuni giorni soggiornava la sorella Evelina. A quel punto Rossellini prese la decisione di iniziare le riprese del film “Scalo merci” trasferendo l’intero set cinematografico da Roma a Tagliacozzo. Ecco perché in quell’agosto del ’43, c’erano numerose star del cinema italiano ospiti dell’albergo. Purtoppo le dieci stanze non erano sufficienti ad ospitare attori e tecnici della troupe cinematografica. Fu così che Roberto Rossellini, i suoi due figli e l’ex moglie trovarono ospitalità in Alto la Terra nella grande casa di Emilio Salciccia in Via Cappadocia 52. Nell’abitazione, che fu anche di Adelfo e Osvaldo Salciccia, l’ex moglie del regista e i due figli, vi rimasero fino al 12 settembre del ‘43 giorno in cui entrarono a Tagliacozzo i tedeschi della Wehrmacht.
Madre e figli si trasferirono a Verrecchie, un paesino poco distante da Tagliacozzo, nella casa di Fidalma Federici dove era ospite Uberta Visconti sorella prediletta del grande regista Luchino che di lì a poco la raggiungerà per starle vicino. Roberto Rossellini invece rimase ospite di Emilio Salciccia insieme alla sua compagna del momento, la bellissima attrice tedesca Roswitha Schmidt. Si racconta che in quel mese di settembre del ’43 i due grandi registi passarono alcune serate tra Verrecchie e Tagliacozzo a parlare dei loro progetti davanti al fuoco di un camino e chissa se durante quelle serate non sia nato quel movimento culturale che verrà poi chiamato “neorealismo italiano”.
Roberto Rossellini dopo aver cambiato il titolo del film da “Scalo merci” a “Rinuncia” girò alcune scene tra cui il matrimonio celebrato dagli attori Massimo Girotti e Roswita Schmidt nella piccola chiesa di Santa Maria del Soccorso a Tagliacozzo in località Alto la Terra.
Rossellini non terminò mai le riprese del film cosa che fece nel ‘46 Marcello Pagliero cambiando ancora una volta il titolo della pellicola da “Rinuncia” a “Desiderio”. Un’ultima curiosità su questo film. La pellicola fu proiettata per la prima volta nelle sale cinematografiche il 9 settembre del ‘46, il giorno dopo fu sequestrata dalla Questura di Roma per una scena “osè” dove l’attrice Elli Parvo, anche lei ospite dell’Albergo Moderno, appariva a seno nudo. Certamente in quegli anni bui la frase più in voga nei salotti bene doveva essere: ”mala tempora currunt”.
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